giovedì 19 gennaio 2017

ZAGOR MONSTERS - "P" (III PARTE): DA "PLESIOSAURI DEL DESERTO" A "PUPAZZI ASSASSINI"!

di Massimo Capalbo 

Passate le Feste, digeriti panettoni (cosa poco certa) e discorsi presidenziali (cosa ancor meno certa), eccovi una puntata nuova di zecca degli Zagor Monsters di Massimo Capalbo - la terza parte della lettera "P", con un poker di orride  voci! Ribadiamo che le illustrazioni sono tutte farina del sacco dello stesso Max, con l'eccezione delle due immagini introduttive. Prima di lasciarvi alla lettura degli ultimi brividi, vi ricordiamo gli altri nostri dizionari bonelliani - ovvero L'Atlante di Mister No e The Dark Side of Tex - le parodie del Titolo Venuto dall'Impossibile e il The Best of Martin Mystère - tutto Made in Maxland! (s.c. & f.m.) 


Schizzi preparatori del bravissimo Alex Dante per il concorso Cover Reloaded



LEGENDA

  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR CICO, che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Speciale ZagorSpeciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
  • Gli uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDAUOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
  • Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).
Sempre riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a quella effettiva (ad esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al secondo numero e così via). Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!


Zagor nella pittoresca interpretazione cinematografica turca



P (parte III)
PLESIOSAURI DEL DESERTO
POLICARPO
PULCI GIGANTI
PUPAZZI ASSASSINI


PLESIOSAURI DEL DESERTO
Gli ultimi mostri che compaiono in Terra maledetta (M. Toninelli [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 241-243). Simili per l'appunto ai plesiosauri - i famosi rettili marini dal lungo collo, vissuti centocinquanta milioni di anni fa – queste creature popolano l'ampia zona desertica della Terra-da-cui-non-si-torna e sono i principali predatori degli STRUZZI GIGANTI. Alla ricerca di nuovi pascoli, questi uccelli corridori sono costretti periodicamente a migrare e ad attraversare quindi il deserto, dove - nascosti nelle dune – i plesiosauri li attendono famelici.

Zagor n. 243, ottobre 1985. Disegno di Ferri

Sbucando all'improvviso da una duna, il primo plesiosauro va all'attacco – ZGR 243, p. 41

Con un solo, formidabile morso, la feroce creatura uccide l'inerme struzzo gigante, mentre altri plesiosauri emergono dalla sabbia – ZGR 243, p. 42


Approfittando della suddetta migrazione, ZAGOR e compagni domano alcuni STRUZZI GIGANTI e montano loro in groppa. Una volta raggiunto il deserto, che è pieno di scheletri di struzzi, il branco – compresi gli uccelli cavalcati dai Nostri – aumenta l'andatura e inizia a dare segni di nervosismo. Ehi, che gli prende adesso a questi bipedi dell'accidente?, chiede Staggler a ZAGOR, che risponde: Hanno sentito qualche pericolo… meglio stare all'erta e tenere le armi pronte. All'improvviso, un plesiosauro sbuca dalla sabbia e, con le sue potenti fauci, strappa le zampe a uno struzzo, per poi spezzargli il collo con un morso. Altri plesiosauri emergono dalle dune e attaccano gli uccelli corridori, tra cui quello montato dagli attori girovaghi Lon Darnel e Bush, i quali cadono entrambi a terra. Il mostro tenta di mordere Darnel, ma questi lo uccide con una fucilata, dopodiché ammazza alla stessa maniera un secondo plesiosauro e anche un terzo. Quest'ultimo però, prima di essere ucciso, azzanna alla gola l'inerme Bush, e quando Darnel si avvicina all'amico per soccorrerlo, un quarto plesiosauro va all'attacco. Per fortuna, l'attore viene avvertito in tempo da ZAGOR, che uccide la feroce creatura con un violento colpo di scure. Non c'è invece nulla da fare per lo sfortunato Bush, che muore poco dopo. Alcuni minuti più tardi, ZAGOR e gli altri riprendono il viaggio, prendendo però una precauzione: Ho notato che i mostri attaccano prevalentemente gli animali che marciano sui fianchi… - dice lo Spirito con la Scure ai compagni - …perciò teniamoci quanto più possibile al centro della colonna. Sebbene il branco subisca altri attacchi, i plesiosauri cessano di essere un pericolo per il gruppo guidato da ZAGOR, anzi: a venire ucciso dall'eroe, con un colpo di pistola, è proprio uno dei mostri. Bestiacce infernali!, esclama Staggler, facendo anch'egli fuoco con il suo fucile.

Uno dei mostri attacca Darnel, ma viene ucciso da questi con una fucilata – ZGR 243, p. 43

Darnel non riesce a evitare che il suo giovane amico Bush venga mortalmente azzannato da un plesiosauro – ZGR 243, p. 44

Zagor uccide un altro mostro, salvando Darnel - – ZGR 243, p. 45


Non maleditele troppo! – dice Darnel a Staggler - Anche loro servono a mantenere l'equilibrio della natura. Se non ci fossero quei mostri a ridurne drasticamente il numero a ogni attraversata del deserto, questi simpatici bipedi si moltiplicherebbero all'infinito… …e, in breve tempo, distruggerebbero tutta la vegetazione ai margini del deserto senza lasciarle il tempo di ricrescere… e questo significherebbe la fine per fame anche per loro. Alla corretta ma non proprio necessaria osservazione di Darnel, Staggler risponde così: Okay, cervellone, avete sicuramente ragione… …ma finché quelle bestiacce del demonio continueranno a cercare di azzannare me o la mia cavalcatura, io sparerò… …e continuerò a maledirle con quanta voce ho in gola!. Stavolta l'attore non ha nulla da obiettare (D'accordo! Come non detto!), ma a chiudere la questione definitivamente è ZAGOR, che dice ai due: Non state a farvi il sangue amaro per quei "collo lungo", gente. Penso che non ne vedremo altri, d'ora in avanti. Infatti da qualche minuto non si vedono più scheletri ai bordi della pista… …e i nostri animali hanno rallentato l'andatura e sembrano più tranquilli!. La previsione dell'eroe si rivela esatta e il viaggio prosegue senza incidenti.

Zagor e Staggler danno il loro "ultimo saluto" ai plesiosauri del deserto – ZGR 243, p. 50

Scheletro di Cryptoclidus, un plesiosauro di medie dimensioni (3-4 metri) vissuto circa 160 milioni di anni fa


POLICARPO

L'unico ciclope strabico dell'universo: così MEXON descrive Policarpo, uno dei mostri al suo servizio in Horror Cico (T. Sclavi [sog.&scen.] – F. Gamba [dis.], Speciale Cico n. 6). Gigantesco come tutti i suoi simili, Policarpo – che proviene dal pianeta Cyclops - è armato di una clava (anch'essa enorme) e sa pronunciare una sola parola: Gonga. Nella prima scena in cui compare, egli arresta la fuga di CICO (che sta scappando da MEXON, FRANK 'NSTIN e WOLF), colpendo costui con un tremendo pugno in testa, che lo spedisce subito nel mondo dei sogni. Ripresi i sensi dopo una mezz'ora, CICO – che non ha ancora capito da chi è stato colpito - si ritrova in un'ampia sala del castello, davanti a una tavola piena di ogni ben di Dio. Nonostante sia – come al solito – molto affamato, il messicano rifiuta il cibo, consapevole che MEXON vuole farlo ingozzare per riversare il suo cervello nel motore dell'astronave con cui il succitato alieno intende far ritorno a Babelia. Per convincerlo a mangiare, il babeliano mostra al pancione colui che prima l'ha stordito, il colossale Policarpo appunto, e ordina a quest'ultimo di colpirlo nuovamente, stavolta con la clava. Policarpo però, essendo strabico, colpisce per sbaglio proprio MEXON, "stampandolo" sul muro. Una volta ripresosi, il babeliano rimprovera il ciclope e gli spiega meglio cosa deve fare: …Devi prendere bene la mira e poi colpire dall'altra parte, chiaro? Avanti, riproviamo… . WOLF, che siede a tavola vicino a FRANK'NSTIN, dice a questi: Scommetto che sbaglia un'altra volta!. FRANK'NSTIN risponde: E io scommetto di no!.

Speciale Cico n. 6, maggio 1990. Disegno di Ferri

Policarpo sferra a Cico un tremendo pugno in testa – Speciale Cico 6, p. 93

Mexon presenta a Cico il ciclope strabico – Speciale Cico 6, p. 96

Essendo strabico, Policarpo sbaglia il colpo e invece di Cico prende Mexon – Speciale Cico 6, p. 98


Policarpo vibra il colpo e, invece di CICO, prende in pieno proprio i succitati due, "stampando" anche loro sul muro (e facendo quindi vincere la scommessa a WOLF). Esasperato, MEXON ordina per la terza volta al ciclope di colpire il messicano, ma Policarpo, ovviamente, sbaglia ancora, colpendo DRACULA e IGOR, entrati proprio in quel momento nella sala per salvare CICO. Penso che queste dimostrazioni del nostro Policarpo ti abbiano fatto venire appetito, vero?, dice MEXON al pancione. Ehm… magari uno stuzzichino, tanto per gradire… …Oh, al diavolo, caramba y carambita! Se devo morire, tanto vale che muoia sazio, una volta nella vita!, risponde CICO, il quale si sbafa con impressionante rapidità tutto ciò che c'è sul tavolo. Niente male! – esclama il messicano - Ma ora direi di cominciare con qualcosa di più sostanzioso!. Detto questo, CICO consuma ben quarantasei portate, dodici dolci, caffè, due amari e una mentina. Alla fine, per fortuna del Nostro (che, nonostante l'immane mangiata, vorrebbe ancora una mentina), il riversamento del suo cervello non si farà, ma MEXON riuscirà ugualmente a ritornare su Babelia, in compagnia dei redivivi Gowan e Xanor. Abbandonato - assieme ai mostri del castello e ad altre creature (vedi MOSTRI DI BABELIA) - sulla Terra, il povero ciclope si dispera, ma verrà consolato, al pari dei suoi simili, da CICO. A Policarpo (che decide di teletrasportarsi con le suddette creature nel tempo e nello spazio terrestri), il messicano consiglierà di andare nella mitologia greca… stando attento a un certo Ulisse, però!.
Curiosità: Il nome del simpatico ciclope rimanda sia a Polifemo, sia a Policarpo de' Tappetti, personaggio comico creato agli inizi del '900 dallo scrittore Luigi Arnaldo Vassallo alias Gandolin, e interpretato da Renato Rascel nel film Policarpo, ufficiale di scrittura (Mario Soldati, 1959). 

Policarpo sbaglia di nuovo: stavolta a farne le spese sono Dracula e Igor – Speciale Cico 6, p. 101

Il ciclope è disperato: Mexon, Gowan e Xanor hanno abbandonato lui e gli altri mostri sulla Terra – Speciale Cico 6, p. 125

Cico consola Policarpo e i suoi simili – Speciale Cico 6, p. 126

Renato Rascel nei panni di Policarpo de' Tappetti nel film di Mario Soldati Policarpo, ufficiale di scrittura (1959)


PULCI GIGANTI
Fanno la loro efficace apparizione in La progenie del male (M. Burattini [sog.&scen.] – M. Pesce [dis.], nn. 549-550) e, analogamente agli altri mostri di quest'avventura, sono state create – in epoca antidiluviana - dagli scienziati di Mu come arma biologica nella guerra contro l'odiata Atlantide. Penetrato nel laboratorio della base scientifica lemuriana posta nell'Abisso Verde (precisamente, sul fondo del lago abissale), ZAGOR viene subito attaccato da uno di questi mostruosi insetti, che gli salta addosso (le pulci, si sa, sono saltatrici formidabili). Con un violento colpo di scure, l'eroe uccide la pulce gigante, ma viene immediatamente circondato da decine di altre pulci, le quali – come ha modo di scoprire il Nostro - hanno una durissima corazza (la testa è infatti uno dei loro pochi punti vulnerabili) e fauci impressionanti.

Zagor n. 550, maggio 2011. Disegno di Ferri

Nel laboratorio lemuriano, Zagor viene attaccato dalla prima pulce gigante - ZGR 550, p. 38

Zagor viene accerchiato dai mostruosi insetti - ZGR 550, p. 39

L'eroe si libera di due pulci giganti e si appresta a usare la pistola, ma un'altra pulce gliela fa cadere di mano - ZGR 550, p. 41

Zagor sfonda la testa alla pulce che l'ha morso al braccio – ZGR 550, p. 42

Atterrato dalle feroci creature, ZAGOR estrae la pistola, ma, prima che possa usarla, una pulce, aggredendolo da dietro, gliela fa cadere di mano. L'eroe, pertanto, si vede costretto a usare - oltre alla scure - anche il pugno sinistro e i piedi; così facendo, riesce a liberarsi temporaneamente degli assalitori (uno dei quali lo morde però a un braccio) ed a rimettersi in piedi. Proprio in quel momento, Umapai e tre dei suoi uomini (vedi DINOSAURI DELL'ABISSO VERDE e PIPISTRELLI GIGANTI) giungono nel laboratorio e, armati di tomahawk e pugnali, affiancano ZAGOR nella lotta contro i terribili invertebrati. Lo scontro è durissimo (due guerrieri Oneida perdono la vita), ma alla fine - grazie proprio allo Spirito con la Scure, che, recuperata la sua pistola, ne fa subito uso – si risolve in favore dei Nostri. Terrorizzati dagli spari, infatti, le pulci giganti battono in ritirata. 

Umapai e tre dei suoi uomini affiancano Zagor nella terribile lotta con i feroci insetti mutati - ZGR 550, p. 44

Zagor si accorge che gli spari spaventano i mostri - ZGR 550, p. 45

Terrorizzate da un'arma a loro sconosciuta, le pulci giganti fuggono - ZGR 550, p. 46
Immagine ingrandita di una comune pulce


PUPAZZI ASSASSINI
I mostri a nostro avviso più azzeccati di Hellingen è vivo! (M. Boselli [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 376-379). Il primo di essi a comparire, in una foresta che si trova a due giorni di marcia dal monte Naatani, è una bambola priva di occhi e incatenata a un albero. Il gruppo formato da ZAGOR, CICO, l'indiano Heyoka e i trappers Doc e Rochas s'imbatte nel sinistro pupazzo mentre è diretto proprio verso il Naatani, allo scopo di sventare il diabolico piano architettato dal demone WENDIGO e dal suo alleato Hellingen (tornato dalla morte grazie proprio ai poteri di WENDIGO), i quali hanno fatto rapire Liya, moglie di Heyoka. Quando CICO, vedendo il pupazzo, lo definisce una specie di brutto spaventapasseri, questo gli risponde subito per le rime: Brutto spaventapasseri sarai tu, scemo! …Io sono una bambola!… Ed ero anche bella, prima che un uccellaccio mi cavasse gli occhi!. CICO è ovviamente sorpreso nel sentirla parlare, così come Doc e ZAGOR, il quale pensa che ciò sia possibile grazie a qualche meccanismo. Storie! Niente meccanismi! Io sono viva! – risponde la bambola – Sono viva e vorrei scappare! Per questo sono stata incatenata a quest'albero!... Perché dovevo aspettare voi! Tu sei Zagor, vero?... Non ci vedo, però ci sento! E ho sentito nominare il tuo nome, poco fa!... Ho un messaggio per te, Zagor!... Il mio padrone, Puppetmaster, ti sfida!. L'eroe, che – al pari dei suoi compagni – non sa chi sia Puppetmaster, chiede alla bambola se conosce Hellingen e WENDIGO.

Zagor n. 377, dicembre 1996. Disegno di Ferri

L'inquietante bambola vivente in cui Zagor e i suoi amici s'imbattono nel bosco - ZGR 377, p. 56


Mai sentiti nominare!, è la risposta del pupazzo, al che ZAGOR gli fa una domanda ben precisa: Chi sei?... Hellingen?... . La bambola risponde: No! Sono tuo nonno!... Ti facevo più intelligente, Zagor!... Quante volte ti devo ripetere che io sono viva?... Dentro di me c'è l'anima di uno "Shayatin", un piccolo demone!... Tutte le bambole del mio padrone Puppetmaster possiedono un'anima!... Di solito sono anime di "Djinn" o "Shayatin" o altri demoni catturati dal mio padrone!... Ma qualche volta anche anime di esseri umani!... Chissà, forse persino l'anima della bella Liya, la sposa di Heyoka, ora è prigioniera di una bambola! Ah! Ah! Ah!. All'udire quelle parole, Heyoka reagisce afferrando il suo tomahawk e decapitando la bambola. Vai ad Arden, Zagor!... Là Puppetmaster sfiderà te e i tuoi amici!... - dice la testa del pupazzo - …E vi ringrazio… per… avermi… liberato… . A questo punto, dalla testa fuoriesce – emettendo un'inquietante risata - lo Shayatin. Scomparso il demone, ZAGOR e compagni riprendono subito il viaggio con l'intenzione di arrivare quanto prima ad Arden, un villaggio di coloni europei collocato alla base del Naatani. Il giorno seguente, il già citato Puppetmaster – un signore anziano con cilindro, occhiali e barbetta - arriva nel suddetto villaggio con il suo carrozzone e le sue bambole, che attirano subito l'attenzione dei bambini. Tre di essi – Peter, Hans e Hilde, che la sera prima hanno spiato nel bosco il giocattolaio mentre parlava con i suoi pupazzi – sono, assieme a un'altra bambina, i primi a farsi avanti, scegliendo rispettivamente la marionetta di un capo indiano chiamato Aquila Nera, quella di Capitan Tempesta e le bambole Milady e Olivia.

Lo Shayatin fuoriesce dalla testa della bambola - ZGR 377, p. 59

Il sinistro Puppetmaster nutre i suoi pupazzi con sangue di scoiattolo - ZGR 377, p. 69

I bambini di Arden sono molto attratti dalle bambole di Puppetmaster - ZGR 377, p. 73


Quella stessa notte, il padre di Peter, alzatosi dal letto per bere un bicchier d'acqua, viene ferito alla gamba destra da una piccola freccia. A scagliarla è stato proprio il pupazzo-sakem Aquila Nera, il quale, tendendo il suo arco, dice all'uomo: Le mie frecce sono piccole, ma la prossima potrebbe trafiggerti la gola!. Sbigottito, il padre di Peter esclama: Non è possibile! Sto ancora sognando! Una marionetta che parla!... Tu… tu sei una specie di gnomo! Non puoi esistere!. Aquila Nera gli risponde: Il dolore alla gamba dovrebbe convincerti che io esisto e che tu non stai sognando, uomo! Ma se cerchi di fermarmi, te lo proverò in maniera definitiva!. Interviene però Peter, il quale prega Aquila Nera di non uccidere suo padre e spiega a quest'ultimo di essere costretto ad andare via con il pupazzo. Bravo, Peter! Vedrai, ci divertiremo, insieme a tutti gli altri!, dice al bambino Aquila Nera, che, prima di uscire con lui dalla casa, si gira verso il disperato genitore e gli tira un'altra freccia, stavolta alla gamba sinistra: Così non avrai la tentazione di venirci dietro!. In quel preciso momento, ZAGOR e i suoi amici giungono ad Arden e hanno modo assistere a una scena da incubo: i pupazzi di Puppetmaster spingono i bambini del villaggio nel bosco, minacciandoli con le loro piccole ma letali armi. La madre della bambina rapita dalla bambola Olivia cerca di liberare sua figlia, ma Capitan Tempesta la blocca e si accinge a ucciderla con la sua spada: Ho una gran sete! Penso proprio che ti taglierò la gola e che berrò il tuo sangue!. A impedirglielo è ZAGOR, il quale, con un colpo di scure, stacca la testa al pupazzo, liberando il demone che vi era imprigionato.

Aquila Nera costringe Peter a seguirlo e ferisce il padre del bambino - ZGR 377, p. 78

Sotto gli occhi sbigottiti di Zagor e compagni, i pupazzi assassini rapiscono i bambini di Arden - ZGR 377, p. 81


Decisi a liberare i bambini, l'eroe e il resto del gruppo s'inoltrano subito nel bosco, dove vengono però attaccati dagli GNOMI ARBORICOLI, anch'essi al servizio di Puppetmaster. Facendosi largo, con la sua fedele scure, tra i succitati mostriciattoli, ZAGOR riesce tuttavia a raggiungere il diabolico giocattolaio, intento a far salire sul suo carro i bambini rapiti. L'arrivo dell'eroe – il quale si sbarazza facilmente dei pupazzi assassini (Olivia e Aquila Nera compresi) - permette a quasi tutti i piccoli di fuggire e di ricongiungersi ai loro genitori, che, corsi in aiuto di CICO e degli altri, hanno distrutto con il fuoco gli GNOMI ARBORICOLI. ZAGOR si lancia quindi all'inseguimento di Puppetmaster, fuggito con il suo carrozzone, nel quale sono rimasti rinchiusi Peter e Hilde (a impedire loro di uscire è stata la perfida Milady, ultimo pupazzo ancora in vita). Lo Spirito con la Scure non tarda a raggiungere il carro e, minacciando con la sua pistola il giocattolaio, gli ordina di fermarsi. Per tutta risposta, Puppetmaster abbandona le redini e tenta di colpire il Nostro con la frusta. Schivato il colpo, ZAGOR disarma il suo avversario, ma non può impedire che il carrozzone, privo di guida, esca dalla pista. Mentre l'eroe cade a terra con Puppetmaster, che sbatte violentemente la testa su una roccia, il carro finisce nelle acque impetuose di un fiume. Milady tenta di nuovo d'impedire a Peter e Hilde di uscire e ferisce il primo al braccio con il suo stiletto avvelenato. Il coraggioso Peter riesce però a liberarsi della terribile bambola – appendendola a un gancio – e ad abbandonare il carro insieme alla sua amica prima che esso affondi.

Zagor salva la madre di uno dei bambini rapiti dalla spada di Capitan Tempesta - ZGR 377, p. 82

Con l'aiuto della malvagia Milady, Puppetmaster inizia a far salire i bambini sul suo carrozzone - ZGR 377, p. 88

Zagor lotta contro i terribili pupazzi - ZGR 377, p. 90


I due cercano quindi di raggiungere la riva, ma la forte corrente stacca Hilde dalla presa di Peter, che, già indebolito dal veleno, viene a sua volta colpito in testa da una tavola del carrozzone ed è trascinato sotto dai gorghi. A salvarlo dall'annegamento è proprio ZAGOR, che, una volta portato il bambino a riva, gli estrae il veleno. Hilde viene invece salvata da Edgar Allan Poe, lì giunto assieme a Drunky Duck. Il celebre scrittore – che, come rivelerà egli stesso al Nostro, è un agente di Altrove, nome in codice: Raven – chiede a ZAGOR cos'è successo a Peter e Hilde, e l'eroe risponde: Se volete sapere chi ha cercato di rapire i due ragazzi e ha quasi provocato la loro morte… ecco lassù dove l'ho lasciato, più morto che vivo!. Vedendo il volto dell'ormai moribondo Puppetmaster, Poe esclama: Non è possibile!... Io conosco quest'uomo!... E' il professor Balthazar dell'Università di Praga!... Ho visto il suo ritratto sul frontespizio di "Mesmerismo e altri fenomeni oscuri della mente!. Puppetmaster conferma: Sì… sono Balthazar!... Fa una certa impressione… incontrare un proprio lettore…. in una situazione come questa!. Poe allora gli dice: Io sono più impressionato di voi, professore!... …visto che siete morto a Praga nel 1797!.

Zagor n. 378, gennaio 1997. Disegno di Ferri

Peter si libera di Milady ed esce dal carro – invaso dall'acqua - assieme all'amica Hilde - ZGR 378, p. 8

Zagor e Poe raccolgono le ultime parole di Puppetmaster - ZGR 378, p. 21


Le parole dello scrittore lasciano ZAGOR sbalordito, ma è lo stesso Puppetmaster a spiegargli tutto: Il tuo dotto amico ha proprio ragione, Zagor… Io sono Balthazar e sono morto da qualche decina d'anni!... Tutti vorrebbero avere l'opportunità di vivere una seconda vita… io l'ho avuta… solo per gettarla via!... Ma dovevo obbedire al padrone… al mio maestro!... […] In vita mi dilettavo segretamente di alchimia e demonologia… morii nel corso di un esperimento… il mio laboratorio esplose, scagliando i miei atomi e la mia anima nell'universo… fino a quando non fui richiamato in vita! Un demone potente… un demone di queste foreste… ha richiamato i miei atomi sparsi… …e la macchina costruita dal mio padrone ha rimesso insieme il mio corpo e la mia mente! Se tu… conoscessi il mio padrone… non ti stupiresti… è il più grande genio… dell'universo… ma un genio votato al male… io ho dovuto obbedirgli… mettere al suo servizio le mie conoscenze di demonologia! Rapendo i ragazzi di Arden… dovevo attirare Zagor nel suo castello!... . L'eroe, allora, chiede a Puppetmaster/Balthazar se il suo padrone si chiama Hellingen, ma l'uomo, dopo aver detto di non sapere il suo nome, esala l'ultimo respiro. Come sospettato da ZAGOR, il padrone in questione è proprio il suo grande nemico Hellingen; Altrove, infatti, ha incaricato Poe alias Raven di aiutare il Nostro appunto perché essa vuole mettere le mani sul laboratorio del mad doctor e sui suoi progetti. Alla fine della storia, dopo varie peripezie, ZAGOR riuscirà a sconfiggere Hellingen, e ciò grazie anche all'importante aiuto fornitogli dallo scrittore. 

Il giornalista e scrittore americano Abraham Merritt (1884-1943), autore di Brucia, strega, brucia (1933)

Locandina originale de La bambola del diavolo (1936), penultimo film di Tod Browning

Chucky, il sanguinario bambolotto del film di Tom Holland La bambola assassina (1988)

 
Curiosità: Nell'ideare i pupazzi assassini, Boselli si è ispirato al romanzo di Abraham Merritt Brucia, strega, brucia (1933), da cui il regista Tod Browning trasse, nel 1936, uno dei suoi migliori film: La bambola del diavolo. Diversamente però dai pupazzi affrontati da ZAGOR, le terribili bambole del suddetto romanzo e del film sono in realtà esseri umani miniaturizzati (da una strega nel primo, da uno scienziato nel secondo). Vere bambole che uccidono compaiono invece in altre pellicole horror, come Dolls – Bambole (Stuart Gordon, 1987), La bambola assassina (Tom Holland, 1988) e Puppet Master – Il burattinaio (David Schmoeller, 1989).


Massimo Capalbo

N.B. Trovate i link alle altre voci degli Zagor Monsters sulla Mappa!

Nessun commento:

Posta un commento

I testi e i fumetti di nostra produzione apparsi su Dime Web possono essere pubblicati anche altrove, con la raccomandazione di citare SEMPRE la fonte e gli autori!

Le immagini dei post sono inserite ai soli fini di documentazione, archivio, studio e identificazione e sono Copyright © degli aventi diritto.

Fino al 4 gennaio 2017 tutti i commenti, anche i più critici e anche quelli anonimi, venivano pubblicati AUTOMATICAMENTE: quelli non consoni venivano rimossi solo a posteriori. Speravamo e contavamo, infatti, nella civiltà dei cultori di fumetti, libri, cinema, cartooning, etc.

Poi è arrivato un tale che, facendosi scudo dell'anonimato, ha inviato svariati sfoghi pieni di gravi offese ai due redattori di Dime Web, alla loro integrità morale e alle loro madri...

Abbiamo dunque deciso di moderare in anticipo i vostri commenti e pertanto verranno cestinati:

1) quelli offensivi verso chiunque
2) quelli anonimi

Gli altri verranno pubblicati TUTTI.

Le critiche, anzi, sono ben accette e a ogni segnalazione di errori verrà dato il giusto risalto, procedendo a correzioni e rettifiche.

Grazie!

Saverio Ceri & Francesco Manetti