domenica 31 luglio 2022

THE DARK SIDE OF TEX! "E", II PARTE: "EZTLI"

di Massimo Capalbo

Terminata (per adesso!) la lettera "P" del nostro dizionario The Dark Side of Tex, Max aggiorna la lettera "E", con la voce "EZTLI". Non temete! Per ritrovare il corretto ordine alfabetico vi basta andare sulle pagine dei link (vedi in fondo a questo post). Vi ricordiamo che le immagini iniziali hanno una funzione puramente estetica; quelle di corredo al testo sono state scelte dallo stesso Max Capalbo, autore anche delle didascalie. Buona lettura e patimenti!  (f.m. & s.c.)




LEGENDA

  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSONTIGER JACKKIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex). 
  • Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUANSVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
  • Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICEEL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo.




Nota sui collegamenti ipertestuali

The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione. I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché! Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse. Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento. Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!

Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268).


E


EZTLI

La regina dei vampiri della storia omonima (G. Manfredi [sog.&scen.] - A. Bocci [dis.], nn. 701-702), ambientata in Messico, precisamente nello Stato di Durango (la prima parte) e in quelli del Chiapas e del Campeche (la seconda e ultima parte). I vampiri in questione non sono i classici non-morti alla Dracula (finora mai apparsi nella saga texiana), ma i pipistrelli ematofagi diffusi nell'America Centrale e Meridionale, o meglio: un tipo particolare di questi pipistrelli. Essi sono infatti più grandi, intelligenti e aggressivi dei comuni vampiri, ed Eztli, che è in grado di comandarli, se ne serve per uccidere i suoi nemici, che finiscono dissanguati in breve tempo. Questa orribile strega, dagli occhi completamente bianchi, adora due specifiche divinità precolombiane, entrambe associate alle tenebre e alla morte: il dio pipistrello maya Camazotz; e la dea azteca della luna Coyolxauhqui, rappresentata tradizionalmente come una donna decapitata e smembrata. Inoltre, Eztli è a capo di una setta, i Custodi dei Templi, che non solo si oppone con la violenza alle spedizioni archeologiche, ma considera i moderni messicani tutti degenerati e corrotti, e vorrebbe pertanto ripiristinare i culti precolombiani, sacrifici umani compresi (un progetto simile a quello di Victor Herrera, alias Tezcalipoca: vedi EL MORISCO [parte IV]). Su ordine della strega, i Custodi dei Templi massacrano la spedizione dell'archeologo americano Colson Ballard, lasciando in vita solo costui e sua figlia, che Eztli intende sacrificare, in una notte di luna piena, alla già citata Coyolxauhqui.


Tex 701, marzo 2019. Disegno di Villa

Eztli (nome che in lingua azteca significa “sangue”) chiama i suoi fedeli vampiri – TEX 701, p. 7


Vampiro vero di Azara (Desmodus rotundus), diffuso dal Messico all'Argentina settentrionale. Il nome comune di questo pipistrello trae origine dal naturalista spagnolo Félix de Azara, che nel 1801, in Paraguay, catturò il primo esemplare di tale specie.


Il dio pipistrello Camazotz


La pietra di Coyolxauhqui, rinvenuta nel 1978 presso il Templo Mayor di Tenochtitlàn (l'attuale Città del Messico)


El Morisco e Rodrigo de la Hoya alle prese con i terribili pipistrelli – TEX 701, p. 56


Poiché i Ballard sono amici del MORISCO e del suo omologo di Mapimí, Rodrigo de la Hoya (alias El Negromante), l'occultista chiama in aiuto i quattro pards. Decisa a fermare ad ogni costo gli stranieri, nonché a vendicarsi di de la Hoya (che non ha eseguito il compito da essa affidatogli: rivelare al pubblico l'inautenticità di un reperto proveniente da Palenque, in modo da screditare le spedizioni archeologiche e farle cessare), Eztli scatena contro di loro i suoi accoliti e i suoi ferocissimi vampiri. Tex e compagni riescono però a respingere ben due attacchi (di cui uno, sul treno diretto a sud, dei soli pipistrelli) e, dopo alcuni giorni, arrivano - assieme ai Rurales dell'arrogante capitano Manuel Garrido - a Palenque, quindi non lontano da quella giungla del Campeche dove si trova il tempio della megera. Prendendo due itinerari diversi, i Nostri e i Rurales si dirigono verso il covo di Eztli e, lì giunti, si scontrano con i guerrieri della strega, proprio mentre costei e i sacerdoti del tempio si apprestano a compiere il sacrificio di Patricia Ballard. Dopo una sanguinosa battaglia, che costa la vita anche a de la Hoya ed a Garrido (entrambi dissanguati dai vampiri, che poi vengono tutti uccisi), i pards e i gendarmi messicani riescono ad avere la meglio sui loro avversari ed a salvare la ragazza e suo padre. Vistasi sconfitta, Eztli tenta di spaventare i quattro satanassi sollevandosi in aria, ma viene invece crivellata di colpi e, una volta morta, si riduce in polvere.


Tex costringe, a suon di piombo, i vampiri ad allontanarsi – TEX 701, p. 58


L'aspetto di Eztli impressiona non poco de la Hoya – TEX 701, p. 100


Tex 702, aprile 2019. Disegno di Villa

I prigionieri della megera: Colson Ballard e sua figlia Patricia – TEX 702, p. 31


I vampiri dissanguano de la Hoya – TEX 702, p. 102


L'ultimo, inutile prodigio di Eztli – TEX 702, p. 106


Curiosità: Gianfranco Manfredi ha inserito nella vicenda principale una sottotrama che riguarda, come abbiamo accennato prima, un falso reperto archeologico, ossia un teschio di cristallo fabbricato - dice EL MORISCO - in Europa, da un artigiano specializzato. Il responsabile di questa frode è lo stesso Colson Ballard, il quale ha donato al collega Mitchell, direttore degli scavi di Palenque, il summenzionato teschio, facendolo passare per un autentico manufatto precolombiano. Alla fine della storia, TEX distrugge il teschio e Ballard confessa tutta la verità al brujo, che poi ne parla con il Ranger: Gli servivano fondi e uomini per la sua spedizione... e così ha chiuso più di un occhio sul traffico di falsi reperti! Ballard mi sembrava un uomo di saldi principi... ma dopotutto si vive di compromessi, è umano. Ora, come ben sanno i lettori di Martin Mystère e chiunque sia appassionato di archeologia misteriosa, il teschio di cristallo non è un'invenzione di Manfredi, ma un reperto realmente esistente, anche se sarebbe più corretto parlare di teschi di cristallo. Nel mondo, infatti, esistono ben tredici di questi oggetti, di cui uno conservato al Museum of Mankind di Londra e un altro alla Smithsonian Institution di Washington. Tuttavia, il più celebre teschio di cristallo rimane il cosiddetto Teschio del Destino, appartenuto ad Anna Mitchell-Hedges (1907-2007), figlia adottiva dell'esploratore e scrittore inglese Frederick Albert (1882-1859). Secondo quanto raccontato dagli stessi Mitchell-Hedges, questo teschio sarebbe stato da loro scoperto nel 1927 a Lubantuun, un sito Maya dell'Honduras Britannico (l'odierno Belize).


I quattro pards uccidono la strega – TEX 702, p. 107


Kit Willer libera Patricia Ballard – TEX 702, p. 109


La strega mostra a de la Hoya il teschio di cristallo – TEX 701, p. 101


Tex distrugge il teschio di cristallo – TEX 102, p. 111


Il celebre quanto fasullo Teschio del Destino 


Gli “scopritori” del Teschio del Destino: Anna Mitchell-Hedges (al centro) e suo padre Frederick Albert (a destra)  


In realtà, come ha dimostrato nel 2008 l'antropologa americana Jane MacLaren Walsh, il Teschio del Destino è un falso; trattasi, infatti, di un oggetto moderno di probabile origine europea che Mitchell-Hedges senior acquistò nel 1943 ad un'asta di Sotheby's. Quasi certamente falsi sono anche tutti gli altri teschi, compresi quelli di Londra e Washington. Tornando a Frederick e Anna Mitchell-Hedges, pensiamo che Manfredi si sia ispirato proprio ad essi nell'ideare i Ballard, così come non è un caso, a nostro avviso, che lo sceneggiatore abbia chiamato Mitchell l'archeologo a cui Colson rifila il teschio farlocco (archeologo che, è bene precisarlo, non compare mai nell'avventura, ma viene solo menzionato).



Massimo Capalbo

N.B. Trovate i link alle altre voci di The Dark Side of Tex nella pagina dedicata ai dizionari bonelliani e nella vecchia pagina del Navigatore!

venerdì 29 luglio 2022

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 141

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola. 


Sul Classic in edicola troviamo ristampate a colori 192 strisce tratte dagli albetti dal 9 all'11 della Serie Nebraska, la 33a serie di Tex nel formato originale, usciti tra agosto e settembre del 1964. Le stesse pagine erano state pubblicate per  la prima volta nel formato bonelliano sul numero 65 della serie principale di Tex, datato marzo 1966. Il titolo, Sorpresa notturna è quello del decimo numero della Serie Nebraska. La cover che la redazione ha ritenuto più idonea per questo albo è quella di Tex 112, La rete si chiude, del febbraio 1970, anche se, come spesso accade su questa collana da qualche tempo a questa parte, l'immagine di copertina non ha nessuna attinenza con gli avvenimenti interni.



Nella cover del Classic viene aggiunta una buona porzione di disegno sulla sinistra, con la ricostruzione del saloon, e dell'edificio adiacente. Per il saloon non potevano mancare le classiche porte "a vento" che si aprano sia in dentro che in fuori. 
Grazie ai ricercatori di immagini texiane Francesco Bosco e Mauro Scremin, in realtà scopriamo che l'edificio in questione, sulla cover che Galep prese a modello per realizzare quella di Tex,  non è un saloon. La fonte, la potete vedere qui a destra, è la copertina del numero 446 della collana svedese Pingvinböckerna, datata 1967. Il volume in questione si intitolava Yumas Skräck, ovvero la traduzione in svedese del romanzo Showdown At Yuma di Chuck Adams. La cover svedese non è di buona qualità, ma lo stesso disegno usato per la copertina della rivista Finlandese Colt nell'aprile del 1970, ci rivela chiaramente che il saloon... non era un saloon.


Lo stessa immagine scandinava in realtà è ispirata apparentemente a un'altra cover, quella della edizione del 1964 della Bantam del romanzo Silver Canyon di Louis L'Amour. Rispetto all'illustrazione originale, che venne realizzata da James Bama, l'immagine svedese si differenzia per una serie di modifiche più o meno evidenti, tra le quali la diversa posizione della testa del cavallo, la pistola al posto del fucile e l'aggiunta degli edifici sullo sfondo.


Tornando alla cover di Tex 112, e a proposito di edifici, già nelle due precedenti ristampe bonelliane i grafici dell'editore già avevano provato a immaginare come si sarebbe potuto sviluppare architettonicamente il saloon alle spalle del ranger, aggiungendo una piccola porzione di disegno sulla parte sinistra dell'immagine.


Ovviamente questa storica cover venne utilizzata in giro per il mondo per le varie collane dedicate al ranger bonelliano. In Brasile è apparsa ben quattro volte: nella prima e nella seconda edizione della Editora Vecchi con l'immagine rovesciata e con l'aggiunta di alcuni edifici sullo sfondo; e due volte nella collana Tex Colleçào, sia nella gestione Globo che nella gestione  Mythos.


Per le edizioni europee abbiamo rintracciato on line cinque cover: la greca, la spagnola, la francese, una ristampa finlandese e una ristampa turca. Qui sotto ne potete vedere letteralmente di tutti i colori.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.

sabato 23 luglio 2022

SECRET ORIGINS: MISTER NO 91

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.


Entra nel vivo la prima storia sclaviana per Mister No. Peter Wolfe il turista americano accompagnato da Jerry sui cieli dell'Amazzonia decide di paracadutarsi in un preciso punto della foresta. Nel vano tentativo di fermarlo il protagonista lo afferra per un braccio scoprendo che Wolfe è ferito proprio nel punto in cui lui stesso aveva colpito il mostruoso essere responsabile della morte di Paco. Ritornato a Manaus, il pilota viene ingaggiato dalla moglie di Wolfe, Abigail, appena giunta in città, per una missione di recupero del marito che crede di essere stato "posseduto", secondo quello che riferisce la donna sul finale dell'albo, da uno spirito maligno: Ananga. Abigail e Jerry vengono catturati da una tribù indigena, e offerti come sacrificio umano proprio ad Ananga.


L'albo e di conseguenza la cover originale risalgono al dicembre del 1982. L'illustrazione di Ferri da allora è riapparsa nelle edicole italiane un paio di volte: prima come cover della raccolta numero 12, in versione identica all'originale anche se racchiusa in un cerchio; poi, nel febbraio 2011, come cover del numero 46 della ristampa della If.


La redazione delle edizioni If, come sempre, ricolorò completamente l'immagine per renderla più tridimensionale rispetto all'originale del 1982; e il risultato come sempre fu soddisfacente.


Partiamo con le edizioni straniere come sempre da quella francese della Mon Journal, che utilizzò questa cover, con alcune modifiche sul disegno di Ferri, per il numero 110, intitolato Les yeux du monstre, Gli occhi del mostro, quelli che Jerry riconosce nello sguardo di Wolfe prima del suo lancio nel vuoto. 


Segnaliamo poi l'edizione jugoslava di questa avventura, pubblicata come sempre su Lunov Magnus Strip. In questo caso le due cover di questa storia furono invertite: per prima, sul numero 813, venne utilizzata la cover del numero 92 italiano, poi sul numero 814 quella di Mister No 91. Altra anomalia di questa edizione è che Ananga fu la quarta storia di Sclavi pubblicata sulla collana balcanica, preceduta da La casa di satana (LMS 772), Ombre rosse (LMS 802/804) e Alien (LMS 807/808).


Sempre rimanendo nei territori della ex jugoslavia, segnaliamo che questa cover è stata utilizzata anche dalla croata Libellus per il quarantaduesimo numero della sua collana cronologica dedicata al personaggio. In questo caso l'ordine di uscita italiano venne rispettato.


La prima storia di Sclavi fu una delle poche ad essere tradotta anche per l'edizione brasiliana targata Mythos, dedicata al pilota amazzonico. Sul numero 17 del novembre 2003, troviamo infatti l'episodio intitolato La maledizione di Ananga.
 

Torniamo, prima di chiudere, nel belpaese, dove nell'ottobre del 1997 Sclavi decise di dare un seguito ad Ananga, non sulle pagine di  Mister No, ma su quelle del suo più famoso personaggio, Dylan Dog. Anche l'albo dell'Indagatore dell'Incubo, disegnato da Giovanni Freghieri, si intitolava Ananga. La differenza rispetto all'episodio di Mister No è che negli anni novanta ad essere posseduta dallo spirito maligno era una donna, come si intuisce anche dalla cover di Angelo Stano. 


Qualche anno dopo, nel febbraio 2014, Anche Corrado Roi diede la sua interpretazione della Ananga femminile sulla copertina del numero 45 della Granderistampa di Dylan Dog


Solo un paio di mesi prima, nel dicembre 2013, in occasione della Collezione Storica a Colori di Repubblica dedicata all'Indagatore dell'Incubo, era toccato a Bruno Brindisi interpretare la "giaguara mannara" per la copertina.


Nel giugno del 2019 Sempre Brindisi fu chiamato a illustrare la copertina del volume che raccoglieva sia la storia di Mister No del 1982/83, sia la storia di Dylan Dog del 1997, sia la storia breve a colori, intitolata Le radici del male, scritta da Michele Masiero e illustrata da Civitelli, per il dodicesimo Dylan Dog Color Fest dell'aprile 2014, in cui Jerry e Dylan uniscono le loro forze per sconfiggere lo spirito del male.


Qui sotto la bella Splash Page di Civitelli per l'avventura che segna lo storico incontro tra i due personaggi bonelliani.


 
Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index.

P.S. Esiste come ci segnala l'amico "Chris Tower" anche una immagine realizzata da Roberto De Angelis legata alla Ananga di Dylan Dog. E' la cover del 45° numero della ristampa della Croata Libellus che raccoglie, come la Grande Ristampa italiana, tre numeri per albo. De Angelis per la cover sceglie di ispirarsi a una vignetta "cittadina", diversamente da tutti gli altri illustratori citati nel post.



domenica 17 luglio 2022

SECRET ORIGINS: MISTER NO 90

 di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.


Si conclude la lunga avventura in flashback di Castelli e Diso, con Mister No che chiude i conti col terribile Jackie, nonostante, ma anche grazie, alle intromissioni del pavido Ratso, il giovane rampollo, viziato, di casa Morgan. Si conclude ovviamente anche la vicenda che si svolge nel "presente" di Mister No con Ratso che tenendo in ostaggio Jerry riesce a fuggire insieme a lui, col piper, solo per trovare, pochi minuti dopo, un'atroce morte gettandosi nel vuoto in preda ai rimorsi per la sua degenerata vita. 
A pagina 62 prende il via Gli occhi del mostro, la prima storia di Mister No scritta da Tiziano Sclavi, il creatore di Dylan Dog. Le tinte horror di questa prima avventura sclaviana, illustrata da Civitelli, si percepiscono fin dalle pagine iniziali: tra i vicoli di Manaus un misterioso felino "mannaro", strazia sotto gli occhi di Mister No, il corpo di Paco, un compagno di bevute del pilota. Jerry, sotto i fumi dell'alcol, spara al misterioso essere, mettendolo in fuga, ma per Paco e troppo tardi. Lo stesso Paco, in sogno, incarica Mister No di vendicarlo fermando lo "spirito del male" prima che faccia altre vittime. Facilmente scagionato dall'accusa di omicidio, Jerry rientrando a casa trova un turista pronto per recarsi a sorvolare una precisa area della foresta.


La bella copertina originale del novembre 1982, non presenta la firma di Ferri, e non rappresenta alcun passaggio dell'avventura. L'immagine riappare solo oggi in edicola a distanza di quasi 40 anni; venne scartata infatti sia per la raccolta che per la ristampa della If.
L'illustrazione invece apparve in Francia, un paio di anni più tardi come cover del numero 108 dell'edizione transalpina della avventure del pilota. L'albo si intitolava Celui qui n'était pas mort, Colui che non era morto, riferendosi all'inaspettata ricomparsa di Phil Mulligan a cui abbiamo assistito nel precedente albo.


La diversa foliazione degli albi francesi, come ogni tanto accade, ci regala un'ulteriore copertina legata a questa avventura di Castelli e Diso. La cover dalla firma che si scorge in basso a sinistra è attribuibile a Francesco Gamba, il creatore grafico del Piccolo Ranger, che in quegli anni collaborava anche con l'editore transalpino Mon Journal realizzando soprattutto copertine e qualche episodio della serie Janus Stark.



Per quella copertina Francesco Gamba si ispirò chiaramente per la figura di Mister No alla prima vignetta di tavola 30.


Spostiamoci in Jugoslavia, dove la cover di Mister No 90, venne utilizzata per Lunov Magnus Strip 799, con la solita grafica e il solito titolo dell'edizione italiana. Grande assente: il quadrifoglio.
 Come sempre.


Solo con l'edizione cronologica targata Libellus, i lettori balcanici, croati in particolare, poterono ammirare la cover disegnata da Ferri con tanto di quadrifoglio portafortuna sul giubbotto. Il volume che raccoglie tutta la storia di Castelli e Diso si intitola La città del crimine.


Prima di chiudere, per salutare l'esordio di Scalvi sulla collana, segnaliamo un'ultima curiosità legata a una copertina di Mister No. Una cover turca per la precisione, che deve molto a Sclavi e al suo personaggio più famoso. Aslan Sükür per una copertina di una delle molte edizioni turche delle avventure del pilota amazzonico, decise di reinterpretare una famosa cover dell'Indagatore dell'Incubo, firmata da Claudio Villa, Il ritorno del mostro, sostituendo Dylan con Jerry.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index.