di Massimo Capalbo
Passate le Feste, digeriti panettoni (cosa poco certa) e discorsi presidenziali (cosa ancor meno certa), eccovi una puntata nuova di zecca degli Zagor Monsters
di Massimo Capalbo - la terza parte della lettera "P", con un poker di orride voci! Ribadiamo che le illustrazioni
sono tutte farina del sacco dello stesso Max, con l'eccezione delle due
immagini introduttive.
Prima di lasciarvi alla lettura degli ultimi brividi, vi ricordiamo gli
altri nostri dizionari bonelliani - ovvero L'Atlante di Mister No e The Dark Side of Tex - le parodie del Titolo Venuto dall'Impossibile e il The Best of Martin Mystère - tutto Made in Maxland! (s.c. & f.m.)
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Schizzi preparatori del bravissimo Alex Dante per il concorso Cover Reloaded |
LEGENDA
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR e CICO,
che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei
crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad
esempio: Speciale Zagor; Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
- Gli
uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome
soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con
quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDA; UOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
- Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo
il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare
immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
- Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi,
il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai
lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il
titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).
Sempre
riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa
riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione
della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun
albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri
rispetto a quella effettiva (ad
esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith
n. 53 al secondo numero e così via). Per una guida ai collegamenti
ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!
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Zagor nella pittoresca interpretazione cinematografica turca |
P
(parte III)
PLESIOSAURI DEL DESERTO
POLICARPO
PULCI GIGANTI
PUPAZZI ASSASSINI
PLESIOSAURI DEL DESERTO
Gli ultimi mostri che compaiono in
Terra maledetta
(M. Toninelli [sog.&scen.]
– G. Ferri [dis.], nn. 241-243). Simili per l'appunto ai
plesiosauri
- i famosi rettili marini dal lungo collo, vissuti centocinquanta
milioni di anni fa – queste creature popolano l'ampia zona
desertica della Terra-da-cui-non-si-torna
e sono i principali predatori degli STRUZZI
GIGANTI. Alla ricerca di
nuovi pascoli, questi uccelli corridori sono costretti periodicamente
a migrare e ad attraversare quindi il deserto, dove - nascosti nelle
dune – i plesiosauri
li attendono famelici.
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Zagor n. 243, ottobre 1985. Disegno di Ferri |
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Sbucando
all'improvviso da una duna, il primo plesiosauro va all'attacco –
ZGR 243, p. 41
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Con
un solo, formidabile morso, la feroce creatura uccide l'inerme
struzzo gigante, mentre altri plesiosauri emergono dalla sabbia –
ZGR 243, p. 42
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Approfittando della suddetta migrazione, ZAGOR
e compagni domano alcuni STRUZZI
GIGANTI e montano loro in
groppa. Una volta raggiunto il deserto, che è pieno di scheletri di
struzzi, il branco – compresi gli uccelli cavalcati dai Nostri –
aumenta l'andatura e inizia a dare segni di nervosismo. Ehi,
che gli prende adesso a questi bipedi dell'accidente?,
chiede Staggler
a ZAGOR,
che risponde: Hanno sentito
qualche pericolo… meglio stare all'erta e tenere le armi pronte.
All'improvviso, un plesiosauro sbuca dalla sabbia e, con le sue
potenti fauci, strappa le zampe a uno struzzo, per poi spezzargli il
collo con un morso. Altri plesiosauri
emergono dalle dune e attaccano gli uccelli corridori, tra cui quello
montato dagli attori girovaghi Lon
Darnel e Bush,
i quali cadono entrambi a terra. Il mostro tenta di mordere Darnel,
ma questi lo uccide con una fucilata, dopodiché ammazza alla stessa
maniera un secondo plesiosauro e anche un terzo. Quest'ultimo però,
prima di essere ucciso, azzanna alla gola l'inerme Bush,
e quando Darnel
si avvicina all'amico per soccorrerlo, un quarto plesiosauro va
all'attacco. Per fortuna, l'attore viene avvertito in tempo da ZAGOR,
che uccide la feroce creatura con un violento colpo di scure. Non c'è
invece nulla da fare per lo sfortunato Bush, che muore poco dopo.
Alcuni minuti più tardi, ZAGOR
e gli altri riprendono il viaggio, prendendo però una precauzione:
Ho notato che i mostri
attaccano prevalentemente gli animali che marciano sui fianchi…
- dice lo Spirito con la
Scure ai compagni - …perciò
teniamoci quanto più possibile al centro della colonna.
Sebbene il branco subisca altri attacchi, i plesiosauri
cessano di essere un pericolo per il gruppo guidato da ZAGOR,
anzi: a venire ucciso dall'eroe, con un colpo di pistola, è proprio
uno dei mostri. Bestiacce
infernali!, esclama
Staggler,
facendo anch'egli fuoco con il suo fucile.
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Uno
dei mostri attacca Darnel, ma viene ucciso da questi con una fucilata
– ZGR 243, p. 43
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Darnel
non riesce a evitare che il suo giovane amico Bush venga mortalmente
azzannato da un plesiosauro – ZGR 243, p. 44
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Zagor
uccide un altro mostro, salvando Darnel - – ZGR 243, p. 45
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Non
maleditele troppo! – dice
Darnel
a Staggler
- Anche loro servono a
mantenere l'equilibrio della natura. Se non ci fossero quei mostri a
ridurne drasticamente il numero a ogni attraversata del deserto,
questi simpatici bipedi si moltiplicherebbero all'infinito… …e,
in breve tempo, distruggerebbero tutta la vegetazione ai margini del
deserto senza lasciarle il tempo di ricrescere… e questo
significherebbe la fine per fame anche per loro.
Alla corretta ma non proprio necessaria osservazione di Darnel,
Staggler
risponde così: Okay,
cervellone, avete sicuramente ragione… …ma finché quelle
bestiacce del demonio continueranno a cercare di azzannare me o la
mia cavalcatura, io sparerò… …e continuerò a maledirle con
quanta voce ho in gola!.
Stavolta l'attore non ha nulla da obiettare (D'accordo!
Come non detto!), ma a
chiudere la questione definitivamente è ZAGOR,
che dice ai due: Non state a
farvi il sangue amaro per quei "collo lungo", gente. Penso
che non ne vedremo altri, d'ora in avanti. Infatti da qualche minuto
non si vedono più scheletri ai bordi della pista… …e i nostri
animali hanno rallentato l'andatura e sembrano più tranquilli!.
La previsione dell'eroe si rivela esatta e il viaggio prosegue senza
incidenti.
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Zagor
e Staggler danno il loro "ultimo saluto" ai plesiosauri del
deserto – ZGR 243, p. 50
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Scheletro
di Cryptoclidus, un plesiosauro di medie dimensioni (3-4 metri)
vissuto circa 160 milioni di anni fa
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POLICARPO
L'unico ciclope strabico
dell'universo: così
MEXON
descrive Policarpo,
uno dei mostri al suo servizio in Horror
Cico (T. Sclavi
[sog.&scen.] – F. Gamba [dis.], Speciale
Cico n. 6). Gigantesco come
tutti i suoi simili, Policarpo
– che proviene dal pianeta Cyclops
- è armato di una clava (anch'essa enorme) e sa pronunciare una sola
parola: Gonga.
Nella prima scena in cui compare, egli arresta la fuga di CICO
(che sta scappando da MEXON,
FRANK 'NSTIN
e WOLF),
colpendo costui con un tremendo pugno in testa, che lo spedisce
subito nel mondo dei sogni. Ripresi i sensi dopo una mezz'ora, CICO
– che non ha ancora capito da chi è stato colpito - si ritrova in
un'ampia sala del castello, davanti a una tavola piena di ogni ben di
Dio. Nonostante sia – come al solito – molto affamato, il
messicano rifiuta il cibo, consapevole che MEXON
vuole farlo ingozzare per riversare il suo cervello nel motore
dell'astronave con cui il succitato alieno intende far ritorno a
Babelia.
Per convincerlo a mangiare, il babeliano
mostra al pancione colui che prima l'ha stordito, il colossale
Policarpo
appunto, e ordina a quest'ultimo di colpirlo nuovamente, stavolta con
la clava. Policarpo
però, essendo strabico, colpisce per sbaglio proprio MEXON,
"stampandolo" sul muro. Una volta ripresosi, il babeliano
rimprovera il ciclope e gli spiega meglio cosa deve fare: …Devi
prendere bene la mira e poi colpire dall'altra
parte, chiaro?
Avanti, riproviamo… .
WOLF,
che siede a tavola vicino a FRANK'NSTIN, dice a questi:
Scommetto che sbaglia
un'altra volta!. FRANK'NSTIN risponde: E
io scommetto di no!.
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Speciale Cico n. 6, maggio 1990. Disegno di Ferri |
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Policarpo
sferra a Cico un tremendo pugno in testa – Speciale Cico 6, p. 93
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Mexon
presenta a Cico il ciclope strabico – Speciale Cico 6, p. 96
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Essendo
strabico, Policarpo sbaglia il colpo e invece di Cico prende Mexon –
Speciale Cico 6, p. 98
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Policarpo
vibra il colpo e, invece di CICO,
prende in pieno proprio i succitati due, "stampando" anche
loro sul muro (e facendo quindi vincere la scommessa a WOLF).
Esasperato, MEXON
ordina per la terza volta al ciclope di colpire il messicano, ma
Policarpo,
ovviamente, sbaglia ancora, colpendo DRACULA
e IGOR,
entrati proprio in quel momento nella sala per salvare CICO.
Penso che queste
dimostrazioni del nostro Policarpo ti abbiano fatto venire appetito,
vero?, dice MEXON
al pancione. Ehm… magari
uno stuzzichino, tanto per gradire… …Oh, al diavolo, caramba y
carambita! Se devo morire, tanto vale che muoia sazio, una volta
nella vita!, risponde CICO,
il quale si sbafa con impressionante rapidità tutto ciò che c'è
sul tavolo. Niente male!
– esclama il messicano - Ma
ora direi di cominciare
con qualcosa di più sostanzioso!.
Detto questo, CICO
consuma ben quarantasei
portate, dodici dolci, caffè, due amari e una mentina.
Alla fine, per fortuna del Nostro (che, nonostante l'immane mangiata,
vorrebbe ancora una mentina), il riversamento del suo cervello non si
farà, ma MEXON riuscirà
ugualmente a ritornare su Babelia,
in compagnia dei redivivi Gowan
e Xanor.
Abbandonato - assieme ai mostri del castello e ad altre creature
(vedi MOSTRI DI BABELIA)
- sulla Terra, il povero ciclope si dispera, ma verrà consolato, al
pari dei suoi simili, da CICO.
A Policarpo
(che decide di teletrasportarsi con le suddette creature nel tempo e
nello spazio terrestri), il messicano consiglierà di andare nella
mitologia greca… stando attento a un certo Ulisse, però!.
Curiosità:
Il nome del simpatico ciclope rimanda sia a Polifemo, sia a Policarpo
de'
Tappetti, personaggio
comico creato agli inizi del '900 dallo scrittore Luigi Arnaldo
Vassallo alias Gandolin, e interpretato da Renato Rascel nel film
Policarpo, ufficiale di
scrittura (Mario
Soldati, 1959).
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Policarpo
sbaglia di nuovo: stavolta a farne le spese sono Dracula e Igor –
Speciale Cico 6, p. 101
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Il
ciclope è disperato: Mexon, Gowan e Xanor hanno abbandonato lui e
gli altri mostri sulla Terra – Speciale Cico 6, p. 125
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Cico
consola Policarpo e i suoi simili – Speciale Cico 6, p. 126
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Renato
Rascel nei panni di Policarpo de' Tappetti nel film di Mario Soldati
Policarpo,
ufficiale di scrittura (1959)
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PULCI GIGANTI
Fanno la loro efficace apparizione in
La progenie del male (M.
Burattini [sog.&scen.] – M. Pesce [dis.], nn. 549-550) e,
analogamente agli altri mostri di quest'avventura, sono state create
– in epoca antidiluviana - dagli scienziati di Mu
come arma biologica
nella guerra contro l'odiata
Atlantide.
Penetrato nel laboratorio della base scientifica lemuriana posta
nell'Abisso Verde
(precisamente, sul fondo
del lago abissale), ZAGOR
viene subito attaccato da uno di questi mostruosi insetti, che gli
salta addosso (le pulci,
si sa, sono saltatrici formidabili). Con un violento colpo di scure,
l'eroe uccide la pulce
gigante, ma viene
immediatamente circondato da decine di altre pulci,
le quali – come ha modo di scoprire il Nostro - hanno una durissima
corazza (la testa è infatti uno dei loro pochi punti vulnerabili) e
fauci impressionanti.
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Zagor n. 550, maggio 2011. Disegno di Ferri |
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Nel
laboratorio lemuriano, Zagor viene attaccato dalla prima pulce
gigante - ZGR 550, p. 38
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Zagor
viene accerchiato dai mostruosi insetti - ZGR 550, p. 39
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L'eroe
si libera di due pulci giganti e si appresta a usare la pistola, ma
un'altra pulce gliela fa cadere di mano - ZGR 550, p. 41
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Zagor
sfonda la testa alla pulce che l'ha morso al braccio – ZGR 550, p.
42
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Atterrato dalle feroci creature, ZAGOR
estrae la pistola, ma, prima che possa usarla, una pulce,
aggredendolo da dietro, gliela fa cadere di mano. L'eroe, pertanto,
si vede costretto a usare - oltre alla scure - anche il pugno
sinistro e i piedi; così facendo, riesce a liberarsi temporaneamente
degli assalitori (uno dei quali lo morde però a un braccio) ed a
rimettersi in piedi. Proprio in quel momento, Umapai
e tre dei suoi uomini (vedi DINOSAURI DELL'ABISSO VERDE
e PIPISTRELLI GIGANTI) giungono nel
laboratorio e, armati di tomahawk
e pugnali, affiancano ZAGOR
nella lotta contro i terribili invertebrati. Lo scontro è durissimo
(due guerrieri Oneida
perdono la vita), ma alla fine - grazie proprio allo Spirito
con la Scure, che,
recuperata la sua pistola, ne fa subito uso – si risolve in favore
dei Nostri. Terrorizzati dagli spari, infatti, le pulci
giganti battono in
ritirata.
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Umapai
e tre dei suoi uomini affiancano Zagor nella terribile lotta con i
feroci insetti mutati - ZGR 550, p. 44
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Zagor
si accorge che gli spari spaventano i mostri - ZGR 550, p. 45
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Terrorizzate
da un'arma a loro sconosciuta, le pulci giganti fuggono - ZGR 550, p.
46
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Immagine
ingrandita di una comune pulce
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PUPAZZI ASSASSINI
I mostri a
nostro avviso più azzeccati di Hellingen
è vivo!
(M. Boselli [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 376-379). Il
primo di essi a comparire, in una foresta che si trova a due giorni
di marcia dal monte Naatani,
è una bambola priva di occhi e incatenata a un albero. Il gruppo
formato da ZAGOR,
CICO,
l'indiano Heyoka
e i trappers
Doc
e Rochas
s'imbatte nel sinistro pupazzo mentre è diretto proprio verso il
Naatani,
allo scopo di sventare il diabolico piano architettato dal demone
WENDIGO
e dal suo alleato Hellingen
(tornato dalla morte grazie proprio ai poteri di WENDIGO),
i quali hanno fatto rapire Liya,
moglie di Heyoka.
Quando CICO,
vedendo il pupazzo, lo definisce una
specie di brutto spaventapasseri,
questo gli risponde subito per le rime: Brutto
spaventapasseri sarai tu, scemo! …Io
sono una bambola!…
Ed ero anche bella, prima che un uccellaccio mi cavasse gli occhi!.
CICO
è ovviamente sorpreso nel sentirla parlare, così come Doc
e ZAGOR,
il quale pensa che ciò sia possibile grazie a qualche meccanismo.
Storie!
Niente meccanismi! Io
sono viva!
–
risponde la bambola – Sono
viva e vorrei scappare! Per questo sono stata incatenata a
quest'albero!... Perché dovevo aspettare voi! Tu sei Zagor, vero?...
Non ci vedo, però ci sento! E ho sentito nominare il tuo nome, poco
fa!... Ho un messaggio per te, Zagor!... Il mio padrone,
Puppetmaster, ti sfida!.
L'eroe, che – al pari dei suoi compagni – non sa chi sia
Puppetmaster,
chiede alla bambola se conosce Hellingen
e WENDIGO.
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Zagor n. 377, dicembre 1996. Disegno di Ferri |
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L'inquietante
bambola vivente in cui Zagor e i suoi amici s'imbattono nel bosco -
ZGR 377, p. 56
|
Mai
sentiti nominare!,
è la risposta del pupazzo, al che ZAGOR
gli fa una domanda ben precisa: Chi
sei?... Hellingen?...
. La bambola risponde: No!
Sono tuo nonno!... Ti facevo più intelligente, Zagor!... Quante
volte ti devo ripetere che io sono viva?...
Dentro di me c'è l'anima di uno "Shayatin", un piccolo
demone!... Tutte le bambole del mio padrone Puppetmaster possiedono
un'anima!... Di solito sono anime di "Djinn" o "Shayatin"
o altri demoni catturati dal mio padrone!... Ma qualche volta anche
anime di esseri umani!... Chissà, forse persino l'anima della bella
Liya, la sposa di Heyoka, ora è prigioniera di una bambola! Ah!
Ah! Ah!.
All'udire quelle parole, Heyoka
reagisce afferrando il suo tomahawk
e decapitando la bambola. Vai
ad Arden,
Zagor!... Là Puppetmaster sfiderà te e i tuoi amici!...
- dice la testa del pupazzo - …E
vi ringrazio… per… avermi… liberato…
. A questo punto, dalla testa fuoriesce – emettendo un'inquietante
risata - lo Shayatin.
Scomparso il demone, ZAGOR
e compagni riprendono subito il viaggio con l'intenzione di arrivare
quanto prima ad Arden,
un villaggio di coloni europei collocato alla base del Naatani.
Il giorno seguente, il già citato Puppetmaster
– un signore anziano con cilindro, occhiali e barbetta - arriva nel
suddetto villaggio con il suo carrozzone e le sue bambole, che
attirano subito l'attenzione dei bambini. Tre di essi – Peter,
Hans
e Hilde,
che la sera prima hanno spiato nel bosco il giocattolaio mentre
parlava con i suoi pupazzi – sono, assieme a un'altra bambina, i
primi a farsi avanti, scegliendo rispettivamente la marionetta di un
capo indiano chiamato Aquila
Nera,
quella di Capitan
Tempesta
e le bambole Milady
e Olivia.
|
Lo
Shayatin fuoriesce dalla testa della bambola - ZGR 377, p. 59
|
|
Il
sinistro Puppetmaster
nutre i suoi pupazzi con sangue di scoiattolo - ZGR 377, p. 69
|
|
I
bambini di Arden sono molto attratti dalle bambole di Puppetmaster
- ZGR 377, p. 73
|
Quella stessa notte, il padre di Peter,
alzatosi dal letto per bere un bicchier d'acqua, viene ferito alla
gamba destra da una piccola freccia. A scagliarla è stato proprio il
pupazzo-sakem
Aquila
Nera,
il quale, tendendo il suo arco, dice all'uomo: Le
mie frecce sono piccole, ma la prossima potrebbe trafiggerti la
gola!.
Sbigottito, il padre di Peter
esclama: Non
è possibile! Sto ancora sognando! Una marionetta che parla!... Tu…
tu sei una specie di gnomo! Non puoi esistere!.
Aquila
Nera
gli risponde:
Il dolore alla gamba dovrebbe convincerti che io esisto e che tu non
stai sognando, uomo! Ma se cerchi di fermarmi, te lo proverò in
maniera definitiva!.
Interviene però Peter,
il quale prega Aquila
Nera
di non uccidere suo padre e spiega a quest'ultimo di essere costretto
ad andare via con il pupazzo. Bravo,
Peter! Vedrai, ci divertiremo, insieme a tutti gli altri!,
dice al bambino Aquila
Nera,
che, prima di uscire con lui dalla casa, si gira verso il disperato
genitore e gli tira un'altra freccia, stavolta alla gamba sinistra:
Così
non avrai la tentazione di venirci dietro!.
In quel preciso momento, ZAGOR
e i suoi amici giungono ad Arden
e hanno modo assistere a una scena da incubo: i pupazzi di
Puppetmaster
spingono i bambini del villaggio nel bosco, minacciandoli con le loro
piccole ma letali armi. La madre della bambina rapita dalla bambola
Olivia
cerca di liberare sua figlia, ma Capitan
Tempesta
la blocca e si accinge a ucciderla con la sua spada: Ho
una gran sete! Penso proprio che ti taglierò la gola e che berrò il
tuo sangue!.
A impedirglielo è ZAGOR,
il quale, con un colpo di scure, stacca la testa al pupazzo,
liberando il demone che vi era imprigionato.
|
Aquila
Nera costringe Peter a seguirlo e ferisce il padre del bambino - ZGR
377, p. 78
|
|
Sotto
gli occhi sbigottiti di Zagor e compagni, i pupazzi assassini
rapiscono i bambini di Arden - ZGR 377, p. 81
|
Decisi a liberare i
bambini, l'eroe e il resto del gruppo s'inoltrano subito nel bosco,
dove vengono però attaccati dagli GNOMI ARBORICOLI,
anch'essi al servizio di Puppetmaster.
Facendosi largo, con la sua fedele scure, tra i succitati
mostriciattoli, ZAGOR
riesce tuttavia a raggiungere il diabolico giocattolaio, intento a
far salire sul suo carro i bambini rapiti. L'arrivo dell'eroe – il
quale si sbarazza facilmente dei pupazzi
assassini
(Olivia
e Aquila
Nera
compresi) - permette a quasi tutti i piccoli di fuggire e di
ricongiungersi ai loro genitori, che, corsi in aiuto di CICO
e degli altri, hanno distrutto con il fuoco gli GNOMI ARBORICOLI.
ZAGOR
si lancia quindi all'inseguimento di Puppetmaster,
fuggito con il suo carrozzone, nel quale sono rimasti rinchiusi Peter
e Hilde
(a impedire loro di uscire è stata la perfida Milady,
ultimo pupazzo ancora in vita). Lo Spirito
con la Scure
non tarda a raggiungere il carro e, minacciando con la sua pistola il
giocattolaio, gli ordina di fermarsi. Per tutta risposta,
Puppetmaster
abbandona le redini e tenta di colpire il Nostro con la frusta.
Schivato il colpo, ZAGOR
disarma il suo avversario, ma non può impedire che il carrozzone,
privo di guida, esca dalla pista. Mentre l'eroe cade a terra con
Puppetmaster,
che sbatte violentemente la testa su una roccia, il carro finisce
nelle acque impetuose di un fiume. Milady
tenta di nuovo d'impedire a Peter
e Hilde
di uscire e ferisce il primo al braccio con il suo stiletto
avvelenato. Il coraggioso Peter
riesce però a liberarsi della terribile bambola – appendendola a
un gancio – e ad abbandonare il carro insieme alla sua amica prima
che esso affondi.
|
Zagor
salva la madre di uno dei bambini rapiti dalla spada di Capitan
Tempesta - ZGR 377, p. 82
|
|
Con
l'aiuto della malvagia Milady, Puppetmaster
inizia a far salire i bambini sul suo carrozzone - ZGR 377, p. 88
|
|
Zagor
lotta contro i terribili pupazzi - ZGR 377, p. 90
|
I due cercano quindi di raggiungere la riva, ma la
forte corrente stacca Hilde
dalla presa di Peter,
che, già indebolito dal veleno, viene a sua volta colpito in testa
da una tavola del carrozzone ed è trascinato sotto dai gorghi. A
salvarlo dall'annegamento è proprio ZAGOR,
che, una volta portato il bambino a riva, gli estrae il veleno. Hilde
viene invece salvata da Edgar
Allan Poe,
lì giunto assieme a Drunky
Duck.
Il celebre scrittore – che, come rivelerà egli stesso al Nostro, è
un agente di Altrove,
nome in codice: Raven
– chiede a ZAGOR
cos'è
successo a Peter
e Hilde,
e l'eroe risponde: Se
volete sapere chi ha cercato di rapire i due ragazzi e ha quasi
provocato la loro morte… ecco lassù dove l'ho lasciato, più morto
che vivo!.
Vedendo il volto dell'ormai moribondo Puppetmaster,
Poe
esclama: Non
è possibile!... Io conosco quest'uomo!... E' il professor Balthazar
dell'Università di Praga!... Ho visto il suo ritratto sul
frontespizio di "Mesmerismo e altri fenomeni oscuri della
mente!.
Puppetmaster
conferma: Sì…
sono Balthazar!... Fa una certa impressione… incontrare un proprio
lettore…. in una situazione come questa!.
Poe
allora gli dice: Io
sono più impressionato di voi, professore!...
…visto
che siete morto a Praga nel 1797!.
|
Zagor n. 378, gennaio 1997. Disegno di Ferri |
|
Peter
si libera di Milady ed esce dal carro – invaso dall'acqua - assieme
all'amica Hilde - ZGR 378, p. 8
|
|
Zagor
e Poe raccolgono le ultime parole di Puppetmaster
- ZGR 378, p. 21
|
Le parole dello scrittore lasciano ZAGOR
sbalordito, ma è lo stesso Puppetmaster
a
spiegargli tutto: Il
tuo dotto amico ha proprio ragione, Zagor… Io sono Balthazar e sono
morto da qualche decina d'anni!... Tutti vorrebbero avere
l'opportunità di vivere una seconda vita… io l'ho avuta… solo
per gettarla via!... Ma dovevo obbedire al padrone… al mio
maestro!...
[…] In
vita mi dilettavo segretamente di alchimia e demonologia… morii nel
corso di un esperimento… il mio laboratorio esplose, scagliando i
miei atomi e la mia anima nell'universo… fino a quando non fui
richiamato in vita! Un demone potente… un demone di queste foreste…
ha richiamato i miei atomi sparsi… …e la macchina costruita dal
mio padrone ha rimesso insieme il mio corpo e la mia mente! Se tu…
conoscessi il mio padrone… non ti stupiresti… è il più grande
genio… dell'universo… ma un genio votato al male… io ho dovuto
obbedirgli… mettere al suo servizio le mie conoscenze di
demonologia! Rapendo i ragazzi di Arden… dovevo attirare Zagor nel
suo castello!...
. L'eroe, allora, chiede a Puppetmaster/Balthazar
se il suo padrone si chiama Hellingen,
ma l'uomo, dopo aver detto di non sapere il suo nome, esala l'ultimo
respiro. Come sospettato da ZAGOR,
il padrone in questione è proprio il suo grande nemico Hellingen;
Altrove,
infatti, ha incaricato Poe
alias Raven
di aiutare il Nostro appunto perché essa vuole mettere le mani sul
laboratorio del mad
doctor
e sui suoi progetti. Alla fine della storia, dopo varie peripezie,
ZAGOR
riuscirà a sconfiggere Hellingen,
e ciò grazie anche all'importante aiuto fornitogli dallo scrittore.
|
Il
giornalista e scrittore americano Abraham Merritt (1884-1943), autore
di Brucia, strega, brucia
(1933)
|
|
Locandina
originale de La bambola del
diavolo (1936), penultimo
film di Tod Browning
|
|
Chucky,
il sanguinario bambolotto del film di Tom Holland La
bambola assassina (1988)
|
Curiosità:
Nell'ideare i pupazzi
assassini,
Boselli si è ispirato al romanzo di Abraham Merritt
Brucia,
strega, brucia
(1933), da cui il regista Tod Browning trasse, nel 1936, uno dei suoi
migliori film: La
bambola del diavolo.
Diversamente però dai pupazzi affrontati da ZAGOR,
le terribili bambole del suddetto romanzo e del film sono in realtà
esseri umani miniaturizzati (da una strega nel primo, da uno
scienziato nel secondo). Vere bambole che uccidono compaiono invece
in altre pellicole horror, come
Dolls – Bambole (Stuart
Gordon, 1987), La
bambola assassina
(Tom Holland, 1988) e Puppet
Master – Il burattinaio
(David Schmoeller, 1989).
Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre voci degli Zagor Monsters sulla Mappa!
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