di Francesco Manetti
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La locandina dell'evento, dove l'Appennino del Giambologna è ibridato con Cthulhu, la divinità della mitologia lovecraftiana! |
Ad HPL sarebbe sicuramente piaciuta la cornice "mostruosa" del Richiamo di Lovecraft, la giornata a dedicata allo scrittore americano che si è tenuta il 3 ottobre 2015 nel Parco Mediceo di Pratolino, una straordinaria area verde pubblica che ruota intorno a Villa Demidoff. L'immenso giardino è sito nel comune di Vaglia, alle porte di Firenze, su per la via Bolognese, la strada che collega attraverso un impagabile panorama collinare e appenninico la Toscana con l'Emilia Romagna. Il parco è celebre non solo per i suoi prati, le sue aiuole, i suoi viali e i suoi alberi secolari, ma soprattutto per una serie di sculture cinquecentesce e secentesche realizzate nello stile del "grottesco". Tra queste la più nota e spettacolare è certamente il Colosso dell'Appennino, appena restaurato, che fu scolpito alla fine del XVI secolo dal Giambologna, artista fiammingo attivo nella città gigliata, alla quale ha lasciato capolavori assoluti come il Ratto delle Sabine.
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Il Colosso dell'Appennino (foto Manetti) |
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Il profilo del Colosso (foto Manetti) |
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Il drago sul retro della statua dell'Appenuino (foto Manetti) |
Nella Locanda del parco si sono tenuti numerosi convegni e sessioni di giochi di ruolo ispirati al Sognatore di Providence. È intervenuto nel pomeriggio Giuseppe Lippi, che da oltre 25 anni cura la rivista di fantascienza Urania della Mondadori (e tutte le collane collegate) e che, in tempi più recenti, troviamo come firma di punta sugli Almanacchi bonelliani (ora Magazine). Vi rimandiamo, per maggiori notizie sulla sua storia professionale e sulle sue attività attuali,
all'intervista che abbiamo pubblicato nel gennaio 2015, ma ci piace qui ricordare che Lippi è il "curatore uranico" di maggiore longevità, visto che tutti i suoi predecessori (Giorgio Monicelli, Carlo Fruttero - in solitario e poi con Franco Lucentini - e Gianni Montanari) si sono occupati del periodico per un numero anche sensibilmente inferiore di anni.
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L'omnibus Tutti i racconti curato da Giuseppe Lippi |
A Pratolino il nostro Lippi presentava le due sue ultime realizzazioni editoriali, entrambi posteriori al nostro colloquio: il volume omnibus
Tutti i racconti licenziato da Mondadori nel febbraio 2015 (per sapere di più sul quale vi consigliamo di leggere
l'articolo che abbiamo messo
online nel giugno 2015) e
Il futuro alla gola - Una storia di Urania dagli anni Cinquanta al XXI secolo, stampato nel maggio 2015 da Profondo Rosso. Su quest'ultimo libro, al quale Lippi accennava nell'intervista citata (in quel periodo era nella fase degli ultimi ritocchi prima dell'
imprimatur), torneremo in... futuro su queste colonne, per un'approfondita recensione! Per il momento vi basti sapere, come invito a un pronto acquisto, che si tratta di una minuziosa, filologica e scientifica disamina della cronistoria del gioiello dell'editoria fantascientifica in Italia (ma non solo Urania), con una ricchezza infinita di curiosità, aneddoti e "dietro le quinte", il tutto superbamente illustrato (fin dalla
cover di Franco Brambilla); nelle appendici si fa il punto sui copertinisti, gli illustratori e i grafici che si sono succeduti su Urania (e fra questi abbiamo nomi immortali - alcuni dei quali mutuati dal fumetto - come Kurt Caesar, Carlo Jacono, Ferenç Pinter, ovviamente Karel Thole, Vincente Segrelles, Oscar Chiconi...); il tutto completato da bibliografie e note imperdibili e di estrema utilità per il ricercatore.
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Un momento dell'affollatissima conferenza di Lippi (foto mossa Manetti) |
Il
link fra Urania e HPL è costituito dal fatto che fu proprio il periodico mondadoriano a presentare in Italia la prima antologia lovecraftiana, con lo storico n. 310 del 16 giugno 1963,
Colui che sussurrava nel buio. La figura di Lovecraft, con tutta la sua umanità e anche con il terrore profondo che la condizione umana, personale e altrui, suscitava nello scrittore, fungendo da levatrice per le sue opere, è emersa con potenza dalla voce degli intervenuti. L'amore per la classicità del Vecchio Mondo, i viaggi negli Stati Uniti orientali - dove più si avverte il retaggio inglese ed europeo - la compulsività nello scrivere (cone le sue 100.000 lettere indirizzate a parenti, conoscenti, amici, scrittori, editori e ammiratori), le vicissitudini editoriali dei suoi racconti, le delusioni, gli incubi, la vita familiare, il breve matrimonio, le edizioni rare, gli inediti, i frammenti, i lavori di revisione sulle opere altrui...
Fino al
Diario di Morte che Lovecraft tenne in ospedale nel 1937, annotando tutte le cure, tutte le sensazioni e tutti gli sviluppi della terribile malattia che lo avrebbe portato a prematura morte... un taccuino che dai più è ritenuto perduto. L'amico Pietro Guarriello (grande esperto in HPL, ideatore della rivista
Studi Lovecraftiani e fondatore nel 2007 della casa editrice
Dagon Press) ci informa invece che - parole sue quelle che seguono -
è stato pubblicato nel 1987 in un chapbook amatoriale (tiratura
di sole 200 copie) a cura dell'esperto R. Alain Everts. Leggendo il brano dedicato a questo "macabro" manoscritto sulla Lovecraft Encyclopedia di Joshi & Schultz (voce che riproduciamo qua sotto in foto) scopriamo che l'originale è davvero andato perduto ma che Everts raccolse in appendice al suo testo tutti i numerosi passaggi del diario lovecraftiano che Robert Hayward Barlow (amico, collaboratore e corrispondente di Lovecraft, oltre che suo esecutore testamentario) aveva trascritto in una lettera ad August Derleth (altro scrittore americano del "giro" di HPL). Un affascinante mistero editoriale!
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Il brano dedicato al Death diary di HPL sull'enciclopedia lovecraftiana di Joshi & Schultz |
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Il "diario di morte" di Lovecraft, pubblicato nel 1987 in veste amatoriale e a bassissima tiratura, come appendice al saggio di Everts |
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Il libro di Everts, rarissimo, viene offerto su Amazon UK a 1000 sterline! |
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Il futuro alla gola di Giuseppe Lippi. Profondo Rosso, maggio 2015 |
Se Giuseppe Lippi scrive per le testate fumettistiche della SBE, è una significativa coincidenza se in questo pomeriggio dedicato a Cthulhu - una luminosa giornata di sole toscano - abbiamo incontrato anche una nostra vecchia conoscenza, fin dai tempi della fanzine Collezionare (amicizia risalente - riecco le coincidenze! - proprio al periodo in cui Lippi prendeva le redini di Urania). Si tratta di Massimo Gamberi, fumettista professionista di elevata caratura, nonché esperto (e collezionista di originali!) del fumetto americano classico, una cui foto d'epoca potete vedere nella nostra pagina
Chi diavolo siamo. Massimo collabora attivamente con la rivista Fumetto dell'ANAFI, con meravigliose copertine e altro ancora, tra cui la storia in 16 tavole
Mandhro: Gli abitanti di Abscondia, pubblicata nel 2010. A fine 2015, su Fumetto, vedremo di Gamberi una cover bonelliana relativa a una lunga intervista a Boselli che sarà pubblicata dalla rivista. Nel dicembre del 2013, sempre per ANAFI, è uscito l'incredibile falso fumetto americano Anni Trenta
The Mind: una sequenza di strisce giornaliere e tavole domenicali sindacate USA che sembrano vere, sembrano un vero ritrovamento di un autore perduto da decenni, ma sono in realtà frutto moderno e italiano della sceneggiatura di Alberto Becattini (uno dei massimi esperti disneyani al mondo) e dei disegni impeccabilmente retrò di Massimo Gamberi! Una chicca imperdibile, nata da una passione sfrenata e da un talento artistico come raramente se ne vede in giro...
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La straordinaria copertina "bonelliana" di Massimo Gamberi (colori del "bonelliano" Bertelè) per Fumetto del dicembre 2015. All'interno della rivista, come si intuisce dai personaggi rappresentati c'è un'intervista a Boselli. |
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La copertina di Massimo Gamberi (con colori di Bertelè) realizzata per Fumetto n. 91 dell'ottobre 2014 |
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La copertina di The Mind, di Gamberi & Becattini. ANAFI, dicembre 2013 |
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Una tavola di The Mind (ispirata alle sunday pages americane) |
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Le matite di una vignetta di The Mind |
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Alberto Becattini & Massimo Gamberi, autori di The Mind |
Francesco Manetti
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