di Massimo Capalbo
In attesa che Moreno Burattini, Mauro Boselli o qualche altro sceneggiatore zagoriano inventi un'orrida creatura il cui nome inizi per "Q", saltiamo una casella e vi presentiamo l'inizio di una lettera nuova di zecca degli Zagor Monsters di Massimo Capalbo - la "R", con i Ragni Giganti di Koontz e con la prima parte di un fondamentale personaggio nolittiano, il vampiro Bela Rakosi! Ribadiamo che le illustrazioni sono tutte farina del sacco dello stesso Max, con l'eccezione delle due immagini introduttive (pescate in Rete dalla redazione: la fonte viene sempre citata, ma i lettori e gli interessati sono pregati di segnalare eventuali errori e/o omissioni). Prima di lasciarvi alla lettura degli ultimi brividi, vi ricordiamo gli altri nostri dizionari bonelliani - ovvero L'Atlante di Mister No e The Dark Side of Tex - le parodie del Titolo Venuto dall'Impossibile e il The Best of Martin Mystère - tutto Made in Maxland! (s.c. & f.m.)
Un evocativo Zagor di Walter Venturi (dal bel blog Nontistavocercando) |
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR e CICO, che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Speciale Zagor; Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
- Gli uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDA; UOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
- Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
- Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).
Sempre riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a quella effettiva (ad esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al secondo numero e così via). Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!
Marco Verni per Rimini Comix 2015 |
R
(parte I)
RAGNI GIGANTI DI KOONTZ
RAKOSI, BELA (parte I)
RAGNI GIGANTI DI KOONTZ
Compaiono ne Il
castello nel cielo
(M. Burattini [sog.&scen.]
– M. Torricelli [dis.], Zagor
Gigante n. 1) e, al pari
degli altri mostri della storia, sono frutto dei poteri magici dello
stregone KOONTZ,
il quale ingigantisce i già grossi ragni che popolano le segrete
della sua fortezza. Questi mastodontici aracnidi sbarrano il passo a
ZAGOR
ed a Wilbur Macken
(che è stato appena liberato dal primo), ma l'eroe, dopo averne
uccisi diversi a colpi di scure, si sbarazza degli altri bruciandoli
vivi con una torcia.
Zagor Albo Gigante n. 1, maggio 2011. Disegno di Ferri |
I
ragni giganti sbarrano il passo a Zagor ed a Wilbur Macken – ZGR
Gigante 1, p. 180
|
Zagor
si fa strada a colpi di scure tra i mostruosi aracnidi – ZGR
Gigante 1, p. 181
|
Sebbene siano graficamente efficaci, i
ragni giganti
sfigurano in confronto agli ORCHI,
alla GELATINA ASSASSINA
e soprattutto alle SCOLOPENDREGIGANTI, in assoluto le
creature più memorabili dell'avventura. A
nostro avviso, anche gli altri ragni colossali comparsi nella saga
zagoriana – quello in cui si trasforma la DONNA RAGNO,
i DIAVOLI NERI
e HITO
- si fanno ricordare di più.
Zagor
tiene a distanza i mostri con una torcia – ZGR Gigante 1, p. 183
|
Zagor
tiene a distanza i mostri con una torcia – ZGR Gigante 1, p. 183
|
I
ragni giganti vengono infine bruciati vivi da Zagor – ZGR Gigante
1, p. 184
|
RAKOSI, BELA (parte I)
Se Hellingen
è il cattivo
numero uno della saga
zagoriana, il vampiro ungherese Bela
Rakosi occupa certamente il
secondo posto. Sono finora quattro le storie in cui questo
riuscitissimo personaggio ha fatto la sua apparizione: Zagor
contro il vampiro
(G. Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 85-87);
Il ritorno del
vampiro (A. Castelli
[sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 186-189); Vampyr
(M. Boselli [sog.&scen.] – R. Della Monica [dis.], nn.
397-399), Vampiri!
(J. Rauch [sog.&scen.] – R. Della Monica [dis.], nn. 616-618).
Nella prima, che inizia a Ocean City
(Maryland) ed è senza dubbio una delle più amate storie zagoriane,
lo Spirito con la Scure
e CICO si
aggregano, sotto falso nome (rispettivamente: Harry
Gordon e Martin
Pereira), a una carovana di
coloni europei guidata dal giovane Albert
Parkman e diretta a
Fairmont.
I Nostri hanno scelto di unirsi al gruppo (comprendente anche tre
zingari ungheresi – Molnar,
Bator
e Toth
- che trasportano sul loro carro una misteriosa cassa) per fare un
favore al loro vecchio amico Buddy
Parkman, il quale teme che
suo figlio Albert
sia ancora inesperto e abbia quindi bisogno di qualcuno che, in
maniera discreta, lo tenga d'occhio.
Zagor n. 85, luglio 1972. Disegno di Ferri |
Zagor
e Cico si uniscono, sotto falso nome, alla carovana di Albert Parkman
– ZGR 85, p. 23
|
La
prima delle inquietanti morti che funestano il viaggio dei coloni –
ZGR 85, p. 33
|
Benché Albert
si riveli invece un ottimo capo carovana, il viaggio è funestato da
una serie di sinistri incidenti: prima, la morte del cane della
famiglia Manning,
che viene ritrovato completamente dissanguato e con due piccoli fori
sulla gola; poi un sanguinoso
attacco a opera degli
indiani Yurok,
i quali vogliono vendicare l'uccisione della giovane squaw Sahena
(Parkman
riuscirà però a dimostrare la sua innocenza e quella degli altri
membri della carovana); infine, la morte di due aiutanti di Albert,
Springer
e Bruce,
che sono scappati con il carro degli zingari, credendolo pieno di
oggetti preziosi. Springer
viene ritrovato già cadavere da Parkman
e ZAGOR,
che nota sul suo collo due segni identici a quelli presenti sulla
gola del cane dei Manning
e sul collo della stessa Sahena;
Bruce,
ormai in preda alla follia, muore invece cadendo da un precipizio,
dopo aver pronunciato parole all'apparenza prive di senso: L'ho
visto… l'ho visto anch'io!
Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!
Ah!... L'ho
visto… l'ho visto… .
Dopo che i due malcapitati vengono
seppelliti, il viaggio della carovana prosegue e, poche ore dopo,
Albert e
compagni giungono a Fairmont. Parkman
inizia pertanto a riscuotere dai coloni la somma che gli è dovuta,
ma quando arriva il turno dei tre ungheresi, costoro lo informano
che, avendo perso la borsa contenente il denaro, sarà il loro
padrone – il barone Bela
Rakosi – a provvedere al
pagamento. Albert,
accompagnato da ZAGOR
e CICO,
raggiunge, assieme agli zingari, la casa di Rakosi,
una chiesa sconsacrata (con tanto di cimitero) che sorge fuori dal
centro abitato.
I
passeggeri più misteriosi della carovana: gli zingari ungheresi
Molnar, Bator e Toth – ZGR 85, p. 39
|
Sul
collo della povera Sahena, Zagor nota due piccoli fori – ZGR 85, p. 52
|
Anche
Springer – terza vittima dell'ignoto assassino - presenta sul collo
i due strani segni – ZGR 85, p. 79
|
Mentre Molnar
e soci scaricano, sotto un violento temporale, il contenuto del loro
carro (facendo imbizzarrire i cavalli di Albert,
comportamento che questi non riesce a spiegarsi), Zoltan,
il lugubre maggiordomo del barone, consegna al capo carovana il suo
compenso. Albert
e i Nostri stanno per andarsene, quando Rakosi
in persona, apparso all'improvviso, invita i tre a passare la notte
da lui. La proposta viene accettata: ZAGOR
e compagni hanno così modo di conversare con il barone, il quale
dice loro di essere uno studioso di botanica e di aver lasciato
l'Ungheria a causa delle complicazioni politiche in cui la sua
famiglia, una delle più facoltose del Paese, era continuamente
coinvolta. Nel volgere di
pochi anni – racconta
Rakosi
ai suoi ospiti - mi sono
visto portar via i territori su cui i miei predecessori avevano
costruito il loro feudo, cosa questa che, detto tra noi, non mi ha
dato gran dolore… …ma quando capii che dopo i pascoli e i
castelli, io stavo per rimetterci anche la pelle, decisi di andarmene
in un posto dove la vita fosse meno pericolosa… …e la mia scelta
si indirizzò su una nazione giovane e abbastanza grande da
permettere a tutti i suoi abitanti di vivere in pace: l'America!
Naturalmente, poiché come tutti i ero abbastanza affezionato alla
mia terra, scelsi una regione che ne riproducesse almeno in parte
l'aspetto naturale. Terminata
la cena, il barone ordina a Zoltan
di accompagnare ZAGOR,
CICO
e Albert nelle
rispettive stanze. La mia
porta è sempre aperta, se vorrete tornare a farmi visita!
– dice il padrone di casa ai tre, dopo averli ringraziati per la
compagnia - Domattina,
quando vi sveglierete, io sarò già in giro per i monti, a
raccogliere muschi e licheni!.
Prima
di precipitare dal dirupo, l'ormai impazzito Bruce pronuncia
un'oscura frase – ZGR 85, p. 80
|
Albert,
Zagor e Cico giungono in vista della tenebrosa dimora del barone Bela
Rakosi – ZGR 85, p. 95
|
Zagor n. 86, agosto 1972. Disegno di Ferri |
Poco più tardi, nella camera che gli
è stata assegnata, CICO
si procura inavvertitamente un taglio sulla guancia destra mentre sta
ritoccandosi i baffetti con le forbici. Uscito dalla stanza per
chiedere a Zoltan
dell'alcol e un cerotto, il pancione s'imbatte in Rakosi,
cui mostra la ferita. Attratto dal sangue di CICO,
il barone fa rientrare il messicano nella sua camera e gli mostra
l'armadietto dei medicinali. Ma
cosa vi prende? – chiede
il Nostro a Rakosi,
che ha sul volto una strana espressione – Perché
mi guardate con quella faccia? Vi sentite forse male? Siete diventato
pallido tutto a un tratto, guardatevi nello specchietto!.
CICO
nota però che lo specchio, stranamente, non riflette l'immagine del
barone, il quale con una manata glielo rompe. Oh…
mi spiace… ve l'ho fatto cadere… sono desolato!,
dice Rakosi al
messicano, che gli risponde: Non
importa… tanto doveva essere difettoso! Non avete visto? Non
rifletteva neppure la vostra immagine!.
Il vampiro dice di non essersene accorto, ma il suo imbarazzo è così
evidente da colpire CICO.
Caramba y carambita!
Balbettate, adesso? Ma voi dovete essere un tipo davvero
impressionabile! Vi ha turbato la vista del mio sangue, non è così?,
domanda il messicano al barone, il quale risponde: Sangue?...
Sì… dev'essere proprio così!.
Il messicano, allora, si gira verso l'armadietto e, salito su uno
sgabello, prende il disinfettante e un cerotto. A questo punto,
Rakosi
cerca di morderlo, ma CICO,
per ben due volte e senza accorgersi di nulla, manda a vuoto gli
assalti del vampiro: prima, piegandosi giusto in tempo perché il
cerotto gli è cascato di mano; poi, cadendo dallo sgabello e
rovesciando l'armadietto con tutto il suo contenuto.
Gli
zingari scaricano la misteriosa cassa dal loro carro, provocando
un'inquietante agitazione nei cavalli di Albert - ZGR 86, p. 6
|
Bela
Rakosi entra in scena - ZGR 86, p. 10
|
Il
barone invita Zagor e compagni a trattenersi nella sua casa per la
notte - ZGR 86, p. 11
|
Il barone tenta
un terzo assalto, approfittando del fatto che CICO
si è piegato a terra per raccogliere i cocci, ma stavolta, a salvare
l'ignaro pancione, è ZAGOR,
il quale, udito il fracasso, entra all'improvviso nella stanza.
Rakosi,
cui l'altrettanto ignaro eroe porge le sue scuse per quello che CICO
ha combinato, è costretto quindi a lasciare la camera a bocca
asciutta. Buonanotte,
barone. E non preoccupatevi: ho messo il cerotto… e non corro più
il rischio di morire dissanguato!,
esclama il messicano, che poi, una volta uscito il vampiro, dice a
ZAGOR:
Che tipi, questi europei…
basta una gocciolina di sangue per sconvolgerli: hai visto come era
smorto e nervoso?. L'eroe,
prima di uscire a sua volta dalla stanza, risponde: Se
è per questo era addirittura livido… livido per la rabbia di aver
ospitato un idiota come te!.
Il mattino seguente, ZAGOR
e CICO
si preparano a lasciare la casa del barone, ma, entrati nella camera
di Albert,
scoprono che questi non si sente affatto bene. Ma
voi… siete pallido come uno straccio!,
dice l'eroe all'amico, che risponde: Non…
non ne dubito Gordon! Poco fa, svegliandomi, mi sono sentito come
svuotato da ogni forza… la testa mi gira… le gambe mi tremano!.
Chissà… potrebbe forse essere colpa del cibo… ho avuto una notte
molto agitata… sconvolta da strani orribili incubi! Ho visto un
pipistrello sbattere contro i vetri di quella finestra, per poi
entrare nella mia camera diventando sempre più grande… …si
avvicinava al mio letto e mi guardava con occhi fosforescenti e
maligni e di scatto mi avvolgeva nelle sue ali nere e io… e io…
…e io non ricordo più… ma sono certo che soltanto verso l'alba
il mio sonno è diventato finalmente tranquillo!.
Mentre
fuori infuria il temporale, Rakosi racconta ai suoi ospiti i motivi
che lo hanno spinto a trasferirsi in America - ZGR 86, p. 15
|
Cico
si accorge che lo specchio non riflette l'immagine del barone, il
quale, per non insospettirlo, glielo fa subito cadere di mano - ZGR
86, p. 21
|
Il
maldestro Cico manda a vuoto il primo tentativo di aggressione del
vampiro - ZGR 86, p. 23
|
Poiché il povero Albert
non se la sente di alzarsi dal letto, ZAGOR,
che attribuisce gli incubi dell'amico – e anche gli incubi che CICO
gli ha detto di aver avuto quella stessa notte – alla strana
atmosfera della casa, pensa di rivolgersi a Rakosi,
il quale, grazie alle sue conoscenze di botanica, potrebbe avere -
secondo l'eroe - qualche rimedio in grado di rimettere in sesto
Albert.
ZAGOR,
come pure CICO,
non immagina nemmeno lontanamente che il responsabile
dell'indebolimento di Parkman
è Rakosi stesso,
il quale ha morso nel sonno il giovane e intende farlo ancora: il suo
scopo, infatti, è vampirizzare il suo ospite. Giunta la sera, Rakosi
rientra dall'abituale escursione nei boschi (in realtà, questa delle
escursioni è una menzogna con cui il vampiro giustifica la sua
assenza durante le ore del giorno), e ZAGOR,
oltre a chiedergli cosa ne pensa dell'inspiegabile debolezza che ha
colpito Albert,
gli domanda se a Fairmont c'è un dottore. Beh…
sì… c'è un tale che dice di esserlo…, -
gli risponde il barone – ma
io non mi fiderei neppure di fargli curare un cavallo! Lasciate
perdere… credete a me: quel vecchio rimbambito rischierebbe di
rovinare la salute del vostro amico!.
Le parole di Rakosi
convincono ZAGOR,
ma il mattino successivo, lui e CICO
ricevono una sgradita sorpresa: Albert
non solo non si è ripreso, ma – come dice egli stesso ai due amici
- si sente più debole e stanco del giorno prima e, inoltre, ha avuto
i medesimi, terribili incubi. ZAGOR,
allora, decide di andare a cercare il medico di Fairmont (Il
barone può dire quello che vuole, -
dice a CICO
- ma il parere di un medico,
anche se scalcinato, è sempre meglio del suo e del nostro!)
e si reca subito in paese, senza accorgersi però di essere spiato da
Molnar e
compagni, cui Rakosi
ha ordinato di tenerlo d'occhio.
Sempre
a causa della sua sbadataggine, il pancione manda a vuoto anche il
secondo tentativo di Rakosi - ZGR 86, p. 24
|
Il
terzo tentativo dell'esasperato barone è vanificato dall'improvviso
arrivo di Zagor - ZGR 86, p. 25
|
Incapace
di alzarsi dal letto, Albert racconta a Zagor ed a Cico il suo strano
incubo - ZGR 86, p. 29
|
Intanto, CICO,
affamato come sempre, va nell'orto abbandonato che si trova nel
grande parco della casa (purtroppo per il messicano, la dispensa è
infatti chiusa a chiave) e raccoglie del rosmarino, dell'aglio e una
carota. Questa gli viene però rubata da un coniglio selvatico, che
scappa subito via, in direzione del cimitero del parco. CICO
insegue il roditore, ma, durante la corsa, precipita nella cripta
sotterranea: proprio in quel momento, il sole tramonta e il vampiro
esce dal suo sarcofago e raggiunge l'esterno. A causa dell'oscurità,
il terrorizzato CICO
non lo riconosce, anzi: si convince di aver avuto allucinazione.
Uscito a sua volta dalla cripta, il pancione rientra nella casa e vi
trova il barone, che, vedendolo agitato, gli chiede se vuole bere un
po' di alcol. No…
- risponde CICO
- preferirei mangiare
qualcosa, invece: io, la sovraeccitazione la curo così! Darò
un'occhiata in cucina, se non vi spiace!.
Intenzionato ancora a mordere il messicano, visto il fallimento
precedente, il vampiro si avvicina minaccioso al suo ospite,
impegnato a prepararsi una frittata. Proprio mentre sta per
azzannarlo, CICO
estrae dalla tasca il ciuffo d'aglio che ha raccolto nell'orto. Spero
che il gusto dell'aglio vi piaccia, barone: io lo adoro!,
dice il pancione a Rakosi,
il quale, dopo aver esclamato: L'aglio…
no… l'aglio no! No… l'aglio no… no…,
fugge via terrorizzato. Ma…
barone, cosa vi prende?,
gli domanda lo sbigottito CICO,
che poi pensa: Caramba y
carambita! Chi ci capisce niente? E' scappato come se avesse visto il
diavolo!. In quello stesso
istante, arrivano ZAGOR
e il medico di Fairmont, il dottor Metrevelic,
che va subito a visitare Albert.
Molnar
e compagni spiano Zagor, diretto a Fairmont - ZGR 86, p. 41
|
Sotto
gli occhi increduli e atterriti di Cico, Rakosi – non riconosciuto
dal messicano – esce dal suo sarcofago - ZGR 86, p. 51
|
L'aglio
dell'ignaro pancione costringe alla fuga il barone -
ZGR 86, p. 56
|
Una mezz'ora dopo, Metrevelic
raggiunge i Nostri, e quando ZAGOR
gli domanda che cos'ha l'amico, chiede al Nostro ed a CICO
di accompagnarlo fino al suo calesse perché preferisce parlargli
fuori dalla casa. Una volta uscito assieme ai due, il dottore dice
loro di aver notato sul corpo di Albert
una cosa che lo ha colpito molto, ossia due piccoli fori sul collo.
Cosa?
Intendete dire due segni appaiati… come… come il morso di un
animale?, gli chiede ZAGOR.
Esattamente: li avevate
notati anche voi, dunque?,
gli domanda a propria volta Metrevelic.
No… non su di lui, per
mille scalpi… li avevo visti su tutti gli altri poveracci che ci
hanno rimesso la pelle durante il viaggio!,
risponde l'eroe, che racconta quindi al sempre più preoccupato
dottore ogni particolare dell'angosciosa traversata che li ha
condotti a Fairmont. Accidenti…
tutto coincide con le mie supposizioni,
- dice Metrevelic
- dunque… voi siete giunti
qui nel pomeriggio dell'altro ieri
[…] e proprio stamattina,
per la prima volta, ho avuto modo di constatare i due misteriosi
segni sul collo della figlia di Tom Pekimah, il mugnaio… …due
vittime in una sola notte… sta facendo sul serio, quel maledetto
vampiro!. La suddetta
parola incuriosisce ZAGOR,
il quale pensa però che il dottore si riferisca ai famigerati
pipistrelli tropicali che si nutrono di sangue.
Il
dottor Metrevelic spiega ai Nostri cosa sono i vampiri o non-morti -
ZGR 86, p. 62
|
Grazie
alle parole di Metrevelic, Cico capisce finalmente che Rakosi è un
vampiro - ZGR 86, p. 64
|
Anche
a Zagor tutto risulta ormai chiaro: è Rakosi il responsabile delle
strane morti avvenute durante il viaggio della carovana - ZGR 86, p.
65
|
No…
non alludevo ai vampiri del mondo animale… -
precisa Metrevelic
- …ma ai vampiri umani: ai non-morti!
In Grecia li chiamano "brucolachi" e in Jugoslavia, la mia
terra d'origine, "vrolok" oppure "vukodlak"! Si
tratta di anime dannate il cui corpo, anche dopo la morte, non riesce
a trovare pace! Durante il giorno devono riposare nella stessa bara
in cui sono stati sepolti la prima volta, ma, dopo il tramonto,
riprendono vita fino all'alba, e, per ottenere il necessario vigore
fisico, succhiano il sangue dalle vene dei malcapitati che si trovano
sulla loro strada! Pare che durante la loro vita notturna, acquistino
una forza muscolare sovrumana, oltre alla facoltà di soggiogare le
loro vittime con una sorta di ipnosi che sprigiona dal loro sguardo!
Dicono anche che possano trasformarsi in pipistrelli, per meglio
insinuarsi nelle stanze della povera gente, ma questa, secondo me, è
soltanto leggenda!. ZAGOR,
che finora non aveva mai sentito parlare di non-morti, chiede al
dottore se esiste qualche modo per individuare questi esseri.
Metrevelic
risponde: E' naturale… per
esempio, gli specchi non riflettono la loro immagine… […]
…inoltre essi hanno una
terribile repulsione per l'aglio!.
Nell'udire queste parole, CICO
– sconvolto - esclama: E'
lui, Zagor… il vampiro è lui… Lui,
il barone… il mio specchietto non rifletteva la sua faccia, per
questo me l'ha mandato in pezzi! E quando… …quando io gli ho
mostrato l'aglio per la frittata, lui è fuggito come se avesse visto
chissà cosa! Questo, inoltre, spiegherebbe anche le sue misteriose
assenze durante le ore del giorno…
. …E spiegherebbe
– interviene allora ZAGOR
– la folle reazione dei
cavalli quando gli ungheresi hanno scaricato la cassa dal carro!
In quella cassa c'era
lui, il barone! […]
Questa è la verità …noi
ci siamo tirati dietro quell'assassino dal primo giorno a Ocean City…
…e lui, durante i bivacchi usciva dalla cassa per colpire le
vittime: prima il cane dei Manning, poi la giovane indiana e quel
folle di Springer che aveva rubato il carro!.
Zagor
snobba le precauzioni anti-vampiro prese da Cico, ma saranno proprio
queste, più tardi, a salvargli la vita - ZGR 86, p. 72
|
Rakosi
si materializza all'improvviso nella camera di Albert - ZGR 86, p. 75
|
Il
barone si accinge a mordere l'inerme Albert, ma Zagor interviene -
ZGR 86, p. 76
|
Dopo aver detto ai Nostri che Albert
rischia di trasformarsi a sua volta in vampiro, Metrevelic
spiega loro che l'unico modo per distruggere un non-morto è
sorprenderlo di giorno nella sua tomba e piantargli nel cuore un
acuminato paletto di legno. Potremo
agire domani stesso… prima però dovremo essere certi che il
vampiro sia proprio lui, il barone... …e questo lo potrete
constatare voi, se questa notte vi nasconderete nella camera del
vostro giovane amico!, dice
inoltre il medico a ZAGOR
e CICO,
ai quali, prima di avviarsi verso Fairmont, consiglia anche di
tenersi a portata di mano una croce: è
una sicura difesa contro i non-morti!.
Giunta la sera, i Nostri, dopo aver cenato con Rakosi,
fingono di andare a letto e, trascorsa un'ora, entrano nella camera
di Albert
e si nascondono. Trascorsi pochi minuti dallo scoccare della
mezzanotte, la finestra della stanza si spalanca all'improvviso e
compare il barone. Sono
tornato, Albert! Tu mi aspettavi, non è vero?
– dice Rakosi
alla sua inerme preda – Questa
è la tua notte, mio giovane amico… la notte in cui tu entrerai a
far parte della eletta schiera dei non-morti… Stai tranquillo…
tutto sarà dolce… e indolore, come le altre volte… come sempre!.
Il vampiro si accinge a mordere Albert,
ma ZAGOR
interviene: No!
Giù le mani da quel
ragazzo, diabolico mostro!.
L'eroe si avventa sul non-morto, che, dopo un attimo di
sbalordimento, stava tentando di scappare dal balcone. Rakosi,
però, reagisce e, afferrato con forza sovrumana il Nostro, lo
scaglia contro il muro, per poi stringergli le mani al collo, con la
precisa intenzione di strangolarlo: Pazzo…
l'aver scoperto il mio segreto non ti porterà fortuna…
- dice l'infuriato vampiro a ZAGOR
– Ah! Ah! Ah! C'è ancora
tanto posto nel vecchio cimitero… posto per te… …e posto per
quel tuo stupido amico, se anch'egli oserà opporsi al mio volere!.
Dotato
di una forza sovrumana, il vampiro scaglia l'eroe contro il muro, per
poi stringergli il collo con le sue dita d'acciaio - ZGR 86, p. 78
|
Cico
salva Zagor, affrontando Rakosi con una delle bizzarre croci che si è
fabbricato - ZGR 86, p. 79
|
Ripresosi
in fretta dalla terribile stretta di Rakosi, lo Spirito con la Scure
insegue il vampiro - ZGR 86, p. 80
|
Proprio in quel momento, CICO
si fa avanti e affronta coraggiosamente il vampiro, impugnando una
delle croci improvvisate che si è fabbricato. No!
No… no… indietro… stammi lontano…,
esclama Rakosi,
il quale, lasciato ZAGOR
e raggiunto il parapetto, si dà alla fuga. Ripresosi dalla terribile
stretta, l'eroe si getta subito all'inseguimento del vampiro, che,
svegliati Molnar
e compagni, ordina loro di uccidere il Nostro. Quest'ultimo,
tuttavia, riesce a sbarazzarsi in fretta dei tre zingari, rimediando
solo una ferita al braccio sinistro. Rakosi,
nel frattempo, è scomparso; pertanto, ZAGOR
- memore delle parole di Metrevelic
- decide di architettare una trappola ai suoi danni, e, procuratosi
una corda, si apposta su un albero che si trova vicino all'ingresso
della cripta. Alcune ore dopo, quando l'alba è ormai imminente, il
barone esce dal bosco e si dirige verso la cappella sotterranea.
ZAGOR,
allora, fa
scattare la trappola: appeso alla corda, egli si lancia contro Rakosi
e gli balza addosso. Ancora una volta, però, il vampiro ribalta la
situazione e stringe con le sue dita d'acciaio il collo dell'eroe.
Per le anime dell'inferno:
il sole!
Sta per sorgere il sole! –
esclama dentro di sé Rakosi,
che è costretto a mollare la presa – Il
sarcofago!... Devo
raggiungere il sarcofago!. Prima
che possa farlo, ZAGOR
gli salta nuovamente addosso, facendolo cadere. Non potendo più
sfuggire alla luce del sole, il vampiro, dopo aver cercato
disperatamente di farsi schermo con le mani, scivola a terra senza
vita e, sotto gli occhi sbalorditi dello Spirito
con la Scure, si riduce in
polvere. In quel preciso istante, arriva – armato di martello e
paletto – Metrevelic,
cui lo sconvolto ZAGOR
mostra il corpo incenerito di Rakosi.
Il
barone ordina ai suoi servi di uccidere Zagor - ZGR 86, p. 82
|
L'eroe
sconfigge i tre zingari - ZGR 86, p. 83
|
Zagor
sorprende Rakosi, impedendogli di entrare nella cripta - ZGR 86, p.
97
|
Il dottore spiega all'eroe, che non riesce ancora a raccapezzarsi di
quanto accaduto, che sono stati appunto i raggi del sole, secondo le
misteriose leggi che regolano la vita dei vampiri, a distruggere il
diabolico barone. Non è ancora finita, però: Zoltan,
deciso a vendicare la morte del suo padrone (gli zingari sono invece
scappati) ed a raggiungerlo nei
lontani paesi da dove non si torna,
dà fuoco alla casa. Per salvare CICO
e Albert,
che sono stati immobilizzati dal perfido maggiordomo, ZAGOR
si arrampica sulle pareti dell'abitazione e raggiunge il balcone
della camera del giovane. Accortosi di ciò, Zoltan
tenta di uccidere il Nostro, ma a morire è invece lui, per mano di
Metrevelic,
che gli spara da sotto. L'eroe riesce quindi a liberare i suoi amici
e ad abbandonare con essi la casa del vampiro, ormai divorata dalle
fiamme. Salutato Metrevelic
e lasciato Albert
alle amorevoli cure della figlia del dottore, la bellissima Aline,
ZAGOR
e CICO
s'incamminano infine sulla via del ritorno.
Quantunque non sia priva di
incongruenze (ad esempio: il fatto che Rakosi,
oltre a cenare come i comuni mortali, non si accorga che nel parco
della sua dimora cresce
addirittura l'aglio; l'assenza di contagio vampirico nel caso di
Sahena
e di Spruce:
essendo stati dissanguati dal barone fino alla morte, i due non
sarebbero dovuti risorgere come vampiri?; l'inspiegabile
comportamento dei tre zingari, i quali, sebbene incaricati di tenere
d'occhio ZAGOR,
lasciano che questi venga informato da Metrevelic),
Zagor contro il vampiro
è senza dubbio uno degli apici della saga,
nonché un mirabile esempio di quella contaminazione dei generi che
caratterizza tutto l'universo zagoriano.
Zagor n. 87, settembre 1972. Disegno di Ferri |
Rakosi
tenta nuovamente di strangolare Zagor, ma il sorgere del sole lo
costringe a mollare la presa - ZGR 87, p. 4
|
Bloccato
a terra dall'eroe, il vampiro viene colpito dai raggi solari - ZGR
87, p. 5
|
Al
termine di una rapida quanto impressionante, il corpo del barone si
riduce in polvere - ZGR 87, p. 7
|
Coadiuvato da un sontuoso
Ferri (i
cui pezzi di bravura si sprecano), Nolitta mescola abilmente John
Ford con Bram Stoker: trasforma, infatti, quella che all'inizio
sembra una classica avventura western (la
carovana dei pionieri è,
come sappiamo, uno dei principali topòi
del genere) in un coinvolgente horror gotico. Tale trasformazione è
resa ancora più efficace dal modo in cui avviene, ossia
gradualmente: l'entrata in scena di Rakosi
(una delle tante sequenze memorabili della storia) è preceduta dalle
misteriose e inquietanti morti che funestano il viaggio dei coloni,
morti che sono opera del vampiro stesso, passeggero ignoto
quanto letale. I due piccoli segni sul collo delle vittime, le
sinistre parole del padre di Sahena
(il terribile volto di
quell'uomo crudele),
l'impazzimento di Bruce
e l'oscura frase da questi pronunciata prima di morire, sono tutti
calibrati elementi con cui lo sceneggiatore riesce a creare, in
maniera appunto graduale, un'atmosfera davvero angosciante (Angoscia!
è infatti l'azzeccato titolo del primo albo dell'avventura, che
vanta una delle più belle e suggestive copertine della
serie), un clima di autentico terrore. D'altra parte, cosa c'è di
più spaventoso di un nemico invisibile, di un avversario che
colpisce nell'ombra, tanto più se costui non è un comune assassino
ma addirittura un non-morto, una creatura delle tenebre?
Assolutamente dominanti nella prima parte della storia, il pathos e
la suspense
non vengono tuttavia meno nella seconda parte, quando Rakosi
fa finalmente la sua apparizione e inizia di nuovo a colpire.
Arrivato
sul posto con martello e paletto, Metrevelic scopre che del vampiro
non sono rimasti che gli abiti e le ceneri - ZGR 87, p. 9
|
Per
vendicare la morte del suo padrone, il malvagio Zoltan dà fuoco alla
casa, non prima, però, di aver immobilizzato Cico e Albert - ZGR 87,
p. 13
|
Zoltan
viene colpito dal proiettile mortale sparatogli da Metrevelic, che in
questo modo salva la vita a Zagor - ZGR 87, p. 15
|
Ciò
soprattutto grazie al tenebroso fascino della chiesa sconsacrata in
cui abita il vampiro (un miscuglio
di sacro e profano, per
citare le esatte parole di ZAGOR),
con il suo grande salone, l'imponente scala, il parco con il cimitero
e la cripta, nella quale ha luogo una fantastica sequenza muta,
quella del risveglio di Rakosi
sotto gli occhi increduli e terrorizzati di CICO.
A proposito del messicano, è interessante notare come lui e l'eroe,
pur avvertendo la strana atmosfera che li circonda (questo vale in
particolare per ZAGOR,
che è dotato, com'è risaputo, di una sorta di sesto senso), vengano
facilmente ingannati dai modi gentili e raffinati del barone, così
in contrasto sia con la rudezza di Zoltan,
sia con la freddezza e le maniere scostanti di Molnar
e compagni. Le deliziose pietanze e il vino pregiato che Rakosi
offre generosamente ai
Nostri, nonché gli interessi scientifici che dice di coltivare,
fanno credere a ZAGOR
e CICO
di trovarsi di fronte a un autentico gentiluomo della vecchia Europa,
un nobile nel vero senso della parola (anche se il messicano, quando
trova la dispensa chiusa a chiave, definisce il padrone di casa un
barone meschino e taccagno).
CICO
arriva persino a pensare che l'ungherese abbia un animo troppo
sensibile, per non dire fragile, visto lo "sconvolgimento"
causatogli dalla vista di poche gocce di sangue. Ci riferiamo, ovviamente, alla prima delle due esilaranti gag in cui il pancione
sfugge agli attacchi del vampiro, gag che - come leggiamo a p. 79
dello Zagor Index
Illustrato 1-100 (Paolo
Ferriani Editore, 2ª edizione, Estate 2005) - hanno avuto un ruolo
fondamentale nell'ideazione stessa del personaggio di Rakosi:
Nolitta ha infatti
dichiarato di aver inventato il vampiro, non tanto per farlo
scontrare con Zagor, quanto pensando a cosa poteva combinare con
Cico.
Trasportando
sulle sue spalle lo svenuto Albert, Zagor abbandona in tempo la casa
del vampiro, ormai in preda alle fiamme - ZGR 87, p. 22
|
La
figlia di Metrevelic, l'avvenente Aline, si prende cura di Albert -
ZGR 87, p. 28
|
Bela
Lugosi – primo attore a impersonare il conte Dracula al cinema –
insidia Helen Chandler (Mina Seward
nel film) sulla
locandina originale di Dracula
(Tod Browning, 1931)
|
Locandina
di Dracula il vampiro
(Terence Fisher, 1958)
|
A ben vedere, il
messicano si rivela per Rakosi
l'avversario più pericoloso, visto che lo costringe alla fuga in ben
due occasioni: la prima volta, involontariamente, con l'aglio; la
seconda, con una croce improvvisata (un cucchiaio legato di traverso
a un pezzo di ferro) ma efficace, grazie alla quale riesce a salvare
la vita a ZAGOR (che,
poco prima, aveva snobbato le croci "fai da te"
dell'amico). Quest'ultima scena ci fornisce peraltro un significativo
saggio dell'abilità di Nolitta
(vedi anche PIANTE CARNIVORE) nel cambiare
registro narrativo, passando - nel giro di poche vignette - dal
drammatico al comico, dall'horror puro (il primo piano di Rakosi
a p. 78 del n. 86 mette veramente i brividi) alla sua parodia, e
viceversa.
Veniamo ora alle fonti d'ispirazione
del terribile barone. Come scrive l'autore stesso sulla posta di
Tutto Zagor
n. 87, Zagor contro il
vampiro è un voluto
omaggio al cinema dei non-morti. Il nome Bela
Rakosi rimanda infatti al
famoso attore ungherese Bela Lugosi, che interpretò Dracula
nell'omonima pellicola di
Tod Browning del 1931; il suo volto, invece, è ispirato a quello del
non meno famoso Christopher Lee, che ha impersonato il conte
transilvano in qualcosa come dieci
film, sette dei quali
prodotti dalla storica casa cinematografica inglese Hammer. Tra
questi, vanno senz'altro citati i primi due: Dracula
il vampiro (1958)
e Dracula,
principe delle
tenebre (1966),
diretti entrambi da Terence Fisher. Alcune sequenze della storia
zagoriana – ad esempio: la prima apparizione di Rakosi
e il suo incenerimento per
effetto della luce solare - richiamano scene analoghe presenti in
Dracula il vampiro.
Christopher
Lee e la sensuale Barbara Shelley in una foto promozionale di
Dracula, principe delle
tenebre (Terence Fisher,
1966)
|
Il
corpo di Lee/Dracula comincia ad incenerirsi nell'emozionante finale
di Dracula il vampiro
|
Peter
Cushing nei panni del professor Van Helsing nel Dracula
del 1958
|
D'altra parte, il dottor
Metrevelic
è la versione nolittiana dell'acerrimo nemico di Dracula,
il professor Abraham Van
Helsing, interpretato nel
film di Browning da Edward Van Sloan e nel film di Fisher del '58
(nonché in altre pellicole vampiresche della Hammer) dal grande
Peter Cushing. Sempre a proposito di ispirazioni, non passa certo
inosservata la similitudine tra la sinistra ombra del barone che
appare sulla copertina del n. 86 e quella del conte Orlok
(Max Schreck) nel memorabile finale di Nosferatu
il vampiro,
il capolavoro espressionista di Friedrich Wilhelm Murnau (1922). Per
quanto riguarda poi le gag tra CICO
e Rakosi,
è molto probabile che
– fatta eccezione per la scena dello specchio, che cita una celebre
sequenza del Dracula
di Browning, quella del primo confronto tra il conte e Van Helsing -
Nolitta abbia preso spunto dal film di Gianni e Pinotto Il
cervello di Frankenstein,
diretto da Charles Barton nel 1948. Sulla già menzionata rubrica
postale di Tutto Zagor
n. 87, lo sceneggiatore afferma, infatti, che i suoi film di vampiri
preferiti sono quelli dove
si rabbrividisce e si ride allo stesso tempo: come i lungometraggi
della coppia Gianni e Pinotto (che incontrano, oltre a Dracula, tutti
i mostri possibili); l'irresistibile Per favore non mordermi sul
collo di Roman Polansky […]
e il simpatico Amore
all'ultimo morso di Stan Dragoty
(altro regista dal nome
vampiresco!).
L'immagine
forse più celebre di Nosferatu
il vampiro (Friedrich
Wilhelm Murnau, 1922): l'ombra del conte Orlok (Max Shreck) si
staglia minacciosa sul muro della casa di Ellen Hutter (Greta Schröder)
|
Dracula
(Bela Lugosi) ipnotizza Pinotto (Lou Costello) ne Il
cervello di Frankenstein
(Charles Barton, 1948)
|
Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre voci e lettere degli Zagor Monsters sulla Mappa!
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