lunedì 30 novembre 2020

CRONOLOGIA DI TEX - LE SCHEDE ORIGINALI DEL SITO INTERNET DELLA BONELLI! TEX GIGANTE 51/55

di Francesco Manetti

Undicesima puntata della nostra cronologia texiana. Sceneggiature tutte di G. L. Bonelli e disegni quasi esclusivamente di Aurelio "Galep" Galleppini (con un piccolo apporto di Virgilio Muzzi). A mio parere inizia qui - con Sangue navajo, il grande periodo d'oro di Tex... Per chi si fosse sintonizzato solo adesso ricordiamo che intorno al 2000 la Sergio Bonelli Editore decise di aprire un proprio sito Internet; i ragazzi di "Dime Press - Magazzino bonelliano" furono chiamati a collaborare per redigere le sintetiche informazioni di ogni albo arretrato di ogni serie della casa editrice: c'è ancora traccia di questa sinergia nella pagina "Staff del sito". Il sottoscritto si occupò delle schede di "Tex Gigante" (redatte fino al n. 477 del mensile, del luglio 2000) e di tutte le collane "collaterali" (sempre fino al luglio 2000); questi elaborati, quando il sito, molti anni dopo, fu ampliato e rinnovato, furono rimaneggiati - talvolta con minime correzioni, in altri casi con variazioni più vistose. Da oggi, qui su "Dime Web", potrete leggere la versione originale di quelle schede, che pubblicheremo cinque alla volta con cadenza (più o meno!) settimanale.





gennaio 1965
Tex Gigante n° 51
SANGUE NAVAJO
Copertina: Aurelio Galleppini

In questo albo:

Da pag. 5 a pag. 68
La tredicesima mummia
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini e Virgilio Muzzi

Da pag. 69 a pag. 130
Sangue navajo
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

I Navajos, alleati con gli Hopi e i Chiricahuas, attaccano gli Yaquis soggiogati dalle mummie! Invaso il tempio dei Figli della Notte e distrutta una magica pergamena gli stregoni si polverizzano. Scongiurata la minaccia azteca, Willer scatena una rivolta indiana! Cinque giovani Navajos sono stati uccisi senza motivo da Sam Hope e Bart Barlow, due gradassi bianchi con amici altolocati, protetti dal governatore Blister e dal colonnello Elbert di Fort Defiance. Il giornalista Martin Floyd, pestato a sangue per aver detto la verità, viene arruolato da Tex come corrispondente di guerra…





febbraio 1965
Tex Gigante n° 52
GUERRIGLIA
Copertina: Aurelio Galleppini

In questo albo:

Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Vendetta! Con fulminee azioni di guerriglia Tex sfianca e ridicolizza l’esercito: il fanatico colonnello Elbert viene catturato, cazzottato, degradato, denudato, rapato e spedito senz’acqua nel deserto! Intanto, grazie al putiferio scatenato dagli articoli del giornalista Floyd pubblicati dal Washington Post, parte dalla capitale l’ordine di sospendere le azioni militari contro i Navajos. La poltrona del governatore Blister traballa ed è lui stesso a comandare l’arresto dei suoi protetti Sam Hope e Bart Barlow, i due farabutti che avevano versato sangue navajo innocente!





marzo 1965
Tex Gigante n° 53
IL GRANDE RE
Copertina: Aurelio Galleppini

In questo albo:

Da pag. 5 a pag. 10
Sangue navajo
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Da pag. 10 a pag. 116
Linciaggio
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini e Virgilio Muzzi

Da pag. 117 a pag. 130
Il Grande Re
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Giustizia di dio! Hope e Barlow, massacratori di indiani, si uccidono a vicenda nel deserto come cani rabbiosi! Tornata la pace fra i Navajos i quattro pards puntano sulla Pocket Valley… Laggiù, complice il vile sceriffo Ryman di Hopeville, il bandito latitante Bob Handy depreda con i suoi sgherri gli onesti allevatori: occorre fare pulizia! Intanto, un sedicente e misterioso Grande Re, dispensando moderni fucili e promettendo la costituzione degli Stati Uniti dei Popoli Rossi, raduna i più focosi guerrieri delle tribù indiane del Nord per una massiccia rivolta contro l’uomo bianco!





aprile 1965
Tex Gigante n° 54
IL LAGO SCARLATTO
Copertina: Aurelio Galleppini
In questo albo:

Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Il Grande Re, detto anche Leopardo Nero, è Louise Laplace, ricco uomo di colore abbacinato da folli ambizioni di gloria: odiando a morte i bianchi vuole fondare nel Nord una libera nazione indiana. Suo consigliere è il viscido Pierre Gaul, un intrallazzatore avido di denaro che tiene i contatti con i trafficanti d’armi di Harry Madison, pronti a rifornire di fucili la montante ribellione rossa. Tex recupera lo sferico totem della pace sottratto ai Mohicani per convincerli a scendere sul sentiero di guerra e, usando diplomazia e pugno di ferro, costringe i riottosi a una resa incruenta…





maggio 1965
Tex Gigante n° 55
TRADIMENTO
Copertina: Aurelio Galleppini

In questo albo:

Da pag. 5 a pag. 90
Il Grande Re
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Da pag. 91 a pag. 130
La Valle della Luna
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Pacificate le tribù del Nord, Tex e Kit Willer attaccano il covo del Grande Re, un castello fortificato in mezzo a un lago! Kit viene pizzicato e per liberarlo Tex assale il maniero in testa a un esercito indiano. Abbandonato da tutti, il folle Leopardo Nero si suicida facendo saltare in aria la sua tana… Molto più a Sud, nella Valle della Luna, i minatori di Ben Rufus, amico di Tex, sono terrorizzati da un’orrida creatura umanoide! Il mostro, allettando gli Apache con un fortissimo alcolico liofilizzato, li sfrutta per estrarre micidiali rocce verdi radioattive dalle viscere della terra!


Francesco Manetti

N.B. Potete trovare i link alle altre puntate della cronologia di Tex su Cronologie & Index!

venerdì 27 novembre 2020

NATHANIEL “ZIP” WYATT ALIAS DICK YEAGER ALIAS WILD CHARLIE! UN FAMOSO FUORILEGGE DELL’OKLAHOMA! LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (LXXVIII PARTE)

di Wilson Vieira

Con la 78a puntata la nostra "Storia del West" si arricchisce di un'altra straordinaria e per certi versi drammatica (soprattutto nel finale) figura del banditismo della Frontiera: Zip Wyatt! Leggetela e non rimarrete delusi. Come al solito vi ricordiamo che le immagini non bonelliane sono state tutte selezionate e inserite nel testo da Wilson Vieria. (s.c. & f.m.)






Uno dei fuorilegge più famosi nel territorio dell’Oklahoma era Nathaniel "Zip" Wyatt, che si faceva chiamare anche Dick Yeager o Wild Charlie. Nato come Nathaniel Ellsworth Wyatt nel 1864 o nel 1868, da John T. e Rachel Quick Wyatt, era il secondogenito di 8 figli - sette maschi e una femmina. Secondo alcuni scrittori il suo vero nome era Nelson, ma la data esatta di nascita e il luogo rimangono sconosciuti. Probabilmente nacque in Indiana. Suo padre, John T. Wyatt, prestò servizio nella Guerra di Secessione nell’85° Indiana Volunteers; sposò Rachel J. Quick, allora appena 16enne, a Clay County, in Indiana, nel 1860. Il loro primogenito era conosciuto come “Six-Shooter Jack” ed era un esperto giocatore d’azzardo. La famiglia si trasferì varie volte, prima di stabilirsi finalmente a circa 14 miglia a Nord-Est di Guthrie, in Oklahoma, nel 1889. La famiglia di Zip era povera, i suoi genitori quasi analfabeti; Nathaniel Wyatt aveva preso le sue cattive abitudini da suo padre che, noto come “Old Six-Shooter Bill”, veniva spesso arrestato a Guthrie per ubriachezza e condotta molesta; suo fratello maggiore, “Six-Shooter Jack”, era un noto professionista del tavolo da gioco, che sarebbe stato successivamente ucciso in un saloon a Texline, in Texas, nel 1891. 





A Nathaniel fu affibbiato il soprannome di “Zip” da un uomo che viveva vicino a Fort Smith, in Arkansas, e fu conosciuto per tutta la vita con quel nomignolo, o con lo pseudonimo di "Dick Yeager". La madre di Zip, Rachel, morì nel febbraio 1890 e l’anno successivo Zip sposò una donna di nome Annie Bailey vicino a Mulhall, Oklahoma. La coppia ebbe una figlia. La vita per sua moglie e la figlia sarebbe stata tutt’altro che “normale”, poiché il 3 giugno 1891 Zip, durante una sparatoria nella città di Mulhall, ferì due cittadini e fuggì a nord nella Cherokee Outlet, prima di dirigersi verso il Kansas. Lo sceriffo John Hixon della Contea di Logan, in Oklahoma, ottenne un mandato per l’arresto di Zip Wyatt. A Greensburg, om Kansas, il 4 luglio 1891 Zip rubò finiture da cavalli da una scuderia. Il vice sceriffo Andrew W. Balfour inseguì Zip per circa dieci miglia a nord, fino a Pryor’s Grove, dove si svolgeva una corsa di cavalli da tiro. Quando Balfour tentò di arrestare il fuorilegge, Zip tirò fuori un revolver dal cappotto e ha sparò a Balfour nello stomaco. Il proiettile trapassò la colonna vertebrale e spezzò la schiena di Balfour; morì in pochi minuti. Zip era stato colpito due volte, con ferite alla mano e nella parte sinistra del corpo.




Il Kansas mise una taglia di 1.000 dollari su Zip, che riparò nel nativo Indiana; per un po' rimase da uno zio a Indianapolis; dopo un po' di tempo scomparve. Ora si faceva chiamare Dick Yeager e lavorava per Matt Freeman “sopra il fiume a Sud di Cleo Springs”, come ha scritto Shirley. Poi “ripagò Freeman per la sua ospitalità e gentilezza scappando con sua moglie Jennie.” A loro si unirono Isaac “Ike” Black e sua moglie Belle, e formarono la banda Wyatt-Black insieme a Jim Umbra e al messicano John. Alcuni scrittori vi hanno incluso anche “Rattlesnake” Charlie e “Indian” Bob. A “Cantonment” (vicino all’attuale Canton), gli indiani Cheyenne avevano un gran numero di cavalli che pascolavano incustoditi. La banda ne rubò una piccola mandria per rivenderla in Kansas.





“Il capo Henry Roman Nose (1856 – 1917), dei Cheyenne, e i suoi coraggiosi guerrieri intercettarono i fuorilegge e li seguirono nelle Gyp Hills (Glass o Gloss Mountains), nella Major County, dove recuperavano i loro cavalli”, come raccontato in Desperado from Cowboy Flat di Glenn Shirley.





Le Gloss Mountains avevano un certo numero di grotte dove si rifugiavano i pipistrelli, usate dai banditi per nascondersi, secondo Robert N. Gray in The Cherokee Strip of Oklahoma“Quasi tutti nella zona sembravano sapere chi erano e dove si trovavano”, ha scritto Gray. Finché rapinavano altrove, la gente del posto tollerava la loro presenza; poi fecero l’imperdonabile errore di rubare cavalli ai residenti che giurarono vendetta.





In seguito Zip andò a trovare una zia vicino a Cora, nell’Indiana. Diversi mesi dopo le forze dell'ordine di Terre Haute riuscirono finalmente a catturarlo. Dopo un lungo procedimento di estradizione, Zip fu riportato a Guthrie, nel territorio dell’Oklahoma, per una causa intentata contro di lui a Muhall, basata sul “diritto di primo mandato.” Il governatore del Kansas aveva anche in mano un atto di habeas corpus che accusava Zip Wyatt di omicidio. Il fuorilegge riuscì a scappare di prigione una prima volta ma fu rapidamente ripreso. Imperterrito, ci riprovò il 31 dicembre 1892 e questa volta ebbe successo. A quanto pare strisciò attraverso un condotto fognario in una sezione incompiuta della prigione durante una celebrazione dell’Esercito della Salvezza. Alcune persone all’epoca credettero che Zip avesse corrotto le guardie perché lo lasciassero lasciarlo andare o che fosse stato aiutato dall’Esercito della Salvezza. Si sostenne da parte di alcuni che sua moglie Annie gli avesse portato una lama per seghetto nascosta in una torta per aiutarlo a fuggire.
Come accennato prima, Isaac “Ike” Black era un membro della banda di Zip Wyatt; aveva iniziato la sua carriera nel mondo del crimine in Kansas prima di incontrare Zip alias Dick Yeager; Dick e Ike formarono la loro banda con la moglie di Ike, Belle Black, e l’amante di Dick, Jenny Freeman. Jenny era la moglie di un certo Matt Freeman, un ladro di cavalli noto per aver operato con Dick nei suoi primi giorni. La moglie di Black, Belle, con Matt e Jenny Freeman, avevano dato rifugio a Zip prima della sua fuga in Indiana e dopo la sua evasione del 1892. Le donne aiutavano la banda portando messaggi e rifornimenti ai loro accampamenti nelle grotte e nei canyon delle “Gypsum Hills.”





Entrambe le donne viaggiavano spesso in abiti maschili e si credeva che la banda fosse responsabile del furto allo Hightower Store e della rapina all’ufficio postale di Arapaho nel novembre del 1893. Zip e la sua banda furono accusati di ogni crimine commesso nel Territorio. Ora era ricercato in Oklahoma, Kansas e Texas con una ricompensa di 5.000 dollari per la sua cattura.





Il 20 gennaio 1895, Fred Hoffman, il tesoriere della attuale contea di Blaine, Oklahoma, fu ucciso e sebbene non fosse mai stato possibile provarlo, la pistola che uccise il tesoriere poteva ricondursi a Zip Wyatt. Hennessey affermò che Zip Wyatt aveva unito le forze con Bill Doolin. Un dispaccio aveva affermato che il vice sceriffo Abel Washburn aveva sparato e ucciso Zip Wyatt e Tulsa Jack Blake; si riferiva anche che un contadino aveva sparato e ucciso Bill Doolin. Tuttavia, un articolo di giornale del 22 gennaio sostenne che questo messaggio non era vero e che non si era verificato alcuno scontro a fuoco del genere. Il vice marshall Chris Madsen, a capo di una posse, arrestò tre uomini per omicidio. Tutti gli uomini furono prosciolti dalle accuse nel processo. Non è mai stato dimostrato chi fosse effettivamente l’omicida di Hoffman. 
Più o meno nello stesso periodo, si pensò che Zip Wyatt e Ike Black si fossero uniti alla banda Doolin-Dalton, partecipando alla rapina al treno di Rock Island a Dover, in Oklahoma, il 3 aprile 1895. Il 3 giugno 1895 una banda di fuorilegge rapinò l’ufficio postale di Fairview, in Oklahoma, prendendo tutto ciò che c'era di valore e tre cavalli. I fuorilegge furono inseguiti dai vice marshal Gus Hadwinger e J. K. Runnels, dallo sceriffo della contea di Woods, Clay McGrath, e dal vice Marion Hildreth. Il giorno seguente, raggiunti i ladri, scoprirono che la banda si era nascosta in una grotta vicino al confine della contea. Nello scontro a fuoco che ne scaturì, Ike Black fu colpito a un piede e Zip prese un colpo al braccio sinistro; i fuorilegge riuscirono comunque a scappare. La pressione sui banditi da parte degli uomini di legge aumentò, tanto che alla fine era quasi in 200 a dare la caccia alla coppia. Il 26 luglio i due fuorilegge rapinarono Oxley, l’ufficio postale e un negozio in Oklahoma, ma ne ricavarono solo circa 35 dollari e alcuni rifornimenti. Durante questa rapina, furono riconosciuti e il giorno successivo una posse li inseguì, rintracciandoli in un sito vicino a Salt Creek, a circa sei miglia a Nord-Ovest di Oxley. Quando i colpi di arma da fuoco furono di nuovo esplosi ancora una volta, Black ricevette una ferita alla testa, ma entrambi gli uomini riuscirono per l'ennesima volta a scappare ancora una volta, anche se a piedi, visto che i loro cavalli erano fuggiti. Il giorno seguente si diressero verso una fattoria a circa cinque miglia a ovest di Okeene, in Oklahoma, dove rubarono dei cavalli e un carro. Un'altra posse fu formato, guidata da Robert Callison, il conestabile di Forrest Township, e molti uomini si lanciarono ancora una volta all'inseguimento di Black e Wyatt. Li raggiunsero in un canyon il 28 luglio, e le pistole spararono ancora una volta; un membro della banda, Frank Pope, fu colpito alla gamba destra.

Libri di Tex, settembre 2016. Disegno di Ticci



Ma i fortunatissimi fuorilegge riuscirono ancora a darsela a gambe. A questo punto il gruppo di inseguitori originale fu raggiunto da un altro di Alva, in Oklahoma, guidato dal vice sceriffo Hildreth; gli uomini tallonarono i fuggitivi in direzione Sud-Est. Black e Wyatt si rifugiarono in una baracca a circa quattro miglia a est di Cantonment (l’attuale Canton) e quando la posse li raggiunse il 1° agosto, Black fu colpito alla testa e ucciso. Anche Zip fu colpito, alla parte sinistra del petto, ma riuscì a sfuggire alla cattura. Si diresse a casa di un medico a un miglio di distanza e costrinse il dottore a dargli un cavallo e a curare la sua ferita. Cavalcando per circa sette miglia, Wyatt dovette ben presto abbandonare il cavallo poiché il dolore della ferita al petto era troppo intenso. Bloccò un piccolo carro vicino a Homestead, costringendo il giovane guidatore a portarlo a circa 25 miglia a Nord-Est. Dopo aver attraversato il fiume Cimarron, lasciò andare il ragazzo e proseguì con il carro. Nel pomeriggio del 3 agosto, Zip fu visto mentre attraversava la ferrovia Rock Island a Waukomis, a sole cinque miglia a sud di Enid. Quando i vice dello sceriffo della contea di Garfield, Elzie, seppero della posizione di Zip, misero insieme una posse e andarono a caccia del bandito. Zip abbandonò il cavallo e il carro a circa sei miglia a est della ferrovia a Skeleton Creek Valley e ancora una volta viaggiò a piedi. Quella sera, Wyatt si imbatté in una piccola casa di proprietà di John Daily e ordinò al proprietario di fornirgli un cavallo e di accompagnarlo. Più tardi, Wyatt lasciò andare Daily; l’uomo liberato lanciò rapidamente l’allarme sull’ultima posizione nota di Zip.




Il 2 agosto 1895, due donne fuorilegge, Belle Black e Jennie Freeman, furono catturate nelle Glass Mountains, nella parte occidentale della Cherokee Strip, e furono rinchiuse nella prigione federale a Guthrie, Oklahoma. Appartenevano alla famigerata banda di desperados guidata da Zip Wyatt. Il bandito e le sue donne furono così abili da evitare la cattura da parte dello sceriffo per più di un anno.
Secondo gli agenti che le arrestarono nessuna delle donne chiese in alcun modo pietà. Il marito di Belle era uno dei membri fuorilegge della banda. Black era piccola e massiccia, con capelli scuri e occhi azzurri e un’espressione non solo criminale, ma anche molto sgradevole. La Freeman era invece alta, magra e maligna. Lasciò il marito nel 1894 per fuggire con Zip Wyatt. Le donne erano sempre vestite e si comportavano come normali mogli di contadini; il fatto di essere insospettabili permise loro di farla franca con tutta una serie di saccheggi. 
Una volta in prigione si sedettero nelle loro celle a chiacchierare con gli altri prigionieri o a giocare a carte con coloro a cui era stata concessa la libertà di vagare nei corridoi con loro. 
L’alba della mattina seguente, il 4 agosto, una posse di Sheridan, Oklahoma, inseguì gli inafferrabili fuorilegge ed entro le 10:00 furono raggiunti da un’altra posse di Enid. Inseguirono Wyatt per circa cinque miglia a Sud-Est; gli uomini si divisero e circondarono il fuorilegge; quando i vice-sceriffo ordinarono al bandito di alzare le mani, Wyatt tentò di prendere la sua pistola e entrambi i vice Ad Polk e Tom Smith gli spararono addosso, colpendolo al bacino e allo stomaco. Alla fine, Zip Wyatt si arrese. Il fuorilegge fu poi portato in una chiesa a Sheridan dove fu curato da due medici. Lo stesso giorno Zip fu trasferito a Enid e incarcerato. John Daily e il gruppo di Sheridan avrebbero diviso la ricompensa per la sua cattura. 
Mentre varie giurisdizioni discutevano su dove sarebbe stato processato, i medici locali intervennero dicendo alle autorità che Zip stava morendo. Tuttavia, per i tre giorni successivi, Wyatt tenne banco nella sua cella di prigione, poiché numerose persone venivano a vedere l’ormai ex famigerato fuorilegge. Godendo dell’attenzione, Wyatt si vantava di aver ucciso undici uomini e di averla fatta franca con numerosi crimini.

Maxi Tex 1, dicembre 1991. Disegno di Galep



Il vice marshal Ed Kelley fu uno dei primi ada andare a trovare Zip: doveva identificare il fuorilegge per conto del governo federale. Kelley conosceva bene Zip, dal momento che lo aveva arrestato più volte mentre prestava servizio come capo della polizia di Guthrie. Wyatt riconobbe Kelley non appena lo vide dalla sua cella di prigione e si strinsero la mano. La sua cella era estremamente calda sotto il sole d’agosto e le sue ferite cominciarono a puzzare per la cancrena. I medici lo tennero sotto morfina e lo coprirono con coperte bagnate per ridurre il calore. John T. Wyatt, il padre di Zip, andò a trovarlo mercoledì 7 agosto. Disse ai giornalisti dell’Enid Daily Wave che suo figlio non aveva partecipato alla rapina al treno di Dover: sostenne che Zip era con lui quella notte. Il vecchio Wyatt dichiarò che suo figlio aveva 24 o 25 anni e che, pur conoscendoli bene, non era un complice regolare di Bill Doolin o di Bill Dalton.





Il vecchio parlò a lungo delle bande di Doolin, Dalton e Cooks che aveva incontrato in momenti diversi. Sembrava che anche a Wyatt senior piacesse tutta l’attenzione che stava ricevendo. Il 12 agosto l’Enid Daily Wave scrisse che Zip aveva passato due brutti giorni e due brutte notti e che la mente pareva abbandonarlo a tratti. Zip mangiava poco, ma beveva molto latte. Il suo polso cominciò ad accelerare e c’erano segni di avvelenamento del sangue che cominciavano ad apparire nell’area della ferita allo stomaco. Il 28 agosto il Wave scrisse: “il suo dolore a volte è quasi insopportabile...vive ancora, un grumo di nuda sofferenza... è ridotto a uno scheletro e le piaghe da decubito stanno iniziando il loro lavoro.”
Il 6 settembre intorno alle 18:30, Zip fu assalito dai brividi settici per la decomposizione putrescente del corpo a causa dell'avvelenamento del sangue. Alle 21:00 perse conoscenza. Alle 12:06 di venerdì 7 settembre 1895 la morte alleviò le sofferenze di Zip Wyatt. Il giorno dopo, nessun parente venne a reclamare il corpo del fuorilegge. Il dottor Champion e il dottor Woods decisero di sezionare il cadavere di Zip Wyatt per localizzare i proiettili che erano entrati nel suo addome. Uno dei proiettili aveva attraversato la metà interna del femore e dell’osso pubico e fu trovato allocato appena sopra l’arco pubico. L’altro proiettile non fu localizzato del tutto, ma si capì abbastanza per posizionarlo vicino ai reni. Il proiettile era passato attraverso l’osso pelvico, frantumandolo in circa 50 pezzi e risalendo lungo la colonna vertebrale. Il rivestimento interno dello stomaco di Zip era diventato nero.
La signora Pricket, sorella di Zip, arrivò sabato mattina a reclamare solo i suoi effetti - come le pistole, l'orologio e qualsiasi altro oggetto che aveva con sé al momento della sua cattura. Lo sceriffo si rifiutò di consegnare quegli oggetti, perché non tutti erano reperibili. Tom Smith di Hennessey aveva il fucile Winchester di Zip. Il revolver Colt era ancora nella prigione di Enid e gli uomini di legge sostennero di non aver trovato orologi addosso a Zip. Il 9 settembre 1895 Wyatt fu sepolto in una bara di pino a buon mercato, senza una lapide, in un cimitero per poveri a sud della città, senza un funerale né alcun membro della famiglia presente. Anni dopo, molti dei corpi nel vecchio cimitero furono spostati ma quello di Wyatt non fu individuato e rimase dov’era, in quello che oggi è un complesso residenziale a Enid.



Wilson Vieira

N.B. Trovate i link alle altre puntate della Storia del West su Cronologie & Index!

mercoledì 25 novembre 2020

SECRET ORIGINS: MISTER NO 4

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.

In Morte nel Sertão, quarto storico albo di Mister No, prosegue la vicenda de L'ultimo Cangaceiro, iniziata sul numero 3 e destinata a concludersi nel prossimo albo. Mister No aiuta Capitão Corisco, l'ultimo leader di un gruppo di rivoltosi che si ispira ai romantici ribelli brasiliani degli anni Trenta, a raggiungere i suoi uomini, scoprendo che, suo malgrado, i duelli, le battaglie e la morte continuano a raggiungerlo anche in Sudamerica, dove si era illuso di poter sfuggire al suo passato di soldato. E proprio di duelli e di morte parlano il titolo e la cover del volume, ispirata allo scontro all'arma bianca tra Jerry Drake e Ze' Baiano, violento vice del Capitão Corisco, che si consumerà nella parte finale dell'albo. 


L'illustrazione del Maestro Gallieno Ferri, che al contrario di quanto avviene nell'albo, è di ambientazione diurna, proviene ovviamente dalla cover del quarto numero della serie storica di Mister No, datato settembre 1975, di cui vediamo qui sotto la cover, completa del titolo disegnato da Luigi Corteggi.


Come sempre, almeno per questi primi albi, i colori della cover della ristampa Tutto Mister No, uscita nel 1987, risultano un po' più "piatti" rispetto all'originale.


E' invece una gioia per gli occhi vedere le singole pennellate del Maestro di Recco, nella tavola originale di questa copertina, messa online dal collezionista Giancarlo Orazi. 

Dallo splendido bianco e nero dell'illustrazione originale, passiamo alle variopinte versioni straniere di questa cover, che visto lo sfondo completamente bianco, hanno potuto variare sul tema nel tentativo, forse, di rendere la scena un po' più notturna; anche se con scarsi risultati. L'edizione francese di Mon Journal dell'aprile 1976, nel classico petit format transalpino, presenta un cielo verde oro, che al limite può far pensare a un tramonto molto originale, ma non certo a uno scontro illuminato solo dal falò del bivacco notturno.


Con pressappoco lo stesso formato, nella stessa annata e con gli stessi colori di sfondo si presenta la prima pubblicazione brasiliana dell'episodio, affidata all'editore Noblet. Rispetto alla versione francese appare un titolo, anche se molto meno drammatico del titolo originale italiano, e l'intera immagine tende molto al magenta. Il logo carioca è più fedele a quello concepito da Corteggi, rispetto a quello dei cugini francesi. In entrambe le versioni per evidenziare lo stacco tra la terra e il cielo si è preferito lasciare in bianco le montagne sullo sfondo.


La Spagnola Zinco per la sua versione che risale al dicembre del 1982, oltre che a vantare un logo tutto suo, si segnala per i colori quasi completamente variati rispetto all'originale bonelliano, a partire dal cielo plumbeo che fa da sfondo al duello.


Una versione abbastanza fedele a quella italica è quella greca, sia nell'edizione del 1976 che in quella del 1986. In entrambi i casi il titolo non è quello originale: nella prima versione la copertina venne usata per il terzo albo della collana recando come titolo semplicemente, ma a caratteri cubitali, Cangaceiro; dieci anni più tardi, l'immagine venne utilizzata per il numero corretto, il quarto, ma il titolo, almeno secondo il traduttore di google, divenne: Nascosto con la morte. O qualcosa del genere.  Lo stesso titolo greco con la stessa grafica lo avete visto anche nella prima puntata di questa rubrica dedicata alle cover di Mister No, dato che la prima storica cover della serie italiana, venne utilizzata per il quarto albo dell'edizione greca datata 1976. 


Praticamente identica all'originale, ma con logo "moderno", quello inaugurato col ventennale del personaggio, è l'ultima versione brasiliana pubblicata da Panini.


Copertina inedita firmata da Carlos Alberto Santos per l'edizione non autorizzata portoghese del 1978. Il titolo è praticamente quello corretto, ma l'immagine non è molto attinente all'episodio raccontato nell'albo. 


Chiudiamo infine con l'autocitazione ferriana. 
Come già ricordato nelle scorse puntate esiste una storia di Zagor scritta da Luigi Mignacco che ha tra le sue caratteristiche quella di omaggiare, attraverso alcune vignette della vicenda, moltissime copertine di Mister No disegnate da Gallieno Ferri. Qui sotto  vediamo la vignetta ispirata alla quarta cover della serie del pilota amazzonico. 


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index.

lunedì 23 novembre 2020

CRONOLOGIA DI TEX - LE SCHEDE ORIGINALI DEL SITO INTERNET DELLA BONELLI! TEX GIGANTE 46/50

di Francesco Manetti

Decima puntata della nostra cronologia texiana: siamo finalmente arrivati al primo "numero chiave", il 50! Sceneggiature tutte di G. L. Bonelli; disegni di Aurelio "Galep" Galleppini, di Francesco Gamba e di Virgilio Muzzi. Per chi si fosse sintonizzato solo adesso ricordiamo che intorno al 2000 la Sergio Bonelli Editore decise di aprire un proprio sito internet; i ragazzi di "Dime Press - Magazzino bonelliano" furono chiamati a collaborare per redigere le sintetiche informazioni di ogni albo arretrato di ogni serie della casa editrice: c'è ancora traccia di questa sinergia nella pagina "Staff del sito". Il sottoscritto si occupò delle schede di "Tex Gigante" (redatte fino al n. 477 del mensile, del luglio 2000) e di tutte le collane "collaterali" (sempre fino al luglio 2000); questi elaborati, quando il sito, molti anni dopo, fu ampliato e rinnovato, furono rimaneggiati - talvolta con minime correzioni (soprattutto nei primi numeri), in altri casi con variazioni molto vistose. Da oggi, qui su "Dime Web", potrete leggere la versione originale di quelle schede, che pubblicheremo cinque alla volta.




agosto 1964
Tex Gigante n° 46
IL SICARIO
Copertina: Aurelio Galleppini

In questo albo:

Da pag. 3 a pag. 13
La valle della paura
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Da pag. 13 a pag. 130
Il sicario
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Qualcosa di terribile è accaduto molti anni addietro nel lontano Borneo scatenando nel Far West di Tex una follia omicida! L’indagine sul demoniaco tagliatore di teste si conclude con un colpo di scena… Mesi dopo i pards vengono incaricati dal comando dei Rangers di indagare a Texas City: il messicano Don Manuel Espinosa ha precipitato il paese nella violenza e intende controllarne tutti i saloon. Tex, sotto mentite spoglie, si presenta come concorrente del boss locale, scatenando le ire dello spietato Wang e della setta cinese del Drago Nero alla quale Espinosa è affiliato...




settembre 1964
Tex Gigante n° 47
IL SICARIO
Copertina: Aurelio Galleppini

In questo albo:

Da pag. 5 a pag. 58
Il sicario
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Da pag. 58 a pag. 130
Il segno del serpente
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

I pards attaccano il covo del Drago Nero! Nessuno dei micidiali trabocchetti sotterranei di Wang, capo della setta di trafficanti d’oppio che tiene in pugno Texas City, riesce a salvarlo dal piombo di Willer! E nemmeno Espinosa, referente messicano della tong cinese, vedrà più la luce del sole! Intanto, qualcosa di terribile sta accadendo ai pellerossa delle Terre Alte: Mah-Shai, una bellissima strega, con segni magici e feticci costringe gli stregoni a inviarle periodicamente dei giovani guerrieri da mandare nelle perdute Terre dell’Abisso, abitate da mostri antidiluviani…




ottobre 1964
Tex Gigante n° 48
DUELLO A LAREDO
Copertina: Aurelio Galleppini

In questo albo:

Da pag. 5 a pag. 60
Il segno del serpente
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini

Da pag. 61 a pag. 130
Sulla pista di Laredo
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini e Francesco Gamba

Nelle Terre dell’Abisso infestate dai dinosauri i pards rintracciano i giovani indiani spediti laggiù dalla defunta fattucchiera Mah-Shai alla ricerca di magici fiori che la preservavano dalla vecchiaia. E nella valle dimenticata dal tempo i Rangers devono affrontare anche i terribili cavernicoli Makandra! Tornato alla civiltà Tex corre in aiuto dell’amico Bill Anderson: una banda di tagliagole, agli ordini del misterioso El Moro, sta mettendo a ferro e fuoco i ranch della regione di Laredo! Quando il Ranger piomba in città è tardi per salvare la vita di Anderson ma non per vendicarlo…




novembre 1964
Tex Gigante n° 49
LO STREGONE
Copertina: Aurelio Galleppini

In questo albo:

Da pag. 5 a pag. 116
Sulla pista di Laredo
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini e Francesco Gamba

Da pag. 117 a pag. 130
La tredicesima mummia
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini e Virgilio Muzzi

Bloccando il guado sul terreno di Anderson che permetteva alla cricca di El Moro di spostare bestiame rubato in Messico, Tex, fiancheggiato dai Comanches di Mano Giallo, assesta il colpo di grazia ai malfattori di Laredo! El Moro tenta invano un’ultima alzata di testa… Cattura Willer ma, non avendo fatto i conti con Tiger Jack, ruzzola lo stesso all’Inferno: il cappuccio che ne celava le fattezze finalmente cade! L’autunno seguente, il professor Nizon porta alla luce sul confine messicano un antico tempio azteco dentro al quale riposano tredici macabre mummie di grandi sacerdoti…




dicembre 1964
Tex Gigante n° 50
I FIGLI DELLA NOTTE
Copertina: Aurelio Galleppini

In questo albo:

Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini e Virgilio Muzzi

La spedizione archeologica del professor Nizon è misteriosamente scomparsa! Tex e i pards indagano nella zona della sparizione e assistono a fenomeni soprannaturali… i tredici stregoni mummificati – grazie all’inavvertita lettura di una formula magica - sono tornati in vita, si sono proclamati Figli della Notte e hanno fondato un piccolo impero azteco sotto la guida di Amaxos, Colui-Che-Non-Può-Morire! A proteggere gli incartapecoriti resuscitati, esseri dalle potenti virtù arcane, sono gli agguerriti indiani Yaqui, nominati Guardiani del Grande Serpente dai redivivi…


Francesco Manetti

N.B. Trovate i link alle altre puntate della Cronologia di Tex in Cronologie & Index!

domenica 22 novembre 2020

EPIC FAIL (IX): ZIGOR, LO SPIRITO CON LA SCURE

di Filippo Pieri

Torna la nostra rubrica "Epic fail". Nella puntata del 17 Novembre 2020 del game show "l'Eredità" condotto da Flavio Insinna, il presentatore chiede ai concorrenti: Lo "Spirito con la scure" dei fumetti"? La prima risposta della concorrente, dopo che erano state svelate 4 lettere su 5 del nome, è stata Zigor. Non essendo corretta ha continuato a provare e alla fine ha indovinato la parola giusta (che è Zagor, ovviamente).







Commento di Francesco ManettiNon si pretende da nessuno alcuna conoscenza del fumetto italiano, neppure di quello a grande diffusione e più longevo come potrebbero essere Tex, Alan Ford, Diabolik o appunto Zagor. Ma questa concorrente, secondo me, non è mai transitata neppure per sbaglio davanti a un'edicola. Cosa anche questa legittima, intendiamoci!


N.B. Potete trovare i link alle altre Epic Fail su Interviste & News!

giovedì 19 novembre 2020

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 97

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.

Ci siamo! Siamo giunti al numero 97, l'ultimo che ristampi storie pubblicate anche sulla collana degli Albi d'Oro, ovvero la serie dalla quale sono state tratte finora tutte le cover dei Classic. Rimarremo orfani quindi di questa fonte, ma non subito a quanto pare, visto che comunque, almeno per i prossimi due albi, in redazione hanno scelto di pescare ancora tra le immagini di copertina dello storico quindicinale, per trasformarle in quelle del Classic. Ovviamente sono immagini finora inutilizzate per questa collana e avremo occasione di riparlarne nelle prossime puntate. 

Ora torniamo al presente e alle storie contenute in questo novantasettesimo smilzo brossurato a colori; al suo interno troviamo i sei episodi pubblicati in origine sui numeri dal 2 al 7 della Serie Dakota, la ventitreesima collana a strisce di Tex. Questi albi vennero pubblicati in origine tra tra il 30 ottobre e il 4 dicembre del 1959 (ovvero mentre a Como nasceva un certo Claudio Villa) e vennero ristampati, quasi tutti, un anno dopo, sui numeri  tra il 19 e il 21 dell'VIII serie degli Albi d'Oro, ovvero, come già detto, gli ultimi tre spillati di quella storica testata. Quasi tutti perché misteriosamente il sesto episodio non venne pubblicato, lasciando a metà l'avventura in corso.

Le ragioni erano troppo lunghe da esporre ma crediamo che vadano ricercate anche nell'inflazionamento del personaggio nelle italiche edicole; in quel periodo infatti i lettori di Tex potevano trovare nei chioschi ogni mese: quattro albetti a striscia, 2 Albi d'Oro, 2 raccoltine (serie Bianca e serie Rossa) e una, o entrambe delle due ristampe cosiddette giganti: la prima serie che era in pratica realizzata col ricopertinamento degli Albi d'Oro o la seconda serie, ovvero la serie che esce tutt'oggi. In totale 9/10 albi di Tex al mese, di cui 5/6 ristampe. A causa di quella interruzione, chi si fosse voluto leggere l'epilogo della storia in formato "gigante" avrebbe dovuto pazientare fino al maggio del 1964, quando sul numero 43 dell'attuale testata ammiraglia di Tex sarebbe stato ristampato quell'episodio.


Ma veniamo alla copertina del Classic 97: quella scelta è quella del penultimo Albo d'Oro, in cui Tex si trova faccia a faccia con Rascar la regina dei coyotes, una strega indiana che vive tra le asperità montuose. L'immagine di Rascar che appare in copertina, è tratta dalla 9a vignetta del terzo episodio contenuto in questo albetto. La copertina è, secondo molte fonti, farina del sacco di Mario Uggeri che in quei mesi finali del 1960 dava una mano a Galleppini.

La copertina successiva, quella dell'ultimo albo d'oro, sulla quale non ci sono dubbi sulla paternità galleppiniana, è una virtuale staffetta tra quella prima edizione di Tex che presentava le storie rimontate su tre strisce e l'attuale collana che ne ha raccolto la formula con un innegabile successo di pubblico, visto che oggi, dopo 60 anni, quello di Tex è di gran lunga il principale formato con cui qualsiasi editore nostrano, non solo Bonelli, può affrontare l'edicola con la speranza di cavarsela. La copertina in questione è quella qui di seguito.


Tex si trova nel bel mezzo di una scazzottata contro un paio di avversari pellerossa. All'interno dell'unica striscia ristampata in questo spillato troviamo sì uno scontro con i cani rossi del titolo, ma il ranger lo risolve a colpi di fucile e non a suon di pugni. 
La fonte di ispirazione di questa cover, ci raccontano i nostri collaboratori Francesco Bosco e Mauro Scremin, arriva da una vignetta interna di The girl in red, un episodio disegnato da Alberto Giolitti, in parziale collaborazione con Giovanni Ticci, per il Gunsmoke n. 21 del giugno/luglio 1960 (Dell publishing). 

La vignetta che ci interessa è ovviamente la prima della tavola, quella che vedete ingrandita qui di seguito.


La nostra coppia di esperti Bosco & Scremin, ci informa anche che nello stesso numero di Gunsmoke, sono presenti due storie realizzate con scatti fotografici che avevano come interpreti gli stessi Giolitti e Ticci, infatti ad un certo punto di The girl in red appare una figura secondaria che somiglia in modo chiaro a Ticci. Da segnalare inoltre che da questo numero di Gunsmoke, Galleppini estrae parecchio materiale “coveristico”, sia per il formato gigante che per i formati di striscia e di raccolta.
Tra le vignette di Gunsmoke appare un giovane Giovanni Ticci (disegno di Giolitti/Ticci)

Dicevamo poco fa che la copertina dell'ultimo Albo d'Oro è stata una ideale staffetta tra quella collana e l'attuale perché nel momento della ristampa della stessa storia sulla seconda serie gigante di Tex si scelse proprio di modificare quella immagine per confezionare la cover del numero 43, Lotta per la vita.

Visto che la scena coi due indiani non era presente nelle pagine dell'albo, probabilmente, in redazione, si decise di sopprimere l'avversario alle spalle di Tex. A questo punto bisognava però trasmettere comunque il senso di pericolo per il ranger, anche solo per dare un significato al titolo; venne così completato il braccio sinistro dell'avversario che perde un coltello, col il quale fino a qualche istante prima evidentemente stava minacciando il nostro eroe.
 

Qui sopra vediamo tutta la sequenza: la vignetta di Giolitti/Ticci dell'estate del 1960, si trasforma nella cover dell'Albo d'Oro dell'autunno dello stesso anno, fino a diventare, nel maggio del 1964 la copertina di Tex 43. 
Dopo averne scoperto il passato diamo anche un'occhiata a quello che è stato il futuro di quella copertina: Sul finire degli  anni '80, in occasione di Tutto Tex, Galep oltre ad apportare alcune piccole modifiche alla cover, ne realizzò anche una sostanziale: fece sparire completamente il braccio sinistro del pellerossa, lasciando però il coltello sospeso a mezz'aria. Riesce quindi difficile comprendere la dinamica di come quel coltello sia potuto arrivare lì in conseguenza del colpo al volto subito da parte di Aquila della Notte.  


Il mistero del coltello volante rimane pure nella successiva ristampa, approdata in edicola alla fine del decennio successivo; anzi raddoppia! Nella versione Tex Nuova Ristampa, infatti, ricompare anche un secondo coltello nel fodero dell'indiano, arma che Galep aveva giustamente fatto sparire nella versione Tutto Tex. Se il pellerossa stava usando il pugnale nello scontro con il ranger non poteva averlo ancora riposto nel fodero.


E con quest'ultima misteriosa illustrazione dal doppio coltello, chiudiamo anche questa puntata di Secret Origins. Appuntamento tra due settimane per scoprire nuove curiosità sulle copertine del ranger più popolare del fumetto italiano.

Saverio Ceri

P.S. Questa illustrazione è stata poi utilizzata anche come cover di Tex Classic 112, tornando quindi in edicola dopo 23 anni dall'ultima apparizione.


N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index, visto che molte sono state recentemente aggiornate con nuove immagini e nuovi riferimenti.