domenica 9 febbraio 2025

STUDI LOVECRAFTIANI 22 E LA "POESIA POLITICA" DI HPL

di Francesco Manetti


"Studi Lovecraftiani" n. 22 - Foschi Editore, dicembre 2024



Qualche anno fa mi accorsi che era stato detto (quasi) tutto in Italia, con molte polemiche, sul pensiero socio-politico del Sognatore di Providence quale emergeva dai suoi racconti e da alcune sue lettere (sottolineo "alcune", perché quelle note al grande pubblico, pubblicate e commentate soprattutto dagli studiosi americani, sono una piccola percentuale di quelle esistenti). Molto meno o punto indagata, sotto questo aspetto, era stata la sua produzione poetica. Decisi così di iniziare a leggere TUTTE le poesie di Lovecraft, basandomi soprattutto sull'edizione omnibus curata da S. T. Joshi, The Ancient Track: The Complete Poetical Works of H. P. Lovecraft (Hippocampus Press, 2001/2013). La gran parte dei componimenti poetici di HPL non è MAI stata tradotta in italiano; inoltre Lovecraft amava spesso rifarsi nei suoi versi a un linguaggio antico, talvolta settecentesco, oppure riproduceva, spesso con intenti umoristici, lo slang urbano dei suoi tempi come veniva recepito in letteratura; dunque il lavoro è stato piuttosto arduo per chi, come me, è autodidatta con l'inglese. La mia intenzione era quella di individuare, nel mare magnum poetico di Lovecraft, quelle poesie nelle quali l'autore insisteva sui temi politici, sociali e financo razziali (collegati essenzialmente all'immigrazione) della sua epoca; fatto questo ho tentato di tradurne nel miglior modo possibile alcuni passaggi essenziali; ho infine commentato, inquadrandoli storicamente e culturalmente, i vari componimenti.


L'edizione completa delle poesie di HPL



La pubblicazione di questo mio studio da appassionato è andata avanti per ben due anni (undici puntate, dal maggio 2022 al maggio 2024) sulla rivista online "EreticaMente" (identità, storia, religione, tradizione, politica, etc.) alla quale mi pregio di collaborare - essenzialmente con articoli sul fumetto e sul fantastico, oppure con recensioni librarie. Mentre il lavoro era ancora in corso Pietro Guarriello, uno dei massimi esperti lovecraftiani nel Paese, mi contattò per propormi una pubblicazione cartacea del mio lavoro. Fu per me un immenso onore.





Dopo un lungo lavoro di revisione e alcune vicissitudini editoriali (normalissime per il mondo della stampa amatoriale fin dai tempi e i luoghi di HPL) la prima parte di Una guida alla poesia politica di Lovecraft è apparsa sul n. 22 (dicembre 2024, ma disponibile da gennaio 2025) della prestigiosa rivista "Studi lovecraftiani" curata da Guarriello, nella sua nuova veste per Foschi Editore. Qui di seguito vi propongo uno stralcio della mia introduzione e un'esempio tratto dal gruppo di poesie analizzate su "Studi Lovecraftiani" 22:

La maggior parte delle poesie di HPL paga pegno alla "occasional poetry" (componimenti che storicamente venivano scritti, spesso su commissione, per le grandi occasioni, come le incoronazioni o i matrimoni regali) di Dryden e Pope. Molte poesie si inseriscono nel filone narrativo principale di Lovecraft, quello fantastico-orrorifico; altre sono dedicate agli amici, ai parenti, ai conoscenti; altre ancora sono riflessioni sulla natura e i paesaggi del New England e dell’America; altre sono infine satire e riflessioni politico-sociali sui primi anni del ‘900. Non siamo quasi mai di fronte a capolavori, inutile negarlo. HPL era uno scrittore di narrativa, un pensatore, un inguaribile grafomane, che non mancò mai di esercitarsi - da appassionato e senza sosta - con rime e versi, ottenendo però risultati alterni. Thomas Ollive Mabbott, un professore universitario di lettere originario di New York, fu uno dei primi studiosi di “alta caratura” a interessarsi all’opera letteraria di Lovecraft; in un saggio del 1944 dichiarò che HPL sembrava aver scritto le sue poesie “con la mano sinistra”. Il poeta e giornalista Winfield Townley Scott, in una congettura sul corpus poetico di HPL scritta nel 1945 addirittura bollò quei componimenti come “spazzatura del diciottesimo secolo”. Del resto era Lovecraft stesso a non avere una grande considerazione delle sue poesie. Nel 1914, scrivendo all’amico Maurice Moe (1882 - 1940), affermò: "Togli la forma e niente rimane. Non posseggo una reale vena poetica, e l’unica cosa che salva i miei versi dalla totale inutilità è la cura che infondo nella loro costruzione metrica." Ma non è tanto la qualità artistica del Lovecraft poeta che qui ci interessa. In questo nostro viaggio, in questa nostra “guida tascabile”, ci muoveremo nel labirinto delle oltre 500 poesie di Lovecraft, facendo emergere per commentarle solo quelle (una settantina) dove più è evidente, nei contenuti, la sensibilità “politica” dell’autore, spesso espressa (soprattutto negli ultimi anni, quando la vena poetica si inaridì per lasciar posto alla vocazione di narratore in prosa) con i metri di una pungente satira indirizzata verso governanti, amministratori pubblici e artisti delle correnti più in vista e alla moda: vanto per le origini culturali (classiche o moderne) europee, neopaganesimo, critica al sistema sociale americano del XX secolo, razzialismo identitario, conservatorismo rivoluzionario, socialismo nazionale, etc.

 

C.S.A.: 1861-1865 (S.C.A.: 1861-1865), 1902

 

Poesia dedicata alla “Croce Stellata del Sud”, che non è tanto la costellazione che guida i marinai di notte nell’emisfero australe, quanto la battle flag degli Stati Confederati d’America, quella con le barre stellate incrociate, oggi molto nota anche a livello popolare (l’acronimo del titolo significa Confederate States of America, la coalizione di stati che si coalizzò contro il Nord di Lincoln). Lovecraft fu infatti per tutta la vita un sostenitore della causa confederata, nonostante fosse un “settentrionale”; lo scrittore si sentiva un “gentiluomo” europeo del XVIII secolo e vedeva nella bandiera degli stati “ribelli” del Sud un vessillo che, con il suo orgoglioso garrire al vento, “proclamava solennemente i diritti della specie umana” (riferendosi alla discendenza bianca europea). Secondo il dodicenne HPL i “crudeli Yankee”, terrorizzati dagli ideali trasmessi da questo stendardo testimone di una “nobile causa venuta al Mondo”, rovesciarono il Sud con il tradimento, ma quei ricordi non sono morti e ogni “vero sudista” sogna ancora il suo vessillo nazionale, la Starry Cross of the South. Non a caso in alcune delle bandiere degli stati che facevano parte della disciolta CSA ancora oggi è inserito il vecchio drappo sudista – quello che nel XXI secolo i profeti della cancel culture e del politicamente corretto vorrebbero rimuovere definitivamente.




Il n. 22 di "Studi Lovecraftiani" è ricchissimo. Nel settore "Studi", oltre al mio lavoro sulla "poesia politica", troviamo un analisi di Nicolò Maggio su Lovecraft "creatore di miti nel secolo dell'irrazionalismo" e un saggio sull'arte di scrivere in inglese di HPL a cura di Adriano Monti Buzzetti Colella; Guarriello cura la sezione "Epistolario" con otto lettere a Fritz Leiber; si occupano del "Cinema" ispirato a HPL Davide Rossato, Jari Padoan e Niccolò E. Maddalon; nei "Documenti" scopriamo cosa successe Il giorno in cui la casa di Lovecraft venne spostata con Dorothy C. Walter; ci sono poi due "Racconti" di ambientazione lovecraftiana, di Andrea Beatrice e Roberta Galluzzo; e infine due "Recensioni" di Emilio Patavini.

La rivista può essere acquistata su Amazon, su altre piattaforme librarie online o direttamente in libreria.


















AA. VV.
STUDI LOVECRAFTIANI 22
a cura di Pietro Guarriello
pagg. 210 - € 15,90
Foschi Editore - dicembre 2024


Francesco Manetti

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