sabato 31 ottobre 2020

SECRET ORIGINS: MISTER NO 1

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Puntata speciale della nostra rubrica Secret Origins, solitamente dedicata alle copertine della collana Tex Classic. 

In occasione dell'uscita del primo numero della ristampa cronologica in quadricromia di Mister No in abbinamento con la Gazzetta dello Sport, approfittiamo per scoprire alcune curiosità sulla mitica prima cover della collana dedicata a Jerry Drake firmata nel giugno 1975 del Maestro Gallieno Ferri. Come i fan di Mister No sapranno, il creatore grafico di Zagor  si è dedicato al fratello cartaceo dello Spirito con la Scure per una decina d'anni, realizzandone tutte le copertine fino al numero 115, oltre che il primo episodio pubblicato.

La copertina di Mister No 1 della Gazzetta dello Sport -ottobre 2020 - cover di Gallieno Ferri

Per questa edizione collaterale della rosea, si è scelto un formato più grande rispetto al classico bonelliano. Le dimensioni sono le solite della ristampa a colori della Storia del West, 19x27. Grazie a questa scelta, e a una grafica essenziale, potremo ammirare e gustare appieno questa e le prossime copertine di Gallieno Ferri in versione maxi. Ogni albo ristamperà un numero regolare di Mister No, quindi rivedremo pure tutte le copertine senza nessuna esclusione, fino al numero 60. Almeno questo prevede il piano dell'opera. Veniamo all'origine di questa cover, ovvero Mister No 1 del giugno 1975 che era stata pubblicata ovviamente nel classico formato 16x21. 

Mister No 1 - Giugno 1975 

Curiosamente nella copertina originale, come quella dell'attuale edizione, è stata cancellata la firma dell'illustratore ligure che appare chiaramente nel disegno originale appeso a una delle pareti della redazione di Via Buonarroti. 

La firma non poteva mancare neppure nelle copertina ridisegnata dallo stesso Gallieno Ferri, pubblicata online dal collezionista di tavole originali, e in particolare del Maestro di Recco, Giancarlo Orazi. Se volete divertitevi a scovare le differenze dalla copertina originale.

Nella ristampa Tutto Mister No, che approdò in edicola nel giugno del 1989 invece, appare in basso a destra la firma di Ferri e scompare il famoso strillo "un nuovo esplosivo personaggio";  si registrano inoltre importanti cambi nella colorazione dell'immagine, soprattutto sullo sfondo. Nell'ultima ristampa delle avventure del pilota di Manaus, che raccoglie due episodi a volume, tutt'oggi pubblicata dalle edizioni If di Gianni Bono, non esiste una cover con questa illustrazione perché l'editore ha scelto di esordire in edicola con l'immagine di copertina della secondo episodio

Tutto Mister No 1 - giugno 1989 - con i colori più "piatti", ma probabilmente più "realistici"

A proposito di quadricromia modificata. I lettori internazionali di Mister No ne hanno viste proprio di "tutti i colori" date le bizzarre varianti cromatiche per cui si segnalano le copertine delle edizioni straniere di questo albo. Qui sotto nell'ordine la cover francese, quella brasiliana, quella dell'ex-Jugoslavia, quella portoghese, quelle greche e infine una ristampa brasiliana.

Il primo mister No della Mon Journal (1979) nel classico petit format (13x18) francese

Primo numero del Mister No della brasiliana Noblet  (1976)

Mister No veniva pubblicato in Jugoslavia dalla Dvevnik, sulla collana Lunov Magnus Strip

La Portugal Press pubblicò a partire dal 1978 in maniera "non ufficiale" le avventure di Mister No.

Mister No arriva in Grecia nel '76: la cover del n.1 viene usata come quarta uscita; nella ristampa dell'86 invece divenne la copertina del secondo albo.  

Ristampa brasiliana della Record (1990)

Cromaticamente si salva solo l'edizione croata della Libellus, che, come potete vedere qui sotto, sostanzialmente rispecchia le nuances originali.

Mister No Biblioteka 1 della Libellus (2007), vince come copertina più fedele all'originale

La copertina di Gallieno Ferri, che abbiamo visto finora in svariate dimensioni e colori, è anche una delle immagini bonelliane più citate. Non siamo ovviamente al livello de L'alba dei morti viventi, ma anche questa cover ha evidentemente parecchi estimatori. L'omaggio più recente è quello di Fabio Valdambrini ed è stato realizzato in occasione dell'esordio della collana Mister No le Nuove avventure. In questo caso viene riproposta pure l'esplosione in copertina, incluso il termine "esplosivo" utilizzato in questo caso riferito al poster e non al protagonista.

Precedentemente, nel 2016, era stato il grande Leo "Ratman" Ortolani a citare l'illustrazione di Ferri, in un disegno realizzato su commissione. In questo caso troviamo il protagonista della cover più citata, Dylan Dog, al posto del titolare dell'illustrazione, il nostro Jerry Drake.

La prima citazione italiana però risale al 2012 ed è firmata dallo stesso Gallieno Ferri che cita se stesso, pur disegnando un altro personaggio. In realtà l'omaggio è quello di Luigi Mignacco, il più prolifico sceneggiatore di Mister No, che confezionò, in quel periodo in cui Mister No non era più in edicola,  una particolare storia di Zagor per i pennelli di Gallieno Ferri, nella quale riuscì ad inserire ben 42 vignette che ricordavano altrettante copertine di Mister No (la lista completa la trovate qui - e questa è un autocitazione a tutti gli effetti), tutte firmate ovviamente dal Maestro ligure nel suo decennio al servizio del bastian contrario nolittiano. La splash-page di quella strana avventura di Zagor inevitabilmente è la citazione della prima storica cover di Mister No. Qui sotto la vignetta originale pubblicata online da Giancarlo Orazi.

Segnaliamo poi questo omaggio risalente al 2008, firmato da Raffaele Della Monica attuale disegnatore di Zagor, ma in passato impegnato anche con le avventure di Jerry Drake.

Il primo omaggio a questa copertina è però internazionale, ed è costituito  dalla cover del primo numero di Mister No della spagnola Ediciones Zinco. Si tratta praticamente di una "copia" del disegno di Ferri, realizzata da un ignoto illustratore. Rispetto all'edizione italiana cambia anche il logo, ma rimane , pur meno evidente, l'esplosivo slogan di lancio. 

Copertina "inedita" per l'edizione spagnola del 1982 

Anche l'editore turco del personaggio optò per realizzare copertine autoctone, e per di più dipinte, per la serie bonelliana. Quella che vedete qui sotto non è proprio del primo numero, ma sembra svolgersi nella medesima palude.
 
L'editore Tay porta Mister No in Turchia nella seconda metà degli anni settanta, in albetti da poche pagine ma con spettacolari cover inedite realizzate da Aslan Şükür

Nonostante tutte queste illustrazioni, che farebbero pensare di trovarsi all'interno di una puntata de "la copertina più citata", siamo invece in uno spin-off della nostra "Secret Origins" e non potevamo esimerci quindi da svelare l'origine segreta della cover di cui abbiamo finora parlato. La fonte di ispirazione di Gallieno Ferri per questo primo Mister No va ricercata in una immagine accreditata a James Bama per la copertina di un paperback di Louis l'Amour, The First Fast Draw (1959). L'edizione in questione è quella della Corgi Books ed è datata 1970.  


Ora: secondo i nostri collaboratori Bosco e Scremin, super esperti nel rintracciare le eventuali fonti internazionali delle cover bonelliane, la copertina in questione non sarebbe da attribuire a Bama, ma a Frank McCarty. Prova ne sarebbe la firma che si vede sulla fangosa acqua del fiume, che somiglia decisamente a quella di McCarty, che potete ammirare sulla cover del libro qui di lato.

Chiudiamo qui la nostra puntata straordinaria di Secret Origins, dedicata eccezionalmente a Mister No e alla sua prima copertina. Non escludiamo, se ci saranno delle curiosità da raccontare, di ritornare a parlare di Jerry Drake in occasione delle prossime uscite della nuova ristampa appena approdata in edicola.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic in Cronologie & Index.

ALLA RICERCA DI WILLER

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4615 del 3 Settembre 2020, a pagina 38, all'interno della rubrica "Ricerca di parole", c'è una citazione bonelliana. Infatti al 40 orizzontale si chiede: il Willer amico di Kit Carson.



N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

giovedì 29 ottobre 2020

DYLAN COMIC

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4620 dell'8 Ottobre 2020, a pagina 13, c'è una citazione bonelliana. Infatti al 38 orizzontale del cruciverba "Un grande schema per tutti", si chiede: il Dylan dei fumetti.

N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

ARRIVA SBAM! COMICS 51

a cura della Redazione

È uscito in rete il numero 51 di Sbam! Comics, la rivista a fumetti sui fumetti scaricabile gratuitamente dal sito dell'editore con un numero dalla doppia copertina e dal sommario ricchissimo!




COVER STORY
La Genesi rivisitata con garbo e ironia in tavole autoconclusive, divertenti e ottimamente disegnate: è Beato diario, l’opera prima di Andrea Elmetti e Massimiliano Mentuccia, proposta in anteprima nei campfire di Lucca e poi in libreria e fumetteria.

FUMETTO DI GRUPPO
Un notevole esempio di fumetto collettivo: ben 55 autori insieme per questo (scombinatissimo!) graphic novel dedicato alla tragedia del Covid. La parola a Gianni Allegra e Dario Di Simone, rispettivamente ideatore e coordinatore del progetto Non sono stato io!

GRANDI MAESTRI
Pier Luigi Sangalli fu una delle colonne delle leggendarie Edizioni Bianconi, quelle che tra gli anni Sessanta e Novanta inondarono le edicole dei “giornaletti” contesi da legioni di giovani lettori. Alcuni dei piccoli eroi del maestro monzese tornano nel volume-raccolta Orpolina!. E a proposito di grandi autori: Moreno Burattini ricorda sua maestà Carl Barks.

BENVENUTI NEL GERVASIOVERSO
Lunga intervista al valoroso Marco Gervasio, autore completo di punta della Casa di Topolino e creatore di un vero e proprio “sotto-universo” disneyano, sulle tracce della storia passata, presente e futura di Paperinik.

FUMETTO DIGITALE
Prankster Comics è la prima casa editrice italiana a sbarcare su Toomics, la grande piattaforma coreana di fumetti online, da poco giunta nel Belpaese. Un modo nuovo di leggere i fumetti in digitale, che potrebbe portare sviluppi interessanti per la Nona Arte. Il parere di Renato Umberto Ruffino. 




REVIEWS E ALTRO
Il Museo Wow di Milano ripercorre la storia dei primi 80 anni della Marvel con una sontuosa mostra. Cinema: in attesa dell’arrivo del nuovo Batman di celluloide, ricordiamo tutti i predecessori di Robert Pattinson. I consigli di lettura di Moreno Burattini e di Paolo Pizzato. Inoltre, Inoltre, poderosi assaggi delle novità dei nostri Sbam! Libri, con una selezione delle tavole di Beato diario (di Elmetti e Mentuccia) e una storia completa del fantasma Eugenio del grande Pier Luigi Sangalli.

ALTRI FUMETTI
Il nostro consueto, sontuoso mucchio di strip, tra SPQR, Rapa&Nui, Gatto Pepè, PV e Tarlo. Ancora una puntata dello Zio Dragoou di Ugo D’Orazio. La storia breve di Lorenzo Maione. L’ultima puntata dell’omaggio a Stephen King orchestrato da Croce-Pugliese-Siliberti-DeFlorio. L’umorismo dei Flippies (di Pieri & Cryx), dei Chinson (di Mario Airaghi) e di Flauer (di Michele Carminati).


N.B. Trovate i link alle altre novità su Interviste & News!

giovedì 22 ottobre 2020

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 95

 di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.

Tex Classic 95 raccoglie, a colori, gli albi a striscia dal n.6 al n.11 della 22a serie, quella intitolata Rio Bravo, usciti tra l'agosto e il settembre del 1959. 

La storia dell'Uomo dal Teschio, iniziata nello scorso Classic trova qui la sua conclusione, lasciando spazio nelle ultime pagine all'avventura Sangue sui pascoli, la seconda e ultima pubblicata sulla 22a serie di Tex a striscia sul finire degli anni Cinquanta.

Le stesse 64 pagine furono ristampate, nel classico bianco e nero bonelliano, sui numeri dal 13 al 15 dell'VIII serie degli Albi d'Oro. usciti tra il 1°agosto e il 1° settembre del 1960. 

La cover di questo Classic proviene dal primo dei tre Albi d'Oro ristampati al suo interno. Ma proprio quella cover affonda le sue radici in un disegno del 1952 realizzato oltreoceano da una mano presumibilmente straniera.

Ma andiamo con ordine: come capitava spesso in quel periodo, in casa Bonelli le copertine delle ristampe, come lo era la collana degli Albi d'Oro, ormai prossima all'epilogo, erano realizzate ispirandosi a immagini interne all'albo o prevenienti da altre pubblicazioni, spesso statunitensi. Come ci rivelano i nostri preziosi collaboratori Bosco e Scremin, alla base di questa immagine troviamo una striscia in bianco e nero presente nella terza di copertina dell'albo della collana Four Color: Tales of Wells Fargo (febbraio-aprile 1960), edita dalla Dell publishing

Ma di chi è questa vignetta? Nell'albo in questione non troviamo il solito Alberto Giolitti ai disegni, ma Frank Giacoia, Joe Giella, Gil Kane, Russ Heath e Mike Sekowsky. Secondo Bosco e Scremin, la fonte in questione potrebbe venire dalla mano di Giacoia, anche se il sottile tratto a pennello farebbe pensare ad un inchiostratore diverso.

Ad ogni modo, la striscia di Tales è sicuramente ispirata ad un pannello che troviamo in un episodio di un numero di Western Fighters del 1952, per i tipi di Hilmann Periodicals; Non abbiamo certezze sull'autore di questa vignetta, il più accreditato potrebbe essere Paul Reinman.
Notate come i due indiani della copertina di Tex, in questa illustrazione, lontana nel tempo e nello spazio, appaiono già praticamente nella stessa posizione: uno che si appresta a scoccare la freccia, l'altro cadente dal cavallo dopo essere stato colpito. Semplicemente si sono invertiti la posizione.  In questa animazione potete vedere i vari passaggi che portano dalla vignetta attribuita a Giacoia del 1960 alla cover della ristampa di Tex oggi in edicola.

Gli elementi presenti nella vignetta e riutilizzati dalla redazione bonelliana sono: i due indiani; i cavalli; e uno strano arto sparante dalla diligenza, in una posizione abbastanza improbabile, visto che si vede pure un piede del vetturino. Quel braccio è però fondamentale per far intuire lo scontro in corso. Il solo pellerossa cadente non era evidentemente sufficiente a far capire che dalla diligenza rispondevano all'attacco.
I quattro elementi in questione nel 1960 furono ravvicinati per rientrare nella cover verticale degli Albi d'Oro, mentre nel 2020 la redazione ha aggiunto parte del disegno a sinistra, e tolto tutta la parte bassa dell'illustrazione, per rientrare nella gabbia nuovamente orizzontale dettata della grafica del Classic. Incredibile la carriera dell'indiano cadente: grazie ai vari passaggi di mano da un'illustratore all'altro, passa da semplice comparsa nell'angolo di una vignetta nel 1952, a protagonista in primo piano nella cover del Tex Classic nel 2020. 

Prima di chiudere un'alta curiosità legata a questo Classic. L'avventura che qui si conclude, ha ispirato nell'agosto del 1997, a Claudio Villa, la copertina del numero 25 della Tex Edição Histórica 25 della brasiliana Globo.


L'immagine come sempre, qualche mese dopo nel febbario 1998, viene presentata anche ai lettori italiani, come miniposter allegato a Tex Nuova Ristampa 24, con i colori realizzati redazionalmente.



E con quest'ultima illustrazione chiudiamo anche questa puntata di Secret Origins. Appuntamento tra due settimane per scoprire nuove curiosità sulle copertine del ranger più popolare del fumetto italiano.

Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index, visto che molte sono state recentemente aggiornate con nuove immagini e nuovi riferimenti.

giovedì 15 ottobre 2020

LUKE NESS, PHD by MANETTI & PIERI - L'ESECRABILE UOMO DELLE NEVI (strisce 11 e 12)

di Francesco Manetti & Filippo Pieri

La prima tappa del viaggio di Luke Ness & Max non è quella che i nostri due eroi si aspettavano e... occhio di nuovo alle onomatopee! (f.m.)


CLICCATE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRLA E AVERE UN'OTTIMALE ESPERIENZA DI LETTURA!

N.B. Trovate i link alle altre puntate delle avventure di Luke Ness su Cronologie & Index!

lunedì 12 ottobre 2020

MAURO BOSELLI SUPERA GIANLUIGI BONELLI

 di Saverio Ceri

Con il Maxi Tex appena giunto in edicola Mauro Boselli può ragionevolmente essere ritenuto il più prolifico scrittore di tutti i tempi in casa Bonelli. Con le pagine contenute in questo balenottero infatti Mauro supera quota 45.000 pagine pubblicate, portando il suo score personale a 45.105 tavole, per la precisione.

L'illustrazione di copertina del recente Maxi Tex nella versione con i colori originali di Claudio Villa

Abbiamo usato il termine “ragionevolmente”, perché di tutta la storia della casa editrice abbiamo infatti, ad oggi, censito circa 740.000 tavole e ne mancherebbero all’appello, secondo una stima abbastanza precisa circa 6.000 (ovvero meno dell’1%);  di queste nella migliore delle ipotesi circa 3000 potrebbero essere attribuite a  Bonelli padre. Se aggiungessimo queste tremila tavole, ancora “virtuali” alle 41.098, già attribuibili senz’ombra di dubbio a  Gianluigi Bonelli, arriveremmo a oltre 44.000 pagine pubblicate dal mitico G.L. per la casa editrice di famiglia, ma non a 45.000. Per questo a tale quota possiamo essere sicuri al 100% che Mauro Boselli è lo sceneggiatore più pubblicato nell’ottantennale storia della Sergio Bonelli Editore.

G.L. Bonelli  (a sinistra) e Mauro Boselli (a destra)  nel selvaggio ovest

Tra l’altro questo storico sorpasso avviene con un simbolico albo che unisce Bonelli a Boselli; che unisce gli anni Cinquanta del secolo scorso ai giorni nostri; con un incredibile cross-over tra dei personaggi creati proprio da Bonelli padre in quell’epoca pionieristica (I Tre Bill), e il suo personaggio di maggior successo (Tex). Un doveroso omaggio da parte di Boselli al creatore di decine di personaggi che hanno contribuito alla fortuna della casa editrice.

Il primo albo dei Tre Bill  di G.L: Bonelli è datata 1952 - cover di Benvenuti

Complimenti a Mauro per questo incredibile exploit frutto di oltre trent'anni di carriera. 

Saverio Ceri

N.B. Trovate gli altri dati bonelliani sulla pagina dedicata alla nostra rubrica Diamo i numeri.



UN KIT PER TEX

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4616 del 10 Settembre 2020, a pagina 7,  all'interno delle "Parole crociate", c'è una citazione bonelliana. Infatti il 24 orizzontale chiede: il Kit compagno di Tex Willer.



N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

domenica 11 ottobre 2020

IL PERSONAGGIO DEI FUMETTI

di Filippo Pieri

Su "Relax Enigmistico" n. 504 del Maggio 2018, a pagina 11, c'è una citazione bonelliana. Infatti all'interno del "Cruciverba" si chiede al 27 verticale: Il Willer tra i personaggi dei fumetti.


N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

sabato 10 ottobre 2020

CHI È IL MYSTÈRE DEI FUMETTI? 2

di Filippo Pieri

Come qualche anno fa sulla "Settimana Enigmistica" n. 4608 del 16 Luglio 2020 a pagina 7 troviamo nuovamente la domanda: il Mystère dei fumetti. Di chi stiamo parlando?



N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News

venerdì 9 ottobre 2020

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 94

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.

Tex Classic 94 ristampa l'ultimo albo a striscia della serie Mefisto, con la conclusione della storia Sulla Frontiera del Nevada disegnata da Francesco Gamba, e i primi cinque numeri della Serie Rio Bravo, ventiduesima serie di Tex nel formato originale, che si inaugura con la storia intitolata Oro, che vede l'apparizione de l'uomo dal teschio

Gli albetti a striscia, usciti tra il giugno e il luglio del 1959, vennero poi ristampati, rimontati su tre strisce, sui numeri dal 10 al 12 dell'VIII e ultima serie degli Albi d'Oro, giunti in edicola esattamente un anno dopo tra il 15 giugno e il 15 luglio del 1960. La copertina scelta per questo Classic proviene, però, da un numero successivo della serie, il quattordicesimo, dove appare proprio l'uomo dal teschio che da il titolo all'albo.

La copertina del 1960 in realtà è ispirata, ancora una volta, a una vignetta di Alberto Giolitti, che sarebbe entrato un paio di decenni più tardi nella scuderia del ranger, ma che all'epoca lavorava per la statunitense Dell.

Come ci raccontano Francesco Bosco e Mauro Scremin, si tratta di una vignetta interna della storia Dodge City days, presente nel numero di Gunsmoke dell’ottobre 1959. Nella sua versione Galleppini ripercorre, oltre alle figure dei due personaggi, anche le "ricche" linee cinetiche del pugno presenti nella illustrazione di Giolitti.

Per giungere alla copertina odierna, curiosamente sono state necessarie due leggere rotazioni rispetto alla vignetta del 1959 di Giolitti, come si può evincere dalla sovrapposizione di immagini qui sotto.

Se ci fate caso, infatti, l'asse del corpo dell'avversario di Tex che nella vignetta del 1959 era leggermente inclinato a sinistra nel corso delle due versioni successive si è progressivamente raddrizzato.

Tra le copertine papabili per questo Classic, c'è n'è una che i lettori di Tex conoscono bene e di cui ci siamo già occupati nella puntata 4 di Secret Origins. Si tratta della cover del numero 12. Ne avevamo parlato perché si trattava dell'ultimo esempio di riutilizzo di una copertina degli Albi d'Oro per un volume inedito di Tex. Questo duello tra un Tex inginocchiato e il suo avversario venne riproposto, oltre trent'anni dopo, in tutt'altro contesto, come cover del volume Oklahoma!, di Berardi e Letteri, primo "balenottero" bonelliano, considerato anche il primo numero della collana Maxi Tex, pur essendo in prima battuta uscito come supplemento della serie regolare e pur avendo grafica diversa da tutti i successivi volumi della collana. 


Se in occasione della quarta puntata avevamo  svelato il glorioso futuro di quella immagine, andiamo ora a scoprirne il misterioso passato, grazie sempre alla coppia di ricercatori texiani Bosco e Scremin.
L'ispirazione per lo sfondo, per la posa del Ranger e in parte per quella del suo avversario va ricercata in questo manifesto cinematografico italiano di Cacciatori di frontiera, ovvero The Bounty Hunter una pellicola western della Warner del 1954, con protagonista Randolph Scott. 


Ma non è finita qui: tra le 64 pagine di questo Classic troviamo anche una vignetta, la prima della striscia 19 del 5° numero della Serie Rio Bravo, riproposta nelle ultime pagine dell'albo, che è stata fonte di ispirazione di un'altra copertina di Tex.


In questo caso si tratta di una copertina disegnata da Claudio Villa nel 2007. Parliamo infatti della cover del 21° volume della Collezione Storica a Colori di Repubblica, volume che porta lo stesso titolo del Classic sotto i riflettori in questa puntata.


E con quest'ultima illustrazione chiudiamo anche questa puntata di Secret Origins. Appuntamento tra due settimane per scoprire nuove curiosità sulle copertine del ranger più popolare del fumetto italiano.

Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index, visto che molte sono state recentemente aggiornate con nuove immagini e nuovi riferimenti.

LA COVER PIÙ CITATA - VENTUNO

di Filippo Pieri

Continua il nostro tormentone sulla cover bonelliana più citata, quella del "Dylan Dog" n. 1 del 1986. Stavolta la citazione arriva dalla "Settimana Enigmistica" n. 4612 del 13 Agosto 2020 pagina 5, dove viene riprodotta parte della cover originale e si chiede: Qual'è la qualifica professionale di Dylan Dog, il personaggio a fumetti creato da Tiziano Sclavi? 1_Indagatore dell'incubo 2_Detective dell'impossibile.

La seconda citazione riguarda, secondo noi, lo Zagor di Ottobre che omaggia in qualche modo la cover di Claudio Villa del 1986. E per adesso è tutto. Alla prossima volta.




Filippo Pieri

N.B. trovate i link alle altre cover di questa serie dylaniata su Cronologie & Index!

mercoledì 7 ottobre 2020

CULLEN MONTGOMERY BAKER, UN UOMO VERAMENTE SPIETATO E UN ASSO DEL GRILLETTO! LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (LXXVII PARTE)

di Wilson Vieira

In questa nuova puntata della sua "Storia del West" il nostro amico e collaboratore carioca, lo storico e fumettista Wilson Vieira, ci dipinge un'incredibile figura di uomo della Frontiera, un inestricabile mix di assassino, bandito e... patriota del Sud! Ricordiamo che tutte le immagini non bonelliane sono state scelte e inserite nel testo dalla stesso Wilson. Buona lettura e occhio ai proiettili vaganti! (s.c. & f.m.)








Baker fu uno spietato assassino a sangue freddo che lasciò dietro di sé una lunga scia di corpi attraverso la Frontiera americana. Guerrigliero confederato durante la Guerra Civile, non voleva rinunciare alla lotta una volta che la guerra fosse finita, e si batté contro i Ricostruzionisti, uccise ex schiavi e in terrorizzò gli stati del Texas e dell’Arkansas. Baker nacque nella contea di Weakley, nel Tennessee, il 22 giugno 1835, da John Baker e da sua moglie Elizabeth. Suo padre era un contadino onesto, ma povero, che possedeva un po' di bestiame.




Subito dopo la sua nascita, la famiglia si trasferì a Clarksville, in Arkansas. Pochi anni dopo la famiglia cambiò di nuovo residenza, andando in Texas nel 1839, dove si stabilirono nella contea di Davis. Suo padre aveva infatti ricevuto una concessione di terra di 640 acri. La famiglia era però ancora molto povera e, a causa dei suoi pantaloni fatti in casa e dei suoi piedi nudi, Cullen veniva preso in giro dai suoi compagni a scuola.





Sebbene fosse un giovane magrolino e chiuso, iniziò a reagire. Si procurò una vecchia pistola e un fucile arrugginito, ma funzionante, e iniziò ad esercitarsi con entrambe le armi fino a diventare molto abile. Bevve il suo primo bicchiere di whisky quando aveva solo 15 anni e iniziò a sfidare i ragazzi e gli adulti che lo infastidivano invitandoli a “prendere le pistole.” Passava la maggior parte del suo tempo nei saloon, dove il suo carattere irascibile lo portava sempre alla rissa. Era descritto da tutti come un forte bevitore, uno spaccone litigioso e meschino. Durante un combattimento, fu messo al tappeto da un uomo di nome Morgan Culp, che lo aveva colpito in testa con un tomahawk. Questo incidente lo calmò per un po', ma la cosa non sarebbe durata... Alcune settimane dopo, l’11 gennaio 1854, mentre ancora indossava una fasciatura sulla testa, Baker sposò la diciassettenne Martha Jane Petty e iniziò una tranquilla vita di agricoltura. Ma presto si stancò di quella routine e otto mesi dopo il matrimonio  era già tornato alle sue vecchie abitudini.

Tex n. 114, aprile 1970. Disegno di Galep



Una notte, mentre era fuori a bere, fu coinvolto in un alterco verbale con un giovane di nome Stallcup. Mentre la discussione degenerava Baker si arrabbiò, afferrò una frusta e scudisciò il ragazzo fin quasi a ucciderlo. Baker fu accusato di questo crimine e affrontò uno dei testimoni, Wesley Bailey, a casa sua: gli sparò a entrambe le gambe con un fucile da caccia e lo lasciò a terra davanti a casa sua. Bailey morì pochi giorni dopo. Prima che Baker potesse essere arrestato per l’omicidio, fuggì nella contea di Perry, in Arkansas, dove rimase con il fratello di sua madre, Thomas Young, per quasi due anni. Nel 1856, mentre era dallo zio, accoltellò a morte un uomo di nome Wartham in una discussione su certi cavalli e tornò in Texas. Ma ben presto dovette recarsi di nuovo in Arkansas, quando apprese che avrebbe dovuto affrontare le accuse di omicidio per l’uccisione di Bailey. Mentre era via, sua moglie Martha diede alla luce una bambina, Louisa Jane, il 24 maggio 1857. L’anno successivo tornò brevemente in Texas per recuperare sua moglie e sua figlia.




Sua moglie morì il 2 luglio 1860; Baker portò la figlia nella Contea di Sulphur, in Texas, e la lasciò con i suoceri. Non avrebbe mai più rivisto sua figlia. Nel novembre 1861 si unì alla compagnia G della Cavalleria Reggimentale di John Hunt Morgan (1825 – 1864) per combattere nell’esercito confederato.







Nel luglio 1862 si sposò per la seconda volta, con una certa Martha Foster, che non sapeva che il marito era ricercato per omicidio. Il suo nome era sull’elenco delle adunate militari per il settembre-ottobre 1862 e ricevette la paga fino al 31 agosto, ma fu dichiarato disertore il 10 gennaio 1863. Si unì poi a un gruppo di guerriglieri chiamati Rangers Indipendenti, che erano associati alla Guardia Nazionale Confederata. Il loro obiettivo era quello di perseguire e catturare i disertori dell’esercito Confederato, ma invece, approfittando del fatto che la maggior parte degli uomini era in guerra, commisero numerose atrocità: intimidazioni, stupri, furti e violenze di ogni genere. Ogni uomo che possedeva una proprietà era considerato da loro un nemico e veniva bollato come unionista. Le depredazioni in certe aree furono così gravi che tutti quelli che potevano lasciarono quelle zone.





Poco dopo che Baker vi era entrato, gli Independent Rangers iniziarono una faida con un’altra banda chiamata “Mountain Boomers”, guerriglieri dell’Unione. Entrambe le bande scorrazzavano per tutto l’Arkansas rapinando, bruciando e uccidendo indiscriminatamente. Nel novembre 1864 un piccolo gruppo di uomini per lo più anziani, donne e bambini, desiderava fuggire da quel macello e partì verso ovest con il loro bestiame e oggetti di valore. Mentre stavano attraversando il fiume Saline sulle montagne di Ouachita, furono raggiunti da Cullen Baker e dagli Independent Rangers. Presumibilmente Baker e i suoi uomini considerarono il loro tentativo di fuga come “non patriottico”, ma in realtà era solo una scusa per aggredirli. Quando il gruppo dei coloni si rifiutò di tornare indietro, Baker estrasse la pistola, sparò e uccise il loro leader della banda e assicurò al resto del gruppo che non avrebbe ucciso nessun altro se avessero accettato di tornare alle loro case.




Ma dopo che i restanti coloni erano tornati sulla sponda del fiume, Baker scatenò i suoi Rangers sparando e uccidendo altri nove uomini e rubando qualsiasi oggetto di valore. L’evento divenne noto come il Massacro del Saline. I locali ne avevano avuto abbastanza e iniziarono i preparativi per annientare la banda omicida. Ma quando quei criminali lo seppero fuggirono con il loro bottino e con i cavalli e i muli che avevano rubato. Alla fine del 1864 Baker si trovava in un saloon di Spanish Bluffs, in Arkansas, con in testa un cappello confederato quando fu avvicinato da quattro soldati di colore dell’Unione che gli chiesero di identificarsi.




Baker si voltò per affrontarli con la pistola già estratta: sparò e uccise un sergente e gli altri tre soldati. Quando la guerra finì, un rapporto di polizia affermò che che mentre Baker stava tornando a casa si imbatté in un gruppo di viaggiatori nella contea di Sevier, nel Tennessee. Fra loro c’era una donna di colore: prima la insultò pesantemente e poi le sparò, uccidendola. Successivamente si stabilì con sua moglie Martha nei pressi del fiume Sulphur, nel sud-ovest dell’Arkansas, dove divenne il manager della Line Ferry. Ma "l'idillio" sarebbe stato di breve durata... Martha si ammalò e morì il 1° marzo 1866. Secondo molti resoconti, Baker rimase profondamente addolorato per la sua perdita, ma questo non gli impedì di dichiararsi alla sorella di Marta, la sedicenne Belle Foster, solo due mesi dopo. Belle rifiutò la proposta di Baker e sposò un insegnante e attivista politico di nome Thomas Orr. Baker iniziò quindi a molestare Orr, cercando a ogni costo il litigio; lo colpì in testa con un ramo d’albero e andò alla scuola dove insegnava per ridicolizzare, insultare e minacciare l’uomo di fronte ai suoi studenti. In quel periodo, la ricostruzione post-bellica era ormai iniziata in Arkansas e nel Texas, ma Baker disprezzava l’idea. Lui e un altro fuorilegge di nome Lee Rames organizzarono una banda che operava lungo il fiume Sulphur vicino a Bright Star, in Arkansas. Commettendo rapine e omicidi, si dice che la banda abbia ucciso almeno 30 persone, molte delle quali erano in inferiorità numerica, furono vittime di imboscate o vennero colpite alla schiena.




Baker e la sua banda si recarono anche in Texas, dove uccisero John Salmons, che in precedenza aveva fatto fuori un membro della banda, Seth Rames, fratello di Lee. Uccisero anche W.G. Kirkman, un funzionario della Ricostruzione, e un uomo di nome George W. Barron, che aveva preso parte a una posse che dava la caccia alla gang di Baker. La banda continuò le sue scorrerie nelle zone di Queen City, in Texas, e di Texarkana, in Arkansas. Il 1° giugno 1867 Baker tornò nella contea di Cass, dove entrò nel Rowden General Store, prese alcuni articoli e se ne andò senza pagare. Il proprietario John Rowden andò quindi con un fucile a pompa a casa di Baker pretendendo di essere pagato; Baker gli disse che sarebbe tornato in negozio per saldarlo, ma il 5 giugno lo uccide. Il bandito fuggì di nuovo in Arkansas, dove fu affrontato da un sergente dell’Unione che lo riconobbe quando salì a bordo di un traghetto; il graduato fu ucciso, ma un testimone riuscì a scappare e denunciò l’omicidio. Dopo questo ennesimo crimine, Baker fu inseguito senza sosta dalle forze dell’Unione. Il 25 luglio 1867, entrò in una discussione con diversi soldati dell’Unione vicino a New Boston, in Texas, un litigio che si trasformò rapidamente in violenza. Nello scontro a fuoco che ne seguì, Baker fu colpito a un braccio, ma uccise il soldato dell’esercito, Albert E. Titus.




Fu così messa una taglia di 1.000 dollari per la sua cattura, vivo o morto. Nel dicembre 1867, si recò quindi a Bright Star, in Arkansas, dove incontrò diversi uomini che stavano pianificando un’incursione nella fattoria di Howell Smith, che aveva recentemente assunto diversi schiavi liberati. Nell’attacco una delle figlie di Smith fu accoltellata, un’altra bastonata e un uomo di colore fu colpito e ucciso. Ma Smith tenne duro e si scatenò una sparatoria che provocò il ferimento di molti dei predoni, tra cui Baker, che fu colpito a una gamba. Il 24 ottobre 1868, Baker e la sua banda vennero coinvolti nelle uccisioni del maggiore P. J. Andrews, del tenente H.F. Willis e di un uomo nero senza nome a Little Rock Arkansas. Nell’attacco fu ferito anche lo lo sceriffo Standel.




A questo punto il vice-capo della banda di Baker, Lee Rames, iniziò a dubitare del leader e pensava che le sue azioni avrebbero portato alla fine dell’intera banda. Rames sfidò Baker, che fece marcia indietro; la banda si sciolse nel dicembre 1868. Tutti i membri, tranne “Dummy” Kirby, si schierarono con Rames. Baker e Kirby si recarono a Bloomburg, in Texas, nella casa dei suoceri di Baker nel gennaio 1869. Sarebbe stato lì che Cullen Baker e “Dummy” Kirby sarebbero morti il 6 gennaio 1869. Non si sa esattamente come siano stati uccisi. Una versione della storia dice che il suocero e certi suoi amici avevano messo la stricnina nel whisky e nel cibo dei due, uccidendoli per avvelenamento. In seguito i loro corpi furono crivellati di proiettili. Un’altra versione dice che Thomas Orr, con cui Baker aveva a lungo litigato, guidò un piccolo gruppo di uomini per tendere un’imboscata a Baker e Kirby a casa Foster, sparando e uccidendoli. I membri della posse trovarono un fucile, quattro revolver, tre Derringer e sei coltelli addosso al cadavere di Baker. Orr portò i due corpi alle autorità militari a Jefferson, dopo averli trascinati attraverso la città di Bloomburg; furono quindi esposti al pubblico.

Tex n. 584, giugno 2009. Disegno di Vuilla



Si disse che Thomas Orr avesse incassato parte della ricompensa in denaro offerta per Baker. Baker fu sepolto nel cimitero di Oakwood a Jefferson, in Texas. Sebbene fosse un disertore dei Morgan Riders, le insegne dell’unità di Cavalleria Confederata appaiono sulla sua lapide. In seguito fu in parte romanticamente rivalutato per la sua difesa “dell’onore del Sud”. Ma la sua fedina penale dimostra che era un assassino spietato che uccise chiunque lo facesse arrabbiare, indipendentemente dalla loro lealtà alla causa del Sud. La tomba di Baker nel cimitero di Oakland città reca un'insegna militare confederata, ma l’assassino non aveva portato onore al Sud sconfitto. Si stima che abbia ucciso tra 50 e 60 persone e sia le autorità che gli storici lo classificano tra gli assassini più spietati che siano mai vissuti. È divertente sapere che Cullen Baker fu riconosciuto durante la sua vita come uno dei primi Aces of the Trigger (Assi del grilletto), un importante titolo onorifico all’epoca.







Wilson Vieira

N.B. Trovate i link alle altre puntate della Storia del West su Cronologie & Index