di Francesco Manetti
Mister No a Darkwood!
A
poco meno di un anno dalla scomparsa di Sergio Bonelli e del suo
alter ego letterario Guido Nolitta esce il Maxi Zagor n. 18, “La
prigione sul lago”. Come ben spiega il curatore della serie Moreno
Burattini nell'introduzione, l'albo potrebbe essere considerato una
sorta di omaggio al grande autore/editore assente ormai dal 2011.
Innanzitutto in virtù degli autori del racconto, lo sceneggiatore
Luigi Mignacco e i disegnatori Domenico e Stefano Di Vitto, che hanno
lavorato per tanti anni alla collana di Mister No, una delle più
celebri creature nolittiane. E poi l'ambientazione fluviale, che
potrebbe rimandare all'intrico d'acqua che è l'Amazzonia. Infine un
personaggio, il battelliere donnaiolo Rick Rogers che, come scrive
ancora il Burattini, potrebbe assomigliare a Jerry Drake, in quanto a
carattere e a focosità d'animo.
|
Mister No e il carcere. Copertina del n. 58, marzo 1980. |
La storia, vista con l'occhio del
lettore di romanzi di genere o d'appendice, non è soltanto una
classica avventura di Darkwood, quel regno del possibile e
dell'impossibile, il nodo dove si incrociano mondi alieni e realtà
alternative, il soft
place
che abbiamo imparato a conoscere sul primo “zagorone”, ma si
tinge anche di una pennellata di steampunk.
La fortunata corrente fantascientifica, dove l'era vittoriana
precorre i tempi con futuribili macchinari azionati a vapore, fa qui
capolino – solo capolino, con i sommergibili mediante i quali viene
dato l'assalto al carcere sul lago: all'epoca di Zagor i sottomarini
dovevano apparire come oggi apparirebbe un aereo stealth
del tutto rivoluzionario! Quando si dice “letteratura d'evasione”!
Il forte militare nella prateria viene sostituito con una prigione di
massima sicurezza edificata su un isolotto lacustre.
|
Johnson's Island, sede del carcere federale durante la Guerra di Secessione americana. |
Acqua e sbarre
Nel 1862 fu
aperto negli Stati Uniti il carcere federale di Johnson's Island, tre
miglia al largo della cittadina di Sandusky, sul Lago Erie. Pensato
per ospitare gli ufficiali di alto grado della Confederazione,
catturati durante la Guerra di Secessione, accolse anche soldati di
truppa. Rimase in funzione per tre anni ed entrarono nelle sue celle
più di 15.000 galeotti. Più ostico è il carcere, più si scatena
la fantasia del carcerato che sogna di tornare uccel di bosco, come
ben potrebbero testimoniare Frank Morris e i fratelli Anglin,
protagonisti nel 1962 di una spettacolare fuga da Alacatraz, narrata
con maestria da Don Siegel nel celeberrimo film del 1979 interpretato
da Clint Eastwood.
|
Frank Morris, protagonista della fuga da Alcatraz nel 1962. |
|
La famigerata Alcatraz! |
Volando verso il suolo patrio e atterrando
sull'arcipelago toscano numerosi sono stati i carceri isolani,
rimasti aperti e funzionanti fino in anni recenti. La Gorgona, la Capraia, Pianosa... Oppure potremmo planare sull'Asinara, nel Mar di Sardegna. Alcuni di questi si pensa addirittura di
riaprirli, per dare una risposta alla crescente domanda di sicurezza
che si leva dal basso. Vox
populi...
|
Il carcere dell'Asinara. |
|
Il carcere della Capraia. |
|
Il carcere di Pianosa. |
|
Il carcere della Gorgona. |
E per finire, come non ricordare un'altra famosa gattabuia isolana
nel mondo del fantastico? In questo caso la galera coincideva con
l'intera isola, quella di Manhattan, in un 1997 alternativo, in un
futuro ideato nel passato da un John Carpenter in stato di grazia. Un futuro cupo, oscuro, nero, ma che
certo non avrebbe mai potuto essere immaginato – pur con tutto il pessimismo del regista – in uno scenario paragonabile alla devastazione totale dell'11 settembre...
|
La locandina di "Escape from New York", ovvero "1997 Fuga da Manhattan", 1981. |
|
La copertina del Maxi Zagor n. 18, luglio 2012, disegnata da Ferri. (C) Sergio Bonelli Editore |
Maxi
Zagor 18
LA
PRIGIONE SUL LAGO
Luglio
2012
pag.
292, € 6,50
Testi:
Luigi Mignacco
Disegni:
Domenico e Stefano Di Vitto
Copertina: Gallieno Ferri
Introduzione:
Moreno Burattini
Mi hai fatto venire voglia di comprare questo Maxi Zagor
RispondiEliminaAllora, carissimo Giovanni, vuol dire che la recensione è riuscita a comunicare il messaggio giusto. Il fatto, cioè, che il Maxi Zagor in questione fosse un'avventura degna di essere letta.
EliminaFrancesco Manetti
(copia e incolla brutale da Facebook): Bella recensione. Non c'è che dire. In un ipotetico Maxi rivisitato nell'impostazione l'avrei benissimo visto come redazionale in coda alla storia. Ma sul maxi pare ci saranno novità prossimamente... roba da Dime Press :-) Nel frattempo, ricorderei l'iniziativa dei fratelli Di Vitto che anche con quest'albo hanno chiesto ai lettori di inviare le loro foto con il maxi in mano. "Qualcuno" ha vinto il terzo premio... ;-) http://www.lapiazzadiscanno.it/news/2012/settembre/zagor24.asp
RispondiEliminaUn saluto a Marco Grasso, che ringraziamo per i complimenti che fa alla recensione.
EliminaFrancesco Manetti
Recensione azzeccatissima, caro Francesco. Mi vien la "saudade" della Dime Press cartacea. Salutoni dalla Terra di Mister No!
RispondiEliminaJulio Schneider
Che piacere, Julio, ritrovarti su Dime Web, e grazie per l'apprezzamento! La "saudade" di Dime Press ce l'ho avuta per dieci anni, insieme al rimpianto per tante decisioni che a suo tempo furono prese e che poi si rivelarono errate... Beh, speriamo di rifarci, adesso con Dime Web... certo che, per arrivare ai livelli di completezza bonelliano di Dime Press ce ne vorrà!
EliminaFrancesco Manetti