di Saverio Ceri
Come ormai è noto, nel progetto
di rilancio di Dylan Dog tutte le testate dell’Indagatore dell’Incubo verranno
coinvolte dando loro un nuova identità peculiare. Se la serie regolare ospiterà
le avventure del rinnovato eroe, l’almanacco darà spazio al co-protagonista che
più di tutti potrebbe mancare ai lettori in questa nuova fase, ovvero
l’ispettore Bloch, che si godrà la agognata, ma, potremmo scommetterci,
tutt’altro che tranquilla pensione, sulle pagine dell’annuale primaverile. Allo
speciale settembrino invece toccherà ospitare, dal 2015, le avventure del Dylan
di un alternativo, zombesco, futuro già visto all’opera su un paio di color
fest e sull’ultimo gigante. Ultimo gigante in tutti i sensi perché per questa
collana non c’è spazio nel nuovo assetto di Dylan Dog. Con il nuovo ruolo, strategico, riservato
invece al Maxi Dylan Dog, la redazione di Via Buonarroti, ha preso i
proverbiali due piccioni con una fava. Il Maxi Dylan Dog Old Boy, questa la
nuova definizione del balenottero, che da ottobre, quindi subito dopo il
rilancio, passerà a quadrimestrale, ospiterà le avventure del Dylan Dog
classico quello che abbiamo conosciuto fino a oggi, senza sconvolgimenti, come
se fosse un mondo parallelo della collana regolare, o viceversa. Questo
consentirà innanzitutto di smaltire le decine e decine di storie già in
produzione al momento della decisione del rilancio, si parlava di una
sessantina di storie, di cui le migliori sono state pubblicate nell’ultimo anno
nella prima fase nel rinnovamento. Questo farebbe pensare che le altre quaranta
e passa avventure sono ritenute non all’altezza di quelle pubblicate finora,
che sinceramente non mi sono sembrate il massimo della vita; ma i gusti sono
gusti e molto probabilmente a me potrebbero piacere più quelle scartate, che
leggerò nei prossimi maxi, che quelle selezionate in questi mesi. L’escamotage
del mondo parallelo inoltre potrebbe far rifugiare nella collana Maxi tutti i
lettori a cui piaceva il Dylan attuale e che potenzialmente potrebbero non
riconoscersi nell’evoluzione del personaggio. Chi ama il Dylan di oggi, insomma,
non lo perderà, lo ritroverà in nove avventure l’anno sui tre maxi in calendario.
E perché non si dica che ci siano solo “scarti” sulla collana sono stati messi
in cantiere nuovi episodi espressamente per il rinnovato balenottero. Insomma
il Maxi Dylan Dog sarà la casa di tutti coloro a cui non piacerà il nuovo corso;
nel peggiore dei casi quindi di circa 100.000 lettori. Ovviamente da
appassionati del personaggio e del fumetto bonelliano ci auguriamo che
Recchioni & Co. col loro nuovo Dylan abbiano colto nel segno e che l’Indagatore
dell’Incubo non solo arresti l’emorragia di lettori, ma che ricominci a
conquistarne di nuovi. In questo caso il Maxi Old Boy sarebbe destinato ad
estinguersi nel giro di pochi anni.
Con queste premesse la domanda è:
perché cambiare la grafica del Maxi?
Attenzione, non sto dicendo che
la grafica del nuovo maxi sia brutta, anzi; Paolo Campana ha fatto un ottimo
lavoro, realizzando un restyling leggero dello storico marchio arricchendolo
con la scritta Old Boy leggibile ma non banale; Secondo me, Ottokin - nome
d’arte di Campana – è il primo vero degno erede dello storico grafico
bonelliano Luigi Corteggi, creatore di logo memorabili come quello di Mister No
e dello stesso Dylan Dog. Perché, però, cambiare? Per dare l’idea che anche questa
collana rientri nel rilancio del personaggio, suppongo. Se c’era una collana
che non doveva cambiare, però, era proprio questa. Qui i lettori del classico
Dylan Dog si devono ritrovare immediatamente, devono poter riconoscere che
quello è il loro Dylan, quello di sempre, e invece si ritrovano un logo che con
l’ombra trasparente richiama il nuovo logo delle serie regolare (quindi il
nuovo corso e il nuovo Dylan) e un nuovo copertinista, Gigi Cavenago, che pur
bravissimo anche lui, non ha il solito tratto a cui gli affezionati
dell’Indagatore dell’Incubo classico sono abituati da quasi un quarto di
secolo. Il lettore distratto, e ce ne sono molti, anche tra i “naviganti”,
visto che anche sulla pagina facebook della serie, ancora alcuni cadono dalle
nuvole quando viene annunciato l’ormai imminente rilancio – me se non si parla
d’altro da un anno? Il lettore distratto, dicevamo, che prenderà l’albo di
fine settembre e, speriamo di no, non rimarrà soddisfatto del nuovo Dylan,
quando vedrà il Maxi con una grafica tutto sommato in linea con la serie
regolare, non potrà far altro che pensare che anche li dentro ci sia il nuovo
Dylan, quello che a lui non è piaciuto. Insomma speriamo che l’idea “geniale”
di mantenersi un’ancora di salvataggio sul passato non venga vanificata della
grafica del futuro.
Dylan Dog è come i Pink Floyd: continuano a uscire albi con il suo nome, ma non hanno più niente a che vedere con il personaggio che fu. Tiziano Slavi, come Roger Waters era un genio assoluto, gli altri sono buoni scrittori che magari con un altro personaggio sono anche bravi, ma che su DD difficilmente riescono ad interpretare bene lo spirito della serie.
RispondiEliminaE' una truffa perpetrata ai lettori, sopratutto collezionisti, che lo comprano solo per il nome e magari nemmeno lo leggono.
Ovidio B.
Beh... "truffa" è un parolone, che fa riferimento a un reato, e una tale terminologia andrebbe evitata, per non rischiare di passare autormaticamente dalla parte del torto... Detto ciò, Dylan Dog rimane ancora, secondo me, un buon fumetto - tutto sommato (e sai che qui non abbiamo lesinato critiche alla serie). Per quanto riguarda i Pink Floyd, anche se gli album da "The final cut" in poi non sono ai livelli di "Ummagumma" o "Atom Heart Mother", il peggiore degli LP dei PF è sempre mille volte meglio del migliore degli LP di una "boy band" o cose simili. Mutatis mutandis, il discorso vale anche per DYD, rapportato ad altri fumetti (anche bonelliani).
EliminaFrancesco Manetti