Certi di suscitare il vostro interesse raccogliamo qui alcuni interventi del nostro collaboratore ed esperto giallista Marracci aventi come denominatore comune l'artista Giorgio Cavazzano e il thriller metropolitano virato in chiave umoristica. Il taglio diverso e alcune modifiche e aggiornamenti rispetto a precedenti apparizioni sul web, hanno reso praticamente INEDITI questi articoli! (s.c. & f.m.)
Giorgio Cavazzano è nato a Venezia il 19 ottobre
1947; dal tratto fortemente caricaturale e dalla profonda vena umoristica è uno dei più noti e apprezzati Disney Italiani. Ma le sue incursioni nel mondo del comic non si limitano all'universo immaginato dal grande Walt.
Ecco tre momenti del Cavazzano in libera uscita da Topolinia e Paperopoli...
Giorgio Cavazzano nel 1989, con una copia di Collezionare n. 14! Foto di Moreno Burattini. |
Giungla d'asfalto
Originariamente pensata per Zona X e pubblicata poi nel 1998
sul secondo numero della serie I Grandi Comici del Fumetto
della Sergio Bonelli Editore (una collana a cadenza annuale composta da quattro volumetti interamente a colori stampati
su carta lucida e pesante usciti fra il 1997 e il 2000), La Città
è una storia un po’ anomala. L’opera, composta da quattro
episodi che si intrecciano tra loro, accomunati dall’ambientazione
metropolitana, è particolarmente interessante per la strana coppia
di autori che propone. È infatti il frutto dell’incontro della
penna di Franco Bonvicini, in arte Bonvi, con le matite e gli
inchiostri di Giorgio Cavazzano. I due artisti
hanno architettato un albo, introdotto da una breve comparsata di
Martin Mystère, con cui si sono inoltrati nel cuore di New York per
portare alla luce vicende buffe, bizzarre e anche poetiche vissute
dai suoi abitanti - eventi ai confini della realtà nascosti dietro la
patina della routine quotidiana. Nel corso delle storie si incontrano
personaggi, apparentemente normali; poliziotti, ragionieri,
barboni e ragazzi alle prese con avvenimenti che solo a uno sguardo
attento si rivelano particolari e bizzarri. La città è un
misto di follia e genialità come se ne sono visti ben pochi nel panorama del fumetto
italiano.
Un giovane Bonvi. |
La sceneggiatura di Bonvi presenta continui richiami a opere letterarie e
cinematografiche. L’autore, conosciuto per il suo gusto dissacrante
e per le trame ricche di nonsense, possiamo riscoprirlo in tale contesto anche come maestro di testi di storie realistiche. I suoi
personaggi, ben caratterizzati psicologicamente, incarnano i nostri vizi e
le nostre virtù, in una serie di tipi solo
apparentemente fuori dal mondo. I dialoghi sono intelligenti,
ragionati e ironici, e c’è un ficcante studio del gergo individuale.
I disegni di Giorgio Cavazzano, qui al lavoro senza le
restrizioni dovute al pubblico prevalentemente di ragazzi cui di
solito sono rivolti i fumetti disneyani, ricreano situazioni e ambienti
più adulti in cui si muovono figure grottesche dinamiche e intense,
efficacemente realizzate con pochissimi tratti.
Da segnalare infine
la prefazione curata da Alfredo Castelli e l’introduzione di Sergio
Bonelli, dedicate entrambe a Bonvi, che era tragicamente deceduto tre anni prima della pubblicazione
dell’albo, in seguito a un incidente stradale, mentre stava recandosi a una trasmissione televisiva di Red Ronnie per raccogliere fondi da destinarsi alle cure per Magnus... E il duo Bonvi & Cavazzano sarebbe ritornato anche l'anno successivo, sulla stessa serie, con Maledetta Galassia!, Sci-Fi tutta da ridere del maggio 1999. Terenghi chiuse la raccolta nel 2000; del primo numero della collana, Cocco Bill Diquaedilà di Jacovitti, abbiamo invece parlato ben due volte su Dime Web: a ottobre e a novembre!
I Grandi Comici del Fumetto n. 2 (La Città), maggio 1998. Copertina di Giorgio Cavazzano. Opera postuma di Bonvi. |
Per le strade di San Francisco
Nei giorni di Lucca
Comics 2006 uscì la ristampa (curata dalle Edizioni BD) delle storie di Altai &
Jonson, la serie creata da Tiziano Sclavi e Giorgio Cavazzano nel 1975 (undici anni prima di Dylan Dog!) per il Corriere dei Ragazzi. In seguito le avventure furono
ripubblicate sulle riviste Corrierboy, Il Mago e Orient
Express e poi raccolte, in una serie di albi cronologici, da
Alessandro Distribuzioni di Bologna. Quella offerta da BD fu dunque l'occasione per avere raccolte in un
unico volume - un grande formato di quasi 300 pagine - e per poter rileggere senza soluzione di continuità quelle storie che costituiscono uno dei grandi capolavori del fumetto italiano contemporaneo.
Giorgio Cavazzano: disegno di Altai & Jonson per la copertina del volume BD, 2006. |
Il giovane e mingherlino Michael Altai e il baffuto e più maturo
Sarno Jonson sono una rinomata “strana” coppia di investigatori
privati che vivono e lavorano a San Francisco. I due, come ogni
detective che si rispetti, hanno stabilito il loro quartier generale
in un ufficio che avrebbe un urgente bisogno di una risistemata e,
nonostante vivano nell’unica città d’America che ha un servizio
di tram, poiché perennemente senza un dollaro si spostano su uno
scassatissimo Maggiolone. Il loro peggior nemico urbano è il terribile
gangster Julius Caesar e il loro referente è il
tenente di polizia Kennan, che non li vede però di buon
grado. Altai e Jonson, nonostante la ristrettezza di mezzi, si distinguono per le imprese brillantemente risolte, anche quando - ed è la norma - i casi che devono
gestire sono strampalati e all’apparenza
addirittura irrisolvibili.
Nel concepire la serie, Tiziano
Sclavi aveva pensato a uno stile realistico, come ricorda lui
stesso: “Altai & Jonson non sono nati per un disegno così, ma
per un disegno serio”. Il merito dell’ibrido fu di Barberis,
allora direttore del Corriere dei Ragazzi: solo dalla terza in poi le storie di Altai & Jonson furono dunque scritte da Sclavi pensando allo stile grafico umoristico di Cavazzano.
Corriere dei Ragazzi n. 50, dicembre 1975. Altai & Jonson in copertina. |
Topolinia aldilà dello specchio...
Presentata anni fa al Salone del fumetto
Napoli Comicon, che si svolse a Castel Sant’Elmo dal 3
al 5 marzo 2006, Jungle Town è la quarta graphic novel della
collana disneyana ad alto livello grafico-stilistico Buena Vista Lab. Scritta da Tito Faraci (autore di Topolino Noir, della prima miniserie bonelliana Brad Barron, di Tex, della storia L’ultima battaglia, di vari progetti portati a termine insieme a Baricco, etc.),
e disegnata da Giorgio Cavazzano, Jungle Town è una storia
poliziesco-investigativa moderna e avvincente, con un’ottima
caratterizzazione dei personaggi, sia dal punto di vista grafico che psicologico, composta di 62 tavole a colori... il tutto completamente made in
Italy!
Tito Faraci. |
Gli autori narrano le vicende di una metropoli atipica, che ha come abitanti
animali antropomorfi, nella più classica tradizione del pupazzettismo fumettistico: cani, gatti, topi, ippopotami... Sullo sfondo di
questa città - che non è per un nulla un ambiente bucolico e felice
come si potrebbe pensare a prima vista - Adam e Rollo, due cani
poliziotto, sono incaricati di indagare sulla misteriosa morte di
un topo, ritrovato nel più esclusivo golf club del territorio comunale. Questo
"ingombrante" cadavere è la miccia che rischia di far esplodere Jungle Town,
mobilitando mass media e opinione pubblica. In un ribaltamento del topos disneyano, i topi sono
infatti discriminati e il loro movimento esige giustizia. Se il responsabile
del ratticidio non verrà trovato, la polizia potrebbe essere messa
sotto accusa e i tumulti divampare in ogni strada. I sobborghi di Los Angeles nel 1992 e le banlieue parigine nel 2005 insegnano.
La Paperopoli distorta in una celebre storia barksiana del 1950, con un Paperino sotto gli effetti dell'etere. |
Per quanto
riguarda la trama e i disegni di Jungle Town salta subito
all’occhio come il volume sia incentrato - oltre che su storie di
vita quotidiana e argomenti mainstream come la famiglia, l’amicizia, la vita
della città, i problemi di cuore e così via, situazioni che rimangono peraltro sullo
sfondo della vicenda senza mai intrecciarsi fra loro - su temi
scottanti, come il razzismo e i pregiudizi verso il prossimo. Faraci
cerca di far capire al lettore
cosa significhi oggi il concetto di diversità e quello di minoranza.
La trama poliziesca, che è solo uno dei tanti piani sul quale si
sviluppa il racconto, è assolutamente lineare. Ma questo non è un difetto perché lo scopo della storia è mostrare
un’allegoria della nostra civiltà, dove alle varie tipologie di
persone sono sostituite le diverse specie animali.
Art Spiegelman mise in moto lo stesso meccanismo narrativo e metaforico quando scrisse nel 1986 il suo Maus, usando gli animali antropomorfi della tradizione disneyana in chiave seria per raccontare la tragedia del campo di sterminio di Auschwitz e per tratteggiare alcune aspre macchiette di "razzismo di ritorno" fra ebrei sopravvissuti e americani di colore.
I personaggi, che
si discostano da quelli Disney, ma sono al tempo stesso a loro molto vicini - sia
fisicamente sia caratterialmente - sono il punto di forza della
vicenda. La storia è impreziosita da numerose trovate narrative e spunti di riflessione dai
toni adulti che Tito Faraci dissemina per l’albo: dal tema del
razzismo tra le specie, alle raffinate strizzate d’occhio al mondo
degli adulti, alla vita di coppia in tutti i suoi risvolti.
Jungle Town. Disney Italia, marzo 2006 |
In
appendice al volume ci sono 16 pagine di servizi riccamente
illustrati che forniscono approfondimenti sui personaggi,
sull’ambientazione e sugli autori, nonché un ricchissimo
sketchbook con disegni preparatori e commenti di Giorgio Cavazzano e
Tito Faraci sul making of dell’opera.
Elio Marracci
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