a cura di Pierangelo Serafin
Con il doveroso nulla osta del nostro reporter-in-chief Franco Lana (che sta preparando per voi un colpaccio clamoroso, analogo a quello messo a segno con Vecchioni), il validissimo Pierangelo Serafin, torna a esplorare la galassia dei grandi successi dell'ultima generazione di fumettisti - ai quali Dime Web è sempre attenta - e ci introduce nel fantastico mondo di Alexander Tripood - milanese, classe 1987: un ficcante colloquio che abbiamo riccamente illustrato anche con immagini forniteci dall'artista stesso! (s.c. & f.m.)
Con il doveroso nulla osta del nostro reporter-in-chief Franco Lana (che sta preparando per voi un colpaccio clamoroso, analogo a quello messo a segno con Vecchioni), il validissimo Pierangelo Serafin, torna a esplorare la galassia dei grandi successi dell'ultima generazione di fumettisti - ai quali Dime Web è sempre attenta - e ci introduce nel fantastico mondo di Alexander Tripood - milanese, classe 1987: un ficcante colloquio che abbiamo riccamente illustrato anche con immagini forniteci dall'artista stesso! (s.c. & f.m.)
Introduzione
I
più remoti ricordi d'infanzia di Alessandro La Monica, in arte
Alexander Tripood, narrano di galeoni dipinti e storie illustrate con
il fratello. La passione per il fumetto vero e proprio, invece,
arriva più tardi, quando ancora adolescente si scontrava con il
mondo dei bande dessinèe franco-belgi e ne rimaneva affascinato; di
quel periodo ricorda una modesta produzione di commissioni su diari
scolastici e poco più. Verso la fine del 2014, quasi per scherzo,
Tripood ha partecipato al concorso "Il mio esordio a fumetti"
indetto da Scuola Comics e dal gruppo editoriale L'Espresso,
aggiudicandosi il primo posto e anche la vittoria del premio
Community. Sulla scia di questo entusiasmo, ha realizzato nei tre
mesi successivi "Spada", presentando il primo volume come
autoproduzione all'edizione del 2015 del Cartoomics di Milano, dove
ha incontrato il favore e il sostegno del pubblico.
La copertina di "Spada" |
Con
queste note riportate nel risvolto della quarta di copertina del
volume "Spada" edito da Shockdom si riassume la finora
breve esperienza editoriale di Alexander Tripood. Un'unica
opera nella quale l'editore deve aver fortemente creduto se ha deciso
di stampare le centosessanta pagine a colori che la compongono in un
volume dal formato non propriamente tascabile qual è il 21 x 29,7
(tanto per intenderci è la misura standard dei fogli lettera). Alexander
Tripood non solo è un esordiente ma è anche un autodidatta che sta
cercando un suo stile ammiccando alle bande dessinèe nella
caratterizzazione dei personaggi e nella maestosa costruzione degli
scenari ed ai manga per quello che riguarda le adrenaliche scene
d'azione.
Carnival, da "Spada" |
"Spada", pag. 3 |
In
un certo senso la sua mancanza di "educazione artistica"
gli rende possibile questo connubio, all'apparenza improbabile, tra
due generi così sostanzialmente diversi e se proprio gli si deve
rimproverare qualcosa, frutto più dell'inesperienza che di una
incapacità narrativa, quel qualcosa sta nella difficoltà di
interpretazione di alcune vignette sulle quali può capitare, di
tanto in tanto, di tornare. A
questo proposito una delle cose che mi ha piacevolmente colpito
dell'autore è la sua capacità d'autocritica e la consapevolezza
che, man mano che l'esperienza affina le sue capacità artistiche,
egli veda nelle sue prime tavole (questo lavoro d'esordio va
interpretato dal punto di vista prettamente estetico,di tavola in
tavola, come il suo percorso evolutivo) alcune piccole imprecisioni
che vorrebbe correggere come la sua accresciuta maturità artistica
gli suggerirebbe e consentirebbe.
"Spada"
è un fumetto d'azione, che si potrebbe definire steampunk,
ambientato nella futuristica città di Anghywir che però è
ricostruita in stile medievale e si sviluppa su vari livelli. Un
concetto quest'ultimo certamente non nuovo ma personalmente ho come
il sospetto che questo ricorrente tema della strutturazione delle
città su differenti livelli da parte di molti autori delle ultime
generazioni non sia relativa tanto a problematiche
architettoniche prettamente relative agli spazi abitativi, quanto
piuttosto una velata, e in alcuni casi feroce, critica a una
società che dietro una facciata di apparente uguaglianza mantiene
ancora le sue caste sociali con le spartizioni dei relativi
privilegi.
"Spada", pag. 6 |
Quello
che è veramente notevole del lavoro di Tripood è la tecnica
utilizzata (peraltro una delle più difficili) per raccontare l'
epopea di Spada Rodriguez - cioè l'acquerello. L'acquerello
è la tecnica preferita dagli artisti che, lavorando en plein air,
vogliono cogliere l'estemporaneità dell'attimo. Se è vero che
strato su strato si creano spazi e profondità, è altrettanto vero
che occorre una notevole abilità, in quanto il margine d'errore,
trattandosi di colori non coprenti, è davvero minimo e non c'è
molto spazio per i ripensamenti. Una
tecnica di colorazione così delicata esalta sicuramente i tratti del
disegno e dà la possibilità di creare innumerevoli sfumature;
sfumature che vengono esaltate dalla stampa sulla carta patinata
cosicché anche le zone lasciate in bianco più che dare un senso di
vuoto finiscono con l'equilibrare quelle dove i colori sono presenti.
Quello
che Tripood racconta nel suo "Spada" è dunque un mondo di
colori e situazioni vorticose apparentemente in antitesi con quella
che è la figura del suo creatore; un ragazzo esile ed educato,
vestito di un'eleganza essenziale e tanto sobria da apparire quasi
ordinaria (non è un caso che lavori nel mondo della moda).
"Spada": poster |
"Spada", pag. 11 |
Passiamo
quindi a conoscerlo meglio attraverso qualche domanda.
DIME WEB - Alexander.
La prima domanda è naturalmente di carattere tecnico e certamente te
la sarai sentita porre ogni volta che hai presentato la tua fatica.
Perché l'acquerello?
ALEXANDER TRIPOOD - In
effetti è così! E ogni volta mi rendo conto che rispondere a questa
domanda non è banale. Senz’altro rimasi affascinato da questa
tecnica anni addietro, quando lessi Blacksad
per la prima volta. Ricordo che smisi di prestare attenzione alla
storia per concentrarmi solo sui colori e le atmosfere, e il me di
allora prese nota che, se mai in futuro avessi realizzato un fumetto,
sarebbe stato con quella tecnica. Curiosamente quello stesso giorno
lessi anche Skydoll
che, per quanto graficamente ineccepibile (tralasciando l’enorme
importanza dell’opera in sé), non mi impressionò allo stesso
modo. Forse questo fu dovuto alla mancanza dell' “elemento sfida”:
riuscire a ricreare atmosfere d’impatto senza i vantaggi del
ritocco a posteriori propri della tecnica digitale. Oggi
in realtà mi rendo conto di come questa visione fosse molto
limitativa, e che la pittura elettronica sia tutt’altro che
semplice. Tuttavia, quello che mi spinge ancora a preferire
l'acquerello è il rapporto personale con la tavola e il puro
divertimento che mi procura il pasticciare in maniera fisica con
inchiostri e colori...cosa che aiuta tantissimo quando si arriva a
realizzare una decina di tavole al giorno!
"Spada", pagg. 12-13 |
DW - Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
AT - Anche
questa è una domanda per me difficile, in quanto oltre alla scelta
del mezzo non ho mai avuto un solo artista di riferimento. Adoro
Pratt, Juanjo Guarnido, l’accoppiata Barbucci & Canepa e
Massimiliano Frezzato; quando disegno, però, non ho mai nessuna
delle loro opere davanti agli occhi. Li stimo tantissimo, e mi perdo
nei loro mondi con entusiasmo, ma quando ritorno sui miei lavori il
mio obiettivo è trovare un modo per suscitare le stesse emozioni, ma
seguendo un mio stile.
"Spada", pag. 34-35 |
DW - Questo "Spada" si è già creato uno zoccolo duro di fan e continua a fare proseliti. Quali sono i suoi punti di forza e quanto ti ha dato o ti sta dando soddisfazione?
AT - Sono
molto felice dei feedback che sto ricevendo: ogni giorno mi arrivano
moltissimi messaggi entusiasti del mio Spada,
e spesso non riesco a ringraziare tutti! Un autore, oggi, riesce
grazie ai social ad avere un contatto
diretto col proprio pubblico, e se il riscontro è positivo non ci
può essere soddisfazione più grande! I
punti di forza del mio fumetto me li ricordano proprio i lettori, e
mi affido totalmente al loro giudizio: la tecnica dell'acquerello e
gli sfondi dettagliati sono sempre in cima alla lista, ma anche la
sceneggiatura pare piacere, complice anche il taglio del racconto, un
po' cinematografico. Fortissimo apprezzamento riceve l'ambientazione,
e questo forse è il risultato che mi emoziona di più. Per
sviluppare Angyburg ho disegnato piantine, creato piani urbanistici,
leggi e pubblicità, ma non tutto è ancora stato presentato nel
primo volume. Il fatto che in qualche modo questo senso di "unità"
sia passato comunque, ha per me dell'incredibile.
"Spada", pag. 36 |
DW - Parlaci di Anghywir. Mi pare che non si limiti ad essere un semplice scenario su uno sfondo ma che giochi un ruolo importante nella struttura del tuo racconto...
AT- Evitando
spoiler, ti dico che hai assolutamente ragione: la cura che ha
richiesto lo sviluppo urbanistico trova giustificazione non soltanto
nel fondamentale concetto di creare un mondo "credibile",
ma anche nel fatto che la città sarà un vero protagonista della
vicenda, al pari di Spada e Watt. Vorrei che il lettore si
affezionasse a questo piccolo mondo, in modo da poter vivere in
maniera più sincera gli sviluppi che esso avrà, e magari stupirsi
anche quando scoprirà come si è giunti all'aspetto che ha ora. Sì,
perché anche questa contaminazione tra futuro e medioevo,
simboleggiata dalla "moda delle Lame Bianche", non è solo
un espediente grafico, ma avrà una parte fondamentale nella storia.
"Spada", pagg. 84-85 |
DW - Anche l'ultima domanda è piuttosto canonica ma obbligatoria. Quali sono i tuoi progetti?
AT - I
progetti sono sempre tantissimi, ma a un paio sto già
lavorando attivamente: primo fra tutti un interessantissimo lavoro
che unisce fumetto e romanzo, scritto dall'abile Alessandro Felisi,
uno scrittore già premiato per altri suoi libri. L'altro è una
nuova Graphic Novel che ribalta l'utilizzo del colore che avevo
scelto fino ad ora, scritta da due giovani autori, Alessandro De
Concini e Luca Invernizzi. Qualcosa di tangibile riguardo a questi
due lavori arriverà presto, ma posso assicurarvi che l'obiettivo
sarà molto ambizioso...
"Spada", pag. 86 |
"Spada": poster |
N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!
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