di Francesco Manetti
Ci sono pochissime notizie su Ben Ward in Rete. Sappiamo che è un cartoonist australiano e che collabora con i suoi fumetti ad "Adultswim", la versione per adulti di "Cartoon Network"; sappiamo che (forse) odia Garfield e (forse) gli anime e che (forse) non ama particolarmente la Disney (che allunga le mani su tutto) e (forse) i Flintstones...
L'artista è diventato famoso per aver coniato su Twitter un neologismo, accolto dall'Oxford Dictionary fra le espressioni più usate nel 2017 nel mondo anglosassone. La nuova parola nasce con il personaggio chiamato "milkshake duck", ovvero un papero che beve frullati al latte, amatissimo in Internet, ma che cinque secondi dopo diventa odiatissimo, perché si scopre che è stato razzista; il riferimento è a quelle persone che nel giro di pochissimo tempo, grazie alla velocità con cui circolano le notizie sul Web, diventano popolarissime e subito dopo impopolari, per colpa di qualcosa che viene scoperto nel loro passato e reso pubblico. Ben Ward è celebre anche per fare il verso sui social a Mark Zuckerberg, l'inventore di Facebook, con falsi post.
A noi interessano però i fumetti di Ward, più che le sue burle: la serie webcomic "One Giant Hand" è davvero strabiliante. Inizia il 17 giugno 2016, con uno stile piuttosto "grezzo", caricaturale ma quasi "realistico", che si evolve a partire dalla fine del 2017 in una gustosa parodia della "linea chiara" e del pupazzettismo. L'idea geniale di Ben Ward è quella di prendere le classiche strisce giornaliere e tavole domenicali umoristiche della tradizione fumettistica seriale americana e precipitarle in "universo alternativo" fatto di turpiloquio, splatter, gore, humor nero, calembour, nonsense, "pornografia" verbale goliardica, "blasfemia", satira sociale, irriverenza e scorrettezza politica. Nel mirino di Ben Ward ci sono uomini di stato e politici, alte cariche religiose, personaggi televisivi e del cinema, icone della cultura pop, grandi scrittori e, ovviamente, gli stessi eroi del fumetto e dell'animazione, con i loro creatori. Vi presentiamo a partire da questo post e andando avanti anno per anno un interessante florilegio di parodie "wardiane" ispirate al mondo del comic, dell'animazione, della letteratura e del cinema di genere.
2016
Vediamo con Uncle Quack, il cinico Papero Plutocrate, una divertente caricatura di Zio Paperone, seguita da una parodia di "Star Wars", con l'inedita coppia formata da un "millennial" Han Solo e da un "boomer" Yoda. Ecco poi un inconsueto E.T. che dà consigli sessuali al ragazzino Elliott e uno scazzatissimo Daredevil, stufo marcio della fogna che è diventata Hell's Kitchen.
Tocca poi a "2001 Odissea nello spazio", dove il monolite fa diventare le scimmie progenitrici dell'uomo spericolate amanti delle corse automobilistiche: il riferimento è a Indy 500, ovvero la 500 miglia di Indianapolis, e ai Flintstones, che guidano auto ricavate dai tronchi. Viene dunque un Trump appena eletto che preferisce spendere i soldi del budget pubblico per insegnare ai cervi a odiare i messicani piuttosto che pensare a proteggere la Terra dagli asteroidi (anche se nel 2018 successe l'esatto contrario). "Skullfeld", con uno scheletro vivente che si chiede perché non riesce a morire, è una parodia della sitcom americana "Seinfeld" che andò per la maggiore negli anni Novanta; negli USA furono trasmesse 9 stagioni, ma in Italia è "passata" solo la prima nel 1995. Analogamente Flonglr è una parodia del sito blogger Tumblr: con l'ultimo misterioso aggiornamento il protagonista si trova scaraventato alla fine del mondo!
"Westworld" è il titolo di un fortunato film di fantascienza uscito nel 1973, scritto e diretto da Michael Crichton. In Italia apparve come "Il mondo dei robot": la pellicola narra infatti di un futuristico parco a tema per adulti, parodia di Disneyland, popolato da androidi pensati per intrattenere in ogni modo (anche sessuale) gli ospiti. Il titolo originale fa riferimento a uno dei settori del parco, quello che ricrea l'Old West, con protagonista il Pistolero magistralmente interpretato da Yul Brinner. Il fumetto di Ward si riferisce però alla serie TV della HBO partita proprio nel 2016. Arrivano poi i Beatles, con la notoria connessione con Charles Manson; nella realtà il folle assassino disse di essersi ispirato per i suoi crimini alla canzone "Helter Skelter", presente nel "White album"; nel fumetto Ward cambia il titolo al 33 giri "Beatles for sale", trasformandolo in un messaggio diretto all'omicida americano. Più avanti vediamo un quadretto con le più celebri vittime del 2016: Richard Dawkins viene ucciso mentre cerca di contrabbandare miele dal Messico (nel 2013 al celebre scrittore ateo fu impedito di imbarcare in aereo un vasetto di miele a causa delle norme anti-terrorismo); l'astrofisico Tyson è noto per i suoi programmi TV di divulgazione scientifica (il rifermento fantascientifico potrebbe essere al Mirror Universe della saga di "Star Trek"); il rapper Jay-Z è stato più volte accusato di essere satanista; l'ultimo quadretto si riferisce alle presidenziali americane del 2016 (vinte da Trump) e al fatto che i repubblicani tormentarono la Clinton facendola seguire ovunque da un attivista travestito da scoiattolo. Non poteva infine mancare George Lucas e la sua fonte d'ispirazione per Chewbacca e Luke Skywalker in "Guerre Stellari"!
N.B. Trovate i link alle altre puntate su Ward in Cronologie & Index!
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