lunedì 30 agosto 2021

LUKE NESS, PHD by MANETTI & PIERI - L'ESECRABILE UOMO DELLE NEVI (strisce 31 e 32)

 di Francesco Manetti & Filippo Pieri


Le ferie, e altri problemi, hanno ritardato ancora l'appuntamento mensile con Luke Ness... Ma ci facciamo perdonare con due strisce davvero... esplosive! Buona lettura! (f.m.)


CLICCATE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRLA E AVERE UN'OTTIMALE ESPERIENZA DI LETTURA!



N.B. Trovate i link alle altre puntate delle avventure di Luke Ness in Cronologie & Index!

domenica 29 agosto 2021

SECRET ORIGINS: MISTER NO 44

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.

Si conclude, nella prima parte dell'albo, l'avventura nella terra dei Moros con un colpo di scena ampiamente prevedibile: il rapimento del giovane Gabriel era tutta una messinscena per sfuggire al padre autoritario. Una farsa che però lo ha condotto insieme ai suoi amici, finti rapitori, e ai suoi inseguitori, in pieno territorio dei pericolosissimi Moros. Con una buona dose di fortuna tutto finisce senza vittime.
Nella seconda parte inizia un'avventura scritta da Castelli per i disegni di Bignotti. Il futuro autore di Martin Mystère stavolta si tuffa in quello che per molti anni a venire sarà il suo mondo, quello dei mysteri. Al centro della storia un pericoloso tratto di mare al largo della Guyana, conosciuto come "l'abisso del diavolo" dove imbarcazioni e aerei scompaiono senza lasciare traccia, una sorta di Triangolo delle Bermude, ma un po' più a sud e un po' meno famoso. La vicenda ha un prologo ambientato in un ospedale militare di Atlantic City nel 1945, in cui Mister No si trova ricoverato dopo una brutta ferita di guerra. Jerry assiste in quell'occasione a una raccapricciante scena che si svolge nel piazzale interno dell'ospedale, con un paziente in fuga che prima si immobilizza come congelato, poi cade a terra, inizia a brillare, scompare, ricompare, infine muore ardendo di autocombustione. Convinto dal medico che lo ha in cura che si sia trattato di un incubo, Mister No, dimentica per una decina di anni l'avvenimento, fino a quando in una sorta di sogno premonitore, vede Deborah Winter, la giovane pilota conosciuta nella recente avventura messicana, protagonista della stessa vicenda. Nella "visione" del pilota, Deborah chiede il suo aiuto mentre inizia a ardere di autocombustione.
Venuto a conoscenza che Deborah, proprio in quelle ore è misteriosamente scomparsa nell'abisso del diavolo, Jerry si precipita a Georgetown, in Guyana, alla sua ricerca, convinto contro tutte le apparenze, che l'amica sia ancora viva.
La didascalia di apertura di pagina 52 riporta un errore, dato che situa la storia nel 1954. In realtà Jerry e Deborah si conoscono in un giorno ben preciso, quello del Rodeo Aereo di Acapulco, fissato esattamente sul calendario dal manifesto di cui abbiamo parlato qualche numero fa: domenica 21 novembre 1954. Dato che si sono frequentati per un po' di tempo e dopo essersi lasciati, si sono rivisti varie volte in vari aeroporti come ci racconta Mister No, la vicenda deve svolgersi almeno nel 1955. In linea del resto con il calendario apparso solo tre numeri fa.
La copertina dell'albo si riferisce alla prima storia ed ha origine proprio da una vignetta di Vladimiro Missaglia, contenuta nelle prime pagine del volume, in cui Mister No e compagno si ritrovano improvvisamente circondati dai Moros. Ferri per la posizione degli indios e del tronco d'albero che apparentemente li sorregge, attinge sicuramente da questa grande vignetta.


Con questo albo e con questa cover, la collana della Gazzetta dello Sport entra nell'anno 1979 della pubblicazione originale. La seconda e ultima apparizione, fino a oggi, di questa immagine risale al gennaio 1993 con la pubblicazione di Tutto Mister No. I colori sono rivisti completamente, inoltre, rispetto alla versione attualmente in edicola, segnaliamo anche una interpretazione diversa della parte di disegno coperta originariamente dal logo. 


Iniziamo il tour delle edizioni straniere di questa cover con la versione transalpina, giunta la numero 53 con l'albo intitolato Le triangle du diable,  il triangolo del diavolo, riferito alla seconda avventura dell'albo. Anche in questo caso, oltre al cambio dei colori, segnaliamo una ricostruzione diversa della porzione di disegno coperta dal logo italiano.
 

In Jugoslavia l'albo con questa cover fu il numero 636 della testata antologica Lunov Magnus Strip. Il volumetto, che conteneva la parte finale dell'avventura nella terra dei Moros, si intitolava Inferno Chaco, riferendosi proprio al territorio abitato dai temibili indigeni. 

Scendendo in Grecia, scopriamo anche che in questo caso l'editore ellenico si vide costretto a ribaltare l'immagine per poter rispettare la grafica di copertina.


Chiudiamo, come a volte accade, con la consueta segnalazione della storia zagoriana firmata da Luigi Mignacco che rende omaggio alle cover di Mister No realizzate da Ferri, Spedizione all'inferno. La quarantaquattresima cover venne ricordata con questa drammatica vignetta molto fedele alla copertina del 1979,  disegnata dallo stesso Gallieno Ferri. 


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index.

IL RELAX DI WILLER

di Filippo Pieri

Su "Relax Enigmistico" n. 520 del Settembre 2019, a pagina 11, all'interno delle "Parole crociate", c'è una citazione bonelliana. Infatti si chiede al 22 verticale: il Willer dei fumetti.




N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

sabato 28 agosto 2021

L'AMICO DI TEX

di Filippo Pieri

Su "Relax Enigmistico" n. 521 dell'ottobre 2019, a pagina 35, all'interno delle "Parole crociate", c'è una citazione bonelliana. Infatti si chiede al 46 orizzontale: Kit amico di Tex Willer.




N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News! 

venerdì 27 agosto 2021

NON VOLEVO FARE IL POMPIERE (MA IL FUMETTARO) - L'ULTIMO LIBRO DI FILIPPO PIERI!

di Francesco Manetti

Fra le persone che più ammiro in ambito fumettistico e, soprattutto, in ambito umano c'è sicuramente l'amico Filippo Pieri, che i lettori di "Dime Web" conoscono anche per essere uno dei nostri più fertili e assidui collaboratori sul fronte della saggistica bonelliana. Insieme a lui porto avanti dal maggio 2020, su queste pagine, la serie a fumetti di "Luke Ness", sulla quale Pieri ha modo di esercitare con profitto (e mio grande spasso!) le sue ottime e inequivocabili doti di disegnatore umoristico. Come sceneggiatore il Nostro ha all'attivo un numero davvero consistente di serie a fumetti, alcune delle quali - come "@Prenderlo nel baugigi", "Meglio l'ergastolo", "D.I.M.E.", "I sogni dei bonelliani", etc. - si sono fatte ben valere negli anni su "Dime Web".


Battista il Collezionista



Fra le altre produzioni del Pieri non possiamo non citare l'immortale "Sambukan e i Pirati della Magnesia", che risale alla fine degli anni Novanta, "Battista il Collezionista" (con la ripresa del personaggio creato da Moreno Burattini negli anni Ottanta su "Collezionare"), "Colin Collins", e "Viviane l'infermiera", disegnata da Cryx e pubblicata da Sbam! Libri nel 2018, serie che avrà presto un seguito. Molte delle opere di Filippo Pieri, pubblicate in Rete e su carta in varie sedi, sono state raccolte in volume (e l'autore ha voluto più di una volta farmi l'onore di associare i suoi fumetti a una mia presentazione). I disegnatori - tutti professionisti nel loro campo - che hanno lavorato con Filippo Pieri sono - in ordine alfabetico - Andrea "Kant" Cantucci, Cristiano "Cryx" Corsani, Luciano Costarelli, Tommaso Ferretti e Matteo Piccinini.

Sambukan



Nell'ultimo volume pubblicato da Pieri (Amazon, luglio 2021), l'autore fa il punto del suo primo quarto di secolo di invidiabile carriera editoriale, curando una pregevole antologia personale e aggiungendovi puntate inedite della strip "I Sogni dei Bonelliani" disegnate da Ferretti. Si tratta di Non volevo fare il pompiere (ma il fumettaro) - Il meglio e il peggio di 25 anni di fumetti da Battista il Collezionista ai Sogni dei Bonelliani.
La copertina - con il pompiere che sarebbe potuto diventare Pieri in una realtà alternativa - è di Ferretti; all'interno troviamo, oltre ai già citati "Sogni" inediti, "Battista il Collezionista" (disegni di Kant), "Sambukan" (disegni di Kant), "@Prenderlo nel Baugigi" (disegni di Ferretti), "Meglio l'ergastolo" (disegni di Piccinini), "Eggs" (disegni di Piccinini) e "Scorie" (disegni di Ferretti). Ogni serie/personaggio è introdotta con apposita prefazione, e fra le firme, anche quelle di due disegnatori: Alessio Bilotta (patron di Slow Comix), Andrea Cantucci, Francesco Manetti, Antonio Marangi (il "boss" di Sbam! Comics) e Matteo Piccinini.

Scorie



La postfazione, intitolata "Perché lo fai?", è dello stesso Pieri. Un passaggio è particolarmente significativo:
"Quindi perché faccio fumetti? Sarebbe come chiedere ad un amante della corsa, perché corre o ad un appassionato di fotografi, perché fa le foto. La risposta è: la passione. Ho sempre amato i fumetti e ho cominciato a seguirli fin da quando ero bambino. Potrei dire che mi hanno salvato la vita e, soprattutto, che mi rendono felice".
Un volume imperdibile che dista da voi soltanto un "click"!


Disegno di Ferretti



Filippo Pieri
Amazon, 2021
Pagg. 100, illustrazioni in b/n
Edizione Kindle € 2,99
Edizione copertina flessibile € 4,99
Edizione copertina rigida € 10,50
Testi di Filippo Pieri
Copertina di Tomaso Ferretti
Disegni di Cryx, Kant, Ferretti e Piccinini
Redazionali di Bilotta, Cantucci, Manetti, Marangi, Piccinini e Pieri


Francesco Manetti

N.B. Trovate i link alle altre novità su Interviste & News!

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 117

di Saverio Ceri

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


In questo albo della ristampa a colori delle avventure di Tex, troviamo riproposti i sei albetti a striscia che vanno dal 18° al 23° della Serie Navajo, la ventottesima collana del ranger nello storico piccolo formato, usciti tra febbraio e marzo del 1962. Il nome della collana si deve a Sangue Navajo, la prima delle due avventure presentate all'epoca in quella serie, che trova la conclusione nelle prime pagine di questo Classic. La seconda e ultima avventura di quella 28a serie a striscia, Linciaggio!, venne narrata su 10 albetti, che troveremo equamente divisi su questo e sul prossimo Classic.
Scoperta l'origine del titolo del 117° Classic, andiamo ora a narrarvi nuovamente (ne parlammo già in occasione della 47a puntata) dell'origine della cover: In redazione hanno scelto, dato che l'avventura contiene una sparatoria in città, anche se non a cavallo, di utilizzare la cover di Tex 36, il villaggio fantasma. Come scoprirete nella gif animata, qui sotto, che ne ripercorre tutta l'avventura editoriale, questa è una delle copertine della 2a serie gigante di Tex, quella che tutt'ora esce mensilmente, prese in prestito dagli Albi d'Oro, esattamente dal quarto numero della terza serie, del 15 aprile del 1956. 

In realtà tutto nasce ancora prima con una copertina di un'albetto a striscia, quella del numero 43 della sesta serie del 2 marzo 1954.
 

Nell'animazione vedete come nel tempo cambia il protagonista, cambiano i colori, spuntano finestre... più o meno la stessa sorte di questa immagine lontano dall'Italia. Qui sotto vedete per esempio, tre edizioni brasiliane, ognuna con uno sfondo di colore diverso: il primo albo è il numero 47 del gennaio 1975, dell'editore Vecchi; il secondo ne è la ristampa curata dallo stesso editore ma con grafica e colori rivisti; il terzo albo, dell'ottobre 1990, è il numero 252 della stessa serie di Tex, nel frattempo passata in mano all'editore Globo, che presenta la stessa immagine di copertina con colori completamente rivisti e con un differente titolo. 
Più sotto l'edizione storica greca, seguita da quelle più recenti spagnola, firmata Planeta De Agostini, e turca.


E con questo gruppetto di immagini provenienti da tre continenti, chiudiamo anche questa puntata di Secret Origins: Tex Classic, appuntamento alla prossima.

Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index. 

CHI ASSISTE DYLAN DOG?

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4645 del 1° Aprile 2021, a pagina 40, c'è la rubrica "Incroci obbligati". Tra le varie definizioni si chiede: chi è l'assistente di Dylan Dog?


N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

mercoledì 25 agosto 2021

JAMES BROWN MILLER, OVVERO “KILLIN JIM,” “KILLER MILLER” OPPURE “DEACON JIM”! UN KILLER PROFESSIONISTA DEL VECCHIO WEST! - LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (LXXXIII PARTE)

di Wilson Vieira


Eccoci dunque arrivati alla 83a parte della nostra "Storia del West", raccontata con dovizia di realistici particolari dal nostro grande amico e collaboratore Wilson Vieira, storico e fumettista brasiliano. Incontrerete John B. Miller, il più cattivo e scaltro killer del Far West che insanguinò la Frontiera con le sue criminose gesta nel XIX e nel XX secolo! Vi ricordiamo che le immagini non bonelliane sono state scelte e inserite nel testo dallo stesso Vieira. Buona lettura! (s.c. & f.m.)




Chi era il killer più feroce del Vecchio West? Era John Wesley Hardin (1853 – 1895)? No! Cullen Baker (1835 – 1869)? No! Bill Longley (1851 – 1878)? No! Suppongo che gli assassini feroci, come la bellezza, siano negli occhi di chi guarda. Un uomo che ottiene molti voti per quel titolo è James Brown Miller. L’unica differenza tra Miller e gli altri è che un uomo qualunque, bianco o nero che fosse, non correva alcun pericolo da parte di Miller a meno che qualcuno non lo avesse ingaggiato per ucciderlo. La maggior parte delle sue uccisioni, non la totalità, delle sue erano contratti; gli altri assassini erano indiscriminati nei loro omicidi. James “Jim” Brown Miller fu uno dei peggiori tra i tanti uomini violenti del Vecchio West.
Miller fu un ufficiale dei Texas Ranger, fuorilegge e killer professionista, che si diceva avesse ucciso 12 persone durante scontri a fuoco e altre attività e incarichi illegali. Spesso vestito in modo impeccabile e sfoggiando buone maniere, non fumava né beveva e spesso andava in chiesa, guadagnandosi il soprannome di “Deacon Miller.” Ma era un lupo travestito da agnello e fu uno di quei “semi cattivi” fin dalla tenera età. La sua arma preferita era un fucile da caccia e presumibilmente indossava una piastra d'acciaio all’interno della camicia - cosa che gli salvò la pelle più di una volta.
Miller nacque il 25 ottobre 1861 (alcune fonti riportano il 24 ottobre 1866) a Van Buren, in Arkansas, da Jacob e Cynthia Basham Miller. Nel 1862, quando aveva solo un anno, lui e la sua famiglia si trasferirono in Texas. Il padre di Jim, Jacob, che era uno scalpellino, partecipò alla costruzione del primo edificio del Campidoglio ad Austin. Jacob morì dopo qualche anno, in data incerta, e la moglie fu registrata come vedova nei rapporti del censimento. Secondo alcune fonti, quando il ragazzo aveva solo otto anni uccise i suoi stessi nonni; tuttavia, questo non è mai stato dimostrato. Nel 1880 viveva con la madre vedova e i fratelli nella contea di Coryell. Quattro anni dopo sua sorella Georgia si sposò con un uomo di nome John Coop, un uomo che Jim Miller detestava. Intorno al 1882, Miller fu arrestato e disarmato dal giovane vicesceriffo di San Saba, Dee Harkey, che divenne in seguito uno dei più famosi uomini di legge del West.

Tex Willer Extra n. 1, luglio 2021. Disegno di Dotti



Dee Harkey (1866-1948) - cowboy, uomo di legge, allevatore e pistolero - nacque a Richland Springs, in Texas, il 27 marzo 1866. Uno di otto figli, rimase orfano all’età di tre anni e fu cresciuto da un fratello maggiore. Durante la sua giovinezza fu testimone di molte violenze, inclusi attacchi indiani, e tre dei suoi fratelli furono uccisi in scontri a fuoco. Harkey iniziò a farsi strada come bracciante agricolo e cowboy, ma all’età di 16 anni divenne vice sotto suo fratello Joe, che era stato eletto sceriffo della contea di San Saba, in Texas. Quattro anni dopo, Harkey si sposò e costruì una fattoria a Bee County, in Texas. Lì entrò in conflitto con un vicino di nome George Young e quando la disputa si trasformò in una rissa all'arma bianca, Harkey uccise Young. Nel 1890 Harkey si trasferì a Carlsbad, nel New Mexico, e fu presto nominato vice marshal. Nel corso degli anni Harkey lavorò come avvocato nel New Mexico, ricoprendo tutta una serie di cariche, tra cui quelle di Town Marshal e di Cattle Inspector. Dopo essere andato in pensione allevò bestiame nella contea di Eddy fino alla sua morte, che lo colse a ottant’anni.
Miller si trasferì nella contea di McCulloch dove si occupò dei cavalli e lavorò come cowboy per Emmanuel “Mannen” Clements Sr., un uomo violento che era il cugino maggiore di John Wesley Hardin. Mentre era lì, Miller divenne buon amico del figlio di Emmanuel, Emmanuel “Mannie” Clements Jr., così come della figlia di Mannen, Sallie. Il 30 luglio 1884, John Coop fu ucciso da un colpo di fucile mentre era a letto nella sua casa a circa otto miglia a Nord-Ovest di Gatesville, in Texas, sempre nella contea di Coryell. Era risaputo che a Jim non piaceva suo cognato e fu dunque arrestati per l’omicidio. Fu processato e condannato all’ergastolo. Tuttavia i suoi avvocati portarono il caso dinanzi alla Corte d’Appello del Texas, dove la condanna fu annullata per un cavillo.




In seguito Miller si unì a una banda di fuorilegge nella contea di San Saba, derubando treni e diligenze e spesso uccidendo durante queste incursioni. In quel periodo acquistò metà delle quote di un saloon a San Saba. Fu in quel momento che intraprese anche una carriera come assassino prezzolato, proclamando che avrebbe ucciso chiunque per denaro (le sue tariffe variavano da 150 dollari a 2.000 dollari).



Una semplice curiosità: le somiglianze tra le due stazione ferroviarie sono una semplice coincidenza? Quella della foto in basso è la stazione della città di Castilho (Brasile/San Paolo) dove ho vissuto dai 7 ai 14 anni. Forse è per questo che mi piace tanto il Western, in modo così atavico, nella forma di saggi, fumetti e libri sull’argomento!



Nella sua nuova carriera Jim si guadagnò la solida reputazione di colui che portava a termine il lavoro in modo rapido ed efficiente, di solito mediante un’imboscata notturna. In apparenza, Miller era un uomo mite, educato, non beveva né fumava, ed era molto ben vestito: indossava una camicia bianca con il colletto rigido, una spilla al bavero, un anello di diamanti e portava sempre una pesante redingote, indipendentemente da quanto caldo poteva essere. Nonostante la sua occupazione, era noto per frequentare assiduamente la chiesa e leggere la Bibbia. Non era un pistolero veloce come tanti altri uomini del West, ma era veloce nell’usare la pistola quando occorreva. Oltre a uccidere su commissione, era anche noto per aver ammazzato diversi uomini nei saloon quando scoppiavano discussioni sulle partite di poker.

Tex Classic n. 73, dicembre 2019. Disegno di Galep



Nel marzo del 1887, il vicesceriffo Joe Townsend di Ballinger, Texas, uccise Emanuel “Mannen” Clements, il futuro suocero di Miller. Clements aveva puntato una pistola al vice che non ebbe altra scelta che difendersi. Sette mesi dopo Townsend fu destinatario di un colpo di fucile esploso di nascosto da una persona rimasta sconosciuta. Non è mai stato dimostrato che sia stato Miller, ma lui e Clements erano in stretta relazione e nei termini di oggi un’imboscata armata era sicuramente il “modus operandi” di Miller. Townsend sopravvisse allo spar, ma dovette subire l’amputazione del braccio destro. Poco dopo l'uccisione di Clements, Miller ne sposò la figlia diciassettenne, Sarah Francis “Sallie” Clements, nella contea di McCulloch il 15 febbraio 1888. Ebbero quattro figli e, a quanto pare, nessuno di loro ereditò la malvagità del padre. La loro prima figlia, Carrie Brown, nacque ad Alpine, in Texas, e morì durante l’infanzia. Claude C. nacque a Pecos.
Miller si spostò poi attraverso il New Mexico Sud-Orientale e il Texas Occidentale, lungo il confine Messicano. Poco si sa delle sue attività in questi anni, ma in seguito si sarebbe vantato di aver ucciso lungo il confine. Nel 1891 Miller era a Pecos, in Texas, dove fu assunto dallo sceriffo della contea di Reeves, George A. “Bud” Frazer (1864 – 1896).





Il ventisettenne Frazer, che era sceriffo da meno di un anno, aveva un disperato bisogno di un vice nella città di frontiera e fece poche domande a Miller. A quei tempi era considerato scortese fare troppe domande sul passato di qualcuno. Sarebbe un errore fatale per Frazer. Miller ben presto trasferì la sua famiglia, insieme al cognato, Mannie Clements, a Pecos, dove la famiglia frequentava la chiesa e, a quanto pare, erano considerati gente onesta. Più o meno nello stesso periodo, i furti di bestiame e di cavalli aumentarono lungo la valle del Pecos e Miller trascorse gran parte del suo tempo all’inseguimento dei ladri. Ma, non catturandone mai nessuno, cominciò a sollevare sospetti nella mente del pistolero locale, il duro Barney Riggs, che era il cognato di Bud Frazer. Poiché l’aumento dei furti aveva iniziato a verificarsi più o meno nello stesso momento in cui Miller era diventato vicesceriffo, Riggs sostenne che forse Miller avrebbe dovuto essere considerato un sospetto e suggerì di licenziarlo. Quando Frazer affrontò il suo vice, Miller si fece beffe dell’accusa. Miller era appoggiato dai membri della sua chiesa e non c'erano prove delle accuse; fu dunque mantenuto in carica da Frazer e continuò il suo servizio come vice. Tuttavia, quando Miller uccise un prigioniero messicano che stava “cercando di scappare”, Frazer iniziò a indagare. Barney Riggs affermò che Miller aveva ucciso l’uomo perché sapeva dove il vice aveva nascosto un paio di muli rubati. Quando Frazer scoprì che Riggs aveva ragione e localizzò i muli rubati, licenziò immediatamente Miller.
Questo fu l’inizio della micidiale e sanguinaria faida Frazer-Miller, che sarebbe durata per diversi anni. È singolare che la maggior parte delle vittime di questa faida furono colpite alla testa. Fra questi Frazer, Hardin, Denson, Earheart, Gibson e Clements. Alla fine, quasi tutti i personaggi coinvolti in questa faida morirono in maniera violenta. Questo non depone a favore dell’equità del vecchio pistolero del Texas. Di solito non c’era niente di giusto in questi uomini. Nessun riguardo per le vittime. Un’altra cosa peculiare è che nessuno di loro fu mai condannato: nove omicidi e nemmeno una condanna.

Deadwood Dick: Fra il Texas e l'inferno, febbraio 2019. Disegno di Frisenda



L’anno successivo, nell’elezione dello sceriffo di Pecos del 1892, Jim Miller si oppose a Bud Frazer ma perse. Questo, tuttavia, non impedì a Miller di farsi nominare Pecos City Marshal. Il marshal Jim Miller assunse quindi suo cognato, Mannie Clements, come suo vice e si circondò di uomini armati, tra cui un pistolero di nome Bill Earhart (1883 – 1896), John Denson, un altro cugino di John Wesley Hardin (1853 – 1895) e Martin Q. Hardin (1862 – 1933); non si sapeva con certezza se fossero davvero imparentati con John Wesley, ma i due si definivano “cugini.”
Nel maggio 1893, lo sceriffo Frazer era via per affari e la banda criminale di Miller prese il controllo della città. Nel frattempo, Miller e i suoi scagnozzi stavano anche escogitando un piano per assassinare lo sceriffo al suo ritorno. Il piano era quello di organizzare una sparatoria sul marciapiede della stazione ferroviaria quando lo sceriffo fosse tornato. Nelle vicinanze ci sarebbe stato un terzo uomo che avrebbe sparato a Frazer, facendo sembrare che fosse stato ucciso da un proiettile vagante. Tuttavia, quando un uomo di nome Con Gibson sentì parlare del piano mentre si trovava in un saloon del posto, contattò Frazer per metterlo al corrente.





Frazer, a sua volta, contattò i Texas Rangers e quando Frazer arrivò, fu da loro affiancato. Il capitano John R. Hughes arrestò dunque Miller, Clements e Martin Hardin. I tre furono incriminati il ​​7 settembre 1893 per aver cospirato al fine di uccidere Frazer. Il caso fu trasferito a El Paso per imbastire il processo; tuttavia Con Gibson, il principale testimone dell’accusa, fuggì nel vicino Eddy (ora Carlsbad), in New Mexico, dove fu colpito a morte dallo scagnozzo di Miller, John Denson. Sfumata questa testimonianza, lo Stato è fu costretto a rilasciare i tre prigionieri. Sebbene Miller fosse ancora una volta sfuggito al lungo braccio della Legge, perse il lavoro di marshal e acquistò un hotel a Pecos. Miller sembrò quindi iniziare a vivere una vita da onesto cittadino e sulla città scese la quiete. Tuttavia iniziò a diffondersi la voce che Frazer non poteva digerire Miller e diceva che non aveva alcun diritto di essere sceriffo. Il discorso creò naturalmente risentimento nel giovane sceriffo. Il 18 aprile 1894, quando Bud Frazer incontrò Miller per strada, gli urlò:

“Jim, sei un ladro di bestiame e un assassino! Eccotene uno per Con Gibson.”

Frazer aprì dunque il fuoco su Miller, colpendolo al braccio destro vicino alla spalla. Miller rispose al fuoco ma riuscì solo a sfiorare di striscio un uomo di nome Joe Kraus, un negoziante locale. Frazer scaricò quindi la sua pistola nel petto di Miller che crollò a terra. Bud se ne andò e scoprì in seguito che, sorprendentemente, Miller non era morto. Gli amici di Miller lo soccorsero e lo portarono nel suo hotel. Inoltre, sorpresi dal fatto che l’uomo non fosse morto, scoprirono che sotto il cappotto portava sul petto una piastra di metallo. Ora divenne chiaro perché l’assassino a pagamento indossava sempre una pesante redingote! Tuttavia tali informazioni non sarebbero state condivise con Frazer. Sebbene Miller fosse sopravvissuto, avrebbe trascorso i mesi successivi in ​​convalescenza e non ci furono altri conflitti tra i due uomini, pur avendo minacciato vendetta per tutto il tempo.
Nel novembre 1894, quando si ripresentarono le elezioni per lo sceriffo, Frazer perse. Si trasferì dunque a Carlsbad, nel New Mexico, dove aprì una scuderia. Frazer tornò a Pecos il mese successivo per sistemare i suoi affari. L’ex sceriffo incrociò Jim Miller davanti all'officina del fabbro Zimmer il 26 dicembre 1894. Avendo sentito delle frequenti minacce che Miller gli indirizzava, Frazer estrasse la pistola e sparò due colpi, uno al braccio destro e un altro alla gamba sinistra di Miller. Jim iniziò quindi a sparare con la mano sinistra, senza successo, mentre Frazer inviò altri due proiettili nel petto di Miller. Di nuovo stupito che Miller fosse ancora vivo e in piedi, Frazer fuggì, confuso. Solo più tardi l’ex sceriffo avrebbe saputo della corazza protettiva di Miller. Nel marzo 1895, John Wesley Hardin, che era diventato un avvocato mentre era in prigione, arrivò a Pecos e presentò accuse di tentato omicidio contro Bud Frazer. Il processo all’ex sceriffo doveva tenersi a El Paso, la cosiddetta “Hell Paso.”

Tex romanzi a fumetti n. 7, febbraio 2018. Disegno di Mastantuono



Tuttavia, Hardin fu ucciso prima che si arrivasse al processo e Frazer fu assolto nel maggio 1896. Miller, ovviamente, era furioso e alla fine si sarebbe preso la sua ultima vendetta. Bud Frazer non era l’unico obiettivo di Miller. Anche Barney Riggs, cognato di Bud, pistolero incallito, l’uomo che aveva smascherato il furto di Miller mentre era vice, era nel mirino di Jim. Riggs sostenne di essere stato l'unico uomo che Killer Jim Miller abbia mai veramente temuto. Miller decise che anche Riggs dovesse morire. All’inizio del 1896 due degli scagnozzi di Miller - John Denson e Bill Earhart - erano a Fort Stockton, in Texas, e borbottavano minacce contro Barney Riggs. Più tardi, la coppia partì alla volta di Pecos, per cercare la nemesi di Miller; ma il vice marshal Dee Harkey spedì un telegramma di avvertimento a Riggs e quando la coppia arrivò, Barney li evitò. Tuttavia, la mattina del 3 marzo, poiché Riggs stava sostituendo un amico come barista allo R.S. Johnson’s Saloon, si trovò da solo. Denson ed Earhart irruppero nel locale e un proiettile sparato da Earhart colpì Barney, che rispose immediatamente al fuoco uccidendo l’altro uomo. Affrontò dunque Denson, prima che l’aspirante assassino fosse in grado di fuggire. Riggs lo inseguì e mentre Denson correva per la strada, gli sparò alla nuca, uccidendolo sul posto. Il piano di Miller per eliminare l’uomo che temeva era fallito. Dopo la sparatoria Riggs si arrese. In seguito fu processato per omicidio e assolto. Più tardi quell'anno, nel settembre 1896, anche se Bud Frazer sapeva che Miller voleva prenderlo, fece l’errore di visitare la famiglia nella vicina Toyah, in Texas. La mattina del 14 Bud stava giocando a carte con gli amici in un saloon, quando Miller aprì la porta e sparò con entrambe le canne del fucile, praticamente facendo saltare in aria la testa di Frazer. Quando la sorella sconvolta di Bud si avvicinò a Miller con una pistola, le disse:

“Ti darò la stessa cosa di tuo fratello; ti sparo dritto in faccia!”

Ancora una volta il fin troppo fortunato e malvagio Jim Miller fu assolto, per l'omicidio di Frazer: la difesa disse che “non aveva fatto peggio di Frazer.” Un uomo di nome Joe Earp (nessuna parentela nota con a quel tempo già famosi Earp Brothers) che aveva testimoniato contro di lui durante il processo, divenne il prossimo obiettivo di Jim. Diverse settimane dopo Joe Earp fu abbattuto, secondo quanto riferito dallo stesso Miller, che galoppò per 100 miglia in una notte per farsi un alibi. Successivamente, Miller si è recato a Memphis, nel Texas Panhandle. È una regione che comprende le 26 contee più a nord dello Stato del Texas. Ha una forma rettangolare, e confina a ovest con lo Stato del Nuovo Messico, a nord e a est con lo Stato dell’Oklahoma. "Panhandle" significa letteralmente “manico della padella”, e infatti questa zona di terreno è come se fosse il manico della “padella” texana. Lì gestiva un saloon, dove si vantava apertamente dei suoi numerosi omicidi.






Si diceva anche che avesse lavorato di nuovo come vicesceriffo “part-time” e che nell’agosto 1898 sarebbe stato nominato Ranger del Texas per un breve periodo.
Non è noto se tutto questo corrisponda a realtà. A quel tempo c’era una linea sottile tra legge e crimine, ma molti resoconti indicano che Jim stava solo fingendo. Nel 1899 un avvocato di nome Stanley perseguì Miller con l’accusa di aver indotto e persuaso una persona a commettere spergiuro. Questa accusa era presumibilmente correlata al caso di Joe Earp durante il processo per l'omicidio di Bud Frazer. Misteriosamente l’avvocato Stanley poco dopo morì di intossicazione alimentare; secondo le fonti, fu molto probabilmente opera di Miller. Miller tornò poi tornato dalle parti di Pecos, dove trascorse un po' di tempo a Monahans. Tuttavia, nel 1900, lui e sua moglie, Sallie, vivevano a Fort Worth, dove l’assassino entrò nel settore immobiliare e ottenne ottimi risultati finanziari.




Ma nonostante questo l’omicidio sembrava scorrere nel suo sangue, e la sua situazione finanziaria ebbe scarso impatto sulla scelta di continuare la carriera di killer. A quel tempo erano in corso le "guerre" fra i grandi e i piccoli allevatori per il controllo dei pascoli e Miller veniva ingaggiato per uccidere i pastori a soli $150 dollari a cranio, arrivando ad ammazzare una dozzina di uomini. Allo stesso tempo c’erano numerose faide in corso per quanto riguardava i recinti, che intralciavano le grandi mandrie di bestiame, e Miller fu più che felice di aiutare i bovari uccidendo i contadini che recintavano le loro terre. Nel 1904 Miller tese un’imboscata e uccise l’avvocato di Lubbock James Jarrott, che aveva rappresentato con successo diversi piccoli allevatori contro i grandi interessi del bestiame. Ricevette 500 dollari per aver teso l’imboscata all’avvocato. Nello stesso anno uccise anche un uomo che faceva affari immobiliari a Fort Worth. T.D. “Frank” Fore, un onesto uomo d’affari che aveva minacciato di spifferare al gran giurì che Miller stava vendendo lotti di terreno che erano in realtà sommersi nel Golfo del Messico. Il 10 marzo 1904 Miller mise all'angolo Fore nel bagno del Delaware Hotel e gli sparò colpendolo a morte. Mentre la gente si precipitava a vedere cosa fosse successo, Miller cadde sul corpo di Fore con le lacrime agli occhi esclamando:

“Ho fatto tutto il possibile per impedirgli di prendere la pistola.”

Sorprendentemente, Miller fu assolto di nuovo. Continuando con le sue azioni malvage, nel 1906 Miller accettò un lavoro nel Territorio Indiano nella piccola città di Orr, in Oklahoma, situata nelle proprietà della nazione Chickasaw. Lì viveva un vice marshal chiamato Ben Collins che prestava servizio anche come poliziotto indiano. Diversi anni prima, Ben Collins aveva cercato di arrestare un uomo di nome Port Pruitt, un importante cittadino di Emet, in Oklahoma; Pruitt aveva resistito all’arresto e Collins gli aveva sparato, lasciandolo parzialmente paralizzato. Port e suo fratello giurarono pubblicamente vendetta su Ben Collins. Assunsero dunque Killer Miller, al prezzo di 1.800 dollari, per prendersi cura del loro nemico. Il 1 agosto 1906, mentre Collins stava tornando alla sua fattoria, ricevette una scarica di pallettoni che lo fece cadere da cavallo. Anche se il giovane uomo di legge esplose quattro colpi mentre era a terra, un’altra fucilata gli squarciò il viso. Fu presto avviata un’intensa indagine che indicò colpevoli Killer Miller e un uomo di nome Washmood. Ancora una volta arrestato, Miller trascorse un breve periodo in carcere, ma fu presto rilasciato su cauzione. Prima che Miller potesse essere processato, tutti i testimoni furono uccisi e, ancora una volta, l’accusa morì... per mancanza di testimoni e di prove.




Successivamente Miller fu accusato di aver ucciso Pat Garrett (1850) il 28 febbraio 1908. Garrett sarebbe stato ucciso a causa di una disputa su un terreno, e secondo alcuni resoconti Miller commise l’omicidio come killer a pagamento. Quando Pat Garrett fu ucciso si scoprì che Miller era stato da quelle parti. Le persone che conoscevano meglio Miller e i suoi metodi hanno sempre creduto che fosse in qualche modo coinvolto nella faccenda, e non si convinsero mai del contrario.
È tuttavia improbabile che il colpevole fosse Miller poiché in seguito un uomo di nome Wayne Brazel confessò di aver commesso il crimine. Anche un uomo di nome Carl Adamson, che era sposato con un cugino di Sallie Miller, era con Garrett quando è stato ucciso. Questo fece nascere la voce che Miller fosse coinvolto, ma la maggior parte degli storici concorda sul fatto che l’omicidio di Garrett sia avvenuto senza il coinvolgimento del noto killer. Il rapporto del coroner sulla morte di Garrett affermò che Brazel aveva sparato a Garrett. Brazel confessò, ma fu assolto al processo. Furono proposti negli anni altri quattro sospetti: Carl Adamson, W.W. Cox, Archie Prentice “Print” Rhode e lo stesso Miller.




In un libro pubblicato nel 1970, Glenn Shirley spiegò perché Miller dovesse essere considerato l’assassino di Pat Garrett. Leon C. Metz, nella sua biografia di Garrett del 1974, riportò l’affermazione di W.T. Moyers per cui “le sue indagini lo portarono a credere che lo stesso W.W. Cox avesse teso un’imboscata e ucciso Garrett”, ma scrisse anche che “la famiglia Garrett crede che Carl Adamson abbia premuto il grilletto”.
Nel suo libro del 2010 su Billy the Kid e Pat Garrett, Mark Lee Gardner suggerisce che Archie Prentice “Print” Rhode (1869 – 1942) abbia ucciso Garrett.
Il 29 dicembre 1908, Emmanuel “Mannie” Clements Jr., amico di lunga data di Miller, fu ucciso in una rissa in un saloon a El Paso, in Texas. Miller giurò vendetta e, senza dubbio, sarebbe andato avanti, se non gli fossero stati offerti circa 1.700 dollari per uccidere l’ex marshal Allen Augustus “Gus” Bobbitt ad Ada, in Oklahoma. A quel tempo, la città di Ada era un fiorente centro del cotone, ma aveva anche una reputazione violenta. Nel 1908 erano state uccise circa 36 persone. Bobbitt aveva lasciato la carica di vice marshal dopo che l’Oklahoma era diventato uno Stato l’anno precedente e si era trasferito in un ranch vicino a Roff. Tuttavia, anche se in pensione, Bobbitt non era tranquillo riguardo a molti degli eventi che si svolgevano nella zona. Un certo numero di cittadini, tra cui i proprietari di saloon Jesse West e Joe Allen, stavano praticando quello che era noto come “Indian Skinning.” Questa pratica nasceva dal fatto che ai Nativi Americani stati concessi 160 acri ciascuno in cambio della loro terra sita nella riserva. Sebbene la legge dell’Oklahoma richiedesse che qualsiasi terra del genere venduta ai bianchi dovesse avere l’approvazione del giudice della corte di contea, un certo numero di opportunisti approfittò della situazione, spesso facendo ubriacare gli indiani e comprando i loro 160 acri per un minimo di 50 dollari.

Tex n. 99, gennaio 1969. Disegno di Galep



Gus Bobbitt, sconvolto da quello che stava succedendo, iniziò a rendere pubblici questi eventi e si prodigò per ottenere cambiamenti presso le cariche elettive della città e della contea. Di conseguenza, coloro che guadagnavano profumatamente da questi traffici assunsero il famigerato Jim Miller per risolvere il problema. Il 27 febbraio 1909 Bobbitt fu colpito da un colpo di arma da fuoco mentre tornava a casa con il suo carro da Ada. Sopravvisse per circa un’ora, ma, prima di morire, istruì sua moglie su come disporre della sua proprietà, che includeva un 1.000 dollari come ricompensa per l’uomo che lo aveva ucciso. In pochissimo tempo, una posse si formò per inseguire l'assassino di Bobbitt, sperando di ottenere la ricompensa. Essendo sempre sfuggito alla giustizia, Miller era così sicuro di farcela anche questa volta la che non si impegnò nella fuga. La posse trovò ben presto il suo cavallo a casa di un uomo di nome Williamson, che si diceva fosse un altro dei tanti parenti di Miller. Miller aveva preso in prestito una cavalla da Williamson, confessandogli di aver ucciso un uomo e minacciandolo di morte se avesse parlato. Alla fine la posse rintracciò il famigerato assassino a pagamento e scoprì che l'omicidio di Bobbit era il risultato di una cospirazione messa in atto da diversi individui. Uno speculatore nel ramo bestiame di nome Berry Burrell aveva assunto Miller, ma non agiva da solo. Anche molte altre persone coinvolte nel redditizio “Indian Skinning” facevano parte dell’omicidio. Ad aprile, Miller, insieme a Jesse West, Joe Allen e Berry B. Burrell, furono arrestati per l’omicidio di Gus Bobbitt. Il 6 aprile 1909 tutti i cospiratori erano stati imprigionati ad Ada, in Oklahoma. Sebbene fosse ben noto che Miller e gli altri avevano ucciso Bobbitt in un contratto di omicidio su commissione, le prove non erano solide. Venerdì 16 aprile 1909 si tenne un’udienza preliminare e la corte fu chiusa ai giornalisti; tutti coloro che entrarono nella corte furono perquisiti. La cauzione fu negata ai cospiratori. Peeler e Williamson furono trasferiti nel carcere di Tecumseh.
Il miglior avvocato difensore dello stato, Moman Ptuiett, era disponibile all’epoca, dopo aver appena ottenuto una sentenza di non colpevolezza nel caso di James Stevenson che aveva ucciso il marshal di Pauls Valley. I cittadini di Ada erano però già in vena di linciaggio per la morte di uno dei loro più amati concittadini. Erano completamente stufi di avvocati costosi che facevano liberare senza scrupoli assassini senza morale. La città apprese del verdetto di Stevenson il 17 aprile. Se Pruiett era riuscito a far assolvere Stevenson, avrebbe potuto fare lo stesso per Miller ed erano convinti che Miller avesse assunto Pruiett. La consapevolezza della mancanza di prove e i trascorsi di Miller, che non aveva mai subito le conseguenze delle sue azioni, fecero sì che un gruppo di circa 50 uomini prendesse d’assalto la prigione il 19 aprile. La folla sopraffece rapidamente i carcerieri e trascinò fuori i quattro imputati. Le strade di Ada erano stranamente buie verso le 2:30 del mattino quando la folla trascinò i prigionieri dalla prigione al fienile, a soli 30 piedi di distanza. Alcuni vigilanti avevano costretto un addetto della compagnia elettrica a spegnere i lampioni. La folla usò vecchie lanterne per illuminare il fienile. Non è noto se i quattro uomini abbiano pronunciato le loro ultime parole, ma il vice Goyne in seguito ha ricordato che Miller non aveva parlato, spiegando:

“Lo so di sicuro, perché l’ho impiccato io.”


Zagor n. 72, giugno 1971. Disegno di Ferri



Questo è lo stesso Goyne che dopo il linciaggio aveva dichiarato che la folla lo aveva legato in prigione. In una stalla abbandonata dietro il carcere, i prigionieri venivano legati con fil di ferro e alcune corde furono lanciate sulle travi. I rabbiosi vigilanti di Ada avevano legato le loro corde in semplici anelli; non erano nodi da boia, il che significava che i quattro assassini dovevano finire lentamente, strangolati a morte. Miller e gli altri dovevano essere impiccati per primi. Quando  i vigilanti gli chiesero di ammettere i suoi crimini, Miller avrebbe risposto:

“Lascia che il verbale mostri che ho ucciso 51 uomini.”

Morì così, chiedendo freddamente di essere impiccato con il cappello in testa. Prima di morire, chiese anche che il suo cappotto di panno nero fosse drappeggiato intorno alle sue spalle. Poi disse:

“Tirate la corda!”

Dopo la sua morte, un rispettato cittadino disse di Miller:

“Era solo un assassino, l’uomo peggiore che abbia mai conosciuto.”




In ogni caso, i quattro uomini furono appesi alle travi, uno alla volta; a Miller toccò per ultimo. Nella penombra i loro corpi sospesi proiettavano ombre grottesche. I corpi rimasero appesi così come erano stati lasciati fino a dopo le sette del mattino, quando lo sceriffo fece tagliare le corde e li consegnò all’impresario delle pompe funebri. Qualcuno ha detto:

“Guardare i quattro uomini appesi nel fienile potrebbe aver scioccato qualcuno del posto, ma senza dubbio ha anche fatto tirare un sospiro di sollievo a molte persone. Il linciaggio di quei quattro criminali non è stato bello ma è stato ritenuto necessario.”

Quale cittadino esemplare avrebbe infatti voluto veder Miller e compagnia a piede libero? Giustizia era stata fatta, nello stile Wild West. Con Jim B. Miller impiccato da una folla di cittadini ad Ada si concluse la carriera del peggiore e più pericoloso di tutti i criminali che ai vecchi tempi praticavano l’uccisione di uomini.  Il corpo di Miller fu portato a Fort Worth ed è sepolto nel cimitero di Oakwood con i famosi pistoleri Luke Short e “Longhair” Jim Courtright. L’affluenza di pubblico presso le pompe funebri e al funerale fu cospicua. I corpi di West e Allen furono spediti a Mobeetie, in Texas, dove furono sepolti fianco a fianco agli imponenti monumenti degli Woodmen of the World. La moglie di Allen, Bessie, fu sepolta dall’altra parte del camposanto. Il servizio funebre di West e Allen durò circa tre ore e vide la partecipazione di cinquecento persone. Il corpo di Burrell fu raccolto da suo fratello, e portato a Weatherford, in Texas, dove fu posto accanto a suo padre in una tomba anonima; nessuno era presente. Il corpo di Miller fu riportato in Texas, e giace sepolto nell’Oakwood Cemetery di Fort Worth. Il governatore Charles N. Haskell (1860 – 1933) era sconvolto dal fatto che le autorità di Ada non lo avessero subito informato del linciaggio. Istituì un gran giurì speciale ad Ada per indagare e identificare i responsabili. Il gran giurì si riunì per tre giorni e interrogò 28 persone informate dei fatti. Nessuno poté, o volle, identificare i membri della posse. Il gran giurì concluse così:

“Deploriamo che questa vicenda abbia avuto luogo nella nostra contea e crediamo che in questa materia la legge avrebbe dovuto seguire il suo corso, e riteniamo inoltre che l’evento sia stato in gran parte dovuto alla tardiva amministrazione della giustizia da parte del tribunale”.

Non era sorprendente; raramente nel selvaggio West le autorità perseguivano i cittadini coinvolti nei linciaggi. Con la morte di Miller l’ultimo grande e terribile sicario del Texas passò alla storia...





Wilson Vieira

N.B. Trovate i link alle precedenti puntate della Storia del West nella pagina dedicata e in Cronologie & Index!