giovedì 14 febbraio 2019

I SOGNI DEI BONELLIANI – REALOADED, DI FERRETTI & PIERI: L’IMPREVEDIBILE RIDICOLEZZA DEL CRESCERE

di Andrea Cantucci

Questo libretto autoprodotto scritto da Filippo Pieri e disegnato da Tommaso Ferretti (di cui ho scritto io la postfazione e quindi non posso far finta di non conoscerli) non è una raccolta di veri e propri fumetti né di aforismi illustrati, ma un volume di strisce di una vignetta con personaggi sempre diversi, di cui si cita una frase in base al ripetitivo schema di un tormentone. Ognuno dichiara quali erano i suoi sogni giovanili, anzi infantili (infatti l’inizio è quasi sempre Da bambino sognavo… o Da bambino volevo… o simili), e con ironici giochi di parole e capovolgimenti, ci dice subito dopo come “da grande” si siano realizzarsi solo in modo molto relativo, ovvero come in realtà non si siano quasi mai avverati per niente… Gli antichi desideri, come succede un po’ a tutti, hanno preso quindi delle forme inattese, spesso deludenti ma non sempre. 




La maggior parte di tali personaggi (definiti Bonelliani in quanto essere lettori dei fumetti Bonelli è in fondo sinonimo di Italiani) non hanno insomma realizzato le loro aspirazioni. Crescendo e invecchiando si sono adattati a fare altro nella vita, ma a giudicare dalle loro espressioni sorridenti non sembrano quasi mai farne un dramma, neanche quando si ritrovano in condizioni quasi disperate. Alcuni invece si sono fatti furbi e, per arricchire, hanno accantonato gli ideali di gioventù per carriere più concrete e qualche volta meno oneste. 
Le prime di questa serie di anomale e sintetiche strip sono nate, un po’ per caso un po’ per necessità, vent’anni fa, nell’ormai remoto 1999, sull’effimero giornale comico fiorentino "Lo Zenzero" in cui curai, benché in modo non ufficiale, i rapporti tra la direzione editoriale e i disegnatori. C’era bisogno di materiale da realizzare in modo rapido ed economico e Filippo si inventò questo semplice e inedito format, il cui primo titolo era “I Sogni dei Fiorentini”, con la complicità di Tommaso che gli fornì i disegni. Scorrendo tre diversi cicli delle strip, nel volumetto se ne ripercorrono e se ne riassumono le tappe successive, dall’arrivo in Internet su "Dime Web" nel 2012, col nuovo titolo “I Sogni dei Bonelliani”, fino alla trasformazione tra il 2015 e il 2018 in una app di Google Play. Questo libretto ne è l’ennesima incarnazione… e non è detto che sia l’ultima. 


In una precedente autoproduzione in albo spillato del 2013 non erano presenti ventisei pagine che qui sono state aggiunte, il ché significa settantotto strisce-vignette in più. Tra queste, le ultime due dozzine di strisce sono inedite, non essendo mai apparse neanche on line, e svelano cos’è successo ad alcuni dei primi personaggi a distanza di qualche anno, in un gioco di scherzosi rimandi interni al volume. Scopriamo così che alcuni hanno ancora lo stesso lavoro, o ne hanno trovato uno, mentre altri hanno cambiato carriera, dando o meno una svolta alla propria vita. Inoltre ci sono anche una dozzina di strisce in cui i personaggi disegnati, in origine in primo piano, sono stati modificati, per lo più allargando l’inquadratura fino alla figura intera.
Tutto l’insieme non ha grandi pretese di chissà quali profondi o cervellotici contenuti, è semplicemente un simpatico divertissement, che come tutti i tormentoni, se anche non strappa proprio fragorose risate ogni volta, riesce comunque a suscitare spesso il sorriso. Ovviamente le strisce-vignette più buffe e riuscite sono quelle con varianti particolarmente inattese, che riescono a giocare col tormentone in modo diverso dal solito. Come nel caso di Bruscolino Bruscolini, di cui non anticipo il destino per non rovinarne la lettura. C’è pure qualche battutina allusiva e polemica rispetto alla scarsa o truffaldina attività di certi impiegati, sia pubblici che privati, che scaturisce dal contrasto tra ciò che i personaggi dichiarano di fare e la qualifica che li definisce in calce alla loro frase. È il caso di Matteo Mattei, presente in due diverse vignette e uno dei pochi che alla fine dichiara d’aver realizzato il suo sogno… ma non come ci si potrebbe aspettare. 



Benché qualche raro personaggio somigli in modo “puramente casuale” a qualche vecchio volto noto, qui non si può parlare di satira, se non per ciò che attiene vagamente al costume e al mondo del lavoro, all’essere o non essere occupati, o precari, o disperati, che sarebbe un tema sociale quanto mai attuale, ma che qui è trattato con incosciente leggerezza, senza troppe complicazioni, in un modo insomma alla portata proprio di tutti. Gli autori paradossalmente, e forse senza neanche farci caso, riescono a essere leggeri nel trattare una delle cose che a tutti riesce più pesante, esser costretti prima o poi a crescere e adattarsi a fare nella vita ciò che non si vuole, rinunciando ad aspirazioni di gioventù che poi si cercano disperatamente di recuperare e tornare a coltivare in età matura, magari dopo la pensione per chi riesce ad arrivarci. 
A ciò si aggiunge l’ulteriore tormentone dei nomi, come si è visto sempre simili ai cognomi. È usanza diffusa in particolare in Toscana e, in queste strisce, residuo ormai irrinunciabile di quando la serie era dedicata ai Fiorentini. Per tagliar corto nella scelta del nome, l’innato spirito di noi Toscani, che si esprime con estro beffardo ma anche poetico, una volta usava spesso appioppare a neonati innocenti nomi che facessero il verso al cognome, o viceversa. Anche il padre del sommo Dante si chiamava Alighiero Alighieri e come dimenticare il compianto attore fiorentino Novello Novelli, che fece da padrino alla presentazione del giornale "Lo Zenzero"? Invece il notissimo comico siciliano Franco Franchi aveva un nome d’arte (quello vero era Francesco Benenato), ma si può star sicuri che in qualcuno dei nostri borghi un tale nome esiste davvero. 

Prova di stampa della cover


In Toscana forse il nome ridondante più comune è Paolo Paoli, di cui tuttora ricorrono spesso anche varianti come Paolo Paolini o Paolo Paoletti. Da noi abbondano pure i Bruno Bruni, i Marco Marchi o i Piero Pieri (per citare anche i parenti dell’autore). Di questi o altri simili non mancano neanche le varianti femminili, mentre un tempo uno dei più tipici e comuni nomi di donna toscani poteva essere Vanna Vannini o Vanna Vanni. Così, avendo bisogno di nomi diversi per ogni personaggio, Filippo ne ha approfittato per divertirsi a inventar nomi ricalcati su ogni cognome possibile, con risultati bizzarri e strampalati quando corrispondono non a nomi comuni ma ad appellativi d’altri tempi, come quelli di vari toscani per lo più d’una certa età (dottori, avvocati e ingegneri così come contadini). Ma essendo un autore coscienzioso e previdente, credo che ogni volta debba andare a controllare che i nomi più originali non esistano sul serio, onde evitare problemi… 
Nomi a parte, uno stile molto simile a questa serie è stato usato non nel settore dei fumetti o dell’umorismo, ma curiosamente in quello della propaganda politica. Infatti una decina d’anni fa gli aderenti a un effimero movimento di sinistra, facente capo a un noto giudice presentatosi alle elezioni, ebbero l’idea di usare (senza chiedere il permesso) tutta una serie di personaggi dei fumetti per pubblicizzare le loro battaglie sociali e il loro simbolo. Gli slogan erano frasi attribuite ognuna a un diverso personaggio, sotto cui si leggeva il nome seguito dall’età e da una qualifica assegnatagli in modo ironico, proprio come ne “I Sogni dei Bonelliani”… 



Una derivazione dall’una all’altra delle due serie di vignette è poco probabile. Quei tag politici (presto diffidati dal proseguire e cancellati per violazione dei copyright) apparvero on line a dieci anni di distanza da “I Sogni dei Fiorentini”, che erano usciti per poco tempo su un giornale diffuso nel solo capoluogo toscano, e qualche anno prima che come “Sogni dei Bonelliani” fossero ripubblicati e proseguiti su Internet. Ma ciò dimostra che, per semplice e senza pretese che sia, o forse proprio per questo, quello di Filippo e Tommaso è un format in perfetta sintonia con le esigenze di brevità imposte dai linguaggi informatici odierni, che potrebbe anche essere riciclato in altre forme o proseguito all’infinito. Infatti sono ormai vent’anni che periodicamente i due continuano imperterriti ad aggiungere nuove strisce. Si riuscirà mai a farli smettere…?





I SOGNI DEI BONELLIANI - RELOADED 
Testi:Filippo Pieri 
Disegni: Tommaso Ferretti 
Prefazione: Francesco Manetti 
Postfazione: Andrea Cantucci 
Formato: 62 pagine in bianco e nero 
Rilegatura: brossurata 
Anno di pubblicazione: 2019 
Prezzo: € 4,99 (edizione cartacea) - € 3,49 (versione in e-book)


Andrea Cantucci


N.B. Trovate i link alle altre novità su Interviste & News, mentre quelli alle storie dei Bonelliani pubblicate su "Dime Web" sono in Cronologie & Index!

Nessun commento:

Posta un commento

I testi e i fumetti di nostra produzione apparsi su Dime Web possono essere pubblicati anche altrove, con la raccomandazione di citare SEMPRE la fonte e gli autori!

Le immagini dei post sono inserite ai soli fini di documentazione, archivio, studio e identificazione e sono Copyright © degli aventi diritto.

Fino al 4 gennaio 2017 tutti i commenti, anche i più critici e anche quelli anonimi, venivano pubblicati AUTOMATICAMENTE: quelli non consoni venivano rimossi solo a posteriori. Speravamo e contavamo, infatti, nella civiltà dei cultori di fumetti, libri, cinema, cartooning, etc.

Poi è arrivato un tale che, facendosi scudo dell'anonimato, ha inviato svariati sfoghi pieni di gravi offese ai due redattori di Dime Web, alla loro integrità morale e alle loro madri...

Abbiamo dunque deciso di moderare in anticipo i vostri commenti e pertanto verranno cestinati:

1) quelli offensivi verso chiunque
2) quelli anonimi

Gli altri verranno pubblicati TUTTI.

Le critiche, anzi, sono ben accette e a ogni segnalazione di errori verrà dato il giusto risalto, procedendo a correzioni e rettifiche.

Grazie!

Saverio Ceri & Francesco Manetti