lunedì 1 ottobre 2018

IL CASO NON ESISTE: 20 ANNI DI JULIA

Diamo i numeri 52

di Saverio Ceri

Il settantennale di Tex che è caduto ieri 30 settembre, festeggiato con una mostra a Milano, albi a colori, volumi fuoriserie, una nuova collana, album di figurine, statuine e quant’altro rischia di far passare inosservato un altro grande traguardo di una serie di casa Bonelli che si festeggia invece oggi, 1°ottobre: esattamente venti  anni or sono giungeva in edicola il primo numero di JULIA, il secondo personaggio creato da Giancarlo Berardi per la casa editrice di Via Buonarroti.  La criminologa con le fattezze di Audrey Hepburn infatti giunge nelle edicole ventun’anni dopo Ken Parker,  il cowboy con le fattezze di Robert Redford.

Audrey Hepburn la star hollywoodiana che ha ispirato l'aspetto fisico della criminologa bonelliana.
Julia non ha l’aurea di fumetto cult o d’autore come quella quasi unanimemente riconosciuta al suo fratello maggiore, ma rispetto a Lungo Fucile ha goduto e gode di una longevità editoriale decisamente superiore. Come si spiega questa apparente anomalia? Tutto sommato abbastanza facilmente: Ken Parker non era un fumetto pensato per essere “popolare”, Julia sì. Sergio Bonelli dopo essere rimasto scottato dall’esperienza di Lungo Fucile, soprattutto dalla cronica irregolarità delle uscite, solo dopo quattordici anni dalla chiusura della serie di Ken Parker si è sentito di concedere a Berardi la seconda possibilità; dal canto suo lo sceneggiatore genovese voleva dimostrare all’editore che la travagliata vita editoriale del suo primo figlio di carta, era stata  un incidente di percorso, e che  era tranquillamente in grado di creare e gestire una serie regolare con le sue scadenze mensili.

Julia n.1 - Ottobre 1998 - Copertina di Marco Soldi
Il segreto per un personaggio di fumetti di  successo, come lo è Julia, visto che stiamo festeggiandone il secondo decennio, è avere un disegno uniforme, avere una gabbia regolare, avere protagonisti fissi , avere una nemesi conclamata, dei comprimari ricorrenti, avere storie autoconclusive, avere una continuity pressoché inesistente, e tecnicamente essere scritto bene, se non benissimo, da un numero limitato e selezionato di sceneggiatori. Tutte scelte realizzate e ponderate a tavolino prima di far esordire il personaggio nelle edicole, scelte probabilmente avallate e condivise dallo stesso Sergio Bonelli, che in via del tutto eccezionale concesse a Berardi anche un’ulteriore possibilità fino ad allora negata a qualsiasi altro sceneggiatore della casa editrice, ovvero di poter usare il “lei” al posto del “voi” nei dialoghi della serie.

Particolare del primo frontespizio della serie. Illustrazione di Marco Soldi
Dal canto nostro, come sempre, festeggiamo il personaggio, tornando a scoprirlo attraverso i numeri; “tornando”, perché già avevamo dedicato a Julia la settima puntata di questo aperiodico appuntamento dedicato alle cifre, quando ancora questa rubrica era ospitata sulle pagine del blog di Moreno Burattini; vi invitiamo a rileggere la seconda parte di quel post, che ripropone l’intervista realizzata per Dime Press dallo stesso Burattini a Berardi in occasione dell’esordio della serie.

Venti anni fa, il numero venti di Dime Press, presentava  la nuova collana bonelliana. Cover di Marco Soldi 
Le avventure inedite di Julia sono state narrate in 254 volumetti usciti in edicola: 240 della serie regolare e 14 dedicati alla giovane Julia universitaria, usciti come almanacchi (dal 2005 al 2014) e speciali (dal 2015 a oggi). A questi albi vanno poi aggiunti, rimanendo nel solo ambito bonelliano, una versione variant del numero 200 e quattro volumi da libreria: due “oscar” e due di grande formato che ristampano a colori le vicende legate a Myrna, la serial killer principale antagonista della nostra criminologa.  In totale le pagine inedite di Julia Kendall prodotte e pubblicate dalla Bonelli sono, a oggi, 31.684, quantità che fa della protaginista la settima serie per numero di tavole prodotte nei quasi 80 anni di vita della casa editrice.


Giancarlo Berardi, il creatore di Julia.
I pochi e selezionati sceneggiatori di cui parlavamo poc’anzi sono fondamentalmente tre; a parte il creatore Giancarlo Berardi che supervisiona tutte le storie, scrive tutti i soggetti e firma a quattro mani praticamente tutte le sceneggiature, troviamo ormai da anni solamente il vecchio compagno d’avventure Maurizio Mantero collaboratore di Berardi fin dai tempi di Ken Parker e Lorenzo Calza, che salito a bordo un paio d’anni dopo il varo della collana, è riuscito ad entrare in sintonia con la scrittura del creatore della serie, e grazie al fatto di essere della generazione successiva a quella dei due colleghi,  spesso viene incaricato di scrivere le storie con tematiche più vicine ai giorni nostri. Il trio Berardi-Mantero-Calza ha firmato quasi il 97% delle tavole della criminologa, dando alla collana una incredibile uniformità stilistica. A questo ristretto club vanno aggiunti altri sei membri, di cui due, Claudia Salvatori e Michelangelo La Neve, si sono limitati a collaborare marginalmente a una o due storie, dando alla serie un apporto non quantificabile in termini di tavole sceneggiate, e per questo non li incontrate nella graduatoria qui sotto che incolonna per numero di pagine pubblicate, gli scrittori della serie.




Ottenere uniformità anche tra le matite e le chine dei 39 disegnatori impegnati in questi venti anni di pubblicazioni, non è stato facile, ma è risultato vincente per la longevità del personaggio. La scelta molto cinematografica, o televisiva se preferite, di avere una gabbia molto rigida – quasi sempre la striscia è unica o equamente suddivisa tra due vignette, rarissime le splash page, unità al fatto che ogni disegnatore chiamato a illustrare Julia deve uniformare il proprio stile  a quello di tutti gli altri, sono una peculiarità della collana che evidentemente aiuta a fidelizzare i lettori.  Non succede mai di aprire un albo di Julia  e trovarti disorientato perché non riconosci il personaggio disegnato in maniera “strana” dall’autore di turno. 


la Julia di Roberto Zaghi
Julia è sempre lei, chiunque la disegni; se nei credits dell’albo non ci fossero scritti i nomi dei disegnatori spesso non li riconosceresti. A questa regola ci sono state pochissime e comprensibili eccezioni, concesse ad autori del calibro di Toppi, Trevisan o Roi, solo per citarne tre a caso. Ma vediamo la lista completa dei disegnatori e la quantità di tavole illustrate da ognuno di loro.



Dei trentanove illustratori citati poc’anzi cinque non compaiono in classifica; sono Bovo, Ignazzi, La Bella, Mantero, Tolu che hanno collaborato in maniera marginale e non quantificabile ad alcuni albi della serie.


Claudio Piccoli è colui che ha disegnato più tavole di Julia in questi venti anni.
Una cosa curiosa è che per quanto possibile Berardi cerca sempre di mantenere le copie che funzionano così spulciando tra le cronologie personali dei vari disegnatori scopriamo che le storie di Zaghi, per  esempio sono sempre scritte da Calza, così come lo sono dal 2002, quelle di Piccoli, o quelle di Michelazzo (a parte una del 2003); Mantero è invece il “responsabile” delle storie per Boraley, Antinori e Marinetti, solo per citare alcune delle accoppiate più prolifiche.

Da Ken Parker a Julia, la stessa regia dietro le copertine. Disegni di Milazzo e Soldi
Altro punto di forza della serie sono le sue copertine “dipinte” e la raffinata veste grafica, firmata Nico Zardo, responsabile ufficiale dell’aspetto estetico esterno e interno della collana; quasi certamente però, anche in questo caso, non manca lo zampino di Berardi, visto che la grafica di Julia ricorda per certi versi quella di Ken Parker. Se per Lungo Fucile lo sfondo bianco facilitava il risalto l’immagine in primo piano, per Julia è una specie di “occhio di bue” che evidenzia l’illustrazione di copertina, così come l’immagine stessa non si ferma alla cover, ma prosegue per entrambe le collane nella costola, senza parlare dell’eleganza dei logo sia del vecchio Parker, che della giovane Kendall. 



Molta attenzione da parte della redazione anche nella scelta di copertinisti;  pochi, ma buoni. Se si esclude la guest star Vittorio Giardino, sono stati solo tre i disegnatori chiamati in questi venti anni a realizzare quello che da molti è ritenuto il disegno più importante dell’albo. Qui sotto li trovate incolonnati per numero di cover realizzate:


Le immagini a colori ormai da qualche anno sono sempre meno un’esclusiva delle copertine in Casa Bonelli, così non si perde occasione per lanciare nuove collane in technicolor. Nel caso di Julia quello che rende speciale la collana degli speciali, inaugurata nel 2015, è proprio il colore. Il fuoriserie annuale non è l’unico caso di quadricromia per la  collana “gialla” di Via Buonarroti: a colori sono stati, come da tradizione, il numero 100 e il 200  e pure i numeri 1,2,3 e 39, ovvero le prime quattro avventure con Myrna,  in occasione della loro riproposta in volume. Delle 1008 pagine complessivamente dipinte si sono occupati per ora solo tre coloristi, più un quarto “misterioso” che si occupò di colorare il centesimo albo; qui sotto la graduatoria.



I colori di Arianna Florean sulle chine di Marinetti per un intenso primo piano sullo sguardo di Julia.
Altro pallino di Berardi è, fin dai tempi di Ken Parker ,il lettering,  che, come per testi e disegni, deve essere sempre riconoscibile, preferibilmente di un solo autore. Nel caso di Lungo Fucile si trattava di Piero Ravaioli. Inevitabilmente però in una collana ventennale questo non sempre è possibile, quindi nella lista che segue non troverete una sola letterista, ma cinque, di cui le prime due, Maria e Valentina Pejrano, hanno da sole coperto oltre l’82% della produzione. Non attribuibili le tavole dei dieci almanacchi visto che in quella collana non venivano specificati i letteristi. 




Per finire un po’ di curiosità:
Lo sceneggiatore che ha collaborato più a lungo con la collana è ovviamente Berardi, attivo fin dal primo numero.
Il disegnatore attualmente con la carriera più lunga sulle pagine di Julia è Federico Antinori, che disegna Julia da 18 anni e 11 mesi, ovvero quelli che sono passati tra la sua prima storia pubblicata, nel settembre 1999, e l’ultima, dell’agosto 2018.
La storia più lunga, di 378 tavole, si può considerare quella dei primi tre albi, tutti legati fra loro, seguita poi delle 252 tavole delle storie doppie pubblicata sui numeri 34/35, 69/70 e 97/98.



schizzo preparatorio per una cover di Julia di Cristiano Spadoni
Lo sceneggiatore più prolifico in un solo anno solare è stato Giancarlo Berardi con 1197 tavole pubblicate nel 2001, il disegnatore invece che si è visto pubblicato più tavole in soli dodici mesi è stato Steve Boraley con le 307 pagine del 2012
I disegnatori che per più anni sono risultati i più pubblicati sono ben tre: Claudio Piccoli, Ernestino Michelazzo e Laura Zuccheri, tutti a quota 5 vittorie annuali.
Il record di albi consecutivi letterati lo sta stabilendo in questi anni Valentina Pejrano, arrivata a quota 40 albi (ininterrottamente da Julia 201 a 240)


Julia vista da Giuseppe Candita

Alcuni termini sono più ricorrenti di altri nei titoli delle storie di Julia, titoli che, altra caratteristica della serie, non appaiono mai nelle tavole, ma solo in copertina, frontespizio e colonna dei credits. Il nome di “Myrna” per esempio è stato usato in undici titoli e per le sue avventure il creatore del personaggio si affida sempre alla collaborazione di Mantero e sempre agli stessi illustratori, originariamente Laura Zuccheri e, dal 2012, Steve Boraley.  La parola “morte” per ora batte la parola “vita” 5 a 4, nei titoli delle avventure di Julia, mentre, ad oggi, il termine Uomo (o uomini) batte 7 a 4 il termine donna (o donne). Il termine più usato in assoluto nei titoli è comunque la parola “Caso”, apparso ben in 14… casi. Ovvero in tutti gli episodi della giovane Julia pubblicati prima sugli almanacchi, e oggi sugli speciali. Probabilmente non è un “caso” che ad affiancare Berardi in queste 14 avventure si siano alternati in maniera regolare Mantero (in tutti gli anni dispari) e Calza (in tutti quelli pari).
Non so se si è intuito, ma in Julia niente è lasciato al caso.

Saverio Ceri

N.B. Trovate gli altri dati bonelliani nelle precedenti puntate della nostra rubrica Diamo i numeri.

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