domenica 4 febbraio 2018

DIME WEB INTERVISTA ROBERTO GAGNOR! (LE INTERVISTE LI)

a cura di Elio Marracci

Oggi facciamo due chiacchiere con Roberto Gagnor, torinese, classe 1977, sceneggiatore Disney dal 2003 e insegnante in varie scuole e istituti, tra cui l’ICMA di Busto Arsizio, l'Accademia 09 e la Scuola Internazionale dei Comics di Milano. Uomo dai mille interessi, la sua versatilità l'ha portato a confrontarsi, oltre che col fumetto, con la pubblicità, per cui ha lavorato come copywriter, con la televisione, per cui è stato autore di alcune trasmissioni, con il cinema, per cui ha scritto cortometraggi, e con la carta stampata. Tra le oltre 160 storie che ha pubblicato su "Topolino" nel corso della sua carriera, numerose sono quelle a tema cinematografico, come Topolino e il ritorno alla Dolce Vita e Topolino e il surreale viaggio nel destino, quelle in costume ambientate in periodi più o meno remoti nel tempo, e quelle tematiche che compongono saghe come La storia dell'arte di TopolinoVista la portata del personaggio quindi, senza indugiare oltre, lascio a lui la parola! (e.m.)

Roberto Gagnor


DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono ti puoi presentare? Chi è in due parole Roberto Gagnor?

ROBERTO GAGNOR - Ho quarant’anni, vivo tra Milano e la Valsusa, scrivo! Sono più di due, eh?


DW - Come si è sviluppata in te la passione per la sceneggiatura?

RG - In realtà amo scrivere – e disegnare, ma male – fin da piccolo: i miei genitori sono insegnanti (italiano e latino mio padre, latino e greco mia madre) e fin da piccolo sono stato circondato dalle storie, che fossero romanzi, fumetti o film. Ho iniziato a scrivere e disegnare le mie storie alle elementari, per poi passare alla scrittura-e-basta al liceo. In realtà disegno ancora, ma solo per farmi venire idee, per gli storyboard dei miei corti e altri progetti più piccoli.

Uno scherzoso disegno di Gagnor sulle sue capacità di disegnatore (da PaperPedia

DW - Da dove prendi spunto per le tue storie?

RG - Da QUALUNQUE COSA. La mia vita e quella delle persone che mi stanno intorno. Altre storie, libri, film, fumetti. Cose che mi succedono, che vorrei mi succedessero o mi fossero successe. Dettagli, oggetti. Le idee sono ovunque: basta saperle osservare.


DW - Oltre a essere uno sceneggiatore molto quotato, sei anche docente presso l’ICMA di Busto Arsizio, l'Accademia 09 e la Scuola Internazionale dei Comics di Milano. In che misura l'insegnamento influenza il tuo lavoro e viceversa quanto le tue attività influenzano l'insegnamento?

RG - Insegnare è un lavoro e un divertimento, e mi permette di uscire dal mio guscio, e cioè il mio studio in casa. Insegno sceneggiatura per il cinema alla 09 e all’ICMA, e per il fumetto alla Scuola di Comics. In pratica aiuto gli allievi a trovare, strutturare, costruire e mettere in scena le loro storie: una pratica da editor che mi ha permesso di lavorare meglio alle mie sceneggiature, aiutare i miei allievi a trovare la loro strada, arricchirmi delle loro esperienze, del loro entusiasmo. Il mio lavoro, poi, mi permette di dare ai ragazzi un punto di vista più ampio, partendo dalle mie esperienze: se parlo di cinema parlo per forza anche di fumetti, e viceversa. Ogni media si nutre dell’altro, perché si parla sempre di narrazione per immagini e di storie.


Gagnor sulla classica collana americana WDC&S!

DW - Sei autore, oltre che delle sceneggiature, di alcuni cortometraggi, di alcune delle storie Disney a tema cinematografico, penso tra le tante a Topolino e il ritorno alla Dolce Vita e Topolino e il surreale viaggio nel destino, le più belle degli ultimi anni. Questo mi dà lo spunto per chiederti: qual'è il tuo rapporto con la settima arte e quali sono i tuoi generi preferiti?

RG - Scrivo sceneggiature per il cinema da qualche anno: oltre ad aver scritto e diretto Il Numero Di Sharon, vincitore di Talenti in Corto del Premio Solinas, ho scritto due progetti di lungometraggio per Tempesta Film e un film, Sommer AufDem Land, che è uscito in Germania. In più ho fondato, col mio amico e collega Radek Wegrzyn, Magical Realist, una società di produzione mirata a sviluppare storie europee, in Italia e Germania, e coproduzioni. Abbiamo un’altra sceneggiatura in sviluppo e vari soggetti. Il cinema, insomma è una grossa parte del mio lavoro… e della mia vita, perché tra sala, TV e Netflix vedo praticamente un film al giorno. Amo soprattutto la commedia e il comico, da Billy Wilder ai Monty Python, da Woody Allen a Cameron Crowe. Ma amo molto anche Fellini, Terry Gilliam, Miyazaki… una lunga lista!


Il corto di Gagnor, un gioiello!


DW - Oltre che numerose storie a fumetti con personaggi Disney hai scritto narrativa, programmi radiofonici e trasmissioni televisive. Quali differenze hai trovato nell'approcciarti a questi media così diversi tra loro? E quali analogie?

RG - Ogni media è un gioco diverso, con tecniche e peculiarità proprie: ma tutti ti insegnano qualcosa e ti arricchiscono come autore. In più, quello che impari in un media lo porti in un altro: la disciplina di scrittura e l’attenzione ai personaggi del fumetto Disney servono moltissimo al cinema, i trucchi che impari nel cinema o in TV nutrono i fumetti. Sono tutte esperienze... e fonti di guadagno, diciamolo!


DW - Oltre a numerose avventure “in costume” ambientate in periodi più o meno remoti nel tempo, una delle tue saghe più famose è quella de La storia dell'arte di TopolinoHai trattato questi temi perché consideri l'arte e la storia cornici insolite o c’è dell'altro?

RG - No, perché amo l’arte! Anche prima di iniziare il ciclo avevo già una passione per parecchi artisti, da Turner a Magritte, da Dalì ai Dadaisti. Sì, le vite degli artisti e i loro periodi storici sono in effetti cornici inconsuete per delle storie Disney (e le biografie degli artisti sono piene di cose interessantissime e molto narrabili); ma soprattutto, voglio condividere col mio pubblico la mia passione per l’arte, far scoprire artisti più o meno famosi a chi non li conosce, imparare insieme ai lettori qualcosa in più sugli artisti che già amo.

Sceneggiatura di Gagnor


DW - La domanda precedente mi dà modo di chiederti: perché pensi, sempre che per te sia così, che la storia sia una materia che di per sé non riscuote molto interesse da parte del grande pubblico?

RG - In generale è così, ma vale anche per la musica classica, la letteratura, la filosofia. Forse perché per il grande pubblico sono ricordi di scuola, con le costrizioni e le ansie dei compiti e dei voti. Forse perché non ci ricordiamo che la storia, come le discipline che ho appena citato, non parla di persone lontane e slegate da noi: ma di NOI, sempre, comunque. Tolstoj sembrerà lontano dalla nostra vita, ma parla di quello che viviamo noi: amori, tradimenti, la ricerca di Dio, l’ansia esistenziale, le paure. Se riuscissimo a far capire che l’arte, la musica, la poesia parlano sempre e solo DI NOI, forse riusciremmo ad andare oltre le barriere (il tempo, la lingua) e ad appassionarci.


DW - A quale dei personaggi su cui hai lavorato sei più legato e perché? E quali di quelli che hai inventato prediligi?

RG - Sicuramente Brigitta (patetica ma titanica, nel suo amore non corrisposto) e Paperoga (la commedia demenziale nel fumetto Disney), ma anche i Bassotti e Paperone. Topolino, anche se è più difficile da scrivere bene. Insomma… un po’ tutti. Tra quelli che ho inventato, Brigittik: amo i supereroi e le parodie!

Sceneggiatura di Gagnor


DW - A livello grafico hanno illustrato le tue storie sia disegnatori esperti e affermati, sia giovani esordienti. Senza far torto a nessuno ti chiedo di citare nelle due categorie gli artisti con cui hai lavorato più volentieri.

RG - Non ho mai avuto esperienze negative: il livello degli artisti Disney è tale che si finisce sempre per lavorare bene e avere belle sorprese. È come lavorare con dei grandissimi registi, ogni volta: Per citare solo due nomi, Sciarrone è Zack Snyder, moderno e ipercinetico; Cavazzano è Spielberg, grandioso e appassionante. Tra i giovani c’è Zanchi che è bravissimo e non si rende conto di quanto sia bravo, per cui diventa ancora più bravo: è il Joe Wright del fumetto Disney.


DW - Sei un autore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure sei uno di quelli che si alza di notte a scrivere perché ti è venuta l’ispirazione? Come si svolge la tua giornata tipo?

RG - Metodico: mi alzo presto e scrivo. A volte mi alzo di notte perché ho avuto un’idea, ma scrivo mattino e pomeriggio. Non sono un nottambulo, ma tra film e TV è capitato anche quello!

Brigittik, creatura di Roberto Gagnor

DW - Quali sono gli artisti che ti ispirano?

RG - Hai qualche giorno di tempo? Nel fumetto Disney Barks, Gottfredson, Pezzin, Marconi, Scarpa, Sarda, Figus, Artibani; nel cinema Woody Allen, Cameron Crowe, Billy Wilder, Richard Curtis… tantissimi.


DW - Quanto di te è presente nel tuo lavoro? Quanto di quello che ti circonda? E quanto di inventato?

RG - Nel mio lavoro c’è sempre qualcosa di mio, più di quanto sembri: se non ci metti un po’ di cuore e di sangue, si sente e la storia è più debole. C’è di sicuro il gusto per la commedia, l’ironia, i giochi di parole, l’arte, la letteratura, la parodia. Ma anche un po’ di pietà, di comprensione, di passione per gli altri… e qualche punta di odio. Quanto a quello che mi circonda, TUTTO quello che vivo, leggo, sento, vedo nutre il mio lavoro. Non solo nel semplice autobiografismo, ma nel mio modo di vedere le cose. Poi parto da queste cose e invento: è il mio lavoro, e mi diverto molto.

La Storia dell'Arte di Topolino, capolavoro di Gagnor

DW - Quali fonti usi per documentarti?

RG - Le mie letture: sono curioso di tutto, e se vuoi fare questo lavoro dei esserlo. Poi Wikipedia, i media, i social… fa tutto brodo!


DW - Oltre ai libri e ai fumetti che sicuramente leggerai per documentarti quali altre letture fai?

RG - Mi piacciono le biografie di attori e registi (ma non solo: Open, di Agassi, è bellissimo), i saggi sulla creatività e la scrittura (due per tutti: Into The Woods di John Yorke e Verso la Creatività e oltre di Ed Catmull), gli articoloni alla "Vanity Fair USA". Sono onnivoro: quando ancora avevo bisogno di farmi tagliare i capelli, cosa ahimé non più necessaria, dal barbiere leggevo il gossip come "Men’s Health". Non sai mai dove troverai la prossima idea.


Gagnor con Gerry Scotti

DW - Da professionista ormai affermato che consigli daresti a chi si volesse affacciare al mondo della scrittura per immagini?

RG - Leggere tanto, guardare tanto. Scrivere tantissimo. Riscrivere ancora di più. Non arrendersi nonostante una quantità notevole di mazzate, delusioni, disastri e battute d’arresto. Cercare di divertirsi sempre. Ricordarsi che questo lavoro è un privilegio che si conquista tutti i giorni. Pensare che scrivi per un pubblico e non (solo) per te stesso. Ricordarsi che non vince chi ha più talento, ma chi non molla mai. Divertirsi l’ho già detto?


DW - A cosa stai lavorando attualmente?

RG - Ho parecchie cose pronte o quasi pronte: una Topodissea in due puntatone con l’ottimo Donald Soffritti, un nuovo ciclo con Filo e Brigitta, una Brigittik. Sto scrivendo il terzo ciclo dell’Arte, altre otto storie sulle tecniche artistiche. In più sto lavorando a "Food Wizards", una serie a cartoni animati prodotta da Zocotoco e RAI, come co-creatore. Continua anche il crowdfunding della mia graphic novel, Paola e i Tre Duelli, che spero di far diventare anche un film.

Paola e i tre duelli, graphic novel di Roberto Gagnor

DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti rispondere?


RG - Cosa c’è nella lista, che fai ogni anno, con tutti i progetti e le cose che vorresti fare nella tua vita? Un sacco di cose. Spero di potervi dire, prima o poi, che le avrò fatte tutte!


a cura di Elio Marracci


P.S. di Francesco Manetti. Volevo complimentarmi personalmente con Roberto Gagnor, in chiusura della splendida intervista condotta dal nostro impeccabile Elio. Quando iniziai a scrivere sulle fanzine Gagnor aveva 11 anni e dunque ci separa una mezza generazione. Leggere di quel suo gusto classico per la storia, per l'arte, per la letteratura, per il grande cinema e il grande fumetto e di come riesca a trasmetterlo con grande entusiasmo a tutti grazie alla scrittura è davvero una cosa esaltante!

N.B. Trovate i link agli altri dialoghi con gli autori su Interviste & News!

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