domenica 5 ottobre 2014

CIAO, LORENZO!

Lorenzo Bartoli (seduto, primo a sx), con gli amici della Bonelli, di Dime Press e Dime Web (Momigno, anni '90)
LORENZO BARTOLI, 1966 - 2014



P.S. Moreno Burattini - che nella foto qua sopra (relativa proprio all'incontro di cui più avanti si parla) vedete seduto accanto a Lorenzo - ha scritto su Facebook un bellissimo ricordo dell'autore, memento che parla, tra le altre cose, di una storia zagoriana che nel 2015 uscirà postuma:

Ho letto "Sempre sentirai le voci", di Lorenzo Bartoli (Cierre Editrice, 1995, cartonato, 80 pagine, 15000 lire). E' stato inevitabile, dopo aver saputo della scomparsa di Lorenzo, riprendere in mano uno dei suoi romanzi e rileggerlo, a distanza di quasi venti anni dalla dedica che lui mi scrisse, sul frontespizio interno: "A Moreno, sperando che continui a 'sentire le voci' di dentro". Conobbi Bartoli negli anni dei suoi esordi (poco distanti dai miei, essendo io di poco più anziano), e poiché all'epoca scriveva una serie destinata a lasciare il segno come linguaggio sia narrativo che grafico, Arthur King, lo invitati con il disegnatore Andrea Domestici a partecipare a un incontro con il pubblico nella fumetteria di Prato che gestivo, all'epoca, insieme a Francesco Manetti e a Saverio Ceri. Quell'occasione gettò le basi per un rapporto di amicizia destinato a durare fino al giorno in cui troppo presto Lorenzo ci ha lasciato. In altre occasioni Bartoli tornò a Prato a trovare me e gli altri: lo ricordo contento di unirsi alle nostre tavolate anche quando gli incontri con il pubblico riguardavano altri. Poi, capitava sempre di incontrarci in giro per mostre e per fiere del fumetto e io lo leggevo ogni volta che mi imbattevo in una delle sue storie, vuoi che fossero i tanti "liberi" sulle riviste Eura, vuoi sugli albi di John Doe o di Dante. Gli invidiavo la grande libertà che gli era concessa o che, più probabilmente, si prendeva. Ma mi piaceva anche come scrittore: i suoi racconti in "Cuori da bar" (Edizioni BD, 2007) o il suo romanzo "Tony Plumbeo e il giudizio universale" (Play Seven, 2012) mi sono sembrati opera di un narratore di razza, di un giocoliere della penna degno di fama anche al di fuori dell'ambito fumettistico. Di recente, ho collaborato con lui nella realizzazione di due storie di Zagor. La prima, destinata a uscire nel corso del 2015, è stata sceneggiata da Bartoli sulla base di un mio soggetto, e dunque porterà le nostre firme accostate. Un onore, per me. Ma fra le altre sue prove letterarie c'è appunto anche "Sempre sentirai le voci", un romanzo breve con protagonista quel suo vecchio, indimenticato personaggio, Arthur King. Non è la novelization di un racconto a fumetti, ma una storia nuova, inedita e a se stante, presentato da Paolo di Orazio con queste parole: "Lorenzo riuscirà a gabbarti con il suo fare, col suo scrivere un po' maliardo, un po' sibillino, romantico, ermetico, astuto ma elegante, ed è per questo che la sorte arthurkinghiana ha regalato stavolta al nostro eroe un'avventura con la musica". Lo stile al presente soggettivo rende bogartiana una storia di fantascienza solo apparentemente grottesca, ambientata in un 2147 che potrebbe essere in realtà un futuro distopico distante appena qualche decina di anni dal nostro presente. L'imperatore Sandor, usando i cyborg inventati dallo scienziato Orion King, padre di Arthur, tiene l'umanità sotto il tallone di una dittatura subdola perché travestita da falso benessere. Orion si è trasformato in pirata e cerca di abbattere il despota con mezzi che Arthur non condivide, pur condividendo il fine. In questo caso, lo scienziato vuole sfruttare un mega concerto che si tiene sul pianeta Armoniké ogni due anni, seguito da miliardi di giovani di tutte le Galassie, per innescare il germe della rivolta nella mente degli ascoltatori, provocando però una rivoluzione sanguinosa dagli effetti imponderabili. King, agendo fianco a fianco con il robot cantante Frederick Lion, da lui stesso costruito a propria immagine e somiglianza, prossimo a essere usato come detonatore della rivolta per un virus informatico trasmesso via saliva (attraverso un bacio), sventa il piano del padre. Le "voci" a cui allude il bel titolo sono quelle che differenziano gli uomini dai cyborg. Le voci di dentro, che non si possono far tacere, e che ci spingono a fare ciò che è sbagliato ma anche ciò che è giusto. Grazie, Lorenzo.

2 commenti:

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