martedì 16 dicembre 2014

VIAGGIO DI SOLA ANDATA PER L'INFERNO... E UMANA PIETAS. COLOR TEX 6

di Giampiero Belardinelli

Impreziosito da una potente copertina di Giulio De Vita, artista italiano consacrato in terra francese, questo sesto Color Tex presenta per la seconda volta quattro brevi storie di trentadue tavole, consuetudine destinata ad alternarsi con il volume estivo, caratterizzato invece da avventure lunghe. Le storie brevi bonelliane non sono certo una novità di oggi ma, lo ricordiamo ai più giovani dei nostri lettori, tra il finire degli anni Ottanta e gli anni Novanta, sull’onda dell’esplosione di Dylan Dog, gli eroi di Via Buonarroti beneficiarono di molteplici pubblicazioni extra pubblicate da altri editori. Questi racconti sono apparsi su riviste di vario genere, su alcuni quotidiani o allegati a cataloghi di importanti mostre. Dylan Dog e Tex sono stati i più gettonati ma anche altri personaggi, tra cui il multimediale Martin Mystère di Alfredo Castelli, hanno avuto l’onore della pubblicazione al di fuori delle consuete collane edite da Sergio Bonelli. Il nostro Tex, come ho accennato, conta un discreto numero di titoli, sceneggiati tra gli altri da Guido Nolitta, Claudio Nizzi, l’attuale curatore della serie Mauro Boselli e, tra i disegnatori, da artisti del calibro di Aurelio Galleppini, Giovanni Ticci e Fabio Civitelli.
Dopo questa breve digressione torniamo all’attualità texiana. Nel volume appaiono ben otto firme (sceneggiatori e disegnatori) e tre coloristi di cui, rispettivamente, troverete uno specifico commento. Cominciamo…


Stelle di latta



Stelle di latta

Michele Medda torna a scrivere Tex dopo una ventina d’anni, e quelle due storie, senza tradire l’eroe, avevano il pregio di evidenziare la sua specifica calligrafia narrativa. Questo racconto non è da meno e, nell’occasione, punta i riflettori sulle ombre che possono nascondersi dietro la maschera di imperturbabili leggende del West. Due ex sceriffi, conosciuti da Kit Carson molti anni addietro, oggi sono dei rispettabili uomini d’affari rifugiatisi nella cittadina di Black Rust Town. Medda mette sul palcoscenico i personaggi e poi rimescola le carte, ribalta le certezze e mostra il lato oscuro della Frontiera, quello che il fiero ritratto di una vecchia fotografia non potrà mai rivelare. Tex e Carson, loro sì autentiche leggende del West, svelano l’ipocrisia delle apparenze e svolgono una funzione catartica, ribaltando la memoria di un uomo ingiustamente bollato con il marchio dell’infamia. Michele Benevento, ai pennelli, accompagna la sceneggiatura con un segno robusto e realizza un western credibile, in cui i personaggi recitano in maniera appropriata come in un dramma Shakespeariano. I colori di Oscar Celestini sono eleganti e non intaccano l’equilibrio del racconto.


Il Tularosa Basin



Incontro a Tularosa

Zagor è l'eroe dell'immaginario per eccellenza e, insieme a Tex, è il portabandiera dell’avventura classica bonelliana. In queste due collane l’avventura non è però rimasta ancorata ai pur gloriosi decenni passati ma, grazie ad autori consapevoli e preparati, si è aperta a innumerevoli novità. Uno di questi autori – scrittore di entrambi i personaggi – è Mauro Boselli; l’altro è Moreno Burattini, per la prima volta al lavoro su una storia del Ranger creato da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini. Tra l’altro, Burattini è oggi lo sceneggiatore più prolifico di Zagor, e vanta un’apprezzata capacità narrativa. Il racconto in questione gira intorno al tema della vendetta e della giustizia. Una differenza che, nell’occasione, può apparire sottile e indefinibile. Tex comprende come l’ira accecante che agita il suo amico Coronel (la cui figlia è stata uccisa anni prima da un’infernale carogna di nome Bullett) sia un handicap insormontabile. Con un colpo di teatro tipico della sua scrittura, Burattini ci conduce verso un tragico finale in cui Tex diventa un implacabile giustiziere e non un uomo di legge con il regolamento in mano: per carogne come Bullett, dice l'eroe, serve soltanto un biglietto di sola andata per un Buon viaggio all’inferno! Burattini, in conclusione, ha fatto sua la lezione del Tex "antico", a cui ha aggiunto un ritratto drammatico e di struggente umanità. Giuseppe Camuncoli disegna le sua tavole con un perfetto equilibrio tra attenzione al dettaglio e dinamismo. I suoi personaggi mostrano quanto sia dura la vita della Frontiera e lasciano trapelare i violenti contrasti emotivi. Il Tex di Camuncoli è massiccio e vigoroso, il suo viso è inflessibile e rassicurante allo stesso tempo. I colori di Beniamino Del Vecchio, infine, sono acetati e sottolineano con padronanza la tragedia che sta per incombere sul piccolo villaggio di Tularosa.


L'oro di Alder Gulch


Nel buio

Atmosfere plumbee, superstizione, cattivi della quotidianità, Mauro Boselli presenta la faccia del western meno legata all’epopea, ma probabilmente più vicina alla realtà. In tutte le epoche della millenaria storia umana, gli uomini e le donne si sono confrontati con il Bene e il Male, con delitti legati all’odio, all’invidia o al rancore covato per un malinteso senso di inferiorità rispetto agli altri. L’omicidio della famiglia dei Tilman rientra in questa categoria: trucidati da bastardi di mezza tacca, a cui però i Nostri riserveranno una paga a base di piombo caldo. Lo sceneggiatore mette in azione i quattro pard e la loro presenza non è accessoria, ma funzionale in quanto gli avvenimenti si svolgono sì in una sola notte, ma in un ampio territorio coperto da una fitta foresta. Alder’s Gulch, nel Colorado, è uno sputo di paese in cui, come molti piccoli centri di provincia, si annidano presuntuosi, vigliacchi, "mostri" da additare - ma anche tanta brava gente con il buio nel cuore… Boselli, ancora una volta, evidenzia come Tex e i pard sappiano scovare il Male andando controcorrente. I Nostri sono risolutivi, come spesso accade, ma non possono impedire l’imprevedibile tragedia di un padre messo di fronte alla bieca "mostruosità" del proprio figlio. Una mostruosità che, oggi come allora, può annidarsi negli angoli di un’apparente normalità. Luca Rossi, apprezzata matita di Dampyr e non solo, sa raccontare le ombre nascoste nell’animo umano. I quattro pard appaiono smilzi nell’aspetto e i loro volti, seppur personali, centrano le rispettive personalità. I colori sono di Romina Denti, abile ad evidenziare l’atmosfera rarefatta del racconto. L’inizio dominato dalla luce diurna è in apparenza rassicurante, ma la perfetta combinazione tra disegno e colore lascia trapelare – con angoscia crescente – l’oscurità celata in quell’angolo di mondo.


Un recente Recchioni (fotografato da Manetti a Lucca Comics 2014)


Randy il fortunato

Può un personaggio come Tex essere comunque il protagonista, nonostante la sua sia una presenza "laterale"? Questa è stata la sfida di Roberto Recchioni (tra l’altro abituato alle sfide: Dylan Dog, Orfani ecc.), sceneggiatore capace di mettersi al servizio di personaggi seriali senza rinunciare al suo punto di vista. Un punto di vista maturato da una visione a centottanta gradi sull’immaginario - da quello classico ai video giochi… Nella vicenda, quindi, Tex appare in poche sequenze, ma la sua forte personalità turba la vita criminale di Randy Rogers, destinato a veder fuggire a gambe levate la propria proverbiale fortuna dopo un precedente scontro con il Ranger. Sta qui l’interessante nocciolo del racconto ideato da Recchioni, capace di indagare nelle ossessioni di un uomo quando è messo dinanzi alle proprie paure. Queste paure si materializzano in una camicia gialla, uno sguardo duro e tagliente, una presenza avvolgente come un serpente nell’imminenza di stritolare la propria vittima. Lo sceneggiatore, in conclusione, ha raccontato da una particolare angolatura la leggenda di Tex, la cui fama travalica ogni confine fisico o metafisico. Andrea Accardi è l’interprete ideale di questa insolita sceneggiatura. Il suo segno si sofferma su ogni aspetto, dai volti – beffardi o beffati, intransigenti o ironici – agli scenari degni di un film di John Ford. I vari rimandi sono stati esaltati dai colori di Oscar Celestini (il doppio di questo Color), con un linguaggio cromatico evidente ma mai sopra le righe. 


Color Tex n. 6, novembre 2014. Disegno di De Vita
 

Color Tex 6
STELLE DI LATTA
INCONTRO A TULAROSA
NEL BUIO
RANDY IL FORTUNATO
Novembre 2014
pag. 132, € 5,50
Testi: Michele Medda, Moreno Burattini, Mauro Boselli, Roberto Recchioni
Disegni: Michele Benevento, Giuseppe Camuncoli, Luca Rossi, Andrea Accardi
Colori: Oscar Celestini, Beniamino Del Vecchio, Romina Denti
Copertina: Giulio De Vita
Introduzione: Mauro Boselli 


Giampiero Belardinelli


N.B. trovate le altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio

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