a cura di Elio Marracci
È uscito a marzo, arricchito da una bella copertina disegnata da Aldo Di Gennaro, il numero 54 della collana “Le Storie” di Sergio Bonelli Editore dal titolo La mano nera. Questo albo ospita un racconto a fumetti ambientato nella New York dei primi del '900, incentrato su un'indagine condotta da Joe Petrosino, poliziotto italo-americano originario di Padula che per primo aveva fronteggiato la mafia negli Stati Uniti, e dall'Italian Branch, squadra di agenti italiani da lui fondata nel 1905. Sceneggiatore e disegnatore di questo volumetto è il barese Onofrio Catacchio, che per realizzare il racconto di fantasia, che presenta però numerosi elementi della vita reale di Petrosino, di cui si compone La mano nera ha svolto un lungo lavoro di documentazione attingendo sia dalla fiction ispirata dalla figura dell'uomo di legge salernitano che da quanto riportato dai dati storici. L'autore - classe 1964 - ha voluto rispondere ad alcune domande che gli ho posto. Quindi, senza indugiare oltre, lascio a lui la parola... (e.m.)
DIME WEB - Per i lettori che non la conoscono, potrebbe presentarsi in due parole?
ONOFRIO CATACCHIO - Ho sempre letto fumetti. Nel 1987 sono riuscito a pubblicarne uno, breve, sulle pagine del mensile "Frigidaire". Da quel momento non mi sono fermato più. Ho creato Stella Rossa, un personaggio a sfondo fantascientifico pubblicato da Granata Press. Sempre per Granata, con Carlo Lucarelli, ho realizzato a fumetti alcune indagini dell’Ispettore Coliandro, tutto materiale più volte ristampato. Per la Bonelli ho disegnato "Nathan Never", un "Dylan Dog" e adesso, da autore completo, La Mano Nera per "Le Storie". Insomma, quest’anno compio trent’anni dalla mia prima pubblicazione. Un elenco dettagliato sarebbe troppo lungo, ma potete trovarlo sul mio sito.
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Una raccolta di "Stella Rossa" |
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L'Ispettore Coliandro |
DW - Ha dedicato il numero della collana a fumetti di Sergio Bonelli Editore “Le Storie” - dal titolo La mano nera, uscito l'11 marzo, da lei sceneggiato e disegnato - al personaggio di Joe Petrosino. Questo solo perché è un personaggio di grande fascino o c’è dell’altro?
OC - Perché Petrosino ha avuto due vite: una storica, avventurosa, brillante e piena di successi professionali, che è stata tragicamente interrotta a Palermo in Piazza Marina. E ha vissuto una esistenza virtuale, “narrativa” e letteraria che, sotto forma di romanzi, fumetti, film e serie tv arriva fino ai giorni nostri. La mano nera è anche il titolo del prossimo, annunciato, film di Leonardo Di Caprio.
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Le Storie n. 54, marzo 2017. Disegno di Di Gennaro |
DW - L'immigrazione è un tema che è sulla bocca di tutti. Vorrei che dal suo punto di vista privilegiato di autore che si è documentato per scrivere la storia a fumetti di cui stiamo parlando, elencasse analogie e differenze che riguardano questo fenomeno tra i giorni nostri e i primi del'900...
OC - Direi che il fenomeno dell’immigrazione c’è sempre e a volte ci riguarda. Ci ha riguardato come migranti e adesso come destinazione o approdo di persone alla ricerca di una nuova possibilità nella vita. Per La mano nera la scelta di quel tipo di ambientazione non è stata casuale. Non volevo fare un fumetto “storico”, ma raccontare una storia che, in termini di contesto, fosse sovrapponibile al nostro presente. Naturalmente senza sacrificare nessuno degli aspetti che servono per un buon fumetto di avventura.
DW - Joe Petrosino è stato interpretato dall'attore Adolfo Celi in uno sceneggiato televisivo del 1972 diretto da Daniele D'Anza e più recentemente da Beppe Fiorello in una miniserie di due puntate andata in onda sulla Rai. Le conosce? Che cosa troviamo di queste serie nella fumetto?
OC - Ho ricordi nitidi dello sceneggiato con Adolfo Celi e devo dire che mi sono ispirato molto alle sue fattezze e alla sua interpretazione per il “mio” Petrosino. La miniserie con Fiorello l’ho guardata per scrupolo professionale, ma devo dire che l’ho trovata trascurabile per il mio lavoro.
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Joe Petrosino (il primo a sx) con la sua Italian Branch |
DW - Oltre a quelle televisive quali fonti ha usato per documentarsi?
OC - Per realizzare la storia ho letto la biografia di Arrigo Petacco dedicata a Petrosino, un testo molto esauriente e scritto in modo brillante. Poi i romanzi di Secondo Signoroni. Ho fatto molte ricerche sulla Rete e su siti americani dove la figura di Joe Petrosino viene ricordata in modo molto dettagliato. Molte ricerche iconografiche sulla New York di quel periodo.
DW - Visto che la vicenda che lei ha presentato nella Mano nera è di pura fantasia le chiedo: quanto di lei è presente nei suoi personaggi? Quanto di storico? E quanto di inventato?
OC - Lo Scotennatore è un personaggio di fantasia. La vicenda di Caruso è storica: io mi sono inventato un modo plausibile in cui potrebbe essere andata, perché le circostanze non sono mai state raccontate chiaramente. Tutta la vicenda è un mix di invenzioni “montate” plausibilmente su fatti realmente accaduti. Amo i protagonisti “duri”, ma dotati di spessore, cuore e psicologia, che affrontano problemi molto più grandi di loro. Credo di aver messo in scena sempre lo stesso tipo di personaggio fin dai miei esordi con "Stella Rossa".
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Un'altra immagine d'epoca di Petrosino |
DW - Quanto dell'autore è presente nella figura del tenente Joe Petrosino e, viceversa, quanto del tenete Petrosino è presente nell'autore?
OC - Fatti i dovuti distinguo, siamo entrambi meridionali, emigrati e tenaci.
DW - A quale personaggio del volumetto è più affezionato e perché?
OC - Questa è la mia prima storia “corale”, tanto che il titolo provvisorio, di lavorazione, era Italian Branch, per sottolineare quanto il racconto, incentrato sulla figura di Joe Petrosino, parlasse in buona misura del suo team di investigatori. Quindi sono affezionato a tutti - Davide, il cronista che viene coinvolto nelle indagini, compreso.
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Nella pagina del titolo la "mano nera", grazie a uno straordinario gioco di luce creato da Catacchio, sembra essere proprio quella della cosiddetta Statua della Libertà... |
DW - Da appassionato di giallo e di fumetto mi piacerebbe sapere se vedremo questo detective sui generis in altre occasioni...
OC - Petrosino è una figura affascinante su cui si possono incentrare molte altre storie che incrociano realtà e immaginazione. Non mi dispiacerebbe tornare a raccontarlo, se se ne dovesse presentare l’occasione.
DW - Passando alle domande più generali, perché secondo lei le trame gialle e misteriose sono tornate così in auge, da colonizzare non solo romanzi, ma altri media - come televisione, cinema e fumetti?
OC - Perché il noir, più che il giallo, secondo me, è un modo di interpretare, indagare e infine raccontare la realtà che non ha confronti. Molti classici della narrativa e della letteratura oggi verrebbero ricondotti al noir. Se pensiamo al Conte di Montecristo, a Delitto e castigo o al Dottor Jeckill e mister Hyde, fino a Cuore di tenebra - evochiamo vicende oscure, che indagano l’animo umano e il rapporto con la realtà che lo circonda che a volte può essere estremo, malato e soprattutto irreversibile. A tutti basta un attimo per infilarsi in una storia da cui non tornare indietro. Questo meccanismo è affascinante da esplorare in termini narrativi.
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Da La mano nera |
DW - Da autore ormai affermato, che consigli darebbe a chi si volesse affacciare al mondo del fumetto?
OC - Di non seguire troppo i consigli!
DW - Oltre ai libri che sicuramente leggerà per documentarsi quali altre letture fa?
OC - Leggo tutto, dall’oroscopo ai saggi di storia o antropologia. Ascolto molta radio mentre disegno: convegni, dirette parlamentari. Molte idee vengono da cose che “scopri” in modo inconsueto.
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Il francobollo che le Poste Italiane emisero nel 2010 per celebrare il 150° anniversario della nascita di Joe Petrosino (che quasi coincideva con il 100° della morte)... |
DW - C'è una domanda che non le è stata fatta a cui vorrebbe rispondere?
OC - No, ma ne approfitto per salutare i lettori di Dime Web e ringraziarli per l’attenzione!
a cura di Elio Marracci
bella intervista e bell'albo, ma perché "cosiddetta" Statua della Libertà? ;-)
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