giovedì 6 febbraio 2014

VIAGGIO NEL CUORE DI TENEBRA. ZAGOR 580, 581 E 582

di Giampiero Belardinelli

Il viaggio sudamericano continua senza sosta, gli scenari si alternano e interagiscono con i personaggi. Gli ambienti del Sud America via via incontrati danno una connotazione decisa alle avventure e, tornando con la mente a ritroso, si percepisce come i luoghi visitati dai nostri due eroi siano caratterizzati con piglio documentativo ma soprattutto con buona intensità emotiva. Il viaggio, quindi, si dipana come un lungo percorso nella realtà sociale di gran parte dell’America Latina: dal Perù al Brasile passando per l’Amazzonia, dal Cile all’Argentina fino ad arrivare alla Patagonia, laggiù dove il mondo finisce... Gli sceneggiatori che si sono alternati, affiancati da disegnatori di grande valore, hanno dato una connotazione matura alle avventure e, anche quando squarci di fantastico hanno illuminato la scena, la realistica caratterizzazione dei personaggi – dai cattivi sanguinari, passando anche per figure più sfumate, a una marcata attenzione all’universo femminile – ha garantito una corposità narrativa non rintracciabile per esempio nel periodo, pur buono, dello Zagor degli anni Ottanta.

Patagonia!


La mia riflessione non è casuale poiché in queste settimane, grazie al successo editoriale di Zagor Collezione Storica a Colori, ho avuto modo ancora una volta di compiere un excursus in quel periodo della serie: da qui, la comparazione è sorta spontanea. Questo è merito, oltre della professionalità degli autori, di una precisa linea narrativa dove ogni particolare viene curato, dalla personalità di Zagor e di Cico alla modernità strutturale delle sceneggiature. Luigi Mignacco, anche qui, ha mostrato la sua personalità di autore e allo stesso tempo ha trovato giovamento nel poter raccontare con ritmi e dialoghi in linea con la miglior fiction contemporanea. Mignacco, quindi, si conferma un autore valido nel lavoro di staffetta e, liberato dal gravoso compito di reggere una serie sulle proprie spalle (com’era accaduto in Mister No), riesce a dare il meglio di sé.
L'episodio ha il pregio di seguire alcune strade parallele, dal filone della saga marinara a quella on the road per via terrestre. Tutti i cliché classici della grande Avventura, quelli su cui Guido Nolitta ha costruito le basi del suo personaggio, vengono utilizzati e piegati da Mignacco alle esigenze della sua storia. Si va dal racconto di mare classico - in cui si fondono echi conradiani - fino al fumettistico, con strizzate d’occhio al Corto Maltese di Hugo Pratt. Tutti quegli archetipi, a partire dal nome stesso del Capitano Herzog, si rincorrono e si sovrappongano. Uno degli intuibili riferimenti sta nell’opera del regista tedesco di origine slava Werner Herzog e in particolare in uno dei suoi film più noti, Aguirre, furore di Dio, pellicola dove guarda caso non mancano suggestioni che rinviano al Cuore di tenebra di Joseph Conrad.


La follia... Herzog (regista, a destra) e Kinski (attore, a sinistra) scherzano sul set di Aguirre, der Zorn Gottes (1972)


Addentrandoci nell’analisi del nostro racconto zagoriano, notiamo come la figura femminile che tormenta il Capitano (Helena) è un simbolo di quel desiderio di possesso tipico dei personaggi tormentati. L’uomo di mare è roso da un opprimente sogno di vendetta e, negli opportuni flashback, lo sceneggiatore mostra lo scontro tra due personaggi guidati da una smisurata sete di potere, in cui la donna amata da entrambi diventa una sorta di totem da adorare. Tradimento, odio, rivalsa, morte e infine, tra le lande della Patagonia, uno dei due trova la pace, mentre l’altro, tra incubi a occhi aperti, percorre fino in fondo la strada che lo condurrà al suo "cuore di tenebra". La storia è in definitiva lo scontro, eterno, del dualismo umano: da una parte il cancro dell’odio e dall’altra una ricerca, quasi francescana, di pace interiore. Mignacco ha costruito una storia in cui alcuni coprotagonisti non sono più quelli che erano un tempo, alla ricerca di una seconda possibilità. Uno di questi personaggi, Leskat, da giovane un arrogante ufficiale della Marina di Sua Maestà Britannica, ora è diventato un carismatico uomo dei Tehuelche: però sa come farsi valere e non esita, incoraggiato da Zagor, a colpire a lunga distanza con la sua carabina il Capitano Herzog, in procinto di sfuggire alla punizione. La sequenza della morte del Capitano ha un sapore ironico e beffardo, con l’unico diamante che scivola a fondo insieme alla sua smisurata ambizione. Mignacco fa emergere, in maniera evidente, il tema della follia etica, nichilista e autodistruttiva; ma, al contrario della pellicola di Herzog, la saga di Zagor è una serie intrisa spesso di un catartico ottimismo, e alcuni personaggi, come l’araba fenice, rinascono dalle proprie nefaste ceneri.


Cuore di tenebra. Monumento a Joseph Conrad (a Gdynia, in Polonia, sul Mar Baltico).

I protagonisti della serie, Zagor e Cico, si muovono in questo ambiente di desolata bellezza con piglio e disinvoltura, mettendo in luce un carisma che Mignacco interpreta con una sciolta calligrafia narrativa. In una sequenza dell’albo La Foresta di Pietra (pp. 69-70), tra l’altro, sembra di intravvedere un omaggio ad alcune pagine del nolittiano Il mio amico Guitar Jim. L’eroe si guadagna la fiducia dei molti personaggi e la sua opera non è ininfluente al riscatto di alcuni marinai della Marilena, capaci di trovare il coraggio per sfuggire al vortice nero in cui erano precipitati. Tra l’altro, nell’avventura seguente di Burattini e Prisco, gli uomini della Marilena si ripresentano sul palcoscenico creando una realistica continuità. Cico, dal canto suo, conferma di essere un personaggio sfaccettato e non soltanto una macchietta come a volte capitava negli anni Ottanta: le sequenze finali del racconto fanno emergere un "pancione" intelligente, la cui fiducia nei confronti dell’amico Zagor si rivela un incoraggiante esempio per gli sfiduciati compagni di sventura. La sua canzoncina finale, costruita con una metrica impeccabile, è il corollario di questo Cico ottimista e solare...
I disegni di Gianni Sedioli mostrano molte tavole di impatto scenico: quelle della Marilena in balia della tempesta; quelle esotiche nei flashback; o ancora quelle suggestive nella Foresta di Pietra. In ultimo, ma non per ultimo, molti primi piani dei personaggi, dalla bella Amakaik ai volti di Zagor e Cico, sono degni di nota. Insomma, un lavoro gradevole in cui la leggibilità è il segno distintivo.


Zagor n. 580, novembre 2013. Disegno di Ferri.


Zagor Gigante 580
(Zenith 631)
SOTTO IL CIELO DEL SUD
Novembre 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Luigi Mignacco
Disegni: Gianni Sedioli
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 581, dicembre 2013. Disegno di Ferri.


Zagor Gigante 581
(Zenith 632)
LA FORESTA DI PIETRA
Dicembre 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Luigi Mignacco
Disegni: Gianni Sedioli
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 582, gennaio 2014. Disegno di Ferri.


Zagor Gigante 582
(Zenith 633)
L’ORA DEL DESTINO
Gennaio 2014
pag. 100, € 2,90
Testi: Luigi Mignacco
Disegni: Gianni Sedioli
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Giampiero Belardinelli


N.B. Trovate le altre recensioni bonelliane andando sul Giorno del Giudizio!

P.S. A proposito di Zagor ci scrive il 3 febbraio 2014 il nostro amico e collaboratore Franco Lana:
Cari Francesco e Saverio, dovrei essere a circa pag. 55 o 56 dello Zagor in edicola! La terra del fuoco, ma qui a Torino esce domani, almeno penso. Mi trovi in una tavola, nelle vesti della sentinella del forte che...viene fatta fuori!! Un graditissimo omaggio di Burattini e Prisco! Ciao, Franco (s.c. & f.m.)

2 commenti:

  1. Bell'articolo, vi segnalo però una piccola imprecisione: la foto di Herzog e Kinski è presa dal set di 'Cobra Verde', non da quello di 'Aguirre furore di Dio' (e a quanto si dice non stavano nemmeno scherzando) :-)

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  2. Ringrazio l'amico Mauro, che avevo invitato a riportare qui la sua segnalazione. Colgo l'occasione per ringraziare coloro che, a partire da Francesco Manetti, hanno gradito e condiviso il mio pezzo. Ringrazio anche coloro che, sul forum SCLS, hanno apprezzato e ringrazio ancor di più gli amici che non hanno condiviso le mie argomentazioni. Il fatto che qualcuno spende il suo tempo per leggere noi amanuensi della critica è comunque una soddisfazione. Inoltre, a chi abbia voglia di commentare e segnalare, faccio l'invito di venire a postare in questa sede. Anche perché, il sottoscritto e i due curatori di Dime Web, capitiamo di rado nei forum...

    P.S. Ho rimosso e poi ripostato il mio intervento perché avevo sbagliato a scrivere l'acronimo SCLS...

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