domenica 29 marzo 2015

AZIENDE "BONELLIANE" (2): ZAGOR (I PARTE)

di Francesco Manetti

L'idea di aprire questa nuova "rubrica" (che speriamo possa stupirvi, divertirvi e incuriosirvi) ci è venuta da due fonti interne a Dime Web e da una "esterna". L'ispirazione si deve principalmente a un post apparso qualco tempo fa dedicato all'Acqua Saguaro, che abbiamo modificato "trasformandolo" nel primo intervento di questa nuova serie di pezzi. Lo stimolo è venuto inoltre dagli articoli di Filippo Pieri dedicati al merchandising bonelliano (e non solo). Dall'esterno abbiamo invece subito pensato alla celeberrima rubrica "Botteghe Oscure" ospitata decenni fa dall'inserto "Cuore" del giornale del PCI "l'Unità"...
(Ri)partiamo dunque da Zagor, presentandovi intanto quattro situazioni commerciali diversissime, ben presenti in Rete, che potrete approfondire seguendo i link da noi suggeriti nei "titolini".






2) Zagor nell'alimentazione




3) Zagor e la derattizzazione




4) Zagor nel calcio




Sappiamo che esistono tantissime altre "ragioni sociali" che si rifanno - più o meno involontariamente - al nome del nostro amatissimo Spirito con la Scure: vi invitiamo pertanto a segnalarcele scrivendo al nostro indirizzo mail, corredando la lettera di link e immagini!


Francesco Manetti


N.B. Trovate i link alle altre aziende "bonelliane" su Cronologie & Index!

"I GIORNI DELLA CASA LUMINOSA" OVVERO OUTCAST IL REIETTO

di Erik Lucini

Parto da qui, da questa frase che Kyle Barnes dice alla madre, perché la luce è una delle componenti fondamentali di Outcast. Parto da questa frase perché può significare l’inizio di qualcosa di nuovo o, se si vuole, la fine di tutto. Parto da qui per cercare di analizzare e capire la dinamica narrativa di Kirkman.



Robert Kirkman
Kyle Barnes è il protagonista dell’ultima fatica di Robert Kirkman chiamata "Outcast" e in particolare del primo volume di questa storia intitolato Una oscurità lo circonda.
L’atmosfera è quella della cittadina di provincia americana che, come si sa, dalla "Twin Peaks" di David Lynch in poi, ha sempre suscitato, nella sua perfetta regolarità di vita dettata da un’etica solo formale, le più grandi paure - a cominciare da quella di una vita senza senso che si spalanca su un’angoscia senza fine. E Kyle Barnes interpreta questo, un’angoscia fatta di dinamiche familiari e sociali a tratti esasperate; un bisogno di solitudine che mostra tutto il peso che il suo “dono” sembra avere e un reverendo, Anderson, il cui confronto lo richiama alla realtà che lo circonda e al peso del suo dono. E una sorella che sembra amarlo e stargli vicino nonostante tutto.
Kyle Barnes è un protagonista atipico, che si muove e sembra esistere solo in funzione degli eventi e degli incontri, un protagonista continuamente oscillante tra ciò che è e ciò che potrebbe essere; tra luce e buio. E proprio in questo dualismo che è semplicemente straordinaria la tecnica grafica di Azaceta, perché non si limita ai chiaroscuri, ma usa soprattutto un tono medio come il grigio. Un grigio notevolmente più dettagliato e intimista di quello usato in “The Walking Dead”. Il grigio è il colore di Kyle Barnes, del reverendo Anderson, degli ambienti nei quali si muovono. Il grigio è la tonalità perfetta per indicare il continuo oscillare dei personaggi, per dare graficamente vita a quell’anima nascosta, a quei pensieri sepolti nel loro essere, che mostrano di avere i personaggi di Kirkman.


Paul Azaceta
 
Un dono, quello del protagonista, che sembra renderlo assolutamente necessario sia al bene sia al male, non più quindi una contrapposizione tipica del canovaccio horror, ma una sintesi estrema che il protagonista e il suo dono avrebbero.
Menzione particolare merita il luogo in cui la vicenda si svolge, quelle strade cittadine fatte di luce accecante che si contrappone ai locali bui e chiusi delle case. Case che sembrano minimali e anonime, senza originalità e che fanno trapelare uno stile di vita e una routine totalmente impersonali. Finestre che, una volta dischiuse, permettono l’entrata a una luce vivissima che sembra fendere la stanza e le anime dei protagonisti.
Robert Kirkman sostiene che quello che conosciamo bene ci spaventa, e credo per questo che abbia usato un soggetto caro al filone horror come quello della possessione, che è stato sviscerato in questo genere soprattutto nel linguaggio cinematografico. L’operazione che sta tentando è però più raffinata: prende la conosciutissima possessione e cerca di vederla, o esplorarla, da un nuovo punto di vista che è quello dell’equilibrio delle forze, della sintesi. Kirkman però sa anche una cosa, come emerge da quest’albo, che ciò che ci spaventa di più è quello che pensiamo di conoscere.
In un mercato fumettistico, come quello italiano, molto autoreferenziale, "Outcast il reietto" è uno dei più bei regali che potessimo avere. Una ventata di freschezza artistica, specialmente nel genere horror, di cui sentivamo il bisogno. E una scommessa azzardata, ma che può essere vincente.
Che dire? saldaPress, bravi… E grazie. 


Outcast n. 1, marzo 2015


Outcast - Il Reietto 1
UN'OSCURITÀ LO CIRCONDA
Marzo 2015
Pagine 72 € 1 (fino al 15/05/2015 poi € 2,30)
Testi: Robert Kirkman
Disegni: Paul Azaceta
Ed. saldaPress


Erik Lucini 


N.B. Trovate i link alle altre incursioni extrabonelliane su Cronologie & Index!

ERICA MOU!

L'amico e collaboratore Franco Lana, inviato speciale di Dime Web, ci presenta adesso la cantante salentina Erica Mou, con la quale è in contatto: l'artista ha pubblicato sinora due album, intitolati E e Contro le onde, ha partecipato a Sanremo e suonato un pò dappertutto in Italia - e ora si appresta ad intrapendere un tour Europeo! (s.c. & f.m.)
 
 




 

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giovedì 26 marzo 2015

L'ANGOLO DEL BONELLIDE (XIX): NAUFRAGHI DA UN ALTRO TEMPO...

di Andrea Cantucci 

“L’uomo si culla nelle superstizioni per dissimulare meglio la sua ignoranza…
Bisogna allontanarsi per avere una giusta visione delle cose.”
da I Naufraghi del Tempo vol. 8, di Paul Gillon

Da Les Naufragés du Temps n. 1, pag. 27

A Marzo 2015 è uscito nelle edicole italiane, con un ritardo di un paio di settimane, il terzo e ultimo numero della miniserie in formato bonellide dedicata dall’Editoriale Cosmo a I Naufraghi del Tempo. Si tratta di una classica serie di fantascienza francese, intitolata in originale Les Naufragés du Temps, creata da Jean-Claude Forest, qui solo in veste di sceneggiatore, e dal disegnatore Paul Gillon, a cui si deve lo spunto iniziale della saga e che dopo le prime duecento pagine la portò avanti da solo. Inizialmente era stata ideata e realizzata nel 1964 per l’effimera rivista Chouchou, ma avendo questa chiuso dopo pochi numeri, fu ben presto sospesa e ripresa regolarmente solo dieci anni dopo sul giornale France Soir, dove uscì a puntate dal 1974.
Il fatto che i primi episodi fossero apparsi in origine in bianco e nero, fa sì che la loro edizione sugli albi della Cosmo sia particolarmente felice anche dal punto di vista filologico. Non si sente troppo la mancanza dei colori, come in altre edizioni economiche della Cosmo dedicate a fumetti francesi. Con la sua prosecuzione sulla rivista Metal Hurlant dal 1977, a opera del solo Gillon, e la sua ripubblicazione negli album degli Humanoides Associés, anche I Naufraghi del Tempo finì per essere colorato come quasi tutta la produzione d’Oltralpe, ma l’uso del bianco e nero è sempre rimasto abbastanza tipico dell’arte di Gillon e il colore è apparso spesso come un’aggiunta successiva, gradevole ma non indispensabile, all’interno delle sue pagine.


Le Naufragés du Temps n. 1. Prima edizione Hachette, 1974

Fin dall’inizio della saga de I Naufraghi, appare chiaro che si tratta davvero di un fumetto proveniente da un altro tempo, cioè da quegli anni ’60 del ‘900 in cui fu inizialmente concepito. Se lo stile estremamente realistico del disegno può infatti ricordare altri classici della fantascienza come il Jeff Hawke dell’inglese Sidney Jordan o la versione di Flash Gordon dello statunitense Al Williamson e rientrare oggi nella norma di un fumetto particolarmente ben realizzato, l’impostazione del ritmo narrativo appare invece inizialmente piuttosto datata, anche per il saltuario uso delle didascalie esplicative ancora tipiche di quegli anni, ma soprattutto a causa del veloce succedersi di un gran numero di eventi che si concentrano in poche pagine.
Il ritmo rapido delle prime storie è una conseguenza dell’originaria pubblicazione in brevi puntate all’interno di un quotidiano, che come accadeva decenni prima col Flash Gordon di Alex Raymond, spingeva gli autori a far concludere quasi ogni puntata con un nuovo colpo di scena per mantenere desto l’interesse dei lettori, e a sintetizzare in poche immagini significative delle sequenze che in un fumetto di oggi occuperebbero ben più spazio. Negli episodi iniziali, in poche pagine accadeva perciò di tutto, seguendo il fantasioso estro di Forest, autore specializzatosi in fantascienza per adulti dopo aver creato il famoso personaggio femminile di Barbarella, prototipo di una lunga serie di eroine spaziali o fantastiche più o meno ironiche e disinibite. 
 


Les Naufragés du Temps n. 2. Prima edizione Hachette, 1975



Ne I Naufraghi del Tempo come in altre sue serie, Forest fa vivere ai suoi personaggi incontri coi mondi più alieni e le creature più disparate, sempre però raffigurati con grande verosimiglianza e plausibilità dai disegni di Gillon, che per lo più raffigura gli esseri extraterrestri con aspetti molto simili a quelli di animali terrestri.
La numerazione delle pagine non è quella convenzionale, essendo le storie suddivise in blocchi di poco più di cento pagine l’uno, poi spezzati in due quando furono raccolte in album di una cinquantina di pagine, come da abitudine consolidata in Francia. La cronologia originale de I Naufraghi del Tempo è quindi suddivisa in dieci volumi, usciti tra il 1976 e il 1989, di cui i primi quattro sceneggiati da Forest e gli ultimi sei opera del solo Gillon. Ogni numero pari porta avanti la trama del volume precedente di cui costituisce la seconda parte, ma tutta la saga costituisce un’unica narrazione in progress, nel corso della quale i personaggi fanno varie esperienze, eccitanti o dolorose, rischiando, cambiando e a volte morendo, proprio come nella vita.


Les Naufragés du Temps n. 4. prima edizione Hachette, 1976

Sappiamo da quanto dicono personaggi e didascalie in alcuni punti della saga, che i primi due album occupano circa un anno delle loro vite, che approssimativamente passa un altro anno dalla fine del secondo volume all’inizio del settimo e che da questo al nono album passano ben tre anni. Si sono quindi verificati rallentamenti e accelerazioni nel ritmo narrativo o anche dei lunghi salti di tempo qua e là. D’altronde in Francia i primi sette album uscirono quasi sempre a distanza di un anno l’uno dall’altro (e gli ultimi tre dopo tempi ben maggiori), quindi il tempo reale trascorso per i lettori era ancora più grande di quello che passava per i personaggi, il ché bastava a rendere del tutto plausibile l’andamento con cui gli eventi erano narrati. 
I Naufraghi del Tempo nell’impostazione è una serie tipicamente francese che, al pari di altri precedenti fumetti di fantascienza locali come Futuropolis o Les Pionniers de l’Espérance, non è dedicata a un singolo eroe, come il Buck Rogers o il Gordon della situazione, ma a un variegato gruppo di personaggi, di cui alcuni muoiono nel corso della saga e sono sostituiti da altri, tra cui possono anche celarsi personalità ambigue e infide. Da questo punto di vista, la serie, ideata con un due anni d’anticipo sull’uscita del telefilm Star Trek, appare meno ingenua e scontata di tanti altri fumetti che si concentrano sulle gesta di singoli eroi spaziali.

Les Naufragés du Temps n. 5. Prima edizione Les Humanoides Associés, 1977

Nonostante ciò anche qui si può individuare un protagonista che spicca sugli altri per coraggio e spirito d’iniziativa, una versione comunque più umana, con molte più incertezze e assai meno infallibile di quel Buck Rogers che nelle strisce create da Philip Nowlan e Dick Calkins nel 1929 si risvegliava nel futuro dopo secoli. Una differenza sostanziale consiste nel fatto che mentre quest’ultimo cadeva in animazione sospesa per un incidente del tutto improbabile, il Christopher Cavallieri de I Naufraghi del Tempo è stato ibernato e posto in orbita col suo consenso, insieme a una donna che come lui è stata accuratamente selezionata, per mettere al sicuro una possibilità di sopravvivenza della razza umana minacciata da vicino da un’invasione di spore.
Se Buck Rogers si risvegliava negli Stati Uniti di cinquecento anni dopo, occupati da un’improbabile invasione mongola, Christopher si ritrova in un pianeta Terra che dopo mille anni è ancora più cambiato. Gli invasori responsabili del Grande Cataclisma che anche nel 2990 colpisce l’intero pianeta, non sono anacronistici guerrieri orientali ma di nuovo le spore mortali apparentemente aliene, la cui vera origine sarà scoperta e affrontata solo negli ultimi episodi. Chris, appena risvegliatosi, rivede così il suo mondo appena in tempo per abbandonarlo di nuovo, unendosi a quei pochi privilegiati che possono usare le astronavi per mettersi in salvo dalla minaccia delle spore assassine, fuggendo verso altri pianeti già colonizzati dall’Uomo.


Les Naufragés du Temps n. 6 (retrocopertina). Prima edizione Les Humanoides Associés, 1978

L’obiettivo principale dell’ultimo uomo del XX secolo però non è quello di vagare senza meta in cerca di avventure, ma di ritrovare quella che considera la sua compagna predestinata, la bella Valerie Haurèle, che era stata messa in ibernazione attorno alla Terra insieme a lui e da cui un incidente l’aveva separato. È lei La Stella Addormentata che dà il titolo al primo episodio e che il suo Cavallieri risveglierà dal lungo sonno dopo le prime ottanta pagine, presumibilmente concedendole poi anche qualcosa in più di un bacio...
A conferma di quanto scorra rapidamente il tempo in questa serie leggendone le puntate di seguito, va notato che le prime ottanta pagine corrispondono a un intero anno nella vita dei personaggi. In quell’anno, in attesa di ritrovare la sua Valerie, Chris comunque non perde tempo. Tra una battaglia contro esseri di metallo vivente e un viaggio nel marsupio di una creatura anfibia, si consola con la disinvoltura di ogni latin lover italo-francese che si rispetti, avendo al suo fianco l’altrettanto giovane e bella Mara Akharan, l’agente del governo terrestre che lo ha risvegliato, che s’innamora di lui e che lo accompagnerà per tutta la serie.
Mara tra l’altro, attraverso un contatto intimo trasmette a Chris una malattia rara, una febbre che crea tra loro un legame particolare. Si manifesta infatti a intervalli, attivata da un forte shock, con la sensazione di avere il sangue in fiamme, una fin troppo evidente metafora della passione sensuale che lega i due personaggi. Infatti si ammalano per lo più quando sono lontani o temono d’essere abbandonati dall’altro e l’unica cura per guarire dalla febbre mortale sarà costituita da una trasfusione di sangue tra loro due, come dire che sono ormai diventati indispensabili l’uno per l’altra. Nonostante ciò Mara aiuta l’uomo che ama nella sua ricerca di Valerie, preferendo affrontare una rivale in carne e ossa, piuttosto che l’immagine e il ricordo di lei idealizzati e amplificati sempre più dalla fantasia di Christopher, a seguito della loro lunga separazione.


Les Naufragés du Temps n. 7. Prima edizione Les Humanoides Associés, 1979

Ad aiutare i due amanti nella loro ricerca della seconda naufraga del tempo, si aggiungono al gruppo anche un militare, il maggiore Lisdal, e uno scienziato, il dottor Otomoro, per così dire il braccio e la mente. Abbiamo quindi ancora una volta una versione appena più allargata del classico trio dei più tipici fumetti di fantascienza, costituito da un uomo atletico, una bella ragazza e un geniale scienziato, come succedeva coi capostipiti Buck Rogers, Wilma Deering e professor Huer, o coi successivi Flash Gordon, Dale Arden e dottor Zarkov. Anche in Brick Bradford la stessa formula si ripeteva con vari personaggi, come il professor Salisbury e sua figlia June, il professor Southern e sua figlia April, o la bella Crystal Blue e l’inventore Kalla Kopak.
Mentre si conclude il primo album de I Naufraghi del Tempo, Christopher ritrova Valerie sul fiume Thanator, un anello liquido che circonda un satellite di Saturno chiamato Limavan ed è adibito a cimitero galleggiante ricordando i fiumi dei morti della mitologia. Non a caso vi abitano le Furie, che qui però non sono megere alitanti fiamme e coi capelli di serpi, classiche incarnazioni dei sensi di colpa delle leggende greco-romane, ma un popolo di enormi rospi mammiferi parlanti, anch’essi comunque sempre in attesa di nuove vittime.
Sullo stesso fiume circolare si sono stabiliti anche quelli che in questa serie sono tra i più acerrimi nemici della razza umana, i ratti intelligenti e in parte alati chiamati Trasses. Questi agiscono in strani modi per incomprensibili motivi religiosi, per cui invece di usare armi moderne scatenano contro i terrestri minacce stravaganti, attivate grazie al loro potere di animare la materia inerte e controllare i mostri privi di intelletto. 


Les Naufragés du Temps: Metal Hurlant n. 5, luglio 1980

 
Sul fiume dei morti di Limavan, i Trasses hanno fatto il nido sul sarcofago galleggiante di un antico re e qui adorano da innumerevoli generazioni, come loro divinità, l’immobile ed eternamente giovane Valerie.
Come se la situazione sentimentale dei personaggi non fosse già abbastanza complicata dal triangolo tra Chris, Mara e Valerie, vi si aggiunge nel secondo episodio anche la prostituta mutante Quinine, che vive in una città di baracche sul fiume dei morti e che a sua volta si innamorerà del leggendario uomo del passato, quasi che questi, benché leggermente più stempiato e con qualche ruga in più rispetto ai tipici eroi spaziali di una volta, fosse ormai l’unico maschio decente rimasto nell’intero Universo, probabilmente a causa della degenerazione collettiva della razza umana, soprattutto maschile, affetta da ogni sorta di terribili mutazioni.
Al ritrovamento e infine al risveglio di Valerie, corrisponde però la scomparsa di Mara, che ha sua volta sembra essere stata imprigionata all’interno di un cubo. Chris deve quindi dimostrare di tenere anche a lei, liberandola. Ma se liberare l’ennesima donna prigioniera risulterà più facile del previsto, mille anni non sono invece bastati alla specie umana per liberarsi di pregiudizi morali come la gelosia e il desiderio di possesso esclusivo del proprio amante (cose di cui per esempio gli abitanti del pianeta Denobula, apparsi nella recente serie televisiva Enterprise, non sembrano essere per niente affetti). Alla fine del secondo album, intitolato La Morte Sinuosa dal soprannome dato a una specie di enormi anguille aeree velenose manovrate dai Trasses, tali gelosie sono la causa di una separazione tra Valerie e gli altri personaggi, che non si ricomporrà mai completamente, e di nuove avventure negli episodi successivi, visto che, pur avendo finito per scegliere Mara, Christopher intende ugualmente ritrovare Valerie, a cui continua a sentirsi indissolubilmente legato.

Les Naufragés du Temps n. 9. La prima edizione Les Humanoides Associés del 1984 affiancata all'edizione Glénat del 2008


All’inizio del terzo episodio, intitolato Labirinti, sembra essere passato del tempo e Christopher Cavallieri è ormai diventato famoso come un eroe venuto su Limavan per scacciare i Trasses (li aveva infatti affrontati per salvare e risvegliare Valerie). Il realistico protagonista della serie deve quindi confrontarsi con una fama che lo descrive in modo piuttosto irreale, negli spettacoli che si svolgono per le strade del pianeta. L’ironia tipica di Forest descrive così la distanza tra il mito dell’eroe e la persona vera che suo malgrado ne ha originato la leggenda, grazie a imprese a cui era spinto in fondo anche da scopi abbastanza egoistici.
La sua nuova ricerca della sua ex-compagna del XX secolo, conduce poi il naufrago del tempo Chris a essere preso in trappola, coinvolto in un omicidio e ricattato da un ambiguo boss criminale che regna su Limavan ed è chiamato il Tapiro, poiché appartiene a una specie di tapiri intelligenti. Costretto alla fuga per sfuggire alla giustizia locale, Chris è appunto obbligato ad accettare provvisoriamente la protezione del Tapiro, che vorrebbe recuperare dalla memoria dell’uomo del XX secolo il ricordo nascosto di una terribile arma. Sarà l’intervento dei suoi compagni a sventarne i piani, con l’aiuto dello scienziato Saravone Leobart, che però finirà poi per rivelarsi a sua volta altrettanto ambiguo e infido. È questa una caratteristica tipica della serie.
Nella saga dei Naufraghi non c’è quasi mai una netta distinzione tra buoni e cattivi come nelle serie più ingenue del passato. Non è quasi mai del tutto chiaro chi siano realmente i veri amici e chi i veri nemici, perché come nella realtà le cose non sono per niente così semplici e chiunque può essere spinto dai suoi scopi personali a tradire gli altri personaggi per il suo tornaconto. Anche gli eroi principali sono talvolta rosi da dubbi e incertezze sul proprio comportamento e su quale sia la condotta migliore da seguire, per districarsi nella rete di ambiguità e minacce in cui si trovano invischiati e che non rende loro le cose più facili.


Les Naufragés du Temps n. 9, pag. 10. Les Humanoides Associés, 1984



L’intero gruppo costituito da Chris, Mara, Lisdal, Otomoro, Valerie e Quinine finisce così per essere coinvolto nel conflitto tra il Tapiro e Saravone, che nel quarto album della saga, L’Universo Cannibale, si disputano l’accesso e il controllo di un mondo parallelo che si muove a cavallo tra due dimensioni ed è noto come L’Lombri, che in francese si pronuncia quasi come Le Lombric (il Lombrico), un nome che, come si scoprirà poi, non è affatto casuale. Tale universo costituisce infatti l’affascinante metafora di un mondo che non fa altro che divorare e digerire letteralmente i suoi abitanti, condannandoli a invecchiare rapidamente. In fondo è ciò che fa anche il mondo in cui viviamo, benché con tempi un po’ più lenti. Per giunta gli ingressi a L’Lombri sono a senso unico. Una volta entrati non si torna indietro e si può procedere in una sola direzione, più o meno come nella vita, che ci costringe ad avanzare senza poter mai rivivere il passato… 
Dopo essere entrati dentro L’Lombri, grazie all’astronave interdimensionale di Saravone, Chris e compagni incontrano il fratello di questi, Rovni Leobart, che penetrato nell’universo cannibale per esplorarlo e impossibilitato a tornare indietro, progetta di dotare il mostruoso mondo vivente di un cervello, in modo da poterlo controllare e dirigere, invece di essere digerito da lui. Rovni è riuscito a sopravvivere rallentando il processo di invecchiamento grazie alle proprietà di certe enormi piante locali che ha scoperto, benefiche per gli uomini e velenose per L’Lombri. Saranno questi provvidenziali vegetali indigesti che, provocando in pratica una sorta di intorpidimento dell’universo cannibale, permetteranno infine ai terrestri superstiti di attraversare in senso inverso una delle sue porte (o bocche che dir si voglia) e tornare nel proprio universo, non senza aver lasciato dietro di sé alcuni caduti, sia tra i propri compagni che tra i loro nemici.

Les Naufragés du Temps n. 10. Prima edizione Les Humanoides Associés, 1989



Col quinto episodio, Tenera Chimera, la pubblicazione a puntate della serie passa da France Soir a Metal Hurlant e Paul Gillon riprende da solo i personaggi da dove i testi di Forest li avevano lasciati.
Tornato su Limavan, Christopher è di nuovo alle prese col dilemma delle sue tre donne, che ora lo concupiscono, ora lo abbandonano, ora sembrano sparire o morire. Gillon dota inoltre Chris di un animaletto telepatico, Philos, che d’ora in poi lo segue ovunque dialogando con lui o commentando gli eventi con ironia.
Coi testi di Gillon le storie si fanno più organiche e coerenti, rispetto alle improvvisate svolte tipiche dell’estro di Forest. Il disegnatore riutilizza comunque molti spunti precedenti, come altri alieni della stessa specie del Tapiro, o la ripresa dell’infinita ricerca di Valerie da parte di Christopher anche dopo che sembra essere morta, diventando letteralmente per lui una Tenera Chimera da inseguire contro ogni apparente speranza.
Intanto scompare dalla serie anche Quinine, definitivamente trasformata in una mostruosa mutante, e viene introdotto un nuovo personaggio femminile, la dottoressa Beryl Rosemayor, inviata dal governo centrale del gran consiglio dei pianeti, insieme al questore Karlain, per recuperare e mettere al sicuro il prezioso naufrago del tempo rimasto, a costo di farlo arrestare per impedirgli di proseguire i suoi rischiosi viaggi nello spazio.


Les Naufragés du Temps n. 1. Edizione Les Humanoides Associés

Inizia quindi un curioso inseguimento, con Chris che, seguendo le indicazioni del capo dei tapiri Annshitas, viaggia su vari mondi alla ricerca di Valerie grazie a un congegno di teletrasporto spaziotemporale, con Mara e Lisdal che seguono Chris e con gli agenti governativi Rosemayor, Karlain e Gaar’l che a loro volta seguono tutti gli altri. Ma ben presto l’intero gruppo si riunisce e giunge in un misterioso mondo. Si può dire che, a quel punto, tutti e sei i personaggi siano diventati dei veri e propri naufraghi del tempo e dello spazio.
Nel sesto album, intitolato I Maestri Sognatori, i sei umani ritrovano ancora una volta Valerie, ma per portarla via con loro devono prima liberare il pianeta su cui sono giunti, Khimera Kator, patria degli Athopolemi o Tapiri che dir si voglia, dai misteriosi dominatori a cui allude il titolo. I Tapiri infatti sono stati espropriati del possesso del loro mondo da una razza di esseri telepatici, dei grandi parassiti dormienti nelle viscere del pianeta che usano i loro poteri per proiettare sulla superficie le illusioni prodotte dalle loro menti.
Gli Athopolemi, che hanno in ostaggio il vero corpo nuovamente addormentato di Valerie, contano sull’aiuto del grande Christopher Cavallieri per riavere indietro il proprio pianeta, poiché l’uomo del passato è l’unico a conoscere l’antica formula di un vaccino antiradiazioni con cui poter superare le barriere che proteggono il sonno dei Sognatori. Ma anziché attaccarli direttamente, Chris dimostra che la sua fama non è del tutto immeritata concependo un piano tanto ardito quanto rischioso. Grazie al suo animaletto telepatico Philos, si allea con i Trasses, i ratti intelligenti acerrimi nemici della razza umana, che a loro volta stavano invadendo il pianeta controllando degli enormi mostri per riconquistare la dea da loro adorata, ovvero Valerie.

Les Naufragés du Temps n.3. Edizione Les Humanoides Associés

Pur avendo successo, la strategia di usare i Trasses per uccidere nel sonno i Maestri Sognatori provoca nuovi problemi, morali ed esistenziali, un po’ in tutti i personaggi a parte i Trasses, che non mostrando emozioni, appaiono fermi nella loro fede e nella volontà di possedere di nuovo la propria divinità, senza scrupoli né dubbi come tutti i fanatici religiosi, a cui non a caso gli ironici autori avevano dato l’aspetto di infimi parassiti.
I Tapiri invece, duramente provati dagli incubi evocati dai Maestri Sognatori morenti, non reggono al peso della loro libertà riconquistata, a cui non sono più abituati, e per lo più scelgono la morte o si rifugiano nell’apatia prendendo posto nelle crisalidi dei loro vecchi padroni e diventando a loro volta passivi sognatori.
Quanto ai terrestri, sono tratti in salvo da una spedizione di soccorso, a cui si aggrega anche il robot sputafuoco Bebbé, costruito dal Tapiro con l’aspetto di una ragazzina, ennesima figura femminile nella saga.

Les Naufragés du Temps n. 3. Ristampa Les Humanoides Associés

Il Sigillo di Beselek è il titolo del settimo episodio, che si svolge nel 2992, cioè circa due anni dopo il primo. Chris, Mara, Valerie e Lisdal, sono a bordo di un’astronave sotto l’autorità di Beryl Rosemayor, intenzionata a condurli davanti al consiglio dei pianeti su Rigel III, per mettere al sicuro i due preziosi naufraghi del passato e far punire i due agenti governativi che ne hanno assecondato la voglia di rischiose avventure. Ma le cose non vanno come previsto. A causa di un traditore, che prende il controllo del robot Bebbé e soprattutto del cervello semicibernetico di Lisdal, la nave è portata fuori rotta e si schianta su un luogo ben diverso.
Tanto per giustificare il titolo della serie, ancora una volta i personaggi diventano naufraghi, se non proprio del tempo almeno dello spazio, sbarcando fortunosamente sui pianeti interconnessi del sistema-arcipelago di Orkand, una colonia penale in cui per secoli sono stati esiliati criminali d’ogni genere e oppositori politici. Questi col tempo si sono differenziati in vari popoli dai nomi pittoreschi e dalle caratteristiche curiose. 

Les Naufragés du Temps n. 4. Ristampa Les Humanoides Associés

 
I Letargici del pianeta-Oceano di Physolaes sono così pacifici da apparire indifferenti a tutto ciò che accade e non muovono un dito in aiuto dei naufraghi. Per fortuna i Penetranti dell’arido pianeta Pasoer hanno sviluppato facoltà telepatiche, che li rendono sensibili ai pensieri altrui, e soccorrono i terrestri superstiti portandoli sul loro mondo. I Gregari del selvaggio pianeta Floraes sono invece tornati allo stato animale. Ma il pericolo viene innanzitutto dai Sensitivi del gelido pianeta Lithaes, un ordine monastico fedele a un capo chiamato il Grande Apostolo e devoto allo spietato culto di Beselek, una religione che in fondo non appare poi tanto diversa dalle forme più intolleranti di monoteismo terrestri che spingono certi fanatici alla violenza.
Attraverso l’imposizione dei soliti ipocriti dogmi, i Sensitivi pretendono d’asservire l’intera popolazione di Orkand e il loro fanatismo religioso è la principale minaccia da affrontare per i naufraghi. Questi ultimi riescono a ottenere l’aiuto anche dei ribelli di Lithaes, che dopo qualche diffidenza accettano di guidarli verso il luogo in cui teoricamente dovrebbero essersi auto-esiliate le migliori menti scientifiche dell’arcipelago.


Les Naufragés du Temps n. 5. Ristampa Les Humanoides Associés

Il viaggio dei nostri eroi tra i pianeti di Orkand continua nell’ottavo album, intitolato Ortho-Mentas (Vere Menti, in greco). È questo infatti il nome dei misteriosi esseri che Christopher e i suoi compagni devono raggiungere e che si trovano all’interno dell’incrociatore Kerberis, un relitto inglobato nel sistema-arcipelago.
Per arrivare a destinazione devono prima superare le distese ghiacciate di Lithaes, affrontando le orde dei Sensitivi che battono e sorvegliano quei territori, e poi attraversare il torrido pianeta Floraes, dove piante e insetti hanno dimensioni enormi. Qui i Sensitivi hanno esiliato coloro che consideravano incompatibili col loro rigore religioso, perseguitandoli con crudeli spedizioni di caccia fino a farli regredire allo stadio animalesco e antropofago dei Gregari, branchi di bruti molto mal disposti verso ogni intruso, che per loro non è che cibo.
Naturalmente, pur lasciando indietro molti compagni lungo la strada, Christopher, Mara, Valerie, Lisdal e Bebbé, insieme a un penetrante che fa loro da guida, riescono infine ad arrivare a bordo del Kerberis, solo per scoprire che i cinquecento sopravvissuti che lo abitano, tra umani e appartenenti ad altre specie, hanno smarrito gran parte delle loro conoscenze. Se gli anziani che li comandano hanno rinunciato per paura a qualunque iniziativa verso il mondo esterno, c’è però un gruppo più giovane, tra cui spicca un’intraprendente ragazzina di nome Elodie, che appare deciso a darsi da fare per cambiare le cose nell’arcipelago di Orkand. 


Les Naufragés du Temps n. 6. Ristampa Les Humanoides Associés

 
Anche stavolta diventa fonte di speranza la conoscenza delle passate imprese compiute da Christopher, che si mette a capo di una spedizione di un pugno di volontari contro la capitale dei Sensitivi. Dopo alcuni capovolgimenti, in cui si vede tradire chi si pensava essere amico e correre in soccorso chi si pensava non ne avesse intenzione, la situazione si risolve con la fine della dittatura teocratica e un sottile ma sostanziale mutamento nei culti locali. La partenza dei naufraghi dall’arcipelago avviene poi solo grazie all’escamotage non troppo probabile di un’astronave-circo che si sarebbe trovata casualmente a passare da quelle parti per un’avaria. Il nuovo acquisto per il gruppo dei naufraghi questa volta è costituito dalla piccola Elodie, un’altra ragazza che farà del suo meglio per complicare ulteriormente la già difficile vita sentimentale di Christopher.
Nel nono episodio, che non a caso si intitola Terra, assistiamo ai primi tentativi di rendere di nuovo sicuro e abitabile per la razza umana il nostro pianeta, che avevamo visto per l’ultima volta a pagina cinque del primo episodio, mentre veniva completamente invaso dalle spore mortali del Grande Cataclisma. Dalle didascalie apprendiamo che siamo ora nel 2995 e che da quel cataclisma sono quindi passati cinque anni, senza però che le spore e le mutazioni da queste provocate abbiano abbandonato la Terra. Sono anzi ancora dormienti nel sottosuolo e pronte ad attivarsi, in varie forme più o meno mortali, non appena qualcuno si avvicina.

Les Naufragés du Temps n. 2. Edizione Glénat, 2008

Intanto i due naufraghi del tempo e i loro compagni, di cui il gran consiglio ha momentaneamente perso le tracce, stanno ancora viaggiando sull’astronave-circo, scoprendo di non avere nessuna influenza sulla sua rotta e di essere in balia del direttore Mo L’Oyal, dietro il cui trucco da clown si cela in realtà qualcun altro.
Poiché il settimo album si svolgeva nel 2992 e il loro soggiorno nel sistema di Orkand non può essere durato tre anni, pare che abbiano trascorso la maggior parte di quel tempo sul circo spaziale. Infatti è un’astronave molto lenta e anche nel mondo reale sono passati esattamente tre anni tra l’uscita dell’ottavo album e quella del nono. Questa almeno sarebbe la spiegazione più ovvia, se non fosse che la piccola Elodie non pare molto cresciuta. Chissà, forse hanno compiuto un piccolo salto temporale in avanti viaggiando nell’iperspazio… Infine la situazione a bordo della nave, in cui si stanno intrecciano accordi segreti e subdoli tradimenti, cambia ancora una volta per il deciso intervento di Christopher, che però non può impedire che, a causa dei motori difettosi, questa finisca per essere attratta da un buco nero. Solo l’intervento provvidenziale delle astronavi terrestri che li cercavano salva il gruppo dei naufraghi da un destino altrimenti inevitabile.


Les Naufragés du Temps n. 7. Edizione Glénat, 2008

Una volta condotti sull’astronave del gran consiglio in orbita attorno alla Terra, per Christopher si profila una nuova missione, poiché lui e Valerie sono i soli depositari del vecchio codice di accesso a un vecchio satellite inabissatosi in mare e contenente i batteri capaci di distruggere le spore mortali. Naturalmente il leggendario uomo del XX secolo non si tira indietro e scende sulla Terra, accompagnato dai fidi Mara e Lisdal, insieme a Ihill L’Horlock, un console alieno presso la città di Venezia che è il custode del satellite nascosto nella laguna.
Contemporaneamente tre donne inquiete e indisciplinate, Beryl, Valerie e Elodie, decidono per motivi diversi di fuggire dalla nave su cui erano confinate e anche loro scendono clandestinamente sul pianeta.


Les Naufragés du Temps n. 8. Edizione Glénat, 2008



Il decimo e ultimo album della serie, che si svolge subito dopo il nono pur essendo uscito cinque anni dopo, è La Criptomadre, che è come dire la madre nascosta. Il titolo si riferisce all’organismo vegetale da cui hanno avuto origine le spore mortali del Grande Cataclisma e che non si trova negli abissi dello spazio come si poteva pensare (e come sembrava evidente nel primo episodio) ma nelle viscere della Terra stessa, come dire che il nemico che spesso ci ostiniamo a cercare all’esterno, può annidarsi in realtà dentro di noi.
Nell’arco di dieci anni dall’inizio della saga (quindici se si considera anche la sua falsa partenza nel 1964), la narrazione per immagini di Gillon si è fatta sempre più cinematografica e sempre meno didascalica. Questa volta l’intero volume si svolge continuamente con un montaggio in parallelo, in modo da seguire in contemporanea ciò che accade ai due gruppi di personaggi sbarcati sul nostro pianeta. Mentre Christopher e i suoi compagni esplorano i pericolosi meandri del sottosuolo per trovare e uccidere la Criptomadre grazie ai batteri recuperati dall’antico satellite, salvando così il futuro della Terra, la piccola Elodie si avventura tra i canali di una Venezia in rovina e si accontenterebbe di salvare le sue due incaute amiche, cadute nelle mani dei mutanti sanguinari che dopo il cataclisma hanno occupato la città. Il montaggio in parallelo tra l’altro permette all’autore di non mostrare i momenti più cruenti, cambiando opportunamente scena appena prima che accada qualcosa di un po’ troppo spiacevole e lasciando quindi all’immaginazione parte degli eventi.


Les Naufragés du Temps n. 10. Edizione Glénat, 2008

Solo alla fine dell’episodio, e della saga, i superstiti di entrambi i gruppi si riuniscono, dopo essere passati attraverso due diversi tipi di inferni e di orrori, quello primigenio di una cieca natura ostile all’Uomo e quello delle violenze di cui l’Uomo stesso diventa troppo spesso capace, dopo essere regredito o degenerato a un livello poco più che bestiale. Nelle ultime pagine Chris, pur avendo sempre Mara al suo fianco, giunge in tempo ancora una volta per salvare Valerie. Le ultime parole che leggiamo dell’uomo del XX secolo, al pari di tante altre riflessioni che Gillon ha sparso qua e là nelle sue storie, suonano come un aforisma: Noi non ci apparteniamo… Apparteniamo a un’Umanità che non sa controllare il proprio destino…

Alter Linus n. 6, giugno 1975 (MilanoLibri)

Alter Alter n. 7, luglio 1977 (MilanoLibri)

In Italia i primi tre episodi in bianco e nero della serie I Naufraghi del Tempo furono pubblicati per la prima volta a puntate sulla rivista Alter Linus, a partire dal n°6 del 1975. La serie proseguì quindi sulla rivista che ne prese il posto, Alter Alter, a partire dal quarto episodio, L’Universo Cannibale, che uscì sui numeri dal 2 al 9 del 1977. Quei primi episodi furono poi raccolti in volume dalla Milano Libri, che editava le due riviste. 


I Naufraghi del Tempo vol. 1, MilanoLibri

I Naufraghi del Tempo n. 7, Collana Metal n. 4. Nuova Frontiera, 1981

 
Le edizioni italiane del settimo episodio, Il Sigillo di Beselek, e dell’ottavo, Ortho-Mentas, uscirono invece in due album a colori della Collana Metal delle edizioni Nuova Frontiera, rispettivamente sul n°4 del 1981 e sul n°8 del 1982, mentre il nono episodio, Terra, uscì a puntate sulla rivista L’Eternauta dal n°41 del 1985.

Da I Naufraghi del Tempo, ep. 8, pag. 3. Edizione italiana Nuova Frontiera, 1982


Da I Naufraghi del Tempo, ep. 9, pag 18. Su L'Eternauta n. 43 (1985) e su albo Cosmo n. 3 (2015)


Si può dire che la miniserie in formato bonellide dell’Editoriale Cosmo, raccogliendo tutti gli episodi dei Naufraghi del Tempo, sia la prima edizione integrale dell’intera serie pubblicata nel nostro paese. Come copertine e frontespizi interni sono state usate le immagini della più recente ristampa uscita in Francia, edita dalla Glénat nel 2008. Alcuni dialoghi e didascalie, com’è abituale in queste edizioni in formato ridotto, sono stati tradotti in modo più sintetico rispetto alle precedenti edizioni italiane in formato rivista, ma dato che i testi originali erano piuttosto prolissi, sono rari i casi in cui ciò determina una vera e propria differenza nel significato delle parole usate e comunque la cosa non crea problemi per la comprensione delle storie.




Nelle tre immagini qua sopra, le copertine della miniserie in tre numeri pubblicata da Cosmo (2014/2015)


I NAUFRAGHI DEL TEMPO
Miniserie di tre numeri
Contenuti: Les Naufragés du Temps vol. 1-10
Testi: Jean-Claude Forest, Paul Gillon
Disegni: Paul Gillon
Collana: Cosmo Serie Grigia n°5-7
Formato: 176 pag. il n°1 e 2 – 208 pag. il n°3 – in bianco e nero
Editore: Cosmo
Periodicità: bimestrale
Date di uscita: Ottobre 2014 – Febbraio 2015
Prezzo: € 5,50 il n°1 e 2 - € 6,90 il n°3

Andrea Cantucci

N.B. trovate i link alle altre puntate dell'Angolo del Bonellide su Cronologie & Index!

COLLEZIONARE E BATTISTA IL COLLEZIONISTA, TRENT'ANNI DOPO (III PARTE)!

Proseguono i "festeggiamenti" per il trentennale della fanzine fiorentina "Collezionare" (la "nonna" di Dime Web) e della sua mascotte Battista il Collezionista, personaggio creato nel 1985 da Moreno Burattini per il primo numero della rivista. E anche stavolta vi presentiamo qualcosa di "inedito" - almeno parzialmente! Filippo Pieri ha infatti colorato alcune vignette con Battista e la sua fidanzata Michelina disegnate da Fizialetti e apparse originariamente in bianco-e-nero alla fine degli anni Novanta, su Dime Press (la "mamma" di Dime Web) e su un albetto pubblicato da Comics & Dintorni. E in calce vi riproponiamo "Battista vs. Tex" apparso su queste pagine nel 2012... Uno straordinario revival! (s.c. & f.m.)

Prima apparizione in b/n: Dime Press n. 19, maggio 1998

Prima apparizione in b/n. Dime Press n. 22, giugno 1999

"Foto di famiglia", originariamente pubblicata in b/n da Comics & Dintorni nel marzo 1998


N.B. Trovate i link a tutte le apparizioni di Battista il Collezionista (by Pieri, Fizialetti & Kant) su Cronologie & Index!

domenica 22 marzo 2015

L'ATLANTE DI MISTER NO. "M", IV PARTE: "MISTER NO" (I PARTE)! 1975 - 2015: VERSO I 40 ANNI DI JERRY DRAKE!

di Massimo Capalbo

Ci eravamo lasciati esattamente il 17 giugno 2014 con queste parole: "Il nostro Atlante di Mister No - il più grande progetto bonelliano di Dime Web, certosina realizzazione di Massimo 'Max' Capalbo e perennemente presente come link sulla homepage di Jerry Drake nel sito della Sergio Bonelli Editore - arriva alla terza parte della lettera M. L'Atlante e il suo successo hanno convinto Max e Dime Web a inaugurare altri due, curatissimi, dizionari bonelliani: Zagor Monsters e The Dark Side of Tex! Buona lettura!" Anche se i link di cui parlavamo non sono più sulla homepage predetta, sono pur sempre presenti sul sito... In questi nove mesi (una gestazione!) di "pausa" Capalbo ha in realtà lavorato alle altre due enciclopedie, con lo scopo principale di portare tutte e tre le sue opere allo stesso livello "alfabetico"; nel contempo preparava la voce più impegnativa dell'Atlante, quella dedicata al protagonista stesso, della quale potete ora leggere la prima parte (corrispondente al IV appuntamento della lettera M). Ritornando così a Manaus iniziamo (a modo nostro, raccontandovi in ordine cronologico la vita di Mister No), i "festeggiamenti" per i 40 anni del personaggio, nato nel giugno 1975 dalla fantasia di Nolitta. Vi segnaliamo infine che tutte le illustrazioni sono state scelte dallo stesso Max, comprese le due introduttive! (s.c. & f.m.)

Il Mister No di Pino Rinaldi (dal suo blog personale)


Legenda

  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.

  • I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).

  • I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).

  • Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).

  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva). 
Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.

 
Ancora Pino Rinaldi alle prese con Mister No (dal blog personale dell'artista)


M (parte IV)


MISTER NO (parte I)

Jerry Drake alias MISTER NO nasce a NEW YORK all’incirca nel 1922. Suo padre è Jerome DRAKE, un professore di Lettere; nulla sappiamo invece di sua madre, che probabilmente muore quando il Nostro è ancora in tenera età. Come vediamo nel primo dei due flaskback presenti nella storia Vent’anni dopo (L. Mignacco e M. Masiero [sog.&scen.] – R. Diso e O, Suarez [dis.], nn. 292-294) e datato 1936, i rapporti tra padre e figlio non sono per nulla facili: il quattordicenne Jerry ha un carattere ribelle e allo studio preferisce di gran lunga il violento spettacolo offerto dalla boxe clandestina, il che non fa certo piacere a papà Jerome. Le tue ambizioni sono piuttosto misere, ragazzino! – dice costui al figlio, che sogna di diventare egli stesso un pugile - Vedere due energumeni che si picchiano in mezzo a una strada avrebbe dovuto farti capire che con la violenza non si va lontano… …se vuoi vincere le battaglie nella vita prima pensa a studiare e a costruirti delle basi solide!.

Mister No n. 1, giugno 1975. Disegno di Ferri
 
La prima, indimenticabile (e antieroica) apparizione di Jerry Drake alias Mister No – MNO 1, p. 8

Mister No n. 292, settembre 1999. Disegno di Diso

New York 1937: il piccolo Jerry è tutt’altro che entusiasta per l’imminente partenza di suo padre Jerome per la Guerra di Spagna - MNO 292, p. 84

Jerry, però, non ne vuole proprio sapere di studiare e si sente trascurato e incompreso da DRAKE senior. Inoltre, non riesce a spiegarsi alcuni comportamenti del padre, come, ad esempio, il rifiuto di denunciare i tre ladri che gli sono entrati in casa e lo hanno brutalmente pestato. In realtà, Jerome non sporge denuncia perché, avendo riconosciuto in essi alcuni degli operai cui fa scuola serale, spera che si redimano; Jerry pensa invece che egli si comporti così per paura e vigliaccheria, e ciò lo fa soffrire molto. Ancora più incomprensibile, per il Nostro, è la decisione di suo padre, nel 1937, di andare a combattere in Spagna - sconvolta dalla guerra civile scoppiata l’anno prima - tra le file delle Brigate Internazionali. Prima di partire con il suo amico Logan Sinclair - un ambizioso giornalista idolatrato da Jerry, che lo contrappone al compassato genitore - DRAKE senior affida il figlio a sua sorella Martha, donna dolce e affettuosa che però ha la sventura di essere sposata con Joe WALLACE, un poliziotto violento e corrotto. Da questo momento ha inizio per Jerry un periodo – narrato in C’era una volta a New York (M. Colombo [sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], Maxi Mister No n. 2) – che, oltre a rivelarsi di enorme importanza per la sua maturazione, segnerà il suo destino.


Maxi Mister No n. 2, luglio 1999. Disegno di Diso
Locandina originale del film Ali (William A. Wellman, 1927)

Jerry con sua zia Martha – Maxi MNO n. 2, p. 41

Jerry ascolta estasiato, per la prima volta, When the saints go marching in - Maxi MNO n. 2, p. 80



E’ nel suddetto periodo, infatti, che il futuro MISTER NO si appassiona agli aerei (vede il film di William A. Wellman Ali [Wings, 1927] ben sei volte e decide che da grande farà il pilota), s’innamora per la prima volta e fronteggia il suo primo, feroce nemico (vedi Raphe e Lizzy JENKINS), rafforza la sua amicizia con il pugile di strada TRENO Kowalsky (conosciuto prima che il padre partisse per la Spagna), e instaura un rapporto filiale con il gangster Frankie MESSACANTATA. Inoltre, privo com’è di pregiudizi razziali, diventa grande amico di due fratelli neri provenienti da una famiglia poverissima: Pete e Ray Dubois. Quest’ultimo, autentico prodigio del pianoforte, fa nascere nel nostro Jerry l’amore per il jazz. In una delle più belle sequenze di C’era una volta a New York, TRENO Kowalsky e il suo manager Strother portano Jerry al mattatoio, per fargli conoscere colui che il pugile definisce un mago. Si tratta appunto di Ray, cui TRENO chiede di suonare il pianoforte che lui e Strother hanno caricato sul cassone del loro autocarro.

Copertina di un 45 giri del 1966 di Louis Armstrong, con When the saints go marching in come lato B

Jerry si divide una bottiglia di whisky con Pete Dubois - Maxi MNO n. 2, p. 86

Colpito alle spalle da Masone, Pete muore tra le braccia dell’amico Jerry - Maxi MNO n. 2, p. 153

1938, carcere di Rikers Island (New York): Jerry rompe i rapporti con suo padre - MNO 292, p. 96


Ray - racconta MISTER NO, vent’anni dopo, all’amico Harvey FENNER - ci mise un sacco di tempo, prima di appoggiare le dita alla tastiera… …ma non appena lo fece… bang, fui conquistato! La sua musica mi prese il cuore e non lo lasciò più! […] Quel giorno avevo scoperto il jazz e lui aveva scoperto me… non ci saremmo più lasciati! Pensavo che in un posto simile non ci fosse spazio per nient’altro che sofferenza e sangue… ma, grazie a Ray, quel mattatoio era diventato una filiale del paradiso in terra! Ero preda di un incantesimo… …dal quale non sarei riuscito, o meglio, non avrei mai voluto svegliarmi… . Il Nostro si appassiona così tanto al jazz da non esitare a frequentare i locali dei neri – dove i bianchi sono a malapena tollerati - e persino la loro chiesa, nella quale, ogni domenica, il talentuoso Ray suona l’organo. E’ proprio qui che un estasiato Jerry ascolta per la prima volta quella che diventerà la sua canzone preferita: When the Saints go marching in, l’allegro spiritual reso celebre da Louis Armstrong. Questa canzone piace molto anche a Pete Dubois, il quale, a differenza del fratello, non è un mago del pianoforte, bensì del furto e dello scippo.


Speciale Mister No n. 13, aprile 1999. Disegno di Diso

Il sedicenne Jerry lascia New York, partendo per l’Ovest - Speciale MNO n. 13, p. 10

Jerry bacia la seducente Maggie - Speciale MNO n. 13, p. 70


Mister No n. 145, giugno 1987. Disegno di Diso


Pete è infatti un abile ladruncolo di strada, ed è con alcune bottiglie di whisky da lui rubate – nel negozio dell’usuraio Fortunato Masone - che il nostro Jerry prende la sua prima sbronza, scoprendo così un’altra delle sue future passioni: l’alcol (di cui parleremo meglio nella seconda parte, così come del jazz). Come abbiamo già scritto nella voce dedicata a Frankie MESSACANTATA, Pete viene ucciso proprio dal sopracitato Masone, che gli spara alle spalle dopo l’ennesimo furto, raccontando poi alla polizia di essere stato costretto a difendersi. Il tragico episodio non solo addolora Jerry, ma lo indigna profondamente: diversi abitanti del quartiere, infatti, approvano il vile gesto di Masone (Maledetti negracci, così imparano a tenere le mani a posto!, dice uno di essi) e così fanno anche i due agenti che interrogano il negoziante. Costoro, invece di arrestare Masone, trascinano con la forza Jerry a casa del loro degno collega Joe WALLACE, il quale, com’è sua abitudine, riempie di botte l’odiato nipote.


California 1940: il diciottenne Jerry giunge all’aeroporto di Caniff Field - MNO 145, p. 60

Jerry pilota il suo primo aereo: il Bellanca P-200 dell’amico Bat Barlington - MNO 145, p. 90

Mister No n. 146, luglio 1987. Disegno di Diso

Il pilota Jim Gordon (John Wayne) e l’infermiera Brooke Elliott (Anna Lee) ne I falchi di Rangoon (David Miller, 1942), il primo film ispirato alle gesta delle Tigri Volanti (il titolo originale è infatti Flying Tigers)


Quel giorno fu prezioso per me… mi sembrò di non avere più dubbi… tutto fu chiaro come il sole! Avevo deciso da che parte stare!… …D’ora in poi i miei nemici sarebbero stati loroAvevo avuto tutto il tempo per conoscerli bene! Sapevo cosa nascondevano dietro i loro sorrisi… …come si comportavano una volta al sicuro da altri loro simili… …e cosa erano capaci di fare ai più deboli… …le persone oneste, la gente normale, le brave persone, quelli che credevano di avere un posto assicurato in paradiso… […] Le persone oneste, la gente normale, le brave persone! Puah! Avrei fatto il possibile per non essere come loro!. Il povero Pete non è purtroppo il solo amico che Jerry perde tragicamente: qualche mese dopo, infatti, Ray Dubois, Strother e TRENO vengono uccisi dai fratelli JENKINS (davvero beffarda la morte Ray, che, pugnalato dai suddetti fratelli, muore dissanguato dopo essersi esibito in maniera trionfale al Cat’s Tail, un famoso locale jazz), mentre MESSACANTATA viene colpito a tradimento dal già citato Masone. Un altro durissimo colpo per il Nostro è l’arresto di suo padre, il quale, dopo essere tornato dalla Spagna, si dichiara colpevole dell’omicidio di Logan, avvenuto nella sua stessa abitazione.


Mister No n. 148, settembre 1987. Disegno di Diso
 
Cina 1941: Jerry resiste eroicamente alle sevizie inflittegli da Saiko - MNO 148, p. 37

Il pilota si guadagna il soprannome di Mister No - MNO 148, p. 38

Mister No saluta Li Chao e parte per la sua missione impossibile: salvare Chang Kai-Shek - MNO 148, p. 58



Pur essendo innocente, Jerome si lascia mettere in galera senza fornire spiegazioni né alla giuria che lo processa né a Jerry, che a causa di ciò rompe del tutto i rapporti con il genitore (rapporti che si ristabiliranno solo vent’anni dopo, quando Jerome, scontata la pena, racconterà finalmente al figlio tutta la verità) e decide di lasciare NEW YORK. Preso un treno per l’Ovest, il sedicenne Jerry - siamo infatti nel 1938 - fa tappa nella cittadina di Des Moines (Iowa), nella quale - come leggiamo in Un giovane americano (M. Masiero [sog.&scen.] – F. Valdambrini [dis.], Speciale n. 13) – viene coinvolto in una drammatica vicenda a base di rapine e corse automobilistiche, e vive - al contempo - una breve storia d’amore con la bella ma spregiudicata Maggie. Due anni dopo, precisamente nel settembre del 1940, Jerry raggiunge la California, dove incontra colui che sarà il suo istruttore di pilotaggio e soprattutto il suo mentore, Bat BARLINGTON. L’anno seguente, i due si arruolano nell’American Volunteer Group, trasferendosi prima in BIRMANIA, poi in Cina.

Mister No n. 52, settembre 1979. Disegno di Ferri

 
Mister No n. 301, giugno 2000. Disegno di Diso
Almanacco dell'Avventura 1998 (n. 4), ottobre 1997. Disegno di Diso

Uno dei tanti manifesti americani di propaganda bellica


Quella con le TIGRI VOLANTI – narrata nella magnifica storia omonima (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 145-148) - costituisce un’esperienza fondamentale per il Nostro: non solo, ovviamente, perché sancisce il suo battesimo di fuoco, il primo contatto con la tremenda realtà della guerra, ma anche perché è proprio in Cina che Jerry si guadagna il soprannome di MISTER NO. Ad affibbiarglielo – come il pilota racconterà, diversi anni dopo, ad alcuni amici, tra cui la bella Flor - è il crudele capitano SAIKO, che lo cattura e lo sottopone a terribili torture al fine di estorcergli importanti informazioni. Il pilota, però, resiste alle sevizie, opponendo ripetuti no alle domande del suo aguzzino, e meritandosi così il curioso ma assai significativo nomignolo. Un nomignolo che è come una nuova identità: Jerry Drake non esiste più, pupa! – dice infatti il Nostro alla guerrigliera LI CHAO, che gli chiede di compiere un’impresa quasi disperata: salvare Chang Kai-shek - Il tuo “bravo ragazzo” è morto! […] Da oggi il mio nome è Mister No! Sono stufo di dire “sì” a tutti!. Sono stufo di cacciarmi nei guai per aiutare gli altri! E sono stufo di farmi prendere in giro! Da oggi Mister No va dritto per la sua strada , senza farsi abbindolare dalle belle parole di chi vuole servirsi di lui!.

Mister No rievoca in breve le sue esperienze belliche - MNO 295, p. 36

Il difficile dopoguerra di Mister No - MNO 295, p. 37

1950: Mister No decide di lasciare gli Stati Uniti - MNO 295, p. 38

Uno scorcio di São Luis do Maranhão negli anni Cinquanta

Come già sappiamo, però, l’abile LI CHAO riesce comunque a convincere il pilota a tentare l’impresa: Per l’animaccia mia! Non meriterei il nome di Mister No se non provassi a fare le cose impossibili!, esclama infatti il pilota dopo aver riflettuto un attimo. A bordo di un vecchio e scassato Fiat CR 32, MISTER NO compie la sua mission impossible, mitragliando il Curtiss P-40 che SAIKO gli ha sottratto e salvando così il Generalissimo Chang. Tuttavia, invece di essere accolto come un eroe dai cinesi e dai suoi superiori, MISTER NO viene arrestato dai primi (i quali, inizialmente, credono addirittura che egli abbia ucciso il pilota dell’A.V.G. Jerry Drake) e accusato di diserzione dai secondi, perché non ha risposto alla chiamata di precetto (cosa che non gli è stata possibile, essendo stato prigioniero di SAIKO). Il Nostro viene quindi arruolato a forza nell’aviazione e assegnato al 59° Stormo, presso la piccola base di San Manuel, nel nord delle Filippine.

1951: Mister No e Esse-Esse mettono piede a Manaus - MNO 295, p. 45
Mister No n. 167, aprile 1989. Disegno di Diso
 
Mister No n. 327, agosto 2002. Disegno di Diso
Manaus 1970: Mister No reagisce così a un petulante venditore di elettrodomestici - MNO 366, p. 98


E alla fine, - dice il pilota agli amici, concluso il suo racconto - dopo tante avventure e qualche delusione, mi resi conto che il giovane Jerry Drake non esisteva più. Al suo posto c’era un uomo che aveva deciso di farsi chiamare Mister No! […] In quei pochi mesi avevo fatto esperienze che, da sole, avrebbero potuto riempire l’intera vita di un uomo comune… Davanti ai miei occhi erano sfilati buona parte dei mali dell’umanità: persecuzioni razziali, ingiustizie sociali, miserie, catastrofi, vendette, tradimenti… e così imparai a dire no all’arroganza dei potenti… …no alla ferocia degli aguzzini… …no all’ottusità dei burocrati… no alla… . A questo punto, la bella Flor lo interrompe: Ehi! Non ti sembra di esagerare, pilota!? Non darti tutte queste arie di gran filosofo: la verità è che avevi perso il tuo entusiasmo giovanile… eri diventato più cinico e più egoista. In realtà, cinismo ed egoismo sono due elementi che non fanno parte, se non in minime dosi, del dna di MISTER NO, il quale, al contrario, è un sentimentale, un autentico idealista, per usare le parole di Miranda CORDEIRO ne L’ultimo cangaceiro (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 3-5). Lo stesso pilota, nel finale di Mister No va alla guerra (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 51-53), si autodefinisce il campione mondiale dei sognatori, il re degli idealisti e l’imperatore dei cretini.


Un significativo esempio dell’industrializzazione di Manaus negli anni Settanta: operai al lavoro in una fabbrica di motociclette
 
Mister No n. 379, dicembre 2006. Disegno di Diso

Mister No si accinge ad atterrare nel minuscolo e scalcinato aeroporto di Rurrenabaque - MNO 379, p. 76



Sulla questione del presunto cinismo di Jerry Drake ritorneremo più avanti, quando analizzeremo in maniera approfondita la sua affascinante personalità. Proseguendo nella cronologia misternoiana, arriviamo al 7 dicembre 1941, data dell’entrata in guerra degli STATI UNITI. A bordo sempre di un Curtiss P-40, MISTER NO ritorna ad affrontare - stavolta nei cieli del golfo di Lingayen – gli Zero giapponesi, ma nell’aviazione ci rimane poco: radiato infatti per motivi disciplinari, il Nostro è arruolato in fanteria, dove, tra una battaglia e l’altra, ha modo di stringere amicizia con i commilitoni Alan CHAMBERS, Phil MULLIGAN e Steve MALLORY. La SECONDA GUERRA MONDIALE è senza dubbio l’esperienza più importante e anche più terribile vissuta da MISTER NO, che la rievoca più volte nel corso della saga. Fino all’inverno del ’43, il Nostro combatte nel Pacifico; poi viene trasferito in Europa, precisamente in ITALIA, dove rimane fino al dicembre del ’44, quando è nuovamente trasferito, ancora una volta per motivi disciplinari. La sua destinazione sono le ARDENNE, dove rimane ferito allo stomaco in uno scontro con i soldati del Reich. Nel gennaio del ‘45 viene quindi rimpatriato, ma il ritorno alla vita civile si rivela assai difficile.


Tefé (Amazzonia brasiliana) 1993: Il settantenne Mister No dimostra di essere ancora prestante - MNO Speciale n. 8, p. 28


Speciale Mister No n. 8, luglio 1993. Disegno di Diso

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Incapace, come molti reduci, di ambientarsi in quella che è ormai diventata una società cinica e brutalmente competitiva, MISTER NO – dopo varie e drammatiche esperienze in Nuovo Messico (‘45), California (‘47), ITALIA (‘48), Colorado (’50), Arizona (’50), Nevada (’50), NEW YORK (’49 e poi ’50) – decide di lasciare gli STATI UNITI e di trasferirsi nell’AMAZZONIA brasiliana. Il pilota fa tappa prima a BELÉM, dove acquista lo scalcinato ma inseparabile PIPER, quindi si trasferisce a São Luis do Maranhão – dove fa amicizia con il crucco Otto Kruger alias ESSE-ESSE, anch’egli un reduce inquieto come lui –, per stabilirsi infine – all’inizio del ’51 e assieme all’amico tedesco - nella sperduta MANAUS, che diventa la sua città d’adozione, il suo amato nido. MISTER NO vive nella capitale amazzonica per circa vent’anni, intervallati da tre lunghe trasferte: in AFRICA, negli STATI UNITI (dove - precisamente a NEW YORK - il pilota affronta il suo più acerrimo nemico: il giapponese Kenzo ISHIKAWA) e in ASIA. Nel 1970, di ritorno da un’altra trasferta (lunga ben un anno e mezzo, ma di cui sappiamo poco o niente, giacché non è stata ancora raccontata), MISTER NO scopre, con orrore, che il progresso ha invaso anche la sua MANAUS, rendendola irriconoscibile.


Manaus 1999: Gli ultrasettantenni Jerry Drake e Otto Kruger impegnati nell’ennesima rissa della loro vita - MNO 295, p. 16

Mister No e Esse-Esse festeggiano il Capodanno del 2000
 

Il pilota non ci sta e decide di trasferirsi – seguito, anzi: preceduto, da ESSE-ESSE - in un altra regione dell’AMAZZONIA, in un luogo ancora selvaggio e incontaminato: la cittadina boliviana di RURRENABAQUE. L’esilio volontario a Rurre dura circa dieci anni: infatti, come vediamo nella seconda storia di MARTIN MYSTÈRE - La vendetta di Râ (A. Castelli [sog.&scen.] – G. Alessandrini [dis.], nn. 2-3) - e in due avventure misternoiane: quella dell’ottavo Speciale (Fuga da Skynet) e quella del n. 295 (L’ultima frontiera), all’inizio degli anni Ottanta il pilota farà ritorno a MANAUS, dove metterà in piedi una piccola agenzia turistica (vedi paragrafo Curiosità) e dove, molto probabilmente, trascorrerà il resto dell’esistenza.


Massimo Capalbo


N.B. Trovate i link alle altre lettere e voci dell'Atlante di Mister No sulla Bussola!