giovedì 6 febbraio 2025

BONELLI IN DIGITALE - PUNTATA # 6

di Giampiero Belardinelli




Introduzione

Iniziamo il 2025 di Bonelli in digitale con un racconto inconsueto di Julia, la criminologa creata da Giancarlo Berardi nel 1998. Questo volume cinquantatré, pubblicato a febbraio 2003, si apre con una copertina claustrofobica di Marco Soldi. Com’è noto, Berardi ha chiesto ai disegnatori di dare a Julia il volto di Audrey Hepburn, nota per eleganza e umanità. Julia riflette queste qualità, sovrapponendosi talvolta al personaggio reale.

Dopo questo cappello introduttivo, siete pronti per scoprire questo racconto? Coraggio, saliamo in ascensore!





Un’ambientazione insolita

Sono diversi i luoghi prediletti dagli autori di storie d'investigazione: i meandri più nascosti di una metropoli; una piccola e contraddittoria città di provincia; l'interno di un'abitazione dall'aspetto minaccioso… Più difficile per un autore immaginare un racconto ambientato in gran parte in un ascensore. Ma quando l'autore si chiama Giancarlo Berardi, abituato a ben più ardue sfide sulle pagine di Ken Parker, il difficile può trasformarsi in un gioiellino narrativo, come questo cinquantatreesimo albo di Julia. Sono veramente pochi gli autori di thriller capaci di realizzare dei racconti ambientati in un solo angusto locale. E tra quei pochi non si può non citare il maestro Alfred Hitchcock, regista, tra gli altri, del capolavoro Una finestra sul cortile (USA 1954), che, come scrisse François Truffaut,

è un film dell'indiscrezione, dell'intimità violata e sorpresa nel suo carattere più ignobile, della felicità impossibile, della biancheria sporca che si lava in cortile, della solitudine morale: una straordinaria sinfonia della vita quotidiana e dei sogni distrutti.

Un po' come accade in questo racconto ideato da Berardi.





La trama: Julia intrappolata

La criminologa arriva all'ufficio delle tasse prima delle ferie. Dopo diversi contrattempi, Julia e uno sconosciuto rimangono bloccati in ascensore poiché la sicurezza spegne allarmi ed ascensori, credendo che l'edificio sia vuoto.





Ansia claustrofobica e verità nascoste

Un'idea apparentemente semplice che, dopo poche sequenze, comunica una terribile ansia claustrofobica: a Julia e al suo sventurato compagno si prospettano quindici giorni di lenta agonia. Mentre tutti si prodigano nel cercare Julia, nell'ascensore le autenticità umane dei due sfortunati protagonisti vengono fuori senza filtri di sorta. Se nella vita relazionale, soprattutto in quella pubblica, si tende a mostrare un solo aspetto della propria personalità, in una situazione come quelle narrata da Berardi le persone invece scoprono tratti caratteriali sconosciuti perfino a sé stessi. I due protagonisti perdono ogni remora e la stessa Julia si scopre meno fragile e legata a quella consuetudine di buona educazione che mostra nella sua vita quotidiana. La lunga sequenza nell'ascensore, tra l'altro, permette a Berardi di raccontare di come i due protagonisti intendano i rapporti sentimentali tra uomini e donne. Entrambi hanno la loro verità, ma infine comprendono che in amore non c'è nessuna verità, ma soltanto le pulsioni di chi, pur tra mille difficoltà, cerca di trovare la propria via affettiva.





Il vero e il falso

Ma il tema di fondo del racconto è soprattutto quel labile confine tra il vero e il falso: infatti, dinanzi alla prospettiva di non uscire vivo dalla terribile esperienza, Milton Roth non esita a raccontare di aver assassinato la moglie per ereditarne le proprietà. È esemplare il modo in cui Berardi rende credibile il racconto di Milton nella realtà claustrofobica dell'ascensore, per poi renderla quasi irreale e impalpabile all'esterno. Alla fine, quando tutto sembra perduto, il tenente Alan Webb intuisce qualcosa e, insieme a Leo Baxter e Big Ben Irving, libera Julia e Milton. Quest’ultimo – che nel frattempo ha intrapreso una brillante carriera di romanziere – fa perdere le sue tracce e, come un personaggio di un ancestrale passato, lascia la nostra Julia con l'interrogativo se quanto ascoltato nell'ascensore sia realtà o invece leggenda. È una situazione che, sotto certi aspetti, ricorda i reality show della televisione, dove ogni racconto abilmente costruito a tavolino appare più reale di quello che magari assistiamo nella nostra vita quotidiana o vediamo nelle cronache dei telegiornali.





La maestria di Berardi

Berardi, in definitiva, si dimostra ancora una volta uno scrittore di prim'ordine, riuscendo ad intrecciare un racconto tesissimo pur senza far ricorso alla violenza e alla spettacolarizzazione della stessa. Senza dimenticare la delicatezza con cui lo sceneggiatore si sofferma nel tratteggiare le necessità più intime di Julia, come i suoi bisogni fisiologici. Questo approccio, più psicologico che fisico, permette al lettore di entrare profondamente in empatia con i personaggi, vivendo quasi in prima persona le loro angosce e speranze. Berardi riesce a creare un’atmosfera opprimente e al tempo stesso affascinante, dove ogni parola e ogni gesto dei protagonisti assumono un significato profondo e rivelatore. Inoltre, l'abilità dell'autore nel mantenere alta la tensione per tutta la durata del racconto è davvero notevole, riuscendo a tenere il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina. La sua capacità di esplorare tematiche complesse attraverso situazioni apparentemente semplici è una delle caratteristiche che rendono Berardi un maestro del genere.





Zaghi in digitale

La collaborazione tra Berardi e Zaghi è ancora una volta un'opera armoniosa, dove testo e disegno si completano a vicenda, creando un'esperienza di lettura immersiva e coinvolgente. I disegni di Roberto Zaghi non solo catturano l'essenza dei personaggi, ma arricchiscono anche la narrazione con dettagli visivi che amplificano l'atmosfera complessiva. I tratti delicati e precisi di Zaghi conferiscono una profondità emotiva ai volti dei personaggi, rendendo visibili le sfumature delle loro emozioni e dei loro tormenti interiori.

La pubblicazione in digitale di questa storia permette inoltre di apprezzare ogni dettaglio delle illustrazioni di Zaghi, grazie alla qualità delle immagini ad alta risoluzione. I lettori possono così ammirare la finezza delle linee e la ricchezza delle espressioni, che contribuiscono a rendere ancora più vivida la drammaticità della situazione vissuta da Julia e Milton. La scelta del digitale, infine, rende l'opera accessibile a un pubblico più ampio, permettendo a nuovi lettori di scoprire il talento di Berardi, e dei vari collaboratori della testata, a chi non ha mai letto o collezionato la serie Julia.





Giampiero Belardinelli


N.B. Trovate i link alle altre puntate di Bonelli in digitale su Cronologie & Index!

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