Da Collezionare a Dime Press

1983-2000

di Saverio Ceri & Francesco Manetti


Nel 1992 nasceva per i tipi della Glamour International Production di Firenze del compianto Antonio Vianovi (scomparso nel 2018) una rivista dedicata in via esclusiva al cosmo bonelliano. Fu scelto un nome che richiamasse immediatamente le pubblicazioni della casa editrice milanese di Via Buonarroti.
Era l'alba di "Dime Press".
I quattro amici che diedero vita al Magazzino Bonelliano e che insieme lo curarono fino al 2000 venivano però da un lungo cursus editoriale nel mondo delle fanzine (vedi anche la rubrica "Chi diavolo siamo?"), fatto di impegno, amicizia e cameratismo.
Ecco la loro storia antica...


Da sinistra a destra: Alessandro Monti, Saverio Ceri, Moreno Burattini e Francesco Manetti con le copie fresche di stampa di Dime Press n. 1, nel maggio 1992. Nuova sede del Club del Collezionista, a Prato.


Once upon a time

Tanto tempo fa, in quella che oggi ci sembra quasi una galassia lontana, lontana... prima del boom dei personal computer, prima dei DVD, prima dei CD-ROM, prima delle chiavette, prima dei cellulari, prima degli smartphone, prima di Internet, prima dei social, prima della caduta del Muro, prima dell'Undici Settembre, prima dell'Euro... nell'estate del 1984, in un paese della provincia di Firenze, un gruppetto di ragazzini capitanati da Alessandro Monti e Simone Biagiotti, raccoglitori di “carte povere”, appassionati di fumetti, di libri, di francobolli, di conchiglie, di figurine, di adesivi et similia, fondò con Moreno Burattini il Club del Collezionista, sulle ceneri dell'effimero Club del Francobollo, varato nel giugno del 1983, sempre da Monti e Biagiotti. Come ogni rispettabile “circolo culturale”, anche quel nuovo Club era destinato a pubblicare il suo bravo bollettino. E infatti "Collezionare" apparve nel marzo del 1985, ciclostilato in 80 copie, nato a sua volta dall'esile pubblicazione del Club del Francobollo, "Il giornale del filatelista" (che pare abbia avuto anche un supplemento, Il magazzino filatelico). Distribuito fra i non numerosi soci del Club, alle mostre (il gruppo ha sempre avuto – anche dopo morto! - un suo banco alle più importanti convention fumettistiche toscane) e in alcuni negozi di fumetti, "Collezionare" veniva stampato nei locali liberi della Parrocchia di San Martino in Campi Bisenzio: quella che poi diventerà una delle più note fanzine italiane nasce dunque all'ombra della croce, in un tessuto sociale che ricordava molto quello degli oratori degli anni '50.


Alle radici del Club del Collezionista, nella Club Story narrata da Alessandro Monti su "Collezionare" n. 8 (gennaio 1987)


Primi passi

Le firme che appaiono sul n.1 sono soltanto due: Moreno Burattini e Simone Biagiotti. Il primo, che era il più “anziano” della banda, da sempre animato da una ferrea volontà del fare e dell'inventare, divenne da subito il punto di riferimento della pittoresca congrega: fu scelto proprio per questo dai giovani ex-filatelisti! E Burattini prese così tanto sul serio il lavoro nel mondo dei comic che non si allontanò più dall'editoria fumettistica: da quella piccola partenza è arrivato all'importante nomina di curatore della serie Zagor per la Sergio Bonelli Editore. Biagiotti, personaggio simpatico e socio volenteroso, era e rimane collezionista e lettore sfegatato di fumetti - oltre che valente artigiano del parquet e istruttore di numerosi sport.



La copertina patchwork di "Collezionare" n. 1, con i balloon di Burattini, 1985

Due fogli ripiegati, otto smilze paginette: ecco "Collezionare" n. 1, con Mafalda e Garfield in copertina e balloon aggiunti a pennarello dal Burattini in persona. All'interno un redazionale sulla nascita del Club, un articolo sul collezionismo di fumetti e un pezzo dedicato alla filatelia.
Con il n. 2 dell'aprile 1985 le pagine passano a 12 e si comincia a mettere a fuoco l'obiettivo principale della rivista: il fumetto. Prove ne siano due brevi avventure di Battista il Collezionista, scritte e disegnate da Burattini (con lo pseudonimo di Buracchio), e un articolo su Martin Mystère. Alessandro Monti, che per anni è stato una firma onnipresente del fandom italiano e che oggi scrive trattati di storia e insegna nei licei da professore, entra in scena con il n. 3 del maggio/giugno 1985, allorquando la fanzine aumenta notevolmente la foliazione (28 pagine): ed è la prima volta che appare qualcosa di inedito, una caricatura del Monti eseguita da Francesco Bastianoni, autore che ritroveremo nel decennio successivo nello staff di "Nathan Never". I numeri si succedono rapidi (un bel saggio sul Piccolo Ranger con il n. 4 del settembre 1985; un ritratto di Guido Nolitta sul n. 5 dell'ottobre/novembre 1985; la storia dell'Essegesse sul n. 6, datato dicembre 1985) e poi, dopo una pausa di tre mesi, ecco il n. 7 (marzo 1986: piatto forte Gesebel di Magnus & Bunker), dove debutta Enrico Cecchi, il quarto dei soci fondatori... e il primo anche ad andarsene, improvvisamente e in silenzio, nella seconda metà degli anni Novanta, nelle lussureggianti praterie celesti...



Alessandro Monti (con due paia di occhiali!), il compianto Enrico Cecchi (scomparso negli anni '90) e (di spalle) Simone Biagiotti, nella prima sede del Club del Collezionista a Campi Bisenzio, 1986. Da notare lo stile e la scelta degli arredi, che pare voler ricalcare il Negozio di Fiori del Gruppo TNT! Parte di questo eterogeneo mobilio incredibilmente esiste ancora, nel retrobottega della fumetteria Mondi Paralleli fondata a Prato nel 1995 da Moreno Burattini, Saverio Ceri e Francesco Manetti e oggi gestita da Roberto Mannelli e Luca Squillante! Foto Burattini


Morte e rinascita

Il Club del Collezionista e il suo organo di stampa sembrano defunti. Ma il n. 8 (con un approfondito servizio sulla Marvel in Italia) esce, seppur otto mesi dopo il n. 7, nel gennaio del 1987, con molte più pagine e con una veste grafica rinnovata. È in questo periodo che le riviste specializzate (come "Fumo di China") cominciano a recensire – con commenti positivi – il lavoro dei ragazzi di "Collezionare", e Sergio Bonelli inizia a scrivere lettere lusinghiere. La consapevolezza di essere, se non al centro, almeno al confine dell'attenzione – insaporita con un pizzico di narcisismo – porta i redattori a stilare la prima Club Story (ne appariranno altre, in futuro, su "Dime Press", per esempio, e sul web, in particolar modo sul blog di Burattini, e infine qui). Il discorso sulla Marvel continua sul n. 9 del maggio 1987, con un occhio di riguardo al collezionismo.



Ai tempi dei primi successi di "Collezionare", 1986 o 1987. In senso orario, a tavola: Francesco Bastianoni, il Biagioli, Simone Biagiotti, Dante Bastianoni, il compianto Enrico Cecchi (che prestò il volto a Battista il Collezionista) e Alessandro Monti. Foto di Moreno Burattini

La copertina di "Collezionare" n. 10, con un inedito di Cavezzali, 1987


Anni speciali

Il n. 10 di "Collezionare" (settembre 1987) inaugura il nuovo corso della rivista con un logo di testata tutto nuovo realizzato graficamente da Dante Bastianoni (che già stava lavorando per "Martin Mystère") e con la prima delle copertine inedite (firmata da Cavezzali); all'interno un poderoso saggio su Magnus, che ancora oggi viene citato nelle bibliografie “raviolane”. Battista il Collezionista, il personaggio umoristico creato da Burattini, viene adesso disegnato professionalmente da Francesco Bastianoni. E inoltre, ecco Asimov, uno dei beniamini del gruppo (sul versante letteratura), in un servizio di Monti.



La copertina di Collezionare Special Alan Ford, un inedito di Francesco "Nathan Never" Bastianoni, 1987


Alla fine del 1987 esce il primo speciale di "Collezionare", un volume spillato di 100 pagine dedicato ad Alan Ford. Il successo è nazionale. Le richieste arrivano da tutta Italia e la redazione deve ristampare senza sosta. È il primo di una lunga serie di lavori monografici dedicati in Italia al Gruppo TNT: da qui in avanti, chiunque voglia cimentarsi con i personaggi di Bunker, deve fare i conti con il numero fuori serie scritto da Burattini, Cecchi e Monti. E la collaborazione fra gli amici del Club e la MBP sarebbe continuata per sempre da allora, con libri, mostre e incontri, e con i redazionali di Alan Ford Story della Mondadori, curati da Burattini (dal n. 1 al n. 100) e Manetti (dal n. 101 al n. 150) fra il 2009 e il 2012; Manetti continuerà a collaborare con Mondadori per le ristampe bunkeriane fino al 2016; nel 2019 Burattini pubblicherà una biografia di Max Bunker, Una vita da Numero Uno.
Con l'arrivo della copertina rigida (n. 11 – gennaio 1988) "Collezionare" migliora nuovamente la sua veste grafica: disegno inedito di Dante Bastianoni con intervista all'autore, articolo su Isaac Asimov e consigli sulla conservazione dei fumetti.



Una delle iniziative collaterali di "Collezionare". Il "Catalogo" Uno, settembre 1988, supplemento al n. 13 della fanzine. Venivano presentate tutte le uscite della rivista fino a quel momento, con anticipazioni sullo Speciale Carl Barks e addirittura sullo Speciale Zagor, inizialmente previsto per il marzo 1989 e poi slittato di quasi un anno per la vastità del lavoro. C'erano anche le recensioni che "Fumo di China" e "Comic Art" avevano fatto della fanzine.


Grandi novità con il n. 12 (che vede l'ingresso nel gruppo di Francesco Manetti, con un'intervista a Gallieno Ferri e un articolo su "Diva", rivista di erotismo raffinato della Glittering Images): la fanzine cessa di occuparsi di collezionismo in generale e si concentra esclusivamente sui fumetti e sulla letteratura di genere (fantascienza e horror, soprattutto). E, grazie a incursioni frequenti alle mostre di tutta Italia, cominciano ad arrivare le interviste agli autori: Gallieno Ferri, Luigi Bernardi, Luca Raffaelli, Luca Boschi, Paolo Ferriani...




La copertina di Collezionare n. 13, con un inedito di Fusco, 1988. Il numero è da sempre stato considerato una sorta di "minispecial" su Tex.



Se lo Speciale Alan Ford fu il primo, grande successo editoriale del Club del Collezionista, il n. 13 fu il primo, grande successo delle serie regolare di "Collezionare". Uscito nel dicembre 1988 con una splendida cover di Fusco, fu fin da subito considerato dai lettori un “minispecial” su Tex, celebrativo dei primi 40 anni del Ranger. E con un servizio di Burattini su Stephen King, un altro vate si aggiunge al pantheon letterario.



Volantino "pubblicitario" del Club del Collezionista e di "Collezionare". Grafica e testi nei balloon di Moreno Burattini. L'indirizzo del Club che vi appare è il primo, operativo dai primi anni '80 fino al trasferimento della sede a Prato, intorno al 1991. Il nuovo locale servì da prima redazione di "Dime Press". Il Club chiuse nel 1995, in concomitanza con l'apertura della fumetteria Mondi Paralleli, tuttora esistente.


Con l'entusiasmo ancora fresco della monografia alanfordiana, i ragazzi di Campi pensarono ad altri due speciali.


La copertina di Collezionare Speciale Carl Barks, con un inedito di Luca Boschi, ispirato a una classica foto dell'Uomo dei Paperi scattata nel 1974. Club del Collezionista, 1988 (con una seconda tiratura nei primi mesi del 1989).


Quello su Carl Barks, scritto (battendolo interamente a macchina) da Manetti nell'estate del 1988, e impaginato da Burattini e Monti, fu un'impresa titanica per le forze organizzative (e per i portafogli: tutto veniva stampato grazie all'autotassazione!) di quel gruppo di baldi giovani. Ne uscì un volume in brossura di oltre 200 pagine, riccamente illustrato, pieno zeppo di curiosità sull'Uomo dei Paperi, con le più belle storie commentate e sviscerate, e con una cronologia completa di corredo. La copertina inedita di Luca Boschi (grande fumettista e studioso del fumetto disneyano) contribuì a fare dello Speciale Barks un successo nazionale e internazionale (lo troviamo citato anche nelle bibliografie straniere). Lo Speciale uscì alla fine del 1988 e pochi mesi dopo - agli inizi del 1989 - fu necessaria una seconda tiratura (con copertina rosa) per accontentare le richieste dei soci del Club e degli abbonati a "Collezionare". "Dime Web", pubblicando la Cronologia ragionata del fumetto di Barks, cercherà di colmare le lacune di quell'antico saggio...


La copertina di Collezionare & Marvel Story Speciale X-Men, 1989


L'altro speciale, del marzo 1989, dedicato agli X-Men, fu una coproduzione "Collezionare" (con le firme di Monti e Borgioli) e "Marvel Story", la fanzine supereroistica di Lorenzo Altariva (oggi guru della saggistica su Diabolik).



"Collezionare Presenta: Trading Post" n. 1, ottobre 1989. Si trattava di un bollettino con annunci di compravendita e scambio di fumetti, riservato ai soci del Club del Collezionista. Nei numeri successivi fu curato dal collezionista e commerciante Francesco Cappelletti, oggi eminente saggista di cronaca nera




Anni ruggenti! Francesco Manetti regala a Giorgio Cavazzano una copia di "Collezionare" n. 14, il primo con montaggio eseguito al computer. Reggio Emilia, 1989. Foto di Moreno Burattini.


Quattro amici nel futuro

Il n. 14 della fanzine, uscito nel maggio del 1989, segna il passaggio dalla composizione a mano della pagina (ottenuta ritagliando i testi dattiloscritti, i titoli con i Trasferelli e le immagini, incollando poi il tutto su una “matrice” cartacea) e dalla stampa artigianale (fotocopia e ciclostile), alla composizione elettronica (su un Mac con un programma Aldus Pagemaker di prima generazione) e alla stampa tipografica. Col n. 15 dell'ottobre 1989 "Collezionare" cura maggiormente l'aspetto grafico e accoglie nella redazione Saverio Ceri. Debutta una nuova rubrica, "La Biblioteca di Trantor" con le recensioni librarie del fantastico. Appaiono le prime "firme celebri": Marcello Toninelli e Mauro Boselli. Nello stesso mese esce una nuova iniziativa collaterale, "Trading Post", sorta di mercatino delle pulci del fumetto.



La copertina di Collezionare Speciale Zagor, 1990. Copia firmata da Ferri.



La versione Glamour (rivista, corretta, ampliata e con allegato) dello Speciale Collezionare Zagor uscì nel 1992. Il libro è presente nel catalogo della Biblioteca del Congresso a Washington, la più grande del mondo.

Milano, 1989: "Collezionare" va a trovare Max Bunker nella redazione della MBP in Via Fatebenefratelli

Nel febbraio 1990 un'altra accoppiata di speciali: Zagor e Iron Man. Il primo, realizzato da Burattini, Monti e Manetti, richiese due anni di ricerche e documentazione e, come nel caso delle altre monografie, si pose allora come unico lavoro critico sullo Spirito con la Scure a meritare la patente di completezza. Fu presentato in un'affollata sala conferenze di Prato in occasione del XIII Convegno Internazionale del Fumetto e del Fantastico, storica mostra rinata con altra formula nel 2012, dopo anni di assenza, nella ex città tessile. Pratilia, il brutto shopping center marrone dove si tenevano le mostre-mercato pratesi fino agli anni '90, fatiscente da decenni, è stato abbattuto nello stesso 2012, per far posto a un centro commerciale dell'Esselunga... Quello stesso anno lo spirito di "Dime Press" trasmigrava in "Dime Web".


La copertina di Collezionare Speciale Iron Man disegnata dall'autore, Leonardo Borgioli (1990)

Anche lo Speciale Iron Man, frutto della fatica di Leonardo Borgioli, che lo realizzò in solitario, ha avuto il meritato successo di critica e di pubblico. Questi due numeri fuori serie vennero stampati con copertina a due colori.



La copertina di "Collezionare" n. 16, con un inedito di Barison & Toffanetti, 1990


Il "logo" di testata cambia ancora - per l'ultima volta - con il sedicesimo albo della collana (maggio 1990) che ospita un fumetto inedito di autori già affermati, Alex il Britanno di Barison e Toffanetti: per i contenuti e per la grafica, "Collezionare" n. 16 è sicuramente uno dei migliori della serie regolare. La seconda raccolta delle Avventure di Battista esce nell'ottobre 1990, dopo il sodalizio fra "Collezionare" ed "Exploit Comics", avvenuto qualche mese prima. Prova ne sia l'interessante introduzione di Leonardo Gori, oggi noto giallista.


Autografo con dedica di Berardi rilasciato a Lucca nel 1990. A Collezionare: che duri almeno quanto KEN PARKER! In realtà durò meno...


Gli anni di "Collezionar"e: Moreno Burattini e Francesco Manetti con Clod, nel 1989 a Reggio Emilia (anche se sembra la mensa di San Vittore!).



Il quartetto di "Collezionare" a Bologna da Alessandro Pastore, primi anni '90.

L'ultimo numero "normale" della fanzine, il diciottesimo, esce in occasione del primo (e unico) appuntamento autunnale della mostra di Pratilia nel settembre 1991, a quasi un anno di distanza dal fascicolo precedente (da notare, per quanto riguarda il n. 17, il referendum e il nome del nuovo direttore responsabile, Luca Boschi, uno dei più vecchi amici di "Collezionare"): la redazione comincia a dare segni di stanchezza a causa dei numerosi impegni professionali, di studio e di lavoro.



La copertina di Collezionare n. 19/20 ovvero il Tex Index 1-100, con un inedito di Muzzi, 1991


A distanza di due mesi, nel novembre 1991, esce un numero doppio (19/20), il Tex Index 1-100 scritto da Gianluigi Angeletti e curato da Alessandro Monti, l'ultimo successo (ancor oggi richiestissimo, per esempio su eBay, seppur quasi introvabile) di quello smilzo bollettino nato sei anni e mezzo prima fra Prato e Firenze.


Primi anni Novanta: il Club del Collezionista (un beffardo Manetti, Monti e, in capo tavola, Marco Baggiossi, un amico liceale del Manetti, che collaborò al n. 14) a pranzo con Alfredo Castelli. Si nota anche Mauro Bruni di "Exploit Comics", con la compagna Enrica. Foto di Moreno Burattini.


Nel periodo di transizione verso "Dime Press", quando lo staff di "Collezionare", nel consiglio direttivo del GAF, si occupava anche di "Exploit Comics" e di "Fumo di China". Da sinistra: Moreno Burattini, Saverio Ceri, Marcello Toninelli, Paolo Di Pietrantonio e Alessandro Monti. Casa di Toninelli a Livorno, primi anni '90 (foto di Francesco Manetti).



Fra "Collezionare" e "Dime Press". Francesco Manetti e Moreno Burattini in Versilia, primi anni '90, con il telo-mare di Tex! Le rispettive compagne sono fuori campo...


Per Collezionare sembra giunta la fine della storia, dopo aver licenziato oltre 30 pubblicazioni - speciali e supplementi compresi. Il suo spirito però, affermò uno della vecchia redazione, non è morto: chi vivrà vedrà. E difatti, nel 1992, lo staff redazionale di "Collezionare" vara "Dime Press".


Prato, 1994. Nei locali del CEPAC Moreno Burattini, Francesco Manetti (qui insieme a Max Bunker, Paolo Piffarerio e Riccardo Secchi - di spalle) e Saverio Ceri ricreano il Negozio di Fiori del Gruppo TNT per i 25 anni di Alan Ford



La copertina, con un inedito di Pazienza, di Collezionare Presenta: Tratto d'Autore, realizzata nel 2000 senza fini di lucro come giveaway per i clienti di Mondi Paralleli nel quinto anniversario dell'apertura della libreria. Introduzione di Francesco Manetti.



Incredibile! Il nostro collaboratore Filippo Pieri ha ritrovato fra i suoi ricordi la prima tessera di Mondi Paralleli, uno scontrino del negozio (il n. 29 in assoluto, battuto il giorno dell'inaugurazione, 13 minuti dopo l'apertura, con ben £ 49.500 di spesa) e una busta inviata a "Dime Press" che per un certo periodo venne redatta in uno spazio all'interno della fumetteria.


Molti anni dopo ci fu un curioso epilogo per la fanzine toscana. Nel 2000, in occasione del quinto anniversario della fumetteria Mondi Paralleli di Prato - aperta da Burattini, Ceri e Manetti - venne pubblicato uno speciale Collezionare Presenta: Tratto d'Autore - Disegni Inediti - Mondi Paralleli 1995 - 2000. Si trattava di un'edizione fuori commercio, a tiratura limitatissima, che veniva regalata ai clienti più fedeli del negozio. Tratto d'autore era stato anche il titolo di una mostra di originali curata da Burattini e Manetti per il Comune di Empoli. Il libretto giallo, in formato Diabolik e spillato, era una raccolta di ben 72 sketch e disegni inediti di grandi autori scelti nelle collezioni di Ceri, Burattini, Manetti e Mannelli. Fra questi: Baldazzini, Battaglia, Bolton, Breccia, Carpi, Caza, Don Rosa, Eisner, Frezzato, Jacovitti, Jordan, Magnus, Mignola, Moebius, Palumbo, Pratt, Quino, Rambaldi, Scarpa, Scòzzari, Sienkiewicz, Terenghi, Toth e Walker. Oltre, ovviamente a decine di autori bonelliani!



Sopra: cartoncino d'invito per l'inaugurazione di Mondi Paralleli (18 febbraio 1995). Sotto: il primo volantino di Mondi Paralleli (febbraio o marzo 1995). Notare come il logo "dylandogghiano" creato da Saverio Ceri sia stato per noi una costante: da "Dime Press", alla nostra fumetteria, fino a "Dime Web"!


Fronte-retro di un volantino (seconda metà deglli anni '90) preparato dai redattori di "Dime Press" per due incontri che si sarebbero tenuti nella fumetteria Mondi Paralleli.

Qui sotto, con cinque immagini catturate in Rete, la storia di Mondi Paralleli nel periodo dei fondatori, raccontata da Moreno Burattini sul suo blog nel 2012:







Non solo: prima di "Dime Web", con disastrosi risultati, era già stato tentato di far rinascere su Internet lo spirito delle fanzine dei ragazzi del Club del Collezionista, una prima volta con "Collezionare-on-line" e una seconda volta con la polemica "Comicsandpolitik" (dalla quale abbiamo recuperato i Diamo i numeri di Ceri); queste due effimere webzine, fino al 2015 ancora rintracciabili, sono definitivamente scomparse dalla Rete. E meno male!



E.T. nello sketch di Carlo Rambaldi (disegnato sul retro di una cartolina) che appare su Collezionare Presenta: Tratto d'Autore.




Un omino "ermetico" disegnato da Moebius a Lugano nel 1992. Appare per la prima volta su Collezionare presenta: Tratto d'Autore.









Qui sopra: sei disegni (dal 1995 al 1998) stampati in tiratura limitata da Mondi Paralleli durante gli incontri con gli autori.



Primi anni '90, Milano. Sidney Jordan consegna a Francesco Manetti il pieghevole sul quale ha disegnato uno sketch, pubblicato nel 2000 su Collezionare - tratto d'autore. Foto di Moreno Burattini.





La copertina di "Dime Press" n. 1, con un inedito di Alessandrini, maggio 1992





Prova per l'illustrazione di Alessandrini destinata alla copertina di "Dime Press" n. 1, primavera 1992. Notare le differenze tra i colori di prova e quelli definitivi (soprattutto i pantaloni di Angie e la camicia di Diana).





Moreno Burattini, nel suo interessantissimo blog "Freddo cane in questa palude", ripercorre brevemente la storia di Dime Press, dal suo punto di vista. Ecco qui il suo pezzo, che inseriamo come citazione, in attesa di stilare una racconto più dettagliato, numero per numero.

Una rivista da quattro soldi

I 30 anni di Martin Mystère segnano anche un altro anniversario: quello dei venti dalla nascita di una rivista di informazione e critica chiamata Dime Press, che dedicò il suo primo numero proprio al decennale del Detective dell’Impossibile, con una strepitosa copertina appositamente disegnata da Giancarlo Alessandrini. Oggi Dime Press non esiste più, e se esistesse dovrebbe necessariamente avere caratteristiche del tutto diverse da quelle con cui io e altri tre amici la progettammo, nel lontano 1992.
All’epoca Internet non aveva preso ancora campo e non l’avrebbe fatto ancora per qualche anno: perciò, le anticipazioni e i commenti riguardanti le pubblicazioni della Sergio Bonelli Editore non erano a portata di un click, com’è adesso. Dime Press nacque per colmare un vuoto di cui noi per primi, che ne fummo gli ideatori, sentivamo il disagio; in pratica, demmo vita alla rivista che avevamo sempre desiderato poter leggere. Chi eravamo? Più o meno (più meno che più) il gruppo che, fino all’anno precedente aveva dato vita alla fanzine Collezionare: dunque il sottoscritto, e poi Saverio Ceri, Francesco Manetti e Alessandro Monti.



I creatori di "Dime Press", a Certaldo verso la metà degli anni '90. Da sinistra a destra: Alessandro Monti, Saverio Ceri, Francesco Manetti e Moreno Burattini. Alle loro spalle vigila attento Martin Mystère! Foto Vianovi


Aprire Dime Press significò chiudere Collezionare, divenuta impossibile da gestire per quella che si potrebbe definire una “crisi di crescita”. Vendevamo troppo, e non sapevamo come fare ad accontentare tutti quelli che ci scrivevano. Alcuni numeri tra gli ultimi arrivarono a toccare le duemila copie e si trattava di dover andare alla Posta a spedirle tutte quante, e dunque a fare pacchi, chiudere plichi, scrivere indirizzi, ritirare vaglia, rispondere a chi si lamentava di non aver ricevuto il numero precedente, prendere nota di chi si abbonava a partire da quello successivo, farsi pagare da chi non saldava, e naturalmente allestire i sommari delle nuove uscite. A far fronte a tutto questo, senza mezzi, senza computer, senza una sede vera e propria, e figurando come una associazione culturale (senza appoggi a nessun livello) eravamo rimasti cinque o sei, più cinque che sei, e più spesso in due o tre, più due che tre. Alla fine, la proposta dell’editore Antonio Vianovi di passare armi e bagagli a lavorare con lui ci sembrò la terraferma dopo un naufragio: ci veniva prospettata la possibilità di pensare soltanto al prodotto e di lasciar fare a lui per quanto riguardava la stampa e la distribuzione. Accettammo riempiendolo di baci. Poi, non furono tutte rose e fiori, perché fra i tanti pregi Antonio aveva anche alcuni difetti, tra cui una cronica mancanza di organizzazione logistica, ma andammo comunque incontro ad anni entusiasmanti e di grande divertimento, in cui riuscimmo a realizzare numeri uno più bello dell’altro della nuova rivista a cui avevamo pensato.

La copertina di "Dime Press" n. 3, con un inedito di Ferri, gennaio 1993


Tutto nacque da un’idea che un giorno avevo buttato lì, agli altri, durante un viaggio in treno di ritorno da una Mostra Mercato. Perché – dissi -  gli appassionati di supereroi americani e i fan dei manga giapponesi devono avere testate critiche specializzate sui loro fumetti preferiti, mentre chi, come noi, è cresciuto leggendo gli albi bonelliani non ha a disposizione nessuno strumento di commento, analisi storica e informazione? Vidi brillare gli occhi degli altri. Alla fine del viaggio, avevamo battezzato il progetto come Progetto GL, dalle prime iniziali di Giovanni Luigi Bonelli. Ci mettemmo tutti al lavoro, e arrivammo a mettere a punto un piano d’azione convincente. A cui, però, mancava il nome. Fu Alessandro Monti a suggerirne uno geniale e lapalissiano al tempo stesso: Dime Press. Avrebbe ricordato la stampa popolare a fumetti di cui Bonelli  era leader in Italia, e avrebbe fatto il verso al vecchio nome della sua casa editrice, Daim Press (il senso era lo stesso: richiamarsi alle riviste "da quattro soldi" della tradizione pulp, le dime novel americane di fine Ottocento). Lo proponemmo ad Antonio Vianovi, alias l’uomo della Glamour International Production, che accettò con entusiasmo, pronto a stampare la testata e distribuirla nelle mostre e nelle librerie specializzate di tutta Italia. Il formato? Inevitabilmente quello degli albi bonelliani. Il piatto forte del primo numero, datato maggio 1992, un dossier sui primi dieci anni di Martin Mystére. Sui numeri a seguire, altri dossier: sul n° 2, datato settembre, si parlava di Ken Parker. Tutt'intorno al dossier, articoli e rubriche di vario genere, ma tutte attinenti al tema prefissato: il fumetto bonelliano.  Direttore responsabile fu un nome prestigioso: Gianni Brunoro.


La copertina di "Dime Press" n. 11, con un inedito di Villa, ottobre 1995


"Dime Press" venne presentata ufficialmente a Bologna nei locali della più grande libreria specializzata d'Italia, la Alessandro Distribuzioni, quindi ebbe un lancio anche a Cremona, presso il Centro Fumetto Andrea Pazienza, e uno addirittura oltreconfine, nel contesto di Inovafumetto '92 (una importante kermesse fumettistica che si svolgeva ogni anno a Lugano nel contesto dei grandi magazzini Innovazione del capoluogo ticinese).



"Dime Press" all'estero! Lugano, 1992. Francesco Manetti alla cena texiana con Graziano Origa e Luigi "Cortez" Corteggi. Al tavolo alle spalle si riconosce Decio Canzio. Foto di Joe Zattere.




"Dime Press" all'estero! Lugano, 1994. Allo stand della Glamour presso Inovafumetto: Moreno Burattini, Francesco Manetti, Saverio Ceri e Alessandro Monti. Alle loro spalle lo scaffale con i primi numeri del "magazzino bonelliano".
Francesco Manetti accarezza la crapa pelata di Socrate morente! Lugano, 1994 (foto Monti)






Da sx: Francesco Manetti, Moreno Burattini e Saverio Ceri con sfondo lacustre a Lugano, 1994 (foto Monti)


Lugano, 1996. Continua il tormentone di Socrate! Foto Monti.




Ai tempi di "Dime Press": in ritorno da Roma (seconda metà degli anni Novanta). Da sinistra a destra: Antonio Vianovi (scomparso nel 2018), Luca Boschi (con "Linus"), Alberto Becattini, Moreno Burattini e Leonardo Gori. Foto di Francesco Manetti.



Qualche istante dopo: controcampo! Si vedono anche gli altri abitatori del fumettistico scompartimento: Mauro Bruni e Francesco Manetti. Foto di Luca Boschi.










"Dime Press" pubblicò anche un racconto inedito del romanziere (specializzato in fantascienza ucronica e distopica) e sceneggiatore di fumetti (Martin Mystère, Topolino, etc.) Pierfrancesco Prosperi, Mr. Hyde & Mr, Hyde (sul n. 16 del maggio 1997).


In tutto, i numeri curati dal gruppo originario sono stati 22 (in realtà furono 23: vedi P.S. più sotto - F. M.). Ognuno contava più pagine, più collaboratori, più contributi. Abbiamo avuto copertinisti d’eccezione (perfino Mike Mignola), interviste incredibili (una fra tutte, quella a Tea Bonelli), scoop assoluti (le prime tavole del Tex di Magnus), anteprime del futuro e analisi sulla produzione del passato. E poi tante lettere, tanta gente che attendeva le nostre nuove uscite, tanti autori che aspettavano le nostre recensioni come i calciatori guardano le loro pagelle. Io ho seguito personalmente più o meno i primi dieci, inventando rubriche e tirando fuori idee per vivacizzare la testata, che diveniva sempre più corposa. Poi mi sono defilato, per non sovrapporre il mio ruolo di saggista (e dunque di critico) con quello di autore che veniva anche recensito (più si facevano frequenti le storie a mia firma, più c’era un conflitto di interessi, a cui mi volevo sottrarre). Alla fine, abbandonai la rivista. Con il tempo, le ambizioni dei miei amici che continuavano a confezionarla desiderando poter lavorare in una redazione vera e propria e magari veder retribuiti i loro tanti sforzi si scontrò con l’impossibilità da parte della Glamour di far fronte alle richieste, e perciò a un certo punto i fondatori gettarono la spugna.



Seconda metà degli anni '90. Al ristorante Il Focolare sulla montagna pistoiese. Dime Press (Manetti, Ceri, Burattini e Vianovi) incontrano alcuni fumettisti. Su tutti campeggia Alfredo Castelli! La foto è stata pubblicata sul volume Castelli di carta (AMys, 2012)




La copertina di "Dime Press Duemila" n. 1, corrispondente al n. 23 della serie, marzo 2000. E' questo l'ultimo numero curato e approvato dagli ideatori della rivista, il primo con direttore responsabile Luca Boschi.


Poi, dal marzo del 2000, il direttore Giani Brunoro e (dal novembre 2000: vedi P.S. più sotto - F. M.) lo staff di redattori vennero sostituiti (dopo un gentlemen agreement) con Luca Boschi e altri collaboratori, tra cui il valido Giampiero Belardinelli, un critico che, al pari di Giuseppe Pollicelli e Stefano Priarone (per fare due nomi) era cresciuto alla scuola del nostro gruppo. Per sottolineare il cambiamento, la numerazione ripartì da uno e la costolina divenne bianca. La testata fu rinominata Dime Press Duemila e sparì il sottotitolo Magazzino Bonelliano. In tutto, i numeri di Dime Press Duemila sono stati nove, più un decimo spillato di poche pagine.

Moreno Burattini



La nuova testata del blog di Moreno Burattini, Freddo Cane in Questa Palude, 2012. Come si può vedere, nella scelta di pubblicazioni che Moreno giudica fondamentali per la sua storia e la sua formazione, ci sono un numero regolare e due speciali di Collezionare (Zagor e Alan Ford) e - esattamente in zona centrale! - Dime Press, con la cover del n. 1 uscito nel 1992!



P.S. (2012 - 2019)

In realtà i numeri curati dal gruppo originario sono stati 23 e non 22 come ricorda Moreno, perché "Dime Press Duemila" n. 1 (ovvero il 23esimo della serie), uscito nel marzo 2000, vedeva ancora Saverio Ceri e Francesco Manetti redattori unici - come avveniva ormai dal n. 13 del giugno 1996.
Alessandro Monti era stato in redazione fino al n. 12 del febbraio 1996 e poi gli studi universitari l'avevano del tutto assorbito (non partecipò infatti nemmeno all'apertura della fumetteria Mondi Paralleli, anche se fu dei nostri nella libreria Altri Mondi a Signa) per cui diventò un semplice collaboratore, seppur di punta; Moreno Burattini lo vediamo ufficialmente fra i redattori solo nel colophon del n. 1, perché stava diventando sempre più parte in causa, in virtù del suo crescente impegno presso la SBE. Moreno è sempre stato, però, seppur ufficiosamente, in redazione fino all'ultimo - creando il sommario, correggendo le bozze e lavorando al montaggio della rivista insieme a Ceri, Manetti, Monti e Vianovi.
Come ricordava giustamente Moreno, con la nuova serie il direttore responsabile diventa da subito Luca Boschi, al posto di Brunoro. Boschi era stato direttore responsabile anche di "Collezionare" in sostituzione di Luigi Bernardi!
La vera "rivoluzione", ovvero il passaggio della cura interna della rivista direttamente alla Glamour e l'uscita dello staff originario, avviene dunque con "Dime Press Duemila" n. 2 (n. 24) del novembre 2000, un albo di transizione, che punta soprattutto sulle illustrazioni. "Dime Press Duemila" torna a essere una rivista d'informazione solo con il n. 3 (n. 25) del febbraio 2001.
Fra i motivi della "rottura" con la Glamour ci fu sicuramente una punta d'ambizione di troppo - mia (soprattutto!) e di Saverio Ceri; arrivammo anche a fare una proposta di house organ alla SBE, che fu gentilmente rifiutata, anche perché "il Giornale della Sergio Bonelli Editore" era da loro considerato sufficiente ai propri scopi promozionali; fu soprattutto questo progetto "clandestino" a far scoppiare un mezzo pandemonio e a decretare l'allontanamento dalla Glamour e la fine della collaborazione a "Dime Press" dei suoi stessi fondatori...
Oggi tutto questo è lontano.
Glamour e "Dime Press" non ci sono più...
Nel settembre 2012, il giorno precedente alla nascita di "Dime Web", ho incontrato Antonio Vianovi alla rinata mostra fumettistica pratese, e ci siamo ritrovati amici come sempre, come se niente fosse successo. È giusto così, perché gli anni in più sulle spalle di tutti noi erano ormai una dozzina - e senza dissapori sono molto più facili da portare! Poi, il 25 agosto del 2018, una telefonata di Saverio Ceri che non avrei mai voluto ricevere mi informava che Antonio Vianovi era morto, per una malattia incurabile... Con lui si chiude veramente un'epoca indimenticabile.


Francesco Manetti






La raccolta completa di "Dime Press", 32 numeri compresi gli ultimi nove, licenziati senza interventi degli ideatori. La bellissima foto è tratta dal blog "Zagor e altro..." di Baltorr.




Nel "Giornale di Darkwood" (espressione dello Zagor-Te-Nay Club) troviamo molto dello spirito di "Dime Press". Nel n. 10 interventi di Moreno Burattini e Francesco Manetti. E inoltre una storia di Zagor inedita, collegata alla ristampa del giornale "La Repubblica", scritta e disegnata da Alessio Baldi e approvata dalla Sergio Bonelli Editore.




"Texbr" n. 1 (2009), la rivista brasiliana dedicata al fumetto bonelliano. 




L'introduzione di "Texbr" n. 1 scritta da Moreno Burattini, nella quale la rivista sudamericana viene definita la "Dime Press del Brasile". Vi campeggia una nostra foto del maggio 1992, del tutto simile e contemporanea a quella che vedete in testa a questa pagina, scattata ancora da Simone Biagiotti. Sullo sfondo, appeso alla parete, si nota lo storico autografo che Max Bunker fece al Club del Collezionista. Traduzione di Julio Schneider.




Jùlio Schneider, traduttore ufficiale dei fumetti bonelliani per la Mythos brasiliana, una delle menti dietro "Texbr". Brasile, ottobre 2012, foto di Moreno Burattini.



A blast from the past! Antonio Vianovi (editore di "Dime Press") e Francesco Manetti alla Mostra di Prato, Comics + Play, 16 settembre 2012



E sui post di Dime Web...


Recensioni, articoli di approfondimento, curiosità, interviste, cronologie, dati, news nel cosmo bonelliano e oltre l'orizzonte. "Dime Web" si ispira a "Dime Press", all'70%, e un 30% a "Collezionare", la nostra vecchia fanzine dedicata a tutto quanto era "Parole & Immagini"! E dunque spazio al fumetto italiano e internazionale, all'illustrazione e alla letteratura "di genere" (fantascienza, fantasy, horror, thriller, etc.).
L'obiettivo è quello di riuscire a ricreare la completezza e la puntualità delle rubriche di "Dime Press", ma ci occorrerà tempo e... aiuto! Anche per questo Saverio Ceri & Francesco Manetti aspettano con ansia i vostri interventi, i vostri articoli, le vostre news, le vostre recensioni e le vostre proposte di collaborazione su tutto quanto fa Bonelli... e non solo!
Novità fumettistiche express anche sulle pagine Facebook di Dime Web! E un'occhiata merita anche il blog non-fumettistico di Francesco Manetti: Ultimo Istante!

2 commenti:

  1. Bellissimo articolo! ^^ Peccato che quando ho iniziato a seguire le serie Bonelli ero ragazzino e di "Dime press" ho letto solo attraverso la posta di Zagor! Di "Collezionare" ho sentito parlare anche sulla suddetta posta quando mano a mano recuperavo gli arretrati! ^^
    In effetti all' epoca a cavallo degli anni 80 e 90 sulle novità e gli autori era buio quasi completo! Cominciarono anche ad essere accreditate con colpevole ritardo mano a mano nelle serie più "vecchie" i nomi degli autori che non fossero i creatori!
    Oggi magari invece è il contrario! Tutto troppo veloce e le storie in uscita si sanno con anni d' anticipo! Un periodo intermedio come quello di DP o comunque degli anni 90, primissimi 00 era l' ideale.

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  2. BELLISSIMO. Il saggio su Zagor, rimane il migliore di tutti i tempi!!

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