di Andrea Cantucci
Due parole dalla "redazione" prima di iniziare con Bouncer - il nuovo, entusiasmante "bonellide" di Cantucci, il 16° della serie. Sarà questo l'ultimo post dell'anno su Dime Web e perciò cogliamo l'occasione per augurarvi un SERENO 2015! Il 2014 è stato per noi un anno fondamentale: ci siamo consolidati, grazie ai nostri tanti amici e collaboratori che hanno impreziosito queste colonne con i loro puntuali lavori... con le loro ricerche, con le loro enciclopedie, con le loro cronologie, con le loro storie, con i loro fumetti, con i loro dati, con le loro recensioni, con le loro interviste... Abbiamo chiuso con oltre UN QUARTO DI MILIONE di visite superando a dicembre la media di 15.000 contatti mensili e attestandoci su quasi diecimila contatti al mese dalla nostra nascita nel settembre 2012; abbiamo superato i 500 post, pubblicando più interventi del 2013; sempre più amici ci seguono sulle nostre pagine FACEBOOK e TWITTER, dove vi teniamo aggiornati sulle novità pubblicate nel sito. Stiamo così entrando nel nostro QUARTO ANNO DI VITA, sperando di suscitare ancora il vostro interesse... con l'amore di sempre per il fumetto - bonelliano e non solo! (Saverio Ceri & Francesco Manetti)
All’inferno
c’è posto per gli angeli… è questo che lo rende sopportabile
Da
Bouncer
vol. 9, pag.64
Jodorowsky e i suoi tarocchi |
Il
cileno Alejandro Jodorowsky non è stato un regista normale, né un
normale attore, né tanto meno è oggi un normale sceneggiatore di
fumetti. Nelle sue opere - dalle prime performance teatrali
surrealiste ai film simbolisti girati tra gli anni ’60 e ’70 - tutto è eccessivo e provocatorio, ma l’estrema violenza delle
situazioni non appare mai gratuita o compiaciuta. Finisce piuttosto
per diventare una sentita rappresentazione della tragicità della
condizione umana, in cui si è costretti a soffrire, a lottare e a
morire, soprattutto a causa della superficiale ambizione delle anime
meno illuminate, imprigionate in corpi che si ostinano a inseguire il
potere massacrando i propri simili. Nelle sue storie si ritrovano
anche vari riferimenti filosofici ed esoterici, mescolati in modo
paradossale e poetico con elementi della più comune tradizione
narrativa fiabesca e popolare.
Un
simile autore, dotato di una così estrema e lucida follia creativa,
una volta stabilitosi definitivamente in Francia, patria delle bandes
dessinées, ha trovato nel fumetto il proprio linguaggio ideale, un
linguaggio a cui si era dedicato saltuariamente anche mentre viveva
in Messico e che è certo più adatto della letteratura a
rappresentare efficacemente le sue visioni surreali, oscillanti tra
remoto passato ed estremo futuro, ricche di immagini originali e
stravaganti, nonché suscettibili di vari livelli di lettura.
Rispetto ai film, il grosso vantaggio del fumetto è non aver bisogno
di grossi capitali per far visualizzare le sue storie ai disegnatori
che di volta in volta collaborano con lui. Ciò gli ha permesso di
firmare, con una libertà molto maggiore di quella che poteva
garantirgli l’industria cinematografica, una quantità di opere
disegnate di gran lunga superiore a quelle che era riuscito a mettere
in scena sotto forma di film o rappresentazioni teatrali.
François Boucq |
Nei
fumetti scritti da Jodorowsky, prima per Jean Giraud (Moebius) e poi
per molti altri autori, tutto può essere letto semplicemente come
una fantasiosa avventura senza limiti convenzionali, ma anche come un
viaggio di evoluzione e purificazione interiore. Ciò accade anche
nella serie di Bouncer
(Buttafuori,
in inglese), un western disegnato in modo splendido da François
Boucq con la sua consueta verve espressiva, che essendo scritto da
Jodorowsky non poteva che essere piuttosto atipico, così come lo era
anche il suo film pseudo-western El
Topo (La
Talpa, in
messicano), a cui nel 1970 dovette il successo internazionale.
Bouncer |
Il
primo dettaglio che salta agli occhi è che una volta tanto il
protagonista è quello che oggi si chiamerebbe, con eccesso di
correttezza, un "diversamente abile", un eroe cioè con un notevole
handicap fisico, cosa non nuova all’interno delle storie di
Jodorowsky. Come nelle fiabe in cui è sempre il più debole e
diverso a essere l’eroe del racconto, anche nelle sue storie il
personaggio principale ha spesso menomazioni o deformità che lo
rendono diverso dagli altri, su un piano anche fisico ed esteriore o
puramente mentale. Un’altra tipica caratteristica delle sue storie,
comune anche a Bouncer,
è che l’eroe non è per niente uno stinco di santo.
I
capitoli otto e nove della saga di Bouncer sono usciti
rispettivamente nel 2012 e nel 2013, pubblicati in Francia dalla
Glénat. Nel 2014 sono stati raccolti in italiano dalla Magic Press, come i precedenti, in un nuovo volume a colori e in grande formato
della collana Bouncer
L’Integrale. Nel
dicembre 2014 l’Editoriale Cosmo li ha invece fatti uscire in una
più modesta edizione economica e in bianco-e-nero in formato
bonellide, nel quarto albo che ha dedicato al personaggio e che esce
a poco più di un anno di distanza dal primo.
Bouncer n. 1. Les Humanoïdes Associès, 2001 |
Nel
primo episodio della serie, Un
Diamante per l’Aldilà,
il personaggio conosciuto solo come Bouncer, strano caso di
buttafuori mancante del braccio destro, lavora già al saloon
Infierno nel violento paese di Barro City (letteralmente Città
di Fango). È
l’omicidio di uno dei suoi due fratelli, il predicatore Blake, che
viveva sui monti con la moglie indiana e che è assassinato dal terzo
fratello, lo spietato capitano sudista Ralton, a spingere Bouncer a
rievocare il proprio passato. Lo fa raccontandolo al giovane nipote
Seth, ormai rimasto orfano e deciso a vendicare i propri genitori,
una volta che lo zio gli avrà insegnato a battersi.
Nella
prima storia di Bouncer, suddivisa nei primi due album della serie,
come in altre tipiche di Jodorowsky assistiamo così a una sorta di
viaggio iniziatico interiore, col giovane Seth che per trovare la
forza di eseguire la sua vendetta, sottostà alle difficili prove a
cui Bouncer lo sottopone per “addestrare il suo spirito”.
La
storia che Bouncer racconta a Seth inizia con sua madre Lola, una
feroce prostituta avvezza alla vita più dura e capace di farsi largo
con ogni mezzo nel selvaggio West, fino a diventare proprietaria di
un locale. Insieme ai suoi tre figli, di cui naturalmente non si sa
chi fossero i padri, l’ambiziosa Lola era arrivata al punto di
compiere una carneficina per impossessarsi di un enorme diamante
chiamato L’Occhio di Caino.
Dopo
essere passati indenni per la sanguinosa rapina, la cupidigia aveva
poi portato i tre fratelli a scontrarsi, perdendo chi un braccio e
chi un occhio, ma dopo la morte della madre non erano più riusciti a
ritrovare la preziosa pietra. Bouncer, che dei tre era già allora il
meno cinico e violento, rimasto mutilato trovò un maestro
nell’ex-pistolero pentito Crazy Butterfly (Farfalla
Folle). Questi gli
insegnò a lottare e uccidere con espedienti a dir poco inconsueti,
come le allucinazioni indotte dal peyote e un’esaltante filosofia
mistica, affine alla paradossale poetica simbolista dello Jodorowsky
che era stato regista e interprete di El
Topo.
Bouncer trasmette
poi con successo gli stessi insegnamenti anche al nipote Seth, che
però nel secondo episodio si innamora della figlia di suo zio
Ralton, colui che ha giurato di uccidere, il ché complica le cose.
Bouncer n. 2. Les Humanoïdes Associés, 2002 |
Benché
Bouncer
per ambienti e situazioni sia a tutti gli effetti un western, certi
dettagli inconsueti, come un complice di Ralton che declama poesie
mentre uccide le sue vittime, sono puro Jodorowsky. Del resto il West
non è un vero e proprio genere narrativo con degli schemi specifici,
in quanto è appunto definito soprattutto dall’ambientazione e al
suo interno si sono raccontate storie tra loro diversissime. Con
Bouncer si potrebbe parlare a tratti di western introspettivo, di
un’epica della disperazione e del riscatto più che della
frontiera.
Il
protagonista, pur dotato di abilità e coraggio, non è un eroe tutto
d’un pezzo o senza macchia. È un essere umano che, nel passato
come nel presente, ha più volte toccato il fondo, per la sua
menomazione e per lo scherno della società cosiddetta umana in cui
si ritrova a vivere. Non è un caso (quasi nulla nelle storie di
Jodorowsky lo è) se il saloon in cui lavora si chiama Infierno e se
il suo proprietario (in apparenza un invalido in fin di vita che
nasconde le sue fattezze dietro una maschera) è conosciuto da tutti
come Lord Diablo.
L’inferno
è, simbolicamente parlando, una condizione interiore disperata ed
estrema ed è in tale stato che, in gran parte delle sue storie,
Bouncer si trova a fronteggiare situazioni difficili e apparentemente
senza uscita. Spesso proprio quando sembra accendersi una speranza
che possa illuminare la sua vita sfortunata, accade qualcosa che gli
rende impossibile essere felice e lo ripiomba nuovamente giù nel suo
personale inferno, che coincide abitualmente col ricercare l’oblio
abbandonandosi ai fumi dell’alcool o dell’oppio, una condizione
da cui ogni volta deve faticosamente risollevarsi, se vuole essere in
grado di aiutare le persone che ama.
Non
sono pochi infatti i parenti e amici che restano sul terreno, morti
di morte violenta, nelle sue storie. Personaggi perfetti per fargli
da comprimari e che altri autori più commerciali avrebbero di certo
usati per accompagnarlo in tutte le sue avventure, vengono spesso
feriti o uccisi, apparendo così più veri, vivi e autentici, proprio
perché la loro esistenza ha avuto termine. Nella separazione estrema
dal protagonista, vivono quel coraggio di affrontare l’estremo
sacrificio, subendo ingiuste persecuzioni o perseguendo giuste cause,
che Bouncer non può mai vivere fino in fondo, dovendo sempre
ritornare a ogni nuovo episodio.
Bouncer n. 3. Les Humanoïdes Associés, 2003 |
Ma
alla fine di ogni storia, composta di due o tre episodi, pur a prezzo
del sangue di innocenti e colpevoli si ristabilisce un equilibrio,
una sorta di pace, raggiunti oltre che agendo con decisione nel mondo
degli uomini, anche attraverso cambiamenti di ottica interiore, sia
del protagonista che di altri personaggi. Segreti nascosti vengono
rivelati e livelli più completi di consapevolezza sono ottenuti con
fatica, tra una sparatoria e l’altra.
Nella
seconda storia, che inizia con l’episodio
La Giustizia dei Serpenti e
occupa i volumi dal terzo al quinto dell’edizione originale, il
mistero iniziale consiste in una serie di omicidi dei maggiorenti del
paese compiuti per mezzo di serpenti velenosi. Questo obbligherà
Bouncer a ricoprire provvisoriamente anche la disprezzata funzione di
boia per sostituire quello ucciso, mentre i segreti svelati nel corso
del racconto riguardano tra l’altro la vita passata della
prostituta Noémi e soprattutto la scoperta di chi sia il padre di
Bouncer.
Nel
quarto album infatti si rivela che, a differenza dei suoi fratelli,
Bouncer era figlio di qualcuno che la sua dura e spietata madre amava
veramente e si chiariscono alcuni dettagli rimasti un po’ oscuri
nel precedente racconto delle sue origini. In questa storia accadono
inoltre molte altre cose. Nel terzo album il buttafuori monco trova
un amico fedele in un cane senza una zampa di nome Mocho (Mozzato,
in spagnolo), che in quanto a lealtà e coraggio ne rappresenta una
perfetta controparte animale e non lo abbandonerà più.
In generale anche
questa storia conferma, se ce ne fosse bisogno, la simpatia degli
autori per gli emarginati e i derelitti che lottano disperatamente in
cerca di fortuna e nella maggior parte dei casi non solo non la
trovano, ma vengono frustrati, sfruttati, umiliati e calpestati
spietatamente da pochi arrivisti senza scrupoli.
Bouncer n. 4. Les Humanoïdes Associés, 2005 |
Sul
piano sentimentale, dal terzo volume Bouncer comincia a innamorarsi
di donne che, per motivi diversi e complicati, finiscono sempre per
non poterlo ricambiare o per rivelarsi molto pericolose, mentre
sembra non voler proprio corrispondere la profonda devozione che
nutre per lui la giovane cinese Yin Li, una ragazza perdutamente
innamorata che lavora in un fumeria d’oppio e pronuncia di continuo
soavi aforismi poetici.
In
modo analogo alla storia precedente, anche qui si assiste poi a
crudeli efferatezze che i personaggi più negativi, come il solito
ricco possidente tirannico, compiono anche verso parenti, fratelli o
figli, come se l’autore volesse sottintendere che è ciò che gli
uomini fanno di continuo, uccidere i propri fratelli.
Tra
le invenzioni più ironiche e beffarde dell’autore, nel quinto
volume ci sono inoltre un sadico boia femminile, che si eccita solo
dominando, e un trio di killer messicani composto da nonno, padre e
figlio, i cui nomi Jehova, Angel e Christian rimandano direttamente
alle principali personificazioni divine dei miti cristiani.
Alla
fine del quinto album originale, oltre a ricevere in eredità da Lord
Diablo la proprietà del saloon Infierno, Bouncer supera un’ultima
prova e si assume anche la responsabilità di vegliare spiritualmente
sull’intero territorio della Mano del Diavolo, la regione dove ora
sorge Barro City, ovvero quella che era la terra sacra degli indiani
Nacache, scomparsi a seguito del solito massacro a opera di un pugno
di bianchi spietati. Quello che fino a poco prima era il semplice
buttafuori di un saloon diventa così l’ultimo depositario di
un’antica tradizione, che lo invita ad assistere e difendere gli
attuali abitanti delle terre che gli sono state affidate.
Bouncer n. 5. Les Humanoïdes Associés, 2006 |
All’inizio
della storia La
Vedova Nera,
che occupa il sesto
album originale e prosegue nel settimo, Bouncer dimostra
ulteriormente d’essere degno del suo nuovo ruolo di protettore,
battendosi contro un campione degli apache della zona. Nonostante il
suo valore non potrà però salvare quegli indiani dallo sterminio a
opera dei bianchi, che come è spesso successo non si fanno nessuno
scrupolo pur di derubarli delle loro terre. Bouncer dovrà quindi
accontentarsi di proteggere come una figlia l’unica ragazza apache
che è riuscito a condurre in salvo e di vendicare in seguito la sua
gente, uccidendo a sua volta i cacciatori di scalpi che li avevano
massacrati. Ma l’avventura non termina con la morte di tali loschi
figuri, alcuni dei quali sono anche dati alle fiamme da Bouncer
davanti all’ingresso dell’Infierno, come in una troppo letterale
metafora biblica.
Le copertine affiancate di Bouncer n. 6 e n. 7. Les Humanoïdes Associés, 2008 e 2009 |
La
mandante di quello e altri omicidi e rapine, come si vedrà presto, è
l’ambigua e misteriosa vedova Harten (che in tedesco significa
Indurire), decisa a
appropriarsi con ogni mezzo di tutte le terre della regione e legata
in qualche modo con la nuova e apparentemente irreprensibile maestra
elementare di Barro City.
La
vedova Harten si serve come suo principale sicario di un certo
Axe-Head (Testa
d’Ascia), un
violento bruto così chiamato per la lama d’ascia che ha conficcata
nel cranio e che non può più togliere. Il rozzo e brutale Axe-Head
è estremamente spietato durante le sue rapine, in cui impiega anche
i propri figlioletti, che hanno imparato da lui ad assassinare il
prossimo a tradimento, ma come un buon padre preoccupato per il loro
futuro insiste perché questi ultimi, tra un omicidio e l’altro,
vadano diligentemente a scuola…
Axe-Head |
Il
bandito con l’ascia sulla testa si aggiunge alla lunga galleria dei
personaggi anomali, mutilati o deformi che Jodorowsky ha creato nel
corso degli anni. Una serie di freak i cui handicap fisici rimandano
in qualche modo a ferite dell’anima, che possono sfociare in
comportamenti violenti o autodistruttivi oppure essere accettate e
trascese come fa Bouncer, uomo più che capace e ottimo tiratore
nonostante il suo arto mancante.
Anche
uno dei comprimari superstiti, il piccolo barman dell’Infierno Job,
dà prova in più occasioni di essere, non solo un lavoratore
scrupoloso e affidabile, come dice il suo nome che significa
mestiere,
ma anche un uomo valido e coraggioso, contrapponendo allo svantaggio
della sua minuscola statura fisica, una ben più alta statura d’animo
e spalleggiando efficacemente Bouncer anche in questa storia come
nelle precedenti.
Tra
i personaggi negativi, un freak ben più patetico è il dottor Lowly
(Umile),
un uomo orribilmente ustionato che serve appunto con estrema umiltà
la vedova Harten e che non è in sé una persona malvagia ma è
rimasto intrappolato da una serie di eventi in un tragico destino che
lo ha privato della sua vita e identità di un tempo. In effetti il
suo volto è ora del tutto irriconoscibile, mentre il suo corpo
desidera quello della vedova in modo altrettanto inutile e disperato
di altri complici di lei, tutti vittime del suo morboso fascino.
Tra
le storie di Bouncer, questa è infatti particolarmente soffusa di un
torbido erotismo che si riflette anche nei disegni di Boucq, con i
dettagli anatomici più spinti non raffigurati direttamente, ma che
si possono intravedere qua e là in certe conformazioni rocciose dei
canyon in cui il protagonista si addentra e che ricordano ora una
sagoma femminile nuda, ora delle labbra rivolte verso di lui, ora i
contorni di una vulva, ora due cosce di donna tra cui scorre un
ruscello che dà vita a un vero e proprio giardino dell’Eden, con
tanto di albero e serpente, re-interpretando così tale mito alla
luce dei suoi corretti simboli sessuali originari.
Bouncer n. 8. Glénat, 2012 |
In
quella che è per ora l’ultima avventura di Bouncer e che occupa
l’ottavo e il nono volume originale, il titolo della prima parte,
che è scritto in inglese, rappresenta proprio la costante condizione
esistenziale in cui il protagonista ricade spesso. Insieme alla
testata della serie, suona come Bouncer
To Hell (Buttafuori
all’Inferno). Ma
messi uno accanto all’altro i titoli in inglese dei due album
suonano come To
Hell… And Back,
ovvero All’Inferno…
E Ritorno, che è
appunto il titolo dell’edizione italiana dell’Editoriale Cosmo.
La
storia prende l’avvio dall’omicidio di una delle più care amiche
di Bouncer che lavora nel suo saloon, una tragedia di cui egli si
incolpa perché, mentre il misfatto avveniva, anziché essere nel
locale era impegnato in una partita a poker, per di più ubriaco.
Ecco quindi che il protagonista si ritrova catapultato ancora una
volta in uno dei suoi inferni personali, che però stavolta lo
porterà a immergersi in un inferno più reale e concreto.
Assunto
l’incarico di delegato dello sceriffo, Bouncer si mette infatti
sulle tracce dell’omicida, il figlio del direttore di un carcere
che si era abbandonato a sadiche perversioni nel saloon. Pur essendo
detto Pretty John (John
il Bello) è un
ennesimo freak, il cui corpo gibboso riflette in questo caso il suo
animo contorto.
Lungo
la strada per catturarlo, Bouncer dovrà superare un difficile
percorso, anche a causa della stagione invernale, ma simili
difficoltà secondo gli antichi erano indispensabili per raggiungere
l’inferno e un inferno in terra è appunto la prigione
dall’emblematico nome di Deep-End (Fine
Profonda) in cui
Bouncer è diretto.
Bouncer n. 9. Glénat, 2013 |
Una
volta giunto a destinazione, Bouncer scopre che il direttore Ugly
John (John il
Brutto) ha
trasformato il suo penitenziario, che un tempo era un monastero, in
un comodo rifugio per quei criminali disposti a pagare, mentre chi si
rifiuta o non può pagare è condannato a morte, come in una metafora
estrema del mondo dominato dalla forza e dal denaro, in cui anche
ogni antica pretesa di sacralità cede il posto alla violenza.
È
chiaro che un simile cinico personaggio, reso ancora più misterioso
dalla maschera che in teoria porta per nascondere il volto sfigurato,
non lascerà arrestare il proprio figlio e lo stesso vale per la
bella e ambigua moglie di Ugly John, anche se solo alla fine si
capirà quale sia la reale relazione di complicità che lega questa
ennesima turpe famiglia rappresentata dagli autori. Bouncer, una
volta imprigionato insieme ai detenuti dissidenti, avrà comunque il
suo daffare per riuscire a passare dalla fase dell’Inferno a quella
del Ritorno.
Questa
lo vedrà attraversare di nuovo deserti infuocati e vette innevate,
per di più a piedi, trascinandosi dietro un prigioniero
recalcitrante e con degli ostinati inseguitori alle calcagna, come
gli Skull (Teschi),
degli ex-monaci passati al servizio direttore del carcere e che
eseguono per lui ogni tipo di missione.
Per
fortuna Bouncer può contare su certi amici che si era fatto lungo la
strada, una ragazza dal volto tatuato, un indiano di cui aveva curato
le ferite e un branco di lupi di cui il suo cane era diventato
capo-branco. È un tipico svolgimento fiabesco. Coloro che erano
stati avversari nel viaggio di andata, una volta sconfitti o aiutati
dall’eroe diventano suoi amici e, nel viaggio di ritorno, corrono
in suo aiuto quando ne ha bisogno.
E proprio
l’amicizia, rappresentata dai pochi ma autentici compagni che
Bouncer ritrova nel suo Infierno al ritorno dall’avventura, può
essere il messaggio per ora finale della saga. È la presenza di quei
pochi amici, con cui condividere anche le pene di qualche personale
inferno, a rendere dopotutto la vita sopportabile.
Bouncer, ristampa integrale n. 2 |
Bouncer, ristampa integrale n. 3 |
Gli
album di Bouncer
sono usciti in Francia a partire dal 2001, pubblicati inizialmente da
Les Humanoïdes Associés (nn. 1/7) e poi da Glénat (nn. 8 e 9). In Italia la prima edizione a colori,
nello stesso formato cartonato francese, è stata pubblicata già dal
2002 da Grifo Edizioni, per essere successivamente ristampata e
proseguita dalla Magic Press, in volumi più corposi analoghi alle
ristampe francesi che ne raccolgono i vari cicli. Un volume di
Bouncer,
contenente gli episodi dal terzo al quinto e corrispondente al
secondo ciclo, è stato pubblicato anche dalla Mondadori nel 2009
come n°33 della collana cartonata I
Maestri del Fumetto,
allegata a Panorama
e a Il Sole 24 Ore.
Bouncer n. 1, Serie Gialla n. 14. Cosmo, 2013 |
Bouncer n. 2, Serie Gialla n. 15. Cosmo 2013 |
La
riedizione in formato bonellide e in bianco e nero dell’Editoriale
Cosmo è stata pubblicata dal 2013, con ogni albo corrispondente a
una storia completa o ciclo di episodi che dir si voglia. Per le
copertine di un paio di albi sono stati utilizzati, in questo caso, i
dettagli delle copertine di una ristampa integrale francese.
Benché
non si possano che rimpiangere i bellissimi colori originali, il
bianco e nero degli albi Cosmo permette di apprezzare, benché in
formato ridotto, il bel segno al tratto di François Boucq. Va anche
considerato che il disegnatore non ha colorato nessuno degli album di
questa serie, su cui si sono alternati molti validi coloristi, e che
quindi il suo contributo artistico personale è insito nei semplici
disegni. Un’ulteriore differenza che si nota, tra le edizioni a
colori e quella in bianco e nero, è che i balloons sono posizionati
in modi e in punti leggermente diversi. Si direbbe quindi che i testi
siano stati reinseriti ex novo sopra i disegni integrali.
Comunque,
data la cura richiesta dall’edizione francese, di cui non esce più
di un album ogni dodici mesi, per il prossimo volume italiano di
Bouncer,
sia in formato gigante che bonellide, si dovrà aspettare qualche
anno.
Bouncer n. 3, Serie Gialla n. 16. Cosmo, 2014 |
Bouncer n. 4. Serie Gialla n. 17. Cosmo, 2014 |
BOUNCER
Serie di 4 albi
Contenuti: Bouncer
vol. 1-9
Testi
Alejandro Jodorowsky
Disegni:
François Boucq
Collana: Cosmo
Serie Gialla n°14-16 + n°27
Formato: 128 pag. –
192 pag. il n°2 – in bianco e nero
Editore: Cosmo
Date di uscita:
Novembre 2013 - Dicembre 2014
Prezzi:
il n°1 e 3 € 3,20 – il n°2 € 4,90 – il n°4 € 3,90
Andrea Cantucci
N.B. Trovate i link alle altre puntate dei bonellidi su Cronologie & Index!
Nessun commento:
Posta un commento
I testi e i fumetti di nostra produzione apparsi su Dime Web possono essere pubblicati anche altrove, con la raccomandazione di citare SEMPRE la fonte e gli autori!
Le immagini dei post sono inserite ai soli fini di documentazione, archivio, studio e identificazione e sono Copyright © degli aventi diritto.
Fino al 4 gennaio 2017 tutti i commenti, anche i più critici e anche quelli anonimi, venivano pubblicati AUTOMATICAMENTE: quelli non consoni venivano rimossi solo a posteriori. Speravamo e contavamo, infatti, nella civiltà dei cultori di fumetti, libri, cinema, cartooning, etc.
Poi è arrivato un tale che, facendosi scudo dell'anonimato, ha inviato svariati sfoghi pieni di gravi offese ai due redattori di Dime Web, alla loro integrità morale e alle loro madri...
Abbiamo dunque deciso di moderare in anticipo i vostri commenti e pertanto verranno cestinati:
1) quelli offensivi verso chiunque
2) quelli anonimi
Gli altri verranno pubblicati TUTTI.
Le critiche, anzi, sono ben accette e a ogni segnalazione di errori verrà dato il giusto risalto, procedendo a correzioni e rettifiche.
Grazie!
Saverio Ceri & Francesco Manetti