venerdì 18 ottobre 2024

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 199

di Saverio Ceri
con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 199 troviamo ristampate a colori le ultime 55 strisce di Tex pubblicate effettivamente in albi a striscia, sono infatti apparse sul numero 19 della Serie Rodeo, l'ultimo albo del ranger nel glorioso formato delle origini, datato 5 giugno 1967. Quel giorno i lettori di Aquila della Notte trovarono in terza di copertina questo messaggio:


In quei giorni in edicola usciva il numero 80 della seconda serie gigante di ristampe, la collana designata ad ospitare le nuove avventure, ovvero l'attuale serie principale di Tex. I lettori, dopo l'ennesimo scontro con l'arcinemico Mefisto, avrebbero dunque dovuto pazientare ben 16 mesi per poter leggere nuove inedite avventure del loro eroe preferito.
Ma per i lettori del Classic non è ancora giunta l'ora di leggere quelle avventure; manca ancora all'appello, infatti, come per tutte le ristampe precedenti, l'episodio La carovana dell'oro, posticipato per motivi che ignoriamo, ma che abbiamo ipotizzato nella puntata 191 di questa rubrica. 
Quest'ultimo scampolo del Tex  delle origini, inizia su questo albo con le prime 133 strisce, apparse tra i numeri 5 e 7 della Serie Rodeo, del febbraio-marzo 1967. Le stesse 64 pagine pubblicate su questo Classic sono state ristampate per la prima volta nel formato bonelliano, a cavallo dei numeri 94 e 95 dell'attuale serie principale di Tex, usciti tra agosto e settembre del 1968. 
Il titolo del Classic è "inedito", o meglio non è tratto da nessuna delle strisce contenute in questo albo, e mai l'avventura che qui comincia è stata pubblicata con questo breve titolo. Il termine "inedito" è tra virgolette perché in realtà una striscia intitolata così esiste, ma è la prima della serie Rio Bravo, la 22 collana orizzontale di Tex, pubblicata su questa collana sul numero 94, quattro anni or sono.
La copertina firmata da Villa, com'è ormai consuetudine, proviene da uno dei miniposter allegati alla collana Tex Nuova Ristampa; l'illustrazione trasformata in copertina stavolta proviene dal numero 328, datato giugno 2013.

L'illustrazione, oggi divenuta copertina, venne ispirata a Villa dall'episodio La grande invasione, di Boselli e Marcello, pubblicato su Tex dal 497 al 499, usciti tra marzo e maggio del 2002. In particolare  sono le prime vignette di pagina 23 del numero 498 ad ispirare il copertinista di Tex, con il ranger che verifica da un'altura che nessuno lo stia seguendo.


L'illustrazione del Maestro di Lomazzo in realtà ha già avuto il privilegio di essere usata come copertina, in Brasile sul 19° numero di Tex Platinum della Mythos. Era il febbraio dl 2019. Anche in questo caso però venne usata a sproposito, dato che il volume conteneva l'episodio Le colline della morte, di Nizzi e De la Fuente, pubblicato sui numeri 471 e 472.


In realtà ci sarebbe stata una copertina di Villa più legata alle pagine contenute in questo numero del Classic. Si Stratta della cover del 45° volume della Collezione storica a Colori di Repubblica.


L'illustrazione di Claudio Villa si ispira infatti alla prima vignetta di pagina 59, disegnata da Letteri, nella quale Tex mentre cavalca salta addosso acrobaticamente a un soldato, suo avversario, anch'esso a cavallo. Villa, nella sua versione, per renderlo più presentabile per la copertina, fa la barba al soldato.


Negli anni successivi, la stessa copertina è stata utilizzata per edizioni simili anche in Finlandia e in Norvegia. Qui sotto vedete le due versioni scandinave affiancate.


Scoperta l'origine e le vicende editoriali delle cover, sia ufficiale che potenziale, di questo 199° albo della più recente ristampa bonelliana di Tex, andiamo a scoprire, grazie ai nostri Francesco Bosco e Mauro Scremin, l'origine segreta della copertina dell'albo che per primo ha pubblicato questa storia in formato Bonelli, ovvero Tex 95, La carovana dell'Oro.


Aurelio Galleppini per la copertina dell'ultimo Tex che ancora ristampava avventure apparse sulle serie a striscia, ha scelto di ispirarsi alla cover del 1960 di un paperback della Bantam, Santa Fe Wagos Boss, un romanzo scritto da Cliff Farrel. Da notare un paio di varianti galleppiniane rispetto al disegno originale statunitense, le gambe posteriori del cavallo sono invertite, e il ginocchio sollevato della vittima a terra tra i carri delle carovana in fiamme. Nella cover del paperback, l'uomo, che quasi si confonde col terreno, parrebbe addirittura prono e quindi impossibilitato a sollevare il ginocchio. 


Ovviamente la stessa copertina, con, tutto sommato poche, varianti di colore è stata utilizzata anche per le classiche riproposte nelle edicole italiane,  Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa.



Le cromie sono invece invece un po' più virate nelle due edizioni norvegesi, specialmente in quella storica della Williams del 1972. 


Nel 1972 In parallelo con l'edizione norvegese la stessa cover con gli stessi colori modificati giunse anche nelle rivendite di Svezia, Finlandia e Olanda:


In Francia la copertina venne utilizzata nell'agosto del 1969 per una uscita speciale della testata Rodeo; in Jugoslavia  apparve sulla collana Zlatna Strip Serija; in Spagna, con colori molto cambiati, venne pubblicata dalla Buru Lan.


Infine in Brasile, la copertina è stata utilizzata in ben tre occasioni: dalla Editora Vecchi sul numero 21 e sulla sua ristampa e dalla Editora Globo sul numero 137 della Tex Colelçào.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.  

venerdì 4 ottobre 2024

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 198

di Saverio Ceri
con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 198 troviamo ristampate a colori 192 strisce pubblicate originariamente tra i numeri 16 e 19 della Serie Rodeo, gli ultimi di Tex nel glorioso formato delle origini, usciti tra maggio e giugno del 1967. Non sono gli ultimi tratti dalle strisce che vedremo su questa collana perché questa ultima e "mefistofelica" storia, è stata anticipata in tutte le ristampe bonelliane, rispetto all'episodio La carovana dell'oro, per motivi che ignoriamo, ma che abbiamo ipotizzato nella puntata 191 di questa rubrica.     
Le stesse 64 pagine pubblicate su questo Classic sono state ristampate per la prima volta nel formato bonelliano, sul numero 94 dell'attuale serie principale di Tex, uscito a agosto del 1968. 
Il titolo del Classic è preso in prestito dal 18° albo della Serie Rodeo, il 972° e penultimo Tex a striscia. La copertina firmata da Villa, com'è ormai consuetudine, proviene da uno dei miniposter allegati alla collana Tex Nuova Ristampa; l'illustrazione trasformata in copertina stavolta proviene dal numero 63, datato maggio 2001.


Dopo un paio di copertine quasi centrate, stavolta torniamo, come da tradizione, alla cover "a caso". Nella storia appare effettivamente un anacronistico castello medievale, ma per il momento e ben lungi dal crollare. Villa in realtà realizza questa illustrazione ispirandosi a un episodio non molto distante cronologicamente da quello di Mefisto. Lo spunto proviene infatti dal finale della storia El Morisco, di Bonelli e Letteri, apparsa sui numeri da 101 a 103 della serie principale di Tex, usciti tra marzo e maggio del 1969; in particolare Villa si rifà alle ultime tre pagine dell'episodio in cui i quattro pards riescono a sopravvivere al crollo del "castillo", il covo del principe Tulac e dei sui fanatici seguaci.
L'illustrazione fino a oggi non era mai stata usata come copertina. 

C'era però una cover "villana" che sarebbe stata attinente proprio alle vignette contenute in quest'albo: quella del 44° volume della Collezione storica a Colori di Repubblica


Il Maestro di Lomazzo per quella copertina, giunta in edicola il 7 dicembre del 2007, trasse ispirazione dalla seconda vignetta di pagina 38, dove l'arcinemico di Tex si manifesta magicamente al ranger bonelliano.


Questa illustrazione dell'attuale copertinista texiano, è stata utilizzata come cover anche in Norvegia, Finlandia  e Croazia, come testimonia il trittico qui sotto.


Ma lasciamo il Tex nell'interpretazione villana, per dedicarci a quello nella classica interpretazione galleppiniana. 
I nostri Bosco e Scremin ci segnalano che le copertine di due degli albi a striscia ristampati in questo Classic, hanno delle "origini segrete". Andiamo con ordine: la cover di Black Baron, numero 17 dell'ultima serie, vede Tex impegnato in una classica rissa da bar, con tanto di sgabelli branditi come arma e bottiglie volanti.


Evidentemente Aquila della Notte ha imparato l'arte della rissa dal principe Valiant, che già ai tempi di Re Artù, usava gli sgabelli, esattamente nello stesso modo. Nel suo caso però, come si può vedere qui sotto, rotondi, come la famosa tavola dei famosi cavalieri, agli ordini del famoso re.


Gli effetti sugli avversari sono gli stessi, tant'è che cadono sotto i colpi dello sgabello esattamente nella medesima posizione, sia che a usarlo sia il principe piuttosto che il ranger.  La vignetta di Hal Foster venne pubblicata il 3 luglio del 1937 e fa parte della 21a tavola domenicale del personaggio. 


L'altra copertina che Bosco e Scremin ci segnalano è quella dell'ultimissima striscia di Tex dell'epoca d'oro. La 973a uscita settimanale dedicata al personaggio ininterrottamente da 1948 al 1967.


Per chiudere in bellezza, l'esperienza su questa storica collana, Galep per la copertina si ispirò a un'illustrazione della Domenica del Corriere del 15 maggio 1938, opera di Achille Beltrame, che esalta la tempra dei legionari italiani, impegnati nella guerra di Spagna.


Il parallelo tra le due immagini portate nella stessa scala evidenzia, come nel caso della precedente copertina, quanto fedelmente Galep abbia omaggiato l'illustrazione di partenza. In questo caso l'unica differenza è la posizione della testa di Mefisto. 


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.   

mercoledì 2 ottobre 2024

BONELLI IN DIGITALE - PUNTATA # 4

di Giampiero Belardinelli




Introduzione

Marzo 1977. Sono passati quasi due anni dall’uscita del primo numero di Mister No (giugno 1975) e, nonostante i dubbi iniziali di Sergio Bonelli, la serie sta consolidando la sua presenza in edicola e un pubblico sempre più numeroso sta seguendo le avventure dell’antieroe creato da Guido Nolitta. Considerati i crescenti impegni di editore, Sergio Bonelli affianca al suo alter-ego altri sceneggiatori in grado raccontare l’avventura, pur con diverse sfumature inedite rispetto al fumetto popolare classico. Nel racconto Destinazione Haiti (MN nn. 22/24, marzo-maggio 1977) debutta sulle pagine della testata lo scrittore e sceneggiatore Alfredo Castelli. Il suo è un ingresso in grande stile, con una storia tra le più significative del primo periodo della saga. Mister No si ritrova immerso in una realtà complessa e pericolosa, dove le linee di confine tra amicizia e tradimento, lealtà e inganno sono sfumate e incerte. La morte improvvisa di Robbins, un personaggio chiave nel passato di Mister No, funge da catalizzatore per una serie di eventi che trascinano il protagonista in una spirale di azione e suspense.


Geneviève

Sono gli anni Cinquanta, bellezza!

La scoperta della foto di Geneviève, che si rivela essere molto più di una semplice figura in uno scatto dimenticato, apre la porta a Mister No su un mondo di intrighi e lotte di potere. Lo scontro fra ribelli e militari, con il colonnello Kovacs come antagonista principale, rappresenta il classico conflitto fra oppressi e oppressori - una tematica ricorrente nella letteratura di avventura. Mister No, con il suo spirito indomito e la sua astuzia, si trova a navigare in questo mare tumultuoso, cercando di mantenere i propri valori e la propria integrità. La scena finale dell’albo Destinazione Haiti con Geneviève che punta una pistola contro Mister No, lascia i lettori in sospeso, desiderosi di scoprire quale sarà il destino dei personaggi e come si evolveranno le loro relazioni. Questo cliffhanger è un esempio dell'abilità narrativa di Castelli, che riesce a creare storie coinvolgenti e ricche di pathos, mantenendo sempre un legame forte con la realtà storica e sociale del contesto in cui si muovono i suoi personaggi. Mister No, con la sua umanità imperfetta e la sua ricerca di giustizia, continua a essere un eroe affascinante, capace di catturare l'immaginazione dei lettori e di portarli in un viaggio attraverso la dualità della condizione umana.


Kovacs, versione castelliana di Papa Doc


Angeli e demoni

Geneviève rappresenta una figura di spicco di quest’avventura, incarnando la lotta per la libertà e la giustizia in un periodo buio della storia del paese. La sua eredità è quella di una donna che, nonostante la sua posizione privilegiata, ha scelto di rimanere e combattere per i diritti di coloro che erano oppressi dal regime. Nel racconto non si fa mai il nome del Dittatore ma è probabile che Castelli abbia pensato a François Duvalier, noto come Papa Doc, medico e politico haitiano che divenne presidente di Haiti nel 1957 e successivamente dittatore dal 1964 fino alla sua morte nel 1971. Geneviève, con la sua educazione e la sua posizione, avrebbe potuto facilmente voltare le spalle alle difficoltà di Haiti, ma invece ha scelto di affrontarle, diventando un simbolo di coraggio e resistenza. La sua lotta non è stata solo contro la dittatura, ma anche contro le aspettative della società e le convenzioni del suo tempo. La sua figura è un esempio di come l'individuo possa influenzare e ispirare generazioni future a perseguire la giustizia e l'uguaglianza. Geneviève è un promemoria: nonostante le sfide e le avversità la speranza e la determinazione possono portare a cambiamenti significativi e duraturi. Il personaggio del colonnello Kovacs sembra incarnare un archetipo ricorrente nella narrativa: quello del tiranno fragile. Questa figura, spesso presente in opere letterarie e cinematografiche, rappresenta l'idea che dietro la facciata di potere e controllo si nasconda un nucleo di insicurezza e debolezza. La descrizione di Kovacs come un uomo che deve affidarsi a sostanze artificiali per mantenere un'immagine di forza evidenzia la sua vera natura e la sua dipendenza. Questo contrasto tra apparenza e realtà è un tema profondo che invita alla riflessione sul vero significato della forza e sulle maschere che molti indossano per nascondere le proprie vulnerabilità. La vuoi sapete una cosa, Kovacs? – gli dice Mister No dopo il duello – Senza droga non vali proprio niente!


Il duello e la fine di Kovacs


L’isola della magia

L'avventura di Castelli e Bignotti, con il suo fascino persistente e la sua capacità di inquietare, si colloca in una tradizione di storie che esplorano le tensioni culturali e spirituali di Haiti. Alcuni anni prima, Guido Nolitta aveva scritto Vudu! (Zagor Gigante 92-95), illustrata dallo stesso Bignotti, un’avventura che ha alcuni punti in comune con questa di Castelli. Gli autori hanno offerto ai lettori un viaggio nell'anima turbolenta dell'isola, dove si intrecciano credenze e pratiche di superstizione, paganesimo e cattolicesimo, che hanno dato vita al voodoo. La complessità delle relazioni umane, il conflitto tra potere e resistenza, e l'uso della magia come strumento di oppressione o liberazione sono temi ricorrenti che Castelli ha sapientemente tessuto nella sua storia. La figura di Kovacs, in particolare, è il paradigma di come il potere possa corrompere e distorcere, utilizzando la magia nera per scopi nefasti. La relazione tra Kovacs e la sacerdotessa Mama Matilda è un esempio di come tutto questo possa a volte essere intricatamente annodato a legami personali e familiari, come suggerito dalla sibillina frase pronunciata dalla Mambo, aspetto già evidenziato da Angelo Palumbo nel Mister No Index 1-100. Le visioni tormentate che affliggono Mister No, rappresentate con intensa visionarietà da Bignotti, sono particolarmente disturbanti e potenti. Soltanto Tiziano Sclavi, nell’avventura Ananga! (Mister No 90-92), è riuscito a scrivere per la testata sequenze horror altrettanto terrificanti.


Mama Matilda

Mister No 2.0

Chi scrive ha letto l’avventura in tutte le versioni uscite finora: nell’originale del 1977, nella ristampa Tutto Mister No (che ha subito importanti modifiche grafiche) e questa in Bonelli Digital Classic. Nell’occasione della rilettura in digitale ho scorso le vignette nell’edizione a colori, la stessa riproposta per la collana Mister No – Edizione Cronologica a Colori acquistabile in allegato con la Gazzetta dello Sport. Angelo Palumbo, nel già citato Mister No Index 1-100, fa una esaustiva analisi delle modifiche realizzate in Tutto Mister No. Lascio a lui idealmente la parola:

L'avventura ha avuto nella riedizione numerosi rimaneggiamenti. Il nome di Collins è stato cambiato in Robbins perché, un anno prima della ristampa, Nolitta aveva introdotto nella serie regolare un altro vecchio commilitone di Mister No chiamato così. I volti di tutti i tontons, degli impiegati aeroportuali e dello stesso Kovacs sono stati ridisegnati. Questi, nell'edizione originale, erano di razza bianca, ma poiché Haiti è abitata al 95% da neri, i redattori hanno pensato bene di far cambiare loro pelle e tratti somatici. Una pignoleria lodevole, che però ha decisamente rovinato le tavole di Bignotti e ha reso un po' troppo anonima la caratterizzazione grafica di Kovacs. Per fortuna, da questa rivoluzione grafica è stata risparmiata Geneviève. Un altro intervento riguarda le numerose espressioni spagnole che Castelli aveva impropriamente inserito nell'avventura: la lingua ufficiale di Haiti è infatti il Francese. Perciò, parole come bueno, milicia, cordillera, ciego, guerrillero, bruja sono state riscritte in Italiano o in Francese.


Mister No uccide Mama

Bignotti in digitale

Franco Bignotti è un disegnatore storico della Casa editrice milanese, per la quale ha lavorato a numerosi personaggi. L’autore è fin da subito entrato nel cuore dei lettori di Mister No e il suo segno "sporco" e tratteggiato ha dato un’identità forte alla serie. Seppure un ampio staff di disegnatori si è alternato sulle pagine della testata, Franco Bignotti e Roberto Diso sono stati i due punti di riferimento per gli altri colleghi. Differenti e complementari, Bignotti e Diso sono quello che nello Zagor classico sono stati Ferri e Donatelli. Nella lettura in digitale (in questo caso su un Surface Laptop) il segno di Bignotti appare particolarmente accattivante e il suo bianco e nero (non rovinato nell’edizione a colori) viene e esaltato dal potente bianco dello sfondo della vignetta.


Voodoo



Giampiero Belardinelli


N.B. Trovate i link alle altre puntate di Bonelli in digitale su Cronologie & Index!

domenica 22 settembre 2024

TORNA LUKE NESS, PHD by MANETTI & PIERI!!! SECONDA AVVENTURA: IL TESCHIO DEL NILO (strisce 1 e 2)

di Francesco Manetti & Filippo Pieri

Nel maggio del 2020 usciva su "Dime Web" la prima puntata delle avventure di Luke Ness. Nell'introduzione scrivevo:

Quasi 30 anni fa, nel 1992, uscì a Prato l'effimero settimanale "Lotto Sì" dedicato ai giocatori di lotto, enalotto, schedine del totocalcio e via dicendo. Chi lo pubblicava era Pascal Tripodo, un signore gentilissimo e straordinario che aveva una fotocomposizione nella città laniera. Da lui impaginammo a cavallo degli anni '80 e '90 gli ultimi 6 numeri di "Collezionare", dal 14 in poi, quando la piccola banda di fanzinari guidata da Moreno Burattini, Saverio Ceri, Alessandro Monti e il sottoscritto decise che era ora di lasciare il "montaggio a mano" e passare al computer. Per "Lotto Sì", che apparve quando l'esperienza di "Collezionare" era già tramontata per lasciar posto a "Dime Press", scrissi alcuni articoli di colore, sulla superstizione e altro ancora. E sceneggiai due strisce autoconclusive (ispirate alle daily strips americane umoristiche e avventurose allo stesso tempo) della serie di "Luke Ness, Phd" i cui disegni furono affidati a Simone Frasca, conosciuto grazie agli uffici di Luca Boschi; Frasca è da decenni uno dei più noti illustratori italiani di libri per bambini. Il progetto si arenò quasi subito, anche se le strisce sceneggiate erano già una decina, o giù di lì. Nel 2019 mi sono fatto coraggio e ho proposto a Filippo Pieri (che non è solo valente sceneggiatore ed esperto del fumetto, come tutti i nostri lettori sanno, ma anche un ottimo disegnatore) di riprendere in mano quella serie insieme a me; Filippo ha subito accettato, con entusiasmo, e non finirò mai di ringraziarlo per questo. Partiamo dunque con le prime due strisce, le uniche che a suo tempo aveva realizzato Frasca, e che Filippo ha reinterpretato nel suo originalissimo stile. Ma... chi è Luke Ness? Che tipo di avventure sono le sue? A chi si ispirano i personaggi? Lo scoprirete strada facendo!

L'ultima puntata a essere apparsa sul nostro blog era datata 31 dicembre 2021, con le strisce 39 e 40; in realtà non sarebbe stata l'ultima in assoluto, perché le otto strisce conclusive - volutamente destinate a rimanere inedite per il Web - furono realizzate nel corso del 2022 andando così a completare la storia intitolata L'esecrabile Uomo delle Nevi per l'edizione cartacea uscita nel 2023 per i tipi di Amazon (ancora disponibile, al prezzo popolare di € 4,99).
Fin dall'inizio l'idea mia e di Filippo era stata quella di scrivere e disegnare più vicende per questo personaggio, ovviamente con le tempistiche che ci consentono lavoro e famiglia. Con il 2024 abbiamo dunque messo in cantiere la seconda avventura, Il teschio del Nilo, e ancora una volta la pubblicheremo qui su "Dime Web" due strisce alla volta, con cadenza - più o meno - mensile!

Buona lettura!


CLICCATE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRLA E AVERE UN'OTTIMALE ESPERIENZA DI LETTURA!


N.B. Trovate i link alle altre strisce di Luke Ness, Phd su Cronologie & Index!

giovedì 19 settembre 2024

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 197

di Saverio Ceri
con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 197 troviamo ristampate a colori 192 strisce pubblicate originariamente tra i numeri 14 e 16 della Serie Rodeo, la 36a e ultima collana di Tex nel formato delle origini, usciti a maggio del 1967. Si tratta dell'ultima storia di Tex pubblicata a strisce, e anticipata in tutte le ristampe bonelliane, rispetto all'episodio La carovana dell'oro, per motivi che ignoriamo, ma che abbiamo ipotizzato nella puntata 191 di questa rubrica.     
Le stesse 64 pagine pubblicate su questo Classic sono state ristampate per la prima volta nel formato bonelliano, tra le ultime pagine del numero 93 e l'inizio del numero 94 dell'attuale serie principale di Tex, usciti a luglio e agosto del 1968. 
Il titolo del Classic è preso in prestito dal 15° albo della Serie Rodeo, mentre la copertina firmata da Villa, com'è ormai consuetudine, proviene da uno dei miniposter allegati alla collana Tex Nuova Ristampa; l'illustrazione trasformata in copertina stavolta proviene dal numero 184, datato giugno 2007.


Dopo la copertina presa in pieno dello scorso Classic, stavolta ci dobbiamo accontentare di un bersaglio colpito di striscio, nel senso che effettivamente la copertina fa riferimento a un episodio con protagonista Mefisto, ma non a questo. Villa infatti realizza questa illustrazione ispirandosi al lungo racconto di Bonelli padre e Aurelio Galleppini, L'ombra di Mefisto, pubblicato sui numeri dal 265 al 268 di Tex, usciti tra il novembre 1982 e il febbraio del 1983. In quest'albo c'è si un attacco ai danni di Tex e ad altri "maledetti cani bianchi" da parte di un energumeno "negro", ma non a colpi di arma bianca, bensì inizialmente con una palata di carbone ardente e poi brandendo un solido martello.
L'illustrazione fino a oggi non era mai stata usata come copertina. 

Scoperta l'origine e le vicende editoriali della cover ufficiale di questo 197° albo della più recente ristampa bonelliana di Tex, andiamo a scoprire, grazie ai nostri Francesco Bosco e Mauro Scremin, l'origine segreta della copertina dell'albo che per primo ha pubblicato questa storia in formato Bonelli, ovvero Tex 94, Black Baron.


La figura di Tex col figlio morente tra le braccia venne realizzata da Galep ispirandosi a un dipinto dell'illustratore americano Willard Neeley. Sfondo a parte, la cover di Tex si differenzia dall'originale a stelle e strisce, per la mancanza di un braccio di Kit.


L'illustrazione di Neeley venne utilizzata nel 1963 dalla Bantam Books per la copertina del paperback The Plunderers, scritto da L.P. Holmes.


In Italia la cover di Black Baron ovviamente è riapparsa un paio di volte in edicola sulle classiche ristampe Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa.


In Brasile l'iconica cover è apparsa ben tre volte: sulla prima e seconda edizione del numero 84 edito dalla Editora Vecchi, con colori rivisti, e, nel secondo caso, con disegno completamente rifatto; e su Tex Collecao nel periodo gestito dalla editora Globo.



In Europa ritroviamo il bel disegno di Galleppini sulla copertina della collana francese Rodeo, della balcanica Zlatna Strip Serija, e anche sul 58° albo dedicato al ranger dalla spagnola Buru Lan, con colori decisamente azzardati, che fanno concorrenza alla prima edizione brasiliana. 


Prima di chiudere segnaliamo un altro paio di curiosità legate a questa storica copertina del grande Galep. Nel 1994, dopo la scomparsa del creatore grafico di Tex, noi di Dime Press, sul numero 7 della collana, pubblicammo una serie di omaggi realizzati dai disegnatori texiani, per ricordare l'illustre collega. Carlo Raphael Marcello, uno dei più prolifici illustratori di quegli anni, attivo sia su Tex che su Zagor, scelse di commemorarlo, realizzando la sua dinamica versione proprio di questa copertina.
 

Per chiudere segnaliamo anche un autocitazione di Galep, che in occasione di uno dei lotti di cartoline di Tex realizzati per l'editore Lo Vecchio, scelse di rispolverare la cover di Black Baron, trasformando Tex nel suo alter ego Aquila della Notte, e Kit in una giovane pellerossa. La posizione è la stessa, e anche in questo caso manca un braccio all'appello. 


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.  

venerdì 6 settembre 2024

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 196

di Saverio Ceri
con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 196 troviamo ristampate a colori 192 strisce pubblicate originariamente tra i numeri 11 e 14 della Serie Rodeo, la 36a e ultima collana di Tex nel formato delle origini, usciti tra aprile e maggio del 1967. Si tratta dell'ultima storia di Tex pubblicata a strisce, e anticipata in tutte le ristampe bonelliane, rispetto all'episodio La carovana dell'oro, per motivi che ignoriamo, ma cha abbiamo ipotizzato nella puntata 191 di questa rubrica.     
Le stesse 64 pagine pubblicate su questo Classic sono state ristampate per la prima volta nel formato bonelliano, sul numero 93 dell'attuale serie principale di Tex, uscito nel luglio 1968. 
Il titolo del Classic è preso in prestito dal 12° albo della Serie Rodeo, che inizia proprio nella prima pagina dell'albo in edicola da oggi,  mentre la copertina firmata da Villa, com'è ormai consuetudine, proviene da uno dei miniposter allegati alla collana Tex Nuova Ristampa; l'illustrazione trasformata in copertina stavolta proviene dal numero 55, datato settembre 2000.


Finalmente, per la seconda volta nella storia di questa collana, l'illustrazione scelta tra i miniposter di Villa, fa riferimento proprio alla storia contenuta nell'albo. Ad essere precisi sarebbe più attinente alle pagine del 198° Classic, ma va bene lo stesso, questa illustrazione Villa l'ha pensata proprio per questa storia! Tant'è che venne usata per la prima volta come copertina nel giugno 2007 dai brasiliani della Mythos per il numero 9 de Os grandes Clássicos de Tex, intitolato O diabólico Mefisto.

In realtà l'utilizzo di questa illustrazione come copertina non è nuovo neppure in Italia; venne usata infatti per la prima volta dalla Mondadori nel maggio 2012 per Black Baron, il secondo volume della collana Oscar i super miti dedicato alla sfide tra Tex e Mefisto.


Lo stesso volume è stato poi ristampato nel dicembre 2022 dalla stessa Bonelli cambiando grafica, ma mantenendo come copertina la stessa illustrazione di Villa utilizzata inizialmente dalla Mondadori.


Scoperta l'origine e le vicende editoriali della cover ufficiale di questo 196° albo della più recente ristampa bonelliana di Tex, andiamo a scoprire, grazie ai nostri Francesco Bosco e Mauro Scremin, l'origine segreta della copertina dell'albo che per primo ha pubblicato questa storia in formato Bonelli, ovvero Tex 93, Terrore sulla savana.


Galleppini per questa storica copertina si ispirò chiaramente per la posizione di Tex alla illustrazione realizzata da James Bama per la cover di un paperback della Bantam Books, dedicato alle ristampa delle avventure di Doc Savage. In particolare il volume in questione è quello che si intitola The Sargasso Ogre pubblicato nel 1967, che ripropone un racconto scritto da Kenneth Robeson, pseudonimo di Lester Dent, edito per la prima volta nell'ottobre del 1933, come ottavo dei circa 190 romanzi con protagonista il cosiddetto Uomo di Bronzo. 

Nella cover di Bama, il protagonista arriva su un tronco galleggiante in vista di un relitto in piena notte; nella versione di Galep, Tex in pieno giorno, chissà perché decide di farsi un giro, nella palude infestata di coccodrilli, su un tronco galleggiante, e non su una canoa, per incrociare casualmente, vista la sorpresa sul suo volto il "segno" di Mefisto. L'immagine qui sopra, la migliore rintracciata in rete come qualità, fa riferimento, non all'edizione del '67, ma a una successiva che conteneva anche il racconto The lost oasis.

La copertina di Galep è stata utilizzata in Italia in altre tre occasioni, oltre alle classiche ristampe Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa, anche dal collaterale della RCS Tex 70 anni di un mito.


Tre apparizioni per questa copertina anche in Brasile: le prime due grazie alla Editora Vecchi, la prima delle quali con colori rivisti, e poi in occasione della Tex Colecao, nel periodo gestito della Editora Globo.  
 

Poca fortuna per questa cover, rispetto a altre illustrazioni del solito periodo, nel resto del mondo. La rintracciamo solo in Francia su Rodeo; in Jugoslavia su Zlatna Strip Serija; in Spagna con una delicata camicia rosata, e in Turchia in una recente ristampa.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.