di Giampiero Belardinelli
Introduzione
Tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, il successo di "Dylan Dog" portò grande fermento nel fumetto bonelliano. In questo contesto, Sergio Bonelli accettò la proposta della Banda dei Sardi (Medda, Serra e Vigna) per una nuova serie di fantascienza, la prima per la SBE. Dal giugno 1991, dopo l’anteprima di un Numero Zero distribuito nelle librerie specializzate, la serie fu pubblicata regolarmente, ottenendo subito consenso e introducendo innovazioni nella scrittura, nella struttura narrativa e nel comparto grafico. La serie continua ancora oggi e, proprio per celebrare questo percorso lucente, in questa undicesima puntata ho acceso le luci natalizie per illuminare il sesto volume, intitolato…
Terrore sotto zero
Il racconto rappresenta un tassello fondamentale nell’universo di "Nathan Never", caratterizzato da atmosfere inquietanti e paesaggi ostili. Questo episodio, pubblicato nel novembre 1991 come n. 6 della serie e composto da 94 tavole, è frutto della collaborazione tra Bepi Vigna (soggetto e sceneggiatura), Germano Bonazzi (disegni) e Claudio Castellini (copertina). La storia si svolge nella base mineraria Artic 3, dove Nathan Never, sotto falsa identità, indaga su una droga pericolosa che sta alterando la fauna locale, immergendosi in un ambiente glaciale ricco di tensione e mistero. Il contesto narrativo trasporta il lettore in un deserto bianco dove le condizioni estreme mettono alla prova l’ingegno e il coraggio umano, evocando suggestioni cinematografiche e offrendo una riflessione sulle conseguenze dello sfruttamento scientifico sregolato. Il tratto essenziale di Bonazzi valorizza la drammaticità delle scene, mentre la copertina di Castellini racchiude perfettamente l’atmosfera gelida e carica di suspense dell’albo.
Scienza e ambiente: una riflessione sull’impatto umano
La narrazione offre un esempio emblematico di come l’uomo, guidato dalla presunzione di una scienza piegata al profitto, possa provocare gravi disastri ecologici. Nel corso della serie, il tema dello sfruttamento scientifico sregolato emerge come uno degli aspetti più affascinanti, permettendo lo sviluppo di intrecci ricchi di fantasia ma accompagnati da interrogativi inquietanti sulle conseguenze delle azioni umane. Il dibattito intorno alla scienza resta sempre acceso, e anche se non mancano eccessi ideologici, il valore della discussione non deve essere sottovalutato. Gli autori mantengono una posizione positiva nei confronti della scienza, pur mostrando, attraverso Nathan Never, una certa idiosincrasia nei confronti della tecnologia, elemento che contribuisce ad arricchire la complessità del personaggio e del racconto.
Deserto bianco: il fascino dell’ambiente artico
L’ambientazione artica, con le sue distese infinite di ghiaccio e il freddo estremo, costituisce uno scenario privilegiato per avventure cariche di tensione e suspense. La neve, il gelo e le condizioni climatiche proibitive rappresentano il teatro di storie in cui l’uomo è costretto a dare il meglio di sé per sopravvivere agli attacchi di elementi esterni, siano essi alieni, mostruosi o semplicemente meteorologici. Questa cornice ostile mette alla prova il coraggio e l’ingegno dei protagonisti, creando una costante sfida tra la fragilità umana e la potenza della natura.
Omaggi e riferimenti cinematografici
Nel corso di Terrore sotto zero, numerosi omaggi e citazioni cinematografiche arricchiscono la narrazione, offrendo al lettore un’esperienza stratificata e ricca di richiami alla cultura pop. La folle corsa del treno su un binario morto evoca chiaramente le atmosfere del film A 30 secondi dalla fine (Andrej Koncalovskij, 1985), interpretato da Jon Voight, sottolineando la tensione e il senso di pericolo imminente. Un altro esempio di citazione si trova nella frase pronunciata dal dottor Livesey a pagina 40: Siamo infestati dai topi. Topi grandi come cavalli! Staccano le teste a morsi! Una battuta memorabile rintracciabile nel film Ghostbusters (Ivan Reitman, 1984), aggiungendo una sfumatura ironica e familiare al racconto. La narrazione si arricchisce ulteriormente con dettagli raffinati: a pagina 53, un personaggio viene colto mentre legge un albo a fumetti di "Silver Surfer" (© Marvel), dimostrando l’attenzione degli autori verso elementi iconici della cultura fumettistica. Il nome falso adottato da Nathan Never, Thomas Ripley, richiama invece la protagonista del film Alien (Ridley Scott, 1979), mentre la presenza degli elevatori rimanda a una scena tipica del sequel Aliens (James Cameron, 1986), consolidando il legame tra il fumetto e i grandi classici del cinema fantascientifico. Questi riferimenti, ben inseriti nella trama, non solo arricchiscono la storia con suggestioni esterne, ma contribuiscono a creare un universo narrativo in cui il lettore può riconoscere e apprezzare molteplici livelli di lettura, rendendo l’avventura di Nathan Never ancora più coinvolgente e stimolante.
Bonazzi in digitale
Germano Bonazzi si distingue per la sua velocità e presenza, risultando tra gli autori più prolifici nei primi cento numeri della serie. Il suo stile si caratterizza per un’essenzialità che mira a coinvolgere il lettore nell’azione, concentrandosi sulle emozioni dei personaggi e mantenendo la tecnologia come uno sfondo ben delineato ma mai invadente. Lo stile essenziale di Bonazzi, con tratteggi e giochi di luce, dà nuova energia all'opera e rende la lettura più coinvolgente. Nella sua forma digitale, l'opera di Germano Bonazzi si arricchisce di nuove prospettive: la fruizione tramite dispositivi come tablet o PC consente di cogliere dettagli e raffinate sfumature a volte non percepibili nella versione cartacea.
Giampiero Belardinelli
N.B. Trovate i link alle altre puntate di "Bonelli in Digitale" in Cronologie & Index!




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