Disegno di Marco Santucci colorato dall'artista serbo Deki (Dejan Bilokapic). |
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.
- I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
- I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).
- Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).
- Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva).
Prove per Mister No disegnate da Cristiano Spadavecchia (Magico Vento, Brendon) alla fine degli anni '90, come racconta nel suo bel blog personale! |
Cittadella fortificata costruita dagli Inca nel XV secolo nella valle dell’Urubamba (Perù centromeridionale), a un’altezza di oltre 2400 metri. Venne scoperta, nel luglio del 1911, dall’archeologo americano Hiram Bingham, e nel 1983 fu proclamata patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO.
Machu Picchu |
La ragazza viene liberata da MISTER NO, che fa precipitare Trump in un burrone dopo una dura lotta, per poi perdere i sensi. Il pilota si risveglia, diverse ore dopo, nel monastero di Huadquiña (dove lo hanno portato alcuni contadini avvertiti da Alison) e fa la conoscenza di Fratello Rafael, il quale riconosce nella figlia di Perkins la donna del suo incubo. Con l’intento di richiudere il vaso di Pandora, il monaco si unisce ai due quando questi ritornano a MACHU PICCHU. Passano alcuni giorni e, una sera, MISTER NO e Fratello Rafael decidono di esplorare la torre maledetta, seguiti poi da Alison, la quale sembra spinta da una forza arcana. La ragazza, che è in stato di trance, sfiora con le dita un simbolo simile a uno dei disegni di Nazca, facendo aprire una botola. Mentre in superficie il redivivo Trump e alcuni suoi complici fanno prigionieri Perkins, l’assistente Johnson e gli operai; nella torre, MISTER NO e i suoi compagni scendono sempre più in basso, fino a giungere davanti a una porta metallica. Alison pronuncia la frase At’lan e la porta si apre, rivelando un enorme centro elettronico.
Le
spaventose allucinazioni provocate dalla torre scoperta dal professor
Perkins – MNO 95, p. 67
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Mister No n. 96, novembre 1983. Disegno di Ferri. |
Qui, un sofisticato computer, cha parla direttamente al cervello dei tre, informa loro che il luogo in cui si trovano è un laboratorio costruito ventimila anni prima dalla civiltà di At’lan (la mitica Atlantide), scomparsa, assieme a quasi tutta l’umanità, in seguito a una catastrofe nucleare scatenata da un’arma dall’immane potenza, la bomba Armageddon. Prima della suddetta catastrofe, gli scienziati di At’lan si erano riuniti allo scopo di impedire che i loro discendenti cadessero vittime delle armi atlantidee disseminate in vari punti del globo. Quello della torre maledetta è, per l’appunto, uno dei laboratori che custodiscono queste tremende armi, e le allucinazioni sono il sistema di difesa del computer, il mezzo con cui esso cerca di respingere chi si avvicina troppo alla zona proibita. Meu Deus… Perkins aveva ragione! – esclama MISTER NO dopo che il computer ha terminato il suo racconto – Secoli fa, qualche indigeno, discendente degli scampati alla grande catastrofe, riuscì a raggiungere il laboratorio sul picco… …”vide ciò che noi abbiamo visto. E fu preso da un timore superstizioso…” “…E un’intera città sacra venne fondata per idolatrare gli spiriti che abitavano la zona…”. Il pilota e i suoi compagni scoprono nel laboratorio il corpo di una donna identica a Alison, adagiata in una sorta di bara: costei, oltre a essere un’antenata della stessa Alison (e questo spiega perché la ragazza sognasse un’altra sé stessa e provasse la sensazione di aver già vissuto a Machu Picchu), era uno dei tecnici del suddetto centro elettronico. Proprio in quel momento, Trump e tre dei suoi uomini irrompono nel laboratorio aprendo il fuoco. Fratello Rafael viene colpito subito, ma - prima di morire e mentre MISTER NO lotta con Trump – riesce ad uccidere, con la pistola del pilota, gli altri malviventi. Il Nostro scaraventa infine Trump contro il computer, provocando la morte del criminale e mandando la macchina in cortocircuito. Ciò fa esplodere il laboratorio e - dopo che MISTER NO è riuscito a mettersi in salvo con Alison - fa crollare tutta la torre, seppellendo per sempre la pericolosissima arma atlantidea.
Mister
No, frate Rafael e Alison nel laboratorio atlantideo – MNO 96, p.
80
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Il
crollo della torre – MNO 96, p. 92
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La mafia, in particolare quella italoamericana, ha fatto più volte capolino nel corso della lunga saga misternoiana. Come si legge nella storia C’era una volta a New York (M. Colombo [sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], Mister No Maxi n. 2), MISTER NO ha conosciuto questa associazione criminale abbastanza presto, quando era poco più che un bambino e scorrazzava per le strade dell’Upper West Side di Manhattan.
Mister No n. 76, settembre 1981. Disegno di Ferri. |
Il piccolo Jerry Drake era diventato addirittura il figlioccio del boss del quartiere, il carismatico Frankie MESSACANTATA, alla cui voce rimandiamo. Il primo episodio di MISTER NO in cui compare Cosa Nostra - o meglio: un singolo villain appartenente a essa - è Atlantico! (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 24-26), dove il pilota affronta Johnny Mannino alias Johnny COLUMBUS, presidente dell’Atlantic Company nonché ex killer della mafia newyorkese. Tuttavia, la più celebre storia mafiosa della serie è indubbiamente La mafia non perdona (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 76-78), anche se, essendo la vicenda ambientata in Campania, i criminali incontrati da MISTER NO e dall’amico Steve MALLORY – Santorino alias O’ Marinariello e il boss Gaetano Angiolillo – sono camorristi piuttosto che mafiosi propriamente detti. Ad ogni modo, la mafia c’entra lo stesso e in maniera non certo marginale, giacché sull’intera vicenda si staglia la sinistra ombra di Lucky Luciano, il famigerato gangster siculoamericano che, grazie ai suoi contatti con i capi delle più importanti famiglie mafiose, facilitò lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel 1943 (la famosa Operazione Husky).
Il
boss Angiolillo uccide Santorino – MNO 77, p. 10
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La storia, come abbiamo già detto nella voce ITALIA, è imperniata sulla ricerca, da parte di MISTER NO e MALLORY, di una lettera che prova appunto la collaborazione tra la marina americana e Luciano (autore della medesima, assieme a un ufficiale della U.S. Navy), lettera posseduta da Santorino e sulla quale sia l’FBI (per cui lavora Steve) che Angiolillo e altri personaggi vogliono mettere le mani a ogni costo. Attraverso le azzeccate figure di Santorino e Angiolillo, Nolitta mostra il notevole potere che le organizzazioni mafiose sono in grado di raggiungere e la paura che esse incutono nella popolazione. Ad esempio, Angiolillo, nella scena in cui incontra per la prima volta il pilota e Steve, rivela loro di conoscere già la faccenda della lettera di Luciano (che avrebbe dovuto essere top secret) e, vedendoli sorpresi, spiega ai due americani quanto sia efficiente il suo servizio informazioni: Pur non muovendomi quasi mai da questo paradiso terrestre [la sua villa di Positano, nda], io so tutto quello che succede nelle pizzerie di Napoli, nei bar del porto di Marsiglia e nei night-club di New York. La mia rete di informatori è in grado di darmi le indicazioni più intime e riservate che riguardano il più umile poliziotto di quartiere come l’uomo politico più in vista di ogni Paese.
Mister No n. 88, settembre 1982. Disegno di Ferri. |
Il
boss newyorkese Lenny Carducci – MNO 249, p. 25
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Lo sfuggente Santorino, invece, fa capire a MISTER NO - nella scena in cui gli appare improvvisamente accanto nel negozio del barbiere Michele e, dopo avergli coperto gli occhi con la schiuma da barba, lo minaccia con il rasoio – quanto siano temute le persone come lui e quanto sia radicato, tra la gente del posto, quell’atteggiamento che va sotto il nome di omertà. Vediamo infatti che, andato via Santorino, il barbiere fa finta di nulla, e quando il pilota gli chiede se il malavitoso gli ha fatto del male, risponde: Io proprio non so di che tale stai parlando, amico mio… non so se mi spiego, simpaticone…io qui non ho visto niente. Perché qui non è successo proprio niente!. MISTER NO capisce l’antifona: Non vedo… non sento…non parlo, questo è il tuo motto: come le tre famose scimmiette!. E Michele: Bah…se è per questo, dalle nostre parti ne abbiamo uno più divertente, di motto. “Io non c’ero e se c’ero dormivo”, così diciamo noi… . Pur evidenziandone la ferocia e l’arroganza, Nolitta non manca tuttavia di ironizzare sui mafiosi: si pensi all’imbranataggine di Carmelo, uno dei due guardaspalle di Angiolillo, il quale legge al rovescio il foglio dove il boss invita il pilota e MALLORY nella sua villa (Mannaggia! E’ proprio difficile ‘sto americano! esclama Carmelo, prima che l’altro scagnozzo - che è suo fratello - gli dica di girare il foglio); e alla scena in cui i Nostri colpiscono, con due sonori sganassoni, i suddetti fratelli, facendo fare loro un bagno fuori programma nella piscina di Angiolillo. Si pensi pure al travestimento di Santorino, il quale, per non mostrare il suo volto a MISTER NO e Steve, si camuffa da vecchietta e, una volta morto (ad ammazzarlo è proprio Angiolillo, che viene poi ucciso dal pilota), viene scambiato da un carabiniere per uno di quegli strambi sporcaccioni che stanno sulla piazzetta di Capri.
Sbarazzatosi
del padre, Sonny Corsese brinda con gli altri capifamiglia di New
York – MNO 259, p. 73
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Frank
Ragusa uccide l’amico Tony – MNO 259, p. 88
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Come abbiamo già scritto nella voce dedicata a ISHIKAWA, la suddetta guerra finisce per danneggiare gli affari di tutta la mafia newyorkese; pertanto, il figlio di Corsese, l’ambizioso Sonny, in accordo con gli altri capifamiglia, stipula segretamente la pace con i giapponesi ed elimina suo padre, prendendone il posto. Oltre a Sonny Corsese, nella famiglia di Don Salvatore si fanno ricordare lo psicolabile Frank Ragusa, luogotenente del padrino, e il suo compare Tony. Si tratta di personaggi decisamente grotteschi: il primo, tanto ignorante quanto violento, usa fare spesso citazioni storiche del tutto sballate (ad esempio, in una scena dice: …Anche Giuda ha tradito Gesù Cristo, quando il faraone gli ha offerto trentamila denari!); il secondo, per prenderlo in giro, le spara volutamente ancora più grosse (Non era il faraone, Frank. Il nemico di Cristo era Giulio Cesare.). Ragusa non vuole che si rida di lui e, nella suddetta scena, uccide a bruciapelo un altro sgherro di Corsese, il quale non ha trattenuto le risate sentendogli affermare che Attila era un italiano purosangue. Al termine dell’episodio, nello scontro a fuoco che vede da una parte Ragusa e altri uomini di Don Salvatore e dall’altra MISTER NO e ISHIKAWA, il buffo Frank uccide l’amico Tony, che gli aveva riso in faccia proprio l’unica volta che il primo aveva fatto una citazione corretta (Arrendetevi, bastardi! – aveva gridato Ragusa al pilota e al giapponese - Ricordatevi di Alamo! Venite fuori con le mani in alto, o finirete come Davy Crockett e tutti gli altri sporchi texani che erano con lui!) per poi essere a propria volta ucciso dal pilota e dal giapponese.
Mister No n. 270, novembre 1997. Disegno di Diso. |
Il
boss Nicola Antonelli ristabilisce la sua autorità sul figlio
ribelle Calogero – MNO 273, p. 10
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Camorristi newyorkesi negli anni '10 del XX secolo. |
Maschera rituale amazzonica fatta di piume di tucano, fibre vegetali e peli di scimmia. Veniva usata nelle cerimonie dedicate a Izy o Jurupari, una divinità malefica il cui culto era un tempo diffuso nella zona del Rio Uaupés (BRASILE settentrionale). Nel 1883, gli indios Tariana, davanti ai tentativi di estirpare tale culto da parte di un sacerdote italiano, Padre Coppi, scatenarono una sanguinosa rivolta che causò per trent’anni l’abbandono di tutte le missioni della regione.
Mister No n. 122, luglio 1985. Disegno di Diso. |
Nella storia Il dio vendicatore (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 121-123), la makakaraua, conservata da Padre Duarte nel piccolo museo della sua missione, viene rubata da un misterioso individuo, che uccide il sacerdote e si serve della maschera per spingere nuovamente i Tariana a distruggere le missioni presenti sul loro territorio. Due missionari salesiani, l’anziano Padre Herrera e il giovane Padre Sanchez, si fanno accompagnare da MISTER NO nella giungla per raggiungere la missione di San Felipe, che è stata attaccata dai rivoltosi. Durante il viaggio, la piccola spedizione riesce a respingere l’assalto dei Tariana, ma i loro portatori Tucanos si danno alla fuga, terrorizzati dalla makakaraua che il capo degli aggressori indossa. Il pilota e i due sacerdoti continuano il viaggio e - dopo aver fatto visita all’etnologo Sanders, il quale dice di non temere i rivoltosi, visto che il loro obiettivo sono solo i missionari – salvano il pastore evangelico Van Hansen dai Tariana, i quali gli hanno ucciso la moglie e il figlio. Gli assalitori riescono però a fuggire, così come il loro misterioso capo. Questi si rivelerà essere proprio Sanders, che verrà smascherato da MISTER NO e confesserà di aver agito perché mosso dall’odio contro i missionari, responsabili, a suo dire, di contaminare gli indios, distruggendo – attraverso l’opera di proselitismo – i loro costumi e le loro tradizioni. L’etnologo verrà alla fine ucciso dallo sconvolto Van Hansen, che vendicherà in questo modo l’uccisione dei suoi cari.
Mister
No brinda con Padre Herrera e Padre Sanchez
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Incitati
da Sanders, alias
Jurupary,
i Tariana attaccano il missionario Van Helsen – MNO 122, p. 91
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Mister No n. 123, agosto 1985. Disegno di Diso. |
Per
vendicare i suoi famigliari, Van Helsen uccide Sanders – MNO 123,
p. 46
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Mister
No agita la makakaraua
davanti
agli attoniti Tariana – MNO 123, p. 64
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La
makakaraua
conservata al Museo Luigi
Pigorini
di Roma – Il
dio vendicatore
(Comma 22 Editore, 2009), p. 2
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Uno dei più tragici e indimenticabili personaggi misternoiani. Ex commilitone del nostro Jerry, Steve Mallory compare in due storie: La mafia non perdona (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 76-78) e Guadalcanal! (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 301-303). Nella prima, Mallory – giunto in ITALIA, su incarico dell’FBI, per ritrovare la compromettente lettera che testimonia la passata collaborazione tra Lucky Luciano e la marina americana, impedendo così che venga resa pubblica, come invece è nell’interesse del gangster - chiama in aiuto l’amico MISTER NO, che lo raggiunge a Paestum. Inizialmente, il pilota, malgrado la lauta ricompensa che Steve è disposto a spartire con lui, rifiuta d’invischiarsi in una faccenda torbida quanto pericolosa: Mallory, infatti, dice al Nostro che, nel caso il possessore della lettera – il malavitoso Santorino - respingerà i trentamila dollari offertigli dall’FBI – egli dovrà ricorrere all’argomento calibro 38.
Mister No n. 77, ottobre 1981. Disegno di Ferri. |
MISTER NO accetta di aiutare Steve solo quando questi gli ricorda - anzi, gli rinfaccia - di avergli salvato la vita a GUADALCANAL: un debito di riconoscenza che il pilota deve per forza onorare. Avendo scoperto che Santorino vive a Positano, Steve e MISTER NO si recano nella suddetta località e vi affittano una casa, fingendosi semplici turisti. La ricerca di Santorino si rivela, però, tutt’altro che facile: non solo di lui non c’è traccia, ma al corrente della missione di Mallory è anche la criminalità locale, nella persona del boss Gaetano Angiolillo. Una mattina, questi propone ai due di consegnare la lettera, una volta trovata, a lui, in cambio di cinquantamila dollari. Qualche ora dopo, Santorino si mette in contatto con MISTER NO e gli dà appuntamento quella notte stessa. Il pilota e Steve si recano nel luogo indicato da Santorino, il quale si fa consegnare la valigetta con i trentamila dollari e dà loro una busta che, secondo gli accordi, contiene la famosa lettera. Interviene però Angiolillo, accompagnato dai suoi scagnozzi, e si scatena un conflitto a fuoco: gli unici a restare vivi, alla fine, sono i Nostri, ma Steve rimane ferito a una gamba. Per non farsi sorprendere dai carabinieri, i due si arrampicano su una delle ripide pareti rocciose del paese, ma arrivati a casa scoprono che la busta di Santorino contiene solo un vecchio giornale: il malavitoso li ha truffati. Come se ciò non bastasse, a causa dello sforzo cui ha sottoposto la gamba ferita, Steve finisce sulla sedia a rotelle; MISTER NO deve quindi compiere da solo la ricerca della lettera. Dopo varie peripezie, il pilota riesce a impossessarsi dell’importante documento e, giunto alla casa di Positano, lo consegna a Steve. Questi dice al pilota che non intende più consegnare la lettera all’FBI, perché ha deciso di venderla allo stesso Lucky Luciano: con il denaro del gangster, infatti, egli potrà rifarsi una vita, e poiché intende spartire la somma con MISTER NO, anche quest’ultimo avrà tale possibilità. Il Nostro non è per nulla d’accordo e ordina all’amico di ridargli la lettera: sarà lui a consegnarla all’FBI. Per tutta risposta, Steve estrae la pistola e, pur con qualche esitazione, spara al pilota, mancando però il bersaglio. MISTER NO, a questo punto, si butta in avanti e colpisce la carrozzina di Mallory, il quale precipita dalla scalinata e si schianta sugli scogli. Un finale scioccante e amarissimo, che ha impresso indelebilmente nella memoria dei lettori la figura di Steve Mallory.
Steve
Mallory – MNO 76, p. 49
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Mister
No e Steve si arrampicano sulla ripida roccia di Positano – MNO 77,
p. 15
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L’infido
capitano Walcott medica la gamba di Mallory – MNO 77, p. 33
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La
tragica morte di Mallory – MNO 78, p. 19
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Mister No n. 302, luglio 2000. Disegno di Diso. |
Operation Avalanche, Salerno, 1943. Spitfire MX abbattuto dalla contraerea germanica. |
Steve racconta a MISTER NO la sua drammatica esperienza mentre è intento a dipingere un tramonto (attività che gli serve per meglio passare inosservato) sulla spiaggia di Paestum: […] fui tra i primi a sbarcare in quella maledettissima notte e fui tra primi che si fecero impiombare come un piccione! […] Avresti dovuto vedere cos’era questa spiaggia che ora ti appare come un lembo di paradiso! …Sotto il fuoco incrociato delle difese costiere e degli aerei da caccia, i primi reparti non riuscirono a procedere più di pochi metri e gli uomini che vennero sbarcati nelle ondate successive si trovarono ammucchiati l’uno sull’altro in una trappola mortale… Ecco, proprio nello stesso punto in cui giocano e ridono quelle belle ragazze, una granata fece a pezzi il nostro radiotelegrafista e altri due miei compagni. In Guadalcanal!, Mignacco fa rievocare in breve a MISTER NO le circostanze che portarono alla tragica morte di Steve, ma dimostra di ricordare male la storia nolittiana. Infatti, a p. 60 del n. 302, il pilota racconta all’amica Patricia ROWLAND: Nel 1948 [Steve] mi chiamò in Italia per coinvolgermi in una vicenda troppo complessa per spiegartela in due parole… …Ti basti sapere che ci siamo ritrovati l’uno contro l’altro. Lui aveva ucciso alcune persone per fare i propri interessi… …e io ho dovuto uccidere lui!.
Mallory,
Mister No e Phil Mulligan a Guadalcanal – MNO 302, p. 21
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Una mamaloi o mambo, cioè una sacerdotessa vudu, che in Destinazione Haiti (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 22-24) fa passare dei brutti quarti d’ora a MISTER NO. Su ordine del colonnello KOVACS, che le fornisce un pezzo della giacca del pilota intrisa di sangue (proveniente dalla ferita che KOVACS stesso ha procurato al Nostro, sparandogli con la sua pistola), Mama Mathilda fabbrica un wanga, cioè una bambolina con le sembianze di MISTER NO. Traffigendo il wanga con degli spilloni, la mambo provoca al pilota – che in quel momento si trova a bordo del suo PIPER, dove ha caricato le armi destinate ai guerriglieri di GENEVIEVE – atroci dolori e spaventose allucinazioni, che per poco non lo fanno precipitare in mare.
Mister No n. 23, aprile 1977. Disegno di Ferri. |
La
sacerdotessa vudu
Mama Mathilda – MNO 23, p. 61
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Il Nostro riesce a malapena ad atterrare nei dintorni di Port-au-Prince, dove viene soccorso da alcuni contadini. Celie, la madre di questi ultimi, rivela a MISTER NO che è vittima, appunto, di un sortilegio vudu e che esso lo porterà alla morte se non ucciderà la mamaloi che l’ha scatenato. In una notte di luna piena… - dice la donna al pilota – la mamaloi compirà il sacrificio. E tu… tu potrai essere a mille miglia di distanza… ma non potrai sfuggire al tuo destino… . Udendo queste parole, MISTER NO esclama angosciato: […] stanotte ci sarà la luna piena… stanotte toccherà a me… sono perduto!. Celie, tuttavia, gli dice che ha ancora una possibilità di salvezza: Attualmente nell’isola c’è una sola mamaloi che sappia compiere come quella di cui sei vittima: Mama Mathilda. …Tutti sanno dove celebra i suoi riti… ma nessuno osa opporsi… essa è troppo potente… I miei figli ti porteranno in città e ti diranno dove andare. Il resto… il resto puoi farlo soltanto tu, giovane amico. Condotto a Port-au-Prince dai suoi soccorritori, MISTER NO riesce a raggiungere il locale dove gli adepti di Mama Mathilda stanno assistendo all’atto finale della cerimonia di morte. La mambo, infatti, si accinge a sacrificare GENEVIEVE, che è stata legata a un tavolo. Il pilota, però, uccide Mama Mathilda a colpi di pistola, salvando la ragazza e ponendo immediatamente fine al maleficio.
Mama
Mathilda sacrifica una pecora durante un rito vudu
– MNO 23, p. 66
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La
mambo
trafigge con uno spillone il wanga
di Mister No – MNO 23, p. 77
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Le
orribili visioni che Mama Mathilda procura a distanza a Mister No -
MNO 23, p. 91
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Mister
No uccide la sacerdotessa – MNO 24, p. 21
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Fisico pingue e voluminosa capigliatura riccia, Mama Rosa è una nera di mezza età che è stata per diverso tempo la vicina di casa di MISTER NO, al quale vuole molto bene, tanto da trattarlo come un figlio o quasi. La sua prima apparizione ha luogo nell’episodio Arriva Esse-Esse (L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini [dis.], nn. 193-196), dove la nostra Rosa, nel bar di PAULO ADOLFO, parla al telefono con il pilota, che in quel momento si trova in AFRICA, precisamente a Il Cairo. La donna dà a MISTER NO una graditissima notizia, e cioè che egli può finalmente tornare a MANAUS, giacché il suo nemico Gerardo Leão (vedi IRENE, MADALENA e MARIA) è stato costretto a lasciare il BRASILE con la coda fra le gambe. Nella storia A volo radente (L. Mignacco [sog.&scen.] – R. Diso/F, Devescovi [dis.], nn. 198-199), MISTER NO fa finalmente ritorno nella capitale amazzonica e ritrova, fra i tanti amici, la sua corpulenta amica, che compare in una breve e divertente scena. Tuttavia, è solo dopo un’altra trasferta del pilota, quella statunitense, che Mama Rosa diventa un comprimario ricorrente. Nell’avventura Manaus! (L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 273-274), che segna appunto il secondo ritorno del Nostro nella sua città adottiva, Mama Rosa ospita MISTER NO a casa sua, visto che l’abitazione del pilota era stata fatta saltare in aria dai killer di ISHIKAWA.
Mama
Rosa parla al telefono con Mister No – MNO 193, p. 82
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Oltre a preparargli i fagioli che tanto gli piacciono, essa fa trovare a MISTER NO un baule dove ha messo tutti i vestiti che ha potuto recuperare dalle macerie della sua casa, come il suo vecchio giubbotto con il quadrifoglio, la vecchia blusa (troppo rattoppata per usarla ancora! dice il Nostro all’amica), gli ormai inservibili stivali da cowboy e altra roba che, assieme al suddetto giubbotto, andrà a formare il nuovo look del pilota. Sempre disponibile ad aiutare MISTER NO ed a fare altrettanto con ESSE-ESSE, Mama Rosa si prende cura, quando occorre, anche degli amici di entrambi. Ad esempio, nella storia Giustizia Yanoama (M. Masiero [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], nn. 352-354), essa ospita nella sua casa la giovane turista americana Vanessa (la quale, insieme con il fratello Josh, ha ingaggiato MISTER NO e il tedesco per un’escursione nella giungla), tentando poi - eroicamente ma invano - d’impedirne il rapimento. Uno dei sequestratori, che dà una botta in testa a Mama Rosa con il calcio della sua pistola, è proprio un ex amante della donna: Vinicio Cardona. Siamo stati insieme per un periodo, fino a quando ho scoperto che razza di bastardo fosse! dice Mama Rosa, una volta ripresasi, a MISTER NO e ESSE-ESSE, il quale le domanda se Cardona – che nel prosieguo della storia farà una brutta fine - è il padre di uno dei suoi numerosi marmocchi. Per carità, alemão! – risponde lei - Sconsiderata sì, ma non fino a questo punto!.
Mister
No, appena tornato a Manaus, abbraccia Mama Rosa – MNO 273, p. 83
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Mister No n. 289, giugno 1999. Disegno di Diso. |
L’indio
Celestino, figlio adottivo di Mama Rosa – MNO 289, p. 65
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Massimo Capalbo
N.B. trovate i link alle altre lettere dell'Atlante di Mister No andando sulla pagina della Bussola!
Bella e coinvolgente anche la mysteriosa "La fortezza nascosta" con due copertine tra le migliori di Ferri! ^^
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