di Massimo Capalbo
Cinque mesi dopo la lettera "O" - succosa seppur brevissima con le sue due sole voci - e dopo numerose aggiunte con le nuove creature apparse a terrorizzare i lettori sulla collana (per esempio alla lettera "M"), viene evocata sulle pagine di "Dime Web" una puntata nuova di zecca degli Zagor Monsters di Massimo Capalbo. Godetevi dunque la prima parte della "P"! Come sempre sottolineiamo che le illustrazioni sono tutte farina del sacco dello stesso Max, con l'eccezione delle due immagini introduttive frutto della ricerca redazionale sul Web. Prima di lasciarvi alla lettura delle nuove orripilanti voci, vi ricordiamo gli altri due nostri dizionari bonelliani - ovvero L'Atlante di Mister No e The Dark Side of Tex - le parodie del Titolo Venuto dall'Impossibile e il The Best of Martin Mystère - tutto Made in Maxland! (s.c. & f.m.)
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Joevito Nuccio, 2011 |
LEGENDA
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR e CICO,
che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei
crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad
esempio: Speciale Zagor; Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
- Gli
uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome
soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con
quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDA; UOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
- Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo
il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare
immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
- Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi,
il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai
lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il
titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).
Sempre
riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa
riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione
della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun
albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri
rispetto a quella effettiva (ad
esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith
n. 53 al secondo numero e così via). Per una guida ai collegamenti
ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!
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Gallieno Ferri, 2013 |
P
(parte I)
PANKO
PARLANGUA
PESCI-CANNIBALE
PESCI CON LE ZAMPE
PESCI ZOMBI
PIANTE CARNIVORE
PANKO
Ne Il
Signore Nero (T. Sclavi
[sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 194-196), Panko
è l'unico, tra i PICCOLI UOMINI, a scampare alla
NUBE DEL SONNO:
ciò grazie al fatto di vivere sottoterra. Buffo d'aspetto (ha le
orecchie a punta, il corpo grassottello – come quasi tutti i suoi
simili - e indossa un vestito da giullare), egli si fa ricordare
soprattutto per l'amuleto che tiene appeso al collo, una pietra
magica - donatagli dal mago Elchin
– con la quale può rendersi immateriale. E' proprio grazie a
questo amuleto che ZAGOR
e compagni riescono a uccidere la BESTIA,
il colossale rettile che Mord
ha posto a guardia della Grotta
di Dornel, dove si trova
prigioniero – circondato dalle malefiche ossa di drago e immerso in
un sonno perenne – il sopracitato Elchin.
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Zagor n. 195, ottobre 1981. Disegno di Ferri |
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Panko
buca dal sottosuolo, suscitando grande stupore in Zagor e Cico - ZGR
195, p. 47
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Panko
mostra a Zagor l'amuleto grazie al quale può rendersi immateriale -
ZGR 195, p. 49
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La distruzione delle suddette ossa a opera di Galad
e le lacrime di costui e di Panko
spezzano il terribile incantesimo di Mord,
riportando finalmente alla vita il saggio e potente mago. Il
simpatico nanerottolo, che inizialmente nutre scarsa simpatia per
CICO
(da lui chiamato Piccolo
Uomo gigante con i peli sulla faccia)
ed è da questi ricambiato, affianca valorosamente i Nostri sia
contro i TROLL del
perfido URMUR
che contro gli scheletri guerrieri dell'ORDA DEL MALE. Forte
dell'immaterialità conferitagli dalla pietra magica, il simpatico
nanerottolo si fa beffe delle lance dei primi e delle falci dei
secondi, colpendo gli uni e gli altri con un nodoso bastone. Nella
parte conclusiva della storia, però, quando i Nostri assaltano il
castello del Signore Nero
(per impedirgli di leggere il Libro
del Tempo e diventare così
il padrone assoluto di Golnor),
Panko subisce
un'incredibile trasformazione: una strana nebbia creata da
Mord – impegnato a
combattere, a colpi di magia, Elchin
– entra nel cervello del Parvol
(altro
nome dei PICCOLI UOMINI)
e di Galad
stesso, facendo diventare entrambi malvagi. Il nanerottolo e il Riol
si scagliano rispettivamente contro ZAGOR
e CICO,
tentando di ucciderli. In un primo tempo, la lotta tra il messicano e
Panko volge
a favore di quest'ultimo, il quale fa uso anche del suo amuleto. Alla
fine, tuttavia, è CICO
ad avere la meglio: fingendosi fuori combattimento, egli fa
avvicinare Panko
e gli strappa la pietra magica, dopodiché, sferratogli un pugno in
faccia e un calcio nel sedere, lo schiaccia a terra con tutto il suo
peso.
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Forte
della sua pietra magica, Panko si fa beffe di un troll - ZGR 195, p.
93
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Zagor n. 196, novembre 1981. Disegno di Ferri |
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Reso
malvagio dalla nebbia di Mord, Panko aggredisce Cico - ZGR 196, p. 32
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Dopo
aver strappato la pietra magica al corpulento Parvol, Cico riesce ad
avere la meglio su quest'ultimo - ZGR 196, p. 38
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L'effetto del diabolico incantesimo termina grazie a ZAGOR
ed Elchin:
l'eroe, dopo aver disarmato il suo avversario, spezza l'atmosfera
d'odio creata da Mord,
resistendo alla tentazione di colpire il Riol
con la sua scure e
permettendo così al mago di far rinsavire Galad.
A questo punto, una spada fiammeggiante compare nella mano destra di
Elchin,
che con essa uccide Mord,
facendo rinsavire anche Panko,
il quale, non ricordando nulla del malefico incantesimo, non capisce
perché CICO
gli stia sopra. Privo dell'aiuto di Mord,
il Signore Nero –
che teneva prigioniera la giovane Lara,
amata da Galad
sin dalla fanciullezza – viene poi ucciso dal guerriero Riol,
il suo castello crolla e il Libro
del Tempo viene gettato da
Elchin
nel Pozzo senza Fine.
Sconfitto definitivamente il male, ZAGOR
e CICO
tornano nel loro mondo attraverso un varco, ma prima danno l'addio ai
loro amici. Sai cosa ti
dico, Piccolo Uomo gigante con i peli sulla faccia? In fondo mi sei
sempre stato simpatico.,
dice Panko
al messicano, che risponde: Anche
tu sei un gran simpaticone, vecchio mio!.
Il corpulento
nanerottolo ricompare, seppure in un ruolo molto marginale, in Zenith
666
(L. Mignacco [sog.&scen] – L. Piccatto e R. Riccio [dis.], n.
615), dove, con un dispettoso calcio nel sedere, dà all'amico CICO
il bentornato a Golnor.
Nel finale dell'avventura, Panko,
assieme ai suoi simili ed al messicano, affianca ZAGOR
e compagni nella battaglia contro i possenti Troll
della montagna
(vedi TROLL).
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Zagor n. 615, ottobre 2016. Disegno di Piccinelli |
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Il
dispettoso Panko saluta a modo suo un vecchio amico - ZGR 615, p. 70
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Cico
è spaventato dall'idea di dover condividere il resto della sua vita
con Panko, ma, per sua fortuna, Elchin conosce il modo per far
rientrare lui, Zagor e Digging Bill a Darkwood - ZGR 615, p. 97
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PARLANGUA
Fa la
sua apparizione in Mo-hi-la, la palude maledetta (M. Burattini [sog.&scen.] –
W. Venturi [dis.], Zagor - Lo Spirito con
la Scure, Album di figurine Panini 2016) ed è una sorta di ibrido tra un
uomo e un alligatore.
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La copertina dell'album di figurine che la Panini ha dedicato a Zagor nel 2016. Disegno di Gallieno Ferri |
All'inizio della storia, l'inquietante cranio del PARLANGUA viene casualmente riportato
alla luce da CICO nei pressi della
capanna che quest'ultimo divide con ZAGOR.
La vista della succitata testa spaventa il messicano e non lascia indifferente
nemmeno l'eroe. Caramba y carambita!...
Non dirmi che ne hai paura anche tu!, dice CICO a ZAGOR, il quale
risponde: No… ma lo riconosco quel brutto
muso.
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Cico strappa dal terreno
una grossa rapa, riportando casualmente alla luce il cranio del Parlangua,
l'uomo alligatore – Zagor - Lo Spirito
con la Scure, Album di figurine Panini 2016 p. 27.
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Il sinistro ritrovamento ha infatti a che vedere con la decisione del
Nostro, risalente a molti anni prima, di stabilirsi nella palude di Mo-hi-la, un luogo da cui gli indiani di
Darkwood si tenevano lontani, in
quanto lo consideravano maledetto. Non ti
ho mai detto, però, perché i pellerossa temessero così tanto questo posto.,
dice, poco dopo, lo Spirito con la Scure
all'amico, intento ad arrostire un cosciotto di cervo. Gulp!... Hai fatto bene! Altrimenti… forse non sarei venuto ad
abitarci!, esclama CICO. Adesso è giusto che tu sappia tutto!,
gli dice ZAGOR, il quale inizia il
suo racconto (che ci viene narrato in flashback): Avevo da poco fatto la mia prima apparizione al raduno dei capitribù,
in cui mi ero presentato come inviato di Manito… e cercavo il luogo dove
stabilire la mia dimora. Fu mentre perlustravo la parte paludosa della foresta
che udii un grido… . A gridare è un guerriero Oneida chiamato Tarak, che
è senza un braccio ed ha il resto del corpo pieno di ferite. Che cosa ti è successo?... Chi ti ha ridotto
così?, domanda ZAGOR
all'indiano, che risponde: I-Il… Parlangua!. In quel preciso
istante, l'eroe viene assalito dai tre compagni di Tarak, i quali credono che sia stato lui a conciare in quel modo lo
sfortunato guerriero. Il Nostro però li sconfigge, e Tarak, prima di morire, fa in tempo a spiegare al più sospettoso
dei tre, Makawa, che a staccargli il
braccio è stato appunto il Parlangua,
lo Spirito della palude. Adesso voglio sapere tutto!, dice ZAGOR a Makawa ed ai suoi compagni, uno dei quali, osservando meglio
l'eroe, esclama: Io conosco quest'uomo,
Makawa! E' Za-gor-te-nay!... Lo Spirito
con la Scure!. Makawa, però,
continua ad avere un atteggiamento ostile nei confronti di ZAGOR: Tutta Darkwood parla
di te… ma io non credo che tu sia un protetto del Grande Spirito!, dice
infatti al Nostro con tono minaccioso. Ma
se davvero lo fosse, Makawa… potrebbe uccidere il Parlangua!, obietta
l'altro guerriero, che si rivolge quindi all'eroe: Verrai con noi, Zagor!... Seppelliremo Tarak e ti mostreremo l'isolotto
su cui quel mostro ha la sua tana!.
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Prima di morire, Tarak dice a Makawa che non è
stato Zagor ad assalirlo, ma il Parlangua – Zagor
- Lo Spirito con la Scure, Album di figurine Panini 2016 p. 32. |
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I tre Oneida conducono Zagor nella palude di
Mo-hi-la (dove vive il Parlangua) e, lungo il percorso, gli raccontano la
leggenda del famigerato uomo rettile – Zagor
- Lo Spirito con la Scure, Album di figurine Panini 2016 p. 34. |
Giunti nei pressi del suddetto luogo,
che si trova al centro di Mo-hi-la ed
è circondato dalle sabbie mobili, i tre Oneida
decidono di non proseguire oltre (E' troppo pericoloso!) a differenza
di ZAGOR, il quale invece è intenzionato
a scovare l'Uomo Rettile. L'eroe riesce a raggiungere l'isolotto e non tarda a
trovare i resti delle vittime del Parlangua,
tra cui il braccio – mezzo divorato – del povero Tarak., il mostro emerge dalle acque della palude e attacca ZAGOR, ferendolo al petto con i suoi poderosi
artigli.
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Zagor raggiunge l'isolotto su cui il mostro ha la
sua tana e fa subito la conoscenza del feroce padrone di casa – Zagor - Lo Spirito con la Scure, Album
di figurine Panini 2016 p. 36 |
L'eroe reagisce prontamente, colpendolo in testa con la scure, quindi
gli balza addosso e riprende a colpirlo più volte, sempre sul capo. Sebbene
ferito, il Parlangua disarma il suo
avversario con un'artigliata e si libera di lui, facendolo cadere a terra. ZAGOR, tuttavia, estrae subito la sua
Colt Navy e scarica sull'Uomo Alligatore tutti i sei proiettili in essa
contenuti.
|
L'eroe lotta con il mostro – Zagor - Lo Spirito con la Scure, Album di figurine Panini 2016 p.
38. |
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Servendosi della sua pistola, Zagor riesce a
uccidere il terribile Parlangua – Zagor - Lo Spirito con la Scure, Album
di figurine Panini 2016 p. 38. |
Morto finalmente il Parlangua,
l'eroe si accascia a terra, quasi privo di forze; ma, proprio in quel momento, arriva
Makawa, con in pugno il suo tomahawk: Peccato che tu sia stremato e disarmato, Zagor… perché non potrai
difendere il tuo trofeo e sarò io a riportarlo al villaggio, presentandolo come
mio! Dirò che il mostro ti aveva già ucciso, quando sono arrivato sull'isolotto
sperando di aiutarti!. Pronunciate queste parole, Makawa attacca l'eroe, che però riesce a schivare il colpo e,
ripresa la scure, uccide l'infido pellerossa.
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Zagor è costretto a uccidere anche il perfido
Makawa – Zagor - Lo Spirito con la Scure, p. 39. |
Poiché gli altri due Oneida, arrivati poco dopo sul posto,
non sanno nulla dei malvagi propositi di Makawa,
ZAGOR preferisce dir loro che ad
uccidere il guerriero è stato il Parlangua.
Porterete con voi il corpo del mostro… -
dice il Nostro ai due - io terrò solo la
testa come trofeo, qui su quest'isola, dove costruirò la mia capanna. […] Direte a tutti che Za-gor-te-nay ha preso
possesso di Mo-hi-la strappandola all'uomo rettile, e d'ora in poi vigilerà
sulla palude e sull'intera Darkwood!. ZAGOR
termina quindi il suo racconto dicendo a CICO
di aver tenuto a lungo il cranio del Parlangua
su un palo (Servì a rafforzare l'aura di
leggenda attorno alla mia persona!) finché non decise, per l'appunto, di
seppellirlo vicino alla capanna. In
seguito, - aggiunge l'eroe – ho
sentito raccontare di altre creature metà uomo e metà alligatore nelle paludi
della Louisiana e della Florida… …ma mai tanto a nord quanto si era spinta
quella che ho ucciso io!. CICO, guardandosi
intorno preoccupato, esclama: Meno male!
Non vorrei che ne sbucasse una a portarci via lo spiedo ora che è cotto!.
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Una delle più comuni descrizioni del Parlangua. Rispetto al pur
efficace mostro disegnato da Walter Venturi, quello del suddetto disegno è
molto più somigliante a un alligatore. |
Curiosità: Al pari di Atosis e Wa-won-dee-a-megw,
i due mostri acquatici della mitologia Abenaki
citati da ZAGOR nell'avventura,
il Parlangua non è stato inventato
da Burattini: quella dell'uomo alligatore è infatti una leggenda urbana nata in
Louisiana negli anni Settanta. In base ai presunti avvistamenti, questo mostro
sarebbe alto circa tre metri e avrebbe il corpo di colore verde, gli occhi
rossi e una pelle a prova di proiettile.
PESCI-CANNIBALE
I piccoli
assassini dell'omonima
storia (A.
Castelli [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 172-174), che
ha inizio sulle Hot
Mountains, a nord ovest di
Darkwood. E' tra queste montagne che sorge il
covo di Kramer
e Adams,
due perfidi banditi che allevano, in delle grandi vasche, un branco
di aggressivi e voracissimi salmoni mutanti. I pesci-cannibale,
liberati dalla malvagia coppia nelle acque del Darkwood
River, divorano ogni essere
vivente che incontrano. Lo scopo di Kramer
e Adams
è spopolare la regione, per poi acquistare a prezzi irrisori interi
appezzamenti di terreno: ciò permetterà loro d'impossessarsi di un
enorme filone aurifero che giace nel sottosuolo di Darkwood, la cui
esistenza è nota solo a essi. Per eliminare i pesci-cannibale,
una volta ottenuto il suddetto scopo, ai due loschi compari basterà
versare nel fiume un antidoto fabbricato dal biologo Rogers
(una vecchia conoscenza di ZAGOR),
lo stesso che, ignaro dei veri intenti di Kramer
e Adams
(che hanno finanziato le sue ricerche facendosi credere anch'essi
scienziati), ha modificato il patrimonio genetico dei salmoni. Il
primo essere vivente attaccato dai pesci-cannibale
– precisamente da un singolo pesce, scappato dall'allevamento – è
CICO,
che viene azzannato a una mano dopo aver versato nell'acqua di un
ruscello – posto a poca distanza dalla capanna-laboratorio di
Kramer
e Adams
- l'esca biofisiologica del
professor Varmin.
Costui è in realtà un imbroglione che ha truffato il messicano,
vendendogli - per ben cinquanta dollari - una melma dall'odore
nauseabondo.
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Zagor n. 173, dicembre 1979. Disegno di Ferri |
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Il
povero Cico viene morso da un pesce-cannibale fuggito
dall'allevamento di Kramer e Adams - ZGR 172, p. 88
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Per ironia della sorte, il giorno
dopo, sono proprio i salmoni mutanti a salvare la vita a CICO
ed a ZAGOR,
che si sono accampati sulle rive del Darkwood
River. I famelici pesci
aggrediscono, infatti, il fuorilegge Ned
Kelly e due uomini della
sua banda proprio mentre costoro si accingevano ad attaccare a
sorpresa i Nostri. I tre banditi vengono letteralmente spolpati dai
pesci-cannibale,
e lo stesso ZAGOR,
tuffatosi per soccorrerli, viene assalito. Pur rimediando dolorosi
morsi, l'eroe riesce fortunatamente a sfuggire alle terribili
creature. Mi domando che
razza di bestie siano. –
dice ZAGOR
a CICO
mentre si medica la gamba ferita – non
ci sono mai stati pesci del genere, nel Darkwood River… Un tale,
una volta, mi aveva parlato di pesci chiamati piranha, ma quelli
vivono solo in Sudamerica, e hanno un aspetto molto differente e
dimensioni ridotte. Da quel poco che ho visto, invece, questi
sembravano piuttosto delle trote… ma voraci come barracuda!.
Il giorno dopo, i due, dopo aver trovato nella loro rifugio un
messaggio dello sceriffo di Starbuck,
si recano nel suddetto villaggio e raccolgono le ultime parole del
già citato Rogers,
il quale, scoperta la verità sul conto di Kramer
e Adams,
è stato da quest'ultimo ferito a colpi di pistola su ordine del
primo. Prima di morire, lo sventurato biologo pronuncia delle frasi
che al momento suonano oscure a ZAGOR:
Credevo… che fossero… scienziati… invece.. Gli
Spiriti del fiume…
è… orribile… io… volevo versare l'antidoto, ma… me l'hanno
impedito… è il liquido giallo… fai presto, Zagor…tra poco li
libereranno… Kramer… è stato Kramer… Ahhh!
Li vedo! Mi divorano! Ahhh!.
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Il
bandito Ned Kelly e i suoi uomini vengono assaliti dai salmoni
mutanti, che li divoreranno con impressionante rapidità - ZGR 173,
p. 16
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Zagor
riesce a sfuggire ai ferocissimi pesci - ZGR 173, p. 20
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Zagor
raccoglie le ultime, inquietanti parole dell'ormai moribondo Rogers -
ZGR 173, p. 28
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Poco dopo, riflettendo su quanto detto da Rogers,
l'eroe comprende che gli Spiriti
del fiume sono per
l'appunto i pesci-cannibale,
e salva dalle loro fauci due bambini di Starbuck,
i fratelli Bill e
Jim Brown.
ZAGOR
non riesce però a impedire che i salmoni mutanti facciano altre
vittime: i voraci pesci, infatti, discendono la corrente del Darkwood
River, attaccando tutti gli
animali e gli esseri umani che si trovano sul loro percorso,
sconvolgendo così l'intero equilibrio ecologico della foresta. La
fauna fluviale comincia a scarseggiare e la pesca stessa diventa
molto pericolosa. Esasperati, gli indiani si convincono che gli
Spiriti del fiume
siano stati inviati da Manito per punirli della loro arrendevolezza
nei confronti dei bianchi: pertanto, iniziano a massacrare questi
ultimi, prendendo di mira sia le fattorie dei coloni dotate di pozzi
o collocate nei pressi di qualche ruscello, sia le capanne dei
trappers (come quella del vecchio Finnegan,
che viene salvato in extremis da ZAGOR).
Deciso a risolvere la drammatica situazione, l'eroe riesce a
convincere i capi delle tribù di Darkwood - tra i quali vi è il
bellicoso Orso Fuggente
- a non scatenare la guerra totale contro i bianchi, promettendo loro
che sconfiggerà gli Spiriti
del fiume. I sakem
concedono al Nostro una ventina di giorni di tempo (Ci
impegnamo a frenare i nostri uomini fino al sorgere della nuova
luna!, dice uno di essi
all'eroe), e ZAGOR,
affiancato da CICO,
inizia subito le sue ricerche, esplorando tutto il fiume. Il giorno
prima della scadenza dell'ultimatum indiano, i Nostri giungono nel
luogo dove il pancione era stato aggredito dal pesce-cannibale.
Essi ignorano però che Kramer
e Adams,
accortisi della loro presenza, vogliono catturarli.
|
Kramer
illustra il suo diabolico piano al degno compare Adams - ZGR 173, p.
94
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Zagor n. 174, gennaio 1980. Disegno di Ferri |
Quella notte
stessa, infatti, ZAGOR
e CICO
cadono prigionieri della perfida coppia, che stordisce i due con un
gas prodotto proprio dallo sfortunato Rogers.
Ripresi i sensi qualche ora più tardi, i Nostri, cui Kramer
e Adams
hanno legato mani e caviglie, vengono condotti dai loro nemici verso
una delle vasche contenenti i pesci-cannibale
di nuova generazione, più grandi e più feroci di quelli precedenti.
Prima di occuparsi di ZAGOR
e CICO,
Kramer – il quale, pronunciando il nome di Rogers,
ha fatto capire all'eroe che lui e il suo compare sono i falsi
scienziati a cui il povero biologo si riferiva nelle sue ultime
parole - rimprovera Adams
per non essere riuscito a uccidere sul colpo un testimone pericoloso
come il succitato Rogers,
e, per punirlo, lo spinge a tradimento nella vasca, facendolo
divorare dai salmoni mutanti. Poi, puntandogli contro una pistola,
Kramer
ordina a ZAGOR
di entrare a sua volta nella vasca, ma il Nostro, avendo notato che
la pistola di Adams
è rimasta a terra, riesce, benché legato, a impossessarsene e spara
due volte, centrando il suo avversario. Pur ferito gravemente,
quest'ultimo dà una spallata a CICO,
facendolo finire nella vasca; quindi, raggiunge la sua capanna e, con
le ultime forze rimastegli, distrugge l'antidoto e svuota le vasche,
liberando tutti i pesci-cannibale
presenti in esse. Così facendo, Kramer
salva involontariamente sia CICO
che ZAGOR,
il quale, liberatosi dai legacci con la pistola di Adams,
si era tuffato per soccorrere il messicano, ma era stato subito
accerchiato dai salmoni mutanti. Dopo aver scoperto che l'ormai
deceduto Kramer ha
distrutto l'antidoto, ZAGOR
e CICO
lasciano in fretta la capanna per raggiungere la valle e costruire
degli sbarramenti per arginare le acque infestate dai pesci-cannibale
di nuova generazione, i quali, come essi hanno modo di scoprire,
attaccano anche le imbarcazioni.
|
Spinto
da Kramer nella vasca dei pesci-cannibale di nuova generazione, Adams
viene divorato sotto gli occhi di Zagor e Cico - ZGR 174, p. 22
|
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Ferito
gravemente da Zagor, il perfido Kramer, prima di morire, distrugge
l'antidoto fabbricato da Rogers - ZGR 174, p. 27
|
|
I
salmoni mutanti di nuova generazione divorano Orso Fuggente e i suoi
guerrieri - ZGR 174, p. 51
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A scoprire ciò, ma sulla loro
pelle, sono anche il bellicoso Orso
Fuggente e i suoi
guerrieri: essendo quasi scaduto l'ultimatum della luna nuova e
incuranti dell'avvertimento di ZAGOR,
costoro salgono a bordo delle loro canoe per attaccare i bianchi. I
pesci-cannibale,
però, affondano a morsi le suddette imbarcazioni e divorano in breve
tempo il sakem
e gran parte degli altri pellerossa. ZAGOR
– che, tuffandosi in acqua e disorientando i voraci pesci, ha
permesso ad alcuni guerrieri di salvarsi – confessa a CICO
la propria impotenza. L'eroe non sa proprio come fermare il tremendo
flagello dei salmoni mutanti, ma, ad un tratto, una parola
pronunciata dal messicano (Respingono)
gli fa venire in mente un interessante particolare che riguarda
l'esca del professor Varmin:
Ecco che cosa non riuscivo a
ricordare a proposito di quel sedicente professore… l'esca di
Varmin respinge sì i pesci, ma non tutti… …infatti, se ben
ricordi, attirò il primo pesce-cannibale in cui ci siamo imbattuti
là, sulle Hot Mountains! Cico! L'esca del professor Varmin può
essere la nostra salvezza! Versata in grande quantità in un luogo
opportuno, può farvi convogliare i branchi di pesci-cannibale che
infestano il Darkwood River.
ZAGOR
traccia quindi sul terreno una rozza mappa del corso del fiume, e
spiega a CICO:
Avvicinandosi alla foce, a
causa del terreno, il Darkwood River compie moltissime anse… …e
mentre, in linea d'aria, soltanto poche decine di miglia separano
questo punto dalla foce, l'acqua è costretta a percorrere un lungo
itinerario per seguire il capriccioso andamento del fiume…
Muovendoci via terra, noi abbiamo la possibilità di precedere i
pesci-cannibale… e di preparare loro una trappola attirandoli con
l'esca del professor Varmin!.
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Attirati
dall'esca biofisiologica del
professor Varmin, i pesci-cannibale vengono intrappolati nel bacino
artificiale - ZGR 174, p. 88
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Un
ultimo brivido: Zagor si tuffa nel bacino artificiale per spostare
il tronco che blocca una delle serrande, rischiando di essere
attaccato dai pesci-cannibale - ZGR 174, p. 93
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Il giorno dopo, i Nostri trovano
l'imbroglione in un villaggio in un villaggio ai margini di Darkwood.
I due salvano Varmin
dall'ira degli abitanti – che, da lui raggirati, vogliono punirlo
con pece e piume – e lo conducono presso un tratto del fiume dove i
pesci-cannibale non sono ancora arrivati. Qui, mentre Varmin
prepara in un pentolone la sua esca, ZAGOR,
con l'aiuto di Tonka
e dei suoi Mohawks,
un bacino artificiale e due serrande fatte di tronchi, una delle
quali ha un filtro costituito da una robusta rete metallica. L'esca
viene versata nel bacino e, quando i salmoni mutanti – sia quelli
di nuova generazione che quelli più piccoli - finalmente arrivano,
il suo nauseabondo lezzo attira subito i pesci, che si riversano nel
laghetto artificiale. A questo punto, ZAGOR
e compagni abbassano le serrande tramite un paranco, intrappolando i
famelici salmoni; poi, tramite la serranda dotata di rete metallica
(messa apposta per impedire ai piccoli
assassini di uscire),
svuotano l'acqua del bacino, condannando così a morte tutti i
pesci-cannibale,
le cui carcasse vengono infine divorate dagli avvoltoi.
Curiosità:
Nell'ideare il soggetto di Piccoli
assassini, Castelli si
è visibilmente ispirato al film Piraña
(Joe Dante, 1978). La copertina stessa del n. 173 richiama la
locandina della suddetta pellicola: come si può vedere, infatti, i
pesci che attaccano ZAGOR
non hanno l'aspetto dei salmoni mutanti del Darkwood
River, ma proprio quello –
inconfondibile - dei piranha (o piraña che dir si voglia). Sempre a
proposito di citazioni, vale la pena di segnalare che il nome dato da
Castelli a una delle vittime dei pesci-cannibale
- il bandito Ned Kelly
– è un chiaro riferimento all'omonimo e celebre fuorilegge
australiano (1855-1880), sul quale sono stati girati, a partire dal
1906, numerosi film.
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Zagor
e i suoi amici svuotano il bacino: è la fine per i piccoli
assassini - ZGR 174, p. 95
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Locandina
francese di Piraña (Joe
Dante, 1978)
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Uno
dei più recenti saggi dedicati all'avventurosa figura di Ned Kelly.
Sulla copertina di questo volume - edito nel 2013 da Random House
Australia - possiamo vedere l'elmo della famosa armatura che il
bandito si era fabbricato
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PESCI CON LE ZAMPE
Sono i primi, voracissimi mostri che
compaiono in Terra
maledetta (M.
Toninelli [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 241-243). Come
dice il loro nome, di tratta di pesci dotati di zampe, grazie alle
quali possono uscire dall'acqua e muoversi, sebbene lentamente, sulla
terraferma. Nella scena che li vede protagonisti, ambientata in una
zona paludosa della famigerata Terra-da-cui-non-si-torna,
queste creature divorano prima le salsicce di CICO
– il quale si è addormentato nel carro di una compagnia di
girovaghi in fuga dalla legge (ma in realtà innocenti): Lon
Darnel, Tobias
e l'ex forzato Bush
-, e poi assaltano il carro stesso (che è stato trasformato dai
proprietari in una sorta di zattera), con l'intento di mangiarsi gli
occupanti. Entrando in gran numero sia dalla porta che dalla
finestra, i pesci con le
zampe stringono il
messicano e i suoi amici tra due fuochi, incuranti della pioggia di
piombo che i Nostri gli scaricano contro. L'esaurimento delle
munizioni di Tobias
e Bush
rende la situazione ancora più drammatica, ma, fortunatamente per i
quattro, il carro è ormai arrivato a riva, dall'altra parte della
palude. Facendosi largo tra i famelici mostriciattoli, CICO
e compagni raggiungono quindi la terraferma, portando con sé, oltre
alle armi, l'ultima scatola di munizioni. I pesci tentano di
inseguirli, ma la loro lentezza permette ai Nostri di allontanarsi
facilmente.
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Zagor n. 242, settembre 1985. Disegno di Ferri |
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Zagor n. 243, ottobre 1985. Disegno di Ferri |
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I
pesci con le zampe si avventano come furie sulle salsicce che Cico
aveva preso dalla dispensa del carro - ZGR 242, p. 17
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I
voraci pesci assaltano il carro dei girovaghi - ZGR 242, p. 19
|
Al pari di altri mostri della
Terra-da-cui-non-si-torna,
le suddette creature ricompaiono in Spedizione
di soccorso (J. Rauch
[sog.&scen.] – G. Sedioli [dis.], Maxi Zagor n. 21), ma solo in
una breve sequenza,
che vede il professor Kruger
(vedi MOSTRI DELLA TERRA-DA-CUI-NON-SI-TORNA
e MOSTRO DEL DARK CANAL)
gettare
in acqua, su consiglio dell'avventuriero Staggler
(guida della spedizione, di cui fanno parte anche ZAGOR,
CICO
e il collega di Kruger,
Mayer)
alcuni pezzi di carne secca, sui quali si avventano immediatamente i
pesci
con le zampe,
subito riconosciuti da CICO.
Più
che pesci, sembrano una strana specie di anfibi! Guardate che
ganasce, Mayer!,
dice al suo collega Kruger,
che, animato da un'irresistibile curiosità scientifica, si avvicina
all'acqua per osservare meglio le voraci bestiole. State
lontano dall'acqua, professore!,
lo avverte ZAGOR,
afferrandolo dal colletto della giacca giusto in tempo: infatti,
proprio in quel momento, uno dei pesci schizza fuori e per poco non
morde l'imprudente scienziato, che esclama Der
teufel!.
Il mostriciattolo viene ricacciato in acqua da Mayer
con un calcio, ma gli altri pesci
con le zampe
raggiungono la terraferma e si dirigono verso i Nostri. Essendo però,
come già sappiamo, assai lenti sulla terraferma, ZAGOR
e
gli altri si allontanano senza problemi.
|
Cico,
Lon Darnel e gli altri cercano di respingere i terribili assalitori -
ZGR 242, p. 23
|
|
Arrivati
finalmente a riva, Tobias, Bush e il messicano abbandonano il carro,
mentre Darnel, prima di farlo a sua volta, dà un ultimo saluto di
piombo caldo ai mostriciattoli - ZGR 242, p. 26
|
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Maxi Zagor n. 21, gennaio 2014. Disegno di Ferri |
Curiosità:
A p. 18 del n. 242, nella terza vignetta, il pancione messicano,
vedendo i pesci con le zampe
divorare con impressionante voracità le salsicce che gli sono cadute
in acqua, dice a Darnel
ed a Tobias:
Io ho già avuto a che fare
con pesci cannibali …ma in confronto a questi erano delle vezzose
sardine!. La frase, come
peraltro indicato dalla nota presente nella vignetta, si riferisce
ovviamente ai PESCI-CANNIBALE trattati nella precedente voce. Sempre a proposito dei pesci con le
zampe, bisogna dire che l'osservazione del professor Kruger
in Spedizione di soccorso
è senz'altro condivisibile: queste creature sono più simili ad
anfibi che a pesci; somigliano, infatti, all'ittiostega (nome
scientifico: Ichthyostega
stensioei), un anfibio
predatore vissuto nella preistoria, precisamente nel Devoniano
superiore, ovvero 365 milioni di anni fa. E' probabile che la
somiglianza con l'ittiostega – che poteva raggiungere una lunghezza
massima di 150 cm ed è considerato una sorta di anello di
congiunzione tra i pesci e gli anfibi – non sia casuale, dato che
esso figura tra gli animali preistorici disegnati da Zdenek Burian in
Quando l'uomo non c'era,
il libro che ha ispirato Toninelli nell'ideazione dei mostri di Terra
maledetta (vedi IGUANE VOLANTI).
|
Il
professor Kuger osserva stupefatto le fameliche creature e rischia di
essere morso da una di esse – ZGR Maxi 21, p. 154
|
|
I
pesci con le zampe escono dall'acqua per attaccare Zagor e compagni,
che però, approfittando della loro lentezza sulla terraferma, si
allontanano subito – ZGR Maxi 21, p. 155
|
|
L'ittiostega
raffigurato da Zdenek Burian nel libro Quando
l'uomo non c'era (Fabbri
Editore, 1974)
|
PESCI ZOMBI
Fanno una brevissima apparizione in
Zenith 666.
ZAGOR
e i suoi amici li osservano nuotare nel Lago
dei non-morti (la seconda
sorgente del fiume Susquehanna), dove si trova il relitto della
Discovery
(vedi MORTI VIVENTI).
Il più singolare di essi è senza dubbio quello che compare
nell'ultima vignetta di p. 44, il quale, testa a parte, è ridotto
praticamente a uno scheletro, cosa che lo rende ancora più
inquietante. Tutti i pesci
zombi, comunque, hanno un
aspetto minaccioso, e ciò non solo per il fatto di essere appunto
delle carcasse viventi, ma anche per via dei robusti e aguzzi denti
di cui sono dotati.
|
Dotati
di fauci impressionanti, i pesci zombi nuotano nelle acque color
arcobaleno del Lago dei
non-morti – ZGR 615, p.
43
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|
L'elfa
Lylan invita Zagor e compagni ad osservare i mostruosi pesci – ZGR
615, p. 44
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PIANTE CARNIVORE
Compaiono in due storie, ambientate
entrambe in regioni inesplorate: Odissea
americana (G.
Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 87-89) e Spedizione
di soccorso. Nella
prima, un branco di mostruosi vegetali sbucano dal fiume Tallapoosa
e attaccano l'Athena,
il battello del capitano James
Moreland, a bordo della
quale si trovano, oltre agli uomini dell'equipaggio (Tattoo
Lopez, Walter
Thompson e Frisco
Kid),
ZAGOR,
CICO
e Homerus Junior Bannington.
Quest'ultimo è un ricco e strampalato
poeta che vuole mettere
in atto una
nuova Odissea
nello sconosciuto territorio percorso dal Tallapoosa,
per poterla poi narrare in versi. E' Bannington
stesso, infatti, ad aver chiamato la suddetta nave Athena,
in onore della dea amica di Ulisse. L'apparizione delle piante
carnivore ha luogo mentre Bannington
e i suoi compagni d'avventura, attraccata l'Athena
alla sponda del fiume, stanno mangiando lo spezzatino preparato da
Tattoo:
si tratta di una scena che mostra in maniera esemplare l'abilità di
Noltta di mutare - rapidamente e con grande efficacia – registro
narrativo, passando dal comico al drammatico. Tutto ha inizio,
infatti, con una gag che ha per protagonista CICO,
la cui porzione viene divorata con incredibile voracità da quella
che, a prima vista, sembra una comune piantina. Quest'ultima, dopo
essersi sbafato tutto lo spezzatino dell'esterrefatto messicano, gli
sputa uno degli ossi nell'occhio sinistro, suscitando l'ilarità
degli altri.
|
Zagor n. 88, ottobre 1972. Disegno di Ferri |
|
Cico
è sbalordito: una pianta che mangia lo spezzatino – ZGR 87, p. 91
|
|
Il
messicano scopre sulla sua pelle - o meglio: sul suo occhio – che
la pianta, per quanto vorace, non è in grado di digerire le ossa –
ZGR 87, p. 93
|
|
Zagor
salva Walter dagli spaventosi tentacoli che hanno circondato l'Athena
– ZGR 87, p. 95
|
All'improvviso, però, degli spaventosi tentacoli
vegetali invadono l'imbarcazione e strisciano sul ponte. Il primo a
essere aggredito è Walter,
ma ZAGOR
interviene subito e taglia, a colpi di scure, i tentacoli; quindi va
a dare manforte a Moreland,
Tattoo
e Frisco Kid,
tutt'e tre armati di accetta. Nel corso della lotta, uno dei mostri
tentacolati afferra l'eroe e tenta di trascinarlo in acqua: il
Nostro, però, prende il pugnale che tiene alla cintura e, vibrati
alcuni colpi, riesce a liberarsi. Poiché l'unico modo per
sbarazzarsi della terribili piante è allontanarsi al più presto
dalla riva, Moreland
ordina a Frisco Kid
di azionare il motore e, quando la ruota del battello comincia a
girare, si mette al timone. In un primo tempo, l'Athena
sembra non riuscire a staccarsi dalle potenti ventose dei mostri, ma
poi la forza del motore ha la meglio, e il battello, liberatosi
finalmente dalla tremenda stretta, si allontana rapidamente.
Non altrettanto memorabili di quelle
viste all'opera in Odissea
americana, ma comunque
interessanti, sono le piante
carnivore di Spedizione
di soccorso, che
appartengono a due differenti specie. La prima, scambiata dal solito
CICO
per un tenero fiore,
addenta il dito indice del messicano, che reagisce facendo a pezzi il
feroce vegetale con un colpo di pistola. Che
avete fatto, criminale?... Avete distrutto un esemplare unico!,
esclama il professor Kruger
e CICO
risponde: E' stato lui a
cominciare!... .
|
Usando
il suo pugnale, l'eroe si libera dalla tremenda stretta della pianta
carnivora – ZGR 87, p. 98
|
|
Mentre
il motore del battello viene spinto al massimo, Zagor e compagni
lottano contro i mostruosi vegetali – ZGR 88, p. 4
|
|
L'Athena
riesce finalmente a
staccarsi dalle terribili ventose che la trattenevano e si allontana
in fretta dalla riva del Tallapoosa
– ZGR 88, p. 5
|
La seconda
pianta,
simile nell'aspetto a un rovo spinoso, cresce in un cratere vulcanico
della Terra-da-cui-non-si-torna
(vedi MEDUSE VOLANTI) ed è interamente
ricoperta da una resina che serve per digerire gli insetti che vi
restano invischiati. Tale resina - come ha scoperto uno scienziato
tedesco, il professor Kranack,
amico e connazionale del già citato Kruger
e del suo collega Mayer
– ha una straordinaria proprietà, ossia è un potente anestetico.
L'ingenuo Kranack
confida l'eccezionale scoperta (all'epoca di ZAGOR,
gli unici anestetici erano i liquori) alla sua guida Staggler,
il quale, intuite le potenzialità commerciali della resina, ne
raccoglie grandi quantità assieme ai suoi uomini e fa prigioniero lo
scienziato, obbligandolo a rimanere nella Terra-da-cui-non-si-torna
per trovare il sistema di far crescere la pianta fuori dal suo
ambiente. Il rovo carnivoro, infatti, - come ha scoperto sempre
Kranack
- può vivere solo nel cratere, e anche i suoi semi non attecchiscono
in un terreno normale. Anche Kruger,
Mayer
e CICO
vengono catturati dall'infido Staggler,
ma alla fine della storia, dopo varie peripezie, ZAGOR
riuscirà a sconfiggere costui (che verrà ucciso dall'eroe) e i suoi
scagnozzi, e - mentre nella Terra-da-cui-non-si-torna
si scatena una terribile eruzione vulcanica, che distruggerà essa e
tutte le bizzarre creature che la popolano (rovo
carnivoro compreso) –
fuggirà con i suoi amici a bordo di un pallone aerostatico.
|
Il
tenero fiore
fa assaggiare a Cico i suoi denti aguzzi - ZGR Maxi 21, p. 133
|
|
Facendo
disperare Kruger, il pancione distrugge l'infida piantina con un
colpo di pistola - ZGR Maxi 21, p. 134
|
|
Il
professor Kranack mostra ai suoi colleghi Kruger e Mayer la curiosa
pianta carnivora dalla resina anestetica - ZGR Maxi 21, p. 213
|
|
L'infernale
spianata rocciosa del cratere è l'unico luogo dove il rovo
carnivoro riesce a crescere
- ZGR Maxi 21, p. 214
|
Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre parti degli Zazgor Monsters sulla Mappa!
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