a cura di Franco Lana
Guido "Silver" Silvestri - padre di Lupo Alberto e uno dei maggiori artisti internazionali del fumetto - è da sempre un grande amico di noi fanzinari piovuti da Collezionare e Dime Press. In particolare, uno dei curatori di questo blog bonelliano (il Manetti) ha collaborato per oltre un anno, fra il 1993 e il 1994, al mensile Cattivik edito da Macchia Nera, redigendo rubriche umoristiche del tutto fuori di testa - e divertendosi un sacco nel farlo! Non si contano poi le sceneggiature di Moreno Burattini per il celebre e buffissimo criminale urbano silveriano. È dunque con doppio estremo piacere e orgoglio che ospitiamo questa intervista sulle nostre colonne! (s.c. & f.m.)
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Guido Silvestri, in arte Silver! |
DIME WEB - Gentile
Guido, il suo lupo gode ormai di una popolarità inarrestabile. Qual
è, secondo lei, il segreto di tale longevità?
SILVER - In
parte credo perché si tratta di personaggio “alla portata di
tutti”, che parla un linguaggio trasversale, molto efficace nel
veicolare certi contenuti perché ha diversi livelli di lettura ed è
adatto a ogni età. Non a caso piace ai bambini, agli adolescenti e
alle persone più grandi. Il motivo? C’è il disegno che attrae
maggiormente i bambini, ci sono poi i contenuti diretti a un pubblico
più maturo: ecco che parla a svariate sensibilità.
E
poi, così almeno mi riferiscono i fan, per quel processo di
immedesimazione che ci fa sentire tutti un po’ Lupo Alberto. Uno
tranquillo, simpatico, spiritoso, onesto, con un forte senso
dell'amicizia e della solidarietà, assolutamente pacifico e
pacifista e per questo, nella sua eterna sfida con l'irascibile Mosè,
predestinato allo scontro e condannato alla sconfitta. Un lupo
anomalo, dunque, ma anche un po’ ironico, uno al quale poi un po'
tutti assomigliamo; anche lui, come noi, è perseguitato da piccoli
timori, sottili incertezze, e come in chiunque, anche in Alberto c'è
un pizzico di nevrosi. E poi c’è la fattoria McKenzie che, per
quanto “zeppa di trappole” (o forse proprio perché zeppa di
trappole) è un microcosmo dove è possibile ritrovare anche tutti
gli altri tipi… umani.
Ultima
- ma non ultima - componente del “segreto”, direi che è la
capacità del Lupo di trasformarsi in diario, zaino, boxer, ciabatta,
peluche… e oltre.
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La stanza di Lupo Alberto |
DW - Silver
attualmente legge fumetti? Quali sono i suoi personaggi preferiti
S - Più
che preferito, direi che c’è un fumetto che “ruberei”, e mi
riferisco ai Simpson. Sono quanto di più innovativo e allo stesso
tempo di “naturalmente conseguente” a quanto era stato fatto
prima, da lasciare sbalorditi per il fatto che ci sia arrivato
soltanto Matt Groening, appena venticinque anni fa. È un compendio
di tutto quello che ho amato e a cui mi sono formato anch’io, negli
anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta. Ma alla sintesi perfetta
c’è arrivato lui. Grande Matt.
DW - Come
vede l’attuale situazione fumettistica italiana? I fumetti
sopravvivranno?
S - C’è
ogni tanto qualcuno che tenta di dare per morto il fumetto,
scambiando il fumetto per la sua diffusione. È vero che oggi la
distribuzione in edicola, per fare un esempio, è sempre più
penalizzante, ma non è un problema legato al “genere” fumetto; è
un problema strutturale del “mezzo” edicola. Quello del fumetto,
al contrario, è un linguaggio sempre più vitale e sempre più
utilizzato nella comunicazione. E il web, i tablet, così come i
videogiochi, si pongono come i nuovi naturali approdi di questo
linguaggio. Personalmente non osanno né demonizzo a priori uno
strumento piuttosto che un altro - Lupo Alberto ha una tana anche in Facebook - cerco solo di non snaturare i miei personaggi quando li
“adeguo” al mezzo.
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Lupo Alberto, Enrico la Talpa e... Tex! |
DW - Ci
può dare qualche anticipazione sul suo futuro fumettistico? Che cosa
bolle in pentola?
S - Escluso
Sanremo, dove è chiaro ormai che non mi faranno cantare, almeno non
nell’immediato futuro, quella della pentola che bolle non è male…
sì, sarà banale di questi tempi, ma potrei sempre fare il cuoco...
DW - Il
più bel complimento ricevuto nella sua carriera?
S - Quello
che mi sento ripetere spesso, niente di trascendentale, nessun rullo
di tamburo, semplicemente “… lo sai, io sono cresciuto a pane e
Lupo Alberto…”. È o non è una soddisfazione essere stato il
companatico di qualche generazione?
a cura di Franco Lana
N.B. Trovate i link agli altri incontri con gli autori e alle novità bonelliane su Interviste & News!
Il Lupo è stato un lungo compagno della mia "ragazzaggine" , già mi divertiva nella sua protoforma su Eureka, ma nel suo albo personale ha dato il massimo. Per un periodo è stato il "Topolino" degli adolescenti ed adulti e la sua immagine iconica è ormai parte dell'immaginario collettivo. A volte penso, che adesso, visto che non esistono più fumetti per bambini tranne il sorcio yankee, l'unico in grado di competere, con storie studiate per quel pubblico specifico, sarebbe proprio il Lupo. Due vite parallele, L'Alberto classico per noi adulti e un Baby Alberto per i bambini. Io spenderei più volentieri i miei dindi investiti nella cultura fumettistica della mia deliziosa bambina per un personaggio "tutto italiano" che per l'invasore Disney che ci ha rubato gli autori migliori. Grande Silver!
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