di Massimo Capalbo
Terzo appuntamento per The Dark Side of Tex! La lettera C ci regala tre voci: Il Cavaliere senza testa, i Chupacabras e Colorado Belle, la prima e l'ultima di origine boselliana, la centrale invece si deve a Moreno Burattini. Ricordiamo che questo è il terzo dizionario bonelliano realizzato da Max Capalbo per Dime Web - lavoro che viene pubblicato in contemporanea all'Atlante di Mister No e agli Zagor Monsters. Come corredo iconografico alle "premesse tecniche" abbiamo scelto stavolta alcuni omaggi al Ranger, più o meno noti, eseguti da importanti illustratori. Ricordiamo che le immagini che precedono le voci sono sempre scelte dalla redazione! (s.c & f.m.)
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Milo Manara omaggia Tex Willer |
LEGENDA
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSON, TIGER JACK, KIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex).
- Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUAN; SVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
- Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICE; EL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo.
- Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268).
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Jean Giraud, il grande Moebius, ha realizzato per Fabio Civitelli questo Tex |
Nota sui collegamenti ipertestuali
The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione.
I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché!
Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse.
Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento.
Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!
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Silver omaggia Tex |
C
CAVALIERE
SENZA TESTA
CHUPACABRAS
COLORADO
BELLE
CAVALIERE SENZA TESTA
Il misterioso
assassino che nella storia La cavalcata del morto (M. Boselli [sog.&scen.] – F.
Civitelli [dis.], Speciale Tex n. 27) semina terrore e morte nella zona di confine tra Texas e Messico,
facendosi credere lo spettro di Arturo
Videla, un ex soldato messicano.
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Cover
del Texone n. 27, “La cavalcata del morto” - disegno di Fabio Civitelli |
Videla
– come racconta nel suggestivo prologo un vecchio cowboy ai suoi compagni - aveva
combattuto sotto il comando del dittatore Santa Anna, per poi diventare un
temuto comanchero. Quattro famosi Texas Rangers
- Ben
Horne, Manuel Flores, Creed Tyler e Will Big Foot Wallace –
erano però riusciti a catturarlo e, dopo averlo giustiziato, gli avevano
tagliato la testa (l’idea era stata precisamente di Wallace) e avevano legato il corpo sulla sella di un cavallo nero, dopodiché avevano fissato la testa in
arcione davanti al cadavere mutilato. "E così il cavallo del comanchero, -
racconta il cowboy -, con il suo macabro
carico, fu scacciato nel deserto, perché la vista di quell’orrore servisse da
monito a indiani e desperados… Il
pauroso Cavaliere senza Testa, con il suo
mantello sbrindellato al vento, fu avvistato dai Comanche…. ….e si dice che,
portando il corpo senza testa crivellato da frecce e pallottole, il cavallo
nero vagasse per qualche settimana ancora nel deserto… Sinché qualcuno non tirò giù di sella i resti di Videla, per dar loro
pietosa sepoltura nel piccolo cimitero di La Trinidad… Ma le ossa senza pace
scomparvero dalla tomba… …e, anche se da allora sono trascorsi più di
vent’anni, il Cavaliere senza Testa viene ancora avvistato di notte nel
deserto, mentre galoppa sul suo nero destriero, con il logoro “serape”
messicano sulle spalle… …Precede ogni sua apparizione una sinistra melodia
indiana, il suono di un piccolo flauto d’osso che Videla portava sempre con sé…".
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L’atroce sorte che i Texas Rangers riservano ad
Augusto Videla – Speciale TEX, p. 30 |
Ed è proprio la musica di un flauto a
precedere – nel cimitero di Pueblo Blanco, un villaggio messicano poco a sud
del confine – l’apparizione dell’inquietante cavaliere, il quale uccide, a
colpi di navaja (il tipico coltello
spagnolo a serramanico), il ranger (non più in servizio attivo, come gli altri
tre) Ben Horne, che stava facendo
scavare una tomba a due uomini del posto. Il cadavere di Horne viene trovato da un abitante di Pueblo Blanco, Alfonso, cugino di Eusebio, il maggiordomo di EL
MORISCO.
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Con la sua affilata navaja, il Cavaliere senza Testa uccide Ben Horne – Speciale TEX,
p. 39 |
Alfonso porta il corpo
del ranger proprio all’occultista egiziano, il quale lo conserva nella cantina
della sua casa di Pilares e, due settimane dopo, lo mostra ai quattro pards,
che lo riconoscono subito. EL MORISCO
ha chiamato in aiuto TEX e compagni
perché il misterioso omicidio pare collegato a una strana storia di
profanazioni di tombe, profanazioni di cui egli stesso è ritenuto responsabile.
Come l’occultista racconta ai suoi amici, tutte le tombe profanate erano molto
antiche e quindi contenevano solo resti mummificati; inoltre, due di esse erano
contrassegnate dal simbolo azteco della
morte, il che fa pensare all’egiziano che i responsabili siano i cosiddetti Resurrezionisti, una setta di fanatici
indiani che credono di poter resuscitare i morti attraverso particolari riti. I
pards iniziano l’indagine da Pueblo Blanco, dove Alfonso – che non è
ben visto in paese per via della sua amicizia con EL MORISCO – dice loro che Bernardo, uno dei due indios che erano
con Horne (l’altro è morto,
calpestato dagli zoccoli del cavallo nero del fantasma), ha visto, o creduto di vedere, El Hombre Muerto. Questo nome (in
spagnolo: L’Uomo Morto, come i
messicani chiamano il fantasma) non è
nuovo a KIT WILLER (che conosce la leggenda fin da
bambino) né tantomeno a TEX e a CARSON, i quali collegano subito
l’omicidio di Ben Horne alla storia
di Videla. I pards si fanno poi
condurre da Bernardo al cimitero,
alla tomba che Horne stava facendo
scavare, e scoprono non solo che sulla croce c’è il medesimo simbolo azteco
mostratogli da EL MORISCO, ma pure
che il cadavere è stato trafugato. Convinto che pure gli altri ranger che
giustiziarono Videla siano in
pericolo, TEX ordina a suo figlio ed
a TIGER di recarsi al Lone Star, il ranch di Creed Tyler, per mettere in guardia costui,
e di fare poi lo stesso con Manuel
Flores, che possiede un altro ranch nelle vicinanze. Il giorno seguente, TEX e CARSON ritornano da EL MORISCO,
mettendolo al corrente di quanto scoperto: essi sono del parere che a uccidere Ben Horne potrebbero essere stati i
figli di Videla, il quale era sposato
con una donna Comanche. L’occultista
è d’accordo con i due pards, ai quali dice inoltre che il probabile covo dei Resurrezionisti e del fantasma è una necropoli indiana situata
nella Mesa del Muerto, un’altura
isolata nel deserto. Il mattino dopo, mentre EL MORISCO si reca con Eusebio
dalla Vecchia Maya - una curandera indiana quasi centenaria - per
avere informazioni sui Resurrezionisti
e i figli di Videla; TEX e CARSON si dirigono verso la Mesa
del Muerto. Nel frattempo, a molte miglia di distanza, KIT e TIGER, incontrano casualmente,
in una posada, Creed Tyler e il suo aiutante messicano Lago. Quando KIT rivela all’ex
ranger il motivo per il quale lo stava cercando, Tyler afferma di non temere alcunché dal Cavaliere senza Testa e si permette anche di dare dei creduloni ai
due pards. Congedatisi da Tyler, KIT e TIGER si rimettono in viaggio per raggiungere l’Agua Escondida, il ranch di Manuel Flores, ma, prima che essi arrivino,
quest’ultimo ha un fatale incontro notturno con il sanguinario fantasma.
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Il Cavaliere senza Testa decapita Manuel Flores –
Speciale TEX, p. 118 |
L’assassino – che ha come alleati
dei guerrieri Comanche (i quali
uccidono uno dei cowboy dell’Agua
Escondida) ed è anche in combutta con il soprastante del ranch, Diego Ordonez – fa cadere in trappola Flores e lo decapita con la sua navaja. Il giorno successivo, TEX e CARSON raggiungono la Mesa
del Muerto e, una volta entrati nella necropoli sotterranea, vengono
attaccati dai guardiani del luogo, tre feroci indiani che però hanno la peggio.
EL MORISCO ed Eusebio,
invece, fanno la conoscenza, nella capanna della Vecchia Maya, di una giovane e bella squaw che afferma di essere la nipote della curandera, la quale ha lasciato la sua dimora perché – dice la
ragazza – sente avvicinarsi la sua ora ed
è andata a interrogare gli spiriti del deserto. La squaw, il cui nome è Sarita,
rivela all’egiziano ciò che sa sui Resurrezionisti
e sull’Hombre Muerto, che secondo lei
è appunto Arturo Videla, tornato dalla tomba per uccidere i suoi
nemici!. Sarita invita poi EL MORISCO e il suo maggiordomo a
trascorrere la notte nel vecchio rudere che sorge vicino alla capanna. Nello
stesso istante, KIT e TIGER stanno attraversando il vasto
acquitrino che divide il ranch dello sfortunato Flores dal Lone Star. I
due vogliono mettere in guardia Tyler,
ma vengono attaccati – dopo che nell’aria si è levato il sinistro suono del
flauto - dai Comanche del Cavaliere senza Testa, i quali
feriscono TIGER con una freccia. KIT ha poco dopo un incontro
ravvicinato con il fantasma, e
sebbene colpisca questi con il suo winchester ben quattro volte, non riesce a
tirarlo giù di sella. Contemporaneamente, nella dimora della Vecchia Maya, EL MORISCO si trova in una brutta situazione: Eusebio sembra morto (il suo corpo è rigido e freddo e il suo polso
non batte più) e Sarita è
misteriosamente scomparsa. Preceduto dalla musica del flauto, appare poi il Cavaliere senza Testa, il quale galoppa
verso l’egiziano per ucciderlo. A salvare EL
MORISCO sono TEX e CARSON, i quali mettono in fuga il fantasma.
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Tex alle prese con il sanguinario fantasma – Speciale TEX, p. 204 |
Mentre CARSON rimane con l’occultista, TEX insegue l’Hombre Muerto e, sparando al suo
cavallo, riesce a fermarlo, scoprendo però che si tratta solo di un cadavere
rinsecchito che era stato legato alla sella dell’animale. In quel medesimo
momento, KIT e TIGER si trovano a fronteggiare un nuovo attacco dei Comanche (con i quali vi sono pure
alcuni meticci), che però sono costretti a ritirarsi a causa dell’intervento di
Big
Foot Wallace e dei suoi cowboy. I due pards e il gruppo di Wallace raggiungono il Lone Star, trovandolo completamente
deserto. Il mattino successivo, nella capanna della curandera, Eusebio
finalmente si risveglia, ritrovando accanto a sé EL MORISCO, il quale gli spiega che è stata proprio la bella Sarita ad avvelenarlo, e che si è
salvato solo grazie all’antidoto che egli ha preparato con l’aiuto della Vecchia Maya. Costei, in realtà, non si
era allontanata volontariamente, ma era stata portata in una comancheria, da cui è riuscita a
fuggire. TEX e CARSON mostrano a Eusebio
il cadavere rinsecchito usato dai Resurrezionisti
(di cui l’infida Sarita fa ovviamente
parte) per far credere ai loro nemici che a colpire fosse il risorto Videla. Resta però il mistero su chi
sia il fantasma che ha ucciso Horne e ha cercato di fare altrettanto
con EL MORISCO, e resta anche da
scoprire come faccia il suddetto assassino a essere invulnerabile alle
pallottole, comprese quelle sparatigli dai due ranger. A sciogliere, quella notte stessa, una parte dell’enigma
è TEX, il quale - aiutato da CARSON, che fa da esca – tende una
trappola al Cavaliere senza Testa e
ai suoi complici Comanche. Il fantasma cerca di uccidere TEX, ma viene da questi disarmato,
inseguito e infine catturato con il lazo.
Il ranger scopre così che il suo
avversario indossa, sotto il serape,
una corazza da conquistador imbottita di cuoio all’interno: ecco perché sembrava
invulnerabile ai proiettili. Sotto la corazza – cui sono state apportate altre
modifiche per consentire al fantasma
di vedere, simulando l’assenza della testa - si nasconde Sarita.
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Tex e Carson scoprono che il fantasma è in realtà la mezzosangue Sarita – Speciale TEX, p. 210 |
Condotta nella
capanna della Vecchia Maya, essa rivela
ai Nostri di essere la figlia di Videla
e di aver organizzato tutto assieme ai Resurrezionisti
per vendicare suo padre, nonché di aver usato i cadaveri, legandoli ai cavalli,
per far credere che lo spettro del comanchero
fosse ovunque. Le rivelazioni della squaw
non convincono del tutto EL MORISCO, giacché non spiegano il perché
di tutte quelle tombe profanate e come mai Ben
Horne si fosse messo a scavare anche lui nel cimitero di Pueblo Blanco. Che
Sarita abbia rivelato solo una parte
della verità, risulta ancora più evidente quando, il giorno seguente, KIT WILLER – arrivato con TIGER e il gruppo di Wallace – racconta a suo padre e a CARSON di essere stato attaccato dall’Hombre
Muerto e che quest’ultimo ha decapitato Flores. Poiché il succitato fantasma
non poteva certamente essere Sarita
né tantomeno uno dei cadaveri
rinsecchiti usati dalla setta, appare chiaro che, oltre alla figlia di Videla, qualcun altro ha impersonato il
Cavaliere senza Testa, e questo
qualcuno - come rivela Big Foot ai
Nostri - è nientemeno che Creed Tyler,
il quale era stato vent’anni prima il complice segreto del comanchero. Quando
militava ancora nell’esercito messicano,
Videla si era impossessato del tesoro
di Santa Anna (costituito da un’ingente quantità di monete d’oro) e l’aveva
diviso e nascosto in diversi cimiteri della regione, in una dozzina di tombe. Il
simbolo azteco della morte serviva appunto, come intuisce EL MORISCO, a identificare le tombe giuste. All’epoca ignaro del
segreto del comanchero, il subdolo Tyler aveva scoperto l’ubicazione del
tesoro solo di recente, dopo che, nel corso degli anni, era riuscito
rintracciare la moglie e la figlia di Videla
e si era conquistata la loro fiducia. L’ex ranger – che si era presentato alle
due donne sotto l’identità di Diego
Ordonez, il nome del soprastante di Flores
– aveva detto loro di essere stato come un fratello per il comanchero. Sarita non
poteva certo immaginare che, in realtà, a sparare per primo sull’amato padre fosse
stato proprio Tyler alias Ordonez, che aveva agitò così per impedire a Videla di rivelare a Horne,
Flores e Wallace il suo doppio gioco. Assicuratasi la complicità della squaw e dei Comanche, Tyler aveva iniziato a recuperare il tesoro (che
avrebbe poi nascosto nella necropoli sulla Mesa
del Muerto), facendo credere a Sarita
che glielo avrebbe poi consegnato affinché lei e la sua gente potessero
ricomprare le terre dei loro avi. Inoltre, Tyler
aveva pensato di mascherare il tutto con la storia dei furti di cadaveri da
parte dei fantomatici Resurrezionisti.
Questi furti, però, avevano insospettito Ben
Horne, il quale era anch’egli al corrente della vicenda del tesoro di Santa
Anna. Nel cimitero di Pueblo Blanco, Horne
stava per scoprire la verità che si celava dietro le profanazioni delle tombe,
ma era stato appunto ucciso da Tyler,
che – come sanno sia TEX che Big
Foot – è, al pari di Videla,
un vero maestro nell’uso della navaja,
ed ha potuto in tal modo sfruttare a suo vantaggio la leggenda dell’Hombre
Muerto. In un primo tempo, Sarita
non crede che Tyler l’abbia
ingannata e che sia addirittura l’assassino di suo padre, ma inizia a
convincersi quando, il giorno successivo, segue TEX e gli altri sulla Mesa
del Muerto e vede i corpi dei suoi Comanche
davanti all’entrata della necropoli. Coadiuvato da Ordonez, Tyler si è
sbarazzato degli indiani dopo aver preso il tesoro e ora, assieme al suddetto
complice e a Lago, sta puntando
verso il Texas, credendo di passare sotto il naso dei pards e dei loro amici. TEX e Wallace però hanno intuito le sue mosse e, calata la sera, gli
giocano – con l’aiuto di Sarita e
dei Comanche
- un brutto scherzo, ricorrendo proprio alla messinscena del Cavaliere senza Testa. L’inattesa
apparizione dell’Hombre Muerto (impersonato dalla squaw) terrorizza Lago,
il quale fugge via, convinto che Videla
voglia vendicarsi di loro. Ordonez,
invece, rimasto a guardia dell’oro viene catturato dai due KIT e da TIGER; mentre Tyler, lanciatosi all’inseguimento del fantasma, cade nella trappola tesagli da
TEX e Big Foot. Quest’ultimo intima
all’ex compagno di gettare il fucile, ma
Tyler, per tutta risposta, spara e
ferisce Big Foot a un braccio. Spara anche contro TEX, che però lo uccide. Alla fine, tutti sono d’accordo nel consegnare il tesoro di Santa Anna a Sarita (cui Big Foot chiede perdono per quanto
fatto a suo padre) e al suo popolo.
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Tex uccide il perfido Creed Tyler – Speciale TEX,
p. 238 |
Curiosità: La leggenda
del Cavaliere senza Testa nacque da
un fatto realmente accaduto, ovvero l’uccisione e la decapitazione, nel 1850
circa, di un famigerato fuorilegge messicano - un ladro di bestiame di nome Vidal
(che nel Texone è diventato Videla) - a opera di due
valorosi Texas Rangers - Creed Taylor (modificato in Tyler nella storia) e
William A. A. Big Foot Wallace - e di un ranchero messicano, Manuel
Flores (che Boselli ha trasformato in ranger). Wallace
ebbe appunto l’idea di legare, sulla sella di un cavallo nero, sia il corpo di
Vidal che la sua testa, con tanto di sombrero. Nel giro di pochi anni, gli
avvistamenti del suddetto cavallo e del suo macabro passeggero fecero nascere
la leggenda dell’Hombre Muerto, ghignante fantasma che
terrorizzava gli abitanti della regione del Rio Nueces (Texas meridionale).
Questi avvistamenti non cessarono nemmeno dopo che i poveri resti di Vidal
vennero recuperati e sepolti in una fossa nei pressi del villaggio di Ben Bolt,
a sud della cittadina di Alice (Boselli,
invece, nel prologo della storia cita il
cimitero di La Trinidad).
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Copertina di un romanzo del 1865 ispirato alla
leggenda dell’Hombre Muerto |
Nei redazionali del Texone, oltre a parlare del suddetto episodio,
Graziano Frediani accenna
ad un altro famoso Cavaliere senza Testa:
quello che compare in un racconto di Washington Irving del 1819, La leggenda della valle addormentata (o La leggenda della valle del sonno),
ambientato a Sleepy Hollow, un villaggio nascosto
nel cuore di una delle anse che frastagliano la riva orientale del fiume Hudson
(New York). Il più sconcertante degli
spiriti che tormentavano Sleepy Hollow – scrive Frediani – era il fantasma di un soldato di cavalleria
venuto dall’Assia, che ebbe la testa mozzata da una palla di cannone durante
qualche remota battaglia combattuta nei paraggi, e che fu poi sepolto nel
cortile della chiesa; ma, dopo il tramonto del sole, l’assiano si alzava dalla
tomba e galoppava a spron battuto […] verso
il campo di battaglia, alla ricerca della propria testa, con l’ansia di tornare
nella tomba prima dello spuntar
dell’alba, scomparendo in una vampa di fuoco e di zolfo. Dal racconto di
Irving, il famoso regista americano Tim Burton ha tratto, nel 1999, il film Il mistero di Sleepy
Hollow.
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Locandina originale del film Il mistero di Sleepy Hollow (Tim Burton, 1999) |
CHUPACABRAS
I
fantomatici succhia-capre del Sud Ovest.
Secondo le credenze degli immigrati latinos,
i Chupacabras sarebbero una sorta di
grossi coyote (ma altre descrizioni parlano di mostruosi bipedi dai denti a
sciabola) dotati di robusti aculei che si estendono dalla testa alla coda. Come
si evince dal loro pittoresco nome, queste creature avrebbero l'abitudine di
succhiare il sangue delle capre e di altri animali domestici. Fino ad ora, però,
nessuno studioso di criptozoologia (la scienza che si occupa degli animali
misteriosi) ha trovato prove concrete della loro esistenza, che appare assai
improbabile. Nell'universo texiano, invece, i vampiri della Sierra esistono eccome, e sono davvero terrificanti.
Essi compaiono nella quinta e ultima storia del decimo Color Tex, intitolata per l'appunto Chupacabras! (M.
Burattini [sog.&scen.] – M. Rubini [dis.]) e ambientata in Messico, sulla
Sierra Tarahumara. Qui, TEX e TIGER salvano, dalla banda del
desperado Hiena, la spedizione del
professor Dawson, un naturalista che
è alla ricerca dei temuti Chupacabras.
Voglio appurare se esistono davvero, dato
che ho scoperto qualche nuovo indizio in proposito… - dice lo scienziato ai
Nostri, che intendono mettersi nuovamente sulle tracce di Hiena e soci (datisi alla fuga dopo essere rimasti solo in quattro)
– Di recente si sono susseguiti degli
avvistamenti… ho ricevuto segnalazioni di attacchi a esseri umani! Sono stati
almeno tre, a quanto si dice, i pastori trovati morti in questa regione, nei
mesi scorsi… …e tutti sembravano essere stati prosciugati del sangue… …la stessa
cosa capitata a parecchie pecore del loro gregge, messo in fuga dall'attacco
delle creature misteriose… Le testimonianze sono così circostanziate da avermi
spinto a organizzare questa spedizione!.
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Il professor Dawson rivela a Tex l'oggetto della
sua ricerca. Il Ranger, però, non crede che i Chupacabras esistano veramente - Color Tex 10, p. 141. |
TEX – il quale crede che i Chupacabras
siano solo una leggenda – promette a Dawson
che lui e TIGER (più possibilista,
invece, sull'esistenza dei succitati mostri) si rifaranno vivi e si allontana
con il suo pard. Un'ora dopo, quando il sole è ormai tramontato, i due giungono
nei pressi del bivacco della banda, ma, una volta avvicinatisi, scoprono i
corpi dissanguati di tre desperados.
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Tex e Tiger scoprono i corpi, completamente
dissanguati, di due desperados - Color
Tex 10, p. 144 |
L'unico a essere ancora in vita è proprio Hiena, che però, avendo la schiena
spezzata, ha la sorte segnata. Prima di morire, il bandito dice al Ranger che ad
attaccarli sono stati i Chupacabras.
Questi ultimi si trovano ancora nelle vicinanze e, quando TEX (finalmente ricredutosi) e TIGER
si rimettono in sella, inseguono i due pards, incuranti delle loro pallottole.
I Nostri riescono a raggiungere Dawson
e i suoi uomini (Santiago, Quebert, Colmar e Conrad), ma lo
stesso fa un Chupacabras, che si
avventa subito sul cavallo di TIGER.
Il Ranger prima e il Navajo poi sparano immediatamente contro la mostruosa
belva, che muore solo dopo aver ricevuto numerosi proiettili.
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I due pards sparano contro il primo Chupacabras - Color Tex 10, p. 151 |
Noo!... Dovevamo prenderlo vivo!,
esclama Dawson, il quale, intenzionato
a catturare ad ogni costo alcuni esemplari, vuole scendere nella scarpata dove
è finito il suo carro (in seguito all'attacco dei desperados) per recuperare il
gas narcotizzante con cui addormentarli. In quel preciso momento, Colmar viene assalito e sgozzato da un
secondo Chupacabras, che è a sua
volta ucciso da TEX e TIGER.
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Tex e Tiger uccidono il secondo Chupacabras, che ha
appena sgozzato il povero Colmar - Color
Tex 10, p. 153 |
Dobbiamo scendere in fondo al burrone e recuperare il narcotico!,
dice l'ostinato naturalista a TEX,
che risponde: Toglietevelo dalla testa,
professore! Raggiungere i resti del carro vorrebbe dire mettere a repentaglio
le vite di tutti, a partire dalla vostra! Invece aspetteremo qui l'alba e poi
ci metteremo in marcia verso il paese più vicino! Credo che quei mostri non
attacchino alla luce del giorno… . Le ragionevoli parole del Ranger convincono
Santiago e compagni, ma non Dawson: I Chupacabras potrebbero spostarsi… e non li troveremmo più!... Quelli
che vivono qua attorno sono sicuramente gli ultimi esemplari di una specie in
via di estinzione!... Li ho cercati per anni!. Un ruggito improvviso
annuncia l'arrivo degli altri componenti del branco: i due pards iniziano a
sparare contro le implacabili belve, mentre Dawson - impugnata una torcia - si mette a correre in direzione del
burrone. TEX e TIGER gli vanno dietro, seguiti da Santiago, Quebert e Conrad. Poiché anche i Chupacabras scendono verso la scarpata,
i Nostri decidono di attenderli e mandano avanti i suddetti tre. Costoro
raggiungono Dawson e gli dicono di
venire via con loro, ma il naturalista, per tutta risposta, lancia contro di essi
uno dei barilotti pieni di narcotico che ha recuperato dai resti del carro: No! Voi non farete del male ai miei magnifici
esemplari!... . Investiti dal gas, Santiago
e compagni cadono a terra privi di sensi; TEX
e TIGER, invece, si allontanano in
tempo. Il folle gesto di Dawson
permette ai Chupacabras (quattro
esemplari in tutto) di raggiungere il burrone indisturbati. Lo scienziato – che
ha recuperato un altro barilotto - li aspetta, apprestandosi ad addormentarli
con il narcotico. Scopre però, con sgomento, che il rubinetto si è danneggiato;
il barilotto, quindi, è vuoto. In quel preciso istante, i Chupacabras gli saltano addosso e lo dissanguano.
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Gli ultimi quattro Chupacabras rimasti si avventano
su Dawson, accortosi troppo tardi che il barilotto con il narcotico è vuoto - Color Tex 10, p. 160 |
Decisi a
vendicare il naturalista, i due pards uccidono i mostri a colpi di winchester. Speriamo che Dawson avesse ragione… che i
Chupacabras che abbiamo affrontato siano gli ultimi della loro specie. –
dice TEX a TIGER – E ora svegliamo quei
tre e andiamocene da questo canyon maledetto!. Il Navajo risponde: Woah!... Che quei mostri restino per sempre
nel regno delle tenebre!.
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Il Ranger e il suo pard scaricano addosso ai mostri
i loro Winchester - Color Tex 10, p.
161 |
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Le fucilate di Tex pongono probabilmente fine alla
terribile specie - Color Tex 10, p.
162 |
Vere
e proprie incarnazioni del male, i Chupacabras
texiani si fanno ricordare, oltre che per la ferocia e l'incredibile resistenza
fisica, per il loro inquietante aspetto, che è alquanto diverso da quello
tradizionalmente attribuito ai vampiri
del Sud Ovest. Le creature tanto amate dal professor Dawson - interessante figura di scienziato fanatico - hanno infatti
una corporatura più da felide che da canide; sembrano una sorta di leoni
mutanti, anche per via delle spine della testa, che somigliano vagamente a una
criniera. Degne di menzione, inoltre, le loro fauci, in particolare le due
zanne centrali, le prime ad affondare nella gola delle malcapitate vittime.
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Il Chupacabras nella sua più comune versione |
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Una delle versioni "alternative" del vampiro della Sierra |
COLORADO
BELLE
Compare nella
storia omonima (M. Boselli [sog.&scen.] – A. Font [dis.], nn. 538-539) ed è
la giovane e bella cantante del Colorado
Saloon di Yellow Sky, un villaggio
minerario ai piedi dei monti Sangre de Cristo (nel Colorado, appunto). Viene
uccisa dal bandito Deadman Dick per
aver rifiutato di andare via con lui, e il suo cadavere è gettato dal suo
assassino in un pozzo. Il fantasma di Colorado
Belle – il cui vero nome era Alice
Morrow – rimane a Yellow Sky,
quando il villaggio, abbandonato dai suoi abitanti a causa dell’esaurimento delle
miniere d’argento, diventa una ghost town.
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Cover del n. 538, “Colorado Belle” - disegno di Claudio Villa |
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La cantante fantasma nella sua camera del Colorado
Saloon - TEX 538, p. 9 |
Qualche tempo
dopo, KIT WILLER, sulle tracce della
banda di Deadman, si ferma proprio a
Yellow Sky, mentre sta per scoppiare
un temporale. WILLER junior si sistema nella stalla, ma
all’improvviso avverte la sensazione di essere osservato, e poiché anche il suo
cavallo ha percepito qualcosa, pensa che si tratti di uno dei fuorilegge cui
sta dando la caccia. Senza fare rumore, KIT
raggiunge – con la pistola in pugno - la main
street e nota, sottola pioggia battente, un’ombra alla finestra del Colorado Saloon. La finestra è
precisamente quella della camera in cui viveva la povera Alice e nella quale si
aggira il suo fantasma. Entrato nella stanza, KIT la trova deserta e inizia ad esaminarla per vedere se la
persona che ha notato da fuori ha lasciato qualche traccia.
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Kit nota l’ombra di Colorado Belle dietro la finestra del saloon - TEX 538, p. 17 |
Alcuni capelli biondi
rimasti tra le setole di una spazzola indicano a KIT che una donna ha abitato la camera di recente. Il Nostro è
confuso e si addormenta sul letto, svegliandosi la mattina successiva con la
sensazione di aver fatto uno strano sogno, che però non riesce a ricordare.
Uscito dal saloon, trova sulla main
street un dollaro d’argento, uno
di quelli che Deadman colleziona e
che usa tenere nella fascia del cappello. A mettere la moneta sulla strada è
stata, durante la notte, la ragazza fantasma,
che non si è fatta vedere da KIT
perché ha paura (teme che possa essere un componente della banda di Deadman) e si limita a spiarlo dalla
finestra mentre lascia Yellow Sky.
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Kit raccoglie la moneta che Colorado Belle ha messo
sulla main street di Yellow Sky - TEX
538, p. 21 |
Nello stesso momento, il fratello di Alice,
il predicatore Charles Morrow, arriva al trading
post di Las Animas, a poche miglia dalla
ghost town. Ignaro della tragica sorte di sua sorella, Charles intende riportarla nella casa paterna, a Philadelphia, e
nonostante venga informato che Yellow Sky
è ormai una città fantasma, vuole andarci lo stesso. Si offre di accompagnarlo un
uomo chiamato Latigo, il quale in
realtà ha l’intenzione di rapinarlo e di ucciderlo nella prateria quando
scenderà la notte: egli è infatti un uomo di Deadman Dick. A salvare l’ingenuo Charles è TEX, che
affronta e uccide Latigo proprio
mentre questi stava per sparare al predicatore, il quale poi spiega al ranger –
anche lui, come KIT, sulle tracce
della banda di Deadman - lo scopo
del suo viaggio. Il giorno successivo,
ad alcune miglia di distanza, Deadman
e i suoi compagni – Beckford, il
nero Scorpio, il cinese Lee Yong, l’indiano Ute Blackbird, Louie, Crandall e Ross – rapinano e uccidono tutti i componenti
di una carovana, tranne due ragazzi, Mark
e Annie, e una giovane donna, Rosemary. Deadman li ha risparmiati perché intende vendere i primi due agli Utes di Bisonte Nero e tenere con loro la terza. Il pomeriggio del giorno
seguente, KIT trova i resti della
carovana e, tramite i segnali di fumo, si mette in contatto con TEX, il quale, assieme a Morrow, raggiunge il figlio poco dopo
mezzanotte. I tre si riuniscono attorno al fuoco e quando Charles dice a KIT, dopo
avergli fatto vedere la foto di Alice,
che costei cantava in un saloon di Yellow
Sky, il giovane mostra a TEX il
dollaro d’argento appartenuto a Deadman:
L’ho trovato al mattino, appena uscito
dalla stalla dove avevo legato il cavallo… ma avrei giurato che la sera prima
non c’era… . Forse non avevi visto
bene., gli dice TEX, e KIT risponde: "Possibile. Era quasi buio… e
pioveva… …ma proprio qui sta il punto! Questa moneta non era immersa nel fango,
come sarebbe stato logico… sembrava che qualcuno l’avesse appoggiata lì a terra
solo qualche minuto prima… …perché io la vedessi!. KIT aggiunge poco dopo, rivolgendosi al predicatore: E’ strano, sapete… Ero da solo… …eppure
avevo la netta sensazione che ci fosse accanto a me una presenza femminile!".
Il mattino seguente, i tre si rimettono in viaggio in direzione del villaggio
di Bisonte Nero; KIT infatti, esaminando il giorno prima
le tracce lasciate dalla banda di Deadman,
si è accorto che questi si è portato dietro degli ostaggi, e sia lui che TEX vogliono ovviamente liberarli.
Giunti all’accampamento degli Utes,
i due WILLER riescono, dopo varie
peripezie, a liberare Mark e Annie ed a catturare Blackbird (che, rimasto nel villaggio
con Scorpio, aveva cercato assieme a
questi di uccidere TEX), quindi fuggono. Bisonte
Nero e i suoi guerrieri li inseguono, ma, dopo una breve sparatoria, il sakem accetta i due winchester offertigli
da TEX e fa ritorno al villaggio. Il
giorno seguente, il gruppo si divide: Morrow
e i due ragazzi si dirigono a Yellow Sky,
scortati fino alla pista che conduce alla città fantasma da KIT; mentre TEX, portandosi dietro il prigioniero Blackbird, segue le tracce di Deadman
e dei suoi uomini (che hanno con loro l’altro ostaggio, Rosemary). Giunto a Boulder
Mine, il rifugio della banda, TEX
uccide Louie e Blackbird, che era riuscito a liberarsi. Il resto della banda non
c’è, ma Rosemary dice a TEX ed a KIT (che nel frattempo aveva raggiunto suo padre) che i malviventi intendono
rapinare la banca di Colorado Springs e si sono dati appuntamento con altri fuorilegge
in una ghost town. I due WILLER capiscono che si tratta di Yellow Sky e si mettono subito in sella,
temendo per la vita di Morrow e dei
ragazzi. Questi ultimi, intanto, arrivano nella ghost town, ignari di trovarvi la banda di Deadman.
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Cover del n. 539, “I banditi della città fantasma” - disegno di Claudio Villa |
Dalla finestra del saloon, Colorado Belle riconosce suo fratello Charles, ma decide di non farsi vedere, data la presenza dei
banditi. I tre vengono subito catturati e tenuti prigionieri nel Colorado Saloon, dove, secondo uno dei
fuorilegge, il possente Crandall, si
nasconde qualcun altro. Crandall –
che non viene creduto dai suoi compagni - ha controllato invano tutto il
locale, tranne la soffitta, che è proprio il posto dove si è nascosta Alice. Il bandito sta per salire in
soffitta quando qualcos’altro distoglie la sua attenzione: l’arrivo del
complice di Deadman, Rhett Damon, e dei suoi uomini, Toblin e Murray. Quella notte, Mark
riesce a liberarsi, approfittando della momentanea assenza di Toblin (posto a guardia degli ostaggi),
il quale, dopo aver visto – riflessa allo specchio – Colorado Belle, cerca di catturarla. Quando Toblin ritorna, Mark gli
sottrae la pistola e lo uccide; poi fugge dal saloon prima che arrivino gli
altri banditi. Damon chiede al
morente Toblin come ha fatto a farsi
sorprendere, e questi, con le sue ultime forze, risponde: C’era… una donna… . Il mattino seguente, Deadman e Damon
costringono Mark a uscire allo scoperto,
minacciando di far torturare Annie
da Lee Yong. Il ragazzo sta per
venire ucciso da Murray, ma TEX, intervenendo all’improvviso, salva
Mark, impiombando con il suo fucile
il suddetto bandito. TEX e KIT si sbarazzano poi di Beckford e di Damon, e fanno prigioniero, nella stalla, Ross. Il resto dei loro avversari si asserraglia nel saloon; qui, Deadman lancia ai Nostri - in realtà nella
stalla ci sono solo KIT e Mark, visto che TEX sta tentando di prendere alle spalle i banditi - un ultimatum:
se essi non escono sulla main street
per parlamentare, ucciderà uno degli ostaggi. Non ottenendo risposta (KIT sa bene che si tratta di una
trappola), Deadman si appresta a uccidere
Charles, ma proprio in quel momento
una porta si apre e ne esce Colorado
Belle. Il capobanda non crede ai suoi occhi (Tu!... Non è possibile!...)
e punta la pistola sulla ragazza per spararle. Charles però glielo impedisce, mandando a vuoto gli spari, e lotta
con lui sul pavimento, finché Crandall
non tramortisce il predicatore con il calcio del suo fucile.
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Apparendo all’improvviso, Colorado Belle salva la vita al fratello Charles - TEX 539, p. 106
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L’apparizione di Colorado Belle sconvolge il suo
assassino Deadman Dick - TEX 539, p. 107 |
Allarmato dagli
spari, KIT esce dalla stalla e, coperto
da Mark, riesce a raggiungere la
facciata del saloon. All’interno, Deadman
ordina a Crandall di salire al piano
di sopra per catturare Colorado Belle.
Crandall trova invece TEX, che sbuca da una delle camere e fa
precipitare dalle scale il bandito. Deadman
e Lee Yong sparano contro il ranger,
che risponde al fuoco ammazzando il capobanda. Il cinese, allora, decide di
scappare, ma fuori dal saloon trova KIT,
che lo uccide. A questo punto, la verità su Colorado Belle viene finalmente fuori: KIT, infatti, ricorda di aver intravisto anche lui Alice la notte che trascorse da solo a Yellow Sky (non si era trattato quindi
di un sogno, come aveva finora creduto), mentre TEX, dopo aver ascoltato le ultime parole del morente Crandall: Il pozzo…dietro il saloon… , capisce cosa è realmente successo alla
povera ragazza. Avevi ragione, Charles. -
dice il ranger al predicatore – Tua
sorella non ha mai lasciato Yellow Sky… . Il cadavere di Alice, ridotto quasi a uno scheletro,
viene trovato nel pozzo indicato da Crandall,
dove Deadman l’aveva per l’appunto
gettato. I Nostri danno una dignitosa sepoltura a ciò che rimane di Colorado Belle – la cui anima ritrova
così la pace - e abbandonano infine la ghost
town.
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Il cadavere della cantante viene ritrovato in fondo
al pozzo - TEX 539, p. 113 |
Colorado Belle è un episodio
davvero memorabile, una ghost story
densa di pathos (l’amore che Charles
nutre per la sorella perduta riesce a
toccare il cuore del lettore, e nel finale è difficile non commuoversi) e dalle
atmosfere suggestive. Questo sin dalle prime pagine, dove Boselli – noto
appassionato di ghost stories – e l’abile
Font creano un clima malinconico e fortemente evocativo. Si pensi alla sequenza
del tumbleweed (la tipica pianta
rotolante dei deserti nordamericani) che viene spinto dal vento nel saloon
abbandonato, e alle didascalie che ci fanno conoscere i pensieri della ragazza
fantasma: "Il Colorado Saloon. E’ qui che vivo. E ho paura. Ho paura di questo posto pieno di rumori. Quella doveva
essere solo una finestra o una porta che sbatteva…ma mi ha fatto paura. Sono
troppo nervosa. Troppo! Colpa della solitudine. Ma preferisco restare sola.
Dopo quello che mi è successo…" . Come risulta evidente dal suddetto incipit e anche dal prosieguo della
storia, Alice è un fantasma un po’ sui generis: è lei, infatti, ad aver
paura dei vivi e persino dei rumori che sente nel saloon; quando invece, nei
tradizionali racconti di fantasmi, sono i vivi a temere gli spettri e a sobbalzare
a ogni rumore improvviso. In questo senso, la povera Alice ricorda la bambina fantasma che sta al centro di una
struggente storia di Dylan Dog, intitolata appunto La Bambina e apparsa per
la prima volta nel cartonato Mondadori L’Indagatore
dell’Incubo (1991). Nel finale di questa storia, Tiziano Sclavi fa
pronunciare al suo Dylan una frase – Per
i fantasmi, forse, i fantasmi siamo noi… -
che si addice anche a Colorado
Belle, la quale, come dimostra la sua paura, sembra non avere piena
coscienza di essere morta. A dire il vero, è lo stesso Boselli a giocare sul
filo dell’ambiguità: se è vero che non ci vuole molto per intuire che Alice sia un fantasma (già nel primo albo diversi elementi lo
suggeriscono), è altrettanto vero che solo nelle pagine conclusive viene
fugato ogni possibile dubbio al riguardo. Quest’ambiguità costituisce uno dei
maggiori pregi della storia, così come particolarmente azzeccata è
l’ambientazione principale: quale location
poteva infatti essere più adatta, per un racconto del genere, di una ghost town, cioè di una città che è essa
stessa un fantasma? A tale proposito, è veramente apprezzabile l’implicita ironia
presente nelle parole che Boselli fa pronunciare, in due momenti diversi della
storia, al vecchio Ford
(proprietario del trading post di Las
Animas) ed a Mark. Il primo,
riferendosi a Yellow Sky, dice a Charles: Là c’è ancora meno che a Las Animas!... Forse qualche fantasma!...
. Il secondo, quando Annie dice che Yellow Sky le fa venire i brividi, rassicura
così la ragazza: Tranquilla, Annie!…
Anche se la chiamano ghost town,
questo non significa che ci siano i fantasmi!... Invece, il fantasma c’è
eccome, sebbene proprio Annie – e
anche questo è in un certo senso ironico – è l’unica, nella sequenza clou dell’episodio (n. 539, pp. 106-107), a non vedere Colorado Belle, la quale si mostra solo
a chi vuole.
Il finale, oltre che commovente, è interessante anche per quanto
concerne l’atteggiamento mostrato da TEX
verso un evento assolutamente fuori dall’ordinario quale l’apparizione di un vero
fantasma. In genere, come abbiamo già visto nel caso della mummia di AKHRAN, il ranger è scettico nei
confronti del soprannaturale: al termine della suddetta avventura, infatti,
egli liquidava come una mera illusione ottica la resurrezione del negromante
egizio. Al contrario, in Colorado Belle (che è la più recente
ghost story texiana), TEX comprende – e KIT con lui - che non vi può essere altra spiegazione all’infuori
di quella paranormale, vale a dire che l’anima inquieta della sventurata
ragazza è davvero rimasta a Yellow Sky.
Mi dispiace, Charles. – dice il Nostro
all’affranto predicatore dopo il ritrovamento del cadavere di Alice - Tua sorella è morta da molto…Tuttavia pare che, per quanto possa
sembrare incredibile, qualcosa di lei
ti abbia aspettato per tutto questo tempo… e che sia comparsa al momento giusto
per salvarti!. Quando poi, seppellita la sorella, Morrow afferma che gli dispiace lasciarla da sola nella ghost town, TEX aggiunge: Charles,
l’esperto di queste cose sei tu… ma dopo quello che è successo, credo che Alice
sia davvero in pace con se stessa, ormai… . Non può essere che così, visto che,
oltre ad aver ricevuto una degna sepoltura, Alice ha ottenuto – proprio per mano di TEX – finalmente giustizia. Concludiamo, riportando le parole,
pronunciate dal ranger, che chiudono questa magnifica storia: Addio… e grazie, Colorado Belle!
|
Locandina originale del film Cielo Giallo (William A. Wellman, 1948) |
Curiosità: Come rivela
Boselli nell’intervista pubblicata sul quarto numero di Tex Willer Magazine (aprile 2011), Colorado Belle era stata
originariamente pensata in un unico albo e avrebbe dovuto essere disegnata da
Aldo Capitanio (prematuramente scomparso nel 2001). Ad ogni modo, i due albi
non hanno incrinato la qualità della storia, nè Font ha fatto rimpiangere
l’artista vicentino. E’ senza dubbio efficace il modo in cui il disegnatore
spagnolo ha caratterizzato i numerosi personaggi e ha reso la città fantasma e
le altre ambientazioni. A proposito della ghost
town, è assai probabile che Boselli abbia tratto il nome Yellow Sky da un famoso film di William
A. Wellman con Gregory Peck e Richard Widmark, Cielo Giallo (1948). Questa pellicola – ambientata in una ghost town chiamata appunto Yellow Sky – è però un western del tutto
realistico, come d’altra parte sarebbe la stessa Colorado Belle se non ci
fosse la ragazza fantasma. Riguardo a quest’ultima, va detto che l’immagine del
suo volto dietro la finestra del saloon (n. 538, p. 16, v. 5) richiama, con le
dovute differenze, quella dello stalliere fantasma Quint in una delle più incisive
scene di Suspense (Jack Clayton,
1961), celebre horror tratto dal racconto Il
giro di vite di Henry James (1898).
|
Il fantasma dello stalliere Quint (Peter Wyngarde) compare
alle spalle del piccolo Miles (Martin Stephens) in Suspense (Jack Clayton, 1961) |
Massimo Capalbo
N.B. trovate i link alle altre voci di The Dark Side of Tex andando sul Navigatore!
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