giovedì 22 aprile 2021

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 108

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Prosegue sul Classic 108 la ristampa a colori della Serie Alabama, la 26a serie di albetti in formato striscia di Tex. In particolare l'albo in edicola ripropone i numeri dal 12 al 17 di quella serie, usciti in edicola originariamente tra il febbraio e il marzo del 1961. Nel primo dei sei capitoli di questo Classic si conclude l'avventura del popolo dell'abisso, per lasciare poi spazio all'episodio Sulla pista di Laredo, che da il titolo a questo albetto, e che ci terrà compagnia per i prossimi due Classic completi. Gli stessi episodi furono riproposti per la prima volta nel formato attuale sul numero 48 della seconda serie gigante di Tex, ovvero la collana che tutt'oggi troviamo in edicola mensilmente; ed è proprio da quell'albo che giunge l'illustrazione di copertina di questo Classic.


Quello storico albo dell'ottobre 1964 aveva un titolo leggermente differente, ma sempre legato alla cittadina del Texas, situata sulla linea di confine col Messico. Rispetto alla copertina originale molti colori sono stati modificati, ma non quello della camicia di Tex, misteriosamente rossa in origine (anche se lo sfondo azzurro ben si prestava alla classica camicia gialla del protagonista), e misteriosamente rossa oggi. Anche nella versione di Tutto Tex, pur modificando molte nuances dell'immagine, in redazione decisero di lasciare vermiglia la camicia del ranger. 

Solo nella versione di Tex Nuova Ristampa, i grafici redazionali, scelsero di vestire Tex, e Carson sullo sfondo, dei loro colori abituali. 


I primi a vestire correttamente il protagonista però furono i brasiliani della Globo che nel settembre del 1990 usarono questa copertina per il numero 251 della loro edizione di Tex.


Come abbiamo imparato a conoscere grazie ai nostri preziosi collaboratori Francesco Bosco e Mauro Scremin, in quel periodo, per far fronte alle innumerevoli scadenze delle varie testate di Tex tra originali e ristampe, era prassi ispirarsi, per le cover (e non solo), a fonti esterne. 


Nel caso di questa copertina Galleppini parrebbe aver preso a modello la cover del volume Rebel Raider, romanzo western scritto da Joseph Chadwick pubblicato nel novembre 1954 dalla Fawcett nella collana Gold Metal Book. L'illustrazione originale è firmata dall'artista statunitense Arthur Leslie Ross Jr. 

E con questa cover americana chiudiamo anche questa puntata di Secret Origins. Appuntamento tra due settimane per scoprire nuove curiosità sulle copertine del ranger più popolare del fumetto italiano.

Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.  

domenica 18 aprile 2021

SECRET ORIGINS: MISTER NO 25

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.


Prosegue sul 25° albo di Mister No l'avventura a Fortaleza tra i pescatori jangadeiros disegnata da Roberto Diso. Jerry, col suo cliente Murphy e con l'amico Stelio, al ritorno di una battuta di pesca con la loro jangada, vengono speronati da una nave della Atlantic. Aggrappati ai resti della loro piccola imbarcazione i tre, prima di riuscire a tornare faticosamente a riva, sono costretti anche ad affrontare l'attacco di un pescecane. Lo scontro con lo squalo era già stato immortalato da Ferri nella cover del numero precedente. Tornati a Fortaleza, Murphy decide di tornare in patria e di non denunciare l'accaduto per non venire coinvolto in questioni che non lo riguardano; Mister No, che ha ormai scelto il Brasile come sua nuova patria, decide invece di voler dare una mano a Stelio e ai pescatori locali contro la Atlantic, e lo fa a modo suo, incendiando nella notte l'imbarcazione che li aveva speronati. La reazione dell'azienda e del suo capo, dal malavitoso passato in terra statunitense, Johnny Mannino, alias Johnny Columbus, non si fa attendere e il nostro Jerry è costretto a difendersi dall'attacco notturno di un cecchino. E' proprio questo frangente dell'avventura che Ferri riesce, come sempre alla grande, a sintetizzare nella cover dell'albo.

La cover originale, che vedete qui sopra, è datata giugno 1977, l'unica ristampa bonelliana è del giugno 1991, mentre la versione delle edizioni If come sempre impreziosita da una nuova colorazione della cover risale al maggio 2008. 

Tra le edizioni straniere segnaliamo la versione francese del giugno 1978, giunta con quest'albo al 30° numero intitolato Le tueur, il killer, probabilmente con riferimento al cecchino abbattuto da Mister No in copertina. Per qualche misterioso motivo il grafico francese ha ritenuto corretto aggiungere dei traversi in legno alla struttura alle spalle di Mister No.

Scopriamo poi la versione jugoslava, dall'immagine di copertina così "bruciata" che il protagonista sembra senza denti. Il titolo è dedicato ai pescatori Jangadeiros, che il nostro eroe ha deciso di aiutare in questa avventura.

La versione greca per rispettare la grafica col logo in alto a sinistra ha l'immagine di copertina specchiata, mentre il titolo ricalca quello originale.

Colori accesissimi infine per la più recente versione brasiliana targata Panini, che utilizza il logo del ventennale anziché quello originale di Corteggi.

Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index.

giovedì 15 aprile 2021

LUKE NESS, PHD by MANETTI & PIERI - L'ESECRABILE UOMO DELLE NEVI (strisce 23 e 24)

 di Francesco Manetti & Filippo Pieri


Lo yeti comincia finalmente a rivelarsi e forse non si tratta del... solito mostro! O forse sì? Non resta che continuare a leggere le avventure di Luke Ness & Max per scoprirlo! (f.m.)


CLICCATE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRLA E AVERE UN'OTTIMALE ESPERIENZA DI LETTURA!

N.B. Trovate i link alle altre puntate di Luke Ness in Cronologie & Index!

SECRET ORIGINS: MISTER NO 24

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.


Su Mister No 24 termina l'avventura sull'isola della magia, Haiti, scritta da Alfredo Castelli. Mister No dopo il rocambolesco atterraggio che l'ha riportato sull'isola, riesce a uccidere Mama Mathilda, la sacerdotessa vudu che con i suoi sortilegi stava per eliminarlo, e il folle colonnello Kovacs in un duello dal sapore western. Nella seconda parte del volumetto, con l'episodio che dà il titolo all'albo, ritornano Nolitta e Diso con un'avventura che prende le mosse da Belèm, ma che condurrà il nostro pilota e il suo cliente a Fortaleza, per una battuta di pesca con i Jangadeiros, i pescatori locali. Ovviamente Mister No è una calamita per i guai, e appena giunto a destinazione si crea dei nemici, venendo alle mani con gli uomini della Atlantic, una multinazionale che intende industrializzare la pesca in quella zona.
La copertina non rispecchia il contenuto - l'incontro ravvicinato con lo squalo ci sarà, ma solo nel prossimo numero -, ma ha lo stesso potere magnetico del protagonista; anziché attirare i guai, però, attira i lettori. L'illustrazione originale, che vedete qui sotto, è molto più bella in bianco e nero rispetto alla versione colorata per la copertina di Mister No 24.


L'albo originale giunse in edicola nel maggio del 1977, e venne ristampato esattamente 14 anni dopo sulla collana Tutto Mister No, con dei colori di copertina un po' più plausibili. Qui sotto potete vedere entrambe le versioni bonelliane.



Una curiosità che ci segnala il nostro lettore Valter: il titolo realizzato da Corteggi, ricorda molto il logo che l'azienda Atlantic Giocattoli di Treviglio (BG), adottò dal 1971.
 

Tra le edizioni straniere di questa avventura segnaliamo la versione francese per un paio di motivi: dal numero 28, che riporta in copertina lo scontro con lo squalo, con piccole modifiche sul disegno, la testata ha un sottotitolo "Piste selvagge", che serviva  a indicare ai lettori transalpini che all'interno dell'albo potevano trovare anche i protagonisti della collana Pistes Sauvages. La testata western che ospitava Giddap Joe, da noi noto come Rocky Joe e pubblicato in appendice al Comandante Mark, era stata chiusa a dicembre 1975 e i suoi personaggi, dal mese successivo, avevano trovato ospitalità in appendice proprio alla neonata collana dedicata al pilota amazzonico. 


Il sottotitolo, però pur intendendo originariamente le polverose piste del west, si cuce bene anche addosso a Mister No che normalmente frequenta le piste degli aeroporti. 
A confermare questa doppia lettura potrebbe esserci la copertina successiva dell'edizione transalpina, che avendo meno pagine dell'originale italiana, pubblica le tavole contenute in questo Mister No a cavallo di due albi. 
La copertina del numero 29 di Mister No Pistes Sauvages, infatti è ispirata all'ultima vignetta di pagina 65 in cui Mister No schiva un colpo di catena di un brutto ceffo, vestito da milanista, che lavora per la Atlantic. 


La copertina dell'albo intitolato Pas de cadeau è realizzata da un ignoto illustratore, ma curiosamente anche in quel maggio 1978 pure il colorista francese decise che l'avversario di Mister No fosse in rossonero. Lo scenario è comunque completamente diverso da un bar di Fortaleza ci spostiamo in un campo di volo con tanto di aereo sullo sfondo.
In Jugoslavia la copertina sembra quasi ricalcata da un disegnatore locale, mentre il titolo diventa Dramma nella baia.


L'edizione greca, mantiene titolo e cover come l'originale bonelliano, anche se i colori subiscono piccole alterazioni. 


L'unica versione dove il protagonista veste i classici pantaloni blu è quella di Tutto Mister No... e quella dell'edizione brasiliana delle Record, uscita nell'ottobre 1991, che riprende grafica e colori dalla ristampa italiana, all'epoca appena uscita.
 

Gli unici squali che si vedono sulle cover turche li troviamo sul numero 81 di una ristampa del personaggio, disegnati dal solito e bravissimo Aslan Şükür, ma dubito siano riferiti all'avventura di questo numero.


Chiudiamo, come spesso accade, con la consueta segnalazione della storia zagoriana firmata da Luigi Mignacco che rende omaggio alle cover di Mister No realizzate da Ferri, Spedizione all'infernoLa ventiquattresima cover venne ricordata con questa vignetta disegnata dallo stesso Gallieno Ferri, con Zagor che squarcia una molto meno pericolosa canoa. 

Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index.

lunedì 12 aprile 2021

DA ASTERIX A WOLVERINE, PASSANDO DA TEX E DYLAN DOG...

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4645 del 1° Aprile 2021, a pagina 28 c'è la rubrica "Se non lo trovate"; al quesito numero 1 si chiede: Di questi personaggi dei fumetti, quali sono stati creati prima degli anni 40, quali tra i 40 e i 60, e quali dal 70 in poi?
Tra questi troviamo i bonelliani Tex Willer e Dylan Dog.


N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

sabato 10 aprile 2021

SAMUEL “WOLFMAN” MASON! DA UOMO D’ONORE A BANDITO SPIETATO! LA MASON GANG! GLI HARPE BROTHERS! BOTTINI RUBATI! - LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (LXXXI PARTE)

di Wilson Vieira

Superata la boa delle ottanta puntate della Storia del West, il nostro amico e collaboratore Wilson Vieira, valente fumettista e storico della Frontiera brasiliano, si occupa dei più feroci criminali americani del periodo a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo! Come al solito le immagini non bonelliane sono state appositamente scelte e inserite nel testo dallo stesso Vieira. Buona lettura! (s.c. & f.m.)




Iniziando la sua carriera come uomo d’onore, Samuel “Wolfman” Mason prestò servizio come capitano della milizia nella Rivoluzione Americana. In seguito, tuttavia, sarebbe diventato pirata sui fiumi Ohio e Mississippi e avrebbe guidato i banditi lungo la Natchez Trace, contribuendo a scrivere storie di omicidi e furti commessi da pirati, contrabbandieri e selvaggi, storie di incontri segreti e di amori perduti e ritrovati. La storia della Natchez Trace è tanto emozionante e intrigante quanto il suo sentiero è lungo e tortuoso. Samuel Mason nacque a Norfolk, in Virginia, da una famiglia illustre l’8 novembre 1739, e crebbe in quella che oggi è Charles Town, nel West Virginia. Sposò Rosanna Dorsey nel 1767 circa, e la coppia alla fine avrebbe avuto otto figli. Nel 1773, si trasferì con la sua famiglia nella contea dell’Ohio, nel West Virginia.





Durante la Rivoluzione Americana divenne capitano della milizia della contea dell’Ohio, Virginia State Forces, nel gennaio 1777. Gli fu dato il comando di Fort Henry sulla frontiera dell’Ohio, nell’attuale West Virginia. Nell’estate del 1777, mentre i soldati coloniali a est combattevano la guerra per l’indipendenza, Mason temeva attacchi da parte degli alleati indiani degli Inglesi. Il timore si realizzò il 31 agosto 1777, quando una banda di Nativi Americani di diverse tribù dell'est attaccò il forte.





Inizialmente gli Indiani spararono su diversi uomini che erano fuori dal forte a radunare i cavalli. Quando Mason sentì gli spari, raggruppò 14 uomini cavalcò in soccorso degli assaliti. Questo, tuttavia, era esattamente ciò che i guerrieri indiani avevano sperato e tesero rapidamente un’imboscata alla squadra di salvataggio, uccidendo tutti fino all’ultimo uomo, a eccezione del capitano Samuel Mason. Il capitano fu gravemente ferito e scampò alla morte nascondendosi dietro un tronco. Fu ben presto tratto in salvo e curato, pronto per continuare a comandare Fort Henry per altri due anni. Nel 1779 si trasferì nella contea di Washington, in Pennsylvania, dove acquistò una fattoria di 500 acri. Nel luglio 1781 fu eletto giudice di pace e solo pochi mesi dopo fu nominato giudice associato. Nel 1782, Mason sembrava essere un uomo di successo, poiché pagava le tasse sulla sua fattoria di 500 acri, oltre a due cavalli, quattro mucche e sei pecore. Possedeva anche quattro schiavi. Tuttavia, Mason aveva problemi finanziari ed era profondamente indebitato. Dopo essere stato ripetutamente accusato di essere un ladro, si recò in Kentucky nel 1784. L’anno successivo la sua fattoria in Pennsylvania fu venduta all'asta da uno sceriffo per pagare una parte del debito. Nel 1789 il tribunale della Pennsylvania inviò un uomo in Kentucky per tentare di riscuotere il debito rimanente, ma non ebbe successo. All’inizio degli anni 1790, Mason si stabilì a Red Banks, ora nota come Henderson, nel Kentucky. Successivamente, si trasferì a valle, su Diamond Island, dove iniziò a dedicarsi ad attività criminali. Nel 1797 trasferì il suo quartier generale ancora più a valle, a Cave-in-Rock, sulla costa dell’Illinois. A questo punto, aveva raccolto un certo numero di complici che avevano trovato rifugio a Cave-in-Rock.




Qui Mason e i suoi uomini accoglievano calorosamente i viaggiatori in battello che volevano riposarsi e mangiare. Tuttavia, mentre questi visitatori si godevano l’ospitalità, gli uomini di Mason controllavano le loro attrezzature e le loro merci in cerca di qualsiasi cosa di valore. Se avessero trovato qualcosa, avrebbero aspettato fino al giorno successivo e quando i visitatori avrebbero proseguito il viaggio, li avrebbero derubati mentre si facevano strada intorno all’ansa del fiume. Mentre erano a Cave-in-Rock, Mason ei suoi uomini ospitarono brevemente i famigerati fratelli Harpe, che erano in fuga dalla legge. Gli Harpe erano una coppia di fuorilegge fra i più brutali dell’epoca e si distinsero come i primi serial killer americani. Per quanto la Mason Gang potesse essere spietata, anche loro rimasero sconvolti dalle azioni degli Harpe. Dopo che la coppia assassina iniziò a prendere l’abitudine di portare i viaggiatori in cima a una scogliera, spogliarli nudi e gettarli di sotto, fu chiesto loro di andarsene. Nell’estate del 1799, la Mason Gang fu costretta a lasciare Cave-in-Rock quando fu attaccata da un gruppo chiamato “Exterminators.” Questo gruppo di vigilanti cacciatori di taglie era guidato dal capitano Young della contea di Mercer, nel Kentucky. Mason poi trasferì le sue operazioni lungo il fiume e stabilì la sua famiglia nella Louisiana spagnola; divenne un bandito attivo sulla Natchez Trace nel Mississippi, dove derubava e uccideva gli ignari viaggiatori.

Color Tex n. 5, agosto 2014. Disegno di Villa







Nell’aprile 1802 il governatore del Mississippi William C. C. Claiborne (1775 – 1817) fu informato che Samuel Mason e Wiley Harpe avevano tentato di salire a bordo dell'imbarcazione del colonnello Joshua Baker tra Yazoo e Walnut Hills, ora Vicksburg, Mississippi.
Ma chi erano gli Harpe? Micajah “Big” Harpe e Wiley “Little” Harpe, etichettati come i primi serial killer della nazione, causarono il caos in Tennessee, Kentucky, Illinois e Mississippi alla fine del 1700. Micajah Harpe alias Roberts (1768 – 1799) era alto circa un metro e ottanta, di corporatura robusta e aveva un’età di circa 30/32 anni. Era di brutto aspetto, con la fronte bassa, e i suoi capelli erano neri e, pur essendo corti, gli scendevano molto sulla fronte. Stava dritto ed aveva una faccia ben in carneQuando se ne andò, indossava un cappotto a righe in stoffa nankeen, calze di lana blu scuro, gambali di stoffa grigia e pantaloni dello stesso tessuto del cappotto. Wiley Harpe (1770 – 1804) aveva il volto molto magro, aveva i capelli neri e corti ma non così ricci come quelli di suo fratello; sembrava più vecchio, anche se era molto più giovane, e aveva un aspetto abbacchiato. Indossava un cappotto fatto della stessa stoffa di quello di suo fratello, e portava un pesante soprabito. Le sue calze erano di lana scura e i suoi gambali di stoffa grigia. I due fuorilegge omicidi erano in realtà cugini le cui carriere criminali iniziarono con la Rivoluzione Americana. Durante la guerra, il duo si schierò con gli Inglesi, ma sembrava essere più interessato a bruciare fattorie, violentare donne e molestare i patrioti Americani che a combattere per una causa.

Tex n. 715, maggio 2020. Disegno di Villa






Dopo aver lasciato l’esercito nel 1781, gli Harpe Brothers, insieme alle due donne che avevano rapito e che chiamavano “mogli”, si diressero verso il Tennessee, lasciando dietro di loro una scia di vittime. Il quartetto rimase nel Tennessee per diversi anni, quindi iniziò a spostarsi nella parte meridionale del paese, con la coppia omicida che proseguiva nelle folli azioni criminali. Nell’agosto del 1799, Big Harpe fu ucciso mentre cercavano di arrestarlo.





Mentre giaceva morente a terra per la ferita da arma da fuoco, fu decapitato. Diversi anni dopo, Little Harpe incontrò un simile destino, quando fu impiccato e poi decapitato.





Torniamo ora a William Claiborne. Il governatore rispose all'informativa ordinando al colonnello Daniel Burnet di raccogliere 15-20 volontari e di rintracciare Mason e i suoi uomini. Una ricompensa di 2.000 dollari fu offerta per la loro cattura. Sebbene ci fossero dozzine di uomini alla ricerca della banda dei Mason, i fuorilegge continuarono le loro azioni criminali lungo la Pista di Natchez, colpendo una carovana con orribile brutalità. In risposta, un altro gruppo di residenti locali e alcuni cacciatori di taglie si unirono per inseguirli. Venendo a sapere che Mason ei suoi uomini si stavano nascondendo a meno di un miglio a ovest del Trace vicino a Rocky Springs, nel Mississippi, la posse li inseguì rapidamente. Quando giunsero al campo dei banditi, scoprirono che era stato frettolosamente abbandonato. Sebbene le tracce dei fuorilegge fossero fresche, la maggior parte della posse scelse di non seguirle, rimanendo invece al campo alla ricerca di qualsiasi bottino potesse essere stato nascosto o lasciato sul posto dai fuorilegge. Alcuni uomini continuarono invece l’inseguimento, ma quando persero le tracce dei criminali, abbandonarono la ricerca.
Mesi dopo, i funzionari del Governatorato spagnolo ebbero più successo. Nel gennaio 1803 arrestarono Mason, quattro dei suoi figli e molti altri uomini nell’insediamento di Little Prairie, ora Caruthersville, nel Missouri sud-orientale. Mason e la sua famiglia furono portati alla sede del governo coloniale di New Madrid, Missouri, dove si tenne un’udienza di tre giorni per determinare se Mason fosse un pirata. Sebbene Mason affermasse di essere semplicemente un contadino che era stato calunniato dai suoi nemici, la presenza di 7.000 dollari in valuta e 20 scalpi umani nel suo bagaglio convinse gli Spagnoli che fosse colpevole. Mason, la sua famiglia e gli altri uomini furono quindi imbarcati per essere portati a New Orleans, dove sarebbero stati consegnati al governatore Americano nel territorio del Mississippi. Tuttavia, durante il trasporto, Mason e Wiley Harpe, che utilizzava lo pseudonimo di John Sutton, sopraffecero le loro guardie e fuggirono. Anche Mason, pur essendo stato colpito a una gamba, riuscì a fuggire.




Il governatore Claiborne offrì immediatamente una ricompensa aggiuntiva di 500 dollari per la loro ricattura, portando il totale della taglia a 2.500 dollari. Questa cifra sbalorditiva spinse Wiley Harpe e un altro uomo al tradimento, portando nel settembre 1803 agli uomini di legge la testa di Mason nel tentativo di riscuotere la ricompensa. Non è noto se abbiano ucciso Mason o se fosse morto per la ferita alla gamba. Tuttavia, invece di incassare ricompensa, i due pirati furono riconosciuti, arrestati e processati in un tribunale federale, giudicati colpevoli di pirateria. Furono impiccati a Greenville, nel Mississippi, all’inizio del 1804. Delle migliaia di dollari in contanti e altri oggetti di valore rubati da Samuel Mason nel corso degli anni, niente fu mai recuperato, generando tutta una serie di racconti sui tesori perduti. Si dice che parte di questo tesoro sia stato nascosto a Cave-in-Rock, Illinois, dove la Mason Gang stabilì il proprio quartier generale per diversi anni. Quella grande grotta, scavata nelle scogliere calcaree del fiume Ohio, era stata utilizzata per migliaia di anni dai Nativi Americani, tuttavia, è nota soprattutto per i numerosi fuorilegge che aveva ospitato.



Oltre alla Mason Gang, la grotta funse anche da nascondiglio ai malvagi fratelli Harpe, ai banditi James Ford e Isaiah Potts, a tutta una serie di falsari, al bandito Logan Belt e a molti altri. In questa grotta larga 55 piedi, che sbuca sopra a una scogliera sul fiume, si dice che oltre un milione di dollari in bottini rubati, oro, contanti e banconote contraffatte siano passati di mano solo tra il 1790 e il 1830. Nel 1800, si diceva che la Mason Gang avesse qui nascosto una grande scorta d’oro, ma Mason fu ucciso prima che potesse recuperarla. Oltre all’oro presumibilmente nascosto da Mason, altri depositi d’oro e d’argento si dice siano tutti nascosti lungo la parete della scogliera. Se quella del tesoro nascosto non bastasse come leggenda, si dice che anche la famigerata caverna di Cave-in-Rock sia infestata dai fantasmi. Un'altra leggenda vuole che il tesoro di Mason continui a essere nascosto da qualche parte a Rocky Springs, nell’area del Mississippi, dove Samuel Mason e Wiley Harpe avevano un nascondiglio all’inizio del 1800. Dopo aver fatto una grossa rapina sul Trace, tornarono al loro accampamento. Anche se spesso portavano il bottino rubato sulla schiena di un paio di muli, adesso sapevano di essere inseguiti in modo ossessivo.




Quella volta decisero dunque di seppellire il bottino vicino al loro accampamento per poterlo recuperare in seguito. Tuttavia, né Samuel Mason né Wiley Harpe sarebbero stati in grado di farlo, poiché sarebbero morti entrambi. Secondo la leggenda ci sarebbero circa 75.000 dollari in monete d’oro e d’argento rubate sepolte da qualche parte tra la vecchia chiesa e il cimitero di Little Sand Creek. Tuttavia, cercarlo oggi quel tesoro sarebbe una cattiva idea, poiché la zona o è di proprietà privata o appartiene al National Park Service. Un altro racconto dice che Samuel Mason seppellì una cassa molto grande, lunga circa sette piedi, a circa quattro miglia a nord-ovest di Roxie, nel Mississippi. Il baule, pieno di oggetti di valore rubati, tra cui monete d’oro e gioielli, sarebbe stato sepolto nella Reber Dove Farm vicino a un pozzo artesiano. Anche se la storia è vera, la cassa non è mai stata trovata. Tuttavia, altri racconti dicono che il bottino di Mason fosse nascosto a Stack Island, nel Mississippi; o nella città fantasma di Tillman, in Mississippi, nella contea di Claiborne; e che ci siano fino a 250.000 dollari da qualche parte vicino a uno dei luoghi per bere preferiti dalla banda: la Colbert Tavern and Inn sulla Natchez Trace vicino a Bissell, nel Mississippi...



Wilson Vieira

N.B. Trovate i link alle altre puntate della Storia del West su Cronologie & Index!

venerdì 9 aprile 2021

UN KILLER DI NOME TEX!

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4643 del 18 Marzo 2021, a pagina 22, all'interno della rubrica "Vero o falso", si chiede al numero 5: Tex Willer, l'eroe dei fumetti, in origine doveva chiamarsi Tex Killer.




N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

giovedì 8 aprile 2021

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 107

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Prosegue sul Classic in edicola in questi giorni l'avventura de Il segno del Serpente, o se preferite, de Il popolo dell'abisso, come recita il titolo dello stesso Classic. I sei episodi contenuti in questo albo sono quelli cha vanno da 6 all'11 della Serie Alabama, usciti nelle settimane a cavallo tra il 1960 e il 1961 e ristampati, per la prima volta nel formato attuale, a partire dalle ultime pagine di Tex 47 per poi proseguire nell'albo successivo dell'ottobre 1964. La copertina invece proviene da due anni dopo; la redazione ha scelto di utilizzare in questa occasione la cover di Pony Express, numero 73 della attuale serie, pubblicato nel novembre 1966. La scelta, dati gli argomenti fantastici che fanno da sfondo all'avventura, è abbastanza incomprensibile.

La stessa copertina venne ovviamente utilizzata anche per le ristampe Tutto Tex e Tex nuova ristampa, con alcune varianti dal punto di vista grafico. Per la pubblicazione degli anni Ottanta, Galep realizzò uno sfondo alberato; scenario destinato a scompare già nella successiva edizione. In entrambe le ristampe, Tex indossa la classica camicia gialla al posto della rossa dell'edizione originale. La garibaldina camicia viene rispolverata oggi, dopo 55 anni, in occasione del Classic.



Su questa illustrazione gli esperti Francesco Bosco e Mauro Scremin, ci segnalano che Galleppini si ispirò per la posizione di Tex a una copertina "nordica", ovvero alla cover del 49° volume della collana svedese di romanzi western Topp Wild West. Molte delle copertine di Tex di quel periodo avevano la stessa scandinava origine.


L'edizione del volume in questione, Ensamvargen, traduzione svedese del romanzo The Loner di Scott McLure è del 1965. L'autore dell'immagine, come del resto si vede bene, è lo spagnolo Cortiella, probabile autore di altre ispirazioni galleppiniane. Il cavallo è stato preso da un'altra fonte, recentemente reperita da Bosco & Scremin, che verrà svelata soltanto nel loro prossimo libro, il terzo volume di Western all'italiana.

L'avventura contenuta in questo Classic, dai toni decisamente fantasy, è stata anche ispiratrice di altre due copertine di Tex. La prima si ispira al frangente dell'avventura in cui Tex, Kit e Tiger vengono sorpresi dall'improvvisa comparsa di un enorme dinosauro e provano ad abbatterlo a fucilate.

Da questo anacronistico scontro Claudio Villa, nel febbraio 1998, ha realizzato l'immagine per la copertina del 28° numero della Tex Edição Histórica della brasiliana Globo. I colori sono quelli originali realizzati da Villa.


Solo pochi mesi dopo, a luglio 1998, in appendice al numero 29 di Tex Nuova Ristampa, i lettori italiani hanno potuto ammirare la stessa illustrazione, ma con i colori realizzati redazionalmente. 

La seconda cover scaturita dalle tavole di questo Classic, nasce da una vignetta, contenuta nell'ultimo capitolo di questo numero, in cui Kit protegge la fuga del padre e di Tiger, sparando a uno dei granchi giganti che li stanno attaccando.
La situazione dev'essere sembrata a Claudio Villa, degna di essere trasformata in copertina, e così nel luglio 2007, ritroviamo sulla cover del 24° numero della Collezione Storica a colori di Repubblica, Tex che sostituisce il figlio nella caccia al granchio gigante. Il volume ovviamente ristampa, tra le altre, proprio le 64 tavole di questo Classic.


E con questa cover chiudiamo anche questa puntata di Secret Origins. Appuntamento tra due settimane per scoprire nuove curiosità sulle copertine del ranger più popolare del fumetto italiano.

Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.