domenica 9 febbraio 2014

UN MUSEO DI CARTA. L'ARTE DI HERGÉ, IL SIGNORE DELLA LINEA CHIARA.

di Francesco Manetti

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Qualche mese fa scrivemmo un articolo commemorativo sul trentennale della morte di Hergé, breve intervento che attirò l'attenzione anche dei super-esperti del forum francese Lefranc, Alix Jhen et les autres.
 

Hergé, con alcuni modellini dei suoi personaggi in ambientazione... lunare!


Ritorniamo oggi sull'argomento per segnalarvi lo straordinario volume Tintin - L'arte di Hergé, che la casa editrice milanese L'Ippocampo ha tradotto nel giugno 2013 dall'originale francese Musée Hergé (Éditions Moulinsart - La Martinière, Parigi, 2013). Come ben osserva la Presidente del Museo Hergé Fanny Rodwell nella Prefazione, il corposo volume, che ha i colori esterni del razzo che portò Tintin sulla Luna, è un vero e proprio "museo di carta", una trasposizione in tomo del percorso che dovrebbe seguire nella realtà fisica il visitatore dell'edificio dedicato a Georges Remi.


Il Musée Hergé, sito a Louvaine-la-Neuve, a sud di Bruxelles.


La costruzione, inaugurata nel 2009, sorge a 25 chilometri da Bruxelles, la capitale belga. Immaginiamo la nostra disgraziata Italia, sulla cui superficie alloggiano dal 50% al 70% (le cifre oscillano, incerte) delle opere d'arte di TUTTO IL MONDO, chiuse nelle grinfie delle amministrazioni pubbliche con tutta la loro inefficienza burocratica; opere d'arte spesso inaccessibili, spesso in condizoni pietose, emblema del nostro disastro nazionale - sociale, politico, economico, culturale e ambientale. E immaginiamo invece il piccolo Belgio, antica provincia di Roma, avere il coraggio di allestire (negli anni della crisi globale post 11 settembre) un nuovo museo, dedicato addirittura al fumetto - la nona arte, secondo lo schema di Canudo/Beylie.

L'incipit del capitolo 5 del volume.


L'autore del progetto è Christiane de Portzamparc, classe 1944, allievo di Le Corbusier. Due esaedri sfalsati: è questa la prima impressione visiva. Il contemporaneo, ovviamente, con tutto l'acciaio e il vetro di prammatica. Il "quasi-futurismo" delle linee curve e dell'intersecarsi dei piani interni. E nel contempo grandi echi del Razionalismo - il movimento (filosofico?) architettonico che negli anni '30 realizzò in tutto il mondo (dagli Stati Uniti, all'Italia, all'URSS...) edifici non solo belli a vedersi nella loro schietta semplicità, bensì funzionali e pratici, nati per essere usati e "vissuti", e non solo per pompare ulteriori soldi dalle tasche del contribuente. Per rimanere nell'universo del comic, certe angolazioni del museo ricordano l'abitazione-laboratorio del Professor Enigm, nella storia disneyana Topolino e il mistero dell'Uomo Nuvola (Gottfredson, 1937). Il museo custodisce come in uno scrigno i preziosi tesori dell'opera di Hergé. Non solo le pubblicazioni. E' possibile ammirare l'oggetistica, i modelli, i bozzetti, le tavole originali, il merchandising, le foto di un'intera carriera artistica ed editoriale quasi sessantennale...

Dalle pagine del volume...


Il volume scritto da Michel Daubert è suddiviso in sette capitoli. Il primo, Come un immenso fumetto, è riservato all'esplorazione del museo; il secondo si intitola G. R. detto Hergé, ed è riservato alla biografia umana e artistica del grande maestro della linea chiara; il terzo è Una famiglia di carta, e in esso scorrono tutti personaggi della saga di Tintin; il quarto, Alle fonti di Hergé, spiega da dove e come l'artista traesse le idee per le sue storie; nel quinto, Sul pianeta Tintin, si analizza il leit motiv della serie, l'avventura legata al viaggio in terre lontane; La gloria di Hergé, sesto capitolo, è l'intervento dedicato al successo goduto da Remi ancora in vita e all'eredità lasciata dall'autore; il settimo e ultimo capitolo, L'opera, è una cronologia (ragionata solo per quanto riguarda i titoli di Tintin) dei libri di Hergé; chiude una parziale appendice bibliografica.
Unica pecca proprio nella coda (il veleno dello scorpione!): alla già scarsa bibliografia dell'edizione origianle si somma la mancata aggiunta - in sede di traduzione - di una seppur minima bibliografia della saggistica italiana, anche se è spesso fatta non di monografie, ma di capitoli di volume (come nel libro Il fumetto franco belga di Bepi Vigna, licenziato da Comic Art nel 1998, o in Fumettopoli di Andrea Sani, pubblicato nel 1993 da Sansoni) o di articoli su riviste e fanzine.
Il giudizio, nel complesso, è comunque estremamente positivo, anche per il prezzo tutto sommato popolare (meno di 30 euro) di questa pubblicazione, immensa e riccamente illustrata su carta pesante con gran dispiego del colore. Prezzo contenuto forse anche perché il libro è stato stampato in Cina...




Michel Daubert
TINTIN - L'ARTE DI HERGÉ
Milano, giugno 2013
Traduzione di Vera Verdiani
pagg. 488 - € 29,90
L'Ippocampo

Francesco Manetti

N.B. Trovate i link ad altri simili post nella pagina Cronologie e Index!

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