giovedì 27 dicembre 2012

CRONOLOGIA RAGIONATA DELLA COLLANA "I PROTAGONISTI" - SECONDA PARTE

di Francesco Manetti

Nella prima parte di questa nostra cavalcata con I Protagonisti del Far West ci eravamo occupati dell'autore, l'immortale Rino Albertarelli, e del numero uno della collana, dedicato a Custer.
Adesso esamineremo gli albi nn. 2 (Geronimo) e 3 (Billy the Kid): riassunto "arricchito e ragionato" degli episodi, curiosità e commenti sulle rubriche, e infine la consueta scheda "tecnica" ampliata. Il tutto illustrato con immagini d'epoca, in una scelta speriamo curiosa!


"Capo Geronimo", 1904



Apache vuol dire nemico

a) La storia

Goyathlay (o Goklija o anche Goyaalè), che significa "uno che sbadiglia", nacque il 16 giugno 1829 nel nord del Messico, da un capo Apache Bendonkohe e da una squaw Chiricahua. Era un periodo di lotte cruente fra indiani e messicani: questi ultimi avevano addirittura messo una taglia sugli scalpi dei pellerossa. Quando il territorio passò agli Stati Uniti, dopo la guerra contro il Messico scoppiata nel 1846, agli Apache non fu riservato un migliore trattamento. Goyathlay si guadagnò il soprannome di Geronimo (Girolamo in spagnolo) intorno al 1857, durante uno scontro con i rurales: l'impresa, per lui vittoriosa, gli diede un grande prestigio. Nel 1858, durante un'incursione di soldati messicani dal Sonora, Geronimo perse sua madre e sua moglie, appena sposata. Iniziò così un periodo di cruente scaramucce tra i bianchi e i nativi.


Geronimo, 1887


 Nel 1863 il capo Mangas Coloradas fu preso prigioniero e ucciso. La ristrettezza delle riserve - dove l'esercito statunitense tendeva a concentrare gli indiani più bellicosi - e le truffaldine angherie degli agenti indiani costrinsero Geronimo e altri leader apache a fuggire a più riprese e a subire più volte l'onta della ricattura. A Casas Grandes, sulla Sierra Madre, i Chiricahua di Juh e Geronimo furono vittime di un agguato e furono quasi completamente sterminati dai militari. La vendetta fu feroce, contro tutte le fattorie. Nel 1883 il generale Crook organizzò una spedizione in Messico per tentare di riportare gli Apache nella riserva di San Carlos; molti indiani tornarono nel posto a loro assegnato, ma Geronimo, nonostante avesse discusso e accettato di rientrare, non si presentò. Continuarono i tentativi, le vendette contro gli Apache traditori e collaborazionisti, le ritorsioni, le razzie e gli omicidi. Si giunse infine al 4 settembre 1886: Geronimo finalmente si arrese al generale Nelson Miles dell'US Army, a Skeleton Canyon in Arizona. Fu inviato in prigione a Fort Pickens, in Florida. Nel 1894 fu trasferito in Oklahoma, a Fort Sill. Pian piano divenne una celebrità: scrisse un'autobiografia dalle forti tinte sciamaniche, si faceva fotografare a pagamento e nel 1905 partecipò alla parata inaugurale della presidenza Roosvelt. Il grande capo Apache, l'ultimo dei ribelli, si convertì al cristianesimo e morì di polmonite il 17 febbraio 1909, a Fort Sill. Dal 1940 il grido di battaglia dei paracadutisti americani è Geronimo! e fino al 2011 - con grande costernazione dei pellerossa! - Geronimo era il nome in codice affibbiato dai servizi segreti americani a Osama Bin Laden e all'operazione in Pakistan che ne portò all'abbattimento.


Geronimo, mentre posa da cow-boy, nel 1903

La tomba di Geronimo, a Fort Sill, in Oklahoma.



b) Le rubriche: curiosità e commenti

Nella prefazione intitolata Apache vuol dire nemico, Rino Albertarelli approfondisce alcuni aspetti della politica militare USA nei confronti di Geronimo e della sua banda di Chiricahuas. Per il generale Crook - lasciato due volte con un palmo di naso - Geronimo era soltanto un bugiardo; John Clum, agente indiano della riserva di San Carlos, lo avrebbe visto volentieri penzolare sulla forca; il tenente Britton Davis, che si occupò del capo apache a Turkey Creek, lo considerava "subdolo, intrattabile e traditore", seppur animato da coraggio e risolutezza. Ma alla fine, quando ormai Geronimo non era più un pericolo - né per i messicani, né per gli statunitensi che tenne in scacco per anni, perdendo soltanto dieci dei suoi, per opera di Apache collaborazionisti - anche i più prevenuti fra gli storici del West e coloro che lo conobbero e che si scontrarono con lui, dovettero tutti ammettere che non aveva mai tradito il suo popolo. In calce una ricca bibliografia su Goyathlay, sul suo popolo e sui suoi nemici: una ventina di libri tutti in inglese (con una nota finale sulla consultazione di giornali d'epoca pubblicati in Arizona, quali il Phoenix Republican, il Prescott Miner, lo Yuma Sentinel e il Tucson Star). Anche la postfazione, Vita dura del popolo Apache, è di Albertarelli. Un testo lungo e ispirato, ricco di momenti di sincera emotività ed empatia. Si narra della "doppia genesi" degli Apache: quella "vera", antropologica, e quella mitologica, secondo come la spiegò lo stesso Geronimo nella sua autobiografia. Si fa infine un paragone fra l'invasione spagnola e quella inglese in America: sotto gli spagnoli, una volta che si erano convertiti (ma se non accettavano il cristianesimo, cone nel caso degli Apache, era lotta senza quartiere), gli indiani potevano sperare di vivere come gli altri cittadini di orgine ispanica; sotto i ribelli della Corona l'unico orizzonte era quello delle riserve.



La copertina della Collana I Protagonisti n. 2, ottobre 1974




I Protagonisti 2 
GERONIMO - APACHE VUOL DIRE NEMICO 
Ottobre 1974
pag. 108, £ 800
Testi: Rino Albertarelli
Disegni: Rino Albertarelli
Frontespizio: Rino Albertarelli
Copertina: Rino Albertarelli
Rubriche: Rino Albertarelli
Direttore responsabile: Sergio Bonelli
Casa editrice: Daim Press
4a copertina: pubblicità del n.3


Il destino di uccidere

a) La storia

Henry McCarty - che più tardi divenne noto come Billy the Kid - nacque a New York, nell'isola di Manhattan, il 23 novembre 1859. Suo padre morì durante la Guerra Civile e sua madre si risposò nel 1868 con William Antrim: la nuova famiglia si trasferì a Silver City, nel New Mexico. L'albo si apre con la morte della madre, vittima della tubercolosi. Il patrigno lo mise a pensione e gli trovò un lavoro in un hotel.


La versione corretta (con il fucile nella mano sinistra) della più celebre foto di Billy the Kid.



Nel 1875, sopreso con trenta camicie rubate che gli erano state affidate da un suo collega, il ragazzo fu arrestato. Fuggì dalla prigione salendo dal camino della cella, si aggregò alla banda di ladri di cavalli capeggiata da Jesse Evans e da allora visse da fuggitivo. Lasciata la gang andò incontro al suo destino di desperado. Il suo primo omicidio risale al 1877, allorquando sparò a tal Frank Cahill, che lo stava picchiando in seguito a un litigio scoppiato dopo una partita a carte. Fuggito dall'Arizona, Billy the Kid riparò in New Mexico, nella Contea di Lincoln, dove fu assunto come guardiano dal mandriano e ranchero inglese John Tunstall e dal suo socio, l'avvocato Alexander McSween. Billy divenne qui una piccola celebrità, dopo aver sventato numerosi tentativi di furto di bestiame da parte degli scagnozzi del concorrente Dolan.



Billy the Kid bambino (a destra) con suo fratello Joe.



Nel 1878 scoppiò nella contea la guerra del bestiame, che opponeva i mercanti cittadini ai possessori di ranch, e che vide scontrarsi sceriffi corrotti, legulei, giudici, pistoleri e cow-boy. Dopo essere stato incastrato da Dolan con tutta una serie di beghe legali e burocratiche, Tunstall fu freddato vigliaccamente. I suoi dipendenti, fedeli a McSween, si riunirono in un gruppo di vigilantes, detto i Regolatori, allo scopo di vendicare il padrone. Billy the Kid partecipò a numerose incursioni che culminarono con l'uccisione dello sceriffo William Brady, principale responsabile dell'assassinio di Tunstall. La guerra del bestiame di Lincoln terminò nel fuoco: i Regolatori asserragliati nella casa di McSween furono stanati con le fiamme. Billy the Kid riuscì a fuggire ma l'avvocato perì sotto il piombo avversario. Ricominciò così la fuga per il giovane criminale. Verso la fine del 1878, a Fort Summer avvenne il primo incontro fra Billy e l'allora barista Pat Garrett. L'omicidio del cittadino inglese Tunstall aveva fatto parecchio rumore a Washington e il nuovo governatore era diventato il generale Lew Wallace, che aveva proposto un'amnistia per tutte le persone coinvolte nella guerra di Lincoln.


Lo sceriffo Pat Garrett.



Nel 1879 Billy fu così convinto a costituirsi, dietro la promessa di una carcerazione poco più che simbolica, ma fu ancora una volta incastrato: evase cos' di prigione e si diede nuovamente alla macchia. Furti, razzie, sparatorie divennero il suo regolare stile di vita. Nel 1880 l'amico Garrett fu eletto sceriffo della contea di Lincoln e fu subito incaricato di mettere il sale sulla coda di Billy. Consigliato di sparire in Messico, il Kid preferì continuare a vagare in zona. Alla fine dell'anno Pat Garrett riuscì a catturarlo, ma il suo ex amico riuscì di nuovo a fuggire di prigione, dopo aver subito un processo ed essere stato condannato a morte. La resa dei conti avvenne solo mesi più tardi, il 14 luglio 1881 a Fort Summer, quando Billy the Kid schiantò sotto i colpi di pistola di Pat Garrett.


b) Le rubriche: curiosità e commenti

A pag. 4 appare un triste annuncio di Sergio Bonelli (che qui riportiamo in scansione integrale): Rino Albertarelli era morto il 21 settembre 1974 e la Collana I Protagonisti era diventata il suo monumento spirituale...


L'annuncio della morte di Albertarelli, firmato da Sergio Bonelli.


Il destino di uccidere è il titolo della prefazione di Albertarelli. Billy the Kid, la sua vita e - soprattutto - la sua morte sono vere e proprie leggende urbane e fanno parte da oltre un secolo del moderno folklore americano. Fu un "antieroe suo malgrado", soldato di una guerra (quella per il bestiame nella contea di Lincoln) senza esclusione di colpi dove era veramente difficile decidere dove stava la giustizia. Sul suo cadavere Pat Garrett costruì la sua fama, gonfiando e romanzando parecchio, nei suoi scritti, l'accaduto. Albertarelli offre una ricchissima bibliografia, addirittura segnalando - con più gradi di asterischi - il livello di attendibilità della saggistica statunitense sul desperado.



Se si accetta l'ipotesi che Billy the Kid sia morto veramente il 14 luglio 1881, questa è la sua vera tomba, a Fort Summer, nel New Mexico. Billy è sepolto con due suoi compagni (pals): Tom O'Folliard e Charlie Bowdre, entrambi protagonisti del fumetto di Albertarelli.



Ed ecco invece quella che potrebbe essere la vera tomba di Billy the Kid (in Texas), se si accogliesse l'ipotesi che il desperado sopravvisse alle pallottole di Pat Garrett!


E la leggenda urbana - nel senso moderno alla Jan Brunvand - continua nella postfazione, pure albertarelliana, intitolata Morte e resurrezione del fuorilegge. Qui si parla del mito, dei criminali che lottarono contro la Legge vista come il braccio forte del potere costituito; dei banditi come Jesse James e dei suoi doppelganger. E si parla anche di una scioccante ipotesi: Billy the Kid, forse, non morì in quella stanza buia di Fort Summer il 14 luglio 1881, ma sopravvisse a lungo, sotto un altro nome. Proprio come è stato ipotizzato - dai "teorici del complotto" - di Adolph Hitler, di Jim Morrison, di Elvis Presley, di Marilynm Monroe e di mille altri personaggi che - nel bene o nel male - avevano acceso la fantasia e gli incubi delle folle e dei popoli.



La copertina della Collana I Protagonisti n. 3, novembre 1974


I Protagonisti 3 
BILLY THE KID - IL DESTINO DI UCCIDERE 
Novembre 1974
pag. 108, £ 800
Testi: Rino Albertarelli
Disegni: Rino Albertarelli
Frontespizio: Rino Albertarelli
Copertina: Rino Albertarelli
Rubriche: Rino Albertarelli, Sergio Bonelli 
Direttore responsabile: Sergio Bonelli
Casa editrice: Daim Press
4a copertina: pubblicità del n. 4


Francesco Manetti

N.B. Trovate i link alle altre parti di questa cronologia ragionata sulla pagina delle Cronologie!

2 commenti:

  1. bellissimo post!! Complimenti Francesco.

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    1. Grazie Ned! L'avevo promesso, quando pubblicai il pezzo sul frontespizio inedito di Albertarelli, che avrei cercato di tornare in maniera più approfondita sull'argomento: ora - pian piano - lo sto facendo!

      Francesco Manetti

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