di Massimo Capalbo
Come un tempo non c'era un Natale senza un film di Frank Capra, adesso non c'è un Natale senza i mostri di Darkwood! Eccovi dunque una nuova puntata degli Zagor Monsters di Massimo Capalbo - la seconda parte della "P", con sei raccapriccianti voci! Come sempre sottolineiamo che le illustrazioni sono tutte farina del sacco dello stesso Max, con l'eccezione delle due immagini introduttive - entrambe di Rubini ed entrambe collegate a iniziative collaterali (il gioco da tavolo e l'edizione americana). Prima di lasciarvi alla lettura degli ultimi orrori, vi ricordiamo gli altri due nostri dizionari bonelliani - ovvero L'Atlante di Mister No e The Dark Side of Tex - le parodie del Titolo Venuto dall'Impossibile e il The Best of Martin Mystère - tutto Made in Maxland! (s.c. & f.m.)
LEGENDA
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR e CICO, che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Speciale Zagor; Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
- Gli uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDA; UOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
- Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
- Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).
Sempre
riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa
riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione
della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun
albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri
rispetto a quella effettiva (ad
esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith
n. 53 al secondo numero e così via). Per una guida ai collegamenti
ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!
P
(parte II)
PICCOLI UOMINI
PIETRE VIVENTI
PINK RABBIT
PIOVRA GIGANTE
PIPISTRELLI GIGANTI
PISUM ALATUM
PICCOLI UOMINI
Chiamati anche Parvol,
i Piccoli Uomini
sono una delle razze che popolano il regno di Golnor,
principale ambientazione della storia Il
Signore Nero (T. Sclavi
[sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 194-196). Nella parte
iniziale di quest'avventura, Galad
racconta a ZAGOR
e CICO
che, dopo la tragica fine della sua razza - i Riol
- e la sconfitta del saggio Elchin
(che aveva salvato lui e la coetanea Lara)
da parte di Mord
– sconfitta che aveva permesso al Signore
Nero d'impossessarsi del
Libro del Tempo
-, egli era fortunatamente riuscito ad arrivare, sebbene stremato, a
Namm,
il villaggio dei Piccoli
Uomini.
Galad,
Zagor e Cico giungono a Namm,
il villaggio dei Piccoli Uomini - ZGR 195, p. 15
|
Cico
attira involontariamente l'attenzione dei Parvol - ZGR 195, p. 16
|
Fui
soccorso dai Parvol e accolto tra loro come un figlio…
- dice Galad
ai Nostri - Sembrava
tuttavia la fine di ogni speranza di libertà, di vita serena… …in
possesso del Libro del Tempo, il Signore Nero sembrava non avere più
ostacoli di fronte a sé
[…] La situazione era
disperata… ma proprio allora successe il miracolo… I Parvol,,
quel popolo pacifico creduto fino ad allora imbelle, insorse contro
le potenze del male… ….I Troll furono travolti e un vero e
proprio esercito di Piccoli Uomini attaccò il castello del Signore
Nero… Colto di sorpresa, il Signore Nero non ebbe il tempo di
organizzare una difesa efficace… e Mord, vistosi perduto, evocò i
demoni della distruzione… ma, alla fine, l'intero castello crollò…
I malvagi fuggirono attraverso tenebrosi passaggi segreti mentre il
libro magico restò sepolto dalle pietre… A lungo i Piccoli Uomini
cercarono tra le rovine… niente, nessuna traccia del libro…
. Come abbiamo già scritto nella voce ELFI,
il Libro del Tempo
– ritrovato, molto tempo dopo, da un elfo,
poi giunto nella Terra degli
uomini, cioè la nostra
dimensione – giunge, in seguito a numerosi passaggi, nelle mani di
un amico di ZAGOR,
il trapper Pierre,
che viene ucciso dal capo dei TROLL,
URMUR,
il quale agisce al servizio del Signore
Nero. Terminato il suo
racconto, Galad
si mette in cammino assieme all'eroe e al messicano, giungendo alla
già menzionata Namm,
la città dei Piccoli
Uomini. Questi ultimi
rimangono sorpresi nel vedere CICO
e gli si avvicinano per toccare i suoi baffi.
Convinto
dalle parole di Zagor, Olom decide di affiancare i Nostri nella lotta
contro il Signore Nero - ZGR 195, p. 23
|
Per
onorare i loro ospiti, i Piccoli Uomini organizzano un lauto
banchetto - ZGR 195, p. 27
|
Appurato
che la carne di drago
è in realtà carne di maiale, Cico va all'attacco, ma l'arrivo della
Nube del Sonno rovina tutto - ZGR 195, p. 30
|
Come dice infatti Galad
a ZAGOR,
essi credono che il pancione sia un
Piccolo Uomo gigante!
E con i baffi, per
giunta!. CICO
subisce lo stesso trattamento da parte del capo di Namm,
il vecchio Olom,
il quale, incuriosito dai peli che Il Nostro ha sulla faccia
(curiosità legittima, visto che, come tutti i suoi simili, Olom
è completamente glabro), crede anch'egli che il messicano sia un
Parvol
gigante. No, Olom, anche lui
è un uomo!, dice Galad
al capo del villaggio (cui ha già presentato ZAGOR),
che esclama: Un uomo? Così
brutto?!. Udendo queste
parole non certo lusinghiere, CICO
pensa: Sarai bello tu,
sottospecie di pigmeo!!. Lo
Spirito con la Scure,
invece, resta sorpreso e anche imbarazzato per il modo in cui Olom
saluta lui e Galad:
il loro ospite, infatti, compie quello che sembra un atto di
sottomissione, inginocchiandosi prima davanti al guerriero Riol
e poi davanti al Nostro. Poco dopo, nella capanna di Olom,
Galad
mette al corrente costui di quanto sta avvenendo a Golnor,
dicendosi convinto che non tutto è perduto: I troll sono lenti e la
strada per il castello è lunga! Possiamo ancora raggiungerli!. Olom,
però, appare rassegnato: E'
un'impresa disperata… il buon Elchin non è più con noi, e tu lo
sai… […] Non
abbiamo scampo contro il Signore Nero!.
A questo punto, interviene
ZAGOR: Per
tutti tamburi di Darkwood!
E questo sarebbe il coraggio dei Piccoli Uomini di cui Galad mi ha
tanto parlato? Cosa
pensate che direbbe Elchin di voi, se fosse vivo? Direbbe che siete
vili! Che meritate di essere sottomessi dal Signore Nero!.
Colpito,
come tutta la sua gente, dalla malefica nube inviata da Mord, Olom
sprofonda in un sonno senza fine - ZGR 195, p. 35
|
Zagor n. 196, novembre 1981. Disegno di Ferri |
Con
la sconfitta del Signore Nero, i Piccoli Uomini riprendono finalmente
a vivere – ZGR 196, p. 52
|
Le dure parole dell'eroe scuotono Olom:
Zagor, colui che forse
esiste solo nella nostra fantasia, ha detto il vero! La mia mente era
offuscata dagli anni, ma ora ritorna a vedere chiaramente… i
Piccoli Uomini combatteranno ancora! E combatteranno decisi a vincere
o a morire!. Deciso a
partire l'indomani - assieme ai maschi adulti del villaggio e ai suoi
tre ospiti - alla volta del castello del Signore
Nero, Olom
ordina alle donne Parvol
di preparare un banchetto in onore dei Nostri. CICO,
vorace come sempre, mangia con gusto le varie pietanze, ma quando
viene portato in tavola il gur
e gli viene detto che è carne di drago, egli – nonostante l'odore
delizioso – non se la sente di assaggiarlo e si alza con la scusa
di essersi ormai nutrito abbastanza, In realtà, CICO
sospetta a ragione che gli abbiano tirato uno scherzo e, raggiunta la
capanna dove si trova la cucina, scopre che il gur
è fatto di carne suina, precisamente la carne di un maialino cotto
allo spiedo. Ripensandoci,
prenderò ancora un po' di carne di drago, bella señorita!,
dice CICO
a una giovane donna Parvol
che tiene tra le mani un grande piatto di gur.
Io non mi chiamo "
bella señorita", io mi chiamo…,
risponde la nanerottola, che però, prima di finire la frase, lancia
un urlo di terrore e scappa via, facendo cadere a terra il suddetto
piatto. Ma… si è offesa?,
si chiede lo sbigottito CICO;
in verità, a spaventare la Parvol
è l'improvvisa apparizione di Mord,
che getta nel panico l'intero villaggio. Come già sappiamo, Mord
invierà poco dopo a Namm
la terribile NUBE DEL SONNO,
la quale farà sprofondare Olom
e tutta la sua gente (eccetto PANKO)
in un sonno eterno. Tuttavia, quando i Nostri, con l'aiuto di Elchin,
sconfiggeranno Mord
e il Signore Nero,
i Piccoli Uomini
finalmente si risveglieranno.
Zagor n. 615, ottobre 2016. Disegno di Piccinelli |
L'accampamento Parvol - ZGR 615, p. 67 |
L'esercito dei Piccoli Uomini si prepara a dare battaglia - ZGR 615, p. 71 |
I simpatici nanetti di Golnor
ricompaiono – con l'eccezione di Olom,
stranamente assente - in Zenith
666 (L. Mignacco
[sog.&scen] – L. Piccatto e R. Riccio [dis.], n. 615), dove,
assieme agli ELFI,
compongono l'esercito che, sotto la guida di Galad
ed Elchin,
combatte vittoriosamente contro i TROLL
del diabolico Xabaras.
PIETRE VIVENTI
I più insospettabili mostri di
Odissea americana
(G. Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 87-89): si
tratta infatti di pinnacoli rocciosi che sorgono sulle rive del corso
più avanzato del Tallapoosa,
nei pressi di un vulcano in attività. ZAGOR
e compagni decidono di trascorrere la notte in questo paesaggio
bizzarro, del tutto privo di vegetazione. Il mattino seguente, mentre
i Nostri sono intenti a bere il caffè preparato da Walter
(l'unico, tra i marinai dell'Athena,
a essere ancora in vita), nel cratere del vulcano hanno inizio una
serie di esplosioni, le quali danno luogo a una strana pioggia di
colore giallastro. Lo Spirito
con la Scure e i suoi amici
decidono allora di risalire a bordo del battello, ma, prima che
possano farlo, i pinnacoli cominciano a crescere a vista d'occhio,
spingendosi rapidamente verso il cielo.
Zagor n. 88, ottobre 1971. Disegno di Ferri |
Zagor n. 89, novembre 1971. Disegno di Ferri |
Zagor
e compagni osservano stupefatti lo strano paesaggio roccioso – ZGR
88, p. 80
|
Ben presto, però, il loro
equilibrio si fa precario e avvengono i primi, pericolosi crolli; non
solo, ma i frammenti rocciosi, appena toccato il suolo, si
trasformano a loro volta in pinnacoli, i quali iniziano anch'essi a
crescere ed a crollare, avvicinandosi pericolosamente all'Athena,
attraccata alla sponde del fiume. I Nostri salgono di corsa a bordo e
il capitano Moreland
ordina a Walter
di raggiungere subito la caldaia.
No… prima l'ormeggio… devo staccare l'ormeggio…,
risponde il marinaio, il quale, nel fare ciò, si avvede troppo tardi
del crollo di un pinnacolo posto proprio alle sue spalle. Il povero
Walter
viene investito dai macigni e muore sul colpo, mentre l'Athena,
pur riuscendo a staccarsi dalla riva, finisce sotto un'autentica
pioggia di massi: uno di essi rende inservibile la ruota di
propulsione, mentre un altro, che per poco non uccide Moreland,
provoca delle grosse falle nell'imbarcazione. L'abile capitano fa
comunque in tempo ad allontanarsi dall'infernale luogo e, accortosi
assieme agli altri che la pioggia colorata
è improvvisamente cessata, ipotizza che il misterioso liquido giallo
eruttato dal vulcano provochi la dilatazione degli strani minerali di
cui sono composte le pietre
viventi. Che
ne dite, voi che avete studiato, mister Bannington?,
chiede Moreland
al poeta, che risponde: Beh…
è una supposizione che potrebbe avere qualche serio fondamento: ne
parlerò ai miei amici studiosi di chimica e mineralogia, quando
rientrerò a Boston!.
La
pietra su cui si è seduto Cico comincia, inaspettatamente, a
crescere con incredibile rapidità – ZGR 88, p. 88
|
Ertesi
a una notevole altezza, le guglie rocciose iniziano a crollare –
ZGR 88, p. 90
|
L'avvertimento
di Zagor giunge troppo tardi: il povero Walter finisce sotto i
macigni – ZGR 88, p. 93
|
Intorno
all'Athena
si scatena l'inferno – ZGR 88, p. 95
|
In
seguito, a causa proprio dei gravissimi danni causati dalle bizzarre
pietre, Moreland
decide, in accordo con ZAGOR,
di arenare l'ormai inservibile Athena
su una lingua di terra; dopodiché i Nostri costruiscono, con il
fasciame del battello, una solida zattera e riprendono la
navigazione. Superato un ultimo tratto del fiume, che è avvolto da
una nebbia in grado di provocare potenti allucinazioni (le quali
causano la morte del capitano), ZAGOR,
CICO
e Homerus
riusciranno infine a raggiungere il Lago Cherokee, dove verranno
soccorsi dai soldati di un piccolo avamposto.
Curiosità:
Come si legge sulla posta di Tutto
Zagor n. 93 (Vudu!),
le pietre viventi
sono ispirate alle rocce aliene del film La
meteora infernale (John F.
Sherwood, 1957). Queste rocce, che sono i frammenti di un meteorite
caduto nel deserto della California meridionale, possiedono una
sinistra particolarità: se bagnate, crescono a dismisura e
trasformano gli uomini in pietra. A causa delle piogge abbondanti,
esse si ergono ad altezze vertiginose, minacciando di coprire la
cittadina di San Angelo. Per fortuna, i geologi Dave
Miller (Grant Williams) e
Arthur Flanders
(Trevor Bardette) scoprono che l'unico mezzo per fermare l'invasione
è l'acqua salata. Le rocce, pertanto, vengono distrutte con l'acqua
di una diga - fatta appositamente esplodere con la dinamite - e il
sale del deserto.
Un
gigantesco masso colpisce in pieno il battello, facendo passare un
brutto quarto d'ora al capitano Moreland – ZGR 88, p. 96
|
Benché
gravemente danneggiata, l'Athena
riesce ad allontanarsi dalle terribili pietre viventi – ZGR 88, p.
97
|
Locandina
originale del film La
meteora infernale (John F.
Sherwood, 1957)
|
PINK RABBIT
Compare in Zenith
666 e, al pari di
Xabaras
(vedi ELFI
e MORTI VIVENTI),
è un personaggio dell'universo dylandoghiano in
trasferta nella saga
zagoriana. Apparso finora in tre storie dell'Indagatore dell'Incubo
(I conigli rosa uccidono
[n. 24], Horror Paradise
[n. 48], Il paese delle
ombre colorate [107];
la prima e la terza delle quali realizzate proprio dagli autori di
Zenith 666,
Luigi Mignacco e Luigi Piccatto, i quali, in questo modo, hanno
voluto fare una simpatica autocitazione), Pink
Rabbit è un coniglio rosa
antropomorfo che, nei fumetti e nei cartoni animati di cui è
protagonista, uccide nei modi più vari e con i mezzi e gli strumenti
più diversi (rullo compressore, incudine, motosega, dinamite,
martello ecc.). Nella storia zagoriana in oggetto, Pink
Rabbit non attacca lo
Spirito con la Scure
(un duello tra i due sarebbe stato, in effetti, una cosa troppo
assurda), ma - sbucando dalla porta della sua tana, posta all'interno
di una collinetta erbosa – si limita a rivolgere all'eroe – che
cerca di raggiungere di corsa Lupo Solitario - le seguenti parole:
Ih! Ih! Ih!
Corri, casacca rossa!…
Vedrai che ci si diverte un mondo, qui!
Ih! Ih! Ih!.
ZAGOR,
vedendo lo strano personaggio, è dapprima sorpreso, ma poi pensa: A
Golnor non bisogna meravigliarsi di nulla!.
Seppur breve, l'apparizione di Pink
Rabbit si fa ricordare
proprio perché del tutto inaspettata: mai avremmo immaginato,
infatti, di vedere sulle pagine di ZAGOR
il Coniglio Rosa del
giovedì.
Pink
Rabbit dà a Zagor il bentornato a Golnor
- ZGR 615, p. 57
|
Dylan Dog n. 24, settembre 1988. Disegno di Villa |
Dylan Dog n. 107, agosto 1995. Disegno di Stano |
PIOVRA GIGANTE
Compare ne
La Strega Rossa (G.
Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 41-43), storia
ambientata a Little Africa,
un isolotto vulcanico dei Mari del Sud. ZAGOR
e CICO
vi giungono a bordo della Strega
Rossa, il brigantino del
malvagio capitano Nilsen,
il quale ha imbarcato con la forza i due. Nilsen
e il suo equipaggio sono stati ingaggiati dal professor Lookford,
un eccentrico naturalista inglese che vuole catturare a ogni costo il
PISUM ALATUM,
uno strano insetto che vive solo nella succitata isola. A Little
Africa vive anche una tribù
di neri, il cui capo, il corpulento Akasa,
si mostra assai ospitale con i visitatori. Una sera, questi ultimi -
accampatisi nei pressi di una laguna, al cui centro sorge un sinistro
totem - assistono a un rito d'iniziazione, nel quale uno dei giovani
della tribù, che aspira a diventare un nuovo pescatore, s'immerge
nello specchio d'acqua per offrire al Dio
Pescecane una collana di
perle. Dovete sapere che se
Antico Custode non approva, giovane che si tuffa per deporre collana
non ritorna più in superficie!,
dice Akasa
agli uomini della Strega
Rossa. L'Antico
Custode? E chi sarebbe mai?,
gli chiede Nilsen,
e il capotribù risponde: E'
grande spirito che vive in fondo di laguna e decide se muore o vive
nuovo pescatore!. Questa
volta il rito si conclude con un esito positivo e, mentre il giovane
viene festeggiato dagli altri membri della tribù, Gitanillo,
braccio destro di Nilsen,
dice a costui: Ci pensate,
capitano?... Supponiamo che questa faccenda si ripeta cinque o sei
volte l'anno, e poi calcoliamo che ciascuna di quelle collane valga
duemila dollari… …bene, la mia domanda è questa: quanti dollari
credete che ci siano sul fondo di questa specie di pozzanghera?.
Zagor n. 42, dicembre 1968. Disegno di Ferri |
I
marinai della Strega Rossa
assistono al rito d'iniziazione degli indigeni di Little
Africa - ZGR 42, p. 28
|
Nilsen
risponde: Non dire
nient'altro, Gitanillo… ci siamo capiti al volo!.
A questo punto, lo zingaro chiede ai suoi compagni chi è disposto a
tuffarsi per recuperare le perle, e due di essi, il cinese Wang
e Polansky,
si fanno subito avanti. Akasa,
allora, tenta di opporsi a quello che è, ai suoi occhi, un grave
sacrilegio, ma, prima che possa chiamare in aiuto la sua tribù,
viene ucciso da Nilsen,
cosa che scatena la rabbia di ZAGOR,
il quale però, bloccato da Gitanillo
con una corda, viene stordito dagli altri marinai e legato assieme a
CICO.
Molte ore dopo, quando il sole è ormai sorto, Wang
si tuffa in acqua, ma poiché, trascorsi ben quattro minuti, non dà
più segni di sé, Nilsen
fa tuffare Polansky,
a cui Gitanillo,
per sicurezza, lega una fune intorno alla vita. Qualsiasi
pericolo ti minacci, una forte corrente o un malore… [Nilsen
pensa infatti che l'Antico
Custode menzionato da Akasa
sia in realtà un vortice
subacqueo, nda]
non
dovrai far altro che dare
due strattoni alla corda!,
dice lo zingaro a Polansky
(inizialmente titubante), e il capitano aggiunge: E
noi ti tireremo su! Ottima idea, Gitanillo!.
Polansky,
pertanto, si tuffa nella laguna, ma, dopo solo un minuto, i suoi
compagni sentono i due strattoni e, come stabilito, lo tirano in
superficie. Polansky, cosa
ti è successo? Come ti sei ridotto così? Dov'è Wang? Cosa è
successo là sotto?,
domandano i soccorritori al moribondo marinaio. Wang
è morto… l'ho visto… era orribile… il mostro l'aveva ridotto
come un sacco vuoto… […]
E' una gigantesca piovra…
mi ha avvinghiato… con uno dei tentacoli… prima che voi… mi
tiraste verso l'alto… è stato terribile… mi stringeva… forte…
sempre più forte… e io che mi sentivo scoppiare il torace…
.
Il
moribondo Polansky rivela ai suoi compagni e all'avido capitano
Nilsen che a guardia delle perle c'è una terribile piovra gigante -
ZGR 42, p. 48
|
Pronto
ad affrontare la mostruosa piovra, Zagor si fabbrica una rudimentale
lancia - ZGR 42, p. 53
|
Prima di spirare, Polansky
fa in tempo a dire a Nilsen
- il quale gli chiede, con incredibile cinismo, se sul fondo della
laguna ci sono davvero le perle - che queste ultime sono presenti in
abbondanza. Udito ciò, il capitano costringe ZAGOR,
minacciando di gettare in acqua CICO,
ad affrontare la piovra
gigante. Durante il viaggio
verso Little Africa,
infatti, Nilsen
è rimasto impressionato, al pari dei suoi uomini, nel vedere l'eroe
lottare vittoriosamente con due grossi squali, e pensa quindi che il
Nostro possa farcela anche contro l'Antico
Custode. Fabbricatasi una
rudimentale lancia con il tronco di un piccolo albero e raccolto un
grosso sasso per scendere più rapidamente, ZAGOR
s'immerge, raggiungendo in breve tempo la colonna dove sono appese le
preziose collane. L'eroe nota, nei pressi della colonna, una caverna
che ha tutta l'aria di
essere la tana di quel simpaticone dell' "Antico Custode"!.
Infatti, proprio in quel momento, la piovra
gigante sbuca dalla grotta
e tenta di afferrare ZAGOR
con i suoi tentacoli. Per
tutti i bisonti della prateria!...
– esclama l'eroe, vedendo il colossale cefalopode – Quel
poveraccio di Polansky non aveva esagerato… è l'animale più
mostruoso che io abbia mai incontrato.
ZAGOR
non si perde d'animo e, avvicinatosi velocemente alla piovra,
le conficca tra gli occhi la sua rozza lancia, e lo fa con tale forza
che questa si spezza. La parte della punta rimane comunque piantata
nel corpo della spaventosa creatura, che reagisce avvinghiando ZAGOR
con un tentacolo. L'eroe riesce però ad afferrare il pugnale che
Nilsen
gli aveva dato e, tagliato il tentacolo, colpisce più volte la testa
della piovra
con l'affilata lama, fino a quando il mostro
della laguna non muore.
La
piovra gigante sbuca dalla grotta e tenta di afferrare Zagor con i
suoi tentacoli - ZGR 42, p. 55
|
L'eroe
trafigge il mostro della
laguna con la sua rozza ma
efficace arma - ZGR 42, p. 56
|
Compiuta la sua missione, ZAGOR
risale in superficie; Nilsen
può così recuperare le perle, ma, subito dopo, lui e gli altri
devono vedersela con i guerrieri di Akasa,
decisi a punire la profanazione. Per respingerli, Nilsen
fa ricorso alla dinamite, ma ciò scatena un terribile cataclisma che
fa sprofondare Little Africa
(Akasa,
infatti, aveva predetto: Se
profanerete nostre acque di Antico Custode, grande ira di Dio del
Mare colpirà mia tribù e intera isola!).
Nilsen,
ZAGOR,
CICO
e Lookford
fanno in tempo a raggiungere la Strega
Rossa, che viene però
investita da una gigantesca onda provocata dall'inabissamento
dell'isola. La valanga d'acqua danneggia irreparabilmente il fasciame
del brigantino; pertanto, gli uomini a bordo, consapevoli che
l'affondamento della nave è imminente, si costruiscono in fretta una
zattera. Per essere sicuro di sopravvivere con le poche scorte di
cibo rimaste, l'infido Nilsen
uccide gli unici due marinai superstiti e tenta di fare lo stesso con
i Nostri e Lookford.
A morire invece, per mano di ZAGOR,
è proprio lui: al termine di una dura lotta, infatti, l'eroe lo
strangola, facendogli pagare, una volta per sempre, tutti i suoi
crimini.
La
piovra avvinghia Zagor, che però riesce a liberarsi - ZGR 42, p. 57
|
Lo
Spirito con la Scure dà il colpo di grazia al mostro - ZGR 42, p. 58
|
Curiosità:
Sulla posta del n. 294 (Gli
uomini puma), in
risposta a una lettrice che gli chiede se la piovra
gigante esista davvero, o
se – al pari del PISUM ALATUM – sia un prodotto
della sua fantasia, Sergio Bonelli scrive: La
piovra gigante non l'ho inventata io, ma che esista o no è ancora da
stabilire. Non l'ho inventata io perché compare in molte opere di
fantasia che mi affascinarono da ragazzo (e che mi affascinano
ancora), come Ventimila
leghe sotto i mari di Jules Verne e i classici del fumetto Mandrake e
il mistero della casa da gioco […]
e Paperino e il fantasma
della grotta, di Carl Barks. In questa storia scritta e disegnata dal
"maestro dei paperi", compare in grande stile la tipica
scena della piovra gigante che avvolge tra le sue spire un intero
vascello. […] Nel
1878, un mostro fu catturato al largo di Terranova. Il corpo era
lungo sette metri, i tentacoli dodici metri. Ma non era una piovra.
Era un gigantesco calamaro, o seppia. L'esistenza della seppia
gigante [in realtà,
calamaro e seppia non sono affatto sinonimi: si tratta infatti di
specie diverse, e quello trovato a Terranova era, per l'appunto, un
calamaro gigante, non una seppia gigante, nda]
fu dunque accettata dalla
scienza, che, per così dire, l'autenticò, dandole un nome latino:
Architeuthis. Questo mostro dal corpo affusolato, che nuota in cerca
di prede spingendosi con i tentacoli, è il vero, reale Kraken
[il mostro marino delle antiche leggende scandinave, nda],
la cui esistenza fu documentata per la prima volta nel Cinquecento
dal vescovo svedese Olaus Magnus.
Florida,
1896. Il dottor DeWitt Webb posa accanto alla carcassa del Mostro
di St. Augustine, una
presunta piovra gigante
|
La
colossale piovra della famosa storia di Carl Barks Paperino
e il fantasma della grotta (1947)
|
La piovra, va detto, è molto
diversa. Ha il corpo a forma di bulbo, e sta sul fondo in attesa
delle prede. Ma oltre ai piccoli polipetti che si mangiano nel fritto
misto, […]
esiste la versione gigante? Non si sa, non ci sono prove. Il lato
bizzarro della faccenda è che il mostro vero, la seppia gigante, non
compare mai nei romanzi, fumetti, film di terrore marinaro [fa
eccezione il film televisivo Beast
– Abissi di paura, che
però è del 1996, mentre Bonelli scriveva quanto riportato nel
gennaio 1990, nda]
che invece ospitano quello improbabile: la piovra gigante, detta
anche Octopus giganteus. Forse, provo indovinare, è più inquietante
e terribile l'idea del mostro in agguato sul fondo. Io, già
spaventato all'idea del "seppione" citato che se ne va in
giro per i mari, spero proprio che gli esperti di animali misteriosi
(i cosiddetti "criptozoologi") si sbaglino. Che l'enorme
piovra non esista negli oceani veri, ma solo in quelli della
fantasia. Quelli di Mongo, per esempio, dove l'affronta Flash Gordon
[…] per strappare alle sue spire il dottor Zarro. O nello
spaventoso Mare del Silenzio del più bel romanzo di orrore marinaro
che io conosca, Naufragio nell'Ignoto di William Hope Hodgson [vedi
a questo proposito DAGON,
nda].
Bisogna aggiungere che la storia, come
si evince dal titolo stesso e come si legge sulla posta di Tutto
Zagor n. 46 (Il
Fante di Picche), è in
parte ispirata al film La
Strega Rossa (Edward
Ludwig, 1948), dove, a lottare contro una colossale piovra, è John
Wayne, alias capitano Ralls.
Servendosi prima di un arpione e poi di un pugnale, Wayne/Ralls
riesce, ovviamente, ad avere la meglio sul mostro tentacolato.
Poster
originale del film La Strega
Rossa (Edward Ludwig, 1948)
|
PIPISTRELLI GIGANTI
Compaiono sia ne Il
popolo delle caverne (D.
Canzio [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 209-212) che ne
La progenie del male
(M. Burattini
[sog.&scen.] – Pesce [dis.], nn. 549-550), due storie
ambientate nel sottosuolo. I primi, che vivono – assieme ad altri
esseri mostruosi - nel mondo ipogeo di Inaccessible
Point, attaccano
ZAGOR e CICO, impegnati ad attraversare, sul tronco di un albero
abissale (vedi appunto ALBERI ABISSALI) un grande lago. L'eroe fa
fuoco, ma non riesce a impedire ad uno di essi di rapire CICO. Per
tutti i tamburi di Darkwood! Non posso darmi per vinto così
facilmente! –
pensa ZAGOR mentre raggiunge la riva – Chissà…
forse una volta messo piede a terra mi sarà più facile scovare il
nido di quel dannato pipistrello! Di solito quel genere di animali
vive in colonie tanto numerose da appestare l'aria con il loro
fetore… …e perciò non è escluso che questa volta sia il mio
olfatto a permettermi di rintracciare il mio amico!. Lo Spirito con la Scure – il quale spera che i pipistrelli giganti
non appartengano alla specie dei vampiri, famigerati succhiatori di
sangue - s'incammina nell'affascinante paesaggio sotterraneo, ma
viene quasi subito catturato dai SIKKIM.
Zagor n. 210, gennaio 1983. Disegno di Ferri |
Nel
lago ipogeo, Zagor e Cico vengono attaccati dai pipistrelli giganti-
ZGR 210, p. 70
|
Uno
dei pipistrelli ghermisce Cico - ZGR 210, p. 71
|
Per
liberare il messicano, Zagor pensa di sparare alle ali del
pipistrello, ma quest'ultimo non gliene lascia il tempo - ZGR 210, p.
72
|
A liberarlo, poche ore dopo,
è Kainaka, uno dei pellerossa che, nei giorni precedenti, erano
stati rapiti dai sopracitati umanoidi. Grazie all'aiuto del giovane
indiano, l'eroe riesce a ricongiungersi a CICO, salvandolo dal
TRITONE GIGANTE. Il messicano racconta quindi all'amico cosa gli è
accaduto dopo che il pipistrello gigante l'aveva rapito: Quel
mostro alato mi ha fatto fare un breve volo… …per poi depositarmi
in un'indescrivibile, le cui pareti e la cui volta erano
letteralmente coperte di pipistrelli! Lo spettacolo era talmente
orrendo che credo di aver perso conoscenza per alcune ore… Quando
sono rinvenuto, poi, mi sono trovato nelle mani di quei
mostriciattoli bipedi guerci, che forse mi avevano scoperto per caso
nella grotta dei pipistrelli… …e ho capito subito di essere
finito dalla padella nella brace!.
A differenza dei pipistrelli giganti della storia di Canzio e
Donatelli, quelli de La
progenie del male
sono il risultato degli esperimenti genetici degli scienziati
lemuriani (vedi DINOSAURI DELL'ABISSOVERDE, PULCI GIGANTI, SERPENTI GIGANTI). Sono due le scene che vedono protagonisti
questi mostri, ed entrambe hanno luogo nel primo dei due albi che
compongono l'avventura, intitolato A
volte ritornano. Nella prima scena, tre pipistrelli giganti attaccano, nella caverna
che conduce all'Abisso
Verde, due guerrieri
Oneida, Kiab e Sapaw. Quest'ultimo viene catturato da uno dei
pipistrelli, mentre Kiab, sebbene inseguito dagli altri mostri
alati, riesce a
fuggire e, raggiunto il suo villaggio, racconta quanto accadutogli al
sakem
Umapai, il quale decide di rivolgersi al vecchio amico ZAGOR.
Zagor n. 211, febbraio 1983. Disegno di Ferri |
Cico
racconta a Zagor cosa gli è successo dopo che il pipistrello l'ha
rapito - ZGR 211, p. 43
|
Zagor n. 549, aprile 2011. Disegno di Ferri |
L'indiano
Sapaw cade preda di uno dei pipistrelli giganti che popolano l'Abisso
Verde - ZGR 549, p. 38
|
Nella
seconda scena, infatti, l'eroe e CICO s'inoltrano, assieme a Umapai e
sei guerrieri (il povero Kiab, invece, non partecipa alla spedizione
perché ciò che ha visto gli ha sconvolto la mente), nella succitata
caverna e, giunti alla terrazza che si affaccia sull'Abisso
Verde, vengono
anch'essi aggrediti da un enorme pipistrello. Colpito da numerosi
proiettili, esplosi dai fucili degli Oneida e dalle pistole di ZAGOR
e CICO, la feroce creatura dimostra un'eccezionale resistenza e tenta
persino di ghermire l'eroe, ma alla fine si abbatte al suolo, dove
viene uccisa dai pellerossa con la collaborazione del messicano. In
quello stesso momento, arriva un secondo pipistrello: stavolta, però,
ad affrontarlo è il solo ZAGOR, il quale, dopo averlo fatto cadere a
terra a colpi di scure, gli balza addosso e lo colpisce nuovamente,
più e più volte. Il mostro riesce tuttavia ad alzarsi in volo
(provocando così la caduta, fortunatamente priva di conseguenze,
dell'eroe) ed a fuggire, ma, colpito – a fucilate - anche dagli
Oneida, muore di lì a poco. La sua carcassa viene infatti trovata
dai Nostri sul fondo dell'abisso, a non molta distanza dai resti del
povero Sapaw.
Zagor
e i guerrieri Oneida scaricano un'autentica pioggia di piombo
sull'enorme pipistrello - ZGR 549, p. 40
|
Il
mostro alato
si abbatte finalmente al suolo - ZGR 549, p. 88
|
Aggrappato
al dorso del pipistrello, Zagor colpisce quest'ultimo con la sua
scure, ma la bestia riesce a liberarsi di lui - ZGR 549, p. 89
|
Zagor e compagni trovano, sul fondo dell'abisso, la carcassa del pipistrello e, a poca distanza, il cadavere di Sapaw - ZGR 550, p. 17 |
PISUM ALATUM
L'altro mostro
de La Strega Rossa:
un bizzarro e rarissimo insetto, la sola specie di coleottero che
manca alla ricca collezione del professor Lookford.
Costui ne dà a ZAGOR
la seguente descrizione: Il
"Pisum Alatum", ovvero "Pisello Volante" è di
forma perfettamente sferica e, come dice il suo nome, ha le
dimensioni e l'aspetto di un pisello, munito però di ali, zampe e
antenne! Una creatura del tutto unica nel mondo animale!.
Quando la Strega Rossa
giunge a Little Africa,
Lookford mostra ad Akasa,
salito a bordo della nave, un libro su cui è raffigurato il
coleottero in questione, e gli chiede: Hai
già veduto questo insetto?.
Akasa
risponde: Mm… fammi vedere
meglio, amico bianco! Sì… certo… io visto! Noi chiamiamo lui
N'gambi!. Queste parole
scatenano l'entusiasmo di Lookford:
Evviva!!! Scommetto
che l'isola ne è piena, non è vero? Ce ne devono essere migliaia…
anzi milioni!. L'indigeno,
però, gli dice che in realtà non ce ne sono molti, e aggiunge: Io
anzi visto solo uno o due, intorno a laguna in centro isola… loro
stanno vicino acque ferme.
Pertanto, una volta sceso a terra, l'equipaggio della Strega
Rossa sistema il campo
vicino alla suddetta laguna. Lookford
si mette subito alla
ricerca del Pisum Alatum,
ma, trascorsi tre giorni, non ottiene alcun risultato e, stanco e
avvilito, fa ritorno all'accampamento. Proprio in quel momento, il
cuoco della nave, Ciang-Ly,
porta la cena al naturalista e al capitano Nilsen.
Akasa
conferma a Lookford la presenza del Pisum Alatum sull'isola, ma gli
dice anche di averne visti pochissimi esemplari - ZGR 42, p. 17
|
Dopo
giorni di infruttuose ricerche, Lookford trova, in maniera
inaspettata, il buffo coleottero - ZGR 42, p. 22
|
Quando il cinese - che si lamenta degli insetti attirati dalle sue
pietanze - solleva il coperchio del piatto, da esso fuoriesce un
bacherozzo volante. Ciang-Ly
tenta di ucciderlo, ma Lookford
glielo impedisce: Noo!
Fermo, non toccarlo, per carità del cielo!... E' lui… è
lui!... …E' il
"Pisum Alatum"!.
Davanti agli occhi divertiti dei presenti, il professore insegue con
il suo retino il buffo coleottero, riuscendo infine a catturarlo.
Ah! Ah! Guardate quanto è bello con le sue alucce e le sue antenne!
– esclama Lookford,
osservando la bestiola nel vasetto di vetro in cui l'ha imprigionata
– Ah! Ah! Ah! Tra un paio
di mesi tutti i vecchi tromboni delle università faranno a pugni per
vederti, animaletto mio!.
Sfortunatamente per il fanatico naturalista, i vecchi
tromboni non avranno mai
modo di vedere il singolare insetto. Una prima avvisaglia della
tragedia si
ha la sera stessa della cattura, quando CICO,
entrato nella tenda di Lookford
per chiedere a questi di far cessare lo scontro tra ZAGOR
e gli uomini di Nilsen,
urta inavvertitamente il vaso con il Pisum
Alatum, rischiando di
romperlo e di liberare quindi il coleottero. A causa di ciò, il
messicano riceve dall'infuriato naturalista un pugno in un occhio.
Nel finale della storia, dopo l'inabissamento di Little
Africa e l'affondamento
della Strega Rossa,
ZAGOR,
CICO
e Lookford
– unici superstiti della spedizione – affrontano l'oceano a bordo
di una zattera (vedi PIOVRA
GIGANTE). Le provviste di
acqua e viveri finiscono presto, portando a uno stato di estrema
debolezza gli sventurati naufraghi.
Il
naturalista inglese riesce finalmente a catturare il tanto desiderato
Pisum Alatum - ZGR 42, p. 24
|
Lookford
scazzotta Cico, che per poco non gli ha rotto vasetto con il Pisum
Alatum - ZGR 42, p. 37
|
Quando tutto sembra perduto, CICO
riesce a pescare un grosso tonno, che permette ai tre di sopravvivere
fino all'arrivo di un vascello, la Lady
Jane del capitano Rainbow,
che presta loro soccorso. Davanti a tutto l'equipaggio della nave,
Lookford
rende pubblico omaggio al messicano: Quest'uomo,
con il solo aiuto del suo ingegno e soprattutto della sua fede, ha
pescato senza neppure disporre dell'esca il tonno che ci ha concesso
di vincere i morsi di una terribile fame… un applauso, prego!.
Rainbow
e i marinai si complimentano con il pancione e gli domandano,
inoltre, come ha fatto a pescare un tonno senza esca. Ehm…
ehm… insomma… per dire la verità… una piccola esca l'ho usata
[…] era …era un insetto…
[…] era
un "Pisum Alatum"!,
… risponde CICO.
Un "Pisum Alatum"?!,
esclama Lookford,
il quale, ancora incredulo, apre subito la sua borsa e, afferrato il
vasetto, scopre con orrore che è vuoto. Il
mio "Pisum Alatum", l'unico
"Pisum Alatum" esistente al mondo… usato come esca per
uno schifosissimo pesce…,
si dispera il naturalista. Uh…
dalla velocità con cui lo avete mangiato non mi sembrava che voi lo
trovaste schifosissimo, quel pesce.,
gli fa notare CICO.
Taci!
Come hai potuto farmi una cosa simile? –
dice Lookford
al messicano - Tu, piccolo
insignificante ammasso di carne… tu, vile oscurantista… tu,
sporco nemico della scienza!.
In preda a una furia incontenibile (tu
morirai, e per mano mia!),
il naturalista insegue il povero pancione, che, per salvare la pelle,
è costretto ad arrampicarsi su uno dei pennoni del vascello.
Più
che la salvezza dei suoi compagni, al fanatico Lookford interessa la
sua e soprattutto quello del bizzarro insetto - ZGR 42, p. 95
|
Il
naturalista scopre con sgomento che Cico ha effettivamente usato come
esca il Pisum Alatum - ZGR 43, p. 14
|
Due
giorni dopo, la Lady Jane
raggiunge le coste della Florida e ZAGOR
e CICO
lasciano la nave per incamminarsi verso la lontana Darkwood. Saliti
sulla scialuppa che li condurrà sulla terraferma, i Nostri chiedono
a Rainbow
come sta Lookford.
Beh… per la verità si
trova ancora in preda alla crisi nervosa che lo prese quando saliste
a bordo, ma le sue condizioni non sono preoccupanti!,
è la risposta del capitano. Volete
dire che migliora rapidamente?,
gli chiede CICO,
e Rainbow
risponde: Eccome! Se
continua così, domani potremo cominciare a slegarlo!.
Lookford
e il Pisum Alatum
ritornano in Cico
esploratore (M.
Burattini [sog. & scen.] – F. Gamba [dis.], Speciale Cico n.
22), storia che vede il primo alla ricerca di un'altra rara e
bizzarra animale, il GOING-GOING.
Nel finale dell'avventura, mentre quest'ultimo sta riposando, il
naturalista inglese (che in precedenza ha impedito a CICO
di uccidere il GOING-GOING)
gli si avvicina in silenzio, assieme alla sua guida Haddock
- che ha già pronta la corda per catturare l'animale – ed al
messicano. I tre sono nascosti dietro un cespuglio, dal quale,
all'improvviso, spunta un insetto volante. Per
tutti i lepidotteri!... Non
ci posso credere! Ma
quello… quello è un
Pisum Alatum! Ne
esiste ancora un esemplare vivente allora… probabilmente l'ultimo!.
A Lookford si
presenta la seconda, irripetibile possibilità di catturare l'ambito
coleottero, ma il destino vuole che l'insetto abbia la cattiva idea
di ronzare troppo vicino al GOING-GOING,
che lo inghiotte in un batter d'occhio. Nooo!
Non è possibile… ma
io lo stermino! Raaah! Io lo estinguo!,
urla l'inferocito naturalista, che, afferrato un randello, si mette a
inseguire il simpatico mangia-tutto
di Darkwood.
Furioso
come una belva, Lookford insegue il povero Cico - ZGR 43, p. 15
|
Lookford
si appresta a catturare il Going-Going, ma da un cespuglio spunta
inaspettatamente una vecchia conoscenza: il Pisum Alatum - Speciale
Cico n. 22, p. 129
|
Curiosità:
Come si legge a p. 47 dello Zagor
Index Illustrato 1-100
(Paolo Ferriani Editore, 2005), Tiziano Sclavi ha omaggiato il Pisum
Alatum nel secondo team-up
tra Dylan Dog
e Martin Mystère,
La fine del mondo.
In questo albo speciale, pubblicato nel 1992 e disegnato da Giovanni
Freghieri, compare infatti un insetto che porta lo stesso nome del
coleottero nolittiano (pur avendo un aspetto diverso) e che vive nel
deserto di Atacama (Cile), il luogo più arido del globo. E' proprio
quest'aridità estrema a consentire al Pisum
Alatum sclaviano di
sopravvivere, dato che anche una sola goccia d'acqua è in grado di
ucciderlo all'istante. Accade però l'imprevisto: sulla Terra si
scatena un vero e proprio diluvio universale che, in quanto tale, non
risparmia nemmeno Atacama, condannando quindi alla totale estinzione
i già rari Pisum Alatum.
L'inferocito
Lookford insegue il Going-Going, reo di essersi mangiato l'ultimo
esemplare di Pisum Alatum esistente - Speciale Cico n. 22, p. 130
|
Martin Mystère One Shot n. 2, ottobre 1992. Disegno di Stano |
Il
raro e fragile Pisum Alatum del deserto di Atacama, "cugino"
di quello zagoriano - Dylan Dog & Martin Mystère n. 2, p. 23
|
Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre puntate e voci degli Zagor Monsters sulla Mappa!
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