L'INVOLONTARIA PRIMA APPARIZIONE MONDIALE (IN ITALIA) DI HELLBOY
di Saverio Ceri
Il catalogo della rassegna internazionale del Fumetto e del Fantastico di Prato del 1993 - illustrazione di Mike Mignola |
Febbraio 1993
Quell’anno, come di consuetudine
in pieno inverno, la tradizionale “Rassegna Internazionale del Fumetto e del Fantastico di
Prato” presentava un catalogo con la copertina illustrata dal giovane, ma già
affermato, cartoonist statunitense Mike Mignola. L’illustratore californiano
che aveva appena disegnato lo storybord del film Dracula di Francis Ford Coppola,
traendone poi un fumetto vero e proprio, pubblicato all'epoca dalla Topps e recentemente riproposto dalla IDW, era uno degli ospiti d’onore della
kermesse pratese di quell’anno, e aveva realizzato per l’occasione un paio di
disegni del “suo” Dracula con i “nostri” Martin Mystère è Dylan Dog. L’immagine
con Martin Mystère vinse il ballottaggio divenendo la cover del catalogo di
Prato ‘93, quella con Dylan Dog trovò posto
in seconda di copertina di Dime Press n.3, andando ad impreziosire la
galleria dei “chi l’ha visto” inaugurata del Tex di Manara e proseguita nel
secondo numero della rivista col Nathan Never di Moebius. Quelle due
illustrazioni sicuramente contribuirono a scegliere alcuni anni dopo lo stesso
Mike Mignola come copertinista della prima, sfortunata edizione americana di
Dylan Dog.
Una tavola del Bram Stoker's Dracula realizzato da Mike Mignola (c)IDW/Mignola |
Ma torniamo a quel febbraio del 1993: durante l’immancabile cena con
tutti gli autori presenti alla mostra, che quell’anno si svolse nel locali di
un bar/ristorante oggi scomparso, l’Igloo, al piano terra del palazzo di Via
Ferraris dove allora si trovavano gli uffici di Metamedia, l’associazione che
si occupava di organizzare il convegno pratese, ospitammo (anche noi di Dime
Press eravamo tra i membri di Metamedia), oltre che il Mike Mignola originale,
americano, anche il “Mignola Italiano” ovvero Nicola Mari, anche lui
giovanissimo disegnatore bonelliano che aveva allora all’attivo un paio di
storie di Nathan Never, dal tratto decisamente ispirato dell’illustratore statunitense.
Un Nathan Never d'epoca (1991) realizzato da Nicolo Mari, decisamente mignoliano |
Il vulcanico Antonio Vianovi, editore di Dime Press approfittò della ghiotta
occasione per farsi fare un disegnino a quattro mani del maestro americano e
dal suo allievo al di qua dell’atlantico, per la prima (e unica) volta insieme. Per la cronaca se si incontrassero oggi le loro matite non si amalgamerebbero come all'epoca visto che Il tratto di Nicola Mari si è poi allontanato anni luce degli esordi di stampo mignoliano, ma questa è un’altra storia.
Il buon Nicola se non ricordo
male fu il primo a mettere mano sul foglio realizzando il suo Nathan Never,
dopodiché Mignola aggiunse il suo, all’epoca sconosciuto, personaggio, un
mostro infernale che si stava catapultando sull’agente Alfa. Non ricordo se fu lo
stesso Mike ad aggiungere le ali e la coda a Nathan, ma mi parrebbe l’ipotesi
più plausibile. La firma con accanto il simbolo del copyright non lascia adito
a dubbi, quel mostro era il nuovo personaggio di Mignola che da lì a qualche
mese avrebbe esordito negli states con una propria collana, per la neonata
etichetta Legend della Dark Horse: tale Hellboy.
Mignola cita se stesso (e Claudio Villa) con Hellboy (2016) |
Cover di Mignola per il primo Dylan Dog U.S.A. (1999) |
Giugno1993
Passano i mesi e con un po’ di
ritardo sulla tabella di marcia vede la luce il quarto numero di Dime Press,
datato maggio, ma mandato in stampa
almeno nel mese successivo. Se non erro era fine giugno, quando andammo a dare
una mano a Vianovi a scaricare la tiratura dell’albo e metterla nel suo
incredibile “magazzino nascosto”: sembrava la bat-caverna; un capannone,
sicuramente nato ad uso artigianale, posto in una corte interna tra i palazzi
di Firenze, a cui si accedeva tramite una sorta di cunicolo basso e stretto che
partendo da una strada degna di questo nome, si insinuava tra le case fino
appunto a giungere davanti alla porta
metallica del magazzino della Glamour; dentro, oltre appunto alle pubblicazione
realizzate dall’editore fiorentino, si poteva trovare la vasta collezione di
comics originali dello stesso Antonio e ammucchiati qua e là disegni originali,
cataloghi, opuscoli, poster e gadget vari raccolti chissà dove e chissà quando,
ma anche chissà come, dal nostro funambolico editore. In copertina di quel
numero quattro, Vianovi aveva deciso di mettere, facendolo colorare in tipografia,
proprio il disegno della coppia Mignola/Mari realizzato in quella serata di
febbraio all’Igloo.
Dime Press 4 - l'albo più ricercato dai fan di Hellboy |
I colori, che già all’epoca non mi sembrarono molto felici (soprattutto
lo sfondo sfumato), li decise lo stesso
Vianovi e non conoscendo, né lui, né nessun altro, fino a quel momento il
personaggio mignoliano decise di far colorare Hellboy con un neutro colore
grigio: un classico colore da mostro. E per questo che nella sua prima
apparizione mondiale, di 25 anni fa, il più famoso personaggio di Mike Mignola,
protagonista anche di un paio di film diretti dal Premio Oscar Guillermo del
Toro, appare di un colore diverso dal suo abituale rosso fiammante.
Hellboy, interpretato da Ron Perlman è stato, per ora, protagonista di due pellicole cinematografiche. |
Quel numero di Dime Press è l'albo della serie più ricercato dai collezionisti, soprattutto statunitensi, proprio grazie a quella copertina di cui vi abbiamo appena narrato le "origini segrete". L'albo è stato venduto on-line anche a 1500 Dollari e la tiratura risulta ormai esaurita da tempo.
Per festeggiare questi 25 anni dalla prima mondiale di Hellboy, vorremmo rendere finalmente giustizia al personaggio di Mignola, ricolorandolo col suo pigmento naturale. Ecco qui sotto come avrebbe dovuto essere, nel 1993, quel suo primo balzo nel mondo dei comics.
L'immagine della cover di Dime Press 4 con Hellboy ricolorato di rosso per questo post |
P.S. Nello scrivere il post, nella notte tra il 24 e il 25 agosto, mi era venuto il dubbio su chi avesse il disegno originale di questa cover, forse lo stesso Antonio Vianovi, o forse Mari? L'unico che poteva darmi una risposta sicura era proprio Antonio, "magari domani lo chiamo..." .
Magari potessi ancora chiamarlo.
Antonio ha lasciato questo mondo poche ore dopo.
P.P.S. Il dubbio su chi avesse l'originale, me l'ha tolto invece Moreno Burattini.
Non vedevo Moreno da mesi, ma, ulteriore coincidenza, è capitato a casa mia per ragioni del tutto impreviste, lo stesso giorno in cui ho pubblicato questo post. Moreno ricorda che il disegno fu regalato da Antonio a Sergio Bonelli, ed è oggi esposto tra le decine e decine di originali che tappezzano le pareti della casa editrice; in effetti lo vedete più o meno al centro nella foto qui sotto.
P.P.S. Il dubbio su chi avesse l'originale, me l'ha tolto invece Moreno Burattini.
Non vedevo Moreno da mesi, ma, ulteriore coincidenza, è capitato a casa mia per ragioni del tutto impreviste, lo stesso giorno in cui ho pubblicato questo post. Moreno ricorda che il disegno fu regalato da Antonio a Sergio Bonelli, ed è oggi esposto tra le decine e decine di originali che tappezzano le pareti della casa editrice; in effetti lo vedete più o meno al centro nella foto qui sotto.