Ci eravamo lasciati il 6 dicembre 2015 con il nostro Atlante di Mister No,
il dizionario dei luoghi, degli animali, dei personaggi, etc., presenti
nell'universo del pilota amazzonico, indimenticabile personaggio nolittiano che ha da poco compiuto 40 anni di vita! Max Capalbo - infaticabile
enciclopedico (suoi anche Zagor Monsters e The Dark Side of Tex, dedicati al "lato horror" dei due più importanti eroi della SBE, e l'antologico The Best of Martin Mystère - senza dimenticare gli spassosi Titoli Impossibili) - prosegue la lunga voce dedicata al protagonista della collana, inserita a sua volta nella davvero proteiforme lettera M (iniziata nel febbraio 2014)! Anche questa, come la precedente, è una puntata "particolare", meno legata alle singole avventure e dedicata al concetto di "antieroe". E Mister No, fin dal nome, è sicuramente un campione di... "antieroismo"! Tutte le illustrazioni, salvo quelle introduttive (che
sono state "pescate in Rete" dalla redazione e riguardo alle quali vi
preghiamo di segnalarci ogni errore od omissione), sono state scelte
dallo stesso Massimo! Buon divertimento! (s.c. & f.m.)
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Cartonato SBE distribuito in libreria (ottobre 2015). Disegno di Diso |
Legenda
- I
nomi in stampatello
e grassetto
rimandano
a una voce dell’Atlante.
- I
nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per
cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL,
STELIO;
REMY,
ANOUK).
In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.:
ESSE-ESSE
invece che KRUGER,
OTTO).
Riguardo poi a personaggi come O
BISPO
ed EL
LOCO,
le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del
nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL
LOCO,
si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in
spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
-
I
personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome
della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:
DEMONE
ETRUSCO,
GIUSTIZIERE
DI BONAMPAK).
-
Quando
i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata,
solo il cognome è scritto in neretto
e stampatello,
in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono
stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA,
il personaggio Daniel
Murdock
è citato come Daniel
MURDOCK).
L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della
serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry
Drake,
ma
appunto il soprannome
MISTER
NO
- è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente
quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.:
Mister
No Index Illustrato,
Mister
No Riedizione If).
-
Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia
dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon"
perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad
Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude,
che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto
avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!,
visto che si riferisce alla storia successiva).
Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.
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Sfondo iPhone scaricabile dal sito SBE. Disegno di Diso |
M
(parte VI)
MISTER NO (parte III)
MISTER NO viene spesso
definito un antieroe (noi stessi nell'Introduzione lo abbiamo
definito tale) e gli viene sovente
attribuito un certo cinismo. Ma che tipo di antieroe è il Nostro? E
che tipo di cinismo è il suo (ammesso che cinico lo sia davvero)?
Qui di seguito cercheremo di rispondere a queste domande, in modo da
inquadrare bene la personalità del pilota amazzonico.
Dunque, secondo il Vocabolario
Treccani, un antieroe è un personaggio che, polemicamente o no,
mostra qualità del tutto opposte a quelle considerate tipiche e
tradizionali dell’eroe. MISTER NO rientra in buona parte
nella suddetta definizione, com'è evidente sin
dalla primissima, indimenticabile sequenza in cui compare. Nelle
scene d'esordio di numerose saghe, - scrive Davide Barzi nel
volume Mister No. Avventure nella giungla (100 anni di
fumetto italiano, La Gazzetta dello Sport, 2010) – il
protagonista appare in medias
res, stoicamente impegnato a sbrogliare una matassa più
grande di lui, oppure in una situazione di calma apparente, dove la
sua autorevolezza deve ancora sbocciare, ma dai gesti e dallo sguardo
si capisce che in potenza si tratta di un vincente. Per i lettori è
facile identificarlo con l'eroe dell'avventura.
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L'azzeccato
inserto pubblicitario con cui, nel maggio 1975, venne lanciato Mister
No
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Primo
piano di un antieroe - MNO 1, p. 8
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Ma come si presenta
un antieroe? Lo racconta la prima sequenza in cui Jerry Drake, alias
Mister No, è protagonista, Immobilizzato da due brutti ceffi, preso
a cazzotti da un terzo, è stanco, dolorante, impossibilitato a
reagire. In una parola, sconfitto. Eppure, nell'arco di qualche
vignetta, ribalta la situazione. Il motivo è semplice: lui è un
uomo tranquillo, che ha lasciato il suo Paese, gli Stati Uniti, "per
vivere lontano dalla violenza e dalla prepotenza". Nel corso
della saga, l'antieroismo del pilota nolittiano emerge in diverse
occasioni, alcune delle quali danno luogo a situazioni divertenti.
Vale la pena di citare, per esempio, la scena de La lama
d'asfalto (A. Castelli [sog.&scen.] – V. Monti e L.
Merati [dis.], nn. 36-37) in cui MISTER NO affronta, in un
combattimento a mani nude, un guerriero indio. La lotta si svolge
davanti ai compagni di quest'ultimo (tra cui il capotribù) e
all'interno di un cerchio di circa due metri di diametro che un altro
indio ha tracciato al suolo con la punta della sua lancia e che è
delimitato da quattro corte lance. Lo scopo del combattimento è
proprio quello di spingere l'avversario contro una di esse,
trafiggendolo. I due avversari, inoltre, devono stare ben attenti a
non uscire dal cerchio: se ciò accadesse, infatti, verrebbero subito
uccisi dagli altri guerrieri. Il duello ha inizio e l'indio si
dimostra da subito un osso duro, dotato com'è di agilità e
resistenza. A un certo punto, consapevole di non poter competere con
il suo avversario (che è pure un buon incassatore), MISTER NO
decide di ricorrere a un curioso stratagemma, ovvero fa una boccaccia
all'indio. Questi rimane disorientato e il Nostro ne approfitta per
sferrargli un cazzotto che lo fa finire oltre il cerchio, dove viene
ucciso immediatamente dal capotribù.
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Il
pilota non solo mette ko i suoi avversari, ma ci guadagna pure una
buona bottiglia - MNO 1, p. 14
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L'insolita
ma efficace arma segreta di Mister No - MNO 36, p. 85
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Mister
No mostra ai suoi sbalorditi compagni il buffo espediente che gli ha
permesso di vincere il combattimento con l'indio - MNO 36, p. 87
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Ora, nessun eroe tradizionale,
in una situazione del genere, si sarebbe comportato come MISTER
NO. Limitandoci all'universo bonelliano, ve lo immaginate un Tex
o uno Zagor che, nel corso di un duello all'ultimo sangue, fa
la boccaccia al proprio avversario? O che – come succede sempre al
nostro Jerry nella storia Le montagne della luna
(A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 101-104) -
viene atterrato da un'anziana suora?
Ad ogni modo, MISTER NO
è sì un antieroe - come testimoniano anche la sua indolenza e il
fatto di non agire per sua diretta volontà o per vocazione, ma
per l'istinto, in base alla rabbia, alla stizza, all'indignazione del
momento (cit. Sergio Bonelli in
Making of Mister No - Guido Nolitta, a cura di Franco Busatta
e Gabriele Ferrero, Edizioni if, 2005, p. 63), ma un antieroe sui
generis, dal momento che, proprio come gli eroi autentici, non è
certo privo di coraggio e di ideali. Ha quindi ragione Luigi Mignacco
nel sostenere che MISTER NO è un incrocio tra Corto
Maltese e Paperino: infatti, al pari del papero
disneyano – affermava Sergio Bonelli in Come Tex non c'è
nessuno (Punto Zero, 1998, p. 100), rispondendo
all'intervistatore Graziano Frediani - anche Mister No non è un
tipo dotato di grande spirito d'iniziativa […] tuttavia,
come il marinaio creato da Hugo Pratt, il nostro si fa, suo
malgrado, coinvolgere in vicende pericolose, rivelando al momento
opportuno una carica idealistica e una sensibilità che lo
trasformano alla fine in un romantico cavaliere di ventura, pronto a
mettere in gioco la sua vita per difendere i deboli e ribellarsi a
una palese ingiustizia. Visto che abbiamo citato Mignacco,
possiamo dire che proprio nella sua storia d'esordio – Le
Tigri Volanti (F. Bignotti [dis.], nn. 145-148), abbiamo il
miglior esempio di questo aspetto centrale della personalità
del pilota, questo suo oscillare tra antieroismo ed eroismo.
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Il
pilota alle prese con una suora che è un autentico osso duro - MNO
101, p. 42
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Corto
Maltese, il romantico marinaio di Hugo Pratt
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Ci
riferiamo precisamente alla parte conclusiva della suddetta
avventura, in cui MISTER NO, dopo aver eroicamente resistito
alle prolungate torture cui l'ha sottoposto il capitano SAIKO, viene
da questi lasciato nelle mani del suo alleato cinese, il viscido
colonnello Kung. Legato al muro e fisicamente stremato, quindi
del tutto inerme, il pilota vede avvicinarsi, con una pistola in
mano, il succitato Kung, al quale SAIKO – prima di
partire con il Curtiss P-40 che ha sottratto al Nostro - ha dato
ordine di ucciderlo. A
questo punto, se io fossi un vero
eroe, guarderei la morte in
faccia, senza mostrare paura! -
pensa il pilota nel momento in cui Kung
gli punta sul volto la pistola e si accinge a premere il grilletto -
E invece preferisco chiudere gli
occhi, e sperare che succeda qualcosa!.
Come sappiamo, questo qualcosa atteso dal pilota succede per davvero:
la guerrigliera LI CHAO
ammazza Kung
e libera MISTER NO,
al quale poi chiede di compiere una missione impossibile, ossia
impedire a SAIKO
di uccidere il generalissimo
Chang Kai Shek.
Missione che il Nostro, pur avendo a disposizione solo uno scalcinato
Fiat CR 32, riuscirà
a portare a termine.
Insomma,
la stessa persona che non si è piegata ai supplizi inflittigli dal
suo aguzzino giapponese - tanto da meritarsi da costui il curioso
appellativo di MISTER NO
- e che poi, però, ha chiuso gli occhi davanti a una morte che
pareva inevitabile, trova la forza di compiere un'impresa quasi
disperata, che alla fine, tuttavia, non gli procura alcun onore, ma
solo ulteriori guai. Infatti, non appena atterrato all'aeroporto di
Chungking (all'epoca capitale provvisoria della Cina), il pilota
viene arrestato dai soldati cinesi, chiuso in una cella buia,
sottoposto a uno sciocco quanto sfibrante interrogatorio, messo agli
arresti domiciliari per volontà del generale Wander,
dichiarato addirittura renitente alla leva (come abbiamo già scritto
nella prima parte della voce, il caso ha voluto che, mentre il Nostro
era prigioniero di SAIKO,
negli STATI UNITI
entrava in vigore la legge di coscrizione obbligatoria) e quindi
arruolato forzatamente nella base filippina di San Manuel.
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Paperino,
in un model
sheet di Carl Barks
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Mister
No chiude gli occhi davanti a una morte che sembra inevitabile - MNO
148, p. 44
|
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Mister
No accetta di compiere una missione impossibile: salvare Chang Kai
Shek - MNO 148, p. 56
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Una
parabola che ha davvero dell'incredibile: da salvatore di Chang
Kai Shek e primo eroe delle TIGRI
VOLANTI – come lo definisce il
colonnello Chennault,
comandante delle medesime – a disertore suo malgrado. In tutto
questo c'è un po' l'essenza dell'intera vicenda umana
dell'eroe/antieroe Jerry Drake. Come ha scritto Alfredo Castelli,
sintetizzando con grande efficacia l'anima del personaggio, Mister
No è un uomo in crisi, estremamente contraddittorio, estremamente
problematico. E' americano e rifiuta gli Stati Uniti; rifiuta il
ruolo dell'eroe, e ci ricasca; rifiuta il ruolo del 'macho' e ci
ricasca, rifiuta il denaro come strumento di potere, ma deve piegarsi
a compromessi. Ogni avventura lo porta a nuove, amare disillusioni.
Anche quando 'vince', perde. E' un uomo dei nostri tempi che, senza
fare nulla di plateale, dà il suo contributo alla ricerca di nuovi
valori (Ken Parker Magazine n. 28,
Sergio Bonelli Editore, p. 104).
Veniamo ora
alla questione del cinismo, vero o presunto, di MISTER NO.
Diciamo subito che l'aggettivo cinico si addice poco al
pilota, dal momento che una persona veramente cinica non possiede
ideali né scrupoli; il Nostro, invece, ha gli uni e gli altri in
abbondanza. Ed è proprio a causa dei suoi ideali e del suo alto
senso etico che finisce per mettersi nei guai. Pur amando la vita
allegra e spensierata che conduce a MANAUS, MISTER NO
non esita ad affrontare pericoli mortali se c'è da aiutare un amico,
impedire la distruzione della foresta o difendere una bella ragazza:
un comportamento che un cinico degno di tale nome bollerebbe come
stupido o folle. Bisogna aggiungere, però, che, anche di fronte alle
peggiori ingiustizie, MISTER NO riesce comunque a non cedere
totalmente alla violenza, a non perdere la sua umanità.
L'impresa eroica appena compiuta frutta tutt'altro che onori al povero Mister No - MNO 148, p. 73
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Il
destino di un loser:
da eroe delle Tigri Volanti
a disertore suo malgrado - MNO 148, p. 76
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Puah!
E’ una mammoletta… pieno di dubbi e di scrupoli morali… non
ucciderebbe a sangue freddo nemmeno il suo peggior nemico!,
pensa infatti, in Uno straniero a
Rendención (M. Colombo
[sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 248-249), la subdola Helga
dopo che MISTER NO
– prigioniero, assieme all'amica Barrett
WHITAKER, del malavitoso messicano
El Jefe
- ha rifiutato la sua proposta: uccidere Diego,
il folle e spietato figlio del boss, in cambio della libertà sua e
della ragazza. Helga
ha indubbiamente ragione: MISTER NO
è davvero incapace di ammazzare a sangue freddo un nemico, anche il
peggiore, anche quello che non meriterebbe alcuna pietà. Assai
significativa, in questo senso, la scena conclusiva di Nemici
per la pelle (A. Castelli
[sog.&scen.] – G. Montorio [dis.], nn. 85-86), dove il pilota non se la sente di
sparare contro il killer Vadinho
MORAES, sebbene costui gli abbia
procurato un immenso dolore, uccidendo la donna che avrebbe dovuto
sposare, Gloria TEIXERA.
Hai fatto tutta questa strada per
venirmi a uccidere. Cosa aspetti?,
chiede Vadinho
al Nostro, che, dopo un attimo in cui sembra voler premere il
grilletto, abbassa la sua Smith & Wesson. Io…
io non posso ammazzare un uomo a sangue freddo! Non voglio abbassarmi
al tuo livello! Fatti sotto!,
gli dice MISTER NO,
gettando a terra l'arma. Stupido…
sei uno stupido, gringo… …e questo mondo non è fatto per i tipi
come te!, esclama il killer,
estraendo una pistola e facendo fuoco. Vadinho
ferisce il pilota a una spalla e si accinge a dargli il colpo di
grazia, ma, fortunatamente per il Nostro, viene ucciso da un
poliziotto. Esempi del genere non sono rari nella lunga saga di
MISTER NO,
il quale è venuto meno alla regola
in questione – non uccidere a sangue freddo il nemico - soltanto
una volta: ci riferiamo alla resa dei conti con il malvagio
colonnello Fonseca
e i suoi degni complici nel memorabile finale de L'ultimo
Cangaceiro (G. Nolitta
[sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 3-4).
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Il
nostro Jerry non è tipo da accettare proposte come quella della
malvagia Helga - MNO 248, p. 89
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Lo
spietato Vadinho Moraes approfitta subito degli scrupoli morali di
Mister No - MNO 86, p. 77
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Benchè
il colonnello Fonseca e il tenente Botelho siano due autentiche
carogne, Mister No esita a premere il grilletto- MNO 5, p. 71
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E' bene
soffermarci su questa scena, che vede MISTER
NO vendicare il barbaro massacro dei
suoi amici CANGACEIROS.
In un primo tempo, il pilota non se la sente di sparare contro
Fonseca
e il tenente Botelho:
Avrei dovuto riflettere meglio…
– pensa il Nostro – rendermi
conto che una esecuzione di questo tipo non rientra nel mio
carattere! Eppure …eppure ho promesso… ho promesso a quei
poveracci che giacciono là nel corral…
. A costringere MISTER NO
a fare fuoco è l'inaspettato gesto di Botelho,
che, approfittando della sua esitazione, afferra un machete e glielo
lancia contro, ferendolo a un braccio. Il Nostro, a questo punto,
uccide prima il tenente (che stava, peraltro, estraendo il suo
revolver), poi Fonseca
– che invece era disarmato – e infine, con il suddetto machete, i
suoi scagnozzi Paulo
e Vinicius,
che l'hanno riconosciuto (per entrare nella casa del colonnello,
MISTER NO
ha dovuto infatti camuffarsi da soldato). Ora, se l'uccisione di
Botelho
non è certo un'esecuzione, quella invece dei suddetti sgherri e
soprattutto quella di Fonseca lo
è di sicuro: il pilota infatti, dopo avergli sparato ben tre volte,
lo finisce con altri due proiettili quando è ormai a terra,
agonizzante. A quanto pare, la durezza mostrata dal Nostro in questo
preciso frangente è stata poi ritenuta eccessiva dallo stesso Sergio
Bonelli, come testimonia la modifica – secondo noi, tutt'altro che
necessaria - apportata nella ristampa Tutto
Mister No, dove Fonseca
non è più disarmato, ma impugna una pistola presa dal cassetto
della sua scrivania, il che trasforma quindi la sua uccisione a
sangue freddo in un atto di legittima difesa.
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Ferito
dal subdolo Botelho, Mister No scatena la sua rabbia - MNO 5, p. 73
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L'esecuzione
di Fonseca - MNO 5, p. 74
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Quella che conta però,
a nostro avviso, è la sequenza originale: l'esecuzione di Fonseca
- pur rappresentando, come abbiamo detto, un unicum
nella saga, un comportamento atipico
da parte del pilota, la classica eccezione che conferma la regola - è
comunque emblematica del carattere contraddittorio della personalità
misternoiana, della complessità del personaggio. Ad ogni modo, anche
quando, come in questo caso, MISTER
NO agisce con una certa spietatezza,
non troviamo alcuna traccia di cinismo nelle sue motivazioni, anzi:
pur essendo consapevole che potrebbe non tornare vivo dalla fazenda
di Fonseca,
egli decide lo stesso di compiere la sua vendetta, perché sente nel
profondo del suo cuore che non è giusto lasciare impunita la strage
dei CANGACEIROS.
Sei uno strano individuo, tu… ma
tutto sommato io non credo che tu sia tanto cinico come vuoi
dimostrare!, dice, azzeccandoci in
pieno, Miranda CORDEIRO
al pilota, durante il viaggio in jeep che conduce quest'ultimo
all'abitazione del colonnello. Possiamo pacificamente affermare che
l'apparente cinismo di MISTER NO
è in verità una forma di difesa, una sorta di maschera con la quale
il Nostro, per pudore o semplicemente perché è un personaggio pieno
di contraddizioni, tenta di nascondere la sua autentica natura. Come intuisce la bella Miranda, il Nostro è in sostanza un romantico, un idealista. Ma, attenzione!, un idealista
deluso – precisava giustamente il
suo creatore nel già menzionato Come Tex non c'è nessuno
(p. 111) - cioè un uomo costretto a
confrontarsi con il fatto che una cosa è l'utopia, un'altra è la
realtà. Credo che per lui
– aggiungeva Bonelli/Nolitta – sia
comunque una vittoria riuscire a sopravvivere senza tradire la
propria etica, i principi in cui crede.
Ed è proprio la fedeltà a questi principi, la sua cristallina
onestà di fondo, a fare del loser,
dell'antieroe MISTER NO
un eroe vero.
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Mister
No completa la sua vendetta - MNO 5, p. 79
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Miranda
ha capito bene qual è la vera natura del cinico
Mister No - MNO 5, p. 49
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Massimo Capalbo
N.B. trovate i link alle altre lettere dell'Atlante di Mister No andando sulla pagina della Bussola!
Quel Vadinho! Veramente inquietante! Poi il finale alle cascate è proprio affascinante. Così come le ultime parole di MN.
RispondiEliminaProprio divertente l' incontro con la suora! lol In una storia di mistero e ambiguità dove tutto sembra semplice ed invece...
riguardo la scena de L'C la caratterizzazione del protagonista penso che ancora non fosse definitiva. Come è stato detto, pareva più un avventuriero. Boh! A Nolitta, ancor più che in Zagor, piacevano certe esagerazioni. Certo, di solito sono altri a farle e non MN.