“L’uomo
si culla nelle superstizioni per dissimulare meglio la sua ignoranza…
Bisogna
allontanarsi per avere una giusta visione delle cose.”
da
I Naufraghi del Tempo vol. 8, di Paul Gillon
A Marzo 2015 è uscito nelle edicole italiane, con un ritardo di un paio di settimane, il terzo e ultimo numero della miniserie in formato bonellide dedicata dall’Editoriale Cosmo a I Naufraghi del Tempo. Si tratta di una classica serie di fantascienza francese, intitolata in originale Les Naufragés du Temps, creata da Jean-Claude Forest, qui solo in veste di sceneggiatore, e dal disegnatore Paul Gillon, a cui si deve lo spunto iniziale della saga e che dopo le prime duecento pagine la portò avanti da solo. Inizialmente era stata ideata e realizzata nel 1964 per l’effimera rivista Chouchou, ma avendo questa chiuso dopo pochi numeri, fu ben presto sospesa e ripresa regolarmente solo dieci anni dopo sul giornale France Soir, dove uscì a puntate dal 1974.
Il
fatto che i primi episodi fossero apparsi in origine in bianco e
nero, fa sì che la loro edizione sugli albi della Cosmo sia
particolarmente felice anche dal punto di vista filologico. Non si
sente troppo la mancanza dei colori, come in altre edizioni
economiche della Cosmo dedicate a fumetti francesi. Con la sua
prosecuzione sulla rivista Metal Hurlant dal 1977, a opera del
solo Gillon, e la sua ripubblicazione negli album degli Humanoides
Associés, anche I Naufraghi del Tempo finì per essere
colorato come quasi tutta la produzione d’Oltralpe, ma l’uso del
bianco e nero è sempre rimasto abbastanza tipico dell’arte di
Gillon e il colore è apparso spesso come un’aggiunta successiva,
gradevole ma non indispensabile, all’interno delle sue pagine.
Le Naufragés du Temps n. 1. Prima edizione Hachette, 1974 |
Fin
dall’inizio della saga de I Naufraghi, appare chiaro che si
tratta davvero di un fumetto proveniente da un altro tempo, cioè da
quegli anni ’60 del ‘900 in cui fu inizialmente concepito. Se lo
stile estremamente realistico del disegno può infatti ricordare
altri classici della fantascienza come il Jeff Hawke dell’inglese
Sidney Jordan o la versione di Flash Gordon dello statunitense Al
Williamson e rientrare oggi nella norma di un fumetto particolarmente
ben realizzato, l’impostazione del ritmo narrativo appare invece
inizialmente piuttosto datata, anche per il saltuario uso delle
didascalie esplicative ancora tipiche di quegli anni, ma soprattutto
a causa del veloce succedersi di un gran numero di eventi che si
concentrano in poche pagine.
Il
ritmo rapido delle prime storie è una conseguenza dell’originaria
pubblicazione in brevi puntate all’interno di un quotidiano, che
come accadeva decenni prima col Flash Gordon di Alex Raymond,
spingeva gli autori a far concludere quasi ogni puntata con un nuovo
colpo di scena per mantenere desto l’interesse dei lettori, e a
sintetizzare in poche immagini significative delle sequenze che in un
fumetto di oggi occuperebbero ben più spazio. Negli episodi
iniziali, in poche pagine accadeva perciò di tutto, seguendo il
fantasioso estro di Forest, autore specializzatosi in fantascienza
per adulti dopo aver creato il famoso personaggio femminile di
Barbarella, prototipo di una lunga serie di eroine spaziali o
fantastiche più o meno ironiche e disinibite.
Ne
I Naufraghi del Tempo come in altre sue serie, Forest fa
vivere ai suoi personaggi incontri coi mondi più alieni e le
creature più disparate, sempre però raffigurati con grande
verosimiglianza e plausibilità dai disegni di Gillon, che per lo più
raffigura gli esseri extraterrestri con aspetti molto simili a quelli
di animali terrestri.
La
numerazione delle pagine non è quella convenzionale, essendo le
storie suddivise in blocchi di poco più di cento pagine l’uno, poi
spezzati in due quando furono raccolte in album di una cinquantina di
pagine, come da abitudine consolidata in Francia. La cronologia
originale de I Naufraghi del Tempo è quindi suddivisa in
dieci volumi, usciti tra il 1976 e il 1989, di cui i primi quattro
sceneggiati da Forest e gli ultimi sei opera del solo Gillon. Ogni
numero pari porta avanti la trama del volume precedente di cui
costituisce la seconda parte, ma tutta la saga costituisce un’unica
narrazione in progress, nel corso della quale i personaggi fanno
varie esperienze, eccitanti o dolorose, rischiando, cambiando e a
volte morendo, proprio come nella vita.
Les Naufragés du Temps n. 4. prima edizione Hachette, 1976 |
Sappiamo
da quanto dicono personaggi e didascalie in alcuni punti della saga,
che i primi due album occupano circa un anno delle loro vite, che
approssimativamente passa un altro anno dalla fine del secondo volume
all’inizio del settimo e che da questo al nono album passano ben
tre anni. Si sono quindi verificati rallentamenti e accelerazioni nel
ritmo narrativo o anche dei lunghi salti di tempo qua e là.
D’altronde in Francia i primi sette album uscirono quasi sempre a
distanza di un anno l’uno dall’altro (e gli ultimi tre dopo tempi
ben maggiori), quindi il tempo reale trascorso per i lettori era
ancora più grande di quello che passava per i personaggi, il ché
bastava a rendere del tutto plausibile l’andamento con cui gli
eventi erano narrati.
I Naufraghi del Tempo nell’impostazione è una serie tipicamente francese che, al pari di altri precedenti fumetti di fantascienza locali come Futuropolis o Les Pionniers de l’Espérance, non è dedicata a un singolo eroe, come il Buck Rogers o il Gordon della situazione, ma a un variegato gruppo di personaggi, di cui alcuni muoiono nel corso della saga e sono sostituiti da altri, tra cui possono anche celarsi personalità ambigue e infide. Da questo punto di vista, la serie, ideata con un due anni d’anticipo sull’uscita del telefilm Star Trek, appare meno ingenua e scontata di tanti altri fumetti che si concentrano sulle gesta di singoli eroi spaziali.
I Naufraghi del Tempo nell’impostazione è una serie tipicamente francese che, al pari di altri precedenti fumetti di fantascienza locali come Futuropolis o Les Pionniers de l’Espérance, non è dedicata a un singolo eroe, come il Buck Rogers o il Gordon della situazione, ma a un variegato gruppo di personaggi, di cui alcuni muoiono nel corso della saga e sono sostituiti da altri, tra cui possono anche celarsi personalità ambigue e infide. Da questo punto di vista, la serie, ideata con un due anni d’anticipo sull’uscita del telefilm Star Trek, appare meno ingenua e scontata di tanti altri fumetti che si concentrano sulle gesta di singoli eroi spaziali.
Les Naufragés du Temps n. 5. Prima edizione Les Humanoides Associés, 1977 |
Nonostante
ciò anche qui si può individuare un protagonista che spicca sugli
altri per coraggio e spirito d’iniziativa, una versione comunque
più umana, con molte più incertezze e assai meno infallibile di
quel Buck Rogers che nelle strisce create da Philip Nowlan e Dick
Calkins nel 1929 si risvegliava nel futuro dopo secoli. Una
differenza sostanziale consiste nel fatto che mentre quest’ultimo
cadeva in animazione sospesa per un incidente del tutto improbabile,
il Christopher Cavallieri de I Naufraghi del Tempo è stato
ibernato e posto in orbita col suo consenso, insieme a una donna che
come lui è stata accuratamente selezionata, per mettere al sicuro
una possibilità di sopravvivenza della razza umana minacciata da
vicino da un’invasione di spore.
Se Buck Rogers si risvegliava negli Stati Uniti di cinquecento anni dopo, occupati da un’improbabile invasione mongola, Christopher si ritrova in un pianeta Terra che dopo mille anni è ancora più cambiato. Gli invasori responsabili del Grande Cataclisma che anche nel 2990 colpisce l’intero pianeta, non sono anacronistici guerrieri orientali ma di nuovo le spore mortali apparentemente aliene, la cui vera origine sarà scoperta e affrontata solo negli ultimi episodi. Chris, appena risvegliatosi, rivede così il suo mondo appena in tempo per abbandonarlo di nuovo, unendosi a quei pochi privilegiati che possono usare le astronavi per mettersi in salvo dalla minaccia delle spore assassine, fuggendo verso altri pianeti già colonizzati dall’Uomo.
Se Buck Rogers si risvegliava negli Stati Uniti di cinquecento anni dopo, occupati da un’improbabile invasione mongola, Christopher si ritrova in un pianeta Terra che dopo mille anni è ancora più cambiato. Gli invasori responsabili del Grande Cataclisma che anche nel 2990 colpisce l’intero pianeta, non sono anacronistici guerrieri orientali ma di nuovo le spore mortali apparentemente aliene, la cui vera origine sarà scoperta e affrontata solo negli ultimi episodi. Chris, appena risvegliatosi, rivede così il suo mondo appena in tempo per abbandonarlo di nuovo, unendosi a quei pochi privilegiati che possono usare le astronavi per mettersi in salvo dalla minaccia delle spore assassine, fuggendo verso altri pianeti già colonizzati dall’Uomo.
L’obiettivo
principale dell’ultimo uomo del XX secolo però non è quello di
vagare senza meta in cerca di avventure, ma di ritrovare quella che
considera la sua compagna predestinata, la bella Valerie Haurèle,
che era stata messa in ibernazione attorno alla Terra insieme a lui e
da cui un incidente l’aveva separato. È lei La Stella
Addormentata che dà il titolo al primo episodio e che il suo
Cavallieri risveglierà dal lungo sonno dopo le prime ottanta pagine,
presumibilmente concedendole poi anche qualcosa in più di un
bacio...
A conferma di quanto scorra rapidamente il tempo in questa serie leggendone le puntate di seguito, va notato che le prime ottanta pagine corrispondono a un intero anno nella vita dei personaggi. In quell’anno, in attesa di ritrovare la sua Valerie, Chris comunque non perde tempo. Tra una battaglia contro esseri di metallo vivente e un viaggio nel marsupio di una creatura anfibia, si consola con la disinvoltura di ogni latin lover italo-francese che si rispetti, avendo al suo fianco l’altrettanto giovane e bella Mara Akharan, l’agente del governo terrestre che lo ha risvegliato, che s’innamora di lui e che lo accompagnerà per tutta la serie.
A conferma di quanto scorra rapidamente il tempo in questa serie leggendone le puntate di seguito, va notato che le prime ottanta pagine corrispondono a un intero anno nella vita dei personaggi. In quell’anno, in attesa di ritrovare la sua Valerie, Chris comunque non perde tempo. Tra una battaglia contro esseri di metallo vivente e un viaggio nel marsupio di una creatura anfibia, si consola con la disinvoltura di ogni latin lover italo-francese che si rispetti, avendo al suo fianco l’altrettanto giovane e bella Mara Akharan, l’agente del governo terrestre che lo ha risvegliato, che s’innamora di lui e che lo accompagnerà per tutta la serie.
Mara
tra l’altro, attraverso un contatto intimo trasmette a Chris una
malattia rara, una febbre che crea tra loro un legame particolare. Si
manifesta infatti a intervalli, attivata da un forte shock, con la
sensazione di avere il sangue in fiamme, una fin troppo evidente
metafora della passione sensuale che lega i due personaggi. Infatti
si ammalano per lo più quando sono lontani o temono d’essere
abbandonati dall’altro e l’unica cura per guarire dalla febbre
mortale sarà costituita da una trasfusione di sangue tra loro due,
come dire che sono ormai diventati indispensabili l’uno per
l’altra. Nonostante ciò Mara aiuta l’uomo che ama nella sua
ricerca di Valerie, preferendo affrontare una rivale in carne e ossa,
piuttosto che l’immagine e il ricordo di lei idealizzati e
amplificati sempre più dalla fantasia di Christopher, a seguito
della loro lunga separazione.
Les Naufragés du Temps n. 7. Prima edizione Les Humanoides Associés, 1979 |
Ad
aiutare i due amanti nella loro ricerca della seconda naufraga del
tempo, si aggiungono al gruppo anche un militare, il maggiore Lisdal,
e uno scienziato, il dottor Otomoro, per così dire il braccio e la
mente. Abbiamo quindi ancora una volta una versione appena più
allargata del classico trio dei più tipici fumetti di fantascienza,
costituito da un uomo atletico, una bella ragazza e un geniale
scienziato, come succedeva coi capostipiti Buck Rogers, Wilma Deering
e professor Huer, o coi successivi Flash Gordon, Dale Arden e dottor
Zarkov. Anche in Brick Bradford la stessa formula si ripeteva con
vari personaggi, come il professor Salisbury e sua figlia June, il
professor Southern e sua figlia April, o la bella Crystal Blue e
l’inventore Kalla Kopak.
Mentre
si conclude il primo album de I Naufraghi del Tempo,
Christopher ritrova Valerie sul fiume Thanator, un anello liquido che
circonda un satellite di Saturno chiamato Limavan ed è adibito a
cimitero galleggiante ricordando i fiumi dei morti della mitologia.
Non a caso vi abitano le Furie, che qui però non sono megere
alitanti fiamme e coi capelli di serpi, classiche incarnazioni dei
sensi di colpa delle leggende greco-romane, ma un popolo di enormi
rospi mammiferi parlanti, anch’essi comunque sempre in attesa di
nuove vittime.
Sullo
stesso fiume circolare si sono stabiliti anche quelli che in questa
serie sono tra i più acerrimi nemici della razza umana, i ratti
intelligenti e in parte alati chiamati Trasses. Questi agiscono in
strani modi per incomprensibili motivi religiosi, per cui invece di
usare armi moderne scatenano contro i terrestri minacce stravaganti,
attivate grazie al loro potere di animare la materia inerte e
controllare i mostri privi di intelletto.
Les Naufragés du Temps: Metal Hurlant n. 5, luglio 1980 |
Sul
fiume dei morti di Limavan, i Trasses hanno fatto il nido sul
sarcofago galleggiante di un antico re e qui adorano da innumerevoli
generazioni, come loro divinità, l’immobile ed eternamente giovane
Valerie.
Come
se la situazione sentimentale dei personaggi non fosse già
abbastanza complicata dal triangolo tra Chris, Mara e Valerie, vi si
aggiunge nel secondo episodio anche la prostituta mutante Quinine,
che vive in una città di baracche sul fiume dei morti e che a sua
volta si innamorerà del leggendario uomo del passato, quasi che
questi, benché leggermente più stempiato e con qualche ruga in più
rispetto ai tipici eroi spaziali di una volta, fosse ormai l’unico
maschio decente rimasto nell’intero Universo, probabilmente a causa
della degenerazione collettiva della razza umana, soprattutto
maschile, affetta da ogni sorta di terribili mutazioni.
Al
ritrovamento e infine al risveglio di Valerie, corrisponde però la
scomparsa di Mara, che ha sua volta sembra essere stata imprigionata
all’interno di un cubo. Chris deve quindi dimostrare di tenere
anche a lei, liberandola. Ma se liberare l’ennesima donna
prigioniera risulterà più facile del previsto, mille anni non sono
invece bastati alla specie umana per liberarsi di pregiudizi morali
come la gelosia e il desiderio di possesso esclusivo del proprio
amante (cose di cui per esempio gli abitanti del pianeta Denobula,
apparsi nella recente serie televisiva Enterprise, non
sembrano essere per niente affetti). Alla fine del secondo album,
intitolato La Morte Sinuosa dal soprannome dato a una specie
di enormi anguille aeree velenose manovrate dai Trasses, tali gelosie
sono la causa di una separazione tra Valerie e gli altri personaggi,
che non si ricomporrà mai completamente, e di nuove avventure negli
episodi successivi, visto che, pur avendo finito per scegliere Mara,
Christopher intende ugualmente ritrovare Valerie, a cui continua a
sentirsi indissolubilmente legato.
All’inizio del terzo episodio, intitolato Labirinti, sembra essere passato del tempo e Christopher Cavallieri è ormai diventato famoso come un eroe venuto su Limavan per scacciare i Trasses (li aveva infatti affrontati per salvare e risvegliare Valerie). Il realistico protagonista della serie deve quindi confrontarsi con una fama che lo descrive in modo piuttosto irreale, negli spettacoli che si svolgono per le strade del pianeta. L’ironia tipica di Forest descrive così la distanza tra il mito dell’eroe e la persona vera che suo malgrado ne ha originato la leggenda, grazie a imprese a cui era spinto in fondo anche da scopi abbastanza egoistici.
Les Naufragés du Temps n. 9. La prima edizione Les Humanoides Associés del 1984 affiancata all'edizione Glénat del 2008 |
All’inizio del terzo episodio, intitolato Labirinti, sembra essere passato del tempo e Christopher Cavallieri è ormai diventato famoso come un eroe venuto su Limavan per scacciare i Trasses (li aveva infatti affrontati per salvare e risvegliare Valerie). Il realistico protagonista della serie deve quindi confrontarsi con una fama che lo descrive in modo piuttosto irreale, negli spettacoli che si svolgono per le strade del pianeta. L’ironia tipica di Forest descrive così la distanza tra il mito dell’eroe e la persona vera che suo malgrado ne ha originato la leggenda, grazie a imprese a cui era spinto in fondo anche da scopi abbastanza egoistici.
La
sua nuova ricerca della sua ex-compagna del XX secolo, conduce poi il
naufrago del tempo Chris a essere preso in trappola, coinvolto in un
omicidio e ricattato da un ambiguo boss criminale che regna su
Limavan ed è chiamato il Tapiro, poiché appartiene a una specie di
tapiri intelligenti. Costretto alla fuga per sfuggire alla giustizia
locale, Chris è appunto obbligato ad accettare provvisoriamente la
protezione del Tapiro, che vorrebbe recuperare dalla memoria
dell’uomo del XX secolo il ricordo nascosto di una terribile arma.
Sarà l’intervento dei suoi compagni a sventarne i piani, con
l’aiuto dello scienziato Saravone Leobart, che però finirà poi
per rivelarsi a sua volta altrettanto ambiguo e infido. È questa una
caratteristica tipica della serie.
Nella
saga dei Naufraghi non c’è quasi mai una netta distinzione tra
buoni e cattivi come nelle serie più ingenue del passato. Non è
quasi mai del tutto chiaro chi siano realmente i veri amici e chi i
veri nemici, perché come nella realtà le cose non sono per niente
così semplici e chiunque può essere spinto dai suoi scopi personali
a tradire gli altri personaggi per il suo tornaconto. Anche gli eroi
principali sono talvolta rosi da dubbi e incertezze sul proprio
comportamento e su quale sia la condotta migliore da seguire, per
districarsi nella rete di ambiguità e minacce in cui si trovano
invischiati e che non rende loro le cose più facili.
L’intero
gruppo costituito da Chris, Mara, Lisdal, Otomoro, Valerie e Quinine
finisce così per essere coinvolto nel conflitto tra il Tapiro e
Saravone, che nel quarto album della saga, L’Universo Cannibale,
si disputano l’accesso e il controllo di un mondo parallelo che si
muove a cavallo tra due dimensioni ed è noto come L’Lombri, che in
francese si pronuncia quasi come Le Lombric (il Lombrico), un
nome che, come si scoprirà poi, non è affatto casuale. Tale
universo costituisce infatti l’affascinante metafora di un mondo
che non fa altro che divorare e digerire letteralmente i suoi
abitanti, condannandoli a invecchiare rapidamente. In fondo è ciò
che fa anche il mondo in cui viviamo, benché con tempi un po’ più
lenti. Per giunta gli ingressi a L’Lombri sono a senso unico. Una
volta entrati non si torna indietro e si può procedere in una sola
direzione, più o meno come nella vita, che ci costringe ad avanzare
senza poter mai rivivere il passato…
Dopo essere entrati dentro L’Lombri, grazie all’astronave interdimensionale di Saravone, Chris e compagni incontrano il fratello di questi, Rovni Leobart, che penetrato nell’universo cannibale per esplorarlo e impossibilitato a tornare indietro, progetta di dotare il mostruoso mondo vivente di un cervello, in modo da poterlo controllare e dirigere, invece di essere digerito da lui. Rovni è riuscito a sopravvivere rallentando il processo di invecchiamento grazie alle proprietà di certe enormi piante locali che ha scoperto, benefiche per gli uomini e velenose per L’Lombri. Saranno questi provvidenziali vegetali indigesti che, provocando in pratica una sorta di intorpidimento dell’universo cannibale, permetteranno infine ai terrestri superstiti di attraversare in senso inverso una delle sue porte (o bocche che dir si voglia) e tornare nel proprio universo, non senza aver lasciato dietro di sé alcuni caduti, sia tra i propri compagni che tra i loro nemici.
Dopo essere entrati dentro L’Lombri, grazie all’astronave interdimensionale di Saravone, Chris e compagni incontrano il fratello di questi, Rovni Leobart, che penetrato nell’universo cannibale per esplorarlo e impossibilitato a tornare indietro, progetta di dotare il mostruoso mondo vivente di un cervello, in modo da poterlo controllare e dirigere, invece di essere digerito da lui. Rovni è riuscito a sopravvivere rallentando il processo di invecchiamento grazie alle proprietà di certe enormi piante locali che ha scoperto, benefiche per gli uomini e velenose per L’Lombri. Saranno questi provvidenziali vegetali indigesti che, provocando in pratica una sorta di intorpidimento dell’universo cannibale, permetteranno infine ai terrestri superstiti di attraversare in senso inverso una delle sue porte (o bocche che dir si voglia) e tornare nel proprio universo, non senza aver lasciato dietro di sé alcuni caduti, sia tra i propri compagni che tra i loro nemici.
Les Naufragés du Temps n. 10. Prima edizione Les Humanoides Associés, 1989 |
Col quinto episodio, Tenera Chimera, la pubblicazione a puntate della serie passa da France Soir a Metal Hurlant e Paul Gillon riprende da solo i personaggi da dove i testi di Forest li avevano lasciati.
Tornato
su Limavan, Christopher è di nuovo alle prese col dilemma delle sue
tre donne, che ora lo concupiscono, ora lo abbandonano, ora sembrano
sparire o morire. Gillon dota inoltre Chris di un animaletto
telepatico, Philos, che d’ora in poi lo segue ovunque dialogando
con lui o commentando gli eventi con ironia.
Coi
testi di Gillon le storie si fanno più organiche e coerenti,
rispetto alle improvvisate svolte tipiche dell’estro di Forest. Il
disegnatore riutilizza comunque molti spunti precedenti, come altri
alieni della stessa specie del Tapiro, o la ripresa dell’infinita
ricerca di Valerie da parte di Christopher anche dopo che sembra
essere morta, diventando letteralmente per lui una Tenera Chimera
da inseguire contro ogni apparente speranza.
Intanto
scompare dalla serie anche Quinine, definitivamente trasformata in
una mostruosa mutante, e viene introdotto un nuovo personaggio
femminile, la dottoressa Beryl Rosemayor, inviata dal governo
centrale del gran consiglio dei pianeti, insieme al questore Karlain,
per recuperare e mettere al sicuro il prezioso naufrago del tempo
rimasto, a costo di farlo arrestare per impedirgli di proseguire i
suoi rischiosi viaggi nello spazio.
Les Naufragés du Temps n. 1. Edizione Les Humanoides Associés |
Inizia
quindi un curioso inseguimento, con Chris che, seguendo le
indicazioni del capo dei tapiri Annshitas, viaggia su vari mondi alla
ricerca di Valerie grazie a un congegno di teletrasporto
spaziotemporale, con Mara e Lisdal che seguono Chris e con gli agenti
governativi Rosemayor, Karlain e Gaar’l che a loro volta seguono
tutti gli altri. Ma ben presto l’intero gruppo si riunisce e giunge
in un misterioso mondo. Si può dire che, a quel punto, tutti e sei i
personaggi siano diventati dei veri e propri naufraghi del tempo e
dello spazio.
Nel
sesto album, intitolato I Maestri Sognatori, i sei umani
ritrovano ancora una volta Valerie, ma per portarla via con loro
devono prima liberare il pianeta su cui sono giunti, Khimera Kator,
patria degli Athopolemi o Tapiri che dir si voglia, dai misteriosi
dominatori a cui allude il titolo. I Tapiri infatti sono stati
espropriati del possesso del loro mondo da una razza di esseri
telepatici, dei grandi parassiti dormienti nelle viscere del pianeta
che usano i loro poteri per proiettare sulla superficie le illusioni
prodotte dalle loro menti.
Gli
Athopolemi, che hanno in ostaggio il vero corpo nuovamente
addormentato di Valerie, contano sull’aiuto del grande Christopher
Cavallieri per riavere indietro il proprio pianeta, poiché l’uomo
del passato è l’unico a conoscere l’antica formula di un vaccino
antiradiazioni con cui poter superare le barriere che proteggono il
sonno dei Sognatori. Ma anziché attaccarli direttamente, Chris
dimostra che la sua fama non è del tutto immeritata concependo un
piano tanto ardito quanto rischioso. Grazie al suo animaletto
telepatico Philos, si allea con i Trasses, i ratti intelligenti
acerrimi nemici della razza umana, che a loro volta stavano invadendo
il pianeta controllando degli enormi mostri per riconquistare la dea
da loro adorata, ovvero Valerie.
Les Naufragés du Temps n.3. Edizione Les Humanoides Associés |
Pur
avendo successo, la strategia di usare i Trasses per uccidere nel
sonno i Maestri Sognatori provoca nuovi problemi, morali ed
esistenziali, un po’ in tutti i personaggi a parte i Trasses, che
non mostrando emozioni, appaiono fermi nella loro fede e nella
volontà di possedere di nuovo la propria divinità, senza scrupoli
né dubbi come tutti i fanatici religiosi, a cui non a caso gli
ironici autori avevano dato l’aspetto di infimi parassiti.
I
Tapiri invece, duramente provati dagli incubi evocati dai Maestri
Sognatori morenti, non reggono al peso della loro libertà
riconquistata, a cui non sono più abituati, e per lo più scelgono
la morte o si rifugiano nell’apatia prendendo posto nelle crisalidi
dei loro vecchi padroni e diventando a loro volta passivi sognatori.
Quanto
ai terrestri, sono tratti in salvo da una spedizione di soccorso, a
cui si aggrega anche il robot sputafuoco Bebbé, costruito dal Tapiro
con l’aspetto di una ragazzina, ennesima figura femminile nella
saga.
Les Naufragés du Temps n. 3. Ristampa Les Humanoides Associés |
Il
Sigillo di Beselek è il titolo del settimo episodio, che si
svolge nel 2992, cioè circa due anni dopo il primo. Chris, Mara,
Valerie e Lisdal, sono a bordo di un’astronave sotto l’autorità
di Beryl Rosemayor, intenzionata a condurli davanti al consiglio dei
pianeti su Rigel III, per mettere al sicuro i due preziosi naufraghi
del passato e far punire i due agenti governativi che ne hanno
assecondato la voglia di rischiose avventure. Ma le cose non vanno
come previsto. A causa di un traditore, che prende il controllo del
robot Bebbé e soprattutto del cervello semicibernetico di Lisdal, la
nave è portata fuori rotta e si schianta su un luogo ben diverso.
Tanto
per giustificare il titolo della serie, ancora una volta i personaggi
diventano naufraghi, se non proprio del tempo almeno dello spazio,
sbarcando fortunosamente sui pianeti interconnessi del
sistema-arcipelago di Orkand, una colonia penale in cui per secoli
sono stati esiliati criminali d’ogni genere e oppositori politici.
Questi col tempo si sono differenziati in vari popoli dai nomi
pittoreschi e dalle caratteristiche curiose.
Les Naufragés du Temps n. 4. Ristampa Les Humanoides Associés |
I
Letargici del pianeta-Oceano di Physolaes sono così pacifici da
apparire indifferenti a tutto ciò che accade e non muovono un dito
in aiuto dei naufraghi. Per fortuna i Penetranti dell’arido pianeta
Pasoer hanno sviluppato facoltà telepatiche, che li rendono
sensibili ai pensieri altrui, e soccorrono i terrestri superstiti
portandoli sul loro mondo. I Gregari del selvaggio pianeta Floraes
sono invece tornati allo stato animale. Ma il pericolo viene
innanzitutto dai Sensitivi del gelido pianeta Lithaes, un ordine
monastico fedele a un capo chiamato il Grande Apostolo e devoto allo
spietato culto di Beselek, una religione che in fondo non appare poi
tanto diversa dalle forme più intolleranti di monoteismo terrestri
che spingono certi fanatici alla violenza.
Attraverso
l’imposizione dei soliti ipocriti dogmi, i Sensitivi pretendono
d’asservire l’intera popolazione di Orkand e il loro fanatismo
religioso è la principale minaccia da affrontare per i naufraghi.
Questi ultimi riescono a ottenere l’aiuto anche dei ribelli di
Lithaes, che dopo qualche diffidenza accettano di guidarli verso il
luogo in cui teoricamente dovrebbero essersi auto-esiliate le
migliori menti scientifiche dell’arcipelago.
Les Naufragés du Temps n. 5. Ristampa Les Humanoides Associés |
Il
viaggio dei nostri eroi tra i pianeti di Orkand continua nell’ottavo
album, intitolato Ortho-Mentas (Vere Menti, in greco).
È questo infatti il nome dei misteriosi esseri che Christopher e i
suoi compagni devono raggiungere e che si trovano all’interno
dell’incrociatore Kerberis, un relitto inglobato nel
sistema-arcipelago.
Per
arrivare a destinazione devono prima superare le distese ghiacciate
di Lithaes, affrontando le orde dei Sensitivi che battono e
sorvegliano quei territori, e poi attraversare il torrido pianeta
Floraes, dove piante e insetti hanno dimensioni enormi. Qui i
Sensitivi hanno esiliato coloro che consideravano incompatibili col
loro rigore religioso, perseguitandoli con crudeli spedizioni di
caccia fino a farli regredire allo stadio animalesco e antropofago
dei Gregari, branchi di bruti molto mal disposti verso ogni intruso,
che per loro non è che cibo.
Naturalmente,
pur lasciando indietro molti compagni lungo la strada, Christopher,
Mara, Valerie, Lisdal e Bebbé, insieme a un penetrante che fa loro
da guida, riescono infine ad arrivare a bordo del Kerberis, solo per
scoprire che i cinquecento sopravvissuti che lo abitano, tra umani e
appartenenti ad altre specie, hanno smarrito gran parte delle loro
conoscenze. Se gli anziani che li comandano hanno rinunciato per
paura a qualunque iniziativa verso il mondo esterno, c’è però un
gruppo più giovane, tra cui spicca un’intraprendente ragazzina di
nome Elodie, che appare deciso a darsi da fare per cambiare le cose
nell’arcipelago di Orkand.
Les Naufragés du Temps n. 6. Ristampa Les Humanoides Associés |
Anche
stavolta diventa fonte di speranza la conoscenza delle passate
imprese compiute da Christopher, che si mette a capo di una
spedizione di un pugno di volontari contro la capitale dei Sensitivi.
Dopo alcuni capovolgimenti, in cui si vede tradire chi si pensava
essere amico e correre in soccorso chi si pensava non ne avesse
intenzione, la situazione si risolve con la fine della dittatura
teocratica e un sottile ma sostanziale mutamento nei culti locali. La
partenza dei naufraghi dall’arcipelago avviene poi solo grazie
all’escamotage non troppo probabile di un’astronave-circo che si
sarebbe trovata casualmente a passare da quelle parti per un’avaria.
Il nuovo acquisto per il gruppo dei naufraghi questa volta è
costituito dalla piccola Elodie, un’altra ragazza che farà del suo
meglio per complicare ulteriormente la già difficile vita
sentimentale di Christopher.
Nel nono episodio, che non a caso si intitola Terra, assistiamo ai primi tentativi di rendere di nuovo sicuro e abitabile per la razza umana il nostro pianeta, che avevamo visto per l’ultima volta a pagina cinque del primo episodio, mentre veniva completamente invaso dalle spore mortali del Grande Cataclisma. Dalle didascalie apprendiamo che siamo ora nel 2995 e che da quel cataclisma sono quindi passati cinque anni, senza però che le spore e le mutazioni da queste provocate abbiano abbandonato la Terra. Sono anzi ancora dormienti nel sottosuolo e pronte ad attivarsi, in varie forme più o meno mortali, non appena qualcuno si avvicina.
Nel nono episodio, che non a caso si intitola Terra, assistiamo ai primi tentativi di rendere di nuovo sicuro e abitabile per la razza umana il nostro pianeta, che avevamo visto per l’ultima volta a pagina cinque del primo episodio, mentre veniva completamente invaso dalle spore mortali del Grande Cataclisma. Dalle didascalie apprendiamo che siamo ora nel 2995 e che da quel cataclisma sono quindi passati cinque anni, senza però che le spore e le mutazioni da queste provocate abbiano abbandonato la Terra. Sono anzi ancora dormienti nel sottosuolo e pronte ad attivarsi, in varie forme più o meno mortali, non appena qualcuno si avvicina.
Les Naufragés du Temps n. 2. Edizione Glénat, 2008 |
Intanto
i due naufraghi del tempo e i loro compagni, di cui il gran consiglio
ha momentaneamente perso le tracce, stanno ancora viaggiando
sull’astronave-circo, scoprendo di non avere nessuna influenza
sulla sua rotta e di essere in balia del direttore Mo L’Oyal,
dietro il cui trucco da clown si cela in realtà qualcun altro.
Poiché
il settimo album si svolgeva nel 2992 e il loro soggiorno nel sistema
di Orkand non può essere durato tre anni, pare che abbiano trascorso
la maggior parte di quel tempo sul circo spaziale. Infatti è
un’astronave molto lenta e anche nel mondo reale sono passati
esattamente tre anni tra l’uscita dell’ottavo album e quella del
nono. Questa almeno sarebbe la spiegazione più ovvia, se non fosse
che la piccola Elodie non pare molto cresciuta. Chissà, forse hanno
compiuto un piccolo salto temporale in avanti viaggiando
nell’iperspazio… Infine la situazione a bordo della nave, in cui
si stanno intrecciano accordi segreti e subdoli tradimenti, cambia
ancora una volta per il deciso intervento di Christopher, che però
non può impedire che, a causa dei motori difettosi, questa finisca
per essere attratta da un buco nero. Solo l’intervento
provvidenziale delle astronavi terrestri che li cercavano salva il
gruppo dei naufraghi da un destino altrimenti inevitabile.
Les Naufragés du Temps n. 7. Edizione Glénat, 2008 |
Una
volta condotti sull’astronave del gran consiglio in orbita attorno
alla Terra, per Christopher si profila una nuova missione, poiché
lui e Valerie sono i soli depositari del vecchio codice di accesso a
un vecchio satellite inabissatosi in mare e contenente i batteri
capaci di distruggere le spore mortali. Naturalmente il leggendario
uomo del XX secolo non si tira indietro e scende sulla Terra,
accompagnato dai fidi Mara e Lisdal, insieme a Ihill L’Horlock, un
console alieno presso la città di Venezia che è il custode del
satellite nascosto nella laguna.
Contemporaneamente
tre donne inquiete e indisciplinate, Beryl, Valerie e Elodie,
decidono per motivi diversi di fuggire dalla nave su cui erano
confinate e anche loro scendono clandestinamente sul pianeta.
Il
decimo e ultimo album della serie, che si svolge subito dopo il nono
pur essendo uscito cinque anni dopo, è La Criptomadre, che è
come dire la madre nascosta. Il titolo si riferisce
all’organismo vegetale da cui hanno avuto origine le spore mortali
del Grande Cataclisma e che non si trova negli abissi dello spazio
come si poteva pensare (e come sembrava evidente nel primo episodio)
ma nelle viscere della Terra stessa, come dire che il nemico che
spesso ci ostiniamo a cercare all’esterno, può annidarsi in realtà
dentro di noi.
Nell’arco
di dieci anni dall’inizio della saga (quindici se si considera
anche la sua falsa partenza nel 1964), la narrazione per immagini di
Gillon si è fatta sempre più cinematografica e sempre meno
didascalica. Questa volta l’intero volume si svolge continuamente
con un montaggio in parallelo, in modo da seguire in contemporanea
ciò che accade ai due gruppi di personaggi sbarcati sul nostro
pianeta. Mentre Christopher e i suoi compagni esplorano i pericolosi
meandri del sottosuolo per trovare e uccidere la Criptomadre grazie
ai batteri recuperati dall’antico satellite, salvando così il
futuro della Terra, la piccola Elodie si avventura tra i canali di
una Venezia in rovina e si accontenterebbe di salvare le sue due
incaute amiche, cadute nelle mani dei mutanti sanguinari che dopo il
cataclisma hanno occupato la città. Il montaggio in parallelo tra
l’altro permette all’autore di non mostrare i momenti più
cruenti, cambiando opportunamente scena appena prima che accada
qualcosa di un po’ troppo spiacevole e lasciando quindi
all’immaginazione parte degli eventi.
Les Naufragés du Temps n. 10. Edizione Glénat, 2008 |
Solo
alla fine dell’episodio, e della saga, i superstiti di entrambi i
gruppi si riuniscono, dopo essere passati attraverso due diversi tipi
di inferni e di orrori, quello primigenio di una cieca natura ostile
all’Uomo e quello delle violenze di cui l’Uomo stesso diventa
troppo spesso capace, dopo essere regredito o degenerato a un livello
poco più che bestiale. Nelle ultime pagine Chris, pur avendo sempre
Mara al suo fianco, giunge in tempo ancora una volta per salvare
Valerie. Le ultime parole che leggiamo dell’uomo del XX secolo, al
pari di tante altre riflessioni che Gillon ha sparso qua e là nelle
sue storie, suonano come un aforisma: Noi non ci apparteniamo…
Apparteniamo a un’Umanità che non sa controllare il proprio
destino…
Alter Linus n. 6, giugno 1975 (MilanoLibri) |
Alter Alter n. 7, luglio 1977 (MilanoLibri) |
In
Italia i primi tre episodi in bianco e nero della serie I
Naufraghi del Tempo furono pubblicati per la prima volta a
puntate sulla rivista Alter Linus, a partire dal n°6 del
1975. La serie proseguì quindi sulla rivista che ne prese il posto,
Alter Alter, a partire dal quarto episodio, L’Universo
Cannibale, che uscì sui numeri dal 2 al 9 del 1977. Quei primi
episodi furono poi raccolti in volume dalla Milano Libri, che editava
le due riviste.
I Naufraghi del Tempo vol. 1, MilanoLibri |
I Naufraghi del Tempo n. 7, Collana Metal n. 4. Nuova Frontiera, 1981 |
Le
edizioni italiane del settimo episodio, Il Sigillo di Beselek,
e dell’ottavo, Ortho-Mentas, uscirono invece in due album a
colori della Collana Metal delle edizioni Nuova Frontiera,
rispettivamente sul n°4 del 1981 e sul n°8 del 1982, mentre il nono
episodio, Terra, uscì a puntate sulla rivista L’Eternauta
dal n°41 del 1985.
Da I Naufraghi del Tempo, ep. 8, pag. 3. Edizione italiana Nuova Frontiera, 1982 |
Si
può dire che la miniserie in formato bonellide dell’Editoriale
Cosmo, raccogliendo tutti gli episodi dei Naufraghi del Tempo, sia la
prima edizione integrale dell’intera serie pubblicata nel nostro
paese. Come copertine e frontespizi interni sono state usate le
immagini della più recente ristampa uscita in Francia, edita dalla
Glénat nel 2008. Alcuni dialoghi e didascalie, com’è abituale in
queste edizioni in formato ridotto, sono stati tradotti in modo più
sintetico rispetto alle precedenti edizioni italiane in formato
rivista, ma dato che i testi originali erano piuttosto prolissi, sono
rari i casi in cui ciò determina una vera e propria differenza nel
significato delle parole usate e comunque la cosa non crea problemi
per la comprensione delle storie.
Nelle tre immagini qua sopra, le copertine della miniserie in tre numeri pubblicata da Cosmo (2014/2015) |
I
NAUFRAGHI DEL TEMPO
Miniserie
di tre numeri
Contenuti:
Les Naufragés du Temps
vol. 1-10
Testi:
Jean-Claude Forest, Paul Gillon
Disegni:
Paul Gillon
Collana:
Cosmo Serie Grigia n°5-7
Formato:
176 pag. il n°1 e 2 – 208 pag. il n°3 – in bianco e nero
Editore:
Cosmo
Periodicità:
bimestrale
Date
di uscita: Ottobre 2014 – Febbraio 2015
Prezzo:
€ 5,50 il n°1 e 2 - € 6,90 il n°3
Andrea Cantucci
N.B. trovate i link alle altre puntate dell'Angolo del Bonellide su Cronologie & Index!
Andrea Cantucci
N.B. trovate i link alle altre puntate dell'Angolo del Bonellide su Cronologie & Index!
Nessun commento:
Posta un commento
I testi e i fumetti di nostra produzione apparsi su Dime Web possono essere pubblicati anche altrove, con la raccomandazione di citare SEMPRE la fonte e gli autori!
Le immagini dei post sono inserite ai soli fini di documentazione, archivio, studio e identificazione e sono Copyright © degli aventi diritto.
Fino al 4 gennaio 2017 tutti i commenti, anche i più critici e anche quelli anonimi, venivano pubblicati AUTOMATICAMENTE: quelli non consoni venivano rimossi solo a posteriori. Speravamo e contavamo, infatti, nella civiltà dei cultori di fumetti, libri, cinema, cartooning, etc.
Poi è arrivato un tale che, facendosi scudo dell'anonimato, ha inviato svariati sfoghi pieni di gravi offese ai due redattori di Dime Web, alla loro integrità morale e alle loro madri...
Abbiamo dunque deciso di moderare in anticipo i vostri commenti e pertanto verranno cestinati:
1) quelli offensivi verso chiunque
2) quelli anonimi
Gli altri verranno pubblicati TUTTI.
Le critiche, anzi, sono ben accette e a ogni segnalazione di errori verrà dato il giusto risalto, procedendo a correzioni e rettifiche.
Grazie!
Saverio Ceri & Francesco Manetti