- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSON, TIGER JACK, KIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex).
- Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUAN; SVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
- Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICE; EL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo.
E
EZTLI
La regina dei vampiri della storia omonima (G. Manfredi [sog.&scen.] - A. Bocci [dis.], nn. 701-702), ambientata in Messico, precisamente nello Stato di Durango (la prima parte) e in quelli del Chiapas e del Campeche (la seconda e ultima parte). I vampiri in questione non sono i classici non-morti alla Dracula (finora mai apparsi nella saga texiana), ma i pipistrelli ematofagi diffusi nell'America Centrale e Meridionale, o meglio: un tipo particolare di questi pipistrelli. Essi sono infatti più grandi, intelligenti e aggressivi dei comuni vampiri, ed Eztli, che è in grado di comandarli, se ne serve per uccidere i suoi nemici, che finiscono dissanguati in breve tempo. Questa orribile strega, dagli occhi completamente bianchi, adora due specifiche divinità precolombiane, entrambe associate alle tenebre e alla morte: il dio pipistrello maya Camazotz; e la dea azteca della luna Coyolxauhqui, rappresentata tradizionalmente come una donna decapitata e smembrata. Inoltre, Eztli è a capo di una setta, i Custodi dei Templi, che non solo si oppone con la violenza alle spedizioni archeologiche, ma considera i moderni messicani tutti degenerati e corrotti, e vorrebbe pertanto ripiristinare i culti precolombiani, sacrifici umani compresi (un progetto simile a quello di Victor Herrera, alias Tezcalipoca: vedi EL MORISCO [parte IV]). Su ordine della strega, i Custodi dei Templi massacrano la spedizione dell'archeologo americano Colson Ballard, lasciando in vita solo costui e sua figlia, che Eztli intende sacrificare, in una notte di luna piena, alla già citata Coyolxauhqui.
Tex 701, marzo 2019. Disegno di Villa |
Eztli (nome che in lingua azteca significa “sangue”) chiama i suoi fedeli vampiri – TEX 701, p. 7 |
Il dio pipistrello Camazotz |
La pietra di Coyolxauhqui, rinvenuta nel 1978 presso il Templo Mayor di Tenochtitlàn (l'attuale Città del Messico) |
El Morisco e Rodrigo de la Hoya alle prese con i terribili pipistrelli – TEX 701, p. 56 |
Poiché i Ballard sono amici del MORISCO e del suo omologo di Mapimí, Rodrigo de la Hoya (alias El Negromante), l'occultista chiama in aiuto i quattro pards. Decisa a fermare ad ogni costo gli stranieri, nonché a vendicarsi di de la Hoya (che non ha eseguito il compito da essa affidatogli: rivelare al pubblico l'inautenticità di un reperto proveniente da Palenque, in modo da screditare le spedizioni archeologiche e farle cessare), Eztli scatena contro di loro i suoi accoliti e i suoi ferocissimi vampiri. Tex e compagni riescono però a respingere ben due attacchi (di cui uno, sul treno diretto a sud, dei soli pipistrelli) e, dopo alcuni giorni, arrivano - assieme ai Rurales dell'arrogante capitano Manuel Garrido - a Palenque, quindi non lontano da quella giungla del Campeche dove si trova il tempio della megera. Prendendo due itinerari diversi, i Nostri e i Rurales si dirigono verso il covo di Eztli e, lì giunti, si scontrano con i guerrieri della strega, proprio mentre costei e i sacerdoti del tempio si apprestano a compiere il sacrificio di Patricia Ballard. Dopo una sanguinosa battaglia, che costa la vita anche a de la Hoya ed a Garrido (entrambi dissanguati dai vampiri, che poi vengono tutti uccisi), i pards e i gendarmi messicani riescono ad avere la meglio sui loro avversari ed a salvare la ragazza e suo padre. Vistasi sconfitta, Eztli tenta di spaventare i quattro satanassi sollevandosi in aria, ma viene invece crivellata di colpi e, una volta morta, si riduce in polvere.
Tex costringe, a suon di piombo, i vampiri ad allontanarsi – TEX 701, p. 58 |
L'aspetto di Eztli impressiona non poco de la Hoya – TEX 701, p. 100 |
Tex 702, aprile 2019. Disegno di Villa |
I prigionieri della megera: Colson Ballard e sua figlia Patricia – TEX 702, p. 31 |
I vampiri dissanguano de la Hoya – TEX 702, p. 102 |
L'ultimo, inutile prodigio di Eztli – TEX 702, p. 106 |
Curiosità: Gianfranco Manfredi ha inserito nella vicenda principale una sottotrama che riguarda, come abbiamo accennato prima, un falso reperto archeologico, ossia un teschio di cristallo fabbricato - dice EL MORISCO - in Europa, da un artigiano specializzato. Il responsabile di questa frode è lo stesso Colson Ballard, il quale ha donato al collega Mitchell, direttore degli scavi di Palenque, il summenzionato teschio, facendolo passare per un autentico manufatto precolombiano. Alla fine della storia, TEX distrugge il teschio e Ballard confessa tutta la verità al brujo, che poi ne parla con il Ranger: Gli servivano fondi e uomini per la sua spedizione... e così ha chiuso più di un occhio sul traffico di falsi reperti! Ballard mi sembrava un uomo di saldi principi... ma dopotutto si vive di compromessi, è umano. Ora, come ben sanno i lettori di Martin Mystère e chiunque sia appassionato di archeologia misteriosa, il teschio di cristallo non è un'invenzione di Manfredi, ma un reperto realmente esistente, anche se sarebbe più corretto parlare di teschi di cristallo. Nel mondo, infatti, esistono ben tredici di questi oggetti, di cui uno conservato al Museum of Mankind di Londra e un altro alla Smithsonian Institution di Washington. Tuttavia, il più celebre teschio di cristallo rimane il cosiddetto Teschio del Destino, appartenuto ad Anna Mitchell-Hedges (1907-2007), figlia adottiva dell'esploratore e scrittore inglese Frederick Albert (1882-1859). Secondo quanto raccontato dagli stessi Mitchell-Hedges, questo teschio sarebbe stato da loro scoperto nel 1927 a Lubantuun, un sito Maya dell'Honduras Britannico (l'odierno Belize).
I quattro pards uccidono la strega – TEX 702, p. 107 |
Kit Willer libera Patricia Ballard – TEX 702, p. 109 |
La strega mostra a de la Hoya il teschio di cristallo – TEX 701, p. 101 |
Tex distrugge il teschio di cristallo – TEX 102, p. 111 |
Il celebre quanto fasullo Teschio del Destino |
Gli “scopritori” del Teschio del Destino: Anna Mitchell-Hedges (al centro) e suo padre Frederick Albert (a destra) |
In realtà, come ha dimostrato nel 2008 l'antropologa americana Jane MacLaren Walsh, il Teschio del Destino è un falso; trattasi, infatti, di un oggetto moderno di probabile origine europea che Mitchell-Hedges senior acquistò nel 1943 ad un'asta di Sotheby's. Quasi certamente falsi sono anche tutti gli altri teschi, compresi quelli di Londra e Washington. Tornando a Frederick e Anna Mitchell-Hedges, pensiamo che Manfredi si sia ispirato proprio ad essi nell'ideare i Ballard, così come non è un caso, a nostro avviso, che lo sceneggiatore abbia chiamato Mitchell l'archeologo a cui Colson rifila il teschio farlocco (archeologo che, è bene precisarlo, non compare mai nell'avventura, ma viene solo menzionato).
Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre voci di The Dark Side of Tex nella pagina dedicata ai dizionari bonelliani e nella vecchia pagina del Navigatore!