lunedì 30 luglio 2018

RISATE BONELLIANE SPECIALE 1

di Filippo Pieri

Seguendo la tradizione della casa editrice milanese che da decenni pubblica quelli che erano gli "speciali estivi", anche la rubrica "risate bonelliane" propone il suo... speciale! In questo numero infatti vi proporremo "barzellette grafiche" ispirate a eroi fumettistici non appartenenti alla Sergio Bonelli Editore. La prima, tratta dalla "Settimana Enigmistica" n. 3806 del 5 Marzo 2005 (pagina 15), ricorda l'Omino Bufo; la seconda, tratta dal n. 4025 del 16 Maggio 2009 (pagina 15), è una parodia diretta di Spiderman; e la terza, tratta dal n. 4294 del 10 Luglio 2014 (pagina 43), prende di mira Tarzan, personaggio anche dei comics. Enjoy!





N.B. Trovate i link alle altre puntate delle "Risate Bonelliane" su Cronologie & Index!

giovedì 26 luglio 2018

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 37

di Saverio Ceri

Come per il precedente albo, questo trentasettesimo classic presenta una cover di Tex poco nota al grande pubblico. La sua unica precedente apparizione nelle edicole del nostro paese risale al giugno del 1955, in occasione dell'uscita del diciottesimo albo d'oro della seconda serie di quella fortunata ristampa quindicinale. Qui sotto potete vedere la cover dell'epoca.


Rispetto all'edizione della metà del secolo scorso, quella del terzo millennio che trovate nelle edicole in questi giorni, presenta un cielo più rosso, quasi da tramonto; per il resto non ci sono grandi cambiamenti rispetto all'immagine originale galeppiniana. 
Il trentasettesimo classic ristampa le avventure pubblicate per la prima  volta sulla quinta serie a striscia di Tex nei numeri tra il 25 e il 30, usciti a cavallo tra il 1952 e il 1953.



Questi sei albi costituiscono l'epilogo della vicenda de La Montagna misteriosa, episodio che Claudio Villa ha voluto ricordare nella cover del nono numero della Tex Edição Histórica nel dicembre 1994 della brasiliana Globo.


L'edizione  italiana di questa copertina la ritroviamo sotto forma di miniposter nel numero nove di Tex Nuova Ristampa, datato novembre 1996.


Saverio Ceri

Trovate tutte le altre origini delle copertine di Tex Classic alla pagina Cronologie & Index!

mercoledì 25 luglio 2018

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 36

di Saverio Ceri

La  vicenda editoriale dell'immagine di copertina del trentaseiesimo classic di Tex è semplice. L'illustrazione è apparsa in edicola una sola volta nel maggio del 1955 come cover del sedicesimo albo d'oro della seconda serie del quindicinale che ristampava all'epoca, per la prima volta nel classico formato bonelli, le strisce di Aquila della Notte.
In particolare in quell'albo, e in quello precedente, entrambi contenuti in questo classic, venivano ristampate le strisce dalla 19 alla 24 della quinta serie della collana del Tex, uscite tra fine ottobre e inizio dicembre del 1952.
A parte i colori odierni, decisamente più accesi, l'immagine di Galep non presenta particolari differenze rispetto a quella originale. Qui sotto le potete vedere entrambe.




Saverio Ceri

Trovate tutte le altre origini delle copertine di Tex Classic alla pagina Cronologie & Index!

venerdì 20 luglio 2018

IN FUMETTERIA E IN LIBRERIA ARRIVA "VIVIANE L'INFERMIERA"!

a cura della Redazione

Ah, la dolce Viviane! Se non ci fosse lei, in quella gabbia di matti che alberga a Casa Nova… Tanto candida e ingenua quanto bellissima, crea grande scompiglio nella sonnolenta vita degli anziani ospiti della struttura, come in quella dello staff. Dalla cinica e avida direttrice Gabriella Kaputt, all’inserviente Paco, dal focoso Raulo al (per nulla focoso!) dottor Noè, fino a Don, Principe, Macao e Jesus, gli ospiti della casa di riposo, novelli Amici Miei tornati tra noi: tutti devono fare i conti con lei. Evidentemente ispirate alla mitica commedia sexy italiana degli anni Settanta, sia pure aggiornate ai gusti e ai temi di oggi, e magari anche al "Vernacoliere" di oggi, ecco le storie a fumetti autoconclusive di Viviane l’infermiera. Ma attenzione: con il loro umorismo scollacciato nascondono molto più di quello che sembra a prima vista, e anche a Casa Nova nulla è davvero come dovrebbe essere… 



Un estratto del volume che può essere richiesto presso la vostra libreria o fumetteria di fiducia lo trovate su Issuu. Il libro si può acquistare sul sito dell'editore tramite Paypal
(importante specificare il titolo del volume: Viviane l'infermiera); oppure presso la libreria Feltrinelli o sul loro sito online; o presso Ibs sul loro sito online; o anche presso Amazon.




GLI AUTORI

Filippo Pieri è nato a Firenze, dove tuttora conduce una doppia esistenza: portiere di giorno, fumettista di notte. Ed è quindi di notte che ha lavorato ai suoi Battista il collezionista (1998), I sogni dei Bonelliani (2013), La morte non è niente (2015) e I pirati della Magnesia (2018). Dal 2012 collabora a "Dime Web", alla webzine "Cartaigienicaweb" e alla rivista digitale "Sbam! Comics" - con le sue parodie bonelliane e vari altri progetti.

Anche Cristiano Corsani, aka Cryx, è di Firenze, dove è nato un bel po’ di tempo fa. In età adolescenziale mancò – ahilui! – il bivio fondamentale della sua vita, decidendo di dedicarsi all’informatica anziché al fumetto. Ma questo non gli ha certo impedito di disegnare, arrivando a collaborare con vari editori e a realizzare le sue autoproduzioni. Al suo attivo ha L’evoluzione della specie (2015), Un giorno da sistemista (2017) e Mobil suit 500: l’esperimento (2018), oltre ovviamente alle delicate linee di Viviane.




LA SCHEDA
Autori: Filippo Pieri – Cristiano ‘Cryx’ Corsani
Titolo: Viviane l’infermiera
Introduzione: Moreno Burattini
Collana: Sbam! Libri
Genere: avventure umoristiche 
Veste editoriale: 64 pp. b/n, brossura con alette
ISBN: 978-88-85709-09-6
Data uscita: agosto 2018
Prezzo: € 9,50


N.B. trovate i link alle altre novità editoriali su Interviste & News!

mercoledì 18 luglio 2018

LA COVER PIÙ CITATA - DODICI

di Francesco Manetti

Continua il nostro simpatico tormentone sulla cover bonelliana più citata, quella di "Dylan Dog" n. 1 del 1986.

Cominciamo da qualcosa che avevamo già visto, ovvero "Dylan Dog Grande Ristampa" n. 1: di questa copertina esiste anche la versione francese del 2013, che ha colori diversi rispetto all'originale italiano.



E a proposito di Francia, ecco una versione diversa (e senza scritte e logo) della copertina del volume Glénat n. 1 che avevamo già visto.




Parlando di versioni diverse della stessa copertina, ecco questo n.1 americano con i colori completamente cambiati rispetto al classico italiano del 1986!



Anche di Dylan Top, la parodia disneyana di Dylan Dog, avevamo già parlato, pubblicando la copertina di "Topolino" che citava quella dylaniata. In realtà anche la prima vignetta della storia era una diversa citazione della stessa cover.


Sempre con Dylan Top c'è anche un'altra copertina, con la trilogia disneyan/bonelliana in un unico volume: torna la cover più citata, con il disegno ribaltato.




C'è poi una parodia che è apparsa anche sul blog di Moreno Burattini nel 2011, che chiaramente si rifà alla famosa copertina, non fosse altro per la mano scheletrica che spunta dalla terra!


Anche per i manifesti del Dylan Dog Horror Fest il copertinista Claudio Villa citò in parte se stesso, mettendo al posto del cimitero e degli zombi una minacciosa pellicola cinematografica!



Altra autocitazione (stessa ambientazione, stessa posa, seppur in differente inquadratura) di Villa per questo tondo di Dylan che è stato utilizzato in mille salse dalla Bonelli e da vari licenziatari: locandine, spille, agende, figurine autoadesive, etc.


C'è infine questa citazione pittorica di DD 1 eseguita da Francesco Conte, dove il Nostro è insieme a Dampyr.



Per il momento è tutto!


Francesco Manetti

N.B. Trovate i link alle altre interpretazione del DD 1 su Cronologie & Index!

martedì 17 luglio 2018

LA COVER PIÙ CITATA - UNDICI

di Filippo Pieri

A distanza di due anni dal primo post sulla "Cover più citata", a cui ne sono seguiti altri nove, continuano a "spuntare" le citazioni della copertina del primo mitico "Dylan Dog" del 1986, realizzata da Claudio Villa. Oggi vi segnaliamo la "Lego version" di Andrea Lisso.






N.B. Trovate i link alle precedenti puntate della Cover Più Citata in Cronologie & Index!

RISATE BONELLIANE 10

di Filippo Pieri

La rubrica con vignette prese dalla "Settimana Enigmistica" raggiunge la doppia cifra e lo fa festeggiando l'evento con un... "numero speciale". Infatti tutte e tre le barzellette grafiche di questa puntata sono legate in qualche modo al mondo di Dylan Dog, con cimiteri, fantasmi e luna piena! La prima viene dalla "Settimana Enigmistica" n. 3619 del 4 Agosto 2001 (pagina 43), la seconda dal n. 3625 del 15 Settembre 2001 (pagina 43) e la terza dal n. 4056 del 19 Dicembre 2009 (pagina 15). Buon divert... pardòn! Buon brivido!




N.B. Trovate i link alle altre "Risate bonelliane" su Cronologie & Index!

domenica 15 luglio 2018

DIME WEB INTERVISTA MAJO! (LE INTERVISTE LIX)


a cura di Elio Marracci

L'autore con cui dialoghiamo oggi, Mario Rossi in arte Majo, è nato a Brescia il 31 gennaio 1963. Formatosi come altri futuri colleghi alla scuderia del disegnatore argentino Rubèn Sosa, nel 1991 esordisce sulle pagine di “Full Moon Project”, della Eden/Center TV, di cui disegna il terzo episodio, Bambole, e realizza le matite del quinto, Il ponte di AngoulêmeNel 1993 presta collaborazione alla Star Comics, disegnando l’episodio Operazione Goliath scritto da Stefano Vietti per la serie “Lazarus Ledd”, creata da Ade Capone. Nel 1994, insieme con il gruppo di fumettisti bresciani con il quale collabora, riceve l’incarico dalla casa editrice perugina di creare “Hammer”, una nuova testata fantascientifica.

Majo, da "Tex Willer Blog"


Disegna e partecipa alla scrittura del primo albo, che anticipa di qualche anno temi solo in seguito approfonditi e rilanciati da cinema e letteratura. Alla chiusura prematura di “Hammer”, Majo viene arruolato in forza alla Sergio Bonelli Editore dove viene coinvolto nel "progetto Dampyr", divenendo il characters-designer dei personaggi principali e degli antagonisti e definendone gli stilemi visivi fortemente realistici. Otre che con Bonelli, ha collaborato alla realizzazione di serial, destinati al mercato francese, pubblicati dalle editrici Soleil e Glénat. È anche autore dei disegni del "Texone" dal titolo I Rangers di Finnegan, uscito il 20 giugno 2018 nelle edicole e nelle fumetterie italiane.


DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono potresti presentarti? In due parole chi è Mario Rossi in arte Majo?

MAJO - Ho cinquantacinque anni, ho moglie e un figlio di dieci anni e vivo in provincia di Brescia. Ho un diploma artistico e dopo la scuola ho iniziato a lavorare in pubblicità fino al 2000, quando ho abbandonato l’attività per dedicarmi completamente al fumetto, di cui mi occupavo già dal 1991.

Rubén Sosa

DW - Come si è sviluppata in te la passione per il disegno?

MAJO - È il cosiddetto “dono di natura”. Ho sempre coltivato la passione, sin da piccolo.


DW - Quando hai deciso che saresti diventato un fumettista?

MAJO - È successo verso la fine degli anni '80, mentre frequentavo la Scuola di Fumetto di Brescia del compianto autore argentino Rubén Sosa. Grazie a lui ho capito che avevo le attitudini necessarie per affrontare la carriera fumettistica. Al resto ci hanno pensato una serie di fortunate coincidenze.


DW - Hai lavorato sia per il mercato italiano, sia per quello estero, in particolare quello francese. Quali analogie e quali differenze hai trovato fra i due ambienti?

MAJO - In realtà le mie esperienze sul mercato francese si riducono solo a quattro progetti, troppo poco per avere un'idea generale sufficiente a evidenziare eventuali analogie e differenze. Ho potuto solo constatare che in Francia il fumetto è considerato, di norma, al pari di altre arti, come la letteratura o la pittura, che in Italia vengono ancora ritenute “più nobili”. Inoltre, un aspetto puramente tecnico, nel fumetto francese si prediligono i campi lunghi, piuttosto che i primi piani sui personaggi, come nella tradizione italiana o americana.




DW - Le prime serie a fumetti che ti vedono come componente del team di autori che le ha realizzate sono state “Full Moon Project” edita dalla Eden e “Hammer” pubblicata da Star Comics. Come mai hai pensato che fosse meglio esordire in gruppo?

MAJO - Non l’ho pensato affatto. Come membro della compagnia di ragazzi uniti dalla stessa passione, usciti dalla scuola di Fumetto, ho partecipato a quello che è stato il mio/nostro primo progetto. L’aderirvi è stata una cosa del tutto naturale, coinvolgente ed entusiasmante.


DW - Sia “Full Moon Project” che “Hammer” sono state ottime serie. Cosa secondo te non è andato come avrebbe dovuto portandole ad una chiusura prematura?

MAJO - Con il primo progetto, eravamo esordienti chiamati a gestire una serie in quattro e quattr’otto, con il supporto alquanto altalenante della casa editrice. Sicuramente l’inesperienza è stata penalizzante. Ciò nonostante il lavoro prodotto aveva rafforzato il collante del gruppo, permettendoci di presentarci e inserendoci sul mercato, prima alla spicciolata con alcune esperienze singole, poi nuovamente insieme con "Hammer", un serial strutturato che poteva benissimo competere con le testate concorrenti della Bonelli. Purtroppo le vendite non ci ripagarono delle buone intenzioni e fummo costretti a chiudere.



DW - A conferma di quello che ho affermato precedentemente, “Hammer” è stato ristampato nel 2014, in volumetti con nuove copertine, da Mondadori Comics. Che effetto ti ha fatto rivedere questo lavoro pubblicato nuovamente dopo più di vent'anni?

MAJO - La fiamma si è riaccesa per un attimo e per poco si è vagheggiato di alimentarla, ma le insondabili alchimie editoriali ci hanno riportato alla realtà, complici anche i vari impegni professionali di ognuno di noi, con carriere ormai avviate su percorsi paralleli, ma diversi.



DW - Dopo l'esordio con Eden e la parentesi Star Comics, sei diventato un collaboratore di Sergio Bonelli Editore dove attualmente sei a lavoro sulla serie "Dampyr". Puoi raccontarci come sei arrivato in via Buonarroti?

MAJO - Attualmente, in realtà, non faccio parte effettivamente di uno staff, e questo mi piace. Diciamo che saltabecco fra "Dampyr" e "Tex". L’arrivo in Bonelli lo devo a Mauro Boselli. Era il '97 e dopo aver effettuato alcune prove per "Zagor", Mauro mi ha affidato la realizzazione degli studi del nuovo personaggio creato in coppia con Maurizio Colombo, che nel 2000 sarebbe uscito in edicola col nome di "Dampyr". Da quel momento ho realizzato per la serie sedici albi e ho collaborato ultimamente per un numero corale disegnando una ventina di pagine.


DW - In Bonelli lavori a stretto contatto con Mauro Boselli. Visto che lo conosci bene, puoi raccontarci un aneddoto su questo gigante della cultura fumettistica italiana?

MAJO - Mauro Boselli è uno straordinario autore, con una spaventosa cultura non solo fumettistica. Si dedica al suo lavoro senza risparmio e pretende la stessa attenzione dai suoi collaboratori, ma è anche un uomo di cuore che non dimentica mai di avere a che fare con delle persone, prima che con professionisti. Non ho aneddoti particolari che possano descrivere meglio di così un amico e stimato collega.




DW - Sei autore del "Texone" uscito in edicola e in fumetteria il 20 giugno 2018. Come è stato confrontarsi con il personaggio principe della nona arte italiana?

MAJO - Disegnare il genere western è stato il mio più grande desiderio fin dagli inizi della mia carriera. Dopo venticinque anni sono stato esaudito rappresentando il personaggio principe del panorama fumettistico italiano. Mai me lo sarei aspettato quando ho iniziato a leggerlo da ragazzino. È stato un lavoro molto impegnativo, durato tre anni e mezzo, ma sono felice di averlo affrontato con la maturità necessaria, non solo nella tecnica, ma soprattutto nella testa. Ho rappresentato infatti un West meno carico di cliché che probabilmente avrei usato in età giovanile.


DW - Nel tuo accostarti al personaggio ti sei rifatto ad un modello preciso?

MAJO - Sì! Per costruire i miei personaggi ho sempre adottato lo stesso metodo: ispirarmi a modelli reali. Questo, per quanto mi riguarda, per preservarmi il più possibile dal rischio di realizzare un parco di “personaggi tipo” che ruotano nel tempo, finendo inevitabilmente per assomigliarsi. Basandomi invece su uno o anche più modelli di riferimento riesco a costruire dei protagonisti sempre originali, unici e a tutto tondo.




DW - C’è un’altra testata bonelliana per la quale non hai mai lavorato e che ti piacerebbe disegnare?

MAJO - Mi piacerebbe realizzare un progetto personale per “Le storie”, la testata curata da Gianmaria Contro, e non è detto che prima o poi non provi a propormi.


DW - Quali sono gli artisti che ti ispirano?

MAJO - Tutti e nessuno, nel senso che sono un grande ammiratore del segno, del disegno e della scrittura, più che dell’autore, che si tratti di arte figurativa, compresa la fotografia, o letteraria. Potrei citarti, così sulle prime, ma solo indicativamente, artisti come Hermann e Frazetta, Caravaggio e Hopper, oppure Curtis e Avedon.


DW - Hai lavorato su storie di vario genere tra cui horror, fantascienza, western. Questo mi dà lo spunto per chiederti: quali sono i generi prediletti da Majo?

MAJO - Inizialmente il western. Diciamo, adesso, lo storico con tutte le sue varie declinazioni. A parte questo, come tu hai giustamente notato, non è mai stato il genere a crearmi particolari problemi. La sperimentazione è sempre fonte di arricchimento. Facendo un parallelo con il cinema, ad esempio, amo e ammiro i registi che si sono cimentati in vari generi, anche se con risultati non sempre brillanti.




DW - C'è un motivo particolare per cui firmi i tuoi lavori con uno pseudonimo?

MAJO - Quando ero ragazzo tutti i miei amici avevano un soprannome tranne me. Mi è sempre rimasto il singolare desiderio di averne uno, così me lo sono inventato e l’ho adottato come firma.


DW - Esiste una pubblicazione o un personaggio, anche non disegnato da te, che hai amato sopra ogni altro?

MAJO - Quando ero ragazzo andavo pazzo per “La storia del west” di Gino D’Antonio e per gli acquerelli di Remington.


DW - Quali fonti usi per documentarti?

MAJO - Prima dell’avvento di Internet, pescavo fra libri illustrati e fotografici, riviste di moda e specialistiche, monografie di artisti di vario genere, foto di amici che si prestavano a fare da modelli e, soprattutto, autoscatti al sottoscritto. Ora Google ha facilitato enormemente la ricerca, anche se, per approfondire, non ho trovato ancora nulla che sostituisca una buona pubblicazione cartacea.


DW - Oltre ai libri e ai fumetti che sicuramente userai per documentarti, quali altre letture fai?

MAJO - Leggo veramente di tutto e dipende spesso dal lavoro che sto facendo. Se mi volto a dare uno sguardo ai miei scaffali, riesco a decifrare Conrad, Flaiano, Saviano, Wallace, Stevenson…


DW - Sei un disegnatore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure sei uno di quelli che si alza di notte a disegnare perché ti è venuta l’ispirazione?

MAJO - Sono abbastanza metodico, ma soprattutto lento, e quando arriva il momento della consegna qualche notte ci scappa inevitabilmente.


DW - Come si svolge la tua giornata tipo?

MAJO - Essendo il programmatore del mio lavoro, non ho altri obblighi da rispettare se non i termini di consegna, per cui gestisco le giornate come mi fa comodo, secondo i diversi impegni extralavorativi.



DW - Quanto di te c’è nel tuo lavoro? Quanto di quello che ti circonda? Quanto d'inventato?

MAJO - Tutto ciò che hai menzionato c’è nel mio lavoro; in che misura non te lo so definire, ma sono convinto che sia così anche per tutti i miei colleghi, è inevitabile. Il nostro lavoro è quello di trasmettere e suscitare emozioni e ognuno lo può fare solo alla propria maniera, con le sue conoscenze, la sua sensibilità e la sua fantasia.


DW - È innegabile il grande successo di autori come Sio e Zerocalcare che hanno cominciato a farsi conoscere diffondendo i proprio lavori su Internet. Alla luce di questa considerazione ti chiedo: cosa ne pensi e come vedi l’utilizzo della Rete nel campo dei fumetti?

MAJO - La Rete ha fornito a tutti la possibilità di rendersi visibili ed è perciò un grande vantaggio per chi fa il mio lavoro. Personalmente, mi limito a frequentarla solo a fini documentativi o d’informazione, ma ciò non toglie che ne riconosca l’indubbia potenzialità, se usata nella giusta maniera. È giusto che chi ha iniziativa colga questa possibilità e la sfrutti per far conoscere le proprie idee e i propri progetti. Alla fine la Rete non fa regali ma sottostà alle regole di qualsiasi mezzo di comunicazione, e chi ha qualcosa d’interessante da dire riesce a ottenere prima o poi la giusta attenzione.



DW - Da professionista ormai affermato che consigli daresti a chi si volesse affacciare al mondo del fumetto?

MAJO - Di usare tutti i mezzi possibili per poter fare conoscere le proprie capacità. Di non scoraggiarsi al primo rifiuto. Di ricordarsi che non c’è nulla di facile, nemmeno il lavoro del fumettista. Di essere coerenti con i propri obiettivi ma senza pregiudizi di genere. Di non montarsi mai la testa, una volta raggiunto il traguardo, perché, in fondo, stiamo facendo fumetti!


DW - A cosa stai lavorando attualmente?

MAJO - Sto scrivendo e disegnando una storia breve per il "Color Tex" e poi, probabilmente, realizzerò l’albo del ventennale di "Dampyr".



DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti rispondere?

MAJO - Sì: Quando pensi che smetterai di fare fumetti? Bada bene, non è una riflessione effetto di prolungata crisi di mezza età, tuttavia sono convinto che esiste un punto nella vita di un disegnatore di fumetti in cui il suo stile raggiunge l’apice, oltre il quale non ci può essere che un’inevitabile declino. Ecco, a quel punto, nella piena speranza che favorevoli circostanze me lo permettano, mi auguro di poter smettere di disegnare, e magari, chissà, solo scrivere.


a cura di Elio Marracci

N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori in Interviste & News!

venerdì 13 luglio 2018

BLOOPERS BONELLIANI 7: CONGIUNTIVITE

di Saverio Ceri

Qualche tempo fa, scrivevamo quello che è sotto gli occhi di tutti: alla Bonelli non sono più impeccabili come un tempo; quando le pupille vigili di Sergio Bonelli e Decio Canzio, ultimi lettori delle tavole prima di andare in stampa, riuscivano, anche se raramente, a scovare alcuni refusi che erano sfuggiti alle varie riletture precedenti dei redattori. "Venti occhi vedono meglio di sedici" sarebbe potuto essere il motto della casa editrice di allora. Ai nostri lettori non sarà sfuggito che sia dal titolo che dalle prime righe di questo post non mancano riferimenti oculistici, ed infatti parliamo di una storia in cui in qualche modo gli occhi c'entrano: sono quelli che strappati dalle vittime vengono "piantati" dal serial killer di turno nei vasi di rose, nell'avventura pubblicata di Dylan Dog 382.
Dylan Dog 382, Il macellaio e la rosa, luglio 2018 - Cover di Gigi Cavenago

In realtà è tutto un inganno (un trompe-l'œil, se volessimo rimanere in tema), perché il titolo è solo un gioco di parole di quelli che piacciono a Groucho: la "congiuntivite", in realtà, parrebbe essere la malattia che ha colto Ruju e tutti i redattori che non si sono accorti di un congiuntivo sbagliato nell'ultima vignetta di pagina 62: passi darsi del "lei" invece che del "voi" per essere più al passo coi tempi (ed anche in questo numero non mancherebbero da segnalare curiosi equivoci legati a questa scelta), ma anche adeguarsi all'uso errato del congiuntivo per essere sempre più un fumetto "popolare", mi sembra esagerato.

Ovviamente "l'importante è che la signora Ray sia salva..."

Peccato perché sotto una bella cover di Cavenago, si trova tutto sommato una buona storia di Ruju per un positivo esordio di Des Dorides ai disegni dell'Indagatore dell'Incubo. 

Saverio Ceri

N.B. trovate i link agli altri Bloopers Bonelliani su Cronologie & Index!

mercoledì 11 luglio 2018

MAURO BOSELLI, IL BOSS DEL FUMETTO!

di Francesco Manetti

Quella che state per leggere, carissimi amici, non è una "vera" recensione: spetterà ad altri, se vorranno, fare la recensione di Mauro Boselli - Il Boss del fumetto. Questo perché il sottoscritto è uno degli autori del volume che sta finalmente per essere messo in distribuzione, e dunque sarebbe poco "professionale" (o poco "carino") dare un giudizio su una pubblicazione che non potrei che giudicare positivamente, vedendomi coinvolto! Parlerò dunque d'altro: vi racconterò di una personale storia d'amore.
Sì, mi sono innamorato fin dall'inizio di questo progetto di Nicola Magnolia! Nicola è una delle persone più entusiaste che io abbia mai conosciuto nel comicdom: valente collaboratore di "Dime Web" mi è stato presentato dall'amico di lungo corso Giampiero Belardinelli, lo zagoriano made in Marche. Insieme abbiamo realizzato un corposissimo Dylan Dog Index 1 - 25, che per il momento (sottolineo: per il momento!) è disponibile solo in digitale su piattaforme come Amazon; nei prossimi mesi dovrebbero uscire altri due titoli farina del nostro sacco.
Il libro qui presente è il primo di una trilogia  a lunga scadenza sull'opera di Mauro Boselli, uno dei più grandi sceneggiatori italiani. E non potevamo che partire da Tex, prevedendo l'uscita del nostro libro (aggiornato al dicembre 2017) nel 2018, anno del settantesimo del Ranger!



Era difficile distinguerci dal resto della saggistica texiana e abbiamo dunque deciso di puntare esclusivamente sulle nostre forze, cercando di scrivere qualcosa di totalmente inedito. Per cui il saggio centrale, opera del sottoscritto, cerca di distillare l'essenza del linguaggio fumettistico boselliano stesso, considerando - fra le tante - le avventure più significative, più importanti, più appassionanti, quelle che hanno costituito nella saga di Tex un punto di svolta (o un punto di non ritorno). Ho cercato di dare inizialmente una visione generale del pensiero boselliano per Tex, scendendo poi nel particolare delle tematiche principali, dei filoni narrativi nei quali si incanalano le sue avventure: il fantastico più o meno orrorifico; il passato che ritorna; i supercriminali; le donne e l'amore.
Con Nicola ho poi chiamato a raccolta due pezzi da novanta del criticism fumettistico italiano: Moreno Burattini e Saverio Ceri, i cui nomi compaiono in copertina insieme ai nostri. Insieme a Moreno e a Saverio (con entrambi o presi singolarmente) ho firmato così tante realizzazioni (da "Collezionare" a "Dime Press", da "If" a "Exploit Comics", passando dalla fumetteria Mondi Parallelli, fino ad arrivare a "Dime Web") che mi sembra di essere legato con loro come sono legati fra loro i personaggi della folle e straordinaria serie TV Sense8 dei/delle Wachowski! Burattini, pescando nell'incredibile mole dei suoi ricordi bonelliani/boselliani, ha vergato una prefazione a 24 carati; Saverio ha redatto uno speciale "Diamo i numeri", sullo stile della sua celeberrima rubrica che porta avanti da quasi un quarto di secolo. Chiude il volume, illustrato in b/n, un'esauriente cronologia. L'opera è infine arricchita e nobilitata da una splendida copertina inedita di Maurizio Dotti, che ha firmato anche il frontespizio, parimenti inedito!
Non c'è tutto il Tex di Boselli, nel nostro saggio, no di sicuro, ma c'è tutta l'anima del Tex di Boselli - ed è sicuramente una mahatma, una grande anima!





Nicola Magnolia & Francesco Manetti
MAURO BOSELLI - IL BOSS DEL FUMETTO
Prefazione di Moreno Burattini
Numeri di Saverio Ceri
Copertina e frontespizio di Maurizio Dotti
volume brossurato - formato cm 15x21
pagg. 108 (copertine comprese) - € 12,00
Youcanprint, luglio 2018


Francesco Manetti

N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

P.S. Casualmente il mio primo e il mio ultimo libro sono separati da 30 anni esatti! (f.m.)