sabato 6 ottobre 2018

CORREVA IL 1972... ROBERTO DISO PER IL WWF!


di Alessandro Monti

Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. La citazione è fin troppo celebre, tratta dal libro biblico del Qoelet, o Ecclesiaste. Che prosegue in maniera altrettanto celebre: c’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare... e così via. Per ogni cosa il suo momento, dunque, e questo articolo avrebbe dovuto essere scritto molto tempo fa, negli anni Novanta, per la “Dime Press” di Antonio Vianovi. L’ho rimandato più di una volta, sopraffatto dalle cose di ogni giorno. Poi gli anni sono passati, e nel mezzo c’è stato di tutto: impegni personali sempre più stringenti, l’università, il giornalismo, la ricerca, l’insegnamento, la famiglia. Un tempo per tutto, per piangere e ridere, per gemere e ballare. Nel frattempo “Dime Press” è scomparsa, per rinascere poi sulla rete; e recentemente è scomparso anche l’amico Antonio, che non vedevo da anni e che non ho fatto in tempo a salutare. Alla fine, vincendo la stanchezza e la fatica delle cose del quotidiano, mi sono risoluto ad affrontare l’argomento; che magari svilupperò con poche righe e una manciata di immagini, e mi scuso subito coi lettori se la premessa è andata più in lungo di quel che sarà lo sviluppo dell’argomentazione.



E dunque quello che già negli anni Novanta avrei voluto mostrare ai lettori di “Dime Press” sono alcuni disegni poco noti di un grande maestro del fumetto italiano, Roberto Diso. Conosciuto agli appassionati bonelliani per essere stato uno dei più importanti disegnatori di Mister No, Diso aveva in realtà alle spalle una carriera già ventennale nel fumetto quando conobbe Sergio Bonelli.
In un’intervista concessa nel 2011 a un sito portoghese, il “Tex Willer Blog” (“o blogue portuguès do Tex”, recita il sottotitolo”), è lo stesso Diso a raccontare agli intervistatori (José Carlos Francisco, con la collaborazione di Giampiero Belardinelli e Roberto Pagani) il suo primo incontro con Bonelli. Cito testualmente, riprendendo il virgolettato da quell’intervista:
Ho conosciuto Sergio Bonelli - racconta dunque Diso - quasi per caso. In quel periodo prestavo gratuitamente la mia collaborazione al WWF, e con Fulco Pratesi, che ne era il presidente, decidemmo di cercare di coinvolgere le pubblicazioni destinate ai giovani, allo scopo di propagandare il protezionismo animale e ambientale presso coloro che avrebbero potuto in futuro essere i più adatti a realizzarlo. I giovani appunto. Con Pratesi andammo a Milano e, tra gli editori con i quali abbiamo avuto contatti, Sergio Bonelli fu l’unico che rispose con entusiasmo alla nostra iniziativa.


Quei disegni realizzati da Diso per il WWF sono cosa che ben pochi appassionati possono dire di aver visto, anche perché destinati a un tipo di pubblicazione effimera. L’incontro con Bonelli narrato da Diso risale al 1974: un paio di anni prima, nel 1972, Fulco Pratesi aveva però pubblicato per i tipi della Federico Motta di Milano “Il salvanatura”, un libro riccamente illustrato, in formato quaderno, di 136 pagine. Il volume è stato più volte ristampato. Dopo la prima edizione (1972) ci sono state quelle del 1974, 1977, 1983 e 1986: ma si trattava di tirature fuori commercio (credo destinate a chi si iscriveva all’associazione), e pur essendo dalla più tenera età un assiduo frequentatore di librerie dell’usato, bancarelle, fiere del fumetto e mercatini, solo poche volte ho avuto modo di vederne circolare qualche copia (oltre a quella della mia collezione, intendo). Tra le numerose immagini che corredano l’opera, spiccano le tavole realizzate dai due amici e collaboratori: lo stesso Fulco Pratesi (che con matita e pennello non se la cavava affatto male) e per l’appunto Roberto Diso. Ne offro qui una selezione. Nelle prospettive “a volo d’uccello” si può già osservare il tratto pulito ed efficace del maestro romano, quella cifra stilistica che senz’altro riconosceranno gli appassionati lettori di “Mister No”.
Tutto qui, di sicuro si poteva dire di più e meglio, ma per limitarsi all’essenziale non ci voleva molto. Arrivederci.



Alessandro Monti

N.B. Trovate i link a tutte le altre novità bonelliane su Interviste & News!

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