giovedì 6 novembre 2014

THE DARK SIDE OF TEX! "L": "LOA" E "LOUISE"!

di Massimo Capalbo

Procediamo a ritmo serrato con la pubblicazione di The Dark Side of Tex, l'enciclopedia dei mostri affrontati dal Ranger che Max Capalbo sta scrivendo per Dime Web: i tre nostri dizionari bonelliani (Mister No, Zagor e Tex) si stanno così portando sullo stesso "livello" di lettere affrontate! Le immagini di corredo sono tutte scelte dallo stesso Max, eccetto le tre introduttive, pescate in Rete dalla redazione, ancora una volta fra i magnifici capolavori di Pasquale Frisenda. Prima di lasciarvi alla lettura delle due illustratissime e "impressionanti" voci (con l'importante figura di Loa, dall'universo di Yama e Mefisto, prossimamente di nuovo sulle pagine di Tex grazie a Civitelli), vogliamo qui ringraziare Mauro Boselli (che ci ha personalmente porto i suoi complimenti per i nostri lavori a Lucca Comics) per aver citato questo vocabolario sulla neonata pagina Facebook dedicata a Willer! (s.c. & f.m.)



LEGENDA 
  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSONTIGER JACKKIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex). 
  • Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUANSVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
  • Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICEEL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo. 
Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268).



Nota sui collegamenti ipertestuali

The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione. I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché! Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse. Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento. Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!




 
L
LOA
LOUISE

LOA

Una bellissima e astuta mambo, cioè una sacerdotessa VUDU, che è apparsa in ben quattro storie: Terrore sulla savana (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 93-95); Il figlio di Mefisto (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 125-128); Il ritorno di Yama (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 162-164); Mefisto! (C. Nizzi [sog.&scen.] – C. Villa [dis.], nn. 501-504). In Terrore sulla savana, come abbiamo già scritto nella voce BARON SAMEDI, Loa e suo padre OTAMI assecondano la pazzia del barone e, con l’aiuto di Dambo, riescono a far evadere lui e MEFISTO dal manicomio di Flagstaff. Oltre che alleata, la conturbante haitiana è, molto probabilmente, anche l’amante di BARON SAMEDI, ma ciò non le impedisce di tradire la sua fiducia e di abbandonarlo al suo destino nel drammatico finale della storia. Assieme a OTAMI, infatti, Loa fugge dal castello del barone (cannoneggiato dai soldati di Fort Myers), non prima però di aver rubato i diamanti del tempio sotterraneo.

Tex n. 93, luglio 1968. Disegno di Galep
Loa e Baron Samedi – TEX 93, p. 73

Tex n. 94, agosto 1968. Disegno di Galep


Tuttavia, la fuga dei due dura poco, giacché, nella palude, i Seminole sbarrano loro la strada: OTAMI viene ucciso, mentre Loa è fatta prigioniera. Alzati, squaw! Yampas ti lascia la vita, ma d’ora in poi tu vivrai nella sua capanna e gli accenderai il fuoco e sarai sua schiava!, le dice il capo degli indiani. Pazzo e stolto. Hai pronunciato la tua sentenza di morte!, pensa Loa, la quale poco prima ha giurato a suo padre che lo vendicherà. Ne Il figlio di Mefisto, la mambo, aiutata da YAMA, scappa dal villaggio Seminole e si rifugia, assieme al negromante, nelle rovine del castello di BARON SAMEDI. Decisa a mantenere la promessa fatta al padre morente, nonché a vendicarsi della condizione di schiavitù in cui l’ha tenuta Yampas (sebbene questi, negli ultimi tempi, la trattasse come la sua squaw preferita), Loa unisce i suoi poteri a quelli del figlio di MEFISTO per colpire a distanza l’odiato sakem. Dopo aver fallito una prima volta a causa dell’intervento di HO-YAN, ma soprattutto dell’inesperienza di YAMA (che, vedendola agitarsi e gemere durante il rito magico, la sveglia, spezzando l’incantesimo), la mambo riesce a uccidere Yampas al secondo tentativo. E’ davvero diabolica la trappola architettata da Loa e YAMA ai danni del sakem e dello stesso HO-YAN. Due guerrieri Seminole raccontano a Yampas e allo stregone di aver visto la mambo percorrere, a bordo di una canoa, il piccolo fiume che scorre a poche miglia dal villaggio, per approdare poi all’Isola degli Aironi, dove sorge una capanna circondata da pali-totem.

Loa viene catturata da Yampas – TEX 95, p. 32
Tex n. 125, marzo 1971. Disegno di Galep
Loa e Yama – TEX 125, p. 54


Ignari che è stata proprio la mambo a farsi volutamente scoprire dai suddetti guerrieri, proiettando a distanza – grazie a YAMA - la sua immagine, Yampas e HO-YAN, accompagnati da altri quattro Seminole (tra cui i due che hanno visto la fuggitiva), arrivano, poco prima del tramonto, nei pressi dell’isolotto e attendono che Loa torni a farsi viva. Contemporaneamente, nel tempio sotterraneo del castello, YAMA osserva i Seminole attraverso la grande sfera di cristallo appartenuta a MEFISTO. Scesa la notte, il negromante getta in un bacile una manciata di grani nerastri e ordina a Loa di gettare in un altro bacile, intorno al quale essa ha tracciato un cerchio magico, una pietra nera. In quel medesimo istante, la falsa Loa ricompare sul fiume e, spiata da Yampas e gli altri, raggiunge l’Isola degli Aironi e vi accende un fuoco. Decisi a non farsi sfuggire la mambo, i Seminole salgono sulle loro canoe e si dirigono verso l’isolotto, mentre, nel tempio sotterraneo, la vera Loa – dopo aver invocato Simbi, il dio VUDU dei fiumi e delle sorgenti - immerge le mani nell’acqua del bacile, materializzandosi nel fiume. Quando i Seminole hanno quasi raggiunto l’isolotto, la falsa Loa si gira verso di essi e rivela un volto spaventoso. Nello stesso tempo, l’autentica Loa, sempre immersa nel fiume, si mostra al sakem: Cercavi me, Yampas? […] – gli dice la donna - Vieni, cane Seminole!... E’ già pronto un posto per te, nel regno di Simbi!.

Tex n. 126, aprile 1971. Disegno di Galep
Yampas viene strangolato da Loa, materializzatasi nel fiume – TEX 126, p. 28

Tex n. 127, maggio 1971. Disegno di Galep


Prima che Yampas e gli altri possano riaversi dalla sorpresa, due enormi e mostruose mani sbucano dall’acqua e, afferrata la canoa, la rovesciano. Il sakem finisce sott’acqua, dove viene strangolato dalla mambo, mentre il guerriero che era assieme a lui e ad HO-YAN sulla canoa, finisce vittima degli alligatori, dopodiché la capanna dell’isolotto prende fuoco. Il terribile colpo inferto ai Seminole non esaurisce la sete di vendetta di Loa, la quale dice infatti a YAMA: La morte di Yampas non è stata che una piccola goccia che ha lasciato le mie labbra aride come prima. La mambo - a cui l’ormai esperto YAMA ha insegnato molte cose, tra cui la capacità di suscitare visioni attraverso l’ipnosi (si pensi alla scena in cui fa vedere al nero Thomas un groviglio di serpenti nel baule che contiene il tesoro del tempio) - vuole farla pagare non solo al resto della tribù, a cominciare da HO-YAN, ma anche ai soldati di Fort Myers e ai quattro pards, gli uni e gli altri responsabili della morte di Dambo e dei suoi guerrieri.


Tex n. 128, giugno 1971. Disegno di Galep

Un cattivo presagio per la mambo - TEX 128, p. 27

Loa viene immobilizzata dai suoi ex alleati vuduisti – TEX 128, p. 30


Nel prosieguo della storia, Loa - che stringe alleanza con i vuduisti di Tampa e si trasferisce con YAMA a bordo di un veliero - è protagonista di due memorabili sequenze: nella prima, la Figlia del Serpente (così si definisce la mambo) assiste il negromante durante il pericoloso rito attraverso il quale costui scende nei Mondi Pietrificati per scoprire in che modo TEX e compagni sono riusciti, sul battello che li conduce a Tampa, a neutralizzare i suoi poteri; nella seconda, essa tenta di eliminare a distanza TEX e CARSON – ospitati assieme agli altri pards a Fort Meade -, facendo risorgere, attraverso un wanga (il tipico feticcio VUDU a forma di pupazzo) fabbricato da lei medesima, il defunto Aron, un nero che lavorava nel suddetto forte. Lo ZOMBI viene però ucciso da TEX, e Loa, che si trova sul veliero con YAMA, dice a quest’ultimo: Quell’uomo comincia a farmi paura. E’ una paura ben motivata, visto che il ranger e i suoi pards non solo escono vincitori dallo scontro, nelle paludi, con gli alleati vuduisti della mambo, ma scampano pure alla trappola ordita da YAMA, uscendo incolumi dal tempio sotterraneo. Assieme ai Nostri si salva pure il già menzionato Thomas, il quale, desideroso di vendicarsi di YAMA – che, usandolo come esca per intrappolare i pards, lo aveva in pratica condannato a morte –, non esita ad allearsi con TEX.


Tex n. 162, aprile 1974. Disegno di Galep



Poiché il ranger vuole Loa e il negromante vivi, Thomas, una volta calato il buio, raggiunge con una barca il veliero, e, dopo aver informato i suoi compagni del tradimento subito, propone loro di catturare YAMA e la Signora dei Serpenti per consegnarli ai pards. Messa in allarme da una serie di cattivi presagi, Loa esce dalla sua cabina per avvertire YAMA (che sta dormendo), ma viene subito immobilizzata dai neri, i quali poi fanno lo stesso con il suo alleato. Destino vuole, però, che la mambo e il negromante non finiscano nelle mani dei Nostri: l’ignaro Thomas, infatti, getta in mare la sfera di cristallo di YAMA, che, essendo un oggetto magico, fa scatenare in breve tempo una terribile tempesta. Enormi onde, accompagnate da un fortissimo vento, si abbattono sul veliero, trascinandolo al largo. TEX, che dalla costa assiste con i suoi pards al tremendo spettacolo, è convinto che tanto il negromante quanto Loa siano ormai condannati, ma si sbaglia. Ne Il ritorno di Yama – precisamente nel flashback iniziale di questa storia, che si ricollega direttamente al finale de Il figlio di Mefisto – vediamo che dei sette neri (compreso Thomas) presenti sul veliero, ne sono rimasti solo due, i quali, incapaci di governare la nave, liberano Loa e YAMA con la speranza che essi, usando i loro poteri, riescano a fermare la tempesta.


 
Appena liberata, Loa si vendica di uno dei neri che l’avevano tradita – TEX 162, p. 36

Loa scompare in mare, maledicendo Yama - TEX 162, p. 38


Appena liberata, la vendicativa Loa afferra un pezzo di legno e colpisce uno dei neri (l’altro è stato appena travolto da un’onda), facendolo precipitare in mare. Anch’essa, però, finisce in acqua poco dopo, perché colpita in testa dal bozzello di uno dei pennoni. Loa chiede aiuto a YAMA, ma questi, tenendosi aggrappato all’altro pennone, le risponde: Chiedilo al tuo Serpente!... Io non posso muovere un dito per te!. La mambo maledice il negromante, per poi essere inghiottita dai flutti. Sembra davvero finita per Loa, ma in Mefisto! scopriamo invece che essa è riuscita a salvarsi, e vive, protetta dai vuduisti, a Tampa. Lily Dickart, la sorella di MEFISTO, e suo marito Boris si mettono in contatto con la mambo affinché li conduca nei sotterranei del castello di BARON SAMEDI, dove si trovano i resti del grande nemico di TEX. Dietro un lauto compenso, Loa accompagna Lily e Boris, assieme ai quali vi è pure il medium indiano Narbas, nel sinistro luogo. Qui, evocato da Narbas, MEFISTO – il cui spirito è confinato da anni nel Regno delle Ombre – riesce a tornare materialmente nel nostro mondo (per i particolari rimandiamo alla voce dedicata al negromante), e, dopo aver riabbracciato sua sorella e fatto conoscenza con Boris, si avvicina a Loa dicendole di aver ormai dimenticato il brutto scherzo che lei e suo padre gli giocarono, ossia il furto dei diamanti, e quindi di non serbare più alcun rancore nei suoi confronti. Che ne farai di lei? […] La porterai con te?, chiede, qualche pagina dopo, Lily a MEFISTO, e questi risponde: No, Loa potrà andare libera per la sua strada. Questa volta non mi serve. Infatti, la bella mambo esce di scena, e non sappiamo se in futuro incrocerà nuovamente la strada dei quattro pards. 

Tex n. 501, luglio 2002. Disegno di Villa
Loa racconta a Lily Dickart come riuscì a salvarsi dopo il naufragio del veliero maledetto - TEX 501, p. 91

Loa ritrova, dopo tanti anni, Mefisto – TEX 502, p. 12

 
Curiosità: Loa, come ogni mambo che si rispetti, è una nera. Di questo troviamo conferma in diversi momenti di Terrore sulla savana e Il figlio di Mefisto: basti solo citare, ad esempio, la frase pronunciata, nella seconda avventura, da HO-YAN quando Yampas lo informa della fuga di Loa: Il cuore di quella donna è più nero della sua pelle. Stranamente, però, nelle suddette storie Galep non ha disegnato la mambo come una donna di colore, anzi: se escludiamo le labbra, i suoi tratti somatici sembrano piùttosto quelli di una pellerossa. Più verosimile, invece, il modo in cui l’ha disegnata Villa in Mefisto!: qui, in effetti, il colore della pelle e i lineamenti di Loa sono senza dubbio quelli di una tipica donna haitiana. Insomma, la Loa di Galep e quella di Villa sembrano, graficamente, due personaggi differenti. A nostro avviso, però, la prima Loa è più affascinante e sensuale di quella villiana, e ciò – sia chiaro - indipendentemente dal colore della pelle. Oltre che per l’aspetto e l’eccezionale carisma, Loa è degna di nota anche per il significativo nome che GL le ha dato. I loa, parola di origine africana che significa spirito, sono infatti le divinità VUDU. Essi, come si legge nell’interessante Guida a vudu e macumba allegata al primo Speciale Mister No , si distinguono generalmente in loa rada o loa dolci e loa petro o loa amari: i primi - più antichi - sono giusti e benevoli, anche se possono castigare severamente il fedele che non adempie ai suoi obblighi; i secondi – più recenti – sono spietati e aggressivi, e vengono perciò invocati nei riti di magia nera. 

 
Una mambo haitiana traccia un vevé (disegno simbolico di un dio) nel corso di una cerimonia vudu

Il vevé di Simbi, la divinità acquatica invocata da Loa per uccidere Yampas

Erzili-yé-rouge, alter ego petro della dea Erzili (olio su tela dell’artista losangelina Saundra Elise Ziyatdinova)


LOUISE

Compare in Tex contro Yama (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 265-268) ed è anch’essa, come LOA, una mambo. Tuttavia, il suo aspetto – come si può vedere già nell’incisiva copertina del n. 266, intitolato per l’appunto La strega - è assai meno piacevole: Louise, infatti, è un’orribile vecchia, una megera ancora più brutta di ZHENDA. A lei si rivolge Tahami, capo dei vuduisti di Tampa e alleato di YAMA, per togliere di mezzo TEX. Un uomo di Tahami, il cameriere dell’Hotel Sarasota Andreas, porta a Louise – che vive in una capanna alla periferia di Tampa, con la sola compagnia di un enorme e spaventoso ragno – una ciocca di capelli del ranger, che egli stesso ha tagliato al Nostro, dopo aver narcotizzato lui e i suoi pards. Con questa ciocca, della cera e altri materiali, la mambo fabbrica un wanga, che riveste poi con un piccolo camiciotto sul quale traccia dei segni magici. Trafiggendo la statuina con uno spillone, Louise procura al Nostro delle fitte dolorosissime: il suo preciso intento è tormentare giorno per giorno TEX fino a che questi non dovrà implorare di finire presto nella pace di una tomba!. Per fortuna del ranger, TIGER JACK capisce subito che l’eroe è vittima di un sortilegio: tempo prima, infatti, egli aveva sentito parlare di uno stregone Hopi che colpiva le sue vittime servendosi delle kacinas, le tradizionali bambole rituali.


Tex n. 226, dicembre 1982. Disegno di Galep
Andreas entra nella sinistra capanna di Louise – TEX 266, p. 48

 
Si diceva che quel vecchio stregone – racconta il Navajo a TEX e agli altri pards – sapesse non solo fare guarire un ammalato, ma anche storpiare o uccidere una persona, pungendo con uno spillone una kacina” che egli modellava come simbolo della persona che gli veniva indicata da guarire o da uccidere. Inizialmente scettico, TEX non tarda a convincersi che TIGER ha visto giusto, e intuisce che le misteriose fitte sono collegate a quanto accadutogli al Sarasota. Ritornato all’albergo, il ranger pesta Andreas, costringendo costui a confessare e quindi a condurre lui e i suoi pards alla capanna di Louise. Sebbene i Nostri – accompagnati dallo sceriffo di Tampa - avanzino in silenzio, il ragno della strega sente il pericolo e avverte la sua padrona, che si affaccia alla soglia della capanna e vede i pards. Avendo capito di chi si tratta, Louise afferra subito un coltello con l’intenzione di trafiggere il wanga e uccidere, così, TEX all’istante. Questi però, con un preciso colpo di pistola, le fa saltare l’arma dalle mani. La strega indietreggia e cade a terra, ma poi si rialza e cerca di riagguantare il coltello. TEX glielo impedisce, bloccando rapidamente la sua mossa con il piede. Il diabolico ragno, allora, cala sul wanga per morderlo, ma, prima che possa toccarlo, TIGER lo uccide con il suo pugnale. Poiché Louise, nonostante le minacce del ranger, rifiuta di dire a questi come annullare il sortilegio, è nuovamente TIGER a risolvere il problema.

L’enorme ragno di Louise terrorizza Andreas – TEX 266, p. 49

Louise fabbrica il wanga contro Tex – TEX 266, p. 50


Seguendo le istruzioni del suo pard, TEX stacca la ciocca attaccata al wanga e se la infila nel taschino della camicia, poi stacca i pezzi che formano la sinistra bambolina e fa cadere ciascuno di essi nelle buche scavate da TIGER stesso nel terreno della capanna, ricoprendole infine tutte con le sue mani. Terminata l’operazione, il ranger dà fuoco alla capanna e libera la strega, che si trascina subito verso la vicina foresta, dove però un serpente corallo la morde alla caviglia. TEX, accorso con i pards e lo sceriffo, uccide il micidiale rettile, ma per la mambo non resta nulla da fare. Diavolo! Non la rimpiangeremo di certo., dice KIT CARSON osservando il corpo senza vita della megera. 

La perfida mambo trafigge la statuina con uno spillone, provocando una terribile fitta a Tex – TEX 266, p. 54

Con la sua infallibile mira, Tex riesce a fermare in tempo Louise – TEX 266, p. 68

 
Brutta quanto malvagia, Louise è tra i più inquietanti villains femminili della saga. A farsi ricordare è anche il suo fedele ragno, un animale da incubo, dotato di un’intelligenza luciferina, come dimostrano sia la scena in cui sveglia la strega - toccandole la fronte con le zampe - per avvertirla dell’imminente pericolo rappresentato dai pards, sia il tentativo in extremis di uccidere TEX, mordendo con i suoi grossi uncini veleniferi la statuina. Significativa inoltre, nonché divertente, la sequenza in cui il ragno – che Louise tratta con affetto, chiamandolo addirittura agnellino – afferra tra le sue zampe la ciocca di capelli di TEX dalla mano di Andreas, il quale, un istante dopo, fugge via terrorizzato. Degni di menzione, infine, la sinistra capanna di Louise, in particolare i due pali – formati da teschi umani posti uno sull’altro – a cui è appesa l’amaca della megera, e l’altare dove essa fabbrica il wanga.

Tex uccide il serpente corallo che ha morsicato Louise, ma la strega è comunque condannata – TEX 266, p. 77

La vecchia strega in cui si trasforma la Regina Cattiva nel capolavoro disneyano Biancaneve e i sette nani (1937) - © Disney

 
Curiosità: E’ interessante notare come l’aspetto della perfida Louise non sia quello di una nera - come invece ci si aspetterebbe, essendo costei una mambo -, bensì quello della classica strega europea, la strega delle fiabe (si pensi alla cattiva di Biancaneve e i sette nani) e del cinema horror (per esempio, l’Helena Markos di Suspiria [Dario Argento, 1977]), ovvero una vecchia laida e sdentata, con il naso adunco, i capelli arruffati e le unghie delle mani simili ad artigli. Bisogna dire tuttavia che, pur avendo poca attinenza con il VUDU, la caratterizzazione grafica di Louise è comunque efficacissima e rappresenta indubbiamente uno dei punti di forza del personaggio. Louise e il suo mostruoso ragno sono, a nostro avviso, i cattivi più azzeccati della storia: vincono di gran lunga, infatti, il confronto con il villain principale, lo scialbo YAMA, e il suo braccio destro, il pipistrello ARYMAN

 
Helena Markos, la strega madre di Suspiria (Dario Argento, 1977)

L'inquietante Carrefour (Darby Jones) tiene in mano un wanga nel celebre film di Jacques Tourneur Ho camminato con uno zombie (1943)


Massimo Capalbo


N.B. Trovate i link alle altre lettere di The Dark Side of Tex andando sul Navigatore!

5 commenti:

  1. Ragazzi innanzitutto complimenti. Poi una richiesta. Aggiornate anche l'Atlante di Mister No che sono mesi che è fermo!!!!
    Massimino Fusco

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    1. Carissimo Massimino, l'Atlante di Mister No è in lavorazione sul punto focale dell'intera opera - ovvero la voce "Mister No"! I tre dizionari si stanno affiancando e poi torneranno - più o meno - a procedere insieme!

      Francesco Manetti

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  2. Confermo quanto detto dall'amico Francesco: sto scrivendo la voce "MISTER NO", che è la più lunga - di conseguenza, la più impegnativa - di tutto l'Atlante. Ti tocca quindi pazientare ancora un po', caro Massimino. Grazie per l'attenzione che ci dedichi.

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  3. Bello e affascinante articolo! ^^ Le storie fantastiche di Tex mi prendono sempre un botto! Con la saga di Mefisto e Yama mi ci cognai di brutto! ^^ Belle tutte le avventure! "Il figlio di Mefisto" è una delle più belle storie horror e surreali che abbia letto! ^^

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  4. Grazie, Francesco.
    Considero "Il figlio di Mefisto" la più bella storia del filone fantastico di Tex e una delle più belle in generale.

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