venerdì 30 giugno 2023

XEROXLORE E XEROX ART: RANXEROX LA GENESI

di Francesco Manetti

Conobbi Ranxerox quando gli anni '80 ancora balbettavano grazie a "Frigidaire", la rivista (anche) di fumetti più interessante di quel periodo. Il mensile della Primo Carnera, per certi versi distante dal mio DNA politico, mi attirava come i poli opposti di un magnete si attraggono: i servizi sulla musica più innovativa o su scenari geopolitici lontani e per me insospettabili, la grafica perfetta dallo stile pulitissimo, pensata per la prima regola di ogni pubblicazione (farsi leggere con chiarezza), i fumetti - meravigliosi. E la prima storia a colori di Ranxerox, con il disegno di Liberatore, la cui perfezione e plasticità all'epoca riuscivo a scorgere solo in Magnus, Corben e pochi altri, ma con un soggetto e una sceneggiatura del tutto fuori da ogni schema, nemmeno pensando all'underground internazionale. L'innamoramento, dopo il colpo di fulmine iniziale, non cessò mai, tanto che nel 1989 redassi un articolo sul personaggio creato da Stefano Tamburini per il n. 14 della fanzine "Collezionare"; all'epoca avevo 24 anni, e oggi, quasi sessantenne, non sono più molto d'accordo con alcuni passaggi che scrisse quel ragazzo che potrebbe essere mio figlio, con toni da giovane conservatore, fiero lettore del "Giornale" di Montanelli. E non avevo nemmeno centrato del tutto il punto, il nocciolo di Ranxerox, anche se ci avevo "girato intorno": ero stato un po' troppo "moralista" contro il personaggio di Tamburini che, nelle sue storie, non intendeva "esaltare" o "difendere" un certo mondo, ma crearne una sorta di ritratto paradossale, iperbolico, umoristico. Oggi...






inizio recensione

Nell'aprile del 2023, per i tipi di Muscles Edizioni Underground, è uscito il volume Ranxerox: la genesi. Si tratta di un brossurato a cura di Michele Mordente (il maggior esperto sulla "corrente" fumettistico-editoriale del "Male", "Cannibale", "Frigidaire") che raccoglie tutto il primo periodo del personaggio, quando era ancora in bianco-e-nero e quando ancora si chiamava Rank Xerox, come la celebre marca di fotocopiatrici (oggi semplicemente Xerox). Non a caso Mordente ha ideato due geniali perle grafiche per rinsaldare questo originario collegamento "xerotico". Nel logo di testata la prima "X" di "Ranxerox" è resa graficamente come fosse una fusione tra una "K" e una "X"; all'interno, nelle pagine del frontespizio e dei credit, lo sfondo è ideato come una fotocopia venuta male per scarsità di toner; del resto lo stesso Tamburini era un maestro della "xerox art" avendo sfornato quel capolavoro di umorismo e grafica di "Snake Agent"; quando, fra 100.000 anni, non esisterà più nessuna copia su nessun supporto di nessun albo di Ranxerox, il personaggio entrerà nella leggenda e nel mito (dando nuovo significato al termine "xeroxlore").
Il volume Muscles, oltre a presentare finalmente una riproduzione corretta da un punto di vista filologico e della stampa vera e propria delle quattro storie del 1978/1980 - ovvero "Rank Xerox, il Coatto!", "Rank Xerox!", "Lù rapita!" e "The modern dance" - è una miniera inesauribile di cose rare, come interviste, pubblicità, lettere, appunti, sketch. Di grande rilievo il recupero, per la prima volta dopo "Cannibale", del fumetto underground americano di Rand Holmes "Nip e Tuk in La via dell'oppio" che Tamburini aveva inserito fra le due parti di "Lù rapita!", immaginando che fosse una lettura di Ranxerox (condivisa a grandezza naturale con i lettori di "Cannibale"); una cosa del genere l'avrebbe fatta anche Spiegelman in "Maus". Dall'introduzione di Mordente conosciamo tutto il libro della Genesi ranxeroxiana: il fumetto, pur essendo parto dell'ingegno di Tamburini, era frutto di un team di autori: ovviamente Liberatore, e poi Pazienza; ma pure Mattioli (che tradusse Nip e Tuk e ne fece il lettering).
Assolutamente imperdibile!

fine recensione





...me ne accorgo anche grazie al meritorio recupero, sul libro curato da Mordente, dell'intervista che Stefano Tamburini rilasciò alla RAI nel 1984, all'interno del programma "Sulla carta sono tutti eroi". Ecco alcuni passaggi significativi del "Tamburini-pensiero" su temi oggi più scottanti di quanto non lo fossero ieri:


1) Ranxerox "soggetto sociale"
Per soggetto sociale intendevo allora un certo tipo di personaggi che si andavano affermando a Roma in maniera molto prepotente ed era, credo, un fenomeno che non riguardava soltanto Roma, soltanto che a Roma erano definiti "coatti", personaggi che non erano dei ladroni, pur rubando autoradio, stereo, eccetera; ma anche spacciatori di droga e frequentatori di discoteche, in genere della gente molto rumorosa. Mentre il soggetto sociale degli anni ottanta allora era una semplice premonizione, ora è diventato una dura realtà, nel senso che ieri alla stazione Termini sono stato attaccato da uno di questi "soggetti sociali", che tentava di rubarmi il giaccone. Mi sono difeso abbastanza bene, devo dire.

2) La violenza in "Ranxerox"
Un pugno ripetuto in uno stesso giornale cinque volte, come venti persone uccise, invece di una, è un effetto comico, non un effetto drammatico, almeno secondo noi.

3) Gay, zingarelle e fascismo
Un giornalista francese di sinistra mi è venuto a dire: "Ranxerox è fascista perché massacra i gay sadomaso. Cos'hai tu contro i gay?" Gli ho detto che io non ho niente contro i gay, però odio quelli che si travestono con le cose di cuoio, che hanno dei posti solo per loro dove non possono entrare le donne, non possono entrare gli uomini, vi possono entrare solo queste specie di bestie baffute, con il cuoio. E lui ha detto: "In effetti sono antipatici anche a me, però da qui a stritolarli...". Be', chiaramente questo è l'effetto della torta in faccia di cui parlavo prima. Alla fine l'ho convinto, anche sulla zingarella. che era proprio la cosa che non era passata. (...) Nessuno stritolerebbe veramente la zingarella, però tutti pensano che è fastidiosa.





Stefano Tamburini
RANXEROX: LA GENESI
a cura di Michele Mordente
pag. 80 - € 13,00
aprile 2023
Muscles Edizioni Underground


Francesco Manetti

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