a cura di Elio Marracci
Andrea Castellan, in arte Casty, è un fumettista nato a Gorizia nel 1967. Comincia a scrivere e disegnare avventure di Topi & Paperi all'età di dieci anni, arricchendole di splendide copertine realizzate con la sua variopinta collezione di pastelli. Una volta pronte, le storie venivano “affittate” agli amici, ma solo per pochissimo tempo e dietro congruo compenso, il che gli fa nascere l'idea che forse il fumetto avrebbe potuto diventare un mestiere per il suo futuro. Così, preso il diploma di Maestro d'Arte, manda i suoi lavori a una lunga lista di editori e di lì a poco comincia a collaborare stabilmente con la Acme di Silver, dando vita a una lunga serie di strisce di Cattivik e Lupo Alberto. Nel frattempo però, non ha abbandonato il vecchio sogno di lavorare per "Topolino". Così dal 2002 comincia a collaborare con la redazione del noto periodico scrivendo e disegnando storie dalle trame avvincenti e dallo stile inconfondibile. Tra i numerosi personaggi da lui creati per il mondo Disney figurano: Estrella Marina, Vito Doppioscherzo, Eurasia Tost, Uma, gli Iperborei, Aljoska, Tabìa Anirudda, Pippo Gian Frusaglia e Anton Rebeliot. Il suo Topolino, un po' timido e indifeso, ma generoso e determinato nell'aiutare chi subisce soprusi, ricorda quello di Romano Scarpa, a cui liberamente si ispira. L'artista ha voluto rispondere ad alcune domande che gli ho posto. Quindi senza indugiare oltre lascio a lui la parola! (e.m.)
DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono potresti presentarti in due parole?
Casty nel 2016 |
Andrea Castellan, in arte Casty, è un fumettista nato a Gorizia nel 1967. Comincia a scrivere e disegnare avventure di Topi & Paperi all'età di dieci anni, arricchendole di splendide copertine realizzate con la sua variopinta collezione di pastelli. Una volta pronte, le storie venivano “affittate” agli amici, ma solo per pochissimo tempo e dietro congruo compenso, il che gli fa nascere l'idea che forse il fumetto avrebbe potuto diventare un mestiere per il suo futuro. Così, preso il diploma di Maestro d'Arte, manda i suoi lavori a una lunga lista di editori e di lì a poco comincia a collaborare stabilmente con la Acme di Silver, dando vita a una lunga serie di strisce di Cattivik e Lupo Alberto. Nel frattempo però, non ha abbandonato il vecchio sogno di lavorare per "Topolino". Così dal 2002 comincia a collaborare con la redazione del noto periodico scrivendo e disegnando storie dalle trame avvincenti e dallo stile inconfondibile. Tra i numerosi personaggi da lui creati per il mondo Disney figurano: Estrella Marina, Vito Doppioscherzo, Eurasia Tost, Uma, gli Iperborei, Aljoska, Tabìa Anirudda, Pippo Gian Frusaglia e Anton Rebeliot. Il suo Topolino, un po' timido e indifeso, ma generoso e determinato nell'aiutare chi subisce soprusi, ricorda quello di Romano Scarpa, a cui liberamente si ispira. L'artista ha voluto rispondere ad alcune domande che gli ho posto. Quindi senza indugiare oltre lascio a lui la parola! (e.m.)
DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono potresti presentarti in due parole?
CASTY - Ciao a tutti, sono Casty, ho 52 anni e scrivo e disegno avventure per "Topolino" dal 2002.
DW - Come è nata in te la passione per il fumetto e l'illustrazione?
CY - Amavo scrivere e disegnare fin da piccolo: disegnavo ovunque c'era uno spazio, ma soprattutto mi piaceva inventare e creare storie. Le mie primissime avventure risalgono addirittura al periodo delle elementari, e facevo un po' di tutto: storie con personaggi Disney, western e cose di robottoni giapponesi.
DW - Quali studi hai fatto?
CY - Ho il diploma di Maestro d'Arte.
DW - Da dove prendi spunto per le tue storie?
CY - Dovunque capiti. Da libri letti, film, altri fumetti, articoli di giornale. Soprattutto Internet è una fonte inesauribile di ispirazione. Sono sempre alla ricerca di notizie “misteriose” che possano ispirare una qualche trama thriller o di fantascienza.
DW - C'è un motivo particolare per cui firmi i tuoi lavori con uno pseudonimo?
CY - “Casty” era il soprannome con cui mi chiamavano da piccolo i compagni di scuola, e questo è proseguito poi alle Medie, alle Superiori e anche nei posti in cui lavoravo... Mi piace, e lo usavo come pseudonimo anche nei primissimi fumetti di cui parlavo prima.
DW - Sei sia sceneggiatore, sia disegnatore di storie a fumetti. Quale delle due attività è più nelle tue corde?
CY - Amo entrambe, anche se sicuramente sono meglio come scrittore che come disegnatore. Ho sempre rimpianto di non aver avuto un maestro, a fianco, che mi insegnasse il mestiere.
DW - Sei autore esclusivamente di fumetto comico. Non hai mai pensato di rivolgere la tua arte a storie realistiche o addirittura alla narrativa tout court?
CY - Si, anzi in realtà la mia ambizione agli inizi era diventare proprio un autore di fumetti realistici. Fu quasi per caso che mi ritrovai a fare del fumetto comico, quando iniziai la mia carriera su "Cattivik" e poi "Lupo Alberto". Scoprii però che mi piaceva un sacco, e che mi veniva anche abbastanza bene. Per cui poi non ho mai più provato a cimentarmi col realistico.
DW - Dopo gli esordi su "Lupo Alberto" e "Cattivik", agli inizi degli anni 2000 arrivi alla Disney. Puoi raccontare ai lettori le tappe che ti hanno portato ad approdare alla casa di Topolino?
Casty e Bonfatti, dalla ACME alla Disney |
DW - Come è nata in te la passione per il fumetto e l'illustrazione?
CY - Amavo scrivere e disegnare fin da piccolo: disegnavo ovunque c'era uno spazio, ma soprattutto mi piaceva inventare e creare storie. Le mie primissime avventure risalgono addirittura al periodo delle elementari, e facevo un po' di tutto: storie con personaggi Disney, western e cose di robottoni giapponesi.
DW - Quali studi hai fatto?
CY - Ho il diploma di Maestro d'Arte.
DW - Da dove prendi spunto per le tue storie?
CY - Dovunque capiti. Da libri letti, film, altri fumetti, articoli di giornale. Soprattutto Internet è una fonte inesauribile di ispirazione. Sono sempre alla ricerca di notizie “misteriose” che possano ispirare una qualche trama thriller o di fantascienza.
DW - C'è un motivo particolare per cui firmi i tuoi lavori con uno pseudonimo?
CY - “Casty” era il soprannome con cui mi chiamavano da piccolo i compagni di scuola, e questo è proseguito poi alle Medie, alle Superiori e anche nei posti in cui lavoravo... Mi piace, e lo usavo come pseudonimo anche nei primissimi fumetti di cui parlavo prima.
Casty vince il Premio Bottaro nel 2011 |
DW - Sei sia sceneggiatore, sia disegnatore di storie a fumetti. Quale delle due attività è più nelle tue corde?
CY - Amo entrambe, anche se sicuramente sono meglio come scrittore che come disegnatore. Ho sempre rimpianto di non aver avuto un maestro, a fianco, che mi insegnasse il mestiere.
DW - Sei autore esclusivamente di fumetto comico. Non hai mai pensato di rivolgere la tua arte a storie realistiche o addirittura alla narrativa tout court?
CY - Si, anzi in realtà la mia ambizione agli inizi era diventare proprio un autore di fumetti realistici. Fu quasi per caso che mi ritrovai a fare del fumetto comico, quando iniziai la mia carriera su "Cattivik" e poi "Lupo Alberto". Scoprii però che mi piaceva un sacco, e che mi veniva anche abbastanza bene. Per cui poi non ho mai più provato a cimentarmi col realistico.
DW - Dopo gli esordi su "Lupo Alberto" e "Cattivik", agli inizi degli anni 2000 arrivi alla Disney. Puoi raccontare ai lettori le tappe che ti hanno portato ad approdare alla casa di Topolino?
CY - Verso l'inizio degli anni 2000 lavoravo con costanza sia su "Cattivik" sia su "Lupo Alberto": avevo anche iniziato a disegnare le mie prime storie per il Genio del Male, ma... sentivo che mi mancava qualcosa. Continuavano a restarmi nel cassetto tutte quelle idee per avventure gialle, thriller e di fantascienza che amavo tanto scrivere. Così pensai di adattarne alcune proprio per Topolino: preparai i soggetti e li spedii alla redazione. Dopo un paio di settimane mi risposero, approvandomi uno dei soggetti, e lì iniziò la mia avventura in Disney. Quello fu un periodo molto intenso, perché mi ritrovavo a lavorare per tre testate contemporaneamente. Tuttavia, gradualmente, abbandonai abbastanza a malincuore il Lupo e Cattivik per potermi dedicare esclusivamente a Topolino.
DW - Nell'ultimo periodo di attività hai legato il tuo nome al disegnatore Massimo Bonfatti. Come vi dividete il lavoro che porta ad una storia finita? Vuoi parlarcene?
CY - Con Massimo abbiamo lavorato su decine di storie per Cattivik, da inizio anni '90 fino alla chiusura della testata, nel 2005. Ritrovarci quindi dopo dieci anni, nel 2015, per fare assieme una nuova storia, stavolta con Topolino, è stato come fare una rimpatriata tra vecchi amici. Abbiamo un sistema di lavoro piuttosto complicato, che comprende interventi di uno sulle tavole dell'altro, in continuazione: essendo però che ognuno lavora nel proprio studio, a centinaia di km di distanza, non si può dire che sia la maniera ottimale per lavorare. Diciamo che per il piacere di firmare assieme una storia, una volta ogni tanto, si può anche procedere così.
DW - Esiste una pubblicazione o un personaggio, anche non tuoi, che hai amato sopra ogni altro?
CY - Sicuramente il "Classico Disney" che contiene Topolino e la dimensione Delta, con la prima apparizione di Atomino Bip Bip, uno dei miei personaggi preferiti. Però se devo indicare un altro fumetto fondamentale, scelgo senz'altro Nausicaa di Myazaki: una folgorazione, per me.
DW - Anche se so che tutti i figli "so' pezz'e core", vorrei che tra i numerosi personaggi che hai creato per le storie Disney menzionassi i tre che preferisci.
Un immortale classico di Scarpa nel DNA di Casty |
DW - Nell'ultimo periodo di attività hai legato il tuo nome al disegnatore Massimo Bonfatti. Come vi dividete il lavoro che porta ad una storia finita? Vuoi parlarcene?
CY - Con Massimo abbiamo lavorato su decine di storie per Cattivik, da inizio anni '90 fino alla chiusura della testata, nel 2005. Ritrovarci quindi dopo dieci anni, nel 2015, per fare assieme una nuova storia, stavolta con Topolino, è stato come fare una rimpatriata tra vecchi amici. Abbiamo un sistema di lavoro piuttosto complicato, che comprende interventi di uno sulle tavole dell'altro, in continuazione: essendo però che ognuno lavora nel proprio studio, a centinaia di km di distanza, non si può dire che sia la maniera ottimale per lavorare. Diciamo che per il piacere di firmare assieme una storia, una volta ogni tanto, si può anche procedere così.
DW - Esiste una pubblicazione o un personaggio, anche non tuoi, che hai amato sopra ogni altro?
CY - Sicuramente il "Classico Disney" che contiene Topolino e la dimensione Delta, con la prima apparizione di Atomino Bip Bip, uno dei miei personaggi preferiti. Però se devo indicare un altro fumetto fondamentale, scelgo senz'altro Nausicaa di Myazaki: una folgorazione, per me.
DW - Anche se so che tutti i figli "so' pezz'e core", vorrei che tra i numerosi personaggi che hai creato per le storie Disney menzionassi i tre che preferisci.
CY - Be', direi il trio Eurasia Tost, Estrella Marina e Uma, l'agente del futuro. Sono tre personaggi che hanno significato molto per me e, mi accorgo, anche per molti lettori.
Eurasia Tost, creatura di Castt, cover girl su "Topolino" |
DW - Solo due avventure delle molte che hai scritto e disegnato per Topolino sono ambientate nell'universo di Paperopoli. Perché?
CY - Ed entrambe sono state fatte su richiesta specifica della redazione. Ebbene si, preferisco scrivere avventure con Topolino: da piccolo non era così, anzi le mie primissime storie erano tutte con protagonisti i Paperi. Però oggi mi sento molto più attratto dal personaggio di Topolino, dalle dinamiche che ha con i suoi amici e pure con i suoi nemici.
DW - Sei autore di Topin Mystère, la storia in cui avviene la "disneyzazzione" del bonelliano Martin Mystère. Puoi raccontare la genesi di questa avventura? Che indicazioni hai avuto dal creatore del personaggio originale, Alfredo Castelli?
DW - Sei autore di Topin Mystère, la storia in cui avviene la "disneyzazzione" del bonelliano Martin Mystère. Puoi raccontare la genesi di questa avventura? Che indicazioni hai avuto dal creatore del personaggio originale, Alfredo Castelli?
CY - L'idea della "disneyzzazione" è nata da Alfredo Castelli, durante un pranzo in cui ci siamo casualmente incontrati. Da lì, ho iniziato a rimuginare su cosa sarebbe potuto succedere in questa ipotetica avventura e, nel giro di poche ore, il progetto era quasi pronto. Poi ovviamente c'è stato il lavoro di scrittura e sceneggiatura vero e proprio, però le basi della storia sono nate in un pomeriggio. A Castelli è piaciuto tutto subito, tant'è che alla fine era felicissimo di non aver dovuto fare praticamente nulla!
DW - Oltre a Romano Scarpa, di cui sei considerato l'erede, quali sono gli artisti che ti ispirano?
Topin Mystère, da Castelli a Casty! |
DW - Oltre a Romano Scarpa, di cui sei considerato l'erede, quali sono gli artisti che ti ispirano?
CY - Gottfredson e compari, e poi Barks, Pezzin, Cimino, Cavazzano... da ognuno dei grandi maestri Disney cerco di prendere qualcosa, talvolta riuscendoci e a volte no. In generale comunque mi sento ispirato da tutto ciò di interessante che vedo o leggo, per cui alle volte mi ritrovo “ispirato” da cose di cui nemmeno conosco l'autore.
DW - Quanto di te è presente nel tuo lavoro?
CY - Nel bene e pure nel male, direi che c'è molto di me.
DW - Quanto di quello che ti circonda?
CY - Idem. Ci sono un sacco di cose che poi anche succedono nella realtà, ovviamente adattate per il mondo Disney.
DW - E quanto c'è di inventato?
CY - Anche qui, ci sono un sacco di cose inventate, perché la fantasia è fondamentale per raccontare storie sempre interessanti e diverse. Cerco sempre tuttavia di dare al tutto una spiegazione razionale: non amo molto le soluzioni “magiche”.
DW - Sei un autore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure sei uno di quelli che si alza di notte perché gli è venuta l’ispirazione?
CY - Diciamo che sarei piuttosto metodico: sveglia tardi e a letto tardi, anche perché mi piace molto lavorare dopo cena, quando i telefoni smettono di squillare e si può scrivere con più tranquillità.
DW - Come si svolge la tua giornata tipo?
CY - Dipende molto dai periodi. Mi piace concentrare il grosso del lavoro nei mesi freddi, per poter poi godermi a pieno l'estate. Ci sono delle settimane, in inverno, in cui vivo quasi in isolamento, scrivendo e disegnando. D'estate invece lavoro molto più in relax e uso quel periodo anche per cercare nuove idee e ispirazioni.
DW - Quali fonti usi per documentarti?
CY - Oggigiorno Internet, soprattutto. Un tempo c'era la biblioteca, ed ero anche abbonato al mensile "Focus", che era una bella risorsa per chi ama scrivere storie che hanno a che fare coi misteri del pianeta.
DW - Oltre ai libri e ai fumetti che sicuramente userai per documentarti, quali altre letture fai?
CY - Ultimamente, ahimé, leggo pochissimo: la vista purtroppo non è più quella di un tempo, e inoltre faccio davvero fatica a ritagliarmi uno spazio per la lettura continuativa, fumetti compresi. Cerco comunque di tenermi sempre aggiornato su cosa va e cosa non va, su chi scrive cosa, ecc.
DW - Visto che oggi l'utilizzo di questo macchinario è imprescindibile per qualsiasi lavoro, vorrei sapere: come ti poni nei confronti del computer?
CY - Hai ragione, ormai è indispensabile. In quanto amante della tecnologia, ho iniziato a usare il computer fin da giovane, perché lo vedevo come un mezzo fondamentale per aiutare e liberare la creatività. Credo di aver maneggiato il primo Mac nell'86, quando ancora andavo a scuola. Negli anni poi mi è servito per scrivere, ricercare e archiviare materiale, per migliorare il mio modo di disegnare e colorare. Ho fatto inoltre per parecchi anni il grafico pubblicitario. Amo i computer, quindi. Amo un po' meno l'uso a volte scriteriato che si fa degli smartphone.
DW - È innegabile il grande successo di autori come Sio e Zerocalcare, che hanno cominciato a farsi conoscere diffondendo i propri lavori su Internet. Alla luce di questa considerazione, ti chiedo: cosa ne pensi e come vedi l’utilizzo della Rete nel campo dei fumetti?
CY - Credo che se io iniziassi oggi, probabilmente la Rete sarebbe il primo posto in cui proverei a pubblicare i miei lavori, per farmi conoscere e sentire che ne pensa la gente. E credo che in futuro possa diventare un modo di fruire dei fumetti in maniera diversa da come facciamo oggi. Ci sarà una rivoluzione in questo senso, un po' come è accaduto con iTunes per la musica e con lo streaming per il cinema.
DW - Da professionista ormai affermato che consigli daresti a chi si volesse affacciare al mondo del fumetto?
CY - Di non scoraggiarsi e non demordere di fronte alle inevitabili delusioni che questo mestiere spesso comporta. Fare fumetti sembra facile e divertente... e in fondo lo è. Ma è tutto ciò che ruota intorno a questo che è complicato da gestire, o meglio è complicato proprio quanto un qualsiasi normale lavoro.
DW - A cosa stai lavorando attualmente?
CY - Ora come ora sono in una fase in cui butto giù idee e soggetti... nulla di definito, comunque. È quella fase del lavoro che sempre un po' spaventa, perché si ha sempre il terrore che le idee non arrivino!
DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti rispondere?
CY - Uhm... no. Mi pare che oramai sapete proprio tutto di me: grazie per le interessanti domande, ciao a tutti!
a cura di Elio Marracci
N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!
DW - Quanto di te è presente nel tuo lavoro?
CY - Nel bene e pure nel male, direi che c'è molto di me.
DW - Quanto di quello che ti circonda?
CY - Idem. Ci sono un sacco di cose che poi anche succedono nella realtà, ovviamente adattate per il mondo Disney.
DW - E quanto c'è di inventato?
CY - Anche qui, ci sono un sacco di cose inventate, perché la fantasia è fondamentale per raccontare storie sempre interessanti e diverse. Cerco sempre tuttavia di dare al tutto una spiegazione razionale: non amo molto le soluzioni “magiche”.
In Rete uno straordinario Omaggio a Casty da Joe7! |
DW - Sei un autore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure sei uno di quelli che si alza di notte perché gli è venuta l’ispirazione?
CY - Diciamo che sarei piuttosto metodico: sveglia tardi e a letto tardi, anche perché mi piace molto lavorare dopo cena, quando i telefoni smettono di squillare e si può scrivere con più tranquillità.
DW - Come si svolge la tua giornata tipo?
CY - Dipende molto dai periodi. Mi piace concentrare il grosso del lavoro nei mesi freddi, per poter poi godermi a pieno l'estate. Ci sono delle settimane, in inverno, in cui vivo quasi in isolamento, scrivendo e disegnando. D'estate invece lavoro molto più in relax e uso quel periodo anche per cercare nuove idee e ispirazioni.
DW - Quali fonti usi per documentarti?
CY - Oggigiorno Internet, soprattutto. Un tempo c'era la biblioteca, ed ero anche abbonato al mensile "Focus", che era una bella risorsa per chi ama scrivere storie che hanno a che fare coi misteri del pianeta.
Estrella Marina |
DW - Oltre ai libri e ai fumetti che sicuramente userai per documentarti, quali altre letture fai?
CY - Ultimamente, ahimé, leggo pochissimo: la vista purtroppo non è più quella di un tempo, e inoltre faccio davvero fatica a ritagliarmi uno spazio per la lettura continuativa, fumetti compresi. Cerco comunque di tenermi sempre aggiornato su cosa va e cosa non va, su chi scrive cosa, ecc.
DW - Visto che oggi l'utilizzo di questo macchinario è imprescindibile per qualsiasi lavoro, vorrei sapere: come ti poni nei confronti del computer?
CY - Hai ragione, ormai è indispensabile. In quanto amante della tecnologia, ho iniziato a usare il computer fin da giovane, perché lo vedevo come un mezzo fondamentale per aiutare e liberare la creatività. Credo di aver maneggiato il primo Mac nell'86, quando ancora andavo a scuola. Negli anni poi mi è servito per scrivere, ricercare e archiviare materiale, per migliorare il mio modo di disegnare e colorare. Ho fatto inoltre per parecchi anni il grafico pubblicitario. Amo i computer, quindi. Amo un po' meno l'uso a volte scriteriato che si fa degli smartphone.
DW - È innegabile il grande successo di autori come Sio e Zerocalcare, che hanno cominciato a farsi conoscere diffondendo i propri lavori su Internet. Alla luce di questa considerazione, ti chiedo: cosa ne pensi e come vedi l’utilizzo della Rete nel campo dei fumetti?
CY - Credo che se io iniziassi oggi, probabilmente la Rete sarebbe il primo posto in cui proverei a pubblicare i miei lavori, per farmi conoscere e sentire che ne pensa la gente. E credo che in futuro possa diventare un modo di fruire dei fumetti in maniera diversa da come facciamo oggi. Ci sarà una rivoluzione in questo senso, un po' come è accaduto con iTunes per la musica e con lo streaming per il cinema.
Uma, la "bionda minaccia", dal futuro |
DW - Da professionista ormai affermato che consigli daresti a chi si volesse affacciare al mondo del fumetto?
CY - Di non scoraggiarsi e non demordere di fronte alle inevitabili delusioni che questo mestiere spesso comporta. Fare fumetti sembra facile e divertente... e in fondo lo è. Ma è tutto ciò che ruota intorno a questo che è complicato da gestire, o meglio è complicato proprio quanto un qualsiasi normale lavoro.
DW - A cosa stai lavorando attualmente?
CY - Ora come ora sono in una fase in cui butto giù idee e soggetti... nulla di definito, comunque. È quella fase del lavoro che sempre un po' spaventa, perché si ha sempre il terrore che le idee non arrivino!
DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti rispondere?
CY - Uhm... no. Mi pare che oramai sapete proprio tutto di me: grazie per le interessanti domande, ciao a tutti!
a cura di Elio Marracci
N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!
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