venerdì 30 giugno 2023

XEROXLORE E XEROX ART: RANXEROX LA GENESI

di Francesco Manetti

Conobbi Ranxerox quando gli anni '80 ancora balbettavano grazie a "Frigidaire", la rivista (anche) di fumetti più interessante di quel periodo. Il mensile della Primo Carnera, per certi versi distante dal mio DNA politico, mi attirava come i poli opposti di un magnete si attraggono: i servizi sulla musica più innovativa o su scenari geopolitici lontani e per me insospettabili, la grafica perfetta dallo stile pulitissimo, pensata per la prima regola di ogni pubblicazione (farsi leggere con chiarezza), i fumetti - meravigliosi. E la prima storia a colori di Ranxerox, con il disegno di Liberatore, la cui perfezione e plasticità all'epoca riuscivo a scorgere solo in Magnus, Corben e pochi altri, ma con un soggetto e una sceneggiatura del tutto fuori da ogni schema, nemmeno pensando all'underground internazionale. L'innamoramento, dopo il colpo di fulmine iniziale, non cessò mai, tanto che nel 1989 redassi un articolo sul personaggio creato da Stefano Tamburini per il n. 14 della fanzine "Collezionare"; all'epoca avevo 24 anni, e oggi, quasi sessantenne, non sono più molto d'accordo con alcuni passaggi che scrisse quel ragazzo che potrebbe essere mio figlio, con toni da giovane conservatore, fiero lettore del "Giornale" di Montanelli. E non avevo nemmeno centrato del tutto il punto, il nocciolo di Ranxerox, anche se ci avevo "girato intorno": ero stato un po' troppo "moralista" contro il personaggio di Tamburini che, nelle sue storie, non intendeva "esaltare" o "difendere" un certo mondo, ma crearne una sorta di ritratto paradossale, iperbolico, umoristico. Oggi...






inizio recensione

Nell'aprile del 2023, per i tipi di Muscles Edizioni Underground, è uscito il volume Ranxerox: la genesi. Si tratta di un brossurato a cura di Michele Mordente (il maggior esperto sulla "corrente" fumettistico-editoriale del "Male", "Cannibale", "Frigidaire") che raccoglie tutto il primo periodo del personaggio, quando era ancora in bianco-e-nero e quando ancora si chiamava Rank Xerox, come la celebre marca di fotocopiatrici (oggi semplicemente Xerox). Non a caso Mordente ha ideato due geniali perle grafiche per rinsaldare questo originario collegamento "xerotico". Nel logo di testata la prima "X" di "Ranxerox" è resa graficamente come fosse una fusione tra una "K" e una "X"; all'interno, nelle pagine del frontespizio e dei credit, lo sfondo è ideato come una fotocopia venuta male per scarsità di toner; del resto lo stesso Tamburini era un maestro della "xerox art" avendo sfornato quel capolavoro di umorismo e grafica di "Snake Agent"; quando, fra 100.000 anni, non esisterà più nessuna copia su nessun supporto di nessun albo di Ranxerox, il personaggio entrerà nella leggenda e nel mito (dando nuovo significato al termine "xeroxlore").
Il volume Muscles, oltre a presentare finalmente una riproduzione corretta da un punto di vista filologico e della stampa vera e propria delle quattro storie del 1978/1980 - ovvero "Rank Xerox, il Coatto!", "Rank Xerox!", "Lù rapita!" e "The modern dance" - è una miniera inesauribile di cose rare, come interviste, pubblicità, lettere, appunti, sketch. Di grande rilievo il recupero, per la prima volta dopo "Cannibale", del fumetto underground americano di Rand Holmes "Nip e Tuk in La via dell'oppio" che Tamburini aveva inserito fra le due parti di "Lù rapita!", immaginando che fosse una lettura di Ranxerox (condivisa a grandezza naturale con i lettori di "Cannibale"); una cosa del genere l'avrebbe fatta anche Spiegelman in "Maus". Dall'introduzione di Mordente conosciamo tutto il libro della Genesi ranxeroxiana: il fumetto, pur essendo parto dell'ingegno di Tamburini, era frutto di un team di autori: ovviamente Liberatore, e poi Pazienza; ma pure Mattioli (che tradusse Nip e Tuk e ne fece il lettering).
Assolutamente imperdibile!

fine recensione





...me ne accorgo anche grazie al meritorio recupero, sul libro curato da Mordente, dell'intervista che Stefano Tamburini rilasciò alla RAI nel 1984, all'interno del programma "Sulla carta sono tutti eroi". Ecco alcuni passaggi significativi del "Tamburini-pensiero" su temi oggi più scottanti di quanto non lo fossero ieri:


1) Ranxerox "soggetto sociale"
Per soggetto sociale intendevo allora un certo tipo di personaggi che si andavano affermando a Roma in maniera molto prepotente ed era, credo, un fenomeno che non riguardava soltanto Roma, soltanto che a Roma erano definiti "coatti", personaggi che non erano dei ladroni, pur rubando autoradio, stereo, eccetera; ma anche spacciatori di droga e frequentatori di discoteche, in genere della gente molto rumorosa. Mentre il soggetto sociale degli anni ottanta allora era una semplice premonizione, ora è diventato una dura realtà, nel senso che ieri alla stazione Termini sono stato attaccato da uno di questi "soggetti sociali", che tentava di rubarmi il giaccone. Mi sono difeso abbastanza bene, devo dire.

2) La violenza in "Ranxerox"
Un pugno ripetuto in uno stesso giornale cinque volte, come venti persone uccise, invece di una, è un effetto comico, non un effetto drammatico, almeno secondo noi.

3) Gay, zingarelle e fascismo
Un giornalista francese di sinistra mi è venuto a dire: "Ranxerox è fascista perché massacra i gay sadomaso. Cos'hai tu contro i gay?" Gli ho detto che io non ho niente contro i gay, però odio quelli che si travestono con le cose di cuoio, che hanno dei posti solo per loro dove non possono entrare le donne, non possono entrare gli uomini, vi possono entrare solo queste specie di bestie baffute, con il cuoio. E lui ha detto: "In effetti sono antipatici anche a me, però da qui a stritolarli...". Be', chiaramente questo è l'effetto della torta in faccia di cui parlavo prima. Alla fine l'ho convinto, anche sulla zingarella. che era proprio la cosa che non era passata. (...) Nessuno stritolerebbe veramente la zingarella, però tutti pensano che è fastidiosa.





Stefano Tamburini
RANXEROX: LA GENESI
a cura di Michele Mordente
pag. 80 - € 13,00
aprile 2023
Muscles Edizioni Underground


Francesco Manetti

N.B. Trovate i link alle altre novità su Interviste & News!

mercoledì 28 giugno 2023

SECRET ORIGINS: MISTER NO 139

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo. 


Si conclude nella prima parte dell'albo la breve avventura horror firmata da Sclavi per i pennelli di Bignotti. Mister No e Esse-esse scoprono la storia del signore Kluge e dei freak da lui accolti nel suo circo, e del suo avversario, il folle e malvagio Hel, che riesce a plagiare il gruppetto di "mostri" fino a far loro commettere dei crimini, dal furto all'omicidio. Prima che Jerry riesca a  fermare Hel, a farne le spese, nella favela di Manuas, sono la nana Margot e la bella Ayua, figlia adottiva di Taiku, il simpatico indigeno amico di Mister No. 
Nella seconda parte torna ai testi Guido Nolitta, coadiuvato dai fratelli Di Vitto ai disegni. La storia che prende il via nella città portuale di Belem vede il ritorno di Mister Murphy, visto l'ultima volta oltre cento numeri fa, sul 25° albo della collana. Il connazionale di Jerry lo ingaggia per portarlo a Trididad dove deve concludere un'affare per la sua società. ad accompagnarlo la moglie e la figlia del suo titolare, protagoniste di una divertente gag sul finale dell'albo.

La copertina originale è l'ultima del 1986 e racconta del tentativo di strangolamento da parte del freak gigante chiamato Pequeño, ai danni del protagonista. L'immagine non era mai riapparsa nelle edicole italiane fino a oggi nella riedizione della Gazzetta, il cui curatore ha aggiunto praticamente solo la firma di Diso, mancante nell'albo bonelliano.
Fuori dai confini nazionali la storia è stata serializzata in Jugoslavia nel 1990 su Lunov Magnus Strip numeri 873 e 874; avendo però solo una cover dedicata a questa storia nella serie italiana, i redattori balcanici dovettero ricorrere per la prima parte a una cover inedita realizzata da Miodrag Ivanovic, in arte Mikica, per l'albo intitolato La notte dei mostri. L'immagine non c'entra nulla con la storia.


Per la seconda parte viene utilizzata invece la cover di Mister No 139, ma col titolo Il mago Hel, con riferimento all'illusionista malvagio che riesce a prendere il controllo della comunità dei freak..


Restiamo in ambito balcanico per segnalare che nell'agosto 2014 la croata Libellus ha ripubblicato l'intera storia su un volume unico, intitolato come la prima parte della serie jugoslava: La notte dei mostri.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index. 

lunedì 26 giugno 2023

L'EDIPO JACOVITTIANO

di Filippo Pieri

Nell'anno che celebra il centenario della nascita del grande fumettista Benito Jacovitti anche "La Settimana Enigmistica" lo cita - all'interno della rubrica "L'edipo Enciclopedico". Infatti il quesito 36381 chiede: Come si chiama il cow-boy creato da Jacovitti, che si muove nel Far West in sella al fidato cavallo Trottalemme? Se lo sai, rispondi!




P.S. Per chi non lo ricordasse ricordiamo che l'ultima avventura di Cocco Bill fu pubblicata proprio dalla Bonelli. Sergio Bonelli e Benito Jacovitti furono fatti incontrare per la prima da uno dei curatori di "Dime Web" nel 1992, del tutto casualmente: Jacovitti era stato accompagnato in auto a Lucca (dove era stata allestita una mostra a lui dedicata) da Firenze proprio da questo curatore; quando l'auto accostò vicino al palazzetto del sport (dove si teneva la mostra-mercato), il Destino volle che in quel momento a pochi metri sul marciapiede ci fosse Sergio Bonelli. Come lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione? "Sergio, posso presentarti Benito Jacovitti?", chiese il curatore, appena fatto scendere l'illustre passeggero. Sergio, incredibilmente, non aveva MAI incontrato Jacovitti, conoscendolo solo di nome e di fama. Da quel momento storico nacque il Cocco Bill della Bonelli!


N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

sabato 24 giugno 2023

IL GRANDE INCUBO DI LUCIANO

di Filippo Pieri


Qualche anno fa, in occasione del compleanno del grande Luciano Costarelli, Pieri dedicò al disegnatore una striscia scherzosa in cui si immaginava una sua fan che lo perseguitava fino allo sfinimento. La striscia piacque a Luciano, cosicché la serie continuò anno dopo anno. Adesso proponiamo tutto ai lettori di "Dime Web", certi di un pari gradimento (s.c. & f.m).






N.B. Trovate i link ad altre serie umoristiche su Cronologie & Index!

giovedì 22 giugno 2023

WILLIAM “BILLY” LARKIN STILES E ALBERT “BURT” ALVORD: LALA BANDA ALVORD-STILES E TANTI ALTRI PERSONAGGI DI DUBBIA MORALE NELLA SOTTILE E POLVEROSA LINEA CHE SEPARA IL BUONO DAL CATTIVO NEL VECCHIO WEST!! – LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA – PARTE XCIV

di Wilson Vieira

Ci stiamo avvicinando alla centesima puntata della nostra Storia del West che Wilson sta redigendo da anni per "Dime Web"... In questa puntata la storia degli uomini di legge che sulle polverose piste della Frontiera furono anche criminali, a dimostrazione di quanto sia sottile la "linea rossa" che separa il bene dal male. Buona lettura! (s.c & f.m)






William “Billy” Larkin Stiles, noto anche come William Larkin, fu un pistolero, uomo di legge e fuorilegge insieme, che, con Burton Alvord, fondò la “Alvord-Stiles Gang”, che operava in Arizona all’inizio del secolo XX. Albert “Burt” Alvord nacque nel settembre del 1867 a Plumas County, California, e fu un uomo di legge americano e successivamente fuorilegge del Vecchio West. Alvord iniziò la sua carriera nelle forze dell’ordine nel 1886 come vice dello sceriffo John Slaughter nella contea di Cochise, in Arizona, ma all’inizio del XX secolo si dedicò alle rapine ai treni. Si sa poco dei primi anni di vita di Stiles, tranne che avrebbe ucciso suo padre quando aveva solo 12 anni. Cresciuto, lavorò come cercatore d’oro e aiutante di un ranch sulle Superstition Mountains. In seguito divenne avvocato lavorando sotto Jeff Milton e John Slaughter, guadagnandosi la reputazione di esperto scout e "tracker". William Larkin Stiles nacque a Casa Grande in Arizona, nel centro dello stato, a metà strada tra Tucson e Phoenix, in un'area prevalentemente pianeggiante, con molti campi di cotone. Lì imparò l’estrazione mineraria e l’allevamento. Attirato l’attenzione partecipando a uno sciopero dei minatori di rame nel giugno 1896, quando aveva 24 anni. Nello stesso anno partecipò come vice a una posse guidata dallo sceriffo Texas John Slaughter che si spinse fin nella contea di Cochise. A metà del 1897 era proprietario di un saloon con Ben Bible. I due costruirono un edificio di adobe a Florence, in Arizona. Nella Contea di Cochise intraprese la carriera legale. Poi incontrò Burt Alvord, che lavorava ugualmente per Slaughter. Stiles e Alvord erano entrambi imbroglioni e i loro guadagni reali erano molto superiori a quelli del dignitoso salario di vice avvocati. La paga consisteva in una percentuale sulla riscossione di licenze, tasse, commissioni aziendali, trasporto di detenuti in prigioni fuori sede, ecc. Imboccarono quello che vedevano come un “percorso facile” per avere guadagni extra. Reclutando altri due banditi, pianificarono una rapina al treno. Individuarono un treno diretto a Willcox, che trasportava le paghe dei minatori di Pearce, in Arizona.
Intorno al 1899 Stiles andò dunque a lavorare per il vice Marshal Burt Alvord a Willcox, in Arizona. Tuttavia i due non erano dediti alla legge; formarono invece una banda di rapinatori di treni che includeva George e Louis Owns, “Three Fingered Jack” Dunlop (1872 – 1900), Bravo Juan Yoas e Bob Brown. Sotto la copertura della loro attività di vice sceriffo, furono in grado di interferire con le indagini delle autorità locali. Il 9 settembre 1899, la banda Alvord-Stiles rapinò un treno a Cochise, in Arizona, fuggendo con diverse migliaia di dollari in monete d’oro e banconote. Alla stazione ferroviaria di Cochise, nel settembre 1899, fecero saltare la cassaforte, portando via il denaro contenuto. Quindi questi “uomini di Legge” formarono una posse per dare la caccia ai rapinatori di treni! Non li rintracciarono mai! Impossibile individuarli! Potete immaginare perché!





Una posse guidata dallo sceriffo Scott White e da George Scarborough li inseguì senza successo. La banda commise diverse rapine a mano armata nella Contea di Cochise, ma Alvord e Stiles furono arrestati solo dopo aver tentato di rapinare la Southern Pacific Railroad. Poco tempo dopo, però, riuscirono a scappare. Il 15 febbraio 1900 tentarono di rapinare un treno a Fairbank, in Arizona, e si scontrarono con il duro uomo di legge Jeff Milton (1861 – 1947), che uccise “Three Fingers Jack” e ferì Juan Yoas. Poco tempo dopo, Alvord fu catturato e portato nella prigione della Contea di Cochise a Tombstone, in Arizona. Il 7 aprile 1900, Billy Stiles andò a visitare Alvord, quindi puntò una pistola contro il vice Marshal George Bravin, chiedendo il rilascio di tutti i prigionieri. Bravin non obbedì immediatamente e Stiles gli sparò a un piede, staccandogli due dita. Venticinque prigionieri, tra cui Alvord, riuscirono a fuggire.






Gli Arizona Rangers finalmente rintracciarono entrambi gli uomini in Messico nel febbraio 1904. Alvord fu colpito due volte quando i fuorilegge resistettero e si arresero, ma Stiles riuscì a scappare nonostante una pallottola al braccio. Alvord trascorse due anni nella prigione territoriale di Yuma, in Arizona. Nel frattempo Stiles si era recato in Oriente, dove rimase per diversi anni prima di tornare negli Stati Uniti e andare in Nevada. Lì divenne vice sceriffo nella contea di Humboldt con il nome di William Larkin. Il 5 dicembre 1908, mentre cercava di arrestare un uomo di nome Charlie Barr, quello resistette e Larkin gli sparò. Il figlio di 12 anni della vittima avrebbe poi sparato e ucciso Stiles. Fu sepolto in una tomba anonima nel cimitero dei pionieri a Winnemucca, in Nevada.
L’ultima storia di Tales from the Morgue raccontava che molti dei membri della banda di Alvord-Stiles un tempo erano stati uomini di Legge. E anche Billy Stiles era tornato a essere un avvocato dopo una vita da criminale, ed era un uomo di Legge quando iniziò la sua carriera criminale. Come si suol dire; coloro che vivono di spada, muoiono di spada, o nel caso di Stiles, di pistola.
Dal giornale "Arizona Daily Star", 25 novembre 1909:

L’uccisore di Billy Stiles confessa il suo omicidio. Finalmente il mistero che ha circondato la morte di Billy Stiles, l’ex fuorilegge dell’Arizona, che si diceva essere stato assassinato in Nevada mentre viveva lì sotto falso nome e prestava servizio come ufficiale di pace, si spera possa essere chiarito dalla confessione a Canon City, in Colorado, di Charles Barr, l’uomo che ha ucciso Stiles. Il vice sceriffo William Larkin fu ucciso in un’imboscata a Humboldt, Nevada, circa due anni fa. I suoi parenti in Arizona sostengono che Larkin non fosse altro che Billy Stiles. Il nome completo di Stiles era William Larkin Stiles. Mentre alcuni hanno dubitato che Larkin fosse davvero Stiles e credono che la presunta identificazione fosse solo uno stratagemma per buttare fuori pista gli inseguitori, Stiles ricercato per omicidio e rapina a Sonora, altri si sono convinti che fosse la stessa persona. Barr ora sta scontando sedici anni nel penitenziario del Colorado a Canon City per una rapina in treno a Pueblo, Colorado. Era conosciuto in prigione con il nome di CC Collins, ma quando si è scoperto che era Barr e vene stabilita la sua connessione con l’omicidio Larkin, rese una piena confessione. Ora in Colorado si stanno compiendo sforzi per ottenere la grazia per Barr in modo che possa essere portato in Nevada e lì essere processato per l’omicidio dell’ex fuorilegge dell’Arizona. Barr è anche ricercato a Las Vegas, per l’omicidio di un ristoratore. Che Stiles prestasse servizio come ufficiale in Nevada sotto falso nome non sorprende coloro che ricordano i suoi primi trascorsi in Arizona. Stiles prestava servizio come vice sceriffo nella Contea di Cochise, in questo territorio, durante molte delle sue rapine più sensazionali. I parenti in Arizona del bandito morto affermano di avere prove che Larkin fosse Stiles, e questo è accettato da quelli che hanno sentito tutti i dettagli. La banda Alvord-Stiles operava nel territorio dell’Arizona ed era guidata da due ex uomini di Legge, Burton Alvord e Billy Stiles. La banda fu fondata da Burton Alvord dopo essere stato assunto come vice sceriffo a Wilcox, in Arizona. Fino a quel momento, Alvord aveva servito come un onesto uomo di Legge, ma lungo il percorso iniziò a bere molto e trascorse molto tempo nei saloon, dove fece amicizia con un certo numero di fuorilegge.

 

Ci furono molti "tipi duri" nella storia dell’Arizona meridionale: Jonny Ringo (1850 – 1882), gli Earp (Virgil 1843 – 1905, Morgan 1851 – 1882, Warren 1855 – 1900, James 1841 – 1926, Newton 1837- 1928 e Wyatt 1848 – 1929, i Clantons (Phineas 1843 – 1906, Billy 1862 – 1881, Ike 1847 - 1887 e Curly Bill ? – 1882), e divennero tutti leggende.
Di solito difendevano la legge oppure la avversavano; portavano il cappello nero o quello bianco, se preferite. A volte, c’erano alcuni che sfoggiavano un cappello grigio: per esempio lo sceriffo disonesto Johnny Harris Behan (1844 – 1912) e l’antagonista tisico John Henry “Doc” Holliday (1851 – 1887) si adattavano a quel ritratto.
A ritagliarsi una nicchia speciale fu Burt Alvord. Ricoprì tutti i ruoli sopra menzionati. Era il pacchetto completo! Albert Alvord aveva una figura fisicamente imponente. Arrivò a Tombstone nel 1880 con la sua famiglia dalla California. Tombstone fornì al quattordicenne Burt un buon insegnamento. Evitò la scuola e lavorò in scuderia. Anche suo padre lavorò nei serragli e talvolta nelle miniere. In California fu anche giudice di Pace. Burt vide in prima persona entrambe le facce della Legge. Il leggendario sceriffo della contea di Cochise, John Slaughter (1841 – 1922), assunse Burt dopo la sua elezione nel 1886. Durante il suo mandato come vice, Burt fornì i suoi muscoli alla causa della legge. Fu coinvolto in vari inseguimenti e scontri a fuoco con i desperados. Durante la sua carriera si spostò in molti luoghi. Servì come poliziotto in diverse città. La sua reputazione era quella di un uomo senza paura e brutale. Burt era parecchio versatile.




Lavorò come carrettiere a Fort Huachuca e in un allevamento vicino a Pearce e Willcox. Forse annoiato, forse bisognoso di quattrini, Burt applicato le sue molte abilità per percorrere un’altra strada. Diventò una specie di genio della rapina al treno. Nel gennaio 1899 divenne vice sceriffo a Willcox, nel territorio dell’Arizona, una città che aveva un disperato bisogno di legge e ordine. Spesso sostituiva i suoi amici, tra cui Matt Burts (1870 – 1925), Bill Downing (1860 – 1908) e Billy Stiles. Lui e Billy Stiles formarono quindi una banda, che comprendeva anche Bravo Juan Yoas, i fratelli George e Louis Owens, “Jack Tre Dita” Dunlop e Bob Brown. Tre dita!? Ci furono diversi fuorilegge che avevano questo tipo di soprannome a causa di dita mancanti; Jack Dunlop Tre Dita della banda di Burt Alvord, Jack McDowell Tre Dita del Nevada e Jack Garcia Tre Dita membro della banda di Joaquin Murrieta (1829 – 1853). Dunlop nacque in Texas e trascorse la maggior parte della sua adolescenza come cowboy. Il luogo dove divenne un fuorilegge è sconosciuto, ma si sa che fu arrestato dopo diverse rapine in banca nel 1893.





Rilasciato dalla prigione nel 1895, Dunlop si unì alla banda di Will “Black Jack” Christian (? – 1897), ma nel 1898 cavalcava con un'altra gang, quella di Burt Alvord, insieme a George e Louis Owens, Billy Stiles, Bravo Juan Yoas e Bob Brown. La banda iniziò a rapinare i treni in Arizona e “Three Fingered Jack” Dunlop divenne rapidamente il ladro più noto. A mezzanotte del 9 settembre 1899 la banda derubò un treno della “Southern Pacific Express” di poco più di 10.000 dollari. La banda aveva staccato il vagone contenente i soldi, e poi aveva aperto la cassaforte con la dinamite. Scapparono sulle montagne Chiricahua, dove riuscirono a sfuggire a una posse guidata dallo sceriffo Scott White (1856 - ?) che includeva George Scarborough. Pochi mesi dopo colpirono di nuovo. Il 15 febbraio 1900, la banda rapinò un treno a Fairbank, che serviva Tombstone, in Arizona. I cinque banditi erano Bob Brown, o Burns, “Bravo Juan” Tom Yoas, i fratelli George e Louis Owens e “Three Fingered Jack” Dunlop. Quando arrivarono in città, i banditi scesero da cavallo e si confusero nella folla, fingendosi cowboy ubriachi. A questo punto ci sono alcuni resoconti discordanti, anche se le variazioni sono lievi. Secondo la “Encyclopedia of Western Gunfighters” di Bill O’Neal (1942), mentre il treno si avvicinava a Fairbank, Jeff Milton era in piedi davanti alla porta aperta del vagone espresso quando i banditi aprirono il fuoco su di lui dalla stazione e lo ferirono. Tuttavia, secondo Robert M. Patterson, il treno si fermò completamente prima che i banditi si avvicinassero e uno di loro gridò "Mani in alto!" a Milton prima che iniziassero a sparare. Secondo la versione di Patterson, in un primo momento Milton pensò che l’invito alla resa fosse uno scherzo, ma quando i banditi lo dissero una seconda volta e si tolsero il cappello, si affrettò a rivalutare la situazione. Milton stava sostituendo un amico al momento della rapina, altrimenti non sarebbe stato sul treno. Aveva lasciato la rivoltella sulla scrivania all’interno del treno, ma la sua doppietta era vicina alla porta e a portata di mano. Milton esitò però perché usare il fucile avrebbe potuto mettere a rischio gente innocente. Così, quando i banditi decisero di aprire nuovamente il fuoco, uno dei loro primi colpi colpì Milton alla spalla sinistra. Milton cadde a terra gravemente ferito, ma riuscì ad afferrare il suo fucile appena in tempo per usarlo su Dunlop, che stava cercando di entrare nel treno. Undici pallettoni colpirono Dunlop in tutto il corpo e l'ultimo colpì Yoas nella parte superiore della gamba o alla schiena. Dopo il fuoco incrociato, Brown ei fratelli Owens iniziarono a sparare a raffica contro il vagone espresso mentre Yoas scappava per montare a cavallo. In risposta al fuoco, Milton strisciò verso il portellone di metallo del treno e lo chiuse proprio mentre arrivavano altri proiettili. Sì applicò quindi un laccio emostatico improvvisato, nascose la chiave della cassaforte dietro alcuni bagagli e perse i sensi. Grazie a questo, quando i banditi salirono sul treno pensarono che Milton fosse morto e non riuscirono a trovare la chiave. Senza la chiave o la dinamite, non c’era modo di aprire la cassaforte, quindi Dunlop, che era stato ferito, fu messo in groppa al suo cavallo e i banditi uscirono dalla città. Secondo James H. McClintock (1864 – 1934), i banditi raggranellarono solo diciassette pesos Messicani. Nel 1961, la stazione ferroviaria di Fairbank fu spostata nella vicina Tombstone e restaurata. Ora funge da biblioteca Comunale ed è aperta al pubblico.






La ferita di Dunlop era grave, poiché era stato colpito da undici pallini del fucile, principalmente nella zona dello stomaco. I cinque fuorilegge si separarono ben presto, progettando di incontrarsi fuori Contention City, in Arizona. Dunlop cadde da cavallo a poche miglia dal luogo della rapina e rimase lì per quattordici ore prima che una  le autorità lo trovassero. Fu portato a Tombstone, dove rilasciò un’intervista al quotidiano “Tombstone The Prospector” prima di morire il 24 febbraio 1900. Dunlop è sepolto vicino alle tombe di Tom McLaury (1853 – 1881), Frank McLaury (1849 – 1881) e Billy Clanton (1862 – 1881), nel cimitero di Boot Hill di Tombstone. Poco tempo dopo la rapina, Alvord fu catturato e portato nella prigione della Contea di Cochise a Tombstone, in Arizona. Il 7 aprile 1900 Billy Stiles andò a visitare Alvord, quindi puntò una pistola contro il vice marshall di George Bravin chiedendo il rilascio di tutti i prigionieri. Bravin non obbedì immediatamente e Stiles gli sparò a un piede, staccandogli due dita. Venticinque prigionieri, tra cui Alvord, riuscirono a fuggire. Burt aveva messo insieme una banda per eseguire i lavori sporchi, mentre lui se ne stava al sicuro, creandosi così un'alibi. Uno dei suoi colonnelli era Billy Stiles, che spesso indossava un distintivo in aiuto alle forze dell’ordine che facevano capo ad Alvord.
All'inizio andò tutto liscio e i banditi riuscirono ad accumulare diverse migliaia di dollari. Burt, agendo in veste ufficiale, sviava le autorità dai veri colpevoli; incoraggiato dal successo, pianificò un’altra rapina. Il suo obiettivo era il treno “RR” del New Mexico e dell’Arizona per Fairbank. Il piano di Burt prevedeva un diversivo, ma a Jeff Milton fu chiesto di sostituire un collega all’ultimo minuto. I membri della banda in fuga furono braccati e uno di loro, “Three Fingered Jack”, spifferò i nomi dei suoi compari prima di morire. Burt e Stiles furono incriminati, il primo fu preso e Stiles riuscì a far fuggire di prigione Alvord.
Un messicano senza nome entrò nell'ufficio della Benson Constable Shilliam il 26 aprile 1900, e consegnò le chiavi della prigione di Tombstone. Insieme alle chiavi c’era un biglietto di Burt Alvord e dei suoi compari, che erano fuggiti di recente da quel carcere. Il messaggio, dal tono umoristico diceva:

Sulla strada - Venerdì 20 aprile 1900. Scott White: ti mandiamo le chiavi. Le avremmo date al carceriere Sid Mullen ma era troppo veloce per noi. Potremmo non batterlo. Abbiamo incontrato i Messicani che hanno ucciso quel giocatore d’azzardo a Johnson Camp, ma siccome non avevamo mandati non li abbiamo arrestati e poi avevamo paura che sparassero. Dillo ai ragazzi che stiamo bene e mangiamo regolarmente. Dillo all’uomo a cui ho preso la sella Studebaker, Will mandalo a casa presto. Cordialmente, Juan Bravo, Stiles, Alvord.

La Legge inseguì Burt e lo localizzò. Lo attirarono prospettandogli un patteggiamento se li avessi aiutato a catturare Augustine Chacon (1861 – 1902) , uno dei peggiori fuorilegge dell’Arizona.





Soprannominato “El Peludo” ("il peloso"), era un fuorilegge ed eroe popolare messicano attivo nel territorio dell’Arizona e lungo il confine tra Stati Uniti e Messico tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Sebbene si autoproclamasse un uomo cattivo, era benvoluto da molti coloni, che lo trattavano come un personaggio simile a Robin Hood piuttosto che come un tipico criminale. Secondo lo storico del Vecchio West Marshall Trimble (1939), Chacon era “uno degli ultimi desperados a cavallo che percorsero il sentiero degli hoot-owl in Arizona verso la fine del secolo.” Era considerato estremamente pericoloso, avendo ucciso una trentina di persone prima di essere catturato da Burton C. Mossman (1867 – 1956) e impiccato nel 1902.





Il presunto criminale Chacon fu impiccato a Solomonville, nel territorio dell’Arizona. Sulla sua lapide è scritto:

Ha vissuto la vita senza paura.
Ha affrontato la morte senza paura.
Hombre muy bravo.

A giudicare dai documenti storico, probabilmente non commise nessuno dei crimini per i quali fu impiccato. La sua esecuzione fondamentalmente fu un linciaggio legalizzato.






Nel 1902 Burt si arrese, pagò la cauzione e riprese a camminare per le strade di Tombstone. Al processo si dichiarò colpevole e fu condannato a due anni da scontare a Yuma. Ancora una volta la prigione si rivelò inefficace. Lui e altri 11 scapparono dopo aver segato le sbarre. Nascostosi a Sonora, con una taglia sulla sua testa, fu braccato dagli Arizona Rangers, fu ferito e riportato a Tombstone. Billy Stiles lo aveva abbandonato quando Alvord era stato colpito alla caviglia e non poteva più spostarsi. Stiles si dimostrò piuttosto astuto: scomparve dalla faccia della Terra. Billy rimase nascosto oltre il confine.
Nel corso degli anni si disse che era morto, che era andato in Cina e numerosi furono i presunti avvistamenti, nel 1904, 1905, 1906, 1907... fino alla fine del 1908. Billy era andato nel Nevada settentrionale. Usando la sua intelligenza e la sua esperienza legale, si era assicurato una posizione come ufficiale legale. Si fece strada, diventando persino detective. Poi divenne vice sceriffo e fu ucciso nell’adempimento del proprio dovere. Lì era conosciuto come William Larkin o Billie. Lo seppellirono a Winnemucca, nel vecchio cimitero. Ora è un parco, le tombe erano state spostate. Nessun documento dice dove si trovi il suo corpo o la sua tomba. Gli sopravvissero sua madre e sua moglie. Aveva solo 37 anni quando fu ucciso.





Alvord era stato dunque consegnato alla prigione di Yuma. Gli Arizona Rangers avevano rintracciato entrambi gli uomini in Messico nel febbraio 1904. I fuorilegge resistettero all'arresto: Alvord fu colpito due volte e si arrese, ma Stiles, nonostante una pallottola al braccio, riuscì a scappare.
Alvord ha poi trascorso due anni nella prigione territoriale di Yuma, in Arizona. Dopo il suo rilascio, ha annunciato che sarebbe partito in nave per ricominciare da capo in America Centrale. Vagò per l’America Centrale e Meridionale, e si dice che morì di febbre alle Barbados. Nel frattempo Stiles si trasferì in Oriente per diversi anni prima di tornare negli Stati Uniti e raggiungere il Nevada. Lì divenne vice sceriffo nella contea di Humboldt, sotto il nome di William Larkin. Il 5 dicembre 1908 fu ucciso mentre cercava di arrestare un uomo.
Quanto segue apparve nell'edizione del 7 dicembre 1908 della Stella di Humboldt:

Un vile omicidio è stato commesso lo scorso sabato pomeriggio al ranch Riley sul fiume Kings, novanta miglia a nord-ovest di Winnemucca. William Larkin, un vice sceriffo, ucciso a sangue freddo da Charley Barr (1903 – 1926), ex compagno di Jim Taylor, il desperado ucciso dallo sceriffo Lamb nell’adempimento del suo dovere la scorsa estate. L’unico movente noto per l’uccisione del vice sceriffo Larkin è la vendetta, perché, secondo le storie che vengono raccontate, Barr aveva giurato di uccidere coloro che erano in qualche modo collegati all’uccisione di Jim Taylor. Larkin è stata la prima vittima, essendo l'investigatore che aveva indagato su Taylor la scorsa estate, l'aveva arrestato e ucciso. L’omicidio è avvenuto verso le 3 di sabato pomeriggio.
Il vice sceriffo Larkin e John Saval, uno dei pastori di spicco della Contea, erano arrivati al ranch circa un’ora prima. Larkin era impegnato in affari ufficiali legati ai documenti in una causa intentata da Saval contro un pastore che viveva vicino al ranch. Dopo aver cenato, Larkin e McReynolds sono usciti casa per andare nel fienile, Saval era rimasto indietro per mettersi le soprascarpe. Quando erano circa a metà strada tra il ranch e il fienile, Barr, che evidentemente si era nascosto dietro una baracca, uscì allo scoperto e iniziò a sparare. Sparò tre colpi e Larkin cadde ferito a morte, ma mentre cadeva estrasse il revolver e ha sparato un colpo all’assassino, senza nessun effetto. McReynolds, che era vicino a Larkin quando è caduto, ha iniziato a correre, ma Barr gli ha ordinato di fermarsi e ha minacciato di ucciderlo se avesse reagito. Barr, pistola in pugno è poi entrato nel ranch e ha sottratto tutte le armi che c'erano. Poi è andato alla stalla, ha scelto il miglior cavallo da sella del ranch e ha scacciato tutti gli altri cavalli. In groppa all’animale, il desperado si allontanò in direzione di China Creek e del confine con l’Oregon, ma prima di partire aveva avvertito gli uomini del ranch che avrebbe ucciso chiunque avesse tentato di seguirlo.


Anni dopo, due nipoti affermarono che fosse morto su un’isola al largo di Panama nel 1910. Ci si chiede cosa dovesse evidenziare il suo necrologio. Fu visto l’ultima volta nel 1910 mentre lavorava come operaio del Canale. L’ex-fuorilegge dell’Arizona fu identificato dal Console americano.

Tucson, 23 luglio:

Burt Alvord, noto come un fuorilegge che terrorizzava le città periferiche e i ranch dell’Arizona meridionale e lungo il confine con il Messico e che scomparve dopo una clamorosa fuga dalla prigione della Contea di Cochise a Tombstone nel 1903, è recentemente morto di febbre nel Barbadoes nelle Indie Occidentali, secondo le notizie da noi ricevute. La notizia della morte dell’ex desperado è trapelata attraverso una lettera inviata da amici di Alvord a H.N. Dubois, un ex Tucsoniano, ora a Los Angeles. Dubois aveva conosciuto Alvord in Arizona e successivamente in Brasile, dove Alvord ha lavorato per un certo periodo nella costruzione di ferrovie. La lettera, inviata da Christobal, Canale di Panama, recita in parte quanto segue: “Burt Alvord è morto alle Barbadoes, riconosciuto dal Console americano a Bridgetown, la capitale; quando è morto Burt aveva 800/900 dollari.”

La banda Alvord-Stiles terrorizzò le popolazioni periferiche nelle contee di Pima, Cochise e Santa Cruz: perciò, cari amici lettori, la maggior parte degli uomini di Legge del Vecchio West svolse lodevolmente il loro dovere, alcuni diventarono persino famosi, ma altri si distinsero lavorando su entrambi i lati della Legge. Migliaia di uomini fecero rispettare la Legge alla Frontiera: poliziotti, sceriffi, marshal e detective. La maggior parte del loro lavoro comportava compiti di routine, come riscuotere le tasse, controllare che le licenze fossero aggiornate, arrestare chi picchiava le mogli, tenere sotto controllo la vendita illegale di alcolici, verificare le porte dei negozi di notte e in generale assicurarsi che le cose fossero sotto controllo nei saloon, nelle sale da gioco e in altri luoghi di intrattenimento. Duelli con armi da fuoco, impiccagioni e inseguimenti di rapinatori di diligenze e treni non erano così frequenti come suggeriscono i film e le serie tv western. La maggior parte degli uomini di Legge faceva carriera. Virgil Walter Earp (1843 – 1905), Bill Tilghman (1854 – 1924) e Charlie Siringo (1855 – 1928) furono testimoni di circostanze straordinarie durante la loro carriera; ognuno di loro ha occupato posizioni di rilievo fra gli uomini di Legge, in diversi stati e territori del West. Altri uomini si dimostrarono molto affidabili quando indossavano un distintivo, ma non tanto come comuni cittadini. Il fratello di Virgil Walter Earp (1843 – 1905), Wyatt Berry Stapp Earp (1848 – 1929), per esempio, una volta fu arrestato per aver cavalcato il cavallo di qualcun altro, a Peoria, in Illinois, nel 1872; e nel 1911 era noto al dipartimento di polizia di Los Angeles per aver gestito giochi illegali d’azzardo. Nella contea di Cochise, nel territorio dell’Arizona, Burt Alvord rimase pulito per anni come poliziotto e vice sceriffo, ma poi perse terreno quando iniziò a rapinare i treni. Altri fecero come lui.




Eletto marshal di Nevada City, in California, nel 1856, Henry Plummer (1832 – 1864) mostrò il suo vero volto l’anno seguente. Dopo aver arrestato uno che picchiava la moglie, si dedicò a confortare questa donna addolorata, spesso di notte, e alla fine uccise suo marito. Sebbene fosse stato condannato a una lunga detenzione da scontare a San Quentin, Plummer fu rilasciato nel 1859 per motivi di “salute” e alla fine traslocò in quello che presto divenne il territorio del Montana. Nel 1863 convinse la gente del posto a eleggerlo sceriffo di Bannack, nella nuova regione della corsa all’oro. Nel giro di poche settimane la “Plummer Gang” - come fu soprannominata dagli scrittori - commise decine di rapine e omicidi: esattamente quanti ancora oggetto di dibattito. I montanani bramosi dell'oro di Bannack, di Virginia City e di altre città del boom persero la pazienza con gli uomini di Legge, e nel gennaio 1864 passarono al linciaggio. Nell’episodio più eclatante di "giustizia dei vigilantes" nella storia degli Stati Uniti, le posse di cittadini organizzarono “feste in cravatta” per venti uomini entro la fine del mese; il bilancio salì a 50 nell’ottobre 1867, e fra questi c'erano i vice-sceriffo Ned Ray e Buck Stinson.




Ned Ray era un giocatore d’azzardo professionista, un uomo di Legge e poi fuorilegge che fu impiccato dai Vigilantes nel Montana. Prima di raggiungere Bannack, "Montana" Ray lavorò come operaio a Benicia, in California, ma trascorse la maggior parte del suo tempo come giocatore d’azzardo professionista. Successivamente si recò a Salt Lake City, nello Utah, dove fu condannato per il furto di due muli e spedito in prigione. Riuscì a fuggire nel 1863 e a metà maggio si recò a Bannack. Non si sa se Henry Plummer fosse già in contatto con Ray mentre erano entrambi in California, ma Plummer nominò Ray come vice dopo essere stato eletto sceriffo il 24 maggio 1863.




Sebbene Ray fosse conosciuto come un uomo rozzo invischiato con noti fuorilegge, non c’è traccia che sia mai stato accusato o che abbia commesso crimini mentre si trovava a Bannack. Tuttavia, quando i Montana Vigilantes furono formati nel dicembre 1863, ci furono su di lui dei sospetti  quando Erastus “Red” Yager fu impiccato il 4 gennaio 1864. I Montana Vigilantes affermarono infatti che Yager aveva nominato Henry Plummer come il capo della banda chiamata gli “Innocenti.” Henry Plummer non stava facendo un buon lavoro come sceriffo. Nel corso del 1863 le rapine lungo le piste dei campi di estrazione dell'oro aumentarono notevolmente. Col passare del tempo molti iniziarono a credere che si trattasse di un gruppo coordinato, guidato da un uomo molto intelligente. Il gruppo aveva molti nascondigli, ma la sua sede centrale era a dodici miglia da Virginia City, al Rattlesnake Ranch, ed era chiamato “Innocents Gang.” Il gruppo, composto forse da più di 100 membri, depredava i minatori ed era così chiamato perché rispondevano alla parola d'ordine segreta con l'affermazione “Sono innocente.” La maggior parte si riconosceva per uno speciale nodo della cravatta e per il taglio particolare della barba. Plummer era noto per frequentare il ranch e tutti sapevano che era un buon tiratore con la pistola. Un altro ritrovo preferito era il Cottonwood Ranch, di proprietà di un uomo di nome Dempsey che non aveva alcun legame con questi uomini, ma ne sapeva abbastanza per non disturbarli. Il gruppo si divideva in unità più piccole in modo da poter colpire contemporaneamente diversi campi minerari, ed avevano spie che sorvegliavano gli uffici minerari in modo da sapere esattamente quando l’oro doveva essere spedito. Raggranellarono la maggior parte del bottino nelle settanta miglia tra Virginia City a Bannack. Plummer fu accusato di far parte della banda quando due minatori affermarono  che era presente durante una rapina. Un altro ancora affermò di aver ricevuto indietro una parte del denaro rubato quando si lamentò con Plummer di quanto fossero pericolose le piste. Probabilmente non avremo mai una prova assoluta della colpevolezza o dell’innocenza di Henry Plummer. Il suo coinvolgimento poteva essere o non essere vero, ma ciò che era palesemente ovvio era quanto stavano diventando gravi le rapine e quanto poco si stava facendo per fermarle. I Vigilantes agirono rapidamente e il 10 gennaio 1864 entrarono a Bannack da Virginia City e arrestarono Henry Plummer e i suoi due vice Buck Stinson e Ned Ray. Portarono in marcia militare i tre uomini alla forca, gli misero il cappio, aprirono le botole e li lasciarono cadere verso la morte. I tre corpi furono lasciati appesi fino al mattino successivo.






Quello di Plummer fu l’unico corpo a essere deposto in una bara di legno e nessuno di loro fu sepolto nel cimitero, ma in fosse poco profonde a Hangman’s Gulch, a circa cento metri dal patibolo. Certamente quel trio doveva sapere che crimine e punizione vanno di pari passo.
La definizione di “poco di buono” si adattava sicuramente a Thomas Kelly, un agente da tempo in servizio dipartimento di polizia della città di San Francisco. Era anche un borseggiatore e portava le armi pure quando non autorizzato. Fu arrestato più volte mentre ancora riscuoteva lo stipendio come uomo di Legge, tanto che si guadagnò un posto speciale nella “Rogues Gallery” del capo della polizia Isaiah Wrigley Lees (1830 – 1902) nel 1899. Nel 1855 Allan Pinkerton (1819 – 1884), fondatore della Pinkerton National Detective Agency, aveva infatti istituito un registro dei ladri, una raccolta di descrizioni, modus operandi, nascondigli e nomi di criminali e dei loro associati. Un giorno disse:

Il male può trionfare per un certo periodo, il crimine può ostentare le sue vittorie di fronte ai lavoratori onesti, ma alla fine la Legge condurrà il malfattore a un destino amaro, e per coloro che peccano ci saranno disonore e punizione.

La "Galleria dei Cattivi" fu istituita intorno al 1854/1855 dal detective Isaiah W. Lees del dipartimento di polizia di San Francisco. L’ispettore Thomas Byrnes (1842 – 1910) del dipartimento di polizia di New York City della fine del XIX secolo rese popolare questa terminologia, con la sua raccolta di fotografie di noti criminali, che veniva utilizzata per farli identificare ai testimoni. Byrnes pubblicò alcune di queste foto con i dettagli dei criminali in "Professional Criminals of America" (1886).





A San Francisco si diceva che Kelly fosse protetto dalla sua Gang degli irlandesi, cosa non da poco all'epoca. Anche Kelly fu un "uomo bifronte", altrettanto famigerato e sfortunato di Plummer. Molti degli uomini di Legge che presero un a brutta strada avevano un passato da galeotti o avevano passato periodi difficili. James William “Billy” Blankenship (1855 – 1912) fece carriera da poliziotto a vice sceriffo della Contea di Maricopa nel territorio dell’Arizona e poi divenne marshal a Phoenix negli anni Ottanta dell’Ottocento. Ma dopo la morte di sua figlia divenne uno scialacquatore; i conti non tornavano più, riscosse tasse illegali e frequentò prostitute. Alla fine rese una piena confessione pubblica, si scusò e si dimise; il Consiglio Comunale e i concittadini scelsero di non incriminarlo. Blankenship si trasferì nella città del rame di Jerome, nel territorio dell’Arizona, dove fu assunto come guardiano della miniera. Riconoscendo i talenti di questo uomo di Legge caduto in disgrazia, lo sceriffo locale assunse Billy come vice, e nel giro di pochi anni Blankenship si riscattò, diventando marshal della città di Jerome.






Verso la fine del XIX secolo nel territorio dell’Arizona il più famoso uomo di Legge era il marshal Benjamin Franklin Daniels (1852 – 1923). Daniels rivendicava un pittoresco passato nel Far West come cacciatore di bisonti del Kansas, vice-marshall a Dodge City, vice-sceriffo nella Contea di Bent in Colorado, marshal di Cripple Creek in Colorado e poi a Guthrie nel territorio dell’Oklahoma, rispettato membro dei “Rough Riders” di Theodore Roosevelt Jr. (1858 – 1919), alla carica sulle San Juan Heights di Cuba durante la Guerra Ispano-Americana. Non c’è da stupirsi che proprio il presidente Roosevelt lo abbia nominato marshal del territorio dell’Arizona nel 1902. Poco dopo la nomina, tuttavia, riemerse tutta la sporcizia del suo passato. A vent’anni era stato arrestato per aver rubato muli dell’esercito e aveva trascorso tre anni nel penitenziario del Wyoming. Quando a Roosevelt giunse la notizia di questa dimenticata fedina penale del marshal, il Presidente chiese le sue dimissioni. Fortunatamente per Daniels, Roosevelt e altri credettero che la lunga e illustre carriera di Ben nelle forze dell’ordine avesse più che compensato i suoi misfatti giovanili. Su sollecitazione del Presidente il Governatore entrante nominò Daniels sovrintendente della prigione territoriale di Yuma, e nel 1905 il Presidente lo nominò nuovamente marshal del territorio dell’Arizona - sicuramente uno dei colpi di scena più strani nella storia degli ufficiali di Pace. Nei suoi ultimi anni Daniels servì come sceriffo della Contea di Pima.
Il poliziotto Wylie Lewis di Pasadena, in California, che era stato raccomandato dal capo della polizia, era un attento osservatore di case e negozi mentre era di ronda nel 1919. Aveva una famiglia numerosa e non riusciva a sbarcare il lunario con il suo stipendio, così prese in prestito automobili dai suoi amici e derubò a destra e a manca per mesi. Lewis diede un nuovo significato al cliché “mettere il cibo in tavola”, rubando prosciutti, barili di zucchero e una tonnellata di prodotti in scatola. Razziò anche biciclette, un letto di ottone, quadri e vestiti. Durante la perquisizione della sua abitazione, la polizia trovò in mezzo bottino una maschera e un berretto tipici dei rapinatori. Dopo aver passato un certo periodo a San Quentin, Lewis finì i suoi giorni assunto in un impianto di lavorazione di metalli preziosi del Nevada.
Il minatore Frank Dyer (1877 – 1944) fu nominato marshal dello Utah nel 1886 e prestò servizio per tre anni. Gestì con perizia le questioni legali riguardanti la popolazione Mormone, in particolare i numerosi casi di “convivenza.” Era anche, per dirla educatamente, un uomo attento ai propri soldi. Per esempio, dopo aver addebitato al Governo una partita di patate da semina, mise i prigionieri della prigione federale a piantare ed estrare i tuberi, e quindi li rivendette al Governo come rancio del carcere. Adottò un approccio simile con le mucche da latte, addebitando al Governo il mangime, facendo in modo che i prigionieri si prendessero cura delle mucche, e quindi vendendo il latte alla prigione federale. Dopo un rapporto su queste pratiche illegali di Dyer, il Dipartimento di Giustizia gli ha suggerì di "ravvedersi".




Tra i più intriganti uomini di Legge del West c’era Johnny Harris Behan (1844 – 1912), la cui carriera durò tre decenni. Era, tra le altre cose, membro della Legislatura Territoriale dell’Arizona, sceriffo di due Contee, sovrintendente della prigione territoriale di Yuma, ispettore scolastico, esattore delle tasse e ispettore di frontiera federale. È meglio conosciuto, come lo sceriffo della Contea di Cochise che si schierò con i cowboys (alcuni erano presunti ladri) nella loro disputa con la fazione Earp a Tombstone, nel territorio dell’Arizona.





Incapace di impedire lo scontro a fuoco dell’ottobre 1881 vicino all’O.K. Corral, testimoniò a lungo contro i colleghi Virgil e Wyatt Earp all’indomani dell'accaduto Sebbene certamente non fosse un eroe, Behan non era nemmeno un malfattore. Detto questo, ovunque si stabilisse e qualunque posizione prendesse, suscitava sempre polemiche. Era perennemente in Tribunale, o citato in giudizio o perché citava qualcuno in giudizio. Behan comparse in Tribunale cinque volte per rispondere alle accuse di reato per fatti accaduti mentre era sceriffo della Contea di Cochise. Tali accuse alla fine furono respinte, ma fanno comunque parte di uno schema. Il dottor George Emory Goodfellow (1855 – 1910) portò due volte lo sceriffo in Tribunale quando Behan cercò di riscuotere l’affitto di una proprietà che non possedeva più. Quando Behan fu dimesso da direttore della prigione territoriale, i giornali e i Tribunali ebbero la loro giornata campale, accusandolo di essere stato un pessimo amministratore. Ovunque si presentasse si poteva contare su diverse cose: avrebbe conquistato le persone, avrebbe ottenuto un lavoro di amministratore della Legga (per elezione o assunzione) e durante o dopo il suo mandato ci sarebbero state indagini, accuse e probabili azioni legali. Sebbene Billy Stiles abbia servito per almeno tre mandati come ufficiale di Pace del territorio dell’Arizona, incluso come vice del famoso sceriffo della Contea di Cochise John Horton Slaughter (1841 – 1922), rimane una specie di scherzo elencarlo negli annali delle forze dell’ordine, come sappiamo.




Stiles ammazzava il tempo come cercatore d’oro e mediocre allevatore quando iniziò a collaborare con Burt Alvord come agente a Pearce e poi a Willcox, un centro di spedizione di bestiame. Di tanto in tanto Alvord sostituiva Stiles, soprattutto per il lavoro nei saloon. Questo prima che il duo incapace escogitasse piani criminali. Rapinarono due treni, furono catturati e incarcerati, scapparono e furono nuovamente catturati. Quando fu rilasciato, Stiles fece visita ad Alvord che era ancora dietro le sbarre, e i due fuggirono di nuovo. Di nuovo acciuffato, Stiles fu messo in servizio dagli “Arizona Rangers” come agente speciale per aiutare a rintracciare Alvord. Invece, entrambi fuggirono ancora una volta. Alla fine, stabilendosi in Nevada sotto il falso nome di William Larkin, Stiles divenne vice-sceriffo nella contea di Humboldt, svolgendo un lavoro non eccellente che lo mise contro una parte della cittadinanza. Il 5 dicembre 1908, mentre stava consegnando un mandato, il vice Larkin fu uccise, e ciò pose fine alla sua carriera di uomo che amava tenere il piede in due staffe. Per quanto riguarda Alvord, scelse l’America Centrale e scomparve dalle cronache nel 1910.





Il nome di Thomas “Tom” Horn Jr. (1860 – 1903) ha un suono poetico, e ai suoi tempi era un’importante personalità della Frontiera. Servì nell’esercito negli anni 1870 e ‘80 come un eccezionale scout/tracker in varie sortite contro gli Apache nel territorio dell'Arizona. Per un po' si diede all'allevamento, poi servì come vice-sceriffo durante la sanguinosa "Guerra della Pleasant Valley"; in seguito fu ingaggiato come pistolero (anche come assassino a pagamento) per controllare il bestiame nelle pianure settentrionali. Come con Johnny Harris Behan, anche ovunque andasse Horn, seguivano polemiche. Si fece sia amici che nemici.




Per alcuni anni lavorò come detective della Pinkerton per l’ufficio di Denver dell’agenzia, anche se non con grande efficacia. Nell’aprile 1891 qualcuno compì una rapina a Reno, e subito dopo le autorità locali arrestarono il detective Horn su un treno espresso in partenza. Una perquisizione corporale portò alla luce una maschera, una pistola e del denaro. Dopo le indagini Horn ne uscì pulito. Secondo un suo collega alla Pinkerton, Charlie Siringo, l’agenzia sapeva che Horn era colpevole, ma non poteva permettersi un così duro colpo alla sua reputazione se ci fosse stata una condanna. Negli anni successivi Horn lavorò come vice-sceriffo e come pistolero mercenario per i baroni del bestiame del Wyoming. Lì, in una controversa confessione resa da ubriaco, avrebbe ammesso di aver ucciso il ragazzo di un allevatore locale sostenendo che fosse “il miglior colpo che abbia mai fatto e il trucco più sporco che abbia mai fatto.” Colpevole o no, la gente del Wyoming ne ebbe abbastanza. Horn fu processato, condannato e impiccato a Cheyenne il 20 novembre 1903.




Ben Thompson (1843 – 1884) era un altro uomo di Legge che fu in grado di trarre insegnamenti da un periodo passato al fresco. I texani che lo ingaggiarono devono aver pensato che un pistolero con un'esperienza maturata sulla Frontiera fosse proprio il tipo di persona di cui avevano bisogno come ufficiale di Pace. Thompson, nato in Gran Bretagna, giunse in Texas da ragazzo e crebbe come vagabondo e giocatore d’azzardo; uccise diversi uomini in Messico, frequentava i saloon fra il Kansas e il Texas, e fu coinvolto in sparatorie e risse ad Abilene, Ellsworth e nelle altre città del bestiame del Kansas. Sapeva come muoversi. Pensando di essere pronto per lavorare dall’altra parte della Legge, si candidò come marshal della città di Austin nel 1879 ma fu respinto. La politica locale si spostò a suo favore nel 1880 ei cittadini lo elessero marshal. Sebbene uno storico abbia affermato che Thompson “raramente trascorreva una giornata sobria al lavoro”, la gente di Austin era apparentemente soddisfatta e lo rielesse l’anno successivo. Nel luglio 1882, durante una vacanza in famiglia a San Antonio, il marshal incontrò la nemesi di lunga data Jack Harris nel teatro/saloon di vaudeville proprietà di quest’ultimo. I due si scambiarono occhiatacce e Thompson pensò che Harris stesse cercando la sua pistola. “Ho puntato e sparato”, disse a giustificazione delle sue azioni. “Ero un agente e appartenevo a un’agenzia investigativa.” Indipendentemente da ciò, il marshal trascorse vari mesi in prigione prima di essere assolto. Dopo rifiutò di continuare a fare il marshal della città di Austin.




Due anni dopo Thompson e l’amico John King Fisher (1853 – 1884), un ex vice-sceriffo della Contea di Uvalde, si trovavano a San Antonio e, contro ogni buon senso, andarono a bere qualcosa al vaudeville. Gli ex uomini di Legge si scontrarono con i nuovi gestori del teatro, che portavano ancora rancore per l’uccisione del loro amico Harris. L'uccisione di Thompson e Fisher fu ritenuta "giustificabile" da parte di un tribunale. Così finì la carriera di un uomo capace di far rispettare la Legge perché conosceva bene quelli dall’altra parte.
Lo sceriffo Charles Royer di Grand County, Colorado, aspirava a un ruolo ben più ampio della piccola politica locale. Arrivato in Colorado nel 1878, si guardò in giro, allevò bestiame e ottenne persino un contratto per la consegna della posta. Benvoluto dalla gente fu eletto sceriffo nel 1879 e rieletto due anni dopo. Si diceva che Royer fosse “privo di cattive abitudini, essendo sempre sobrio e attento agli affari.” Ma lo sceriffo fu ben presto coinvolto nella controversa lotta per il capoluogo di Contea tra le città rivali Hot Sulphur Springs e Grand Lake. Il 4 luglio 1883 fu un tragico giorno senza precedenti nella storia di Grand County. La fiorente città mineraria di Grand Lake era riuscita l'anno precedente a ottenere il capoluogo della Contea prima detenuto da Hot Sulphur Springs, e c’era una crescente animosità tra i residenti del “lago” e quelli delle “sorgenti.” In quel fatidico giorno, i commissari della Contea Barney Day e Edward P. Weber, sostenitori di Hot Sulphur Springs come capoluogo della Contea, pranzarono con l’impiegato della Contea Thomas J. Dean. Quando i tre lasciarono l’albergo in riva al lago, caddero in un’imboscata da parte di quattro uomini mascherati. Dopo che il fumo si diradò, fu stabilito che gli assalitori erano John Mills (il 3° commissario della Contea), lo sceriffo Charles Royer, il vice William Redman e suo fratello, Mann.



Day morì sul colpo, Weber la mattina dopo e Dean per infezione il 17 luglio. Ma Day rispose al fuoco prima di morire, uccidendo uno degli assalitori mascherati, che in seguito si rivelò essere il commissario Mills. Gli altri tre scapparono. Lo sceriffo e il vice erano rapidamente tornati a Hot Sulphur Springs e poco dopo furono chiamati a indagare - guarda caso - proprio sul crimine che loro stessi avevano commesso! Lo sceriffo Royer si sparò la notte del 15 e il corpo fu scoperto il giorno successivo. Dean in seguito testimoniò che Mills aveva sparato a Weber, Redman a Dean, Day a Mills, Readman e Royer a Day. Dopo un’indagine superficiale, il vice sparì, apparentemente ferito da colpi di arma da fuoco. Successivamente fu trovato un corpo al confine con lo Utah che si pensava fosse Redman ma non aveva nessun documento per provarlo. Si sospettò che il corpo fosse di Redman dalle dimensioni dei suoi piedi. Se si uccise o fu assassinato non è mai stato appurat; se era Redman, sarebbe stata la sesta vittima della sparatoria dei "Commissari di Grand Lake". È interessante notare che tutti e tre i commissari uccisi erano stati nominati, e non eletti, alle loro cariche. Dodici giorni dopo i giornali locali riportarono notizie sorprendenti. "Altro sangue: Charley Royer si fa saltare le cervella a Georgetown", recitava un titolo a effetto. Avendo piegato la Legge ai suoi scopi, con risultati letali, lo sceriffo apparentemente non riusciva più a sopportare se stesso.
Una cospirazione che coinvolse un uomo di Legge del Nevada nel 1910 era incentrata sulla rimozione illegale di oro o argento da un impianto di lavorazione. Sebbene i lavoratori in genere contrabbandassero piccole quantità di metallo prezioso nei cestini del pranzo o nelle loro tasche, un tecnico saggiatore dell'impianto della “Goldfield Consolidated” escogitò un piano ben più raffinato.




In combutta con un operaio, con un importante uomo d’affari locale e con Bart Knight, ex vicesceriffo della Contea di Esmeralda diventato poliziotto cittadino, il tecnico convinse l’impiegato della Consolidated a intrufolarsi nell'impianto di notte, raschiare l’amalgama d’oro dai contenitori di lavorazione e portarlo fuori di nascosto. Il piano fu smascherato quando un guardiano notturno che gli uomini avevano corrotto per “guardare dall’altra parte” informò il detective della compagnia. Quest’ultimo assunse uno stenografo per prendere appunti durante un incontro segreto a cui parteciparono Knight in cui i soldi passarono di mano e l’operaio fu colto in flagrante. Nel processo dibattuto davanti alla Corte Suprema del Nevada, Knight e i suoi complici furono accusati di furto. L’operaio testimoniò in cambio dell’immunità e il tecnico fu condannato. Tuttavia l’agente e l’uomo d’affari riuscirono a tenersi fuori dal carcere, poiché mancavano testimonianze certe contro di loro, e le loro posizioni furono archiviate. Ma la carriera di Knight come uomo di Legge era finita. Prima di cadere in disgrazia era stato un candidato di primo piano per l'ufficio di sceriffo della Contea. Quando Knight si iscrisse alla leva durante la Prima Guerra Mondiale fu registrato come residente disoccupato della Goldfield.





Henry “Hendry” Newton Brown (1857 – 1884), che crebbe nel Missouri prima di veleggiare più a ovest, lavorò su entrambi i fronti della Legge. Dopo aver praticato la caccia al bisonte si è unito alla banda di William “Billy the Kid” Bonney durante la "Guerra della Contea di Lincoln" nel territorio del New Mexico e partecipò all'imboscata e all’uccisione dello sceriffo William Brady (1829 – 1878). Un'accusa per omicidio lo spinse a trasferirsi in Texas, dove divenne vice sceriffo della Contea di Oldham. Brown in seguito si stabilì a Caldwell, Kansas, dove prestò servizio come vice-marshal della città, divenendo poi Marshal. Era così approvato che i cittadini lo rielessero più volte e gli regalarono un fucile Winchester decorato con incisioni elaborate. In preda al suo ego, forse convinto di essere al di sopra della Legge, il marshal Brown afferrò il suo nuovo Winchester, reclutò un gruppo di compagni che la pensavano allo stesso modo e si diresse a Medicine Lodge, in Kansas, la cui banca avevano deciso fosse una preda facile. Le cose non andarono bene. Entrati nell’atrio, gli aspiranti rapinatori furono coinvolti in una sparatoria letale in cui rimasero uccisi il presidente della banca e un cassiere. Brown e la banda fuggirono sotto una pioggia di proiettili senza un solo maledetto dollaro. Una posse ben presto catturò e imprigionò i fuggitivi, e una folla di cittadini venne a prenderli per linciarli. Facendosi strada nella calca, Brown quasi riuscì a scappare, ma un colpo di fucile pose fine alla sua doppia carriera di breve durata. In prigione aveva scritto un biglietto a sua moglie: “Non avrei mai pensato che sarebbe andata così.” Tali casi di superamento del limite, travisamento dei valori o atti decisamente criminali erano ben lungi dall’essere la norma tra gli uomini di Legge: prestando giuramento, la maggior parte ha compiuto il loro dovere al meglio delle proprie capacità.





Il Texas Ranger John Reynolds Hughes (1855 – 1947), per esempio, era un uomo di Legge esemplare, che vantava una carriera trentennale trascorsa alla ricerca di criminali, ingaggiando occasionali sparatorie con loro. Andava ovunque spuntassero guai, da El Paso a Brownsville. In pensione, l’uomo di Legge che viveva in modo frugale e risparmiava diligentemente divenne presidente e maggiore azionista di una banca di Austin. Hughes conserva un posto di rilievo nella “Texas Ranger Hall of Fame di Waco", un monumento alla memoria di 31 Texas Rangers che diedero un contributo significativo allo sviluppo del corpo o persero la vita in servizio in circostanze straordinarie. I candidati sono selezionati da un comitato di Ranger in servizio e in pensione.




Il canadese Seth Bullock (1849 – 1919) emigrò a sud nel territorio del Montana nel 1867, fu eletto al Senato territoriale e ebbe molto a che fare con i primi sviluppi del Parco di Yellowstone. Nel 1873 fu eletto sceriffo della Contea di Lewis e Clark. Tre anni dopo, attratto a Deadwood, nel territorio del Dakota, dalle opportunità di affari generate dalla corsa all’oro, accettò una nomina a sceriffo. Oltre a salvaguardare gli interessi minerari e del bestiame locali, si dimostrò un efficace supervisore forestale della Black Hills Reserve. Nel 1905 il presidente Franklin Delano Roosevelt (1882 – 1945) lo nominò marshal per il South Dakota, carica che mantenne per nove anni. Decenni di servizio con integrità sono stati i tratti distintivi della vita di Bullock.




Anche la carriera di Robert Havlin “Bob” Paul (1831 – 1901) nel Far West fu un modello di dedizione e integrità, a partire dal suo arrivo nei giacimenti auriferi della California nel 1848. Eletto per la prima volta come poliziotto cittadino nel 1854, prestò servizio a intermittenza per quasi 40 anni. Paul era sceriffo sia in California che nel territorio dell’Arizona, lavorò come inviato speciale per la Wells Fargo e nel 1890 fu nominato marshal del territorio dell’Arizona dal presidente Benjamin Harrison (1833 – 1901). Alla sua morte nel 1901 prestava servizio come giudice di Pace a Tucson. Naturalmente, pochi uomini di Legge si sono distinti come Hughes, Bullock o Paul: figuriamoci avvicinarsi allo status iconico di figure come Virgil Earp, Bill Tilghman o Charlie Siringo. Ma mentre la maggior parte dei portatori di distintivo per lo più dimenticati potrebbe non aver percorso carriere straordinarie, questa gente rispose comunque alla chiamata al servizio, impiegando lunghe ore per una paga bassa a salvaguardare i loro concittadini. Le drammatiche e sconvolgenti saghe degli sceriffi che pianificano rapine in banca come banditi o si ubriacano durante il lavoro erano comuni da quelle parti.



Beh... come recita un antico proverbio nativo-americano le cui origini si perdono nella notte dei tempi, "l’uomo bianco è il lupo dell’uomo bianco stesso". Cioè, cari amici lettori, la vera Storia del West, è molto diversa dai film che vediamo: basta riflettere un po' su i veri fatti storici. Qui i personaggi sono di dubbia morale, come nei più realistici film western di Sergio Leone, e la linea che separa il buono dal cattivo è sottile e polverosa. Scostandosi dalle regole del western classico e ripetitivo, impresso nella memoria collettiva, Leone trasfigura magnificamente il genere apportandogli una “forte coloritura barocca” tipicamente latina e molto più credibile in ogni senso, pensando a quel periodo di storia americana. Perciò, tutto sommato, come storico, è perfetta per come la vedo io questa visione realistica del Western...


Wilson Vieira

N.B. Trovate i link alle altre puntate della Storia del West in Cronologie & Index e nella pagina dedicata!