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mercoledì 25 dicembre 2024

BONELLI 2024: L'ANNO DI VERNI

Diamo i numeri 88

di Saverio Ceri

Terzo appuntamento con il riassunto in cifre dell'annata bonelliana. Una premessa sempre valida, prima di iniziare, soprattutto visto che si parlerà di disegnatori: Alcuni albi sono firmati a più mani, molte mani; Questa abbondanza di firme, talvolta impedisce alla redazione di indicare quali singole pagine dell’albo siano disegnate dall’uno o dall’altro illustratore. Così succede di avere albi in cui hanno messo mano dai due ai sei disegnatori, di cui molti esordienti (e quindi con un tratto meno riconoscibile), “amalgamati” in alcuni casi dai coloristi, che se da una parte col loro lavoro facilitano la fusione tra gli stili impedendo brutali stacchi di disegno, dall’altra appunto complicano l’attribuzione delle chine sottostanti. Così pur cercando di accreditare al meglio le varie tavole, non è detto che ci sia riuscito; anzi sollecito i disegnatori e i coloristi coinvolti in questi albi multi-firma a segnalarmi inesattezze, se le riscontrano, aiutandomi così a correggere le cronologie delle serie coinvolte, attribuendo a ognuno i propri meriti.

Marco Verni è stato il disegnatore più pubblicato su albi bonelliani nel 2024.

Stavolta sotto i riflettori, come dicevamo, ci sono gli illustratori, i 163 disegnatori che quest'anno ci hanno allietato con le loro matite e chine. 
Prosegue la tendenza al ribasso degli ultimi anni, stavolta gli illustratori sono quattro in meno dei precedenti 12 mesi. Già 66 in meno dell'annata record 2018. Nel grafico qui sotto, che confronta i dati degli ultimi quindici anni, vediamo che quello del 2023 è il peggior dato dagli ultimi undici anni, ma è anche l'undicesimo miglior dato di sempre, dato che è superiore a tutti quelli degli anni dal 1941 al 2013.


Quest'anno i disegnatori esordienti in casa Bonelli sono stati tredici, sei in più dello scorso anno; li rintraccerete tutti nella prossima tabella perché indicati con la lettera E a fianco del numero delle tavole. 
Nella tabella troverete incolonnati per numero di tavole pubblicate tutti i 163 illustratori. Ricordiamo anche che il "PB" verde accanto al nome sta per Personal Best, nel caso il disegnatore in questione abbia stabilito quest'anno il suo record personale di pagine bonelliane pubblicate (il "PB" è giallo in caso di primato uguagliato), e che i numeri decimali sono la conseguenza di storie firmate a più mani, o di aggiunte realizzate per ristampe come nel caso di quest'anno con Ut e Docteur Mystère. 


Il podio
Grazie alla maxi storia di Zagor che vede scontrarsi lo Spirito con la Scure con uno dei nemici storici, tra i più amati dai lettori, ma tra i meno utilizzati dagli sceneggiatori, ovvero Supermike, Marco Verni riesce a primeggiare in questo 2024 tra i disegnatori; è lui il più pubblicato su albi Bonelli. Col suo record personale annuale di 548 tavole, sale per la prima volta sul podio, e direttamente sul gradino più alto.

Bruno Brindisi è il secondo illustratore più pubblicato del 2024.

Non è invece il personal best, per poche pagine, quello di Bruno Brindisi, che, nonostante una grande annata si deve accontentare dell'argento alle spalle del disegnatore romagnolo.  Per Brindisi è il terzo podio, e terzo argento, dopo quelli del lontano 1994 e del più recente 2019. 

Al terzo posto troviamo un altro zagoriano, Gianni Sedioli, che sale sul podio per la quarta volta in carriera. Il bronzo di quest'anno va a incrementare il suo palmares, finora composto da 1 oro e 2 argenti.

Gianni Sedioli e Marco Verni, i due zagoriani sul podio del 2024, in passato hanno realizzato 7 episodi a quattro mani per lo Spirito con la Scure.

La Top Ten
Tra i primi dieci di quest'anno troviamo un paio di riconferme rispetto al 2023: Gerasi che cede il primo posto, scivola in ottavo, ma rimane nella Top Ten; e Bertolini, che col record personale, migliora la posizione dello scorso anno passando dal settimo al quarto posto. Non è facile ripersi dopo dodici mesi, lo dimostra il fatto che negli ultimi cinque anni è successo solo quattro volte di cui due quest'anno.
Quest'anno qualche possibilità in più l'ha offerta la bassa "quota di ingresso", nel senso che a Palumbo sono bastate le 224 classiche tavole di un Texone per riuscire a entrare tra i primi dieci. Si tratta di un evento rarissimo del 1968 a oggi, ovvero da quando Tex è passato dalle 80 strisce (ovvero 27 pagine scarse), alle 110 tavole inedite a numero, lo step definitivo che rese gli albi bonelli più "corposi". Da quell'anno di svolta a oggi infatti solo nel 1987 e nel 1994 era successo che con esattamente 224 pagine, come in questo 2024, si accedesse ai "piani alti" della classifica. 

Tra i disegnatori in Top Ten troviamo quest'anno anche Marco Ghion impegnato fin dall'esordio, sulle pagine di Tex Willer. 

Dell'anno particolare ne hanno approfittato in due, Palumbo e Ghion che con i loro record personali sono riusciti per la prima volta a conquistare la Top Ten. Personal Best anche per Bertolini e Bocci rispettivamente alla quarta e alla seconda presenza tra i primi dieci. Un po' più abituati a veleggiare nelle zone alte sono Sedioli e Siniscalchi entrambi all'ottava presenza in Top Ten; un'apparizione in meno per Brindisi a quota sette, seguito da Giardo a sei, da Verni a cinque e da Gerasi, per la terza volta tra i primi dieci. 

Il ranking
Lo scorso anno abbiamo introdotto il concetto di ranking per i disegnatori. Dato che i frutti del loro lavoro quotidiano si vedono spesso tutti insieme e dopo anni, per capire davvero chi è il più prolifico tra gli illustratori bonelliani, abbiamo bisogno di analizzare i dati in un lasso di tempo più ampio, almeno cinque anni, periodo nel quale anche le storie più lunghe vengono completate e date alle stampe. Quest'anno il periodo preso in esame è il lustro 2020/2024. Qui sotto trovate incolonnati, per brevità, solo i 50 disegnatori più prolifici dei 356 pubblicati dalla Bonelli nel periodo preso in esame.


Per il secondo anno consecutivo sul gradino più alto del podio dei disegnatori più prolifici troviamo Max Bertolini, che migliora la prestazione dello scorso anno, portandosi a una media praticamente di 300 pagine all'anno, e staccando i tre più diretti concorrenti, Sergio Gerasi, Walter Venturi e Corrado Roi che dodici mesi or sono erano più o meno al suo livello di produzione.
Gerasi, entrando in Top Ten anche quest'anno, guadagna un paio di posizioni, piazzandosi al secondo posto, estromettendo dal podio, di fatto, Roi, che crolla in sesta posizione. Il più gotico dei disegnatori bonelliani perde il suo posto sul podio per la prima volta dal 2011.
Il terzo posto rimane nelle mani di Venturi che pur migliorando il suo score non riesce a scalare posizioni, probabilmente lo farà il prossimo anno dato che "scarterà" un'annata  da sole 42 tavole (il 2020), per sostituirla, probabilmente, con una buona annata 2025.
Segnaliamo il balzo in avanti di ben settanta posizioni per Marco Verni, autore della storia più lunga dell'anno, nonché della più lunga in assoluto di Zagor.

Max Bertolini, attualmente il più prolifico disegnatore bonelliano si è cimentato in passato anche con Zagor.

I veterani
Tra i disegnatori pubblicati quest'anno il veterano è Giovanni Ticci il cui esordio bonelliano risale a 66 anni fa, seguito dal compianto Giuseppe Montanari che aveva esordito nel 1962, troviamo poi il ritorno del fresco ottantenne Luigi Merati a 50 anni dalla sua prima esperienza bonelliana e a 40 dall'ultima storia pubblicata prima del breve episodio zagoriano di quest'anno. Sono uno di meno, 49, gli anni di collaborazione di Roberto Diso con la redazione di Via Buonarroti, e 46 quelli di Giancarlo Alessandrini. Anche il compagno di mille avventure di Montanari, Ernesto Grassani rientra tra i veterani di questo 2024, lo apprezziamo infatti ormai da 45 anni.
A Onor del vero ci sarebbe un disegnatore da citare, che, se fosse ancora tra noi, potrebbe festeggiare quest'anno i suoi 78 anni in Bonelli, ovvero Pini Segna, che firmò per la prima volta un albo Bonelli nell'immediato dopoguerra (1946) e che abbiamo ritrovato nell'autunno del 2024 grazie al recupero di una storia "perduta" in un cassetto di Via Buonarroti, pubblicata sullo speciale zagoriano Il re di Cuenca Verde.
Tra i disegnatori più costanti, quelli pubblicati ininterrottamente da decenni, segnaliamo che le tavole di Giovanni Freghieri, le leggiamo da 40 anni consecutivi, uno in più di Montanari & Grassani; seguono Michelazzo pubblicato ininterrottamente da 30 anni, e Piccoli da 27.

Con Il re di Cuenca Verde, lo speciale autunnale di Zagor, sono tornate in edicola, a distanza di quarant'anni le tavole di Pini Segna

Serie per serie
Proseguiamo con la lista dei disegnatori più prolifici per ogni serie, almeno quelle con 320 tavole pubblicate nell'annata appena conclusa. Riportiamo qui sotto una tabella riassuntiva, con numero di tavole pubblicate, e numero di vittorie annuali relativamente alla serie in questione. 


Su Dampyr, per la prima volta, il più pubblicato dell'anno è Cropera; primo scudetto, ma dell'Erondar, anche per Galliccia, l'illustratore più prolifico di Dragonero in questo 2024. Su Dylan Dog è il veterano Siniscalchi a prevalere, per la seconda volta in carriera, a distanza di 29 anni dalla prima, come disegnatore più pubblicato dell'anno. Un terzetto di illustratori guidano la classifica di Julia con due storie all'attivo negli ultimi dodici mesi: l'habitué Steve Boraley, all'ottavo titolo, e la coppia Bonanno-Di Clemente, entrambi al secondo alloro. Similmente su Martin Mystère, con un paio di albi a testa, guidano i tre la classifica 2024: i quasi esordienti Cipriani e Da Sacco, al primo scudetto, sono accompagnati dal più scafato Sforza, giunto al secondo titolo. Da segnalare che Michela è l'unica donna scudettata tra sceneggiatori e disegnatori degli ultimi dodici mesi.

Il Dampyr di Michele Cropera, quest'anno il principale disegnatore della serie horror creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo.

Talami guadagna il suo terzo alloro sulla collana di Morgan Lost, col minor sforzo di sempre: le 90 pagine pubblicate quest'anno sono lo score più basso necessario per vincere mai registrato sulla collana.
Bertolini il disegnatore più prolifico dell'ultimo lustro non poteva farsi sfuggire la terza vittoria, la seconda consecutiva, sulle collane di Nathan Never.
Primo successo per Bruno Brindisi tra le innumerevoli pubblicazioni inedite dedicate a Tex, e primo scudetto anche per Verni su Zagor grazie alla sua annata più prolifica di sempre. 

Gli Anni Venti

Arriviamo anche per i disegnatori, alla classifica del decennio, che giunta alla quinta tappa non può che somigliare a quella dell'ultimo quinquennio poco sopra commentata. Qui sotto la Top Ten  aggiornata al 2024, quindi.


Le posizioni ovviamente sono le solite del Ranking, per una volta, ma essendo questa una classifica che si forma di anno in anno sommando i vari score, senza scalare tavole di anni precedenti, notiamo che si evolve diversamente dal ranking, anche solo considerando lo spostamento rispetto all'anno prima. Bertolini e Gerasi, in questo caso già sul podio lo scorso anno, scavalcano Venturi. Giardo che già era in Top Ten nel '23, si avvicina al terzetto al comando, e probabilmente con l'albo di Nathan di gennaio potrebbe già salire virtualmente sul podio. Grazie alla buona annata, balzo in avanti per Brindisi che scalza dal quinto posto, per una manciata di pagine Roi. Quasi cento pagine più in basso i quattro illustratori che chiudono la Top Ten, giunti in quella posizione attraverso percorsi diversi; chi con un anno straordinario tipo Sedioli; chi ci è sceso con uno score annuale da zero tavole, come Della Monica; chi, come Boraley, ci è giunto con la costanza e la regolarità della pubblicazione, dato che appare su Julia mediamente ogni 6-7 numeri.

Illustrazioni di Sergio Gerasi. Grazie al suo lavoro su Dylan Dog e Eternity è uno dei più prolifici disegnatori bonelliani degli anni Venti del XXI secolo.

All-Time
Con le 468 pagine di quest'anno Brindisi guadagna ben quattro posizioni nella classifica di tutti i tempi salendo al 17° posto. Scalano di un posto Piccatto, Casertano, Guzzon e Civitelli, che esce quindi nuovamente dalla top 20 dopo esservi entrato nel 2023. 

Con le tavole pubblicate nel 2024, Giovanni Freghieri ha superato la barriera delle 10.000 tavole bonelliane pubblicate, è l'ottavo disegnatore della storia Bonelli che riesce nell'impresa.
Nei passati dodici mesi, Luigi Siniscalchi, Rodolfo Torti e Sergio Giardo, hanno invece sfondato quota 6.000 tavole, sono rispettivamente 22°, 23° e 24° nella graduatoria bonelliana di  tutti i tempi. 

Giovanni Freghieri disegnando per Tex, Zagor, Dylan Dog, Martin Mystère, Dampyr, Ken Parker, Bella & Bronco, Morgan Lost, Brendon, Volto Nascosto,Le Storie, Hellnoir, ha superato quota 10.000 tavole in casa Bonelli, dall'esordio (1985) a oggi. 

Anche per questa terza parte è tutto. Se vi fossero  sfuggite vi invitiamo a leggere le prime due puntate dedicate ai personaggi e agli sceneggiatori, e vi diamo appuntamento ai prossimi giorni con i dati dei copertinisti, coloristi e albi speciali.

Saverio Ceri

N.B. Trovate gli altri dati bonelliani nelle precedenti puntate della nostra rubrica Diamo i numeri.   

mercoledì 1 gennaio 2014

THE RETURN OF "BUON ANNO A TUTTI" (CON LE FREDDURE FUMETTISTICHE DI FRANCO LANA)!

Di nuovo auguri per un sereno 2014 (che sicuramente sarà migliore del 2013, anche perché CI VUOLE VERAMENTE POCO) da Dime Web, con le spassose Freddure Fumettistiche di Franco Lana! (s.c. & f.m.)


FREDDURE FUMETTISTICHE

Il Tex dell’informatica? 
Tex twitter!

Cosa disegna Rodolfo Torti quando ha mal di schiena? 
Tex, perché è un raddrizza torti! 

Perché Martin Mystère non usa più il computer? 
Perché non sopporta più Java! 

Il fratello scapestrato del Comandante Mark?
Blek Blok!

Il piatto preferito da Zagor? 
Bistecca alla Ferri!

Mister No arriva all’Aurea e dice: 
"Chi ha visto Carlos Gomez?" 

Qual è la storia di Zagor senza una trama ben definita? 
“La traccia!” 

Quale storia di Zagor lo sceneggiatore Burattini ha proposto alla Marvel? 
“La trama del ragno!”

Prisco, un disegnatore in Gambit! 

Hanno rubato il portfolio a Marco Soldi! 

Lo Zagor preferito alla Panini Comics? 
“Zagor contro l’Uomo Lupoi!”

Tex può contare su Carson, che ha sempre il Kit di ricarica!


Franco Lana

Franco Lana con due amiche!
 
 
N.B. trovate i link alle altre freddure su Cronologie e Index!

mercoledì 25 settembre 2013

UNIVERSI ALTERNATIVI: MARTIN MYSTÈRE SPECIALE 30

di Francesco Manetti

E così siamo arrivati a trenta... Sarebbe un discreto traguardo anche per un mensile (due anni e mezzo di uscite), figuriamoci per un annual come lo Speciale di Martin Mystère! Pubblicazione che, tra le altre cose positive, è rimasta quella più fedele a se stessa, continuando a offrire ai lettori e ai collezionisti i simpatici e gustosi allegati (quelli che prima erano gli indimenticati libretti "in sedicesimo" del Dizionario dei Misteri, ventuno uscite dal n. 1 del luglio 1984 al n. 21 del settembre 2004).
Gadget e storia principale sono accomunati da un simile espediente narrativo: i personaggi vengono in qualche modo "rapiti" dal loro continuum e inseriti in un mondo parallelo.
Nell'episodio Il segno di Venere, di Recagno & Torti, Martin e Java si trovano bloccati (come in un programma televisivo delle serie televisive Ai confini della realtà, Star Trek, X-Files o Doctor Who) in un paesotto di provincia, Basking Ridge nel New Jersey (che esiste per davvero, e non è nemmeno tanto lontano dalla Manhattan di Martin). Nell'inquietante cittadina i protagonisti usuali degli "special estivi" sono trasfigurati, quasi vivessero in un luogo "oltre lo specchio".


La Quercia di Washington e la Brick Academy di Basking Ridge come appaiono sullo speciale n. 30 di Martin Mystère (disegni di Torti).

La Quercia di Washington come appare oggi.

La Brick Academy come appariva nel XIX secolo (è a questa incisione che si è ispirato Torti)...

...e come appare oggi (le scalinate d'accesso ora sono in pietra e la ringhiera in legno è dipinta di bianco).


Nei consueti flashback storici - gli antefatti che, nella quasi totalità dei casi sulle collane di Castelli, reggono l'intreccio - spicca la figura di Benjamin Franklin. Considerato uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti, Franklin firmò sia la Dichiarazione d'Indipendenza dalla Corona britannica, sia la Costituzione. Massone, politico, scienziato, inventore, ambasciatore, patriota, rivoluzionario: Franklin fu tutto questo e anche di più. Il suo volto campeggia sulla banconota da 100 dollari (massoneria e quattrini stanno alle fondamenta degli USA come arte e cultura a quelle dell'Europa).


Il massone Franklin sulle banconote da 100 dollari...

...e simbolismi massonici sul retro della banconota da un dollaro!

L'aspetto di Franklin che più salta all'occhio nella storia di Recagno è quello... libertino! In Inghilterra e in Irlanda sorgeva nel XVIII una rete di circoli esclusivi, gli Hellfire Club, il primo dei quali fu fondato nel 1719 dal Duca di Wharton. Nel sud della Gran Bretagna importantissimo e frequentatissimo ad alti livelli era il Club di Sir Francis Dashwood, la cui prima riunione serale si tenne il 30 aprile 1752, nella fantasmatica Notte di Valpurga. I partecipanti si erano scherzosamente definiti Brotherhood of St. Francis of Wycombe, oppure The Order of the Friars of St Francis of Wycombe (scherzando sulla religione), o anche Order of Knights of West Wycombe (dal nome della cittadina del Buckinghamshire dove sorgeva la villa di Dashwood). I meeting finivano spesso in grandi mangiate e in momenti orgiastici, in una convivialità tipica della jet society dell'epoca (in Francia il filosofo e scrittore D. A. F. De Sade fantasticò nei suoi romanzi simili incontri proibiti, portando le perversioni sessuali degli ospiti alle estreme conseguenze).


Sir Dashwood ritratto da William Hogarth in stile rinascimentale nelle vesti di... San Francesco d'Assisi! (XVIII sec.)

Benjamin Franklin partecipò alle sedute (e alle sdraiate) del Club Infernale nel 1758, durante una sua trasferta inglese - qualcuno dice nelle vesti di spia per le Colonie. Ne parla diffusamente anche lo scrittore americano Glenn Cooper nel volume I custodi della biblioteca (in originale The Librarians), uscito per i tipi della Nord nel 2012, ultima parte di una fortunata e godibile trilogia che ha come protagonista una misteriosa raccolta di libri dove è vergata la data di nascita e quella di morte di tutti i membri dell'umanità - passata, presente e futura.
Eccovi dunque - anche come invito a leggere l'intera saga dei Bibliotecari (ne vale la pena, soprattutto per il "martinmystèriano" DOC) - i passi salienti con Franklin all'Hellfire Club:




La stupenda copertina di Alessandrini merita alcune osservazioni a parte. E' - non occorerebbe nemmeno dirlo - una parodia del capolavoro di Sandro Botticelli, uno dei quadri più noti al mondo. La Nascita di Venere è un dipinto a olio di quasi due metri per tre realizzato intorno al 1485 e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. A sinistra vediamo il vento fecondatore Zefiro, abbracciato alla sua sposa, la ninfa Clori, nota anche come Flora, la dea dei fiori; al centro sta la dea Venere, nella posa della Venus Pudica (che cioè si copre seno e ventre) e di Anadiomene (venuta dalla schiuma del mare), che nasce da una conchiglia (una capasanta, simbolo di fecondità e vita); a destra ecco infine una delle Ore, le addette ai portali dell'Olimpo: è la Primavera , con il suo manto decorato a motivi floreali di stagione.
Nella caricatura di Alessandrini, al posto di Zefiro e Clori ci sono Dee e Kelly, amorevolmente abbracciati (gulp!); Martin prende il posto della Primavera; Angie è la Venere nascente (ancor più pudica). E Java, aggrappato al guscio del mollusco, fa da quinto incomodo (anche se la sua visuale sulle grazie veneree, come sottolineato graficamente dal ghigno e dal pugno chiuso, è certamente la migliore)!

La Nascita di Venere del Botticelli...

...e la Nascita di Angie dell'Alessandrini!

L'allegato è se possibile ancor più divertente dello speciale stesso. La fine della civiltà come noi la conosciamo (il cui titolo ricorda quello di una celebre canzone dei R.E.M., It's the End of the World as We Know It And I Feel Fine, licenziata nel 1987 e usata come parte della colonna sonora del film di fantascienza Independence Day diretto nel 1996 da Roland Emmerich).



Viene in mente la matrioska russa. Gli autori, guidati nelle danze da Alfredo Castelli, partoriscono una serie di realtà alternative, di sogni e di incubi, tutto stipato all'interno di... un'altra realtà alternativa. C'è davvero da perderci la testa...!
A chi non ha ancora letto l'albetto le seguenti parole di commento potrebbero rovinare la sorpresa: bonelliani avvisati, mezzi salvati!
L'avventura disegnata da Filippucci che fa da "contenitore" e da trait d'union per le altre (che nell'economia dell'episodio sarebbero racconti fantastici scritti dallo stesso Martin Mystère, a voler ancora una volta sottolineare l'identità perfetta fra il personaggio e il suo creatore) mette in scena un mondo dove il denaro non è mai esistito, dopo la rovina di Atlantide, per volere degli Uomini in Nero. Per una volta la loro azione è positiva. I soldi (e soprattutto la loro più demoniaca incarnazione, ovvero la carta-moneta), anche se parrebbero insostituibili nelle transazioni in virtù della loro immediata convertibilità in merci, sono in effetti alle origini dei peggiori guai dell'umanità, in particolar modo da quando esistono le movimentazioni automatiche ed elettroniche in Borsa. Pensando alle speculazioni e alle crisi che ci stanno rovinando la vita ormai da quasi un quindicennio (dalla bolla di Internet del 1999/2000), non possiamo davvero che stare dalla parte di Castelli e metaforicamente applaudire all'esplosione nucleare che chiude il fascicolo.

Il gigantesco interruttore salvavita preistorico in Martin Mystère (disegno di Orlandi)...

...e il suo fratellino italiano (ENEL, anni '60)!


Da sbellicarsi dalle risate è poi La danza dell'oscurità dove in una grotta indiana scatta un antichissimo interruttore salvavita in pietra per sovraccarico energetico sul pianeta, dovuto allo spreco di energia elettrica. La sindrome di Babele è la vicenda di un'alessìa globale, con evidenti riferimenti - in chiusura - al celebre e sopravvalutato romanzo Guida galattica per gli autostoppisti scritto nel 1979 da Douglas Adams, basato su una sua serie radiofonica inglese, e all'omonimo film che ne è stato tratto da Garth Jennings nel 2005. Infine, un what if risorgimentale per Il naviglio battagliero, con l'Austria ancora padrona del Nord Italia: e infatti è tutto pulito, in ordine e i giornali sono alla portata di tutti, in quei distributori a cassetta che si aprono anche SENZA mettere la moneta! La sequenza finale del raccontino ricorda quella del bel libro Garibaldi a Gettysburg  scritto da Pierfrancesco Prosperi (sceneggiatore mysteriano, tra l'altro) nel 1993, con un'analoga distopia misoviennese; il finalissimo dell'avventura milanese (trattandosi di un sogno) è invece riconducibile a Winsor McCay e alla serie a fumetti Dream of the Rarebit Fiend pubblicata sui giornali americani dal 1904 in poi.
Una precisazione ultima: Recagno ha parlato a lungo dello speciale in un'intervista pubblicata sul sito della SBE; noi, per non creare sovrapposizioni di contenuti e idee per questo post, l'abbiamo volutamente letta solo DOPO la pubblicazione del medesimo!


Martin Mystère Speciale n. 30, luglio 2013. Copertina di Alessandrini.


Martin Mystère Speciale 30
IL SEGNO DI VENERE 
Luglio 2013
pagg. 132 - € 6,20
Testi: Carlo Recagno
Disegni: Rodolfo Torti
Introduzione: Alfredo Castelli & Carlo Recagno
Copertina: Giancarlo Alessandrini


Allegato a Martin Mystère Speciale n. 30, luglio 2013. Copertina di Alessandrini


Albetto allegato a Martin Mystère Speciale 30
LA FINE DELLA CIVILTÀ COME NOI LA CONOSCIAMO
LA DANZA DELL'OSCURITÀ
LA SINDROME DI BABELE
IL NAVIGLIO BATTAGLIERO 
Luglio 2013
pagg. 52
Testi: Alfredo Castelli, Luigi Mignacco
Disegni: Lucio Filippucci, Alfredo Orlandi, Esposito Bros.
Introduzione: Alfredo Castelli
Copertina: Giancarlo Alessandrini 


Francesco Manetti



P.S. trovate le altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio!

giovedì 7 marzo 2013

L'UOMO DEI PAPERI: CRONOLOGIA RAGIONATA DEL FUMETTO DI CARL BARKS. V PARTE: 1943. COLLEGAMENTI SOTTERRANEI SOTTO IL SEGNO DI THOMAS ANDRAE (E DI BONELLI)

di Francesco Manetti


NOTA: Tutto il materiale illustrativo pubblicato in questo post è di proprietà della WALT DISNEY PRODUCTIONS e degli altri aventi diritto ed è qui riprodotto ai soli fini di studio, documentazione e identificazione.  


Tre edizioni a confronto

In principio Dio creò il cielo e la terra. Nel mezzo del cammin di nostra vita. Quel ramo del Lago di Como...


L'edizione originale del libro di Andrae, 2006. In copertina vediamo il montaggio di un autoritratto di Barks.

Quante volte è stato scritto che una grande opera si riconosce da un incipit azzeccato? E' sicuramente il caso della Bibbia, della Commedia di Dante e dei Promessi Sposi del Manzoni. Ed è anche il caso (fatte le debite proporzioni!) di Carl Barks and the Disney Comic Book: Unmasking the Myth of Modernity di Thomas Andrae (uno dei curatori della Carl Barks Library e uno dei primi saggisti sull'inventore di Uncle Scrooge), pubblicato nel 2006 dalla University Press of Mississippi, nella collana Great Comics Artists. Leggete qua. Before television, rock music, and video games, comic books were the mainstay of children's entertainment in America (ovvero, liberamente: Prima della televisione, della musica rock e dei videogiochi gli albi a fumetti erano il cuore del divertimento dei bambini americani). Una sintesi straordinaria di quelli che saranno i contenuti del volume: Barks e il fumetto Disney. L'autore - forse il primo negli Stati Uniti con tale profondità sociologica, e la mente non può che andare all'ancestrale Introduzione a Paperino - analizza i personaggi e i temi barksiani facendo riferimento a un'ottantina di storie, le più significative delle oltre 600 firmate dall'Oregoniano. Nella sezione centrale c'è una gustosa galleria di immagini (in bianco-e-nero), alcune conosciute, altre piuttosto rare - quest'ultime dedicate soprattutto a studi e pubblicazioni non-disneyane. In appendice troviamo la filmografia completa di Carl Barks, le note (leggendo le quali ci siamo chiesti chi siano Maroveli e Saccumano e come sia possibile riportare bene la parola italiana "fenomenologia" e non "fumetti", facendo cadere una "t"; poi abbiamo pensato ai tanti cognomi storpiati per sempre a Ellis Island e ci siamo messi l'animo in pace) e un index - importante soprattutto per trovare nel testo tutti i rimandi alle avventure dei Paperi citate.


L'edizione italiana del volume di Andrae, 2009. Copertina di Mastantuono.


Il libro ha avuto nel febbraio 2009 un'imperdibile versione italica, pubblicata nel febbraio 2009 dalla genovese Proglo Edizioni. Si tratta di Carl Barks il signore di Paperopoli: Zio Paperone e la critica della modernità. Come si evince fin dal titolo non è una semplice traduzione, ma un libro totalmente nuovo e - come quasi mai capita - molto più ricco e appetitoso dell'originale. Innanzitutto le illustrazioni (ne sono state aggiunte molte altre rispetto a quelle scelte nel 2006) non sono limitate in un fascicolo/ghetto ma sono diffuse nell'opera e sapientemente collegate ai passaggi relativi; lo stesso discorso vale per le note, riportate per una più facile lettura in calce alle pagine. C'è una nuova introduzione (ricchissima di aneddoti e ricordi sugli incontri dell'autore con The Duck Man) datata ottobre 2008; ma la vera sorpresa sono le appendici. Non abbiamo solo la filmografia barksiana come in Andrae, bensì tutta la cronologia fumettistica del Maestro, dal 1943 al 2000, basata sul progetto web di INDUCKS.


La Starordinaria foto di Barks a 20 anni, disegnata da Mastantuono per la galleria di omaggi pubblicata in Carl Barks il signore di Paperopoli.


E soprattutto possiamo ammirare una galleria (tutta a colori!) di omaggi a Barks, disegnati da grandi firme (anche bonelliane) del calibro di Celoni, Cavazzano, Chierchini, Van Horn, Gatto, Michelon, Rebuffi, Ziche, Makkox, Mastantuono, Torti, etc. Molti sono sicuramente inediti e realizzati appositamente (senza dubbio quelli datati 2008), altri non sappiamo. Il Cavazzano, per esempio, ci sembra la matita (o più probabilmente uno sketch di prova) per uno dei disegni (tutti realizzati da grandi autori) che, montati su appositi cavalletti, accolsero Carl Barks nella sua visita in Italia del luglio 1994 (al ristorante milanese Don Lisander). Anche la strabiliante copertina di Corrado Mastantuono arriva dalla stessa fonte di quindici anni prima. Peccato infine per la mancanza di un indice, tanto utile nell'edizione americana. Ma sono inezie, che non inficiano un'opera degna di essere riportata negli annali della saggistica.


Il volume di Carlo Chendi dedicato alla visita di Barks in Italia nel 1994.

Parlavamo dei disegni di Mastantuono e di Cavazzano. La mostra allestita a Milano per festeggiare l'Uomo dei Paperi con originali di grandi autori italiani fu raccolta da Carlo Chendi in Dedicato a Carl Barks, un agile fascicolo spillato pubblicato da Comic Art nel 1994 in occasione della romana Expocartoon. Anche qui non tutti gli artisti realizzarono qualcosa di inedito, ma scelsero nei loro archivi tavole e disegni significativi e simpatici da regalare a Barks, con dediche nuove di zecca. Fu il caso di Alessandrini (una tavola da Martin Mystère n. 100), Altan (una delle solite sue donnine pingui), Bonvi (le Sturmtruppen), Bottaro (una buffa Rapallo medievale), Filippucci (Martin, Diana e Java in azione), Gomboli (un pulcino), Jacovitti (una vignetta sull'ENEL), Magnus (Milady 3000), Manara (una ragazza al vento), Mattioli (una tavola autoconclusiva di Pinky), Scarpa (Brigitta che insegue Paperone), Silver (il piccolo Silvestri dal barbiere), Toppi (un personaggio storico), Torti (un'illustrazione di Jan Karta), P. Zaniboni (un Max Le Tax) e S. Zaniboni (un primo piano di Diabolik).

Lo straordinario Paperone di Tanino Liberatore pubblicato in Dedicato a Carl Barks, 1994


Le altre firme presenti nel volumetto, invece, con maggiore sintonia e rispetto del tema, pescarono nell'universo disneyano/barksiano (anche se non di tutti ci è dato sapere se l'opera fu appositamente tracciata per l'occasione): Asteriti, Boschi (che mise nel suo bellissimo disegno anche il proprio numero di telefono pistoiese!), Carpi, Cavazzano, W. Chendi, Echaurren, Freccero, Ghermandi, Ghigliano, Giacon, Giardino, Guerrini, Leone, Liberatore (il capolavoro!), Mari, Mastantuono (altro capolavoro!), Mattotti (sublime!), Milano, Roi (interesserà sapere ai nostri lettori bonelliani che si trattava di una divertente parodia di Dylan Dog), Santillo, Sciarrone, Sicomoro (eccelso!) e Ziche. Chiudeva la carrellata un disegno che Barks regalò a Fausto Oneto, proprietario del ristorante rapallese U Giancu, dove si tenne il memorabile pranzo barksiano di appassionati e fumettisti di cui abbiamo già parlato in una precedente puntata di questa Cronologia.

Ecco infine i "dati tecnici" dei volumi citati.


Thomas Andrae
CARL BARKS AND THE DISNEY COMIC BOOK: UNMASKING THE MYTH OF MODERNITY
2006
University Press of Mississippi
Great Comics Artists Series
pagg. 326
Copertina: Carl Barks (autoritratto di proprietà di T. Andrae)
s.i.p.


Thomas Andrae.


Thomas Andrae
CARL BARKS IL SIGNORE DI PAPEROPOLI: ZIO PAPERONE E LA CRITICA DELLA MODERNITA'
febbraio 2009
Prospettiva Globale (Proglo) Edizioni
pagg. 316
Copertina: Corrado Mastantuono
Disegni di: Sergio Algozzino, Maurizio Amendola, Sergio Asteriti, Giacomo Bevilacqua, Stefano Biglia, Giuseppe Camuncoli, Casty, Giorgio Cavazzano, Fabio Celoni, Giulio Chierchini, Mark Crilley, Gabriele Dell'Otto, Francesco D'Ippolito, Sandro Dossi, Enrico Faccini, Massimo Fecchi, Andrea Ferraris, Andrea Freccero, Luciano Gatto, Valerio Held, Makkox, Corrado Mastantuono, Giacomo Michelon, Alberto Motta, Giorgio Rebuffi & LACA, Donald Soffritti, Rodolfo Torti, William Van Horn, Rick Veitch, Maja Veselinovic, Silvia Ziche.
€ 25,00


Carlo Chendi.



Carlo Chendi
DEDICATO A CARL BARKS
ottobre 1994
Comic Art
Supplemento a L'Eternatuta n. 139
pag. 48
Copertina: foto di Barks
Schede biografiche: Franco Fossati
Foto di Barks: Guido Frazzini
Disegni di: Giancarlo Alessandrini, Altan, Sergio Asteriti, Carl Barks, Bonvi, Luca Boschi, Luciano Bottaro, Giovan Battista Carpi, Giorgio Cavazzano, Walter Chendi, Pablo Echaurren, Lucio Filippucci, Andrea Freccero, Francesca Ghermandi, Cinzia Ghigliano, Massimo Giacon, Vittorio Giardino, Mario Gomboli, Francesco Guerrini, Benito Jacovitti, Cinzia Leone, Tanino Liberatore, Magnus, Milo Manara, Nicola Mari, Corrado Mastantuono, massimo Mattioli, Lorenzo Mattotti, Luciano Milano, Corrado Roi, Roberto Santillo, Romano Scarpa, Claudio Sciarrone, Sicomoro, Silver, Sergio Toppi, Rodolfo Torti, Paolo Zaniboni, Sergio Zaniboni, Silvia Ziche.
s.i.p.


Le storie in ordine cronologico. V parte: settembre/dicembre 1943

Ho deciso, per la cronologia ragionata delle storie a fumetti realizzate da Barks (anche per i soli testi o per i soli disegni), di seguire la scelta fossatiana della numerazione progressiva.

Ogni storia è preceduta dai seguenti dati:

a) Titolo originale (quando esiste; molte delle storie brevi hanno solo il nome del protagonista; se non esiste è indicato fra parentesi il titolo - o i titoli - con il quale è ora conosciuto nelle più note cronologie)
b) Titolo italiano (e numero di strisce per tavola - in media due vignette per striscia)
c) Prima edizione americana
d) Prima edizione italiana
e) Numero di tavole
f) Data di consegna (se fra parentesi significa che è incompleta o presunta)
g) Personaggi principali in ordine alfabetico (nome originale e italiano; se sono identici c'è solo quello!)
h) Luoghi principali in ordine alfabetico
i) Mappa di Paperopoli in ordine alfabetico (se la storia - tutta o in parte - è ambientata a Duckburg)
j) Mestieri di Paperino in ordine alfabetico (quando c'è Paperino - e se svolge qualche mestiere!)
k) Ipse Dixit (battuta e/o sketch buffi e/o significativi) con numero della tavola e della vignetta dove appare

Potete notare che le categorie di dati che vanno da a) a f) sono consuete nelle cronologie barksiane; la categoria g) si trova raramente; le ultime quattro categorie non sono invece mai - o quasi mai state usate (intendendo: nei volumi e nei siti più noti).

Ai dati seguono:

1) Cover dell'albo originale
2) Riassunto e commento (con eventuali curiosità e trivia)
3) Vignetta significativa




1943


11. Donald Duck in Too Many Pets
Paperino e la scimmia Chica (3 strisce)
Four Color n. 29 - settembre 1943
Albi d'Oro 92 (febbraio 1948)
26 tavole
maggio 1943
Personaggi principali:
Donald Duck (Paperino), Huey Dewey & Louie (Qui Quo & Qua), Jingo (Chica), spia industriale, suonatore d'organino
Luoghi principali
Duckburg (Paperopoli)
Mappa di Paperopoli:
casa di Paperino, fabbrica d'armi, porto 
Mestieri di Paperino:
terrore dei cuccioli 
Ipse Dixit: 
Paperino: Non voglio più gatti, cani uccelli, formiche, topi, pipistrelli, pesci o rettili!

Four Color 29, settembre 1943



Le animal wars, con le quali Carl Barks aveva inaugurato la propria carriera di autore completo in forza alla Disney, continuano con il divertente episodio della scimmietta Chica - o Jingo nell'originale anglofono. L'ambientazione è esclusivamente urbana. Anzi, la gran parte della vicenda si svolge nella casa paperopolese di Donald e non, come sarebbe consueto, in giro per il mondo, per un'avventura a lungo respiro come questa di 26 tavole. La storia inizia con l'ennesimo scontro inter-generazionale. Tutto d'un tratto il ciclotimico Paperino, vittima di un embolo o di uno scoppio di vena, decide di fare un bel repulisti di tutti i cuccioli che infestano la sua anonima villetta dei sobborghi: gatti, cani, uccellini, tartarughe e rospi vengono improvvisamente sfrattati. Il meccanismo narrativo è stato così messo in moto: i Nipotini, orfani del serraglio, si aggirano soli e sconsolati per le vie di Duckburg finché incocciano in un suonatore d'organino, reso somaticamente dall'Oregoniano con lo stereotipo dell'immigrato italiano in Ammeriga, con tanto di vistosi baffi a manubrio. Legal alien che - come confessa nella prima vignetta della quinta tavola - sta apprestandosi a partire militare, e sicuramente, vista la sua connotazione etnica, per lo Stivale, da poco vittima dell'Operazione Husky. Il menestrello da strada regala perciò a Qui Quo Qua la bella scimmietta bramata, intelligentissima, ma con il brutto vizio di lanciare oggetti. Il clima bellico - quello vero, della Seconda Guerra Mondiale - si sente anche più avanti. Mentre il nostro bravo ambulante, mandato al fronte dalle Famiglie che non riuscivano più a batter cassa da un ventennio, torna nella sua terra natale sotto lo Star Spangled Banner per liberarla dal giogo teutonico, si aggira furtivo per Paperopoli un gran brutto ceffo in cerca di cianografiche di ordigni bellici da trafugare. La comparsa dell'anonimo spione - probabilmente un agente straniero dell'Asse in quanto ancora non si era tinto di Rosso il Nemico preferito dagli Yankee - consente a Barks di virare il genere dal farsesco al thriller, con tanto di Nipotini legati e torturati in una sorta di buffa seduta di bondage!
Nota: come scopriamo leggendo una lettera che Carl Barks scrisse nel 1968 a Michael Barrier (il primo critico a occuparsi professionalmente del lavoro dell'Uomo dei Paperi), il testo di Too Many Pets era già stato iniziato da un altro sceneggiatore disneyano, Merrill De Maris (1898 - 1948), grande collaboratore di Floyd Gottfredson alle strisce di Mickey Mouse (e co-creatore di Macchia Nera, Basettoni e Manetta!). Barks cambiò molte gag e allungò l'avventura, creando qualcosa di completamente nuovo. Una curiosità nella curiosità: De Maris si chiamava come la città natale di Barks!


La scimmietta Chica in azione! Tav. 11, vignn 3/4


12. Donald Duck in Good Neighbors
Paperino e i buoni vicini (3 strisce)
Walt Disney's Comics and Stories 38 - novembre 1943
Albi Tascabili 84 (febbraio 1950)

10 tavole
giugno 1943
Personaggi principali:
Donald Duck (Paperino), Huey Dewey & Louie (Qui Quo & Qua), Mr. Jones
Luoghi principali:

Duckburg (Paperopoli)
Mappa di Paperopoli:
casa di Mr. Jones, casa di Paperino, nuova casa di Paperino, vie cittadine, baia, ponte sulla baia. 
Mestieri di Paperino:
vicino pestifero 
Ipse Dixit: 
Paperino: E' meraviglioso essere in rapporti amichevoli con il proprio vicino! Meraviglioso! Magnifico!

Walt Disney's Comics and Stories 38, novembre 1943

Dopo il debutto di Mr. Jones in un'unica vignetta di Paperino si comporta bene del luglio 1943, Carl Barks decide ora di dare un maggiore spessore alla sua prima, grande creatura disneyana. Anche i tratti somatici, rispetto a quella fugace apparizione, sono cambiati, e questo "rinnovato" vicino di casa (che nelle cronologie americane viene considerato il Mr. Jones "classico", per distinguerlo da quello iniziale) è un brutto ceffo, peloso e ben piazzato. Al centro del movimentatissimo episodio - che pare la versione a fumetti, pupazzettistica, di una commedia slapstick di Laurel & Hardy - c'è una palla ovale da football americano: riempita dei materiali più pericolosi (inchiostro, ferraglia ed esplosivi) porta alla distruzione totale delle abitazioni di Donald e Jones. Nemmeno lo sfratto e il trasloco dall'altra parte di Paperopoli (aldilà di una baia che sembra quella di San Francisco, Golden Gate compreso) porrà fine alle guerre di vicinato: anche Jones si è allontanato dal vecchio quartiere... per andare a finire di nuovo a fianco dell'odiato papero!
Note: nella quarta vignetta della nona pagina appare per la prima volta in Barks - in silhouette - la "313", ovvero la celebre decappottabile di Paperino. Inoltre, da un diverbio fra i due rissosi dirimpettai, apprendiamo che Jones è appassionato di tappeti orientali e che Donald colleziona libri rari. Ecco poi la notizia del trasloco di Paperino all'estrema periferia, ancora una volta in affitto (non era proprietario nemmeno della casa dove viveva prima). Nelle tavole da 2 a 9, infine, possiamo notare nella parte alta una curiosa e gustosa "cornicetta" nella quale il titolo della storia è formato da un tubo di gomma per innaffiare (quella che in Toscana chiamiamo "sistola"): l'acqua viene azionata da Jones e spruzzata sul becco di Paperino!

Mr. Jones e Paperino. Tav. 5, vign. 5
Appare la "313"! Tav. 9, vign. 4

13. Donald Duck in Salesman Donald
Paperino venditore di frullini (Paperino piazzista) (3 strisce)
Walt Disney's Comics and Stories 39 - dicembre 1943
Albi d'Oro 47 (aprile 1947)

10 tavole 
luglio 1943
Personaggi principali:
Cane feroce, confini cittadini, Donald Duck (Paperino), Eremita peloso, Huey Dewey & Louie (Qui Quo & Qua), vecchia zitella
Luoghi principali:

Duckburg (Paperopoli) 
Mappa di Paperopoli:
casa del cane feroce, casa dell'eremita peloso, casa della vecchia zitella, casa di Paperino 
Mestieri di Paperino:
venditore ambulante 
Ipse Dixit: 
Qua: Sta raccontando un sacco di balle!

Walt Disney's Comics and Stories 39, dicembre 1943

I miti commerciali americani del self-made man e della land of the opportunity si infrangono pietosamente fra le righe di questa short di fine '43. I Nipotini hanno deciso di vendere sbattiuova manuali della ditta Whizo (il nome significa, più o meno, "imbroglio"). Per guadagnare un po' di soldi? No! Per un premio? Nemmeno! Vendere i frullatori dà loro soltanto il diritto di poter acquistare un costosissimo modellino di camion! Ma questo si scopre alla fine... Paperino, animato di buona volontà e di una gran dose di testardaggine e sfacciataggine, aiuta Qui Quo Qua nell'impresa, corteggiando per danaro una vecchia zitella inacidita, i padroni di un ferocissimo cane e un peloso eremita che vive ai confini della città. Emerge dall'avventura barksiana un'America ostile, refrattaria ai doveri di buon vicinato (Mr. Jones docet), incattivita da due guerre mondiali in un quarto di secolo e dalla dura crisi scoppiata a cavallo dei conflitti, affamata dai razionamenti e dalla penuria di merci. Vendere, in questa Waste Land, sembra una cosa impossibile - e solo l'impossibile Donald può farcela. Anche con l'eremita barbuto, simbolo del volto oscuro delle ex-colonie britanniche: scorbutico e misantropo è il tipico hillbilly, rappresentante emerito di quella razza, semi-degenerata e geneticamente impoverita, di campagnoli e mezzi montanari che abitava le zone più sperdute degli States (come gli Appalachi) e che fu meravigliosamente e tremendamente cantata da John Boorman nel 1972 in Deliverance (Un tranquillo week-end di paura).
Nota: come la storia precedente anche questa del piazzista sfoggia una decorativa strip of art in cima alle tavole, con il titolo e i volti dei Paperi.



Paperino e l'eremita. Tav. 9, vign. 6



Francesco Manetti


N.B. Trovate tutti i collegamenti alle altre puntate nella nostra rubrica dedicata alle Cronologie.