lunedì 24 settembre 2018

BLOOPERS BONELLIANI 8: LE STORIE... ALTERNATIVE!

di Saverio Ceri & Francesco Manetti


Le Storie 72, settembre 2018 - cover di Aldo Di Gennaro

Sul settantaduesimo albo delle Storiela collana bonelliana che spesso narra vicende in cui la Storia, con la S maiuscola, fa da sfondo o è protagonista - leggiamo di una faida tra gruppi malavitosi che si svolge a cavallo tra l'Europa e l'America Latina, in particolare a Panama durante la costruzione del canale. La storia si dipana tra il 1885 e il 1914, anno in cui i due protagonisti giovani innamorati si ritrovano a Parigi in maniera rocambolesca. Nell'epilogo ambientato nel 1920 a Panama, i due giovani, diventati nel frattempo genitori di una bambina, ritrovano uno degli altri protagonisti della vicenda, Gustavo. Quest'ultimo racconta alla coppia ciò che gli è successo dopo che si erano forzatamente separati nel '14 a Parigi.
Ma qualcosa non torna...



A Panama City, nel 1920 (anno esatto, non in generici "anni Venti")...

...gli amici si ritrovano...
...e Gustavo racconta una strana storia, fatta di fascisti e di resistenza allo scoppio della Prima Guerra Mondiale!

Se abbiamo capito bene la cronologia degli eventi narrati in Come quando fuori piove e se capiamo bene quello che Gustavo dice agli amici ("Sono tornato in Italia, ma la guerra era imminente"), lui è rientrato in Italia da Parigi PRIMA del 23 maggio 1915, quando anche noi dichiarammo guerra, dieci mesi dopo l'inizio ufficiale del conflitto, nel luglio 1914. Bene. Il problema viene subito dopo, quando Gustavo aggiunge: "E a stare con i fascisti proprio non ce l'ho fatta... così ho disertato e sono entrato nella resistenza, finendo di nuovo a Parigi"

Quello che dice Gustavo a noi pare inequivocabile: la guerra era imminente, e il disgusto anti-fascista, la diserzione e l'ingresso nella resistenza (e forse anche il ritorno a Parigi) è tutto avvenuto PRIMA dell'inizio dei combattimenti. Ma ammettiamo di aver capito male il senso monologo e ammettiamo che Gustavo, schifato dai fascisti, abbia disertato e sia entrato nella resistenza POCO DOPO l'entrata in guerra dell'Italia, o comunque DURANTE il conflitto, per poi andare di nuovo in Francia.
Anche sposando questa seconda lettura l'impressione è sempre quella di avere davanti agli occhi un'avventura ambientata in un universo parallelo, in una realtà storica alternativa alla nostra, nella quale il corso degli eventi ha preso una diversa piega.

Infatti:

1) Benito Mussolini avrebbe fondato i Fasci di Combattimento il 23 marzo 1919, in Piazza San Sepolcro a Milano, quasi sei mesi dopo LA FINE della Prima Guerra Mondiale, mentre il Partito Nazionale Fascista (PNF) sarebbe nato solo il 9 novembre del 1921. Vero che, durante tutto il Biennio Rosso (1919 - 1920), i fascisti furono coinvolti in sanguinosi scontri con i socialisti e i sindacalisti, ma la presa del potere fascista sarebbe avvenuta solo nel 1922, dopo la Marcia su Roma del 28 ottobre. Molti dei primi fascisti venivano dal mondo dell'arditismo, ovvero dai "corpi d'elite" tutti bombe & pugnali della Prima Guerra Mondiale, e le cause politiche e geopolitiche della nascita del fascismo sansepolcrista erano proprio da ricercarsi nella delusione (territoriale) del Dopoguerra e nei timori (veri o no che fossero) di una bolscevizzazione, di una sovietizzazione dell'Italia. Dunque, come poteva Gustavo "non farcela a stare con i fascisti" prima che la Grande Guerra fosse finita - o, come sembra di capire dalle sue parole, prima addirittura della belligeranza italiana?

2) Se per resistenza Gustavo intende resistenza al Fascismo, come poteva entrarci nel periodo della Prima Guerra Mondiale, o addirittura prima? La resistenza, secondo il parere unanime degli storici, nasce dopo l'8 settembre 1943, quando l'Italia fu divisa in due dall'Armistizio di Cassibile; al centro-nord gli elementi della resistenza, col sostegno delle forze alleate anglo-americane, combattevano contro i soldati germanici e contro i fascisti repubblicani della RSI. Altrimenti, di quale resistenza parla? Si tratta di "antifascismo generico"? Si ritorna sempre all'ucronia, visto che l'avventura si chiude nel 1920 e non nel 1924 quando, dopo l'assassinio di Matteotti, cominciò a coagularsi e a organizzarsi a livello politico-sociale un certo sentimento antifascista, partendo dall'Aventino. Ma forse si intende renitenza, resistenza alle armi? Pacifismo? Allora Gustavo per un certo periodo avrebbe potuto addirittura trovarsi d'accordo con Mussolini, che fino all'ottobre 1914 era violentemente anti-interventista!  


Foto segnaletica di Mussolini agitatore socialista in Svizzera

Il post poteva anche concludersi qui... sennonché leggiamo che Gabrielli, sulla pagina Facebook della collana, la spiega così a chi sottolineava l'errore storico e la probabile confusione tra le due guerre mondiali:

 “... non c'è confusione tra le due guerre, anche se la terminologia scelta nei vari passaggi di revisione dei testi può risultare, in effetti, fuorviante. Quella a cui si riferisce il Gustavo non è certo la Resistenza, ma la resistenza non armata di opposizione dei molti non interventisti. A parlare è un uomo negli anni '20 che esce da un clima che vede finita da poco l'occupazione delle fabbriche, specialmente a Torino, sulla scia degli avvenimenti della Russia con la vittoria (non ancora consolidata) della Rivoluzione d'Ottobre del '17. Un uomo che in più di un'occasione ha visto degenerare gli scontri tra socialisti con i fascisti in episodi anche sanguinosi. In quegli anni 'Il fascismo usciva fuori dalle mura delle città, e penetrava con la violenza dei manipoli armati nelle campagne, a piegare le leghe dei contadini e braccianti' (Enzo Santarelli Storia del fascismo, Editori Riuniti 1981, vol. I pag. 225) di cui i socialisti erano l'anima politica.”

E dalla redazione aggiungono che:

"I Fasci di combattimento – cioè il movimento fascista – nascono nel marzo del 1919. Lo squadrismo è pienamente operante negli anni 1919-1921 (che si chiudono con la marcia su Roma). Come dice Gabrielli la resistenza di cui si parla non è "la Resistenza", con la maiuscola: è esistita una opposizione antifascista prebellica e molti dei suoi componenti sono andati esuli in Francia"

Non commentiamo la scelta di usare come pezza d'appoggio un titolo Editori Riuniti del 1981; e nemmeno commentiamo le inesattezze sulla Marcia su Roma (1922) e sull'eguaglianza secca tra Fasci di Combattimento e Movimento fascista.  Rimaniamo fermi ai dubbi nati dal monologo di Gustavo, che con tali spiegazioni aumentano invece di dissiparsi. Gabrielli spiega che la "resistenza" di cui si parla nell'albo non è quella del 1943/45, ma quella dei non interventisti. Prendiamo la cosa per buona, anche se è la PRIMA VOLTA che sentiamo usare questa terminologia riferita ai non interventisti. Ma cosa c'entra il fascismo? Gustavo dice infatti di aver DISERTATO, DOPO essere stato disgustato dai fascisti, NON PRIMA. Disertato dall'esercito, no?, per evitare di andare al fronte, per evitare i combattimenti, supponiamo. Si riferisce molto probabilmente al 1915. Meno probabilmente al 1916, al 1917 o al 1918... Ma sicuramente Gustavo diserta PRIMA del 4 novembre 1918, PRIMA degli scontri del Biennio Rosso e PRIMA dell'opposizione antifascista. Altrimenti DA COSA avrebbe disertato? Accostando Gustavo (che era tornato a Parigi BEN PRIMA di essere a Panama City nel 1920) agli esuli antifascisti in Francia, infine, si fa peggio che meglio, visto che si parla di eventi registrabili dalla metà degli anni '20 (da Matteotti e l'Aventino) in poi e non certo nel 1919 o nel 1920, quando i fascisti avevano solo il potere di chi picchiava più forte; e se Gustavo era tornato a Parigi prima della fine della guerra, i fascisti non erano stati nemmeno inventati! Insistiamo: le incongruenze sono tantissime. E, ribadiamo, il 1920 a Panama City c'entra poco con queste, visto che Gustavo, con quei discorsi al passato sui fascisti e sulla resistenza pare riferirsi a eventi precedenti al 1920... A qualcosa accaduto ai confini della realtà!


Saverio Ceri & Francesco Manetti

N.B. trovate i link agli altri Bloopers Bonelliani su Cronologie & Index!

3 commenti:

  1. Ho notato anch'io certe incongruenze storiche. Ma a parte questa pecca ho trovato la trama, almeno vista sotto l'aspetto narrativo e grafico molto intrigante. L'uso della mezzatinta è veramente indovinato, magari su questo tipo di carta non è adeguatamente valorizzato, ma davvero notevole.

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  2. Non ho letto la storia, ma questi disegni raffigurano giovani degli anni '70-'80, mi sembra.

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    1. in effetti anche a livello di abbigliamento, non parrebbe essere il 1920 come indica la didascalia.

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