sabato 18 marzo 2023

SECRET ORIGINS: MISTER NO 125

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.


Giunge a conclusione l'avventura dai risvolti misteriosi, legata al contenuto di un diario ricevuto in eredità da Mister No, scritta da Castelli per i pennelli dei fratelli Di Vitto, forse. Il "forse" è realativo ai disegnatori; il primo mistero di questa avventura è legato proprio a loro, e rimane tale anche dopo quest'ultima parte: il dubbio è ancora s se Domenico Di Vitto abbia o meno partecipato alla realizzazione di questa storia, visto che anche stavolta, a pagina 71, troviamo la firma del solo Stefano.

Il secondo mistero è la lingua degli indigeni dell'Urucu, che Mister No incontra all'inizio dell'albo. Gli indios, essendo tra le popolazioni più isolate del piantea, parlano un incomprensibile idioma, che a tratti parrebbe... giapponese, come nella vignetta qui sotto: "Shin Takara Jima Koda Sha Tezuka Osamu..." dice il nativo sudamericano al nostro pilota. 

Ora: l'avventura venne pubblicata nell'ottobre del 1985, e pochi mesi prima l'epierre di Gianno Bono aveva pubblicato un bellissimo catalogo della casa editrice giapponese Kodansha, in lingua inglese, per promuovere i manga del principale produttore nipponico di fumetti presso gli editori europei alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna. Il promotore, e curatore, di quel fondamentale volume in un  isolito formato orizzontale, era proprio Alfredo Castelli. Il creatore di Martin Mystère, nasconde tra parole della fantasiosa lingua della regione dell'Urucu anche il nome del re dei manga Osamu Tezuka, della casa editrice che ne pubblicava i fumetti in quel periodo, la Koda(n)sha, e il titolo di uno dei fumetti più classici dello stesso autore, Shin Takara Jima, conosciuto anche come New Treasure Island .   

Il catalogo curato da Alfredo Castelli nella primavera del 1985

Il re de manga, Osamu Tezuka, citato dall'inconsapevole indigeno amazzonico

I protagonisti di Shin Takara Jima, la serie del 1947, che negli anni Cinquanta del secolo scorso evidentemente già spopolava tra gli indios della zona dell'Urucu.

Tra le misteriose parole, che ricordano molto la lingua del popolo del sol levante, a un certo punto spunta pure un Obi Wan, che non possiamo non ricollegare a uno dei protagonisti principali della saga di Star Wars.

Ma torniamo all'avventura del nostro pilota, che  viene in contatato, nell'inesplorata foresta, con due tribù che sembrano conoscere molto bene il mondo occidentale e in particolare l'isola di Manhattan. La prima tribù idolatra New York, i suoi grattacieli, e i  suoi taxi; la seconda invece considera la Grande Mela come l'inferno sulla terra. Alla fine scopriremo che tre indigeni (di cui uno si chiama Lamù, come la protagonista di una famossissimo manga di Rumiko Takahashi, edito però dalla  Shogakukan, concorrente della Kodansha), erano stati sedati nella loro foresta, e portati ancora addormentati a New York, per studiare la loro reazione al risveglio in un mondo per loro alieno. L'esperimento estremo finì in tragedia, come avevamo già scoperto nelle pagine iniziali dell'avventura, con la morte di un bambino e di uno degli indigeni. Gli altri due furono riporati subito indietro, lasciando in loro inevitabilmente una traccia, che essi interpretano in maniera opposta, l'uno crede di aver visitato in sogno l'inferno e l'altro il paradiso. Il diario ricevuto da Mister No conteneva il resoconto di questa incresciosa vicenda, mentre il misterioso signor Sanford, che appare anche in copertina, scopriremo essere il padre del bambino ucciso dall'indio, deciso a vendicarsi del professore che aveva condotto il folle esperimento.
Nelle pagine finali inizia una nuova avventura che ci terrà compagnia fino al numero 128. E' l'ultima storia di Claudio Cicogna, che tiene a battesimo sulle pagine di Mister No, Marco Bianchini, destinato a divenire uno delle colonne portanti della serie con oltre 2300 tavole realizzate per il personaggio.


La copertina, come dicevamo, vede protagonisti il nostro pilota a terra e Mister Sanford che lo minaccia armato. Roberto Diso per realizzarla si ispira alla vignetta dei Di Vitto che troviamo a pagina 66. 

Prima dell'odierna versione della Gazzetta dello Sport la copertina di Mister No 125 era già stata utilizzata, completamente ricolorata, anche dalle edizioni If per il 63° albo della loro ristampa del persoanggio nel luglio del 2012. 


Facciamo il primo passo fuori dei confini nazionali, fino alla vicina Francia, dove questa copertina venne utilizzata nel febbraio del 1989 per il numero 158 della collana locale dedicata a Jerry Drake, intitolato Dieux ou démons, Dei o demoni, per indicare il punto di vista diametralmente opposto delle due tribu indigene.


Il titolo dell'edizione jugoslava stranamente non ha bisogno di traduzioni, l'albo numero 842 di Lunov Magnus Strip, riporta in copertina il titolo Zona Rio Uruku, che in italiano significa esattamente la stessa cosa: la parte di foresta amazonica teatro della vicenda. Il grafico slavo tolse, come sempre, il qudrifoglio dalla spalla di Mister No.

Nel febbraio del 2013, la croata Libellus ristampa l'intera avventura nella sua collana cronologica, e utilizza per la prima volta nei Balcani la versione della cover col quadrifoglio portafortuna. Il titolo del volume cartonato è Il segreto del diario.


Con grafica e colori simili all'edizione croata, segnaliamo anche il trantaduesimo balenottero della turca Lal Kitap che raccoglie i vulumi italiani che vannno dal 125 al 128.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index. 

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