lunedì 30 gennaio 2023

SECRET ORIGINS: MISTER NO 118

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.
 

Prosegue e si avvia a alla conclusione l'avventura nella comunità di Nôva Canudos, scritta di Nolitta e disegnata da Bignotti. Mister No soccorso inizialmente da Ricardo, il fidanzato di Miranda, scopre, proprio grazie alla ragazza, il vero piano del "messia" Gerardo Ribeiro e del suo braccio destro: provocare l'esercito, far sterminare la comunità e, quindi, poter scatenare la ribellione in tutto il Brasile. Dopo la lapidazione del missionario Padre Ottavio, e lo sgozzamento del giornalista Adelio Ramos, rivelatosi in realtà un mercante di armi, Mister No viene costretto a portare Ricardo a Bahia, per poter recuperare proprio gli armamenti che Ramos voleva smerciare ai ribelli. A ribellarsi sarà invece Mister No che, in pieno deserto, riuscirà a liberarsi dai suoi carcerieri e a tornare a salvare Miranda, lasciata da Ricardo alla mercé del santone.


La cover originale di Diso è del marzo 1985 e non riportava la firma dell'autore, aggiunta invece in questa edizione della Gazzetta dello Sport.
L'illustrazione era poi stata utilizzata successivamente della Bonelli anche per la copertina della raccolta numero 26.


Anche le Edizioni If di Gianni Bono, nel marzo 2012, decisero di utilizzare questa immagine per la loro ristampa, e oltre a ricolorarla, come di consuetudine, ritoccarono pure il disegno, avvicinando la jeep sullo sfondo e abbassando la linea d'orizzonte


Questa illustrazione è apparsa all'estero solo in Francia, ma per ben due volte. La prima esattamente tre anni dopo l'edizione nostrana, in perfetta cronologia con tutto il resto, sul numero 147 della collana transalpina, intitolato 
Nôva Canudos, come la boom town al centro della vicenda. 


Poco più di  un anno dopo, nell'aprile 1989, l'illustrazione di Diso apparve anche come cover del numero 160, che conteneva tutt'altra avventura, ma avremo modo di riparlarne nella puntata 126 di questa rubrica.


Rimanendo in terra gallica, segnaliamo che anche il numero 148 della collana dedicata a Mister No è legato alle pagine di questa avventura. Il titolo dell'albo, La cravate rouge du Sertao, La cravatta rossa del Sertão, si riferisce alle conseguenze dello sgozzamento di Ramos, mentre l'illustrazione di copertina, realizzata da Francesco Gamba, deriva in realtà da una vignetta di Bignotti pubblicata a pagina 94 del numero scorso



Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index.

venerdì 27 gennaio 2023

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 154

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 154 troviamo ristampate a colori 192 strisce, pubblicate la prima volta sui numeri dal 7 al 9 della Serie Pueblo, la 34a di Tex nel formato originale, usciti in edicola nell'aprile del 1965. Le stesse pagine erano state pubblicate per la prima volta nel formato bonelliano a cavallo tra i numeri 71 e 72, del settembre/ottobre 1966, della serie principale di Tex
Il titolo del Classic, La lunga notte è preso in prestito dal numero 8 della Serie Pueblo, mentre la cover che la redazione ha ritenuto più idonea per questo albo proviene da un albo lontano nel tempo, ben dieci anni dopo la pubblicazione dell'episodio, per la precisione da Tex 179, Assalto al treno, del settembre 1975. Stavolta l'illustrazione non pare inerente a ciò che accade all'interno del Classic, e neppure al titolo.


Grazie a i ricercatori di fonti texiane Francesco Bosco e Mauro Scremin, sappiamo che Aurelio Galleppini per questa storica copertina si ispirò a quella del romanzo Rio Chama di Bennet Garland, nella versione paperback della Award Books
Paragonando le due immagini scopriamo che la polvere alzata dal cavallo di Tex, nella illustrazione originale, era in realtà l'acqua di un fiume; probabilmente proprio il Rio Chama del titolo. 


La stessa illustrazione di Tex 179 è poi apparsa su Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa, ma anche, in tempi recenti, sul primo volume in formato "oscar" dedicato a Aquila della Notte dalla linea libraria della Bonelli, intitolato Vendetta indiana.


Anche in Brasile questa illustrazione è apparsa su ben quattro copertine, due della Editora Vecchi e due della Mythos, la prima e l'ultima (per ora), casa editrice brasiliana a pubblicare le avventure del ranger bonelliano.


Nel resto del mondo questa cover è apparsa un paio di volte in Francia (su Rodeo e Mustang), e nelle edizioni
Williams del nord Europa; qui sotto vedete le versioni "gemelle" di Finlandia, Norvegia e Olanda.


Abbandoniamo la copertina principale di questa puntata per occuparci di un'altra illustrazione legata a questo Classic e che proviene addirittura dal 1931. Il disegno in questione, venne realizzato da Achille Beltrame per la prima pagina del numero 33 de La Domenica del Corriere di quell'anno. 

   
Il drammatico attacco della tigre disegnato da Beltrame, ispirò Galep per la copertina della striscia numero 9 della Serie Pueblo. A segnalarci la clamorosa fonte sono sempre i nostri affidabilissimi Francesco Bosco e Mauro Scremin.


Tornando ancora in Francia, segnaliamo una copertina, quella di Rodeo 182 dell'ottobre 1966, ad opera di Rémy Bordelet che si ispira alla copertina del numero 8 della Serie Pueblo, La lunga notte, titolo, oltre che del Classic di questa puntata, anche della raccoltina 132 della cosiddetta "serie bianca", l'ultima uscita della collana.


Nella versione dell'illustratore francese, però, il giovane Kit Willer viene sostituito dal ben più famoso padre.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.  

mercoledì 25 gennaio 2023

THE DARK SIDE OF TEX! "R", I PARTE: "RAKOS"


di Massimo Capalbo

Dopo la puntata dedicata alla lettera "Q", proseguiamo l'alfabeto del lato oscuro texiano con la prima puntata dedicata alla lettera "R", totalmente occupata dalla voce "RAKOS". Vi ricordiamo che le immagini iniziali hanno una funzione puramente estetica; quelle di corredo al testo sono state scelte dallo stesso Max Capalbo, autore anche delle didascalie. Buona lettura e patimenti!  (f.m. & s.c.)

Illustrazione di Claudio Villa dedicata all'avventura contro Rakos.
LEGENDA
  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSONTIGER JACKKIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex). 
  • Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUANSVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
  • Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICEEL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo.
Illustrazione di Claudio Villa dedicata all'avventura contro Rakos.
Nota sui collegamenti ipertestuali

The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione. I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché! Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse. Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento. Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!

Illustrazione di Claudio Villa dedicata all'avventura contro Rakos.

Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268).

R

RAKOS

Copertina di Aurelio Galleppini per Tex 228, La piramide misteriosa

Il malvagio e millenario sacerdote egizio che, ne La piramide misteriosa (G. L. Bonelli [sog.&scen.] - G. Letteri [dis.], nn. 228-229), viene affrontato da TEX, CARSON ed EL MORISCO. Come abbiamo già scritto nella 3a parte della voce dedicata a quest'ultimo, Rakos - che vive in una valle della Sierra del Hueso - tenta invano di uccidere il brujo scatenandogli contro i suoi Ushebti (figurine di animali che prendono vita), tra cui un'orda selvaggia che distrugge completamente la casa dell'occultista.

Tex e Carson sparano contro l'Ushebti giaguaro, il primo “sicario” che Rakos invia contro El Morisco – TEX 228, p. 11

La riduzione in mille pezzi del giaguaro di Rakos lascia esterrefatti i due pards – TEX 228, p. 12

Non immaginando che l'Ushebti giaguaro sia stato distrutto, Rakos uno dei suoi schiavi Yaquis sulle sue tracce -  TEX 228, p. 15

Il Padrone della Morte incita l'orda selvaggia, intenta a distruggere la casa del Morisco, che però è stata già abbandonata – TEX 229, p. 19

Dopo questo terribile assalto, EL MORISCO e i due pards passano al contrattacco, forti della conoscenza degli unici due punti deboli del loro avversario: il suo nome nascosto - Sokar, anagramma di Rakos - e il fatto che questi può agire solo di notte, mentre di giorno è del tutto inerme.

Guidati dal loro capo Juan, gli Yaquis controllano che Rakos stia riposando nel suo sarcofago – TEX 228, p. 80

Rakos scopre che El Morisco conosce il suo nome nascosto – TEX 229, p. 9

Superati altri pericoli, i Nostri riescono a penetrare nel tempio-piramide di Rakos - il quale riposa nel suo sarcofago - ed a porre fine alla sua lunghissima esistenza: non appena il brujo strappa la benda che il sacerdote tiene sulla fronte e pronuncia ad alta voce il nome Sokar, il volto ed il corpo del Padrone della Morte si trasformano in un mucchietto di polvere grigiastra. A ciò seguirà il crollo della piramide e delle rocce della valle, ma TEX e compagni faranno in tempo a mettersi in salvo.

L'imbocco della valle dove sorge il regno di Rakos – TEX 228, p. 96

Scesa la notte, il malefico sacerdote si risveglia – TEX 229, p. 7

L'orribile fine di Rakos – TEX 229, p. 68

Mentre la piramide crolla, i Nostri si allontanano in fretta – TEX 229, p. 71

Diversi gli aspetti interessanti del personaggio di Rakos, a cominciare dalla maledizione di cui egli è vittima, che ha avuto origine nel Gran Tempio di Saïs, dove - come racconta EL MORISCO ai due pards - veniva venerata una statua femminile il cui volto era coperto da un fitto velo! Essa teneva fra le mani una tavoletta con la scritta: “Io sono la grande Iside, quella che fu, quella che è e che sarà eternamente. Nessun mortale ha mai sollevato il mio velo”! […] Un giovane sacerdote del tempio di Eliopolis, vista la sacra statua, osò scostare il velo... ...e in quell'attimo stesso un grande tuono fece vibrare le mura del tempio, mentre una luna accecante costringeva il sacerdote a gettarsi a terra! Contemporaneamente, sotto le volte del tempio echeggiava una voce potente e terribile... “Tu hai osato infrangere il mio comandamento e perciò sarai colpito dalla mia vendetta! Prima che il sole tramonti sette volte, tu e la gente del tuo sangue dovrete lasciare il Regno delle Due Terre e non potrete fermarvi che quando arriverete là dove il sole scende verso i regni delle tenebre! Tu sarai colui il cui nome non dovrà più essere pronunciato. Io scrivo ora il tuo nome segreto sulla tua fronte e con esso sarà scritta la tua condanna! Una condanna a vivere sempre odiato e temuto, fino al giorno in cui la mano di un uomo giusto ti toglierà la benda e la sua voce pronuncerà il tuo nome! Vivrai, ma sarai come un “Khabit” che vaga gemendo nelle notti senza luna, e per tutti sarai il Padrone del Male e il Signore della Morte! Questa è la parola della grande Iside, il cui velo tu hai stoltamente sollevato, e che tu incontrerai un giorno alle porte nere della Amenti che il mio potere ti costringerà a varcare!”.

El Morisco racconta a Tex ed a Carson la storia della maledizione di Iside – TEX 228, p. 21

Iside o Isis, dea della vita, della guarigione, della fertilità e della magia


L'Iside velata dello scultore belga Auguste Puttemans (1866-1922). Questa statua si trova all'Herbert Hoover National Historic Site, a West Branch (Iowa, Usa).

Sokar, il dio egizio dei morti e delle tenebre da cui Rakos ha preso il suo nome segreto

Vivrai, ma sarai come un “Khabit” che vaga gemendo nelle notti senza luna, dice Iside al sacrilego Rakos. La figura scura raffigurata nell'immagine è appunto un Khaibit (questa la grafia corretta) o Sheut, ovvero l'ombra nera che, secondo gli Egizi, era l'emanazione di tutti gli aspetti negativi di un individuo.

Rakos
si è reso dunque colpevole di quella che gli antichi Greci chiamavano hybris, ovvero l'offesa agli dei, ma non è del tutto chiaro se la sua malvagità sia una conseguenza della maledizione lanciatagli da Iside o se egli fosse malvagio già da prima. Ad ogni modo, il sacerdote egizio è una figura tragica, come ben dimostrano, oltre alla maledizione in sé, l'angoscia che egli prova nello scoprire che la sua fine è imminente, e la rabbia e la disperazione di cui è preda nella parte conclusiva della storia. Significative, in tal senso, le seguenti scene: quella in cui Iside ricorda a Rakos la sua condanna; la seconda e ultima invocazione, sulla cima della piramide, della dea Uadjit, la Signora della Fiamma, la quale non solo conferma al sacerdote che la sua sorte è segnata, ma gli mostra la sua ultima, inevitabile destinazione: l'Amenti o Regno dei Morti, un mondo sotterraneo abitato da bestie feroci; la distruzione, a opera di Rakos medesimo, degli Ushebti dell'orda selvaggia, rei di non essere riusciti a uccidere EL MORISCO

Ricordando a Rakos la sua condanna, la dea Iside gli fa capire che la sua fine è prossima – TEX 228, p. 17

Rakos invoca l'aiuto della dea Uadjit – TEX 229, p. 33

La disperazione di Rakos dopo che Uadjit gli ha detto che la sua sorte è ormai segnata – TEX 229, p. 35

La dea Uadjit o Uadjet, personificazione del Basso Egitto

Degna di menzione anche la vignetta  - a p. 67 del n. 229 - che mostra il rugosissimo volto del sacerdote sudare copiosamente, segno inequivocabile che il tanto temuto Padrone del Male ha paura perché sa ormai di non avere più scampo. Il suo corpo è forse morto, ma il suo spirito “sente” ciò che sta per capitargli!, dice infatti il brujo ad Eusebio, prima di distruggere Rakos. La riduzione in cenere del corpo di costui - che impressiona molto TEX e CARSON, in particolare il secondo: Mai visto niente di tanto orribile! - non può non far venire in mente la tipica fine che fanno i vampiri, e d'altra parte il sacerdote presenta delle caratteristiche che lo accomunano a Dracula ed ai suoi simili: è immortale; vive solo di notte; di giorno riposa nel suo sarcofago, così come i vampiri riposano nelle loro bare; ha familiarità con i pipistrelli, che, proprio nella scena in cui i Nostri entrano nella piramide, si avventano su di essi per impedire loro di aprire il sarcofago.

I fedeli pipistrelli di Rakos tentano d'impedire ai Nostri di aprire il sarcofago – TEX 229, p. 66

Un altro interessante aspetto di Rakos è il fatto che, avendo varcato l'Atlantico 2600 anni prima di Cristoforo Colombo, risulta essere il vero scopritore dell'America. Nella finzione narrativa, esiste addirittura una testimonianza archeologica di questo viaggio, ossia la storia che EL MORISCO ha avuto modo di leggere su un papiro trovato nella tomba di Ramses III (1218/1217 a.C. -  1155 a.C.): […] Sotto il regno del faraone, un sacerdote del tempio di Eliopolis, resosi colpevole di un grave sacrilegio, fu condannato a lasciare per sempre l'Egitto insieme a tutti i suoi familiari... ...e la partenza avvenne su sette battelli che misero la prora verso le terre misteriose dell'Occidente! Che questo viaggio sia effettivamente avvenuto lo dimostrano i disegni eseguiti su una delle pareti della tomba di Ramses Terzo e, a conferma del fatto, aggiungerò che negli antichi testi Olmechi (i più antichi abitatori del Messico, come si legge nella nota a p. 24 del n. 228, nda) era scritto che essi discendevano da uomini venuti dal mare e dall'Oriente su sette grandi barche!.

Ricostruzione, a opera dell'archeologo francese Jean-Claude Golvin, del Tempio di Saïs a Eliopoli

La tomba di Ramses III

Poiché né questa testimonianza (su cui torneremo in Curiosità) né la storia della maledizione di Iside riescono a scalfire l'incredulità dei pards, e specialmente di TEX, il brujo aggiunge altri tre “indizi” che dimostrano l'effettiva esistenza del millenario Rakos: 1. la presenza nella Sierra del Hueso di molte strane scimmie dalla testa di cane, vale a dire i feroci babbuini posti a guardia della piramide (Premesso che quel sacerdote e la sua gente erano stati condannati a un viaggio senza ritorno, è logico immaginare che abbiano caricato sulle imbarcazioni non solo le cose necessarie per affrontare problemi vitali nelle terre in cui prevedevano di sbarcare, ma anche quanto poteva ricordare loro la patria che non avrebbero più rivisto... ...e fra i tanti simulacri di dei, oggetti per le celebrazione dei culti e simboli magici, sicuramente devono aver portato con loro un certo numero di “cinocefali”!); 

L'imponente tempio-piramide e i feroci babbuini di Rakos – TEX 228, p. 16

2. quanto rivelato al MORISCO da un pastore Yaqui, cioè che nella regione a ovest della Sierra era da tanto tempo nota una sinistra pratica! Quando qualcuno desiderava liberarsi di un nemico, senza dover correre alcun rischio, non aveva che da scriverne il nome su un pezzo di pelle di capra e lasciarlo, insieme a qualche capo di bestiame, all'ingresso della valle della Sierra!.; 

I due pards ed Eusebio sconfiggono gli Yaquis – TEX 229, p. 53

3. un inquietante episodio che ha visto protagonista lo stesso occultista e da cui è nato l'odio di Rakos nei suoi confronti. Dunque, - racconta EL MORISCO a TEX e CARSON - poco tempo prima di incontrare quel pastore Yaqui, mi capitò di venire chiamato al capezzale di un giovane messicano di Bosque Bonito che era stato colpito da una strana malattia! Molto perplesso, sottoposi quel povero diavolo a una visita accurata, e fu proprio mentre ne ascoltavo la respirazione che notai, sporgente di poco da sotto il cuscino, un filo di ferro intrecciato a guisa di ragno! […] In breve,chiusi quel sinistro “wanga” fra due pezzi di legno che legai poi strettamente, feci accendere un fuoco all'aperto, vi misi sopra tanto il feticcio che il materasso e le lenzuola usati da quel poveraccio e diedi fuoco a tutto! […] Dal momento stesso in cui il fuoco cominciava a distruggere il “wanga” l'uomo cadde in un sonno profondo e riparatore, la febbre scomparve, e, nemmeno ventiquattr'ore dopo, poteva già lasciare il letto!.  

Il sacerdote egizio prepara gli altri Ushebti - lo sloughi ed il babbuino - da inviare contro l'odiato Morisco – TEX 228, p. 32

Rakos comunica a distanza con la bizzarra coppia – TEX 228, p. 42

È proprio quest'ultimo episodio a vincere lo scetticismo di TEX, che intuisce subito il motivo per cui la guarigione del giovane messicano abbia fatto arrabbiare così tanto Rakos: Il tuo operato - dice il Ranger al MORISCO - deve essere apparso come una sfida ai suoi sinistri poteri, e questo spiegherebbe la catena di guai che ti stanno piovendo addosso!. C'è da dire, però, che la presenza di un wanga in una storia che riguarda l'antico Egitto e il Messico stona non poco, anche perché il sacerdote, invece di utilizzare un feticcio VUDU per colpire la persona in questione, avrebbe potuto benissimo ricorrere ai malefìci che venivano praticati nella sua terra d'origine o, al massimo, a quelli in uso presso i popoli precolombiani dell'America Centrale. Ovviamente, non si tratta di un difetto tale da incrinare la qualità complessiva de La piramide misteriosa, che, oltre a essere una delle migliori storie della terza centuria texiana, è anche, a nostro avviso, la più bella delle tre avventure “egizie” del Ranger (le altre due sono La Dama di Picche [vedi voce omonima] e Il ritorno del Morisco [vedi AKHRAN]), quella che riesce meglio a trasmettere al lettore tutto il fascino della civiltà egizia, con la sua ricchissima mitologia e i suoi spettacolari monumenti. Un ulteriore pregio di questa storia è la vignetta conclusiva, che mostra lo spettro, o meglio: il Khaibit, di Rakos che sorge dalle rovine della sua piramide e vaga urlando per tutta la Sierra come se stesse disperatamente cercando qualcosa che ha perduto per sempre. Un'immagine di grande forza evocativa, che rimane impressa.

Lo spettro senza pace di Rakos tra le rovine del suo tempio – TEX 229, p. 73

Il cartonato Mondadori del 1985 che contiene la ristampa a colori de La piramide misteriosa

Curiosità: Pubblicata nel 1979, La piramide misteriosa non è l'unica storia bonelliana  dove si parla di Egizi che sbarcano nel Nuovo Mondo; anche il secondo episodio di Martin Mystère - La vendetta di Râ (A. Castelli [sog.&scen.] - G. Alessandrini [dis.], nn. 2-3), datato 1982 - presenta infatti questa versione alternativa della scoperta dell'America. Mentre nell'avventura texiana l'approdo di Rakos e dei suoi familiari nel Centroamerica avviene all'epoca del faraone Ramses III, quindi oltre 1000 anni prima di Cristo; in quella del Detective dell'Impossibile, l'arrivo degli Egizi, sempre nel Centroamerica, ha luogo ancora prima, ovvero 2500 anni prima di Cristo. Come scrive Castelli a p. 99 di MM n. 2, la spedizione sarebbe stata voluta dal faraone Sahuré, della 5ª dinastia, il quale promosse viaggi ed esplorazioni avvalendosi di marinai di stirpe cananea, allora i più abili del Mediterraneo. Naturalmente, quella degli Egizi in America è, fino a prova contraria, una teoria fantarcheologica, legata a sua volta alle altrettanto fantasiose teorie sorte attorno al mito di Atlantide (vedi proprio le parole di Castelli riportate nella sezione Curiosità della voce AKHRAN).
Copertina di Martin Mystère 2 disegnata da Alessandrini

Rientra pertanto nella fantarcheologia anche la presunta ascendenza egizia degli Olmechi, a cui fa cenno EL MORISCO. Come però ha dimostrato il famoso antropologo ed esploratore norvegese Thor Heyerdahl, la tecnologia navale degli Egizi avrebbe potuto benissimo permettere loro di attraversare l'Atlantico. Nel 1969 e nel 1970, Heyerdahl si fece costruire due imbarcazioni in papiro identiche a quelle in uso nell'antico Egitto, e stabilì, come punto di partenza, le coste del Marocco: con la prima imbarcazione, che chiamò Ra, naufragò a soli 160 km dai Caraibi, dopo 56 giorni di navigazione; con la seconda, battezzata Ra II, riuscì invece a raggiungere - dopo aver percorso 6056 km in 57 giorni - l'isola caraibica di Barbados, portando così a compimento la sua impresa (una delle tante della sua incredibile vita).
Thor Heyerdahl (1914-2002)

Ra II, conservata nel Kon-Tiki Museum di Oslo (Norvegia)

Cambiando argomento e tornando alla storia texiana, non passa certo inosservata la copertina del n. 229, L'orribile sortilegio. Essa è senza dubbio efficace, ma ingannevole, visto che mostra TEX minacciato da una mummia sbucata dal suo sarcofago, mummia che presumibilmente è Rakos stesso. Tuttavia, il sacerdote, per quanto vecchissimo, non ha nulla a che vedere con il mostro disegnato da Galep. Inoltre, nessuna scena del genere è presente nell'avventura.

Copertina di Aurelio Galleppini per Tex 229, "L'orribile sortilegio"

Massimo Capalbo

N.B. Trovate i link alle altre voci di The Dark Side of Tex nella pagina dedicata ai dizionari bonelliani e nella vecchia pagina del Navigatore!