- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSON, TIGER JACK, KIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex).
- Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUAN; SVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
- Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICE; EL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo.
PADRE MATÍAS
Compare in Santa Cruz (G. L. Bonelli [sog.&scen.] - G. Ticci [dis.], nn. 215-217) ed è, o meglio: era: un giovane frate della missione messicana di San Domingo. Il suo superiore, padre Marcos, temendo di dover chiudere la poverissima San Domingo, aveva inviato padre Matías alla ricerca del tesoro della missione abbandonata di Santa Cruz assieme a due pecorai, i fratelli José e Pepe Cardenas. Padre Matías aveva sì trovato il tesoro (che si trovava in un sotterraneo della chiesa di Santa Cruz, posto sotto il fonte battesimale), ma era stato ferito e murato vivo dai Cardenas, che si erano poi impossessati di tutto l'oro, l'argento e le pietre preziose. Un anno dopo questi tragici fatti, TEX e CARSON, di ritorno da Chihuahua, capìtano a San Domingo, dove fanno la conoscenza di padre Marcos. Dato che Santa Cruz si trova proprio in Arizona, padre Marcos - ancora ignaro della terribile sorte di padre Matías - chiede ai due pards un favore: rintracciare il suo confratello e convincerlo a smettere le ricerche del tesoro e tornare quindi a San Domingo. I Nostri accettano e, dopo giorni d'indagini, giungono alle rovine di Santa Cruz. Il luogo è del tutto deserto, eppure “qualcuno” suona la campana della missione, cosa che sorprende non poco TEX e CARSON. Ma questo non è nulla in confronto a ciò che avviene dopo, quando scende la notte: accampatosi davanti alle rovine assieme al suo pard, TEX “incontra” in sogno il fantasma di padre Matías, che gli racconta quanto accadutogli e gli chiede di dare la giusta punizione ai fratelli Cardenas e consegnare quello che è rimasto del tesoro a padre Marcos. Con il tesoro, infatti, i due assassini hanno comprato a El Paso un grande saloon e un ranch. Svegliato da CARSON, TEX racconta a questi il suo incredibile sogno e, pochi minuti dopo, per avere conferma del racconto del fantasma, entra con lui nella chiesa della missione.
Tex 215, settembre 1978. Disegno di Galep |
Padre Marcos chiede ai due pards di rintracciare padre Matías – TEX 215, p. 44 |
Padre Marcos racconta a Tex ed a Carson la tragica storia di Santa Cruz – TEX 215, p. 49 |
L'inquietante racconto dello sceriffo di Playas – TEX 215, p. 86 |
I sinistri rintocchi della campana di Santa Cruz – TEX 215, p. 89 |
Dato che la missione è completamente disabitata, Tex non riesce proprio a capire chi possa aver suonato la campana – TEX 215, p. 92 |
L'enorme ombra di padre Matías si staglia sulla chiesa in rovina – TEX 215, p. 96 |
Lo spettro del frate appare in sogno a Tex e inizia il suo racconto – TEX 215, p. 99 |
Spostato il fonte battesimale, i Nostri sollevano il lastrone del sotterraneo e trovano lo scheletro di padre Matías. Giunta l'alba, essi seppelliscono i poveri resti del frate e lasciano Santa Cruz alla volta di El Paso. Qui, TEX e CARSON si scontreranno più volte con gli scagnozzi dei Cardenas e con i fratelli medesimi, ma alla fine riusciranno a fare giustizia: Pepe, ferito gravemente dai due pards, confesserà tutto allo sceriffo e lascerà ogni suo avere a San Domingo, quindi morirà di crepacuore dopo aver scambiato, ormai delirante, il frate venuto a dargli l'estrema unzione per padre Matías; José, nel tentativo di fuggire in Messico, verrà travolto da una mandria sul ponte del Rio Grande e, benché soccorso da TEX, morirà subito dopo.
A nostro avviso, delle storie che compongono la “trilogia della giustizia ultraterrena” (vedi NANA), Santa Cruz è la più bella, quella dove l'elemento soprannaturale e horror si amalgama meglio con l'elemento realistico e puramente western. Già solo la scena del sogno di TEX è un autentico capolavoro: impossibile dimenticare la tenebrosa figura del frate incappucciato (di cui non vediamo il volto, ma solo gli occhi); il flashback di quanto avvenuto nel sotterraneo della chiesa, con Pepe Cardinas che - accecato dalla cupidigia - colpisce in testa padre Matías con un pesante crocefisso d'argento; il gufo - il messaggero della notte - che, con il suo triplice canto, annuncia allo spettro che il tempo concessogli è giunto al termine. Notevolissime anche le altre scene ambientate nella vecchia missione: i sinistri rintocchi della campana nel momento dell'arrivo dei due pards; TEX che si addentra fra le rovine alla vana ricerca di colui che ha suonato la campana; l'enorme ombra dell'incappucciato che si staglia sul muro della chiesa, spaventando sia i cavalli che CARSON; la scoperta dei miseri resti di padre Matías, morto nel disperato tentativo di uscire dal sotterraneo; l'ultimo rintocco della campana e il suo crollo, che avviene nell'attimo stesso in cui TEX pianta la croce sulla tomba del frate.
Padre Matías e i fratelli Cardenas trovano il tesoro – TEX 215, p. 101 |
I fratelli Cardenas aggrediscono il povero frate – TEX 215, p. 102 |
Colpito in testa da Pepe Cardenas, padre Matías perde i sensi. Quando rinviene, scopre che i due fratelli l'hanno rinchiuso nel sotterraneo – TEX 215, p. 103 |
L'onirico incontro tra Tex e il fantasma ha termine – TEX 215, p. 105 |
Tex e Carson trovano i poveri resti del frate – TEX 215, p. 108 |
Un ultimo rintocco e la campana di Santa Cruz crolla, inquietando non poco i due Rangers, che lasciano di corsa le rovine della missione – TEX 215, p. 111 |
Tex 216, ottobre 1978. Disegno di Galep |
La tragica storia di Santa Cruz, narrato da padre Marcos ai pards, e l'inquietante racconto dello sceriffo di Playas (il pastore messicano trovato morto - di paura - tra le rovine) concorrono anch'esse al particolare fascino di quest'avventura. Il massacro dei frati della missione costituisce quasi un presagio dell'orribile destino toccato a padre Matías: infatti, così come i primi erano stati trucidati dai bandoleros a causa del tesoro (che essi avevano accumulato nel corso degli anni grazie ai loro fiorenti commerci), il giovane frate muore per lo stesso motivo. L'oro è un prodotto del diavolo e porta solo sventura, dice padre Marcos a TEX; parole che, a ben vedere, valgono tanto per il suo sfortunato confratello quanto per i carnefici di costui, i fratelli Cardenas. I due sono senza dubbio degli individui spregevoli, ma, a differenza degli altri cattivi della sopradetta trilogia - Tom Paxton e Felix Fuente de La Dama di Picche; Steve Cratte e Ben Haring de Il tesoro di Victorio -, prima di morire almeno si pentono, anche se il pentimento più sincero sembra essere quello di Pepe: mentre José, moribondo, scambia addirittura TEX per padre Matías e gli chiede perdono; Pepe si mostra pentito quando è ancora lucido, quando l'agonia non gli ha ancora offuscato il cervello. Questo del pentimento non è un aspetto di poco conto, e non lo è nemmeno la volontà di Pepe di redimersi, lasciando tutto il suo patrimonio a San Domingo. Se alla triade “peccato-pentimento-redenzione” aggiungiamo l'importanza che rivestono nella vicenda padre Marcos e padre Matías, e le parole che lo spettro del secondo dice a TEX (ad esempio: Nel mio mondo una cosa sola non si potrà mai sapere... …quanto è grande la bontà e la misericordia di Dio!), possiamo affermare con buona ragione che Santa Cruz è la storia più cattolica dell'intera saga texiana. Concludiamo questa parte della presente voce, facendo notare una curiosa caratteristica della “trilogia della giustizia ultraterrena”: tutti i villains agiscono in coppia e abitano a El Paso, città del Texas che, a quanto pare, rappresentava per GL il luogo ideale per ambientarvi storie con fantasmi in cerca di giustizia.
Ferito gravemente dai pards, Pepe Cardenas ammette il terribile crimine che ha commesso assieme a suo fratello José – TEX 216, p. 110 |
Sul letto di morte, l'ormai pentito Pepe decide di lasciare ogni suo avere alla missione di San Domingo – TEX 216, p. 112 |
Tex 217, novembre 1978. Disegno di Galep |
Pepe Cardenas muore di creapacuore, dopo che, in preda al delirio, ha scambiato il frate di El Paso venuto a dargli l'estrema unzione per padre Matías – TEX 217, p. 10 |
due pards inseguono José Cardenas – TEX 217, p. 37 |
Mentre cerca di attraversare il ponte sul Rio Grande, José Cardenas viene travolto dalla mandria – TEX 217, p. 39 |
Sebbene soccorso da Tex, che si è tuffato nel Rio Grande per recuperarlo, anche José muore – TEX 217, p. 43 |
Curiosità: Troviamo echi di Santa Cruz nella parte iniziale di un'altra riuscita storia del Ranger, La leggenda della vecchia missione (nn. 333-335), disegnata sempre da Ticci e scritta da Nizzi. Volevo scrivere un'avventura in cui ci fosse una vecchia missione, avendo amato la storia del vecchio Bonelli Santa Cruz […]. - dice infatti lo sceneggiatore a p. 74 di Tex secondo Nizzi - Là c'era un frate fantasma, qui c'era un frate in carne e ossa, mezzo matto (padre Ramon, nda), che sembra anche lui uno spettro.
Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre voci di The Dark Side of Tex nella pagina dedicata ai dizionari bonelliani e nella vecchia pagina del Navigatore!
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