martedì 4 novembre 2014

THE DARK SIDE OF TEX! "K": "KABAGI"!

di Max Capalbo


NOTA BENE: la puntata precedente era dedicata alla lettera I e ora passiamo direttamente alla K? Sì, ma non ci siamo dimenticati della lettera J! Semplicemente, non ci sono mostri texiani che iniziano per "j"!

Continua dunque, ripartendo dalla "kappa", la cavalcata nell'orrore di Tex: tornati da Lucca Comics 2014 vi possiamo assicurare che nel futuro del Ranger ci saranno altre occasioni "misteriose", come il ritorno di yama per mano di Civitelli. Le enciclopedie bonelliane di Max Capalbo (The dark Side of Tex, Zagor Monsters e l'Atlante di Mister No) hanno ricevuto in diretta i complimenti di uno dei curatori del sito Internet della SBE, Davide Pettani! Augurandovi buona lettura vi ricordiamo che le immagini delle schede (in questo caso "della scheda") sono state scelte dallo stesso Capalbo mentre quelle introduttive sono "colpa" della redazione (e stavolta vi presentiamo due inedite "chicche")! (s.c. & f.m.)


Il revolver di Tex secondo Claudio Villa (1994)
 

LEGENDA 
  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSONTIGER JACKKIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex). 
  • Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUANSVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
  • Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICEEL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo. 
Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268)


1994: la firma con fumo di Jordi Bernet (autore del texone L'Uomo di Atlanta, del 1996)


Nota sui collegamenti ipertestuali

The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione. I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché! Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse. Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento. Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!


Un evocativo tex di Frisenda
 


K
KABAGI

KABAGI

Egli è sordo e cieco, ma le sue orecchie percepiscono voci che le nostre non possono udire, e i suoi occhi che non vedono la luce del sole sanno penetrare là dove non arriverebbe mai lo sguardo dei comuni mortali! […] Egli è colui che parla con l’invisibile, e che conosce le inesplicabili relazioni che passano tra gli spiriti e l’uomo, tra l’uomo e gli animali, e tra gli animali e le piante. Egli conosce i misteri e i segreti della metamorfosi e della reincarnazione!. Con queste suggestive parole, Manbela, capo della setta del Grande Alligatore, descrive al suo complice Martin Stingo lo stregone centenario Kabagi, il più singolare personaggio della storia Nelle paludi della Louisiana (C. Nizzi [sog.&scen.] – F. Fusco [dis.], nn. 330-333). In essa, TEX e i suoi pards vengono chiamati a New Orleans dall’amico sceriffo Nat Mac Kennet perché lo aiutino a far luce sui misteriosi fatti che stanno accadendo nei dintorni della città.

Tex n. 331, maggio 1988. Disegno di Galep

Il vecchio Kabagi con Manbela e Martin Stingo - TEX 331, p. 18

Kabagi ha tra i suoi poteri la chiaroveggenza - TEX 332, p. 30


Dopo la fuga dal manicomio di Pierre de La Rochelle (un ricco possidente che aveva cercato di riportare la Louisiana sotto il dominio francese), gli alligatori hanno cominciato ad assalire i lavoranti delle piantagioni, tra i quali si è diffusa la credenza che a uccidere sarebbe il Grande Alligatore, cioè una specie di divinità capace di incarnarsi di volta in volta in un uomo o in una bestia, e di agire con ferocia animale e con astuzia umana. In realtà, Pierre de La Rochelle non ha nulla a che fare con queste aggressioni, giacché è manovrato, a sua insaputa, da Stingo, il quale vuole impadronirsi delle ricchezze del suo padrone Julien de La Rochelle, fratello del primo. Per ottenere tale scopo, il diabolico Stingo ha fatto credere a Pierre di appoggiare il suo folle sogno secessionista e, al contempo, si è alleato con Manbela, che sogna invece la riscossa del popolo nero e non immagina di essere a sua volta manipolato dall’infido complice. Nemmeno Kabagi, malgrado i suoi poteri, si è accorto dell’inganno ordito da Stingo, che mostra peraltro un certo disprezzo nei suoi confronti. Il vecchio stregone appoggia senza riserve Manbela e lo aiuta a modo suo: è proprio lui, infatti, a comandare agli alligatori di aggredire i lavoranti delle piantagioni. Un’altra eccezionale facoltà che Kabagi possiede è la chiaroveggenza: ad esempio, nel n. 331, egli dimostra non solo di conoscere in anticipo l’esito fallimentare del primo tentativo della setta di uccidere i quattro pards, ma, quando Sammy (l’unico scagnozzo di Manbela che è riuscito a sfuggire ai Nostri) viene sottoposto al giudizio del Grande Alligatore – che consiste nell’attraversare, bendati, il ponte del villaggio - sa già che questi verrà punito. Sammy infatti, dopo essere giunto a metà del percorso, mette il piede su una delle assi truccate del ponte e precipita in acqua, dove viene subito divorato dai famelici alligatori.

L’incredibile trasformazione di Kabagi - TEX 332, p. 66

Trasformatosi in alligatore, Kabagi chiama a sé i suoi simili - TEX 332, p. 68


Il prodigio più impressionante di Kabagi, però, ha luogo davanti ai pards, in quella che è una delle scene più memorabili dell’intera avventura. In essa, i Nostri assaltano il villaggio del Grande Alligatore, sbaragliando i guerrieri della setta e uccidendo Manbela. In una delle capanne, TEX trova dei fogli scritti a mano da Pierre de La Rochelle (che era stato ospitato nel villaggio e portato via da Stingo), il quale parla di Kabagi e dei suoi straordinari poteri, tra cui comandare gli alligatori e trasformarsi egli stesso in uno di questi rettili. Dopo aver dato fuoco al villaggio, i quattro stanno per andarsene quando CARSON nota, vicino allo stagno, un vecchio che li sta fissando. Essendo certi che si tratta di Kabagi, i Nostri si dirigono verso di lui (quella specie di spaventapasseri lo definisce TEX) per chiedergli informazioni su de La Rochelle. Prima però che i pards gli si avvicinino, Kabagi si siede a terra e, davanti agli occhi sbalorditi e increduli dei quattro, si trasforma in alligatore. Dammi un pizzicotto, Tex! Forse sto sognando!, esclama CARSON. Ti sbagli, vecchio mio… - gli risponde TEXSiamo tutti svegli come grilli!. Incerto se si tratti di realtà o di un’illusione, una stregoneria come quelle di Mefisto, CARSON sta per sparare all’alligatore, ma proprio in quel momento esso s’immerge nello stagno e chiama a sé gli altri alligatori, guidandoli all’attacco dei pards. Poiché i loro mostruosi avversari sono troppo numerosi, TEX e compagni fuggono e, attraversata una parte dello stagno, salgono su una delle piroghe della setta. Non riescono però a distanziare i loro inseguitori, ai quali si aggiungono via via altri alligatori. Mentre i due KIT e CARSON sono impegnati a pagaiare, TEX inizia a sfoltire – a colpi di winchester - le file dei rettili, ma questi non mollano l’inseguimento e si avvicinano sempre di più.

Gli alligatori inseguono i quattro pards - TEX 332, p. 70

Fortunatamente, l’arrivo – in canoa - di Mac Kennet cambia le cose: lo sceriffo ha infatti portato con sé un pacchetto di dinamite, grazie alla quale TEX fa letteralmente strage degli alligatori. Alla fine, i pochi rettili superstiti – tra i quali non sappiamo se vi sia pure Kabagi - battono in ritirata. Nel prosieguo della storia, TEX scoprirà che Stingo – il quale aveva finto di essere rimasto ucciso durante lo scontro, nella palude, tra i pards e i guerrieri di Manbela – non soltanto è vivo e vegeto, ma è appunto l’organizzatore del complotto ai danni di Julien de La Rochelle e ha portato segretamente sulla nave di questi, il Nantucket, suo fratello Pierre. Stingo, inoltre, ha in mente di uccidere Julien, ma quando si accingerà a farlo, cadrà nella trappola preparatagli da TEX e morirà nel tentativo di sfuggire all’arresto. Il povero Pierre, invece, ritornerà in manicomio.

Usando la dinamite, TEX fa strage degli alligatori - TEX 332, p. 84

Tex n. 332, giugno 1988. Disegno di Galep


Curiosità: A p. 74 del libro-intervista di Roberto Guarino Tex secondo Nizzi (Allagalla editore, 2012), lo sceneggiatore commenta così la storia: L’ho scritta ispirandomi alle atmosfere mefitiche delle paludi della Louisiana, già descritte in precedenti storie del vecchio Bonelli, almeno una delle quali disegnata da Fusco [Il clan dei cubani (nn. 229-232), nda], e siccome questa storia era destinata a lui sapevo che sarebbe finita in buone mani. Doveva essere una storia di avventura e di mistero, con un pizzico di magia, un po’ africana per via della giungla, dei canneti, della tribù di guerrieri neri, del villaggio su palafitte, dei caimani. Sergio [Bonelli figlio ovviamente, nda] criticò la trasformazione del cattivo in caimano (che non si capisce se avvenga davvero o se sia solo una “visione”). Premesso che i rettili dell’avventura non sono caimani ma, per l’appunto, alligatori, non è chiaro, nelle parole sopra riportate, se sia Kabagi il cattivo cui Nizzi si riferisce, o se sia invece Stingo, il quale - in una sequenza narrata in flashback e ambientata, di notte, nella villa di Julien de La Rochelle (n. 331, pp. 31-34) – pare trasformarsi in alligatore, o meglio: riprende le sembianze umane dopo essersi trasformato in un alligatore parlante e aver, a causa di ciò, fatto svenire il suo padrone. Ora, per quanto riguarda Kabagi, la sua trasformazione non è affatto una visione, ma avviene veramente.

Una coppia di alligatori della Louisiana

Locandina del film Uomini coccodrillo (Roy Del Ruth, 1959)


Quella di Stingo, invece, deve essere per forza un’allucinazione o qualcosa del genere, altrimenti costituirebbe un’enorme incongruenza: come può, infatti, il suddetto personaggio trasformarsi in alligatore - per giunta, un alligatore parlante - se non possiede i poteri di Kabagi? Pertanto, comprendiamo benissimo le critiche di Sergio Bonelli, sebbene la scena in questione possieda un’intrigante atmosfera horror, così come quella, contenuta nelle pagine seguenti, in cui de La Rochelle, svegliato a notte fonda da uno strano rumore proveniente dalla soffitta, va a controllare e scopre, sul pavimento, le tipiche impronte di un alligatore, ancora umide dell’acqua e del fango delle paludi. Una sequenza vagamente simile è presente nel film Uomini coccodrillo (Roy Del Ruth, 1959), il cui titolo originale è The Alligator People, cioè Il Popolo dell’Alligatore: al pari della storia texiana, infatti, esso è ambientato nelle paludi della Louisiana e vi compare un uomo trasformatosi in alligatore. Tuttavia, questa trasformazione non è frutto, come nel caso di Kabagi, di poteri magici, bensì di allucinanti esperimenti scientifici.


Max Capalbo


N.B. Trovate i link alle altre lettere di The Dark Side of Tex andando sul Navigatore

2 commenti:

  1. "[...] hanno ricevuto in diretta i complimenti di uno dei curatori del sito Internet della SBE, Davide Pettani!"
    Non lo sapevo, ma la cosa mi fa, ovviamente, molto piacere. Ringrazio Davide Pettani.

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  2. Voglio ringraziare anche il curatore della pagina facebook ufficiale di Tex (che credo sia Mauro Boselli), il quale poche ore fa ha segnalato la lettera G del dizionario texiano.
    Ora ho capito perché la suddetta lettera, pur essendo stata pubblicata giorni fa, è balzata solo ora ai primi posti della nostra top ten settimanale.

    RispondiElimina

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